Barcelona, like a jewel in the sun 2

Terza volta nella splendida Barcellona, che non annoia mai, che ogni volta riserva sorprese, a partire dal tempo che si è dimostrato ben poco clemente e primaverile… Volo prenotato con qualche mese di anticipo sul sito di easyjet, un’offerta perfetta: 40 euro a/r con bagaglio a mano, partenza alle 6.45 e arrivo alle 8.20 all’aeroporto di El...
Scritto da: dhali16
barcelona, like a jewel in the sun 2
Partenza il: 15/04/2009
Ritorno il: 19/04/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Terza volta nella splendida Barcellona, che non annoia mai, che ogni volta riserva sorprese, a partire dal tempo che si è dimostrato ben poco clemente e primaverile… Volo prenotato con qualche mese di anticipo sul sito di easyjet, un’offerta perfetta: 40 euro a/r con bagaglio a mano, partenza alle 6.45 e arrivo alle 8.20 all’aeroporto di El Prat. Per l’alloggio, io sono ospite di un’amica che vive lì, mentre l’altra mia friend sta nella consigliata la Padilla’s Guest House, in Carrer Padilla 304, fermata della metro Sagrada Familia e da lì 5 minuti a piedi, con un ottimo rapporto qualità/prezzo (140 euro per 4 notti in singola) e sistemazione confortevole.

Subito in aeroporto abbiamo atteso che aprisse l’ufficio turistico (alle 9) per comprare la Barcelona Card per 3 giorni (costo: 31.50€). Include tutti i trasporti in metropolitana (che funziona dalle 5 a mezzanotte dalla domenica al giovedì, dalle 5 alle 2 il venerdì e fa orario continuato il sabato), con gli autobus e il treno da/per l’aeroporto. Si hanno anche vari ingressi gratuiti in musei (francamente non di notevole interesse) e altri scontati (ma per questi abbiamo verificato che è molto più conveniente lo sconto con il tesserino universitario). Quindi, a posteriori, forse non conviene così tanto come carta, magari meglio un carnet t10 da 7.70€.

Dall’aeroporto ci sono le indicazioni per raggiungere la stazione della Renfe (pochi minuti a piedi attraverso un tunnel di collegamento); i treni ci sono ogni mezz’ora, e in 25 minuti circa si arriva a Passeig de Gracia (da qui: http://www.Tmb.Cat/es_ES/barcelona/moute/horaris/horaris.Jsp# cliccando su Renfe si possono vedere gli orari).

15 aprile, mercoledì Dopo aver lasciato il trolley alla Guest House, ci dirigiamo come prima cosa al Palacio de la Música Catalana (metro Urquinaona): lo percorriamo solo dall’esterno, i mosaici sono splendidi, peccato che la luce fortissima ci impedisca di scattare belle foto 🙁 Ci spostiamo quindi nel Barrio Gótico, la parte vecchia della città, scendendo alla fermata di Jaume I. Seguendo una delle mille scolaresche che si trovano a Barcellona in questi giorni, ci ritroviamo alla Cattedrale, passando anche davanti alle mura romane. Stranamente, la visita alla Cattedrale è gratuita, anche se poi scopriamo che alle 12.45 chiude per un quarto d’ora, per poi riaprire con un biglietto di ingresso di… 5 euro! Beh che fortuna direi 🙂 Ah, la Cattedrale è ovviamente in restauro (dico “ovviamente” perché lo è dal 2004), come moltissimi altri monumenti e palazzi della città… Peccato! Comunque riusciamo a fare un po’ di foto all’interno e nel chiostro con le famose oche e la statua di San Giorgio.

Tutta la zona del Barrio Gótico merita una passeggiata, da vedere vi sono la Casa de l’Ardiaca (con una bellissima buca delle lettere all’esterno con tartarughe e rondini), la Plaça del Rei con il Museu d’Història de la Ciutat, il gotico Palau del Lloctinent e la Plaça de Sant Jaume con i due edifici dell’Ajuntamient (municipio) e il Palau de la Generalitat (con le due bandiere catalana e castellana che svettano in cima – qui l’appartenenza alla Comunità è veramente molto sentita, ovunque i cartelli e le indicazioni sono nella doppia lingua, e le fermate stesse della metro vengono annunciate nei due modi).

Nel quartiere della Ribera vistiamo il Museo di Picasso (ingresso: 7 euro con la carta), che al momento non presenta esposizioni temporanee ma ha moltissimi dipinti, disegni e oggetti appartenuti all’artista di Málaga. Bellissime le ultime sale in cui sono esposte le opere dove Picasso ha reinterpretato il famoso quadro di Velázquez “Las Meniñas” in chiave modernista. Passeggiando si arriva al quartiere del Born, dove svetta l’Iglesia de Santa María del Mar, che purtroppo troviamo chiusa (lo è dalle 13.30 alle 16.30). Bello da fotografare anche il Mercat del Born, quindi prendiamo la metro per il Parc de la Ciutadella (consigliata la fermata Arc de Trionf, per poi percorrere il bellissimo viale fiancheggiato da palme, bei lampioni e palazzi modernisti). Il Parco è il vero polmone verde di Barcellona, con un grande stagno con cascata (purtroppo il monumento alle sue spalle è in restauro) e un laghetto navigabile con le barchette, oltre a una grande statua di mammut sul quale scattiamo le immancabili foto.

Da Catalunya percorriamo la Rambla in direzione del mare, gli artisti di strada si susseguono uno dopo l’altro (se li fotografate lasciate almeno qualche spiccioli, sennò si offendono!), noi facciamo una deviazione per vedere il Mercato de la Boquería (che colori splendidi! La frutta sembra esposta in un museo, perfettamente allineata!) e la Plaça Reial (molto bella, ricorda un po’ Plaza Mayor a Madrid), finché giungiamo alla zona del Porto, con il Monumento a Colón che troneggia, la passeggiata sulla Rambla del Mar e il centro commerciale Maremagnum che decidiamo di lasciare ai prossimi giorni.

La sera, dopo la tappa di rito per la cena nell’Hard Rock di Plaça de la Catalunya, ci spostiamo al Bosque de las Hadas, situato accanto al Museo de las Ceras. È un bellissimo bar in cui sembra di stare in un bosco, con alberi, rumori della natura, e le immancabili statue del vicino museo delle cere.

16 aprile, giovedì La giornata la dedichiamo alla zona modernista di Barcellona. È d’obbligo partire dall’opera simbolo di Gaudì, anche se incompiuta (e chissà per quanti anni ancora! In metro ci sono i cartelli che indicano l’inizio dei lavori – 1909 – ma non la fine…): la Sagrada Familia. Consiglio: arrivate presto di mattina (apre alle 9), per evitare la folla di turisti, gruppi e scolaresche, e soprattutto le code per salire sulle torri con l’ascensore. L’ingresso è un po’ caro (9 euro con lo sconto + 2.50 per l’ascensore – ce ne sono due che si potrebbero prendere, ma noi optiamo per uno solo anche perché io ho seri problemi di vertigini!), ma vale tutti i soldi spesi, per ammirare da vicino le splendide facciate (quella della natività, simile all’interno di una grotta, è meravigliosa), e salire sulle torri campanarie da cui il panorama (guglie con frutti compresi) è da lasciare senza fiato! Come senza fiato per me è la discesa, non mi azzardo a guardare nella tromba delle scale a chiocciola perché rischierei di cadere giù 🙁 Ritorniamo sulla Rambla e ci mettiamo in coda per visitare il Palau Guell (gratuito perché si tratta di una visita parziale, essendo in restauro, aperto solo la mattina, dalle 10 alle 14). Nel giro di 10 minuti si passa da un bel sole a una grandinata improvvisa… Barcellona è anche questa! L’interno del Palau ci lascia un po’ deluse, sicuramente la visita migliore sarà quella della terrazza, mentre a noi è concesso solo il piano terra e le ex scuderie, ma tant’è, possiamo dire di aver visto anche questo… Con la metro ci spostiamo a Passeig de Gracia per iniziare la visita della Manzana de la Discordia, il vero e proprio quartiere modernista della città. Fotografiamo solo dall’esterno Casa Batlò e ci dirigiamo alla Pedrera (ingresso: 5.50 scontato, con audioguida inclusa). Della casa si possono visitare il museo che ne illustra la storia e spiega alcune tecniche costruttive di Gaudì, i suoi appartamenti (con mobili dell’epoca anche se non originali) e soprattutto la splendida terrazza, con i comignoli che hanno la forma di “spaventa streghe”, e dall’alto si gode un panorama veramente mozzafiato (è infatti tornato il sole!) che spazia fino alla Sagrada Familia… Con la metro arriviamo fino al quartiere del Montjuic, fermata Espanya, dove si può ammirare l’Arena (chiusa al pubblico) e il bel viale Avenida de la Reina Maria Cristina che porta al Museu Nacional d’Art de Catalunya (indovinate? In restauro!). Per fortuna ci sono le scale mobili per salire in cima, perché la stanchezza si fa sentire, e il tempo non promette niente di buono… Scattiamo qualche foto al panorama, alle torri all’inizio del viale che ricordano un po’ Piazza San Marco a Venezia, e poi saliamo ancora un po’ per cercare di raggiungere la Zona Olímpica… ma è troppo lontana per le nostre povere gambe provate, quindi ci accontentiamo di scattare una foto alla Torre di Calatrava e allo Stadio e poi via, riscendiamo… La sera siamo ospiti a cena 🙂 e poi tappa alla Oveja Negra in una via laterale sulla Rambla, uno dei pub simbolo di Barcellona, ritrovo di studenti Erasmus di tutto il mondo! 17 aprile, venerdì È la volta delle zone un po’ più “fuori” dal centro di Barcellona. Con la metro arriviamo fino alla Avinguida del Tibidabo, aspettiamo invano il Tramvia Blau finché una signora gentilissima ci avverte che non passerà mai perché fa le corse solo nel fine settimana (in effetti, bastava leggere il cartello, ma come noi altri turisti…), per cui prendiamo l’autobus 195 che ci porta alla partenza della Funicular. 4 euro a/r, un percorso di una decina di minuti immerso nel verde, e siamo al Tibidabo. Qui si trova il Temple del Sagrat Cor, una chiesa “doppia” con un Cristo che ricorda quello brasiliano, e il belvedere (molto ventoso!) offre un incredibile panorama. Il Parco di attrazioni è sì aperto, ma non ci informiamo nemmeno sui prezzi delle giostre perché non ci interessano.

Riprendiamo la metro e, dopo un’iniziale incertezza su quale sia la fermata più conveniente per arrivare a Parc Guell (le guide segnalano Lesseps, noi crediamo che Vallcarca sia meglio: 1200m dalla stazione contro 600…), cominciamo la scarpinata… Sì perché per il primo pezzo ci sono le scale mobili che “aiutano” la salita, ma poi l’ultima parte è veramente ripida… Anche se il Parc, alla fine, ripaga di tutta la camminata! Bellissimo l’ingresso con la scalinata dominata dalla salamandra (o è un drago?!) a mosaici, opera ovviamente di Gaudì, è un problema fare la foto perché i turisti sono davvero tanti… E i bambini ancora di più! Vi è poi una “foresta” di colonne con mosaici che sorreggono la piattaforma sovrastante, dove si trova la panchina più lunga del mondo, tutta decorata da maioliche. I due padiglioni all’ingresso sembrano casette di marzapane, e culminano in strane torrette di pietra, nelle forme tipiche dell’artista catalano.

Il resto del pomeriggio lo dedichiamo allo shopping, rifugiandoci soprattutto al Maremagum perché si scatena un vero e proprio diluvio… Sulla Rambla i negozietti di souvenir vendono oggetti in serie, ma alcuni davvero carini. Mentre nel Carrer de la Boquería (la strada che parte dalla Rambla dove c’è il famoso drago con gli ombrelli) si trovano un sacco di negozietti che vendono collane e orecchini a poco prezzo.

La sera, tappa alla Concha del Barrio Chino, sempre una laterale della Rambla in zona Raval, un carinissimo locale dove bere tè e fumare narghilé… 18 aprile, sabato Per oggi decidiamo di lasciare Barcellona e avventurarci alla scoperta (per me Riscoperta) del parco tematico di Port Aventura… Con il treno da Passeig de Gracia (biglietto treno a/r + ingresso al parco: 47€) si arriva in un’ora e mezza a Port Aventura, e la fermata è a pochissima distanza a piedi dall’ingresso. Che dire, questo Parco è meraviglioso, è magari un po’ più caro rispetto agli standard italiani, ma sono soldi ben spesi! È tematizzato in cinque aree (Polinesia, Mediterranea, México, Far West e China), vi sono tantissimi ristorantini e bar e negozi di souvenir, le attrazioni spaziano dalle “classiche” discese sui tronchi, i gommoni, le montagne russe (con 8 giri della morte!) e quelle in legno, un cinema dinamico, gli autoscontri (che non ho mai visto nei Parchi italiani, che peccato!), le attrazioni più tipiche da luna park come le tazze, e la novità di quest’anno, che è un acceleratore che ti porta da 0 a 100km/h in 3 secondi, con giri della morte e avvitamenti laterali… Da provare in prima fila, come la sottoscritta! Il sito del parco è www.Portaventura.Es, dove sono spiegate benissimo tutte le attrazioni, gli orari di ingresso e le indicazioni per raggiungere il Parco… Ah, a questo link http://www.Renfe.Es/parques_tematicos/portaventura/index.Html ci sono gli orari dei treni che partono da Barcellona per raggiungere il Parco, e viceversa… La sera una puntata rapida all’Oveja Negra, la stanchezza è tantissima, il volo l’indomani è alle 10.15 ma bisogna essere in aeroporto prima per il check in… E anche questa vacanza è giunta al termine, ovviamente resto come sempre a disposizione per qualsiasi domanda! Alla prossima!



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