La Spagna pasquale

Rieccomi in giro per il mondo…eh si non ci so proprio stare ferma! Visto che si avvicinava Pasqua e io potevo festeggiare in contemporanea la fine del mio tirocinio, ho cercato su internet le migliori offerte per star fuori una settimana. Vista la mia intenzione di far anche vita mondana oltre che culturale, quale miglior meta della Spagna?!...
Scritto da: Silvana80
la spagna pasquale
Partenza il: 17/03/2008
Ritorno il: 23/03/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
Rieccomi in giro per il mondo…Eh si non ci so proprio stare ferma! Visto che si avvicinava Pasqua e io potevo festeggiare in contemporanea la fine del mio tirocinio, ho cercato su internet le migliori offerte per star fuori una settimana. Vista la mia intenzione di far anche vita mondana oltre che culturale, quale miglior meta della Spagna?! Già! La vita loca spagnola è famosa, soprattutto quella madrilena, per cui la scelta è caduta su Madrid: economica e loca! Volo Alitalia a/r a 170€ e ostello nel cuore di Madrid, proprio nella zone pub e disco (Puerta del Sol) a 17€ a notte. La proposta di passar la Pasqua fuori è piaciuta parecchio anche a due mie amiche, Ilaria e Alice, che hanno deciso di partire con me.

Siam partite la mattina del 17 Marzo, alle 7:20 puntuali l’aereo è decollato, e con grande stupore abbiam trovato il sole e il caldo a Madrid, nonostante le previsioni del tempo che preannunciavano pioggia e freddo! Arrivate in ostello ci hanno dato una stanza tripla, eravamo molto felici di questo perché sul sito dove avevo prenotato parlavano di stanza a 6 letti! Bhè essendo un ostello certo non potevo aspettarmi una reggia 5 stelle, ma non era malaccio, semplicemente avremmo gradito che la camera fosse stata pulita meglio…Nella hall erano appesi diversi manifesti con le pubblicità di altri ostelli tra cui niente meno che quello di Rimini dove ero stato solo il mese scorso! Erano a disposizione di chi alloggiava lì internet gratis, giochi da tavolo e libri, inoltre il personale era molto gentile e disponibile, soprattutto un ragazzo biondo che devo dire non era niente male! Cmq…Finito di rinfrescarci siamo uscite per una passeggiata al Parco del Buon Retiro, si tratta di uno dei molteplici parchi presenti a Madrid, il più grande e famoso anche per la presenza di diversi monumenti e mostre (gratuite) come quella nel palazzo di cristallo (palazzo che sembra un mix tra una grande serra e un castello fatato di cristallo) e di un laghetto dove è possibile affittare una barchetta. Il parco è pieno di artisti da strada e chiromanti, è veramente piacevole passare il pomeriggio lì, passeggiando, ascoltando la musica dal vivo da qualche musicista di strada (devo dire molto bravi), o semplicemente sedendosi sull’erba per leggere un libro. I madrileni passano spesso i momenti di libertà in questi parchi, e fanno molto bene, è un po’ come riappropriarsi della propria vita, troppo spesso ormai scandita da tempi accelerati che impediscono un reale contatto con le cose più importanti come il potere trascorrere il tempo con le persone care o semplicemente riuscire ancora a meravigliarsi di quante cose splendide ci circondano. Ho un po’ divagato…Tornando al mio viaggio, essendo un po’ stanche per il viaggio abbiam deciso di andare a cenare e poi tornare in ostello per riposarci, inoltre si era buttato un po’ di freddo gelido. Essendo io in vacanza una persona instancabile (sembra che nella vita di tutti i giorni io accumuli riserve infinite di energia per poi utilizzarla nei miei viaggi), sono riuscita a convincere le altre due amiche a svegliarci presto l’indomani, ovvero sveglia alle 7:30, chiaramente mi son alzata per prima io (cosa che è rimasta costante per l’intera settimana). La notte tra vari rumori non è stato facile riuscire a dormire. E il non trovare al mattino acqua calda ha reso ancora più difficile il risveglio. La colazione consisteva in muffin confezionati o altre merendine all’uovo, biscotti vari, panino tipo rosetta molto friabile, burro e marmellata, latte con cereali, caffè e thè. Bhè io sono una grande amante del Thè e per abitudine lo prendo tutte le mattine, ma in questa occasione non è stato semplice perché mancava un distributore di acqua calda, nonostante avessi chiesto come fare l’indicazione che mi è stata data non è stata per nulla chiara, per cui alla fine ho dovuto ripiegare sul caffè (il classico caffè lungo all’inglese che alla maggior parte degli italiani fa letteralmente schifo, io invece, non essendo un’amante del nostro caffè strettissimo, l’ho apprezzo di più). Solo qualche giorno più tardi ho compreso che il thè doveva esser fatto nel fornetto a micro-onde! Piano giornaliero: visto che in teoria dovevamo esser fresche e riposate abbiam optato per visitare il Museo del Prado. Questo è particolarmente interessante soprattutto per i quadri di Goya, di cui non si può non ammirare la “Maya Desnuda” situata in una camera accanto alla “Maya Vestita”. Questi due quadri sembrano identici, a parte il particolare che in uno Maya è appunto nuda e nel’altro vestita, tuttavia si notano molte differenze, soprattutto perché il primo di questi è molto più particolareggiato, si vede che ha impiegato molta più cura e tempo nel realizzarlo; è ancora ignoto però chi sia questa Maya, forse una nobildonna sua amante. Oltre a Goya spiccano i quadri di Velazquez, specialmente è meraviglioso quello raffigurante l’infanta Margherita.

Siamo rimasti a girare tra le sale del museo fino a tardo pomeriggio senza neanche aver mangiato, per cui uscite da lì dentro abbiam subito cercato qualche posto dove mandar giù qualcosa prima di svenire. Visto che ancora il sole non era calato siam andate a visitare Plaza de España dove si trova il monumento con Don Chisciotte e Sancho Panza, in onore a Cervantes. La piazza era stracolma di ragazze sui 14-16 anni molto dark con magliette e bandiere dei “Tokyo Hotel”, per chi non lo sapesse è uno dei complessi più apprezzati e famosi degli ultimi mesi, così ho scoperto che proprio quella sera ci sarebbe stato il loro concerto a Madrid, per cui è normale che le fans fossero tutte in fibrillazione! Non molto distante dalla piazza si trova il tempio de Debod, si tratta di un tempio egizio risalente al secondo secolo avanti Cristo, donato dal governo egizio nel 1968 alla città di Madrid, in segno di gratitudine per il supporto donato per la salvaguardia dei templi di Nubia e Abu Simbel, in pericolo per la costruzione della diga di Assuan. Il tempio fu costruito per volere del re della Nubia Adijalamani di Meroe e dedicato al culto delle divinità egizie Amon e Iside.

Per la sera sarei tanto voluta uscire, ma le mie compagne di viaggio già stanche hanno optato per andare a letto con la promessa che l’indomani si sarebbero alzate presto, visto che la destinazione era Toledo. Così di nuovo sveglia presto! Per arrivare a Toledo ci siam informate bene la sera prima su cosa conveniva tra treno e bus, bhè il bus ci impiegava meno tempo (circa un ora) e costava poco meno in quanto c’è la possibilità di fare un abbonamento di 1 giorno che vale anche per i pullman che portano da Madrid a Toledo e a Guadalajara. Toledo è l’antica capitale del Regno di Castiglia, attualmente capoluogo dell’omonima provincia e della Comunità Autonoma di Castiglia-La Mancia. Già lungo la strada avevo capito che ci sarebbe stato freddo a Toledo in quanto i monti circostanti erano innevati, e la stessa Toledo si trova in alto. Arrivati in città ho avuto la sensazione di essere in una città-fortezza: alte mura a proteggerla da attacchi esterni, facilmente visibili anche grazie alla strategica posizione elevata, imponenti castelli tra case e stradine rimaste immerse nel medioevo, spiccavano inoltre stendardi e armature dei crociati in diversi negozi. La città è ricchissima di chiese, conventi e sinagoghe, nelle quali per entrare bisognava pagare 2.50€. A Toledo si trovano diverse opere di Domenico Theotocopulos detto El Greco (1541-1614), tra cui La sepoltura del conte di Orga. Noi abbiam fatto un bel giro a piedi tra le stradine, o meglio calle, di Toledo, seguendo più o meno un itinerario tracciato in una guida turistica comprata sul posto. Abbiamo così ammirato ogni cosa che ci trovavamo lungo il cammino, peccato però che l’Alcàzar e il suo museo fossero chiusi per restauro. Sembrava proprio di essere tornati di un millennio indietro nel tempo, questa sensazione era rafforzata anche dalla presenza in alcuni angoli della città di musicisti che suonavano musiche medievali con un particolare violino. Tra questi mi ha colpito una ragazza con una gonna lunga bianco panna tutta realizzata a maglia e sopra una giacca di lana grossa con dei grandi volà, sembrava uscita da un quadro antico e aveva attorno a se un’aura mistica e candida mentre suonava. Io mi son avvicinata per comprare uno dei suoi CD che mostrava nelle custodia del violino tenuta aperta sulla strada, mi faccio consigliare su quale CD prendere e le chiedo l’autografo. Nell’infilare la mano nella borsa mi accorgo però che si era aperta la bottiglietta d’acqua e praticamente avevo un lago dentro la borsa, meno male che almeno la macchina fotografica la tenevo in mano. Nel frattempo si era fatto buio ed era ora di tornar a Madrid, anche perché Ilaria aveva appuntamento per le 21.00 con due suoi amici che ci avevano raggiunto a Madrid. Tornati nella capitale siamo andati alla ricerca di un posto per cenare insieme alla coppia, così siam finiti in un grazioso ristorantino-pub dove abbiam ordinato un ottima paella mixta. Da notare che spesso si notano a Madrid posti con esposto fuori un grande cartellone con raffigurate diverse paelle, tuttavia in questi posti la paella è precotta e in effetti non è molto buona, invece bisogna cercare i posti dove la fanno fresca, e anche se costa in genere non meno di 20€ e viene fatta per un minimo di 2 persone, ritengo vale la pena di girare un po’ e pagare un po’ più caro. Come temevo dopo la cena nessuno che voleva fare un po’ di vita loca madrilena, già tutti stanchi! Io invece avrei potuto continuare a camminare per ore e ore! Con la coppia siam rimasti che ci saremmo visti nel pomeriggio per andar insieme al Museo National della Reina Sofia, loro in mattinata avrebbero visitato il Prado. La mattina ci siam alzate un po’ più tardino, con l’intendo di girare un po’ per negozi, tuttavia abbiam scoperto che di giovedì santo a Madrid i negozi son tutti chiusi, nonostante il Papa abbia la residenza in Italia gli spagnoli sono molto più osservanti di noi! Nel frattempo la coppia ci avvisa che aveva cambiato programma per cui noi decidiamo di andare direttamente al Museo prefissato, dove tra l’altro si trovava anche una mostra temporanea di Picasso. Questo è un artista molto affascinante, non tutti i suoi quadri mi esaltano, tuttavia ve ne sono alcuni che catalizzano la mia attenzione e soprattutto ammirazione. Nella pittura di Picasso è possibile distinguere alcuni “periodi”: periodo blu” (1901-1904), il “periodo rosa” (1905-1907), il “periodo africano” (1908-1909), il “cubismo analitico” (1909-1912), il “cubismo sintetico” (1912-1919). Nella mostra erano facilmente individuabili i diversi periodi grazie ad una sistemazione dei quadri secondo una logica cronologica. Mi ha colpito molto un quadro del periodo blu, raffigurante l’amico Carlos morto suicida dopo il rifiuto dell’amata. Si può notare il buco in testa causato da un proiettile e sulla destra una candela accesa raffigurante quanto la vita sia effimera. Tutti i quadri di questo periodo sono realizzati con diverse tonalità di blu, grigio, verde, hanno toni cupi e denotano la tristezza interiore del pittore che si autoritrae come emaciato e apparentemente molto più grande rispetto alla sua età.

A un certo punto della sua vita inizia uno studio della forma, la quale viene scomposta, permettendo di vedere l’oggetto da più punti di vista simultaneamente, nasce così il cubismo, il quale si arricchirà in seguito anche con l’inserimento di frammenti di giornale e carta da parati che vengono riportati sulla tela. Ma i due quadri di Ricasso che lasciano addosso allo spettatore tutta una serie di emozioni sono la “Guernica”e “La fucilazione”. Considerato da molti il più famoso lavoro di Picasso, “Guernica” è dedicato al bombardamento tedesco della cittadina basca di Guernica ed è rimasto esposto al Museum of Modern Art di New York fino al 1981, anno in cui è stato restituito alla Spagna. Vedendo questo quadro sentivo un accavallarsi di tristezza, angoscia, disperazione, incubo dal quale non ci si riesce a svegliare…Si è proprio il manifesto della guerra, di tutte le guerre, perchè è solo disperazione e morte che portano. Ricasso dimostra ancora una volta il suo impegno politico con “La fucilazione” (1808), nata contro le esecuzioni napoleoniche nei confronti dei patrioti spagnoli, ma che torna estremamente di attualità nel 1951, momento dei massacri in Corea da parte dell’esercito statunitense, raffigurante delle donne e dei bambini nudi, disarmati che stanno per essere fucilati da alcuni soldati “metallici”, freddi. Che schifo che è la guerra. Amo Ricasso proprio per la sua capacità di imprimere in una tela l’orrore che essa produce e l’assurdità di una simile schifezza che solo gli essere umani sono riusciti a concepire.

E’ curioso come Picasso rispose ad alcuni soldati del Führer che gli domandarono vedendo il quadro di Guernica “l’hai fatto tu?” e lui rispose “no questo l’avete fatto voi”. Terminato il giro tra le sale del Museo, io e Ilaria siamo andate verso Plaza Mayor in quanto sarebbe passata da là la processione, mentre Alice ha preferito tornare in ostello a riposare. Di solito non vado mai alle processioni neanche nella mia città, tuttavia pensavo fosse interessante vedere come fosse stata un processione in Spagna. Dalle informazioni che ci avevano dato sarebbe iniziata verso le 19.00, tuttavia in realtà è arrivata in calle Major verso le 21.00 per terminare dopo le 22.00!!! C’erano migliaia di persone che aspettavano pazientemente nella loro postazione già dalle 19.00, che l’orario in cui siamo arrivate noi, ma chissà in realtà da che ora si trovavano già là, e si arrabbiavano parecchio se provavamo a passare un po’ più avanti! Chiaramente non abbiamo visto un granchè se non i carri, visto che erano più alti. Nella processione erano presenti due carri e tantissimi uomini incappucciati che incutevano davvero timore. I carri portavano uno Gesù, il quale era con i capelli veri e lunghissimi!!! E l’altro la Madonna, entrambi super adorni, d’altra parte la Spagna è famosa per amare tutto ciò che è barocco e ridondante, per cui anche i carri e gli abiti sia di Gesù che della Madonna erano straricchi. A differenza delle nostre processioni dove vengono spiegate tutte le “stazioni”a una a una, qui non c’era nessuno che parlava, pregava o cantava, l’unico suono che si elevava era quello dei tamburi intervallato dal suono delle bacchette battute tra loro, che non vedendo mi erano sembrate delle nacchere (essendo in Spagna era facile confondere i due suoni). Stanche morte abbiam raggiunto Alice in ostello, informandola che tra circa un oretta sarebbe arrivata la coppia di amici di Ilaria per andare insieme a cenare. Aspetta aspetta questi ancora non si facevano vivi, finchè arriva un sms in cui avvisavano che erano stanchi e non venivano più. La cosa mi ha fatto un po’ urtare, prima danno un’orario scomodo per cenare (le 11 di notte) e poi avvisano alle 11.30 che non vengono! Ma si fa così??? Io sarei andata a cenare MOLTO prima! Mi sarei presa magari un panino fuori mentre cercavo di vedere la processione! Insomma alla fine Ilaria ha insistito perché loro comunque venissero visto che lei si era preparata e ci teneva a vederli, mentre io e Alice siamo uscite per i fatti nostri, visto che io smaniavo per vedere un po’ di vida loca madrilena! Così abbiam cominciato la passeggiata notturna tra le calle vicino Puerta del Sol e Gran Via, dove venivamo fermate in continuazione da diversi “butta dentro”, ovvero ragazzi che cercavano di convincere i passanti a entrare nel locale che pubblicizzavano con la promessa di uno o due sangrie gratuite. Dopo aver girato per un po’ ci siam fatte convincere da un ragazzo molto carino, così ci siam accomodate in un pub sorseggiando gratuitamente un bicchiere l’uno di sangria! Bhè io non reggo bene l’alcool, specialmente il vino, così ne ho bevuto solo metà e l’altra metà l’ho data ad Alice che regge meglio di me l’alcol. Inoltre non avevo ancora cenato per cui uscite dal pub, “La Solera”, ho preso al “Museo del Jamon” un mega cornetto con prosciutto serrano e formaggio. Destinazione per il venerdì santo: Segovia! In origine volevamo andare a Salamanca, altra città non troppo distante da Madrid, tuttavia informandoci meglio abbiam visto che Segovia era molto più vicina e facilmente raggiungibile, inoltre a Madrid era tutto chiuso per cui abbiam preferito fare una escursione. Recateci alla fermata dei pullman ci viene detto che per raggiungere Segovia dovevamo andare in un’altra fermata che si trova dall’altra parte della città, per cui scese di nuovo in metro abbiam raggiunto l’altra fermata dove ci attendeva una fila lunghissima solo per fare i biglietti! 1 ora e più in fila!!! Segovia si trova a un’ora e mezza di strada da Madrid, e ne vale davvero la pena, è incantevole, sembra una città fatata… Le stradine sono strette e piene di negozietti di artigianato, sembra di essere immersi in una fiaba ambientata nel medioevo, e ti accorgi che è proprio così soprattutto arrivando all’Acazàr. Si tratta di un castello magico, avete presente il castello della bella addormentata? E’ proprio identico! Internamente vi sono delle enormi finestre che danno su una distesa d’orata nella quale si può intravedere un convento, sempre sullo stile medievale…Mentre ero là mi son chiesta quante castellane avevano prima di me passeggiato in quegli immensi saloni, e quante volte fossero rimaste lì, immobili, davanti quell’infinito che si apriva ai loro occhi…E che era di loro proprietà… Non ci sono parole poi per descrivere l’immagine del castello con le sue torri al tramonto…Quasi quasi sarei rimasta lì…Ma si era fatta l’ora di tornare a Madrid.

Per il sabato il programma era visitare la Cattedrale e il Palazzo Reale (che si trovano proprio uno di fronte all’altro). Arrivati sul posto c’era una fila immensa, in confronto quella del Prado non era nulla, infatti siam state ben 2 ore in fila al freddo e al gelo!!! Per di più la cattedrale era chiusa ai turisti credo di aver capito perché si preparavano a celebrare la Messa l’indomani che era Pasqua. Prima di visitare le stanze reali simo entrate nelle farmacie reali: piene zeppe di bottigli e contenitori vari con su le etichette di tutte le sostanze che dovevano aver contenuto in passato (persino la Cicuta c’era). In alto appese nel muro di una delle stanze vi erano i ritratti e le foto dei medici reali che si son susseguiti fino agli anni ‘80, probabilmente manca la foto dell’attuale medico di corte perché ancora vivente. Poi abbiamo fatto il giro delle stanze reali, ascoltando con fare disinteressato una guida inglese che si trovava là con il suo gruppo. Le stanze sono una diversa dall’altra, non ce n’è una che abbia lo stesso stile della prima, l’unica cosa che le accomuna è il tetto sempre affrescato da Luca Giordano, eccetto una stanza che è stata affrescata dal Tintoretto. Inutile dire che sono magnifiche tutte le stanze, da quella in stile cinese a quella tutta azzurra! Tutte meravigliose e poi è una buona idea realizzare la propria casa in modo che ogni stanza sia unica! Così non ci si annoia mai! Per pranzo siam rimaste lì vicino e visto che oramai restava l’ultimo giorno ho avuto desiderio di paella! Peccato però che stavolta fosse quella precotta…Da evitare… La sera abbiam prenotato dall’ostello stesso, un locale dove potevamo vedere uno spettacolo di flamenco. Lo spettacolo era alle 23.00 e il posto “La Carbonaras” era a circa 15-20 minuti a piedi dall’ostello. Questo flamenco devo dire che è stato molto diverso da quelli che avevo potuto apprezzare nelle volte passate che ero stata in Spagna, di solito avevo visto i balli tradizionali con i vestiti tradizionali, e poi ballavano in gruppo. Stavolta no, i vestiti erano piuttosto normali, gli uomini in completo e le donne con una camicia e la gonna lunga. I ballerine erano solo 4 seduti su delle sedie adiacenti e si sono esibiti a turno, singolarmente, come se il flamenco in questo caso era l’espressione delle emozioni e del mondo interno del singolo. Le espressioni facciali erano per lo più come arrabbiate, grintose, dure e poi alla fine come se si fossero liberate di un peso…Flamenco catartico! Bhè tutto sommato non è stato male, tutt’altro, è sicuramente interessante vedere spettacoli nuovi, ma resto dell’idea che le esibizioni di gruppo tradizionali sono più affascinanti e coinvolgenti. A questo punto siamo arrivate all’ultimo giorno della vacanza spagnola. Visto che era domenica mattina e che Madrid l’avevamo girata abbastanza (io per la seconda volta tra l’altro) abbiam deciso di andare nel famoso mercato madrileno “el Rastro”, con l’avviso di tenere sott’occhio borse e borsellini. Questo mercatone enorme si estende per diverse stradine e sembra non finire mai, forse in una sola mattinata non si può girare tutto, anche a causa della folla. Per il resto si trova di tutto! Dai vestiti, agli accessori quali borse, scarpe, collane & company, persino anticaglie si trovano, insomma tutto! Ovviamente ho fatto i miei acquisti anche lì! Finito il giro al mercato siam tornate in ostello a prendere le valigie e poi via verso l’aeroporto! Con la metro non è difficile raggiungerlo, basta pagare un supplemento di 1€, cambiare due fermate e il gioco è fatto! L’aereo è pure partito puntuale, peccato però che con tutto il freddo che ho preso in quei giorni mi è salita un po’ la febbre oltre ad essere super raffreddata, per cui, proprio io che adoro volare, ho sofferto molto in volo il mal di orecchie, e anche masticare chenwin gum (consigliato dallo stuart) non è servito a molto. Al prossimo viaggio!!!



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