Barcellona in quattro giorni 3

Decidiamo con largo anticipo (gennaio) di prenotare il volo, essendo il periodo delle grandi offerte della Ryanair. Non si può certo dire che sia il massimo della comodità, ma per chi come noi cerca di risparmiare è l’ideale! Così prenotiamo andata e ritorno al prezzo ridicolo di 35€ a persona, solo bagaglio a mano (uno zaino per quattro...
Scritto da: Turchese
barcellona in quattro giorni 3
Partenza il: 12/03/2007
Ritorno il: 15/03/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Decidiamo con largo anticipo (gennaio) di prenotare il volo, essendo il periodo delle grandi offerte della Ryanair. Non si può certo dire che sia il massimo della comodità, ma per chi come noi cerca di risparmiare è l’ideale! Così prenotiamo andata e ritorno al prezzo ridicolo di 35€ a persona, solo bagaglio a mano (uno zaino per quattro giorni è più che sufficiente). Poi prenotiamo l’Hostal Felipe II. Non ha niente a che vedere con gli ostelli a cui si pensa solitamente (camerate con letti a castello…) è semplicemente un appartamento ristrutturato in modo da avere camere singole e matrimoniali con bagno privato o condiviso. Si trova decisamente in una bella zona a circa 200 metri dalla Sagrada Familia, le camere non sono eccezionali ma sicuramente pulite. La cosa fantastica è la saletta con tre computer aperta ai clienti (internet gratis). Questo ci ha permesso tutte le sere di scaricare le foto dalla macchinetta e di chattare con i nostri amici e parenti. Unica pecca…Non è compresa la colazione! Comunque una matrimoniale con bagno interno per tre notti ci è costato 210 €.

12 marzo Alle 06:45 puntuale parte l’aereo. Dopo un volo decisamente tranquillo di quasi 2 ore arriviamo a Girona e non avendo il bagaglio in stiva ci dirigiamo verso l’uscita dove c’è la biglietteria dei pullman che portano direttamente a Barcellona. Il prezzo di sola andata è di 12€, mentre facendo andata e ritorno subito si risparmia un po’ 21€. Noi però facciamo il biglietto di sola andata perché al ritorno ci aspetta un’altra strada. Con un’ora circa si arriva a Estasiò Nord. Uscendo dall’entrata principale della stazione e percorrendo poche decine di metri si arriva alla fermata della metro Arc de Triomf, ma decisi a vedere tutto il possibile in quattro giorni, con gli zaini in spalla iniziamo il nostro percorso a piedi.

Dall’ Arc de Triomf proseguiamo per il passeing Lluìs Companys, un lungo viale alberato che porta direttamente al Parc de la Ciutadella. Sulla sinistra l’attrazione più bella del parco: la Cascada, è una creazione di Josep Fontsère (ideatore del parco) assistito da Gaudì , ai tempi ancora studente. Uscendo dall’ingresso principale imbocchiamo passeig del Born per arrivare alla chiesa di Santa Maria del Mar, uno dei più grandi esempi di stile gotico catalano. Veramente molto bella anche se, come tutte le chiese in stile gotico, decisamente austera e un po’ buia. L’unica nota stridente è una delle vetrate moderne dell’abside concessa al football club della città che ha finanziato il restauro della chiesa. Salendo tutta la via Laietana verso nord, arriviamo al Palazzo della Musica Catalana, che purtroppo non abbiamo fatto in tempo a vedere, ci siamo accontentati dell’esterno sovraccarico di decori e purtroppo difficile da apprezzare nella sua totalità a causa della posizione un po’ costretta. Da qui prendiamo la metro (linea gialla) alla fermata Urquinaona. Compriamo il biglietto integrato T10 che, con circa 6/7 € a persona, consente dieci viaggi su bus e metro. Scendiamo alla fermata Verdaguer per riposarci un po’ nella camera del nostro ostello.

Nel primo pomeriggio per visitare Montjuic (l’altipiano che domina la città e il mare) prendiamo la metro linea blu a Verdaguer fino a Sants Estasio, poi cambiamo con la linea verde fino a Plaça Espanya: immensa con una grande fontana al centro, l’antica arena per le corride verso nord (da anni in disuso e ora in ristrutturazione), alle spalle il Parco di Joan Mirò che qui realizzò la grandiosa scultura Dona i Ocell, verso sud invece c’è l’immenso Palau Nacional che oggi ospita il Museo nazionale d’Arte della Catalogna. Se avete tanta voglia di camminare potete fare come noi e avventurarvi nei sentieri che salgono su per l’altipiano…Ma sinceramente vi consiglio di prendere il bus numero 61 che da Plaça Espanya sale toccando tutti i punti di maggior interesse come l’Anello Olimpico (in particolare vi segnalo il panorama splendido che si gode dalle piscine olimpiche, subito dietro ai cancelli ci sono le ripide gradinate che danno sulle piscine…Dopo di che il baratro e tutta la città ai nostri piedi), la Fundaciò Joan Mirò e il Miramar da cui si gode di un panorama a 180° sul mare e sulla città (da lontano si scorgono persino le torri della Sagrada). Volendo si può anche prendere la funicolare che scende fino al porto per la “modica” cifra di 9€ solo andata.

Nel tardo pomeriggio riprendiamo la metro per vedere la Sagrada Familia di notte. Usciti dalla metro fa impressione trovarsi subito sotto a quest’immensa struttura in costruzione, ma la luce notturna anche se suggestiva non gli rende giustizia…Di giorno è tutta un’altra cosa! Per la cena siamo troppo stanchi, anche se lì è pieno di locali di tutti i tipi…Non abbiamo neanche la forza di scegliere! Decidiamo quindi di fermarci al Mc Donalds proprio sulla piazza.

13 marzo A causa della stanchezza, scegliamo di vedere la cosa più vicina al nostro ostello…Cioè la Sagrada+ museo sotto la chiesa (9€, compreso l’ingresso alla Casa Museo Gaudì a Parco Guell). Subito dopo pranziamo velocemente in un localino sulla piazza: DINO PAN, una sorta di forno-paninoteca con dei prezzi veramente vantaggiosi (2 baguettes con prosciutto, formaggio, insalata, pomodoro e maionese + 1 bottiglia grande d’acqua 7€ circa). Riprendiamo la metro linea blu fino a Diagonal, poi prendiamo la linea verde fino a Vallcarca alla volta del Parco Guell.

Su internet tutti consigliano di scendere a Vallcarca invece che a Lesseps per una questione di distanze…Vi dico la mia: scendere a Vallcarca significa camminare per circa 600 metri in una stradina ripidissima (45° vi sentirete scalatori per un giorno) di cui solo la metà con scale mobili non tutte funzionanti, per arrivare ad un ingresso secondario del parco in cima alla collina dove non c’è niente da vedere per poi quindi riscendere attraverso i sentieri verso la zona monumentale dove ci sono tutte le attrazioni. Scendere a Lesseps significa invece camminare per circa 1,6 Km, di cui gli ultimi 600 metri in salita tra i negozietti di souvenir e trovarsi proprio all’entrata principale del parco con tutte le attrazioni sott’occhio. Se invece avete fatto il biglietto per il Bus Turistic allora probabilmente questa è la strada più comoda in quanto vi lascia proprio all’incrocio con la stradina in salita…Vi restano quindi i 600 metri in salita per arrivare all’ingresso principale! Vedete voi! Comunque a parte la zona monumentale, il resto del parco non ha nulla di speciale da vedere se non gli spagnoli che fanno footing…Quindi risparmiatevelo! Le attrazioni sono poche e tutte concentrate: all’entrata i due padiglioni in pietra che sembrano due case di marzapane, una specie di fontana con il lucertolone a mosaici (ormai emblema della città) dove c’è la fila per farsi la foto di rigore, la Sala Hipòstila una foresta di 86 colonne lapidee che sostengono la piattaforma delimitata dalla famosa panca rivestita in ceramica che curva su se stessa come un lungo serpente e da cui si gode un bel panorama della città. Infine l’ultimo edificio che ospita la Casa Museum Gaudì dove sono conservati alcuni pregevoli mobili modernisti disegnati da Gaudì e compagni, diversi cimeli e un letto sul quale l’architetto sognò di completare la Sagrada Famiglia. Se avete soldi e un po’ di tempo da spendere entrate anche lì…Può aiutarvi a capire meglio il modernismo catalano.

Terminato il giro del parco riprendiamo la metro linea verde a Lesseps fino a Plaça Catalunya, da qui imbocchiamo Ps. De Gracia che porta nel cuore del quartiere Eixample un quartiere molto ricco, senz’altro il più bello della città… Pensate che le mattonelle esagonali con cui sono lastricati i marciapiedi della strada sono una riproduzione fedele di quelle disegnate da Gaudì che attualmente si trovano a Casa Milà (la Pedrera). Per non parlare delle boutique di Armani, Valentino, Dolce e Gabbana, Gucci, Dior e via dicendo! Comunque questa strada è famosa per ben altro! È infatti chiamata “Manzana della discordia” a causa del contrasto di stili degli edifici ristrutturati durante il Modernismo (1898-1906) quando le famiglie abbienti della città incaricarono i tre più famosi progettisti di rimodellare le loro proprietà a seconda dello stile di grido. Al numero 35, c’è la Casa Lleo Morena, di Domenech i Montaner. Più avanti al numero 41 c’è Casa Amatller di Josep Puig i Cadafalch e proprio attaccata c’è la bellissima Casa Battlò di Gaudì. Vi consiglio vivamente di entrare per vedere cosa diavolo è riuscito a creare Gaudì, anche se il prezzo è decisamente caro 16.50 € compresa un’audioguida in italiano che vi spiega passo passo tutto quello che c’è da vedere partendo dalla facciata. Scusate la ripetizione ma vi consiglio di spendere almeno un’ora del vostro tempo qui dentro…Noi siamo rimasti senza parole, è veramente bellissima anche se purtroppo è visitabile solo in parte perché, che ci crediate o no, alcuni appartamenti sono privati! Continuiamo il nostro percorso poco più avanti, verso la Casa Milà (8€ compresa audioguida) detta anche la Pedrera cioè cava di pietra. È una vera e propria scultura astratta dalla struttura sinuosa e asimmetrica, come un’onda che rende vitale la roccia. Anche in questo caso sono visitabili solo due piani e il tetto. In una specie di mansarda è ospitato l’Espai Gaudì che offre un’esaustiva presentazione delle opere dell’architetto, poi si sale al piano superiore dove c’è il famoso tetto, ornato da i camini più fotografati al mondo che sembrano giganteschi cavalieri medievali (bellissimi) e infine si scende al quarto piano dove si può visitare un appartamento modernista, el Pis de la Pedrera, ammobiliato con uno stile consono ad una famiglia abbiente dell’epoca anche se i pezzi non sono gli originali.

Terminata la visita ci dirigiamo verso il nostro ostello. Siamo esausti ed affamati tanto da decidere di mangiare qualcosa in un localino proprio lì di fronte. Questa volta non ci facciamo mancare le tapas (vi consiglio le patatas bravas- patate con sopra una salsa di pomodoro speziata, le croquetones- simili alle nostre crocchette- e la tortilla -frittata di patate e cipolle) e un piatto tipico: butifarra con judias, cioè salsiccia alla piastra con fagioli cannellini…Tutto per la modica cifra di 20€ in due compresa una bottiglia d’acqua.

14 marzo Oggi ci rivolgiamo alla zona più visitata della città. Prendiamo la metro fino a Plaça Catalunya e ci avventuriamo sulle Ramblas. Prima di partire ci hanno tutti intimato di spalancare bene gli occhi per evitare borseggiatori…Sinceramente la situazione non mi è sembrata così critica, basta solo stare attenti allo zaino magari mettendolo sul davanti con la mano sulla cerniera e via dicendo… praticamente quello che faccio quando prendo l’autobus qui a Roma! Comunque partiamo dalla Rambla di Canaletas che prende il nome da un’antica fonte (oggi una fontana in ferro del XIX secolo). Secondo la tradizione, berne l’acqua garantisce il ritorno in città, cosa che mi auguro vivamente!!! Proseguiamo sulla Rambla dove c’è un mercatino di volatili, poi uno di fiori, mentre sulla sinistra c’è il famosissimo mercato centenario meglio conosciuto con il nome di Boqueria. Non è molto grande ma troverete l’impossibile: prodotti tipici, esotici… banconi di carne, pesce, frutta, dolci, spezie, uova… tutto in un ordine spaventoso! Ci hanno stupito in particolare i banconi della frutta assemblata per tipo, colore, varietà. Hanno dei frutti esotici mai visti prima, tutti impacchettati per i turisti in vassoietti sigillati monoporzione con tanto di forchettina!! Alla fine di questo tratto di rambla si trova il mosaico pavimentale di Joan Mirò (anche questo mezzo impacchettato per il restauro). Proseguiamo nelle vie interne verso Plaça Nova che una volta era uno spiazzo al di fuori delle mura proprio davanti alla porta principale della città (Portal de Bisbe) segnalata da due torri romane, (sulla sinistra c’è la cattedrale la cui facciata è attualmente in restauro). Attraversando la porta si accede alla parte più antica della città dove c’è l’entrata al Chiostro della cattedrale e la Casa dell’Arcadia (arcidiacono) che dal 1919 è sede dell’Archivio storico della città. All’interno vi è un bellissimo cortile del 400 e al di là di una porta vetrata si può osservare ciò che resta della mura romane del IV sec a.C. A ridosso delle quali venne costruito l’edificio medievale. Costeggiando l’abside della cattedrale si arriva alla Carrer Paradis, dove una ruota di mulino posta a terra segna il punto più alto del Monte Taber dove era collocato il Tempio di Cesare Augusto e dove ancora oggi sono visibili quattro colonne corinzie.

Proseguendo si arriva nella Placa del Rei l’antico cortile con la scalinata neogotica del Palazzo reale. Sulla destra, all’interno di un palazzo nobiliare del 400 c’è l’ingresso al Museu della Historia de la Ciutat (5€) dove sono conservati sculture, utensili antichi e le rovine sotterranee romane riportate in luce dagli scavi. Una visita senz’altro interessante per capire lo sviluppo della città nei secoli ma per noi italiani (stracolmi di rovine romane) non indispensabile. La visita continua all’interno del palazzo reale nella Sala del Tinell, un’enorme stanza con soffitto ad archi e travi di legno usata come sala del trono e come sala d’udienza dove pare che nel 1493, Cristoforo Colombo sia stato ricevuto dai sovrani cattolici al ritorno del suo viaggio nelle Indie Occidentali. Se devo essere sincera è un po’ una delusione…Mi aspettavo chissà quali sontuose decorazioni nella sale del trono e invece niente di niente! Solo mura spoglie come anche la Cappella Reale di Sant’ Agata dove c’è solo un soffitto ligneo dipinto e una pala d’altare del 1465.

Continuiamo il nostro percorso verso la Plaça de Sant Jaume che ha un alto valore simbolico per la città in quanto vi si affacciano due importanti edifici civili: il Palazzo de la Generalitat (Governo regionale catalano) e il Palazzo dell’Ayuntamento detto anche Casa de la Ciutat (municipio). In fondo alla Carrer del Bisbe Irrita c’è il passaggio coperto del 1928, sul modello del ponte dei sospiri di Venezia. Proseguiamo su Carrer Ferran che ci porta su Plaça Reial, circondata da un porticato con una fontana al centro e i lampioni, opera giovanile di Gaudì, i cui bracci dovrebbero ricordare i rami degli alberi. Siamo nuovamente sulla Rambla. Su questo tratto, detto dei Cappuccini, si trova il Teatro del Liceu (1848) e in una traversa (carrer Nou de la Rambla 3) c’è il Palazzo Guell costruito da Antoni Gaudì, anch’esso impacchettato per il restauro…Che sfiga! Su Placa Portal de Palau c’è il Museo Marittim (che purtroppo non abbiamo fatto in tempo a vedere), dove si trovano i cantieri navali medievali più grandi e meglio conservati che esistono e inoltre la riproduzione della galera La Real a capo della flotta guidata da Don Giovanni d’Austria che sconfisse i Turchi a Lepanto nel 1573 e il Monumento a Cristoforo Colombo costituito da una grande colonna di ferro alta 52 m che sostiene la statua dell’esploratore genovese, che guarda verso il mare aperto e con l’indice addita un punto all’orizzonte, forse le Indie Occidentali. All’interno un ascensore porta fin sotto la statua per godere il panorama della città. Sinceramente ci siamo un po’ stufati di tutti questi punti panoramici a pagamento e poi la città è piccola, sceglietene uno e basta! Noi abbiamo optato per quello al Miramar che offre sicuramente la visione più ampia e soprattutto gratuita della città.

Ci dirigiamo nella zona porto, verso il complesso Maremagnum dove c’è il grande centro commerciale ma 1) il tempo è tiranno 2) i negozi li abbiamo anche a Roma, quindi scegliamo di entrare all’Aquarium per la modica cifra di 15,50€. Si dice che sia il più grande d’Europa… sinceramente non saprei… ma senza dubbio il tunnell a vetri lungo 80m che passa all’interno della vasca con gli squali è notevole! Siamo rimasti almeno mezzora lì dentro nel tentativo di fare delle foto nitide. Soddisfatti usciamo proprio per l’ora di cena e ci dirigiamo verso Barceloneta uno dei quartieri più tipici della città, un ex quartiere di marinai oggi rimodernato, con la sua passeggiata sul mare e con accesso alle spiagge. La zona è ricca di ristoranti, i camerieri fanno infatti a gara per accaparrarsi i clienti. Noi, incantati dalle chiacchiere del proprietario, scegliamo il ristorante PORT VELL, dove gustiamo un buon aperitivo (vino bianco frizzante con pezzetti di fragole) offerto dalla casa; un piatto di chipirones fritos (micro calamari fritti buonissimi- una porzione immensa, per due è più che sufficiente) e la paella mista accompagnata dall’immancabile sangria…(50€).

15 marzo L’ultimo giorno decidiamo di fare una gita fuori porta, destinazione: Museo Dalì a Figueres.

Prendiamo la metro linea blu a Verdaguer e scendiamo a Sant Estasiò, da questa stazione prendiamo il treno per Figueres 8/9€ che in circa due ore ci porta in questo piccolo paesino dove è nato l’artista. Appena usciti dalla stazione ci sono i cartelli che indicano passo passo il percorso per arrivare al museo (circa 15 minuti a piedi, in salita). Anche se non siete degli appassionati vi consiglio di visitare questo posto (10€)… la follia di Dalì vi lascerà sbalorditi! Nel tardo pomeriggio torniamo alla stazione per cercare un mezzo che ci porti all’aeroporto di Girona. Ci sono dei pullman diretti…Sicuramente comodi…Ma costano ben 13€ a testa per fare solo pochi km. Decidiamo allora di prendere il treno per Girona (2/3 €, 30 minuti) e da lì il pullman che in pochi minuti porta all’aeroporto (in questo modo si risparmia un bel po’). Anche questa volta l’aereo è puntualissimo, anzi arriviamo con 15 minuti d’anticipo…E tanto stanchi quanto felici per lo splendido viaggio, ce ne torniamo a casa!



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