Skiathos, l’isola dalle due anime

Dalle grandi e affollate spiagge sabbiose alle tranquille strade sterrate
Scritto da: plarggtpc
Partenza il: 25/07/2012
Ritorno il: 02/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
E’ un’isola con una doppia anima, quella piu’ turistica delle strade asfaltate e trafficate, grandi spiagge sabbiose, con tante file di ombrelloni e lettini, affollate e rumorose, specie quando si trasformano in discoteche all’aperto dopo il tramonto, e una piu’ tranquilla, fatta di strade sterrate o addirittura da 4×4, spiagge di ciottoli e rocce, acqua cristallina, una sola fila di ombrelloni e lettini (non sempre) e taverne di pescatori.

Skiathos 2012 (25/07-02/08)

Premessa: Una vera vacanza estiva per mia moglie ed io dopo due anni, organizzata all’ultimo minuto facendo tutte le prenotazioni il 15 luglio sera in 2 ore da casa via internet, dopo aver scelto la Grecia… Prima prenotato e pagato il volo aereo, Blue Express, linea low cost della Blue Panorama, volo diretto Roma Fiumicino (FCO) – Skiathos (JSI) partenza ore 06:25 del 25/07 e ritorno alle 11:00 del 02/08. Poi noleggiato l’auto, con Grekka (scoperto poi trattarsi di Europcar), da prendere e riconsegnare in aereoporto. Poi trovato appartamento con angolo cottura (chiamasi studios in Grecia) con fornitura di alimenti per prima colazione compresa) a Villa TeoZenia in localita’ Achladies, a circa 6km. dall’aereoporto, scelta in base alle ottime recensioni presenti in TripAdvisor che ci ha poi dirottati su Booking.com. Quindi per finire preso il parcheggio a Parkingo a Fiumicino dal 25/07 ore 04:30 al 02/08 ore 11:30.

25 luglio

Partenza in orario dal terminal T3. Volo perfetto con pochi passeggeri e arrivo in orario. Gentilezza degli addetti in aereoporto, grande disponibilita’ della responsabile del noleggio (Nina), macchina di fascia superiore rispetto a quella noleggiata ma allo stesso prezzo (una Renault Thalia, cioe’ una Clio 3 volumi, mai importata in Italia giustamente, vista la linea!), che oltre a darci tutte le indicazioni di base sul come muoversi nell’isola, e sulla mancata copertura assicurativa se avessimo voluto traghettare a Skopelos e/o Alonissos, ci ha fatto da guida in motorino fino alla strada principale. Grazie alle indicazioni forniteci in buon inglese via email dal gentilissimo Teo, che si era anche offerto di venirci a prendere in aereoporto, abbiamo subito trovato Villa TeoZenia, vicino alla fermata 10 del bus locale (le fermate sono tutte numerate). Accoglienza assai cordiale da Teo stesso e dal padre e sistemazione altrettanto valida, con studios pulitissimo cui si accede facendo qualche gradino dal vialetto comune, con terrazzino compreso di tavolino bianco con sedie, filo per stendere e mollette, angolo cottura attrezzatissimo e nuovissimo, aria condizionata molto efficiente, zanzariere alle finestre (davvero indispensabili!), bagno immacolato. Dopo avremmo anche verificato l’esistenza e piena funzionalita’ della connessione internet via free wi-fi, come anche indicato su Booking.com, ma solo se all’aperto. Sistemati velocemente i bagagli (con il solo bagaglio a mano c’era veramente poco da togliere dal trolley!), di nuovo in macchina, direzione una delle spiaggie piu’ belle, Mikros Aselinos, su una piccola baia, raggiunta velocemente in auto, poi una discesa abbastanza ripida su un sentiero prima nella boscaglia e poi all’aperto. Preso ombrellone e due lettini (8 euro al giorno, stesso prezzo in tutta l’isola, un po’ troppo attaccati gli uni agli altri, ma su fila unica), siamo stati in spiaggia, o meglio in acqua fino a sera, mangiando poi un’abbondante insalata greca (per noi poco greca, abbiamo sempre fatto togliere cipolla e peperone verde!) a testa, assai rinfrescante e dietetica, piu’ acqua e coca piccola (17 euro). Di ritorno allo studios, salto da Carrefour vicino a Skiathos Town (fermata 3 del bus) per comprare acqua, latte UHT, biscotti, feta, pomodori, tonno, yoghurt bianco locale e miele d’acacia, poi una doccia per togliere il sale dalla pelle. Il tentativo di stare sul terrazzino con vista mare e’ durato il tempo di settare la rete wi-fi e subito scappare in casa (dove pero’ la copertura della rete era praticamente pari a zero!) per evitare le zanzare in quantita’ industriale presenti nell’aria.

26 luglio

Dopo una lunga e riposante dormita con aria condizionata un po’ troppo presente, colazione abbondante sul terrazzino questa volta senza insetti, poi partenza per la spiaggia di Ghournes, facendo la strada che passa per Koukounaries e Agios Eleni. Strada prima asfaltata, poi asfaltata a tratti, poi in terra, ma ben battuta e liscia, e abbastanza larga per due auto. Non abbiamo trovato Ghournes, ma Mandraki e/o Mandriaki Elias. Si raggiunge parcheggiando in pineta e poi seguendo un passaggio pedonale su passerelle in legno sulla sabbia. Si giunge alla classica e ben organizzata struttura bar/taverna sulla spiaggia, da cui si scende sulla lunga e dorata spiaggia di sabbia, con acqua di un intenso verde trasparente. Solito ombrellone e due lettini al solito prezzo, ma questa volta con ombrelloni ben distanziati fra loro e in singola fila. Verso sera non siamo rimasti a mangiare sulla spiaggia, ma, dopo esserci riforniti di zampironi ad un market sulla strada, ci siamo fermati alla taverna Skliri (di cui eravamo venuti a conoscenza positivamente da altri racconti), con parcheggio riservato e tavoli sotto un pergolato fronte mare (o volendo direttamente sulla spiaggia della tranquillissima baietta, che sembrava piu’ uno specchio di lago che un luogo di mare!), dove abbiamo preso, sotto consiglio del cameriere che parlava anche italiano, un’abbondante insalata greca, un polpo alla griglia, e abbiamo aggiunto delle melanzane fritte (squisite!) con l’immancabile tsatziki e delle gustose sardine grigliate (il tutto da dividere in due). Come bevande, acqua e birra greca Amstel, e con l’omaggio del cocomero a fine pasto, che ci stava molto bene, per un prezzo secondo noi assai onesto di 40 euro. Di ritorno allo studios, dopo la classica doccia, ci siamo goduti il tramonto finalmente sul terrazzino senza essere divorati da zanzare e mosche, grazie ai provvidenziali zampironi, gustandoci il classico yoghurt con il miele.

27 luglio

Sveglia e colazione sul terrazzino, poi preparazione e via! Sempre seguendo quanto raccontato da altri viaggiatori, e con il consueto conforto di Teo e del padre sulla bonta’ della nostra scelta, siamo andati ad Ambelakia, bella spiaggia di sabbia dorata e luccicante, dopo il grande parcheggio di Koukounares (ed in vista della stessa) sulla strada per le due Big Banana Beach e Little Banana Beach, e divisa in:

– una zona molto ben attrezzata con il bel locale in legno trattato, tende di cotone e poltroncine e tavoli stile marina alla taverna e divanetti con cuscini e tende leggere colorate al bar/discoteca Mistique, subito visibile (ed udibile per la buona musica a volume discreto ed avvolgente) scendendo le scale in cemento dopo aver parcheggiato di fronte all’albergo in disuso;

– una libera e comunque pulita proprio alla base della scalinata;

– e una meno attrezzata ma piu’ tranquilla subito sulla sinistra scese le scale e passato un piccolo promontorio roccioso via mare.

Siamo stati a quella del Mistique, solito ombrellone e due lettini al prezzo classico, ma qui la qualita’ dell’attrezzatura e del servizio era di gran lunga superiore agli altri posti, vista la possibilita’ di essere serviti direttamente in spiaggia di aperitivi e bevande alcoliche e non, e volendo anche di alcuni piatti tipo insalate, con prezzi poco piu’ alti di quelli alla taverna. Il mare di fronte la spiaggia era di vari colori, dal verde trasparente del bagnasciuga al blu intenso se ci si avvicinava a nuoto agli impressionanti (specie se visti dall’acqua) catamarani a vela ormeggiati poco distanti da riva, che portavano in giro intorno all’isola i turisti di tutte le nazionalita’. Verso sera ci siamo mossi dalla spiaggia, e ci siamo fermati ad un’altra taverna segnalata sui racconti di altri turisti. Si tratta della taverna del Captain Mickail, dove abbiamo avuto modo di conoscere il Capitano Michele, un signore anziano ma in gamba e molto simpatico, che ci ha raccontato in un buon italiano di aver condotto navi greche per 15 anni in tutto il Mediterraneo, e molto spesso proprio facendo scalo nei principali porti italiani. Su suo consiglio, abbiamo preso la classica insalata greca da dividere in due, e una grigliata mista di pesce, cui abbiamo aggiunto un piatto di tsatziki, annaffiato con un boccale di birra locale fresca e acqua, cui ha fatto seguito l’omaggio di un piatto di susine con ghiaccio, per un totale di 53 euro. Pur non avendo nulla da ridire ne’ sulla quantita’ e tantomeno sulla cordialita’ di tutti (il Capitano al momento dei saluti ci ha offerto una bottiglia del suo vino, che non abbiamo preso solo perche’ non potevamo gustarlo e sarebbe andato sprecato), la qualita’ del pesce della grigliata non ci ha pienamente soddisfatti, e ci e’ sembrato un pochino piu’ caro del previsto, e comunque ci siamo ripromessi d’ora in avanti di farci consigliare ma poi di scegliere in modo autonomo, visto che non siamo riusciti a mangiare tutta la grigliata, mentre magari con un piatto diverso scelto da noi sarebbe andata diversamente… Dopo la cena, siamo andati direttamente a Skiathos Town, parcheggiando liberamente nelle aree sterrate predisposte vicino al Porto Nuovo. Abbiamo camminato lungo il molo del Porto Vecchio, dove non mancavano le imbarcazioni a vela e a motore noleggiabili per il charter poste di fronte ai tantissimi locali dove cenare a base di pesce freschissimo o prendere un cocktail sfizioso. Durante il tragitto, abbiamo approfittato per prenotare per il lunedi’ successivo (30 luglio), il tour giornaliero dell’isola in barca a motore 30 euro in due) e poi, andando sul lato della strada dei locali, e passando tra i tantissimi motorini a noleggio posti lungo il marciapiede, abbiamo approfittato per salutare la cordialissima sig.ra Mina della Europcar, che ci ha dato altri consigli d posti da visitare. Giunti al termine del molo, siamo entrati all’interno, e ci siamo lasciati trasportare dallo “struscio” assieme agli altri turisti e ai greci del luogo lungo la via Papadiamanti, la via principale interamente pedonale, ricca di negozietti caratteristici di artigianato locale, pasticceria e abbigliamento anche di marche non solo greche, centri estetici su strada con il caratteristico “fish bath”, dove si possono Immergere i piedi in vasche trasparenti dove una miriade di piccoli pesci si occupano di fare un massaggio tonificante, e i classici e onnipresenti cocktail bar. Alla fine del percorso interamente pedonale, recuperata l’auto, siamo rientrati per la classica doccia rinfrescante e il sonno ristoratore.

28 luglio

Partenza dopo l’abituale abbondante colazione sul terrazzino del nostro studios con direzione Ligares. Per arrivarci un lungo e abbastanza tortuoso percorso di sterrato, con qualche punto in cui abbiamo avuto il timore (rivelatosi infondato…) che due sole ruote motrici non sarebbero state sufficenti. Alla fine pero’ la vista della bella ed ampia spiaggia attrezzata (con doccia d’acqua dolce!) di sabbia e ciottoli tondi e levigati, in una giornata di forte ma non fastidioso vento dal mare di colore verde/blu intensissimo e di un cielo azzurro senza nuvole ci ha rinfrancato. Sara’ anche stata la presenza della taverna Tropical proprio a due passi (nel vero senso del termine) con il suo invitante ed economico menu’ inchiodato sul legno dell’ombrellone ad averci spinto a restare? Comunque i soliti 8 euro per ombrellone e due lettini e la giornata aveva preso la solita bella piega. Peccato solo non poter essere andati fino alla altrettanto bella spiaggia di Kechria, perche’ la strada ci era stata fortemente sconsigliata da Mina della Europcar in quanto con la nostra auto era sicuro l’insabbiamento, e a noi era gia’ successo a Fuerteventura addirittura con una jeep ma con gommatura inadatta, e l’esperienza di scavare sotto le ruote, alzarla con il crick e spingerla avanti e indietro zuppi di sudore ed impastati della sabbia che si era infilata dappertutto sotto il sole a picco ci era gia’ bastata! Comunque dopo una giornata passata al sole, siamo andati al Tropical, e per 39 euro ci siamo gustati orata e pescespada alla griglia piu’una insalata con tonno e un piatto di feta e uno di tzaziki piu’ birra , acqua, ouzo e nescafe’-frappe’+ cocomero omaggio. Di ritorno sul lungo percorso sterrato, visto che per andare a Kechria gli stessi ragazzi ci avevano sconsigliato di andare con la nostra macchina, cogliamo al volo l’occasione per andare a Skiathos Town da Nina della Europcar per concordare un cambio di vettura, e prendere una fuoristrada Suzuky Jimny da martedi’ 31 per 2gg. con circa 60 euro di differenza. Quindi soddisfatti torniamo allo studios per la doccia e il solito gustoso yoghurt col miele.

29 luglio

Dopo colazione incontriamo il papa’ di Teo, che ci sconsiglia le spiagge vicino aereoporto per l’acqua poco pulita a causa delle correnti e per strada non facile con la nostra vettura, e ci presta un ombrellone, che pero’ useremo poco, poiche’ poco coprente per il sole, e io sono gia’ abbastanza scottato e di rischiare oltre non me la sento! Andiamo quindi alla bella spiaggia di Krifi Amos (ci si arriva lasciando l’auto sulla strada che da Koukounares passando per Agios Eleni porta a Mandriaki, e scendendo un sentiero ripido e perpendicolare alla costa), dove prendiamo il solito ombrellone con i due lettini a 8 euro, e poi 32 euro due insalate greche piu’ tsatziki piu’ frittura calamari piu’ birra, acqua, caffe-frappe’ e ouzo, con cagnetti affamati ma educati che aspettavano discretamente qualche nostro avanzo. Abbiamo poi scoperto parlando con Teo che e’ una spiaggia frequentata prevalentemente da greci del posto, ma non per questo meno rinomata, anzi! Siamo quindi tornati alla macchina, e abbiamo continuato la strada oltrepassando Mandriaki Elias, e fermandoci a vedere dall’alto la spiaggia di Agistros, e poi abbiamo proseguito sullo sterrato oltre il punto di osservazione dei pompieri (questa strada, come tante altre, e’ stata fatta come barriera tagliafuoco con postazioni fisse dei pompieri, dopo che nel 2008 quasi tutta l’isola e’ stata devastata da incendi a ripetizione!) fino a giungere con una bella discesa con tornanti, ripida ma non troppo alla spiaggia di Megalos Aselinos, molto grande e bel attrezzata come Agistros). Tornando siamo passati in aereoporto per vedere se c’erano voli in arrivo/partenza ma, visto che non era segnalato niente, siamo andati alla spiaggia dell’aereoporto, Xanema Beach, larga, di sabbia scura e ben attrezzata, dove alla taverna abbiamo bevuto una birra e un gelato (4,5 euro) seduti, vedendo decollare un silenzioso bimotore turboelica delle linee interne verso Salonicco. Dopo abbiamo tentato di raggiungere la spiaggia di Megas Gialos ma, dopo un tratto di sterrato in salita, abbiamo desistito per non distruggere l’auto nei profondi canaloni che si aprivano lungo il tracciato, ritornando indietro fino alla strada che costeggia il lago salmastro accanto l’aereoporto e poi salendo sulla penisola Capo Pounda, facendo tutte le strade percorribili (la maggior parte senza uscita) per cercare qualche bello scorcio panoramico. Quindi ritorno allo studios con doccia e yoghurt e miele.

30 luglio

Oggi e’ il giorno del giro dell’isola di Skiatos sulla Kalipso, un tempo barca da pesca e poi, dal 2008, trasformato in un mezzo per la navigazione con i turisti, ben tenuto e con ottime capacita’ nautiche. Arriviamo al porto alle 9:00 circa, e passeggiamo tra i negozietti in attesa di imbarcarci, alle 9:30, per poi partire alle 10:00. Verso le 9:20 ci presentiamo all’imbarcazione, saliamo e ci sistemiamo, per circa 15-20 minuti non saremo piu’ di 10-15 turisti, poi arrivano in gruppo tutti i passeggeri di un pullman da almeno 50 posti, che non erano greci, probabilmente slavi, con il loro interprete personale, che sembrava piu’ un giocatore di tennis old-style nella sua tenuta bianchissima molto vintage che una guida. Alla partenza credo che, compreso l’equipaggio (capitano, motorista, due marinai e una ragazza al bar che faceva anche da guida in greco e un buon inglese), a bordo saremmo stati tra le 70 e le 100 persone, che comunque hanno viaggiato comodi sui due ponti di cui e’ dotato il Kalipso. Il tour e’ stato assai piacevole e per niente stancante, complice il mare praticamente calmo e la ventilazione sempre presente. Uscendo dal porto ci siamo diretti alla prima spiaggia, sicuramente la piu’ bella di quelle del tour, e probabilmente la piu’ bella in assoluto dell’intera isola, Lalaria. E’ tutta composta di piccoli ciottoli bianchi levigati, che consentono all’acqua pulitissima e assai trasparente di risultare d’un celeste da sogno, che si stempera in un azzurro e in un blu sempre piu’ intensi al digradare del fondale. Un caratteristico arco naturale e alcuni scogli affioranti incorniciano questo spettacolare luogo incantato, isolato da terra da altissime e scoscese scogliere sempre di colore chiaro! Purtroppo l’incanto dura poco perche’, se al nostro arrivo ormeggiati c’erano solo alcuni motoscafi, diciamo quindi una ventina di persone in tutto sulla riva, dopo il nostro arrivo ci rendiamo conto di essere i primi di altri dieci barconi con centinaia di persone, e se noi siamo giunti in modo quasi silenzioso e rispettoso del posto, lo stesso non si puo’ dire dei nuovi arrivati e delle loro discoteche galleggianti. Ripartiamo per primi dopo poco e ci dirigiamo alla spiaggia di Kastro, sotto le rovine della antica rocca, che rispetto a Lalaria, dove non c’e’ nulla, ha una taverna/bar molto apprezzata e affollatissima, che noi evitiamo restando a mollo presso la riva nell’acqua limpida e pulita. Veniamo nuovamente raggiunti dagli altri barconi, che come al solito si impuntano sull’arenile per far scendere i turisti, e poi ripartiamo alla volta della terraferma, in particolare il piccolo porto di Kati Yorgi nel Peleon (niente di particolare), dove molti si rimettono a mangiare nella taverna convenzionata, dopo averlo fatto meno di un’ora prima a Kastro! Qui almeno gli altri barconi non ci hanno seguito, e possiamo farci un altro bagno senza rischiare di essere speronati. Dopo un’altra mezzora, ripartenza per l’ultima tappa, l’isola di Tsouggria, dove l’acqua e’ limpida e trasparente quasi come a Lalaria, e anche l’affollamento di barche e turisti e’ confrontabile… Ci godiamo il tramonto rientrando in porto, e vedendo Skiathos da un’altra prospettiva e con un’altra luce.

31 luglio

Jimny, finalmente sei nostro! Ebbene si, non abbiamo resistito, e lo abbiamo ripreso, bianco e cabrio, sicuri che non avremmo rimpianto la scelta, cosi’ come poi realmente e’ stato. Arrivati alla Europcar, siamo stati accolti dalla simpatica e folkloristica collega di Nina, che ci ha intrattenuto piacevolmente fino al suo arrivo. Il mezzo era appena stato lavato, e Nina ci ha gentilmente istruito sul corretto utilizzo delle 4 ruote motrici e delle ridotte, e per sdebitarci di tanta cordialita’ ho provveduto a portare loro due gustosi ed assai apprezzati Nescafe’-Frappe’. Subito ci siamo messi in viaggio, l’abbiamo aperto in tutte le sue cappottine di tela, avendo l’impressione, per il fresco e per l’aria e il sole che entra nell’abitacolo, di avere di nuovo un mezzo a due ruote con la sicurezza di uno a quattro, ad esplorare nuovi lidi (la costa vicino l’aereoporto nei pressi di Xanemos Beach) e la chiesa di Agios Ioannis poi diretti nella valle di Lehouni fino alla spiaggia di ciottoli di Nikotsara, bella ma con l’acqua azzurrissima ma poco pulita quel giorno. Ripartiamo e dopo essere risaliti fino alla cima del monte principale dell’isola (Mt. Katavothra), dove anche la pista dell’aereoporto sembra una piccola striscia d’asfalto, ridiscendiamo verso Kechria, facendo alla fine uno sterrato assai ripido ed insidioso sconsigliato a chi non ha moto, quad o 4×4, e che comunque con l’altra macchina non saremmo neanche arrivati a leggere, visto che ci saremmo fermati prima! A forza di 4×4 inserita e marce ridotte, arriviamo a Kechria, spiaggia bellissima (forse la piu’ bella!) sia come sabbia e ciottoli, sia come mare, pulito e trasparente, di un bel verde/azzurro intenso, dove prima siamo stati alla grande tra mare e lettino e doccia d’acqua dolce a volonta’, e poi ci siamo fermati a mangiare, non prima delle 17, e non prima di aver riservato pescespada e polpi alla griglia, oltre alle ormai classiche insalata greca e di tonno, oltre a birra acqua ouzo e nescafe’-frappe’, per una spesa totale di 51 euro, non pochissimo ma comunque assai ben spesi (forse comprensivi dei classici 8 euro per l’attrezzatura da spiaggia) al Kechria Beach Bar di Argiris (pescatore e cuoco, come leggiamo da una guida che ci hanno dato). Riprendiamo Jimny e affrontiamo questa volta fiduciosi la strada che porta a Ligaries, dove scattiamo qualche foto al tramonto, e quindi sterrato fino alla strada principale, con piccola deviazione per vedere il ristorante con vista panoramica Olive Land Restaurant, che ci siamo ripromessi di provare la sera dopo. Di qui decidiamo di fare un po’ di shopping a Skiathos Town in via Papadiamanti, e poi un rapido rientro allo studios, sempre con Jimny ben aperta e aria fresca ovunque ma affatto fastidiosa, dove ci aspettava la classica doccia e come novita’, una birra fredda scura rigorosamente indigena!

01 agosto

Partenza di buon’ora dopo la classica colazione sul terrazzino. Salutiamo il papa’ di Teo, un po’ in crisi nel parlare con noi senza un traduttore, perche’ conosce solo il greco, comunque alla fine ci facciamo capire, e apprezziamo la sua consueta cordialita’ e disponibilita’. Non c’e’ niente da fare, prima ancora di salirci sopra e girare la chiave, Jimny ci ispira strada sterrata, per cui via subito per un giro panoramico della penisola di Kanapitsa, dove vediamo Cape Kalamaki, la spiaggia omonima e la spiaggia di Diamandi, belle come posizione ma quest’oggi troppo esposte al mare mosso e al vento teso. Decidiamo quindi di andare alla spiaggia di Katsoula, tra quelle di Kastro e Kechria, che con un 4×4 sembra raggiungibile, almeno a giudicare dalla cartina. In realta’ non ci arriveremo mai, perche’ la spiaggia non e’ mai segnalata chiaramente come le altre, pero’ noi abbiamo la coscienza a posto, le strade le abbiamo provate tutte, almeno fino al punto in cui, oltre a scendere con 4×4 e ridotte inserite ci sembrava possibile fare lo stesso percorso in salita in sicurezza. Visto comunque che le altre spiagge intorno le avevamo gia’ viste, da terra o da mare, decidiamo di tornare verso Mandriaki alla spiaggia di Agistros, e per farlo decidiamo di tagliare per l’interno, e lo facciamo con un’andatura ormai spedita, visto che ormai molte strade le avevamo gia’ percorse, e avevamo preso confidenza con il mezzo e le sue indubbie capacita’ (e’ molto piu’ valido in fuoristrada che su asfalto, a mio parere) e in poco tempo siamo arrivati in spiaggia. Ad Agistros si parcheggia su un crinale quasi sul mare, e si scende attraverso delle scale sul fianco della collina fino alla bella spiaggia, lunga e larga, con solo una fila di ombrelloni e di lettini e pochissime persone. A differenza di altri posti, qui non riusciamo neanche a toglierci la maglietta che subito un bambino accompagnato dal padre ci chiede in un inglese assai comprensibile i classici 8 euro. C’e’ vento ma non fastidioso, anzi, assai piacevole, mentre il sole va e viene, e quando c’e’ il mare si trasforma dal grigio verde in un verde smeraldo spettacolare, con punti di blu profondo, che fanno contrasto con la sabbia dorata e con il verde variegato chiaro e scuro della macchia mediterranea. Nel pomeriggio, mentre ancora siamo indecisi se restare in spiaggia o incamminarci verso la macchina per rientrare, la signora del bar ci si avvicina, e con fare preoccupato ci consiglia di andare via perche’ tempo 20 minuti si scatenera’ un temporale. In effetti in distanza il cielo e’ scuro e il sole e’ coperto, ma in fondo credo fosse un modo gentile per farci sloggiare, visto che subito dopo averci detto questo, comincia a mettere in ordine i lettini. Comunque torniamo alla macchina, che nel frattempo e’ coperta di polvere anche all’interno, perche’ un colpo di vento ha aperto la cappottina che avevamo solo appoggiato e non bloccato, e con le 4 ruote motrici e le ridotte ritorniamo speditamente alla strada asfaltata che porta a Troulos e da li’ torniamo alla strada che porta al nostro studios, ma non ci fermiamo e proseguiamo per raggiungere per la cena il Olive Land Restaurant. La salita e’davvero ripida, ad un certo punto siamo costretti a mettere 4×4 e ridotte anche sul tratto di strada in cemento, perche’ con le 2 ruote motrici non abbiamo grip sufficente! Una volta giunti al ristorante, veramente di gran classe, niente a che vedere con le taverne viste finora, ci godiamo un panorama magnifico nella calma assoluta della collina e con i colori splendidi del tramonto lungo la costa, e poi ci gustiamo l’antipasto, involtini di pasta sfoglia con spinaci e formaggio e salsa tsatziki (spettacolari!) e barchette di melanzane ripiene di pomodoro, formaggio e salsa greca, proseguendo con due porzioni abbondanti di linguine all’Olive Land, condite con funghi, pomodoro, olive, prosciutto cotto arrosto, aceto balsamico e vino rosso, e per finire con un tortino di cioccolato caldo con crema di vaniglia, e un dolce di cioccolato bianco e mandorle, accompagnato da gelato alla vaniglia. Non ce la siamo sentita di degustare il loro sicuramente ottimo vino, ma abbiamo optato per una sempre piacevole birra Mythos, servita fredda in un boccale ghiacciato, e acqua naturale. Prezzo totale di 53 euro (pagamento effettuato con carta di credito), veramente niente rispetto alla quantita’ e soprattutto qualita’ complessiva! Ripresa l’auto, altra discesa fino alla strada principale alla ricerca di un cassetta della posta dove inbucare le cartoline, che siamo riusciti a trovare solo all’aereoporto (ce ne saranno state sicuramente altre lungo la strada, ma qui sono gialle e di vari formati, e di notte non le abbiamo notate). Al ritorno allo studios, contattiamo telefonicamente Teo, che scopriamo abitare praticamente sopra il nostro appartamento, che ci raggiunge alla reception assieme al padre. Paghiamo con carta di credito anche qui, e poi ci salutiamo in un tripudio di complimenti reciproci e di calorosi abbracci e robuste strette di mano, con la promessa di tornare a trovarli quando ricapiteremo a Skiathos, e comunque consigliare Villa Teo Zenia ad amici e parenti, cosa questa che faremo assai volentieri, anche perche’ e’ stata la nostra migliore sistemazione in terra greca, e una delle migliori in assoluto nei nostri viaggi! Dopo la doccia e lo yoghurt (volendo potevo bere anche fresca birra locale scura a marca Fix ma, visto che il giorno dopo avrei dovuto volare, non mi sembrava il caso di stare male di stomaco proprio quella notte!), ributtiamo alla meno peggio le nostre quattro (questa volta davvero di numero) cose nel trolley e… buonanotte!

02 agosto

Alzata sul presto ma non troppo, ultimi preparativi e poi, con una lacrimuccia virtuale, salutiamo Villa Teo Zenia, caricando su Jimny i bagagli e dirigendoci all’agenzia Europcar al porto di Skiathos, dove arriviamo poco prima delle 8:30 concordate, pensando di dover attendere l’arrivo di Nina. Con nostra grande sorpresa, scopriamo invece che era gia’ in ufficio (aveva fatto le 3 del mattino la sera prima e dopo essere andata a casa (a dormire, mah, non credo…!), era tornata li’ apposta per noi. Sbrigate rapidamente in modo molto veloce le ultime formalita’, ci congediamo simpaticamente da lei con baci e abbracci, e riprendiamo Jimny per recarci all’aereoporto. Anche li’, dopo averla parcheggiata aperta come ci era stato detto di fare, altra lacrimuccia virtuale (anzi, piu’ di una… considerando che in due giorni abbiamo percorso in allegria 150 km. di cui un buon 90% di fuoristrada con 4×4 e ridotte con meno di 25 euro di benzina (a 1,90 euro/lt), mentre negli altri 6 giorni con l’altra auto con sofferenza per il gran caldo abbiamo fatto 185 km. quasi tutti su asfalto spendendo 40 euro!), presi i bagagli, siamo entrati in aereoporto, e dopo i controlli, come da procedura ma non cosi’ rigidi come a Roma, e un’attesa assai limitata (il tempo che l’aereo che era appena arrivato scaricasse passeggeri e bagagli) e siamo partiti decollando dal lato di Xanemos Beach. Volo tranquillo e sempre con pochi passeggeri (non quelli dell’andata) e arrivo in anticipo sull’orario a Fiumicino.

Note: Mai piu’ senza:

– Suzuky Jimny in luoghi come la Grecia; praticamente come una moto, che abbiamo preso spesso in passato, ma molto piu’ comodo e assai piu’ sicuro, anche se molto richiesto e di conseguenza anche piu’ costoso di una vettura base! Meglio se ci si va assieme ad altri amici con lo stesso mezzo, e’ assai piu’ sicuro muoversi in gruppo per poter darsi supporto in caso di necessita’, ad esempio per un traino.

– Scarpette da scoglio, perche’ e’ vero che spesso si trovano ciottoli e non scogli, ma lo stress di rischiare di tagliarsi i piedi o di scivolare sulle alghe e rovinarsi le vacanze stupidamente valgono tutto il prezzo d’acquisto, peraltro qui in Grecia davvero irrisorio.

– Maschera subacquea o meglio ancora occhialini da piscina, che sono assai meno ingombranti; poi, se uno vuole veramente vedere cosa riserva il mare sotto la superficie, avendo come me il brevetto di sub noleggia tutto il necessario e si immerge davvero.

– Cappello da baseball o meglio a tesa larga, al limite bandana o kefiah, per coprirsi il capo, meglio se inumidito prima di metterlo sotto il sole a picco; serve in spiaggia, serve in acqua, e serve soprattutto su un’auto aperta come Jimny cabrio, che in Grecia vedi dovunque alla stregua dei motorini e degli scooter, quasi piu’ anche dei quad.

– Sapone di marsiglia, al limite acquistato sul posto; e’ indispensabile per lavare qualsiasi cosa, e puo’ essere usato in emergenza anche come sapone per il corpo o la barba…

Mai piu’ con:

– Bagaglio da stiva per vacanze in posti di mare; se non serve l’abito lungo da sera, e si fa’ solo vita di mare, e non si pensa di riportare a parenti/amici un intero negozio di souvenir, ci entra tutto il necessario e anche qualcosa di piu’, e poi si lava la sera o la mattina, si stende e dopo poche ore e’ di nuovo tutto pronto per essere utilizzato.



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