Sicilia: dai templi al mare sotto il vulcano

Avventura on the road tra templi e mare, città barocche e vulcani della bellissima Sicilia orientale
Scritto da: Matthew Martino
sicilia: dai templi al mare sotto il vulcano
Partenza il: 24/05/2017
Ritorno il: 02/06/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

IDEA DI VIAGGIO – PROGRAMMA DI VIAGGIO

Vabbè… quest’anno, questo piccolo viaggetto che abbiamo deciso di fare non ha mete precise o punti prefissati per la notte, ma strade sconosciute e impreviste. Ci faremo portare così, come il vento sposta le nuvole e chissà dove andremo a volare…

24 maggio: partenza da Malpensa e arrivo a Catania, ritiro della nostra piccola auto a noleggio e via, subito verso Siracusa.

24-25: qualche giorno nei pressi di Siracusa

26-27: gireremo tra Marzamemi e Portopalo di Capo Passero… Noto e Modica

28-29: ci sposteremo fra i templi di Agrigento e la Scala dei Turchi

30-31: scopriremo la leggenda dei Faraglioni dei Ciclopi tra Catania, Aci Castello e Aci Trezza (se faremo in tempo)

1-2 giugno: saremo alla mitica Taormina alle pendici dell’Etna.

Porteremo poche cose ma il costume e la curiosità sono già in valigia pronti per scoprire questa nostra isola meravigliosa: la SICILIA. Seguiteci in questa piccola avventura che sicuramente ci lascerà delle bellissime cartoline negli occhi e nel cuore.

Teo e Simona.

SIRACUSA FINALMENTE!

Oggi la giornata inizia con una bella levataccia, cosi alle 6.00 siamo già in piedi, alle 6.30 siamo in strada direzione Malpensa.

Il volo parte con un leggero ritardo ma il tempo in aereo passa in fretta perché conosciamo un signore delle nostre zone che è in viaggio per lavoro e con cui scambiamo una bella chiacchierata. Atterrati a Catania il clima è ottimo: né troppo caldo né troppo freddo, ritiriamo la macchina e dopo una breve sosta per rimpinzarci di arancini, partiamo in direzione Siracusa. Parcheggiamo l’auto sotto il nostro b&b che sono già quasi le 14.00, fatto il check in e lasciate le valigie, ci incamminiamo a piedi verso il parco archeologico Neapolis. La strada sembra non finire mai… ma è soltanto la stanchezza a rendere le gambe pesanti e dopo meno di 15 minuti di camminata siamo dentro. Ci dirigiamo subito al teatro Greco, dove in questo periodo rievocano le bellissime opere greche. Il posto è incantevole, rocce bianche si innalzano dietro le scalinate e come cornice, sullo sfondo, il mare. Al centro del teatro un albero secolare immenso prende la scena e noi siamo catapultati direttamente nel IV secolo a.c. Sotto un bel sole, che inizia a farsi cocente, ci dirigiamo, dopo aver scattato alcune foto, verso l’orecchio di Dioniso nella prossimità del teatro. L’orecchio di Dioniso altro non è che una grossa caverna alta circa 23 mt e profonda 65. Fu chiamata così dal Caravaggio in base alla leggenda secondo cui il tiranno Dioniso, dopo averci imprigionato gli Ateniesi sconfitti, avrebbe sfruttato le straordinarie proprietà acustiche per ascoltare i discorsi dei prigionieri. Ultima tappa del sito è l’anfiteatro romano, risalente al II secolo, dove si tenevano i combattimenti dei gladiatori e le corse dei cavalli. Verso sera ci siamo diretti verso Ortigia, l’isola centro storico di Siracusa. Questo è il vero cuore della città, qui le vie lastricate sono lucenti e bellissime, ad ogni angolo c’è qualcosa di meraviglioso come il tempio di Apollo. La fame e la stanchezza iniziano a farsi sentire così cerchiamo un ristorante per la cena, prima però ci fermiamo a scattare alcune foto al meraviglioso duomo della città: capolavoro barocco, un tempo acropoli di Siracusa. Il duomo fu eretto sopra all’antico tempio di Atena, infatti guardando lungo il fianco si notano benissimo le antiche colonne. Dopo aver cenato egregiamente in un piccolo ma bel ristorantino (a putia) torniamo al nostro b&b e ci concediamo il meritatissimo riposo… A domani mondooo!

SIRACUSA – DAY TWO

È il nostro secondo giorno a Siracusa. Dopo una ricca colazione a base di brioches, granita alle mandorle e ovviamente caffè, andiamo a curiosare nella famosa via del mercato. Rimaniamo davvero colpiti dai colori, dai profumi e dalle persone che urlano per attirarci verso le loro bancarelle. Qui si trova dell’ottima frutta, spezie, dolci e ovviamente pesce freschissimo. Alla fine del mercato non possiamo non notare un gruppo di persone in fila davanti a una gastronomia, ci avviciniamo e vediamo una ragazza preparare dei panini immensi, dall’aspetto deliziosi e invitanti. Mentre rimaniamo incantati ad osservarla spiega che tutti gli ingredienti sono locali e molti prodotti direttamente dalla sua famiglia e ci fa assaggiare della mozzarella condita con menta e limone, buonissima! È troppo presto per mangiare di nuovo, la salutiamo con la promessa di tornare più tardi. Nel frattempo ci incamminiamo direzione Duomo. Il biglietto d’ingresso costa 2 euro e ci permette di osservare dall’interno le colonne originarie dell’antico tempio di Atena. Proseguiamo la camminata e arriviamo alla Fonte Aretusa, una fonte di acqua dolce dove all’interno cresce la pianta del papiro e nuotano dei cefaletti. La leggenda narra che Artemide, gelosa della sua ancella Aretusa a causa delle attenzioni che riceveva da Algeo, la trasformò in acqua. A sua volta Alfeo venne trasformato in acqua da Zeus, i due si gettarono in mare e si incontrarono proprio a Ortigia dove ora si trova la fonte. Qui incontriamo due ragazzi che ci propongono una gita in barca di 1 ora per vedere Ortigia dal mare e raggiungere poi le grotte azzurre più al largo. Accettiamo e paghiamo 15 euro a testa, in alta stagione queste gite sono di gruppo e sulla barca si incontrano almeno una trentina di persone, noi invece siamo soli con una bellissima barca tutta per noi! Il percorso è molto bello, vediamo tutta Ortigia e come è stata costruita sul mare. Notiamo la parte alta del Duomo dove una volta al posto della statua della Madonna c’era una riproduzione di Atena in oro massiccio che fungeva da riferimento per i marinai. Ci allontaniamo da Ortigia passando davanti al Castello che dal mare è stupendo, navighiamo oltre Siracusa e arriviamo in prossimità di alcune grotte stupende in cui entriamo e restiamo a bocca aperta. Lo spettacolo è meraviglioso, il mare ci colora gli occhi di blu cobalto e le rocce adiacenti di viola e verde. Restiamo incantati ad osservare fino a quando la barca fa dietrofront, è ormai tempo di rientrare.

Sbarcati verso l’una corriamo in direzione mercato per prendere il nostro bel panino, ma una volta arrivati davanti notiamo che la coda è davvero infinita, così decidiamo di acquistare dei panini nella gastronomia appena di fianco dove l’attesa è inesistente. Acquistati questi altri deliziosi panini corriamo a prendere le nostre cose al B&B per andare al mare destinazione: riserva naturale del Plemmirio. Questa riserva è composta da circa 50 varchi d’accesso al mare, alcuni stupendi, così noi decidiamo si visitarne solo 3 su consiglio di Antonio, il simpatico proprietario dl b&b dove alloggiamo. Il primo, il varco 35, nasconde una caletta da sogno, si accede da una scaletta di legno per arrivare in questa spiaggia circondata da alte rocce. Non ci pensiamo 2 volte e ci tuffiamo in mare. Sulla destra notiamo una piccola insenatura nella roccia, il nostro spirito d’avventura prevale, lo attraversiamo passandoci a malapena e scopriamo una piccola baia nascosta fra le rocce. Il posto è incantevole ma vogliamo esplorare anche altri posti, così dopo esserci asciugati, ci dirigiamo a Punta della Mola, il varco 43. Qui troviamo 2 panorami diversissimi, da un lato una caletta con la vecchia tonnara con scogli ricchi di vita per fare snorkeling e dall’altra, con Ortigia come panorama, delle piscine artificiali create dai greci a seguito degli scavi fatti per estrarre le rocce che hanno dato forma alla città. L’ultimo varco che visitiamo è il 23, e ci regala un bellissimo tramonto che possiamo ammirare seduti sugli scogli.

Per cena decidiamo di tornare in zona mercato e troviamo un ristorantino (la lisca) che ovviamente cucina solo pesce. Ci troviamo divinamente e mangiamo divinamente. Dopo cena passeggiamo di nuovo in piazza Duomo dove conosciamo e chiacchieriamo con dei simpatici ragazzi, poi nel vecchio quartiere ebraico della giudecca che ancora non avevamo visto e finalmente ci conquistiamo il meritato riposo.

NOTO E DINTORNI – DAY THREE

È il nostro ultimo giorno a Siracusa, la città ci ha colpito decisamente in modo positivo, in particolare il bellissimo borgo di Ortigia. Il nostro B&B prevede una prima colazione a pagamento ma a noi non interessa, vogliamo assolutamente provare i panini visti ieri. Quindi ci dirigiamo dritti verso il mercato, superiamo la zona frutta e pesce e lo vediamo, c’è già un po’ di gente che aspetta ma è nulla confronto alla fila dell’ora di pranzo. Mentre attendiamo il nostro turno ci viene offerto di tutto, mozzarella, formaggi vari, ricottine cotte e addirittura dell’acqua vite. La preparazione dei panini ha un procedimento quasi teatrale, comincia con olio, insalata, prezzemolo, menta, pomodori freschi e pomodori secchi, mozzarella, olive schiacciate e poi una specie di sushi creato con prosciutto crudo che avvolge della ricotta condita, fior di latte e funghi trifolati, il tutto accompagnato dalle spiegazioni e dalle perle di saggezza dello chef, fantastico! Ne prendiamo due, uno per colazione e uno per pranzo, soddisfatti salutiamo Siracusa e ci dirigiamo verso il mare.

La meta di oggi è la famosissima spiaggia di Calamosche, eletta spiaggia più bella d’Italia nel 2005 e sempre presente nelle classifiche delle migliori spiagge. Si trova nella Riserva Naturale di Vendicari e va guadagnata. Per arrivarci bisogna fare un percorso su strada sterrata e poi 20 minuti di camminata sotto il sole circondati da piante di mirto, erica selvatica e ulivi. Una scaletta di legno conduce alla spiaggia, una caletta di sabbia circondata da rocce con un mare turchese di fronte, meraviglioso! L’acqua è davvero fredda ma ci tuffiamo lo stesso e il corpo piano piano si abitua alla temperatura tanto che ce ne restiamo in acqua a giocare e scherzare a lungo. Verso le 16.00 vediamo dei nuvoloni venirci incontro cosí capiamo che è arrivato il momento di andare. Mentre camminiamo verso la macchina comincia a piovere, ci affrettiamo e ci ripariamo in auto. Selezioniamo sul navigatore la nostra prossima destinazione: Noto. Arriviamo al nostro B&B che ancora piove ma basta il tempo di una doccia e le nuvole se ne vanno. Usciamo a piedi e girati due angoli siamo in centro, ammiriamo questa città chiamata anche “il giardino di pietra” con i suoi bei palazzi in stile barocco e una Cattedrale che domina la piazza. Passeggiamo fino alla porta della città e scattiamo qualche foto. Nel tornare indietro notiamo le vie dove la settimana prima del nostro arrivo c’è stata “l’infiorata”, famosissima festa di Noto, dove le strade di queste vie vengono praticamente dipinte da milioni di petali di fiori colorati. Sono quasi le 21.00, decidiamo quindi di sederci a un tavolo di un locale per fare un piccolo aperitivo a base di “spritz” trascorrendo una piacevole mezzoretta. Abbiamo ancora mezzo panino acquistato ad Ortigia, così optiamo di prendere due arancini in una rosticceria che ci ispirava un sacco e di cenare così. La rosticceria “Pane e Panelle” fa degli ottimi arancini e noi optiamo per uno al salmone e uno al pistacchio, cosi alle 22.00 siamo seduti su una panchina di una piazzetta a gustarci queste delizie e il mitico panino avanzato ma ancora sublime. Finito di cenare ci alziamo, facciamo per andar via e un signore, avvicinandosi ci dice: “buona digestione”… cosi conosciamo il simpaticissimo Pippo con cui iniziamo una piacevole chiacchierata sulla sua terra, sui suoi tempi, sul cibo e su ottimi consigli per una fantastica colazione alla gelateria “Costanzo” (che è di sua figlia e di suo genero) per delle ottime granite e un super gelato. Ringraziamo Pippo per la bella conversazione e ci congediamo correndo verso la gelateria per provare il gelato, beh aveva proprio ragione, andiamo a dormire soddisfatti della intera giornata… Sicilia, iniziamo proprio ad Amarti.

RISERVA NATURALE DI VENDICARI – DAY FOUR

Oggi andremo alla scoperta della riserva naturale di Vendicari. Percorreremo un itinerario di circa 4 km che ci consentirà di vedere i punti più caratteristici. Cominciamo con un’ottima colazione da “caffè Costanzo” con granita sublime e brioches. Sono le 11.00 quando, dopo aver fatto scorta di arancini da “Pane e Panelle”, prendiamo la macchina direzione riserva naturale di Vendicari. Dopo un bel tratto sterrato e dopo aver lasciato l’auto in un parcheggio ci avviamo a piedi verso l’ingresso, qui nel capannino dove registrano la provenienza, facciamo la conoscenza di due simpatici signori che ci consigliano diverse spiagge da visitare nel pomeriggio e nei prossimi giorni. Ci lasciamo alle spalle il capanno e ci inoltriamo nella riserva seguendo il sentiero che in questo primo tratto è molto semplice e arriviamo al primo punto: la spiaggia di Vendicari che però è piena di posidonia, dopo aver scattato delle foto ci avviamo verso il secondo punto: la Tonnara. Il sentiero è breve e il panorama fantastico, in pochi minuti arriviamo alle rovine della tonnara, entrando dalle porte ad arco veniamo subito colpiti dal contrasto che si crea con i colori del pavimento in cotto, le colonne di pietra che si stagliano alte verso il cielo e il mare di un colore che va dell’azzurro chiaro, al verde e al blu cobalto, una cartolina meravigliosa. Ci perdiamo un po’ osservando il panorama mozzafiato che si vede dalla tonnara e poco oltre la meravigliosa “torre Sveva” domina, con le sue mura di pietra, il favoloso mare. A pochi passi dalla tonnara, dietro il sentiero, una distesa di rocce si staglia nel mare e qui decidiamo di fermarci per il nostro primo tuffo della giornata. Ci sono poche persone che prendono il sole, in mare nessuno e la vista della tonnara da qui è fantastica, noi decidiamo di lanciarci subito in acqua nonostante sia un po’ freddina, ma dopo qualche minuto ci acclimatiamo e facciamo snorkeling per una buona mezz’ora. Decidiamo di fermarci qui per consumare i fantastici arancini che abbiamo acquistato a Noto da Pane e Panelle, rosticceria top! Più tardi ci rimettiamo sul sentiero che prosegue fiancheggiando un tratto di costa rocciosa dove il mare assume dei colori fantastici, scopriamo delle fantastiche spiaggette nascoste fra le rocce dove ci avventuriamo per un bagno veloce. Proseguendo si può arrivare fino a Calamosche, la bellissima caletta visitata ieri, ma ci sono così tanti nuovi posti da scoprire che decidiamo di tornare indietro, riprendere la macchina e rimetterci in marcia. Ci dirigiamo verso la spiaggia di Cittadella ma la troviamo piena di alghe, qui infatti si deposita molta poseidonia, un’alga che cresce solo dove il mare è davvero pulito, il problema è che nella Riserva non sono autorizzati a ripulire per non interferire con l’habitat naturale, quindi un po’ dispiaciuti ci spostiamo verso San Lorenzo. La spiaggia di San Lorenzo è paradisiaca, sabbia e mare cristallino che degrada dolcemente. Ci fermiamo per un paio di ore fino alle 19.00 passate e decidiamo di tornarci domani per un po’ di tintarella. Sulla strada del ritorno la Sicilia ci regala un altro fantastico tramonto che ci lascia a bocca aperta. Per cena decidiamo di tornare alla rosticceria, che ha anche tavoli fuori, e gustarci nuovamente questi fantastici arancini… praticamente a Noto non abbiamo mangiato altro!

VERSO MODICA: DAY FIVE

L’ultima colazione da “caffè Costanzo” ce la gustiamo con calma: granita e brioches naturalmente. Salutiamo Noto, dove questa mattina c’è un raduno delle “Vespe” e c’è in giro aria di festa, ma noi siamo in partenza, destinazione Modica. Dopo aver caricato le valige sulla nostra piccola macchina a noleggio e dopo aver salutato Corrado (il simpatico proprietario del b&b del “Carmine”) ci avviamo sulla strada, prima tappa la spiaggia “White beach” di San Lorenzo.

È domenica, ci aspettiamo molta gente ma al contrario la spiaggia è vuota e tranquilla, stendiamo i nostri teli vicino al mare e passiamo circa 3 ore tra tuffi e sole. In lontananza si scorge Marzamemi, il piccolo paesino che vogliamo visitare per pranzo, così verso le 13.00 riprendiamo la macchina e ci avviamo veloci. Arrivati al piccolo borgo passeggiamo fra le vie di questo antico paese di pescatori, la prima cosa che ci colpisce è la vecchia tonnara: immensa e bellissima ma allo stesso tempo abbandonata e in vendita. Le vie fatte da case di pietra sono bellissime e caratteristiche, vorremmo fermarci qui per pranzo in uno dei molti ristorantini caratteristici ma allo stesso tempo troppo turistici, vediamo piatti troppo cari e mal proporzionati, così dopo una bella passeggiata fra piazze e viette decidiamo di cambiare aria e dirigerci verso Portopalo di Capo Passero, famosa in quanto è qui che si incontrano i due mari Ionio e Mediterraneo e i panorami sono bellissimi. Non ci mettiamo molto ad arrivare al castello di Portopalo da dove si gode di una vista mozzafiato sul mare e sull’isola della città. Lasciamo la macchina in fondo alla discesa, giriamo l’angolo e troviamo un ristorantino che ci ispira parecchio, decidiamo di fermarci qui a mangiare, scegliamo proprio bene, il locale è frequentato da gente locale qui per il pranzo domenicale, il cibo è delizioso e il pesce freschissimo sempre accompagnati dalla simpatia e semplicità del personale. Usciamo soddisfatti e ci avviamo verso il mare che a quest’ora (14.30) è bellissimo. Non resistiamo dal richiamo di una piccola insenatura fra gli scogli, discendiamo fra un masso e l’altro e ci troviamo davanti il mare blu cobalto, un tuffo è l’obbligo. Dopo aver fatto un po’ di snorkeling (circa 1 ora) riprendiamo la macchina e andiamo a vedere l’isola delle correnti: una piccola isola tondeggiante raggiungibile da riva da una lingua si sabbia. Qui la spiaggia è bellissima, approfittiamo di alcuni ombrelloni di paglia di un lido ancora chiuso e mettiamo le nostre asciugamani a terra tuffandoci senza indugio e restando al mare ancora circa un’ora prima di dirigerci verso Modica. Raggiungiamo il nostro b&b “Pineta Monserrato” verso sera, dopo esserci fermati poco fuori dal paese in una pasticceria a mangiare dei favolosi mini coni gelato al pistacchio, amarena, cioccolato e torroncino. Lasciata la macchina e concluso il check in ci dirigiamo a piedi nel cuore di Modica: corso Umberto, il centro storico. Non abbiamo molto appetito, passeggiamo quindi tranquilli nelle vie del centro raggiungendo il duomo di San Pietro che si erge maestoso dopo un’immensa scalinata con affianco le statue degli apostoli a grandezza più del naturale. Qui su questi scalini mangiamo un panino delizioso acquistato nelle vicinanze e poi ci dirigiamo verso la stanza. Incontriamo però un ragazzo che ci dice che dobbiamo assolutamente andare a vedere Modica dal punto panoramico del quartiere Orientale di notte perché è uno spettacolo che ci porteremo per tutta la vita nel cuore. Corriamo al b&b a prendere la macchina e ci avviamo di corsa, lo spettacolo è davvero magnifico, sembra di vedere un enorme presepe, davanti a noi il duomo di San Giorgio è stupendo e le sue scalinate illuminate sembrano un enorme chiave della città. Andiamo a dormire con questa meravigliosa immagine negli occhi ma purtroppo, prima di buttarci a letto, arrivati al b&b, scopriamo di essere rimasti chiusi fuori… accidenti, suoniamo e dopo qualche minuto ci aprono, ci scusiamo per l’accaduto e finalmente andiamo a dormire!

MODICA E DINTORNI: DAY SIX

La giornata purtroppo comincia male, perché facciamo colazione in un bar che ci prepara una granita pessima. Tutta colpa del Caffè Sicilia (miglior bar di Modica) che ha deciso di tenere chiuso il lunedì… ci rifaremo domani! Dedichiamo la mattinata a una bella passeggiata tra i vicoli di Modica. La città sotto certi aspetti ci ricorda molto Matera, sembra un presepe. Visitiamo l’interno del Duomo di San Pietro, davvero molto bello e sfarzoso e poi percorriamo la rapida e lunga scalina che porta alla duomo di San Giorgio, che domina dall’alto la città, il panorama da quassù è splendido! Finito il giro ci mettiamo quindi alla ricerca di una rosticceria per comprare qualcosa da portarci in spiaggia per pranzo. Troviamo per caso il Piccolo bar, una rosticceria a gestione familiare che ci tratta come fossimo di famiglia. La proprietaria e cuoca ci mostra le prelibatezze preparate ancora con le ricette tradizionali e tutto rigorosamente a mano, il marito invece dietro il bancone del bar ci racconta un po’ di aneddoti della sua gioventù passata a Torino. Compriamo diverse scacce (focacce ripiene), arancini e altri prodotti da forno spendendo una stupidata, felici andiamo a prendere la macchina per andare verso il mare! La località che decidiamo di visitare è Sampieri. D’estate è presa d’assalto dai turisti ma noi la troviamo fortunatamente vuota! Qui è ancora presente una rarissima zona di duna mediterranea modellata dal vento, il mare è una tavola e si può camminare per metri e metri prima che cominci a diventare profondo, incantevole! Passiamo il pomeriggio a rotolarci tra le dune e tuffarci nel mare trasparente. Nel pomeriggio, sul tardi, ci spostiamo verso una zona più rocciosa per fare snorkeling tra gli scogli. In questo punto è presente un’antica fornace ben conservata che è stata usata anche come set cinematografico da Montalbano. Poco prima del tramonto rientriamo a Modica, ci rinfreschiamo nel nostro b&b e per cena torniamo al Piccolo bar per farci ancora coccolare dai gentilissimi proprietari! Buona notte Modica!

AGRIGENTO E LA “VALLE DEI TEMPLI”: DAY SEVEN

Questa mattinata è dedicata al trasferimento ad Agrigento. La sveglia suona tranquilla alla 9.00 e dopo aver chiuso le valige corriamo verso corso Umberto ad assaggiare la granita di “caffè Sicilia”. Ci sediamo e veniamo accolti dai gentili e simpatici proprietari, le granite con brioches sono davvero deliziose e così, oggi, la giornata è iniziata bene. Sono quasi le 11.00, la signora del “piccolo caffè” ci aveva detto che a quest’ora sarebbero state pronte le “scacce”, perciò andiamo a far rifornimento per il pranzo che consumeremo per il viaggio. Acquistati 4 pezzi e salutati i gentili proprietari della rosticceria, vorremmo partire il più in fretta possibile ma non prima di aver comprato il famoso cioccolato di Modica. Prendiamo 2 tavolette di cioccolato in una pasticceria consigliataci proprio dai nostri amici della rosticceria, finalmente possiamo partire (Il cioccolato di Modica non è che ci è proprio piaciuto… troppo friabile e pieno di zucchero… magari abbiamo sbagliato pasticceria!).

A mezzogiorno finalmente riusciamo a partire, durante il tragitto ci fermiamo al “Castello di Donnafugata” una bellezza in mezzo al nulla, che però vediamo solo da fuori per questione di tempo. Arriviamo ad Agrigento verso le 15.00, raggiungiamo il nostro b&b “miele e zenzero” (ottimo) e dopo una rinfrescata e gli ottimi consigli di Giacomo (il proprietario), facciamo una passeggiata in centro, visitiamo il Duomo e saliamo sulla torre, in centro scopriamo anche una bella stradina caratteristica, via Neve la via degli artisti e qui scattiamo alcune foto. Verso le 17.00 ci dirigiamo con la nostra macchinina verso la Valle dei Templi, entriamo dal lato del Tempio di Giunone e poi percorriamo tutto l’itinerario che consente di ammirare il Tempio della Concordia, quello meglio conservato, eretto su una base con un fondo argilloso che gli permise di resistere ai forti terremoti che ci furono nei secoli scorsi. Continuiamo quindi il nostro giro arrivando fino al Tempio di Ercole e passando attraverso molti altri resti di queste meravigliose opere del periodo greco. Scattiamo un milione di foto, facciamo video e il tempo vola. Facciamo il percorso a ritroso nel momento in cui il sole tramonta regalandoci dei bellissimi scatti e un panorama da togliere il fiato! Torniamo in camera per una doccia e ci prepariamo per andare a cena in un locale consigliato da Giacomo, il Naif. Qui mangiamo davvero bene e in quantità e senza sorprese per il conto, anzi ci offrono pure caffè e amaro! La giornata è stata davvero impegnativa ma decisamente favolosa, la Sicilia non ci sta deludendo, anzi è ogni giorno più bella!

SCALA DEI TURCHI – TAORMINA: DAY EIGHT

La sveglia continua a suonare… sono le otto e mezza e abbiamo la colazione alle nove. Riusciamo finalmente a tirarci giù dal letto, le valigie sono già pronte per il nostro trasferimento, quindi senza pensieri andiamo in cucina dove ci attende Giacomo con la nostra ottima colazione a base di cornetti al pistacchio e alla crema, il b&b “miele e zenzero” si rivela un’ottima scoperta. Giacomo sembra proprio un vecchio amico con cui parliamo di musica, vacanze, surf e mare per più di mezz’ora, il tempo passa in un attimo e noi dobbiamo andare, dopo averlo salutato ci mettiamo sulla strada: prima tappa la Scala dei Turchi dove contiamo di passare circa due/tre ore di relax, per poi partire alla volta di Giardini Naxos consapevoli che ci vorranno circa due ore e mezza per raggiungere questo paese nelle vicinanze di Taormina dove passeremo gli ultimi due giorni.

Arriviamo alla “scala” che sono quasi le 11.00, dopo aver lasciato la macchina sul bordo strada ci avviamo verso la discesa. Sulla nostra destra in basso il mare ha dei colori splendidi e in lontananza si vede questo famoso splendore bianco a picco sul mare. Fatta la scalinata arriviamo sulla spiaggia ed ecco lì in lontananza la Scala dei Turchi in tutta la sua maestosità. Ci avviciniamo velocemente, la Scala è talmente bianca che riflettendo il sole acceca, scattiamo molte foto giunti ai suoi piedi, finalmente, saliamo. Questa scogliera di natura calcarea e argillosa è di un bianco puro, salirci su ci emoziona parecchio e arrivati alla sua sommità ci sdraiamo (sporcandoci) e ci rilassiamo un po’ osservando il meraviglioso panorama. Trascorriamo ancora un po’ di tempo sulla spiaggia sottostante prima di ripartire per il nostro viaggio che sono quasi ormai le 13.30. Il tragitto verso la nostra ultima destinazione si rivela impegnativo e difficoltoso perché sul percorso troviamo molte deviazioni e prolungamenti, oltre al fatto che le ruote della nostra macchinina decidono di sgonfiarsi facendoci perdere parecchio tempo sulla nostra tabella di marcia.

Arriviamo a Giardini Naxos verso le 16.30, dopo aver fatto il “check in” al nuovo e ultimo b&b (Tano’s). Corriamo subito con la nostra macchinetta verso Taormina perché vogliamo riuscire a vedere il Teatro Antico, anche questa volta al tramonto. Lasciamo l’auto al parcheggio “Catania” e ci dirigiamo di corsa, attraverso Corso Umberto, verso il Teatro Greco, sono quasi le 18.00 e la chiusura è alle 19.00. Il corso è molto bello, pieno di ristorantini caratteristici, locali alla moda, negozi di souvenir e boutique di lusso tutti con prezzi stratosferici, sicuramente fuori dai nostri target. Arriviamo al Teatro e paghiamo 10 euro di ingresso a testa, corriamo su per le scale e quando lo scenario si apre restiamo incantati a osservare l’antico Teatro Greco in tutta la sua maestosità e la sua spettacolare vista sul mare e sul più alto vulcano d’Europa: l’Etna. Trascorriamo un’ora e mezza a scattare foto e a esplorare l’intero sito, e quando ormai il sole è sceso oltre l’orizzonte varchiamo l’uscita che i cancelli sono già chiusi. Il resto della serata la passiamo qui, tra un aperitivo e una rosticceria assaggiando anche un delizioso cannolo siciliano alla pasticceria D’Amore, contenti e sfiniti dalla giornata andiamo finalmente a dormire.

ETNA E ISOLA BELLA: DAY NINE

Il programma di oggi (deciso dall’ultimo momento) prevede la salita sul vulcano in attività più alto d’Europa: l’Etna. La sveglia è puntata alle 8.30, nella nostra camera si diffonde un piacevole odore di caffè e brioches calde, Miryam (la simpatica proprietaria del b&b) è già in cucina ad attenderci per la colazione, così la raggiungiamo. Ci informiamo riguardo i punti più particolari in cui fermarci lungo la strada per l’Etna, ci sono infatti punti panoramici e grotte non segnalati per obbligare i turisti a rivolgersi a tour operator che fanno strapagare la giornata quando è invece possibile fare tutto in autonomia e gratis.

Siamo pronti e partiamo, facciamo pochi km un autostrada e poi cominciamo la salita con direzione Etna sud. La terra comincia a lasciare spazio a una sabbia nera dove qua e là crescono piante e fiori colorati. Ci fermiamo alla prima grotta che incontriamo, la Grotta del Cassone, accendiamo la nostra torcia ed entriamo scendendo poco sotto la strada. La grotta in alcuni tratti ci obbliga procedere abbassati per non sbattere la testa, seguiamo un gruppo di turisti con una guida e ascoltiamo qualche spiegazione. Vediamo il punto in cui le colate laviche si sono incontrate creando come una spina dorsale alla grotta, fa una certa impressione pensare che prima tutto ciò fosse lava che scorreva lenta dalla dorsale sud dell’Etna e che adesso siamo qui noi ad esplorare ciò che ha creato. Dopo esserci addentrati ben in profondità di questa grotta fredda, usciamo nuovamente al sole e, dopo aver recuperato la nostra “macinina”, proseguiamo la salita. Raggiungiamo un punto dove si vedono chiaramente delle vecchie e immense colate laviche e notiamo un piccolo gruppetto che sta uscendo da una grotta, ci fermiamo per scattare alcune foto ed addentrarci anche noi in questa cavità formatasi nel 1792 dal nome Grotta dei Tre Livelli. La guida uscendo ci dice di prestare molta attenzione perché in fondo al cunicolo c’è un pozzo, delimitato soltanto da un cavo non molto visibile, con un salto di 300 metri in cui qualche tempo fa un ciclista distratto ci è caduto dentro perdendo la vita. Ci addentriamo cauti, con la nostra torcia in mano accesa alla massima potenza, il tunnel è ampio e il tragitto è breve. Arriviamo in fretta al piccolo cavo che delimita il salto nel vuoto, un cartello più grande e visibile potrebbero anche metterlo! Finalmente adesso possiamo proseguire spediti fino al rifugio Sapienza situato a circa 2000 metri, qui sono presenti due crateri silvestri, ovvero due vecchi crateri ormai spenti che assomigliano a grossi coni di sabbia nera. Ci camminiamo intorno e le nostre scarpe si riempiono di sabbia, non è per niente facile passeggiare in questa zona che ricorda un paesaggio lunare. Vorremmo mangiare qualcosa ma sia il rifugio che i bar offrono orrendi menù turistici di pessima qualità, quindi ci rimettiamo in macchina e proseguiamo fino al primo paese lungo la strada Zafferana Etnea, famoso ovviamente per lo zafferano e per il miele! Qui troviamo un piccolo bar dove una signora molto gentile con 15 euro ci dà 2 piatti di pasta alla norma, un peperone e una melanzana ripieni, contorno, acqua, birra e caffè, ottimo! Torniamo al b&b per cambiarci e metterci il costume, la prossima meta che vogliamo raggiungere è la famosa Isola Bella di Taormina, che è collegata per un piccolo istmo di sabbia alla terraferma che a seguito dell’effetto della marea viene ricoperto di acqua creando l’effetto isola. Il posto è molto bello e caratteristico ma super turistico tanto che l’accesso all’isola si paga ben 3 euro a testa. Tutt’intorno un mare di acqua trasparente che invoglia a tuffarsi ma attenzione, notiamo subito delle meduse e anche se vediamo molta gente fare il bagno preferiamo non rischiare. La serata la trascorriamo a Giardini Naxos e per cena ci fermiamo al ristorante pizzeria “Gambrinus” proprio davanti al mare. Il proprietario Aurelio è un tipo simpatico e cordiale, ci invita a provare la sua pizza deliziosa promettendoci che non ci deluderà. Aurelio aveva ragione, la pizza è ottima e il servizio top, a fine cena ci porta due amari della casa enormi, così dopo aver salutato e fatto i complimenti andiamo verso il b&b un po brilli, sicuri che faremo una bella dormita.

GIARDINI NAXOS: LAST DAY

La sveglia di oggi sembra suonare malinconica, oggi è infatti l’ultimo giorno qui in Sicilia, alle 9.00 esatte siamo già in cucina a fare colazione, Myriam è già qui ad attenderci con i cornetti caldi e il caffè e noi vorremmo fare in fretta perché l’intenzione è quella di goderci questa ultima giornata al mare qui a Giardini Naxos. Al tavolo parliamo volentieri con una coppia di ragazzi appena arrivati e con Myriam raccontando le nostre avventure in giro per la Sicilia, il tempo passa in fretta. Sono già le 10 passate e noi dobbiamo ancora finire di prepararci e pagare. Dopo esserci messi d’accordo per lasciare in custodia i bagagli fino alla nostra partenza delle 18.30, io (Matteo), esco per prelevare e la Sicilia mi lascia ancora incantato, un signore comincia a parlare della sua terra, di quanto è bella, della sua famiglia della sua vita, mi chiede come sono stato qui, se mi è piaciuto questo viaggio che purtroppo è già finito e sembra proprio dispiacersi per questo. Una voce nel cuore mi dice di tornare prossimamente in questa splendida isola perché la Sicilia ci aspetterà a braccia aperte. Finalmente verso le 11.00 siamo un strada, con costume e asciugamani ci dirigiamo verso la spiaggia per goderci l’ultimo giorno di mare, senza però dimenticarci di fare rifornimento di arancini per il pranzo in un ottima rosticceria “La Viuzza dei Sapori”. Entriamo così al primo lido che incontriamo sulla strada, il “Sayonara” (sarà un caso il nome? O è un addio rivolto a noi?), e con 15 euro ci rilasseremo in riva al mare con 2 lettini e un magnifico ombrellone. Neanche il tempo di sdraiarci e notiamo un bel cartellone con scritto a chiare lettere: VIETATO INTRODURRE CIBO! adesso il problema è che il nostro zaino trabocca di arancini… ma sì, chissene… in qualche modo faremo! La giornata trascorre tranquilla tra un tuffo e un pisolino sotto il sole, verso le 16.30 il cielo comincia a incupirsi, ma noi tanto siamo quasi pronti ad andare. Dopo alcuni acquisti e l’ultimo gelato ci dirigiamo verso il b&b dove la gentile Myriam ci aspetta per riconsegnarci i nostri bagagli, la salutiamo, la ringraziamo e ci incamminiamo con la nostra macchinina verso l’aeroporto di Catania e verso casa.

Il nostro viaggio “on the road” finisce qui. È stata una scoperta magnifica la Sicilia, isola meravigliosa, posti incantevoli, cibo ottimo e gente fantastica… ci siamo stupiti e ci è entrata davvero nel cuore, ti lasciamo quindi così, con un semplice: Arrivederci Sicilia!

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SICILIA 2017 - DAI TEMPLI AL MARE SOTTO IL VULCANO.

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