I riti della Pasqua in Sicilia

Patrizio e Syusy raccontano le celebrazioni pasquali di San Fratello e Enna
Patrizio Roversi, 21 Apr 2011
i riti della pasqua in sicilia
Pasqua è un ottimo momento dell’anno per viaggiare: le scuole chiudono e soprattutto la stagione comincia ad essere più clemente. Tra il viaggio e la Pasqua c’è una relazione: una volta Martino Ragusa, in qualità di psichiatra, ha spiegato in una nostra trasmissione che il significato della Pasqua, in quanto “passaggio”, si adattava perfettamente alla simbologia del viaggiare. Peccato che poi a Rai3 ci abbiano fatto tagliare il pezzo, secondo loro potenzialmente blasfemo…

San fratello, venerdì santo con i diavoli

Chissà cosa si dovrebbe dire allora delle celebrazioni della Pasqua che abbiamo visto a San Fratello, in Sicilia, dove la processione del Venerdì Santo è accompagnata addirittura da un corteo di Diavoli Giudei! La tradizione della processione risale in sé al 1276, e fu istituita da Fra Maniero Fasani, che organizzò la prima sfilata di flagellanti, ma all’inizio del secolo scorso un gruppo di reduci dalla grande guerra pare che sia messo a fare strepito, a “disturbare” la sacralità della processione. E sono diventati appunto i Giudei, vestiti di rosso da diavoli, con la maschera e la lingua fuori, con la coda di cavallo (sanfratellano) appuntata dietro, che durante le celebrazioni rompono l’atmosfera mesta e si mettono a “festeggiare” la morte, suonando la tromba. Poi, alla fine, chiederanno perdono, e tutti si ritrovano a pregare nella Chiesa di Santa Maria Assunta. Naturalmente l’antisemitismo non c’entra nulla, si tratta di una celebrazione folcloristica e storica, piena di simbologie arcaiche. Il Diavolo che festeggia è il peccatore, ma anche l’uomo moderno distratto e consumista, e la tradizione è molto sentita: tra i Diavoli abbiamo conosciuto anche degli emigrati che tornano a Sanfratello apposta per partecipare alla sfilata. Io-Syusy ho trovato manifestazioni molto simili a Tikal, un’isoletta sul Lago Titicaca, dove per tutta la notte diavoli aggressivi (vestiti da occidentali) hanno disturbato i fuochi dei pellegrini. Ma se a Sanfratello ci sono tracce linguistiche (e non solo) dei Normanni, a Enna durante i riti pasquali sembra di essere davvero in Spagna.

Enna, la processione dei penitenti

Enna è famosa per la sua processione dei Penitenti, organizzata dalle Confraternite. Sfilano quasi 4.000 persone, è una festa importantissima, che coinvolge l’intera comunità. Del resto le Confraternite, a Enna, organizzano una gran parte della vita sociale e collettiva. Sono una tradizione che risale al 1200, ai Cavalieri del Santo Sepolcro. Ognuna rappresenta un ceto o un mestiere: quella di Maria Santissima della visitazione raccoglie i contadini, Valverde i tessutari, quella delle Anime Sante coinvolge i ceti più abbienti ecc ecc. Il nostro amico Rocco Lombardo (storico) ci ha accompagnato alla Confraternita del Santissimo Salvatore, quella che custodisce il fercolo, cioè la statua, di Gesù di legno, a grandezza naturale, con braccia e gambe snodate, che riproduce esattamente il corpo, che viene accudito come se fosse davvero il cadavere di un congiunto. Intanto nella Chiesa dell’Addolorata la Confraternita prepara la statua di Maria, anche questa un capolavoro a grandezza naturale, coi capelli veri. La famiglia Sabato-Parrino, invece, prepara da generazioni, per conto della Confraternita della Passione, il gallo, che rappresenta appunto quello “che cantò tre volte”. La signora Anna Sabato prepara il gallo (cioè con un sistema segreto lo tiene buono) e suo figlio incappucciato lo porta in processione. Processione che è un momento incredibile, con le strade di Enna che si riempiono di carri, di incappucciati e di musica mesta. Martino (siciliano) ci ha spiegato che il cappuccio garantisce l’anonimato della pietas ed è sintomo di umiltà, perché azzera le differenze sociali: nelle Confraternite il ricco sfila accanto al povero e – per una volta – sono uguali. La cerimonia è trasmessa via satellite in diretta, in tutto il mondo: io-Patrizio in Australia ho assistito a processioni simili di siciliani emigrati. Chissà, a proposito, che tempo farà quest’anno a Enna: la tradizione vuole che durante la processione ci sia brutto tempo. Due anni fa, quando ci siamo andati noi, la sfilata è stata addirittura sospesa per la pioggia. Quest’anno la Pasqua è alta, cioè tardiva, speriamo bene…