Seychelles: island hopping fai-da-te

Viaggio "zaino in spalla" alla scoperta delle tre isole maggiori: Mahé, Praslin e La Digue.
Scritto da: Isa&Titti
seychelles: island hopping fai-da-te
Partenza il: 07/08/2018
Ritorno il: 23/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: Fino a €250 €

Dopo il secondo viaggio nei nostri amati States, quest’anno cediamo di nuovo al mal d’Africa e andiamo alla scoperta di un paradiso terrestre di incomparabile bellezza: le Seychelles. Con un island hopping di due settimane andremo a conoscere le tre isole maggiori: Mahé, Praslin e La Digue, un altro viaggio organizzato in totale autonomia con il solo aiuto di Internet e il nostro immancabile entusiasmo.

Anche le Seychelles, come tanti altri viaggi, erano rimaste un sogno nel cassetto per anni, a causa del costo proibitivo dei pacchetti proposti dai tour operator. Finché un giorno ci siamo detti: ma con la nostra “esperienza” vuoi che non riusciamo ad organizzarci un viaggio fai-da-te? Be’, se all’inizio eravamo un po’ scettici ora lo possiamo ben dire: le Seychelles fai-da-te si possono, anzi si devono fare! L’organizzazione del viaggio è tutto sommato abbastanza semplice e oltre al divertimento ne è risultato anche un bel risparmio, il che non è certo male!

A dir la verità è passato qualche mese dal nostro rientro ma prima di scrivere un diario di viaggio ci ho dovuto meditare un po’. Eh sì, perché come si fa a scrivere un “diario” sulle Seychelles? Le Seychelles sono spiagge scenografiche dai colori incredibili, una natura lussureggiante e incontaminata, i profumi delle spezie, la serenità languida e a tratti quasi annoiata della gente… Non le puoi ridurre ad una noiosa cronistoria giornaliera. E allora come raccontarle? Insomma, stavolta questo diario proprio non mi riesce. Vogliamo chiamarlo piuttosto “appunti di viaggio”? Una raccolta delle nostre impressioni con dritte e consigli per il turista fai-da-te.

Partiamo allora.

Itinerario

Seguendo i consigli degli altri viaggiatori ed esperti delle Seychelles abbiamo suddiviso il viaggio così:

– volo Venezia-Istanbul-Mahé e subito dopo volo interno per Praslin

– Praslin (5 giorni)

– traghetto per La Digue

– La Digue (6 giorni)

– traghetto per Praslin e volo interno per Mahé

– Mahé (4 giorni)

– volo di rientro Mahé-Istanbul-Venezia

Alla fine è stata una buona scelta. Temevamo che il viaggio di andata fosse troppo stancante con 3 voli in successione più il tragitto in auto fino all’alloggio di Praslin, ma sarà l’adrenalina, sarà che non è il nostro primo viaggio “itinerante” fai-da-te, tutto sommato ne siamo usciti vivi. Di certo abbiamo risparmiato tempo evitando di sprecare la prima notte a Mahé per ripartire per Praslin il giorno dopo. C’è chi dice che tenere Mahé per ultima rischi di essere una delusione ma ci sentiamo di smentirli. Se riguardiamo le foto, alcune delle spiagge dai colori più belli sono proprio quelle di Mahé.

Periodo e meteo

Il periodo scelto (7-23 agosto per forza di cose) corrisponde alla stagione secca, ventosa ma con poche piogge. Questo almeno sulla carta. Devo dire invece che le piogge ci sono state eccome, ma come in tutti i paesi tropicali si è trattato per lo più di acquazzoni di breve durata, tranne un giorno intero di pioggerellina insistente a La Digue. Gli alisei purtroppo rendono le spiagge meno godibili in questa stagione, il mare è molto mosso e l’acqua spesso è torbida. Diciamo che non è l’ideale per lo snorkeling, quindi se è questo il vostro obiettivo non scegliete le Seychelles. Il bello di queste isole è assaporare i profumi e i colori della loro natura rigogliosa, esplorandole in auto, a piedi o in bicicletta. Insomma, bisogna muoversi!

Voli intercontinentali

Per il volo internazionale abbiamo scelto Turkish Airlines con scalo a Istanbul, prenotato a dicembre per € 1778 in due. Costo abbastanza competitivo e qualità elevata, non c’è che dire. Peccato per l’ora di ritardo sia all’andata che al ritorno che ci ha fatto fare corse folli per prendere la coincidenza. All’andata avevamo solo 1 ora e mezza di scalo a Istanbul e quando siamo atterrati stavano già imbarcando il secondo volo. Ovviamente il gate qual era? Uno degli ultimi dalla parte opposta rispetto al gate di arrivo… Le indicazioni davano un tragitto di 20 minuti per raggiungerlo, noi credo ci siamo arrivati in 5 minuti con lo zaino in spalla, per poco non ci scoppiavano i polmoni. Ad un certo punto sul monitor in corrispondenza del nostro volo compare la scritta: “Last call”. Aiuto! Finalmente raggiungiamo il gate e saliamo… per ultimi! “Boarding completed”. Cavoli, per un pelo! Al ritorno stesso copione. Per fortuna qui avevamo uno scalo di 3 ore, il che non ci ha risparmiato un’altra bella corsa… Strano perché pare che Turkish sia sempre piuttosto puntuale. Vabbè, sarà stato un caso.

Trasferimenti interni

Per il trasferimento Mahé-Praslin abbiamo seguito i consigli degli esperti (mare mosso ad agosto) e abbiamo preso il volo interno Air Seychelles, prenotato sul loro sito a gennaio. Il costo non è tanto superiore a quello del traghetto (€ 150 circa a testa), ma i voli sono molto più frequenti e in soli 20 minuti si è a destinazione. Inoltre il terminal per i voli domestici è proprio accanto a quello dei voli internazionali, mentre per prendere il traghetto bisogna mettere in conto anche il tempo necessario per raggiungere il jetty (così si chiama il porto d’imbarco). E poi vuoi mettere il brivido di salire su un bugigattolo da una ventina di posti dove sei praticamente seduto in braccio al pilota e devi stare attento a non sbattere la testa? E vogliamo parlare delle vibrazioni, il rumore assordante, i vuoti d’aria… Scherzo, è un’esperienza emozionante, noi ci siamo divertiti come dei bambini!

Per il trasferimento Praslin-La Digue ci sono i comodi traghetti Cat Rose’s, una breve traversata di una ventina di minuti tranquillamente fattibile anche con gli alisei. Abbiamo acquistato i biglietti dal sito seychellesbooking.com qualche mese prima per essere più tranquilli. I biglietti elettronici vanno cambiati con il pass presso l’ufficio Cat Rose’s al jetty, quindi meglio arrivare mezzoretta prima dell’imbarco. I pass sono degli stranissimi rettangoli di plastica rigida blu enormi, vedere per credere!

Per il resto ci siamo spostati con l’auto presa a noleggio sia a Praslin (Aventure Car Hire) che a Mahé (Nelson’s Car Hire), costo rispettivamente € 40 e 45 al giorno per una compatta (Kia Picanto o Hyundai I10). Anche qui abbiamo prenotato da casa per risparmiare tempo, e infatti all’arrivo all’aeroporto c’era già la nostra auto ad aspettarci. Il tempo di firmare i documenti, pagare e fare qualche foto all’auto e via.

Volendo a Praslin e Mahé ci sono anche gli autobus e ci è sembrato funzionassero bene. Certo con la propria auto è tutto più veloce. Bellissime le strade dalle salite e discese vertiginose, soprattutto a Praslin. Noi con la nostra piccola Kia Picanto a volte abbiamo rischiato di dover scendere a spingere perché in salita non ce la faceva! Attenzione poi ai bordi dell’asfalto, sono dei veri e propri strapiombi, forse servono a convogliare le acque di scolo, mah… Certo che si si sbanda un attimo e ci si finisce dentro tocca chiamare il carro attrezzi!

Ma la cosa più strana è la guida a sinistra. All’inizio l’impulso di imboccare la corsia di destra è forte e ogni tanto si rischia lo scontro frontale. E poi che confusione con tutti i comandi dall’altro lato! Ogni volta che dovevamo mettere la freccia accendevamo il tergicristalli. E non contenti abbiamo anche scelto un’auto con il cambio manuale, così ci toccava maneggiare pure quello al contrario! Praticamente ci siamo abituati quando ormai era ora di tornare a casa… Comunque nessun incidente, per fortuna!

La Digue invece è particolare perché il traffico dei veicoli a motore è limitato. A parte qualche taxi e qualche mezzo autorizzato al trasporto delle merci, per il resto si circola solo in bicicletta o con i motorini elettrici. Quindi la prima cosa da fare è noleggiare la bici. Tutte le guesthouse forniscono questo servizio al costo di 100 rupie a testa al giorno (circa 7-8 euro). Noi per 6 giorni l’abbiamo avuta a 500 rupie, quindi gratis il giorno di arrivo. Attenzione a scegliervi la bici: alcune sono un po’ scassate, magari i freni non funzionano, può andarvi giù la catena… insomma, cose così.

Poi c’è un’altra cosa che dovete sapere se andate a La Digue: le strade sono tutte salite e discese, anche piuttosto ripide, come del resto nelle altre isole, solo che qui ve le dovete fare in bici! Se non avete un minimo di allenamento può essere veramente dura, non so quante volte abbiamo incontrato turisti per strada che camminavano con la bici a mano stremati dalla fatica. Noi stessi, che viviamo in campagna e dovremmo esserci abituati, in 6 giorni ci siamo fatti dei muscoli da fare invidia a Nibali! Tutta salute! Ha ha!

Alloggi

Il tipo di sistemazione consigliato per le Seychelles è la guesthouse (in pratica un bed & breakfast), il self-catering (stanza/appartamentino con angolo cottura) o al massimo il piccolo hotel in mezza pensione. Questo perché le Seychelles non si prestano ad una vacanza sedentaria, per vederle bisogna spostarsi, ed è quindi inutile alloggiare in hotel 4-5 stelle o in resort all inclusive o in pensione completa, perché sarebbero troppo vincolanti e vi limiterebbero nelle vostre escursioni.

Noi abbiamo prenotato tutte guesthouse a cancellazione gratuita su Booking o Expedia, controllando prima le recensioni su Tripadvisor: Villa Bananier ad Anse Volbert a Praslin, Rising Sun ad Anse La Réunion a La Digue e infine Villa Roscia a Beau Vallon a Mahé. Tutte scelte azzeccate.

L’unica sorpresa l’abbiamo avuta a Villa Bananier a Praslin perché la proprietaria sembrava aver “dimenticato” la nostra prenotazione. Così invece di sistemarci nella nostra stanza originaria nel corpo centrale della guesthouse ci ha dato una stanza, credo, di “riserva” nella sua stessa abitazione. Arredamento un po’ datato e qualcosina di non perfettamente funzionante, ma insomma ci siamo adattati. In seguito ci è venuto il sospetto che lo avesse fatto perché avevamo prenotato tramite Expedia e non direttamente dal loro sito, comunque va bene lo stesso. D’altra parte la signora per scusarsi del “disguido” ci ha offerto un’ottima cena, quindi non ci possiamo neanche lamentare, soprattutto considerando il costo dei ristoranti alle Seychelles! Oltre alla cena gratis si è occupata anche di prenotarci l’ingresso ad Anse Georgette presso il Constance Lemuria, l’escursione in barca alle isole Curieuse e St. Pierre e ci ha dato altre preziose dritte su itinerari e ristoranti. Insomma, alla fine promossa.

Anche nella guesthouse di La Digue, il Rising Sun, ci siamo trovati bene. Si trova a una ventina di minuti a piedi da La Passe quindi volendo è raggiungibile anche a piedi. Almeno è quello che abbiamo fatto noi con i nostri trolley, con calma, sudando un po’ ma è fattibile. Altrimenti se volete ci sono i taxi al jetty, ma anche le guesthouse di solito sono attrezzate per andare a prendere i turisti, basta solo prendere accordi in anticipo.

A La Digue, come vi dicevo, la circolazione dei veicoli a motore è quasi del tutto assente, quindi uno si aspetterebbe un’isola dalla quiete assoluta. Eppure al Rising Sun l’unica cosa di cui ci siamo potuti lamentare è stato il rumore! Il vociare della gente che passava per strada, gli schiamazzi dei ragazzi fino a tarda sera (in bicicletta con lo stereo sulla spalla, ho avuto un flashback della mia giovinezza anni ’80!), qualche animale notturno che scorrazzava sui tetti (non chiedetemi cosa…), gli uccelli che ci svegliavano alle 6 di mattina, e se non erano gli uccelli erano i giardinieri che tagliavano l’erba o potavano le piante. Insomma, un po’ strano. Si vede che non siamo più abituati ai rumori della “natura”!

L’ultima guesthouse di Mahé, Villa Roscia, è stata il top. La gestione è italiana: Paolo, il proprietario, con la moglie Nicole, seychellese dall’italiano perfetto. I proprietari abitano al piano terra della villa, mentre il piano superiore è adibito a guesthouse. La villa si trova a Beau Vallon su una stradina in salita molto panoramica, dalla terrazza della guesthouse potete godervi delle ottime colazioni all’italiana con vista sulla baia o dei rilassanti tramonti davanti a una bella tazza di thè. I gentilissimi proprietari ci hanno anche aiutato ad organizzare gli itinerari dei nostri giorni di permanenza, indicandoci i must-see e le strade da percorrere. E l’ultimo giorno, in cui avevamo il volo di rientro in serata, ci hanno permesso di lasciare le valigie in villa mentre noi andavamo in spiaggia e di rinfrescarci un po’ prima della partenza, così abbiamo potuto usufruire dell’ultimo giorno quasi per intero. Insomma, 10 e lode!

Cibo e ristoranti

Ve lo dico subito: anche per quanto riguarda il cibo le Seychelles sono care, anzi, di più! Se volete cenare al ristorante mettete in conto di pagare almeno il doppio che in Italia. Abbiamo visto pizzerie con dei menù da 30 euro a pizza, da non credere. E se scegliete la cucina locale non vi andrà molto meglio. L’unico modo per “contenere i danni” è affidarsi ai take away, almeno a pranzo, e riservare i ristoranti per la cena, se proprio siete stanchi della ripetitività dello street food. Altra soluzione è fare la spesa al supermercato la mattina e portarsi il pranzo nello zaino, cosa che noi abbiamo fatto spesso. L’unico inconveniente è la scarsa varietà di cibi pronti che troverete nei loro negozi. Molto spesso ci siamo dovuti accontentare di crackers, salatini e cose del genere, i panini sono un vero miraggio. E la cucina creola? È uno strano mix di dolce e piccante, una cucina molto speziata che ovviamente deve piacere. Noi l’abbiamo apprezzata, almeno per le due settimane del nostro soggiorno!

Valuta e pagamenti

La valuta locale è la rupia seychellese (SCR), ma sono largamente accettati anche euro e dollari. Le guesthouse preferiscono essere pagate in contanti (anche in euro) e molto spesso faranno storie se cercate di pagare con le carte di credito. Quindi il consiglio è di cambiare valuta appena arrivati all’aeroporto facendo semplicemente bancomat (non serve un cambiavalute) e di tenere i contanti per le guesthouse e i piccoli acquisti, utilizzando invece le carte per i ristoranti che generalmente le accettano senza problemi.

Lingua e cultura

La lingua ufficiale è il creolo, un misto di francese e del loro dialetto locale. Viene parlato anche il francese vero e proprio, ma in una varietà un po’ storpiata dalle inflessioni creole e quindi poco comprensibile, anche per una laureata in lingue come me. Devo dire comunque che la comunicazione non è mai stata un vero problema. Più che la lingua l’ostacolo sembra essere la riservatezza dei seychellesi, poco accoglienti nei confronti degli stranieri e non particolarmente interessati ad attirare i turisti. Questa almeno è l’impressione generale che ne abbiamo avuto noi. Diciamo che non si respira l’atmosfera di entusiasmo e apertura verso il prossimo tipica dell’Africa nera, continentale, che avrà ben presente chi ha visitato ad esempio il Kenya o la Tanzania.

La religione più diffusa è quella cattolica e vi possiamo dire che anche loro, come noi, festeggiano Ferragosto. Noi quel giorno ci trovavamo a La Digue e al mattino abbiamo notato che quasi tutti esponevano una statua della Madonna adorna di fiori davanti al cancello, probabilmente in vista del passaggio di qualche processione. La sera poi, e per tutto il weekend, a La Passe c’erano bancarelle, stand gastronomici e un palco su cui si esibivano cantanti e ballerini, un po’ come le nostre feste di paese insomma. Un diversivo che ci ha fatto piacere.

Le isole e le spiagge

Tutte e tre le isole hanno spiagge bellissime e ognuna ha le sue particolarità. La maggior parte sono spiagge non attrezzate e per questo quasi del tutto incontaminate e selvagge. A volte per raggiungerle sono necessarie delle belle camminate fra la vegetazione o dei veri e propri trekking, ma proprio qui sta il bello! Certo il periodo migliore per goderne appieno sarebbe aprile-maggio oppure ottobre, quando gli alisei si mitigano un po’ ma non è ancora iniziata la stagione delle piogge. Luglio e agosto, come vi dicevo, sono i mesi secchi ma anche i più ventosi, il che significa mare mosso e poco cristallino e ridotta balneabilità, almeno nelle spiagge più esposte. Detto questo, le spiagge seychellesi con i loro caratteristici massi granitici sono comunque un’immagine da cartolina che non vi deluderà. Ecco le più belle:

Praslin

 

Spiagge

Anse Volbert: Situata sulla costa orientale dell’isola, la cosiddetta Côte d’Or, è la zona consigliata dove alloggiare durante i nostri mesi estivi, non solo perché meno esposta agli alisei, ma anche perché è una delle zone più turistiche e quindi ricche di alloggi, ristoranti, negozi, bancomat e servizi vari. Pur non potendo competere con le più famose Anse Lazio e Anse Georgette, la spiaggia non è male se qualche giorno decidete di rimanere in zona. Fate solo attenzione alle maree, che in alcune ore della giornata si mangiano letteralmente la spiaggia (questa come molte altre). Quindi occhio ad asciugamani e zaini, se non volete andarveli a recuperare a nuoto come abbiamo rischiato di fare noi!

Anse Lazio: Sarà perché è la prima che abbiamo visto, ma questa spiaggia meravigliosa che sbuca all’improvviso dal folto della vegetazione dà la sensazione di un autentico tuffo al cuore. È una delle spiagge più iconiche e fotografate delle Seychelles. Lunga, ampia, con questi scenografici massi granitici e la vegetazione lussureggiante a farle da contorno, e il torrentello che sfocia ad un’estremità della spiaggia formando delle suggestive piscine naturali deliziosamente calde nelle quali è un piacere crogiolarsi. Insomma, il tipico paradiso tropicale, da far venire letteralmente le lacrime agli occhi. La troviamo sorprendentemente deserta al nostro arrivo al mattino presto, una vera oasi di pace che purtroppo, di lì a poco, si affollerà di turisti. E non di rado vi troverete anche celebrazioni di nozze all’ombra di romantici gazebo addobbati per l’occasione e sposini novelli che passeggiano sulla battigia sullo sfondo di un suggestivo tramonto sull’Oceano Indiano. Eppure, ci credereste? Una spiaggia così idilliaca è anche tristemente nota per qualche attacco di squalo a danno dei turisti. Episodio occasionale, a quanto pare, ma tant’è…

Anse Georgette: Un po’ più raccolta rispetto ad Anse Lazio ma ugualmente stupenda, questa spiaggia non è direttamente accessibile al pubblico, poiché si trova all’interno del resort Constance Lemuria. Per raggiungere la spiaggia, una volta entrati al resort, dovrete fare una bella passeggiata di una ventina di minuti attraverso uno splendido campo da golf. L’ingresso per chi non è ospite del resort è gratuito, ma per accedervi è necessario prenotare qualche giorno prima. Lo potete fare inviando una mail al resort, ma vi dico subito che in genere non rispondono, perciò il consiglio è di farli contattare telefonicamente dalla guesthouse presso la quale alloggiate. Assicuratevi solo di farlo per tempo, perché il numero di ingressi giornalieri è limitato. Portatevi il pranzo perché ad Anse Georgette non ci sono bar o punti di ristoro se non qualche ambulante che vende frutta.

Altre spiagge: L’ultimo giorno a Praslin lo dedichiamo ad un giro dell’isola in macchina per visitare anche la costa ovest, più battuta dai venti ma ugualmente meravigliosa. Le spiagge più belle, seppur di solito meno balneabili nella nostra stagione estiva: Petite Anse Kerlan, Fond de l’Anse (Grand’Anse), Anse Takamaka, Anse Consolation, Anse la Blague e molte altre.

Altre escursioni

Curieuse e St. Pierre: Escursione in barca di una giornata intera verso queste due belle isole a nord-est di Praslin, prenotata direttamente presso la nostra guesthouse.

La particolarità dell’isola di Curieuse è che ospita un centro di recupero di tartarughe giganti provenienti dall’atollo di Aldabra, che sono libere di scorrazzare sulla verdissima isola (per quanto la loro mole glielo consente) e costituiscono un’attrazione per i turisti che si divertono ad accarezzarle e a dar loro qualche foglia da mangiare. Con un percorso di 45 minuti fra la natura rigogliosa si raggiunge una bella spiaggia su cui stendiamo gli asciugamani in attesa del pranzo. Eh sì, perché mentre noi ci crogioliamo al sole lo staff dell’escursione ci sta preparando una succulenta grigliata di pollo e barracuda, accompagnata da verdure e frutta tropicale.

Dopo pranzo si parte in direzione di St. Pierre. Più che un’isola si tratta di un enorme scoglio su cui non è possibile approdare. La barca infatti si ferma ad una certa distanza per darci modo di fare un po’ di snorkeling attorno all’isolotto, nella speranza di vedere qualche bel pesce colorato e magari qualche tartaruga marina. Speranza… vana. Le Seychelles non hanno fondali memorabili, ma soprattutto il vento tipico della stagione rende il mare troppo mosso e la visibilità è assai ridotta. Infatti dopo un po’ tutti rientrano verso la barca piuttosto delusi e io che non sono una gran nuotatrice sono ben contenta di essere rimasta a bordo a fare foto.

Vallée de Mai: La signora della guesthouse ci aveva consigliato di visitare questa riserva naturale in una giornata di maltempo e noi non capivamo il perché. E guarda caso il primo giorno a Praslin… piove… Ma non solo pioggerellina, proprio una pioggia torrenziale. Arrivati alla riserva però capiamo subito il senso del consiglio di cui sopra: la vegetazione è così rigogliosa che è come avere un tetto sulla testa, quasi non le abbiamo sentite le gocce di pioggia. La Vallée de Mai è una riserva naturale protetta dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e rappresenta ciò che resta delle antiche foreste pluviali incontaminate che un tempo ricoprivano completamente le Seychelles. La sua particolarità è la palma del coco de mer, una noce di cocco gigantesca (la più grande del mondo) dalla strana forma che ricorda quella di un bel sedere femminile, ha ha! Il costo d’ingresso è di circa 20 euro e ci sono diversi percorsi che in un paio d’ore vi permettono di ammirare piante imponenti, fiori tropicali, cascatelle, ma anche graziosi animaletti come gechi, rane, lumache, enormi ragni e anche qualche pappagallino.

LA DIGUE

 

Spiagge

Le spiagge più iconiche e rappresentative delle Seychelles, quelle che vedrete fotografate dappertutto con i loro enormi massi graniti lambiti da acque di colore turchese, si trovano proprio qui a La Digue. Quelle che non vi potete assolutamente perdere:

Anse Source d’Argent: ovvero, il Paradiso sulla terra. Semplicemente magnifica. Si trova all’interno del parco naturale protetto L’Union Estate, costo d’ingresso circa 7 euro, dove si può visitare una piantagione di palme da cocco e diverse altre coltivazioni (di vaniglia, di caffè…), un vecchio mulino trainato dai buoi e un (ahimè) tristissimo recinto di tartarughe giganti, fangoso e piuttosto squallido, se paragonato all’isola di Curieuse in cui le tartarugone si muovevano nel verde della vegetazione in assoluta libertà. Anse Source d’Argent in realtà non è un’unica spiaggia, ma una lunga successione di scenografiche calette dalle acque verdi-azzurre limpidissime contornate da massi granitici, una più spettacolare dell’altra. Già il pontile sporgente sulle acque dell’oceano che fa da anticamera di accesso alle calette, e poi il gazebo adorno di palme e fiori, dove gli sposini si giurano amore eterno davanti ad un panorama mozzafiato, sono uno spettacolo da incorniciare. Non per niente questa è stata la location di diversi spot pubblicitari e di film di naufragi e avventure piratesche, non so se vi sto evocando qualcosa…

Condizione assolutamente necessaria per godere appieno di questa meraviglia della natura è trovare una giornata di sole. Solo così i colori meravigliosi del mare risalteranno nel loro pieno splendore in contrasto con il granito scuro e il verde intenso della vegetazione lussureggiante. Noi ci siamo stati due volte e la seconda volta era nuvoloso, e vi assicuro, non è proprio la stessa cosa. Tenete d’occhio anche le maree che alzandosi in alcuni momenti della giornata fanno completamente sparire le strette strisce di sabbia. Altra cosa cui fare attenzione è la ressa di turisti: queste spiagge sono sempre frequentatissime, l’unico modo per godere del loro splendore in santa pace è arrivare al mattino presto.

Grand’Anse, Petite Anse, Anse Cocos: Si tratta di tre spiagge situate sulla costa sud-orientale di La Digue, assolutamente selvagge e incontaminate nonché battute da venti fortissimi, specialmente Grand’Anse e Petite Anse. La balneazione su queste spiagge, almeno nel nostro periodo estivo, è off-limits, ma lo spettacolo degli enormi cavalloni che si infrangono sulla battigia è un’esperienza emozionante. Se decidete di arrivare fin qui mettete però in conto una bella biciclettata di almeno mezz’ora da La Passe sulle strade a saliscendi di La Digue e un’altra mezz’ora di trekking fra la vegetazione per passare da una spiaggia all’altra, con tanto di arrampicate sui dirupi. Non aggiungo la canoa e la liana, ma poco ci manca! Insomma, bisogna essere un minimo in forma. Oltretutto il percorso non è neanche segnalato benissimo e inutile dire che Internet e il GPS qui non prendono, quindi potrebbe capitarvi di perdervi fra i sentieri come stava succedendo a noi… Il consiglio è quello di aggregarvi ad altri gruppi di turisti, ce ne sono sempre, soprattutto italiani (questi temerari!). E attenti a quel che calpestate o toccate: ci sono dei ragnacci spaventosi fra la vegetazione, per non parlare di ratti e serpenti, ha ha!

La spiaggia più suggestiva ovviamente è Anse Cocos (l’ultima in fondo, e ti pareva…). Qui i massi granitici hanno formato delle piscine naturali intime e molto scenografiche dove potete immergervi in assoluta tranquillità, almeno fino all’arrivo delle immancabili orde di turisti con cui presto o tardi dovrete fare i conti, nonostante sia una spiaggia remota e di difficile accesso. E mi raccomando, anche qui è d’obbligo portarsi il pranzo, perché ovviamente sulla spiaggia non c’è nulla se non qualche locale che cerca di vendervi noci di cocco o pezzi di corteccia di cannella. Buoni, per carità, ma un po’ poco in vista della scarpinata del ritorno! Abbiamo anche cercato di aprire una noce di cocco con un coltellino da cucina e per poco non ci abbiamo lasciato un dito… come lo capisco adesso Tom Hanks in Cast Away!

Anse Sévère: Si trova sulla costa nord-occidentale, superato il jetty di La Passe, ed è una spiaggia ampia ma abbastanza riparata, quindi anche in caso di alta marea è sempre balneabile e godibile ed è una delle spiagge migliori per lo snorkeling. Insomma, è l’ideale per le famiglie, anche grazie alla presenza di numerosi chioschi e ristorantini nelle vicinanze. Ma con la bassa marea dà veramente il meglio di sé, perché allora si formano tra i massi granitici delle piscine naturali d’acqua bassa e trasparentissima dove crogiolarsi. Ma è bello anche passeggiare e scoprire tutte le meraviglie dei fondali che emergono con la bassa marea, granchietti, piccoli paguri e pesci colorati che ci nuotano fra le gambe. Uno spettacolo! Altro must su questa spiaggia è attendere il tramonto, con il sole che si tuffa nell’oceano dietro al profilo scuro dell’antistante isola di Praslin.

Altre spiagge: Un giorno ci siamo spinti in bici fino alla punta nord dell’isola per poi scendere per un tratto lungo la costa ovest, fino a dove ci è stato possibile. Superata Anse Sévère e l’estremità nord dell’isola si trovano, in ordine: Anse Patates, Anse Gaulettes, Anse Grosse Roche, così chiamata per la presenza di un enorme masso granitico, Anse Banane, Anse Fourmis, la più remota e per questo tranquilla e rilassante.

Qui finisce la strada e qui ci siano fermati anche noi con le nostre bici. Volendo c’è un sentiero percorribile solo a piedi che scavallando una piccola altura vi porta ad Anse Cocos.

MAHE

 

Spiagge

A torto considerata l’isola meno bella delle Seychelles e spesso trascurata o addirittura saltata dai turisti, a noi ha fatto invece un’ottima impressione e avremmo voluto poterle dedicare un giorno in più. Dei nostri quattro giorni trascorsi qui, ne abbiamo dedicati due a fare un giro completo dell’isola in auto, un giorno lungo la costa est e un giorno lungo la costa ovest. Ecco le nostre impressioni:

Beau Vallon: Situata a nord di Mahé, è la zona più turistica dell’isola grazie all’abbondanza di servizi, hotel e villaggi anche di lusso, ristoranti, negozi e bancomat. È qui infatti che abbiamo alloggiato su consiglio degli altri viaggiatori. La lunga spiaggia attrezzata non è però fra le più belle, anzi, se avete già visitato le altre isole questa sarà probabilmente una gran delusione. Pur essendo una spiaggia enorme e lunghissima, il che vi permette di fare belle passeggiate, non ha però i colori tipici delle Seychelles, né la scenografia dei suoi massi granitici. Se addirittura capitate in una giornata nuvolosa non vi sembrerà nemmeno di essere alle Seychelles, tanto sono cupi i colori del mare. E poi tutta quella ressa di turisti, i bar e i lettini sulla spiaggia, il viavai di imbarcazioni… insomma, più che un paradiso tropicale sembra quasi la nostra costiera romagnola…

Port Lonay Marine Park: Per raggiungere questo parco marino da Beau Vallon, situato sulla costa di nord-ovest, bisogna oltrepassare l’entroterra montuoso dell’isola, verdissimo e molto panoramico, con i suoi sinuosi tornanti. Lungo il percorso si attraversa il Morne Seychellois National Park, dove potete visitare una fabbrica del thè da cui parte anche un percorso naturalistico fra le piantagioni, mentre raggiunta la costa ovest si incontra un corso d’acqua, la Rivière l’Isletta, dove un altro sentiero conduce alla visita di alcune belle cascate.

La baia di Port Lonay si trova all’interno del resort Constance Ephélia, liberamente accessibile al pubblico anche se la spiaggia sarebbe riservata al resort. La baia è parco marino protetto ed è veramente un gioiellino, con un mare dai colori stupendi. Noi purtroppo siamo dovuti scappare per il sopraggiungere di un acquazzone, ma anche con il maltempo era comunque un’immagine da cartolina.

Grand’Anse: è la più lunga spiaggia sulla costa ovest, con acque profonde ottime per nuotare e fare surf e un’ampia offerta di servizi nei dintorni.

Anse Boileau: lunga baia con acque calme e poco profonde, adatta allo snorkeling e con numerose strutture nelle vicinanze.

Baie Lazare: lunghissima baia sulla costa di sud-ovest, con acque basse e ideale per lo snorkeling.

Anse Takamaka: celebre spiaggia a sud-ovest di Mahé, caratterizzata dalla presenza di imponenti palme e alberi takamaka cui deve il nome.

Anse Intendance: meravigliosa spiaggia selvaggia a sud dell’isola, con sabbia biacca e imponenti rocce granitiche, ma non balneabile durante la nostra estate a causa delle forti correnti.

Anse Forbans: lunga spiaggia tranquilla sulla costa di sud-est, con acque calme e basse, adatta alle famiglie.

Anse Royale: situata sulla costa sud-est di Mahé, insieme a Beau Vallon è una delle spiagge più famose e turistiche grazie alla varietà di servizi e attività.

Anse aux Pins: lunga spiaggia dalle acque basse sulla costa est, adatta allo snorkeling e con molti servizi nei dintorni.

Sunset Beach: piccola baia frequentatissima a nord-ovest di Mahé, molto pittoresca e dalle acque cristalline, particolarmente amata dai turisti per i suoi suggestivi tramonti cui deve appunto il nome.

 

Altre escursioni

Victoria

Se vi rimane un po’ di tempo non perdete l’occasione di trascorrere qualche ora nella capitale dell’isola. Noi l’abbiamo visitata in circa tre ore l’ultimo giorno di vacanza, prima di recarci in aeroporto per il volo di rientro.

Non aspettatevi una grande metropoli, si tratta di una cittadina di circa 25.000 abitanti, veramente a misura d’uomo, in cui si respira un mix esotico di culture afro-asiatiche arricchite degli influssi delle colonizzazioni anglo-francesi. L’atmosfera tipica della città traspare subito dal pittoresco e variopinto mercato di pesce, frutta esotica e verdure, dai penetranti profumi delle spezie, dai vivaci colori delle abitazioni e dei costumi.

Alcune attrazioni della città:

Bicentennial Monument: un’enorme scultura che vi accoglie all’ingresso della città al centro di Freedom Square, realizzata da un artista italiano residente alle Seychelles in occasione del bicentenario della fondazione della città; le tre ali che la costituiscono simboleggiano i tre gruppi etnici (africano, asiatico ed europeo) che caratterizzano la cultura seychellese.

Clock Tower: chiamata anche “Little Big Ben”, si tratta di una riproduzione in scala ridotta di una torre dell’orologio di Londra (non però esattamente il Big Ben, a dispetto del nome), ed è e divenuta il simbolo delle Seychelles e della sua capitale.

Tempio Arul Mihu Navasakthi Vinayagar: un santuario indù dedicato al dio Vinayagar, dalla coloratissima e singolare facciata adorna di sculture e decorazioni.

Cathedral of our Lady of Immaculate Conception: la più grande chiesa cattolica delle Seychelles, vicino alla quale si trova la Domus, la casa parrocchiale, e non lontano la Casa dei Cappuccini decorata con arcate disposte su tre piani.

St. Paul’s Cathedral: la più antica e grande chiesa anglicana delle Seychelles, considerata il secondo emblema dell’arcipelago.

Sir Selwyn Selwyn-Clarke Market: una caratteristica e variopinta area mercantile nel cuore della città adibita al commercio di pesce, frutta tropicale, verdure, spezie e prodotti artigianali.

National Botanical Gardens: un lussureggiante giardino tropicale ricco di piante e fiori variopinti endemici delle Seychelles o di altri paradisi tropicali, tra cui 40 specie di palma, incluso naturalmente il tipico coco de mer, alberi del pane, papaya, noce moscata, tamarindo e il cosiddetto albero “palla di cannone”, nonché un giardino con 150 specie di orchidee. Per quanto riguarda la fauna locale, oltre a diverse varietà di uccelli tropicali, si possono qui ammirare le caratteristiche volpi volanti oltre a un recinto di tartarughe giganti dell’Aldabra. L’ingresso al parco ha un costo di circa 5 euro e per una visita generale può bastare un’ora.

CONSIDERAZIONI FINALI

Che dire… Le Seychelles sono certamente uno dei paradisi naturalistici più spettacolari al mondo e valgono assolutamente una visita. Sono uniche dal punto di vista paesaggistico, hanno alcune fra le spiagge più belle del mondo e un clima piacevole tutto l’anno, una buona cucina e alloggi per tutte le tasche e offrono la possibilità di svariate attività oltre alla classica vita da spiaggia, dal trekking alle escursioni per mare e per terra. Inoltre sono sicure se si viaggia in autonomia, gli spostamenti sono facili e c’è buona disponibilità di mezzi di trasporto e non sono necessarie precauzioni particolari dal punto di vista sanitario né vaccinazioni, specie se andate nel periodo secco in cui il rischio di malaria è veramente basso. Insomma, hanno tutto quel che serve per regalarvi una vacanza memorabile, organizzabile in assoluta autonomia e con un occhio al risparmio.

Eppure se mi guardo indietro queste isole non sembrano avermi lasciato un’impressione particolare. Sarà che un mare così, seppur splendido, si trova in tanti altri paradisi tropicali, sarà per il periodo scelto, o forse per la riservatezza della gente, per la poca apertura verso i turisti o per la scarsa cura che sembrano avere del loro territorio (ricordo ancora i rifiuti spesso trovati abbandonati sulle spiagge o fra la vegetazione). Insomma, nonostante la loro indiscussa bellezza e unicità le Seychelles non sono riuscite a toccarmi il cuore. Forse serve una seconda vacanza? Chissà, magari un giorno, sperando che fra qualche anno di questo paradiso non sia rimasto che un lontano ricordo…

Isabella & Tiziano

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Seychelles. Victoria Botanical Gardens

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Seychelles. Mahé. Anse Takamaka

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Seychelles. Victoria Botanical Gardens

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Seychelles. Victoria Botanical Gardens

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Seychelles. Mahé

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Seychelles. La Digue. Anse Source d'Argent

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Seychelles. La Digue. Anse Source d'Argent

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Seychelles. La Digue. Anse Sévère

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Seychelles. La Digue. Anse Sévère

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Seychelles. La Digue. Anse Sévère

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Seychelles. La Digue. Anse Cocos

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Seychelles. Praslin. Anse Lazio

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Seychelles. Praslin. Anse Lazio

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Seychelles. Isola di Curieuse

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Seychelles. Victoria Botanical Gardens

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Seychelles. Praslin. Anse Lazio

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Seychelles. Victoria

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Seychelles. Sunset Beach

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Seychelles. Anse Takamaka

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Seychelles. Mahé

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Seychelles. Port Lonay

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Seychelles. Anse Source d'Argent

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Seychelles. Anse Source d'Argent

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Seychelles. Anse Georgette

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Seychelles. Anse Lazio

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Seychelles. Anse Lazio



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