Le chiamano Paradise Islands…

Crociera in catamarano alle Seychelles
Scritto da: jumpingfox
le chiamano paradise islands…
Partenza il: 22/08/2010
Ritorno il: 31/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Agosto 2010, finalmente di parte per l’agognata meta: Seychelles!

Dopo aver letto quasi tutto quello che c’era da leggere sulle isole decidiamo: crociera di una settimana in catamarano. Non poteva essere scelta migliore. Scelta solo apparentemente costosa, a conti fatti non so se si possa spendere meno pur alloggiando in guest-house o selfcatering, considerato che comunque comprare cibo o andare al ristorante non è esattamente a buon mercato, aggiungendo il costo di una macchina a noleggio per poter girare le isole maggiori Praslin e Mahé, gli sposamenti tra le isole (aereo o traghetto), le imperdibili mini crociere giornaliere alle isole minori non raggiungibili diversamente. La crociera che abbiamo scelto si chiama Praslin Dream, e credo che tocchi i posti più belli delle Inner Islands, spostandosi ogni giorno. La consiglio vivamente a chi ama la barca, il mare e la natura. Comprende pensione completa e tutte le escursioni tranne la visita alla Vallée de Mai, che è libera. Abbiamo acquistato in agenzia il volo diretto Air Seychelles, che per il mese di Agosto va prenotato non oltre Febbraio se non si vogliono pagare prezzi esorbitanti. La compagnia è ottima e il volo diretto Roma-Mahé in notturna è comodissimo. Per la cabina abbiamo contattato direttamente la compagnia Dream Yacht Charter, tramite il sito. Anche i principali tour operators che propongono la crociera in formula pacchetto fanno capo alla DYC, ma è ovviamente più conveniente il fai-da-te. Il catamarano, 16 metri, 4 cabine con bagno privato è molto confortevole e nonostante le dimensioni in barca sono quello che sono, c’è ampio spazio per tutti, specialmente sull‘esterno. Lo skipper e cuoco inoltre hanno fatto di tutto per rendere la nostra vacanza il più piacevole possibile. Consigli pratici – Abbigliamento assolutamente informale: costumi, copricostume, magliette, shorts, ciabatte comode per le passeggiate nelle isole, una felpa per la sera se c‘è vento.Tutto il resto lasciatelo a casa, non serve. Asciugamani e teli mare sono forniti, ma suggerisco di portarsi l’accappatoio in microfibra che prende poco spazio e si asciuga subito. La protezione solare è d’obbligo anche per le pelli scure. In barca forniscono anche l’equipaggiamento snorkeling, ma se si hanno le proprie pinne con i calzari è meglio, perché in alcune spiagge bisogna superare la barriera corallina per decine di metri. Non portare le valigie rigide che occupano troppo spazio in cabina.

Clima – in agosto abbiamo trovato il clima ottimale: a parte i 24-25° di notte e 28-29° di giorno che ci sono praticamente tutto l’anno, questa stagione (il loro inverno) caratterizzata dagli alisei di Sud-Est è prevalentemente secca, al contrario della loro estate con gli alisei da Nord-Ovest che è molto umida. Il che rende il caldo assolutamente gradevole e privo di insetti. Ma d’altro canto il mare è un po’ più mosso e la visibilità è limitata ai 5-10 metri. In nostro skipper, ex guida sub, ci dice che nel mese di Aprile (tra le due stagioni) il mare è piatto e la visibilità raggiunge i 30-40 metri. Ma ci dice anche che…ahimè, le stagioni non sono più come una volta (anche da loro!!!), specialmente dopo lo tsunami del 2006, e non è detto che il calendario rispetti le aspettative ! Certo è che durante la nostra settimana è sempre stato soleggiato, e se anche arrivava qualche nuvola il vento velocemente le portava via. Solo una sera è piovuto 10 minuti, il che si è tradotto in uno stormo di formiche volanti che ha preso d’assalto il nostro catamarano, ma dopo il nostro goffo tentativo di dissuaderle con una scarica di repellente, il nostro capitano ha presto risolto il problemuccio spostando la barca in un’altra baia. Non voglio pensare cosa può essere nella stagione delle piogge !

Itinerario – Partiamo lunedì mattina dall‘Angel Fish Marina di Mahé alla volta del parco marino di St. Anne e ci godiamo il primo assaggio di spiaggia dorata circondata da palme. Ancoriamo in una baia riparata e il secondo giorno ci spostiamo a Cocos Island, snorkeling sulla barriera corallina tra tartarughe di mare, pesci angelo, pesci balestra e pesci pappagallo e dopo pranzo arrivo al porticciolo di La Digue, dove siamo scesi subito per una prima sbirciatina al graziosissimo paesino e un gelato ! Terzo giorno a La Digue, terza isola delle Seychelles, 10kmq, si gira tutta comodamente noleggiando una bicicletta a 10 Euro per la giornata. Ci siamo fermati a Anse Sévère la mattina e dopo esserci rifocillati al ristorante Patatran, con una splendida vista su Anse Patate, abbiamo passato il pomeriggio ad Anse Source d’Argent, credo la spiaggia più bella dell’isola, con questi massi scuri tra il verde che arrivano fino al mare cristallino. Peraltro ci si arriva attraversando una piantagione di vaniglia e un parco protetto dove c’è una riserva di riproduzione delle tartarughe di terra. Il quarto giorno lasciamo La Digue per veleggiare verso Cousin, isola che, dietro a una spiaggia di sabbia impalpabile ed un mare di un blu indescrivibile, ospita una riserva naturalistica per la salvaguardia di flora e fauna endemiche. Migliaia di uccelli nidificano indisturbati e la passeggiata all’interno dell’isola alla scoperta delle varie specie è veramente eccezionale. Il pomeriggio ci spostiamo a Praslin, ancoriamo al piccolo porto di Baie St. Anne e aspettiamo un improbabile bus per dirigerci alla Vallée de Mai, foresta incontaminata e luogo di origine del Coco de Mer, località dichiarata patrimonio mondiale Unesco. Allora… la passeggiata in questa specie di jungla è sicuramente affascinante, ma onestamente il biglietto d’ingresso di 20 Euro ci è sembrato un po’ eccessivo. La tappa del quinto giorno è Grand Soeur. Lo snorkeling nella lunga barriera corallina è stupendo: pesci pappagallo, balestra, pesci angelo di mille colori, pesce palla, guglie, cernie, una miriade di branchi di pesci di barriera che si lasciavano cullare dalla corrente. Dopo lo snorkeling ci aspetta un succulento barbecue sulla spiaggia, insieme ai gruppi degli altri catamarani (eravamo 6 barche) con una specie di gara al miglior barbecue, miglior decorazione per la ‘tavola’…etc. Devo dire il miglior pranzo della settimana ! Nel pomeriggio attraversiamo l’isola (4 minuti a piedi) e ci ritroviamo di fronte ad un altro spettacolo della natura: questa ampia baia di spiaggia bianchissima, talmente fine che sembra farina, circondata da una vegetazione lussureggiante, il mare con lunghissime onde altre 2-3 metri che si infrangono ai lati sui massi granitici, insomma… un invito a lasciarsi trasportare dalle onde e giocare come bambini. Pomeriggio si riparte ma è ancora presto… ok, gara di pesca tra i catamarani! Ebbene si, il nostro equipaggio si dimostra all’altezza e peschiamo 2 tonni di almeno 5-6 kg l’uno ! Il terzo pesce doveva essere molto grosso perché ha rotto la lenza, ma possiamo ritenerci soddisfatti. Ancoriamo quindi a Praslin, Anse Volbert, altrimenti detta Cô te d’Or. Scendiamo per una passeggiata nel mini-paesino, compriamo un po’ di souvenir e nell’attesa del tender che ci riporta a bordo ci godiamo la vista del mare, quando i colori si attenuano e diventano argentei, e le colorate barchette dei pescatori fanno da sfondo nell’attesa del rosso del tramonto. Giorno sei, rotta verso l’isola Couriese, altra isola riserva naturalistica dove depositano le uova le tartarughe di mare. Sbarchiamo ad Anse Papaie, e percorriamo a piedi un percorso segnalato che risale la piccola montagna e riscendiamo verso l’altro versante, attraversiamo una vasta area di mangrovie e finalmente arriviamo ad Anse St. José. Anche qui il paesaggio è da cartolina… la sabbia bianca e impalpabile, le palme da cocco e le piante di Takamata fanno da contorno e offrono un gradevole riparo. Il mare è di mille colori, dal celeste al turchese e al blu cobalto. Faccio presente che tutte queste bellissime spiagge sono pressoché deserte, anche perché ci si arriva solo via mare, e molte isole solo private, quindi necessitano di autorizzazione allo sbarco. Quindi nella maggior parte dei posti che abbiamo visitato finora a parte i nostri sparuti gruppi dei ‘cata-raduni’… solo natura. Settimo giorno, Anse Lazio. Avevo letto che è la spiaggia più bella delle Seychelles, non avendole viste tutte…non so dire, certo è la più bella tra quelle che abbiamo visto noi. Siamo arrivati per primi e passeggiare lungo questa deserta lingua di sabbia liscia e bianchissima incastonata tra massi granitici di mille forme, il verde brillante e rigoglioso da una parte, il turchese e blu del mare e del cielo dall’altra, è un po‘ come passeggiare in paradiso. Il pomeriggio ci aspettano 4 ore di mare per rientrare a Mahé, un po’ tristi…la vacanza volge al termine. Ma il giorno dopo sbarchiamo presto, dopo la colazione, e siccome abbiamo il volo la sera alle 22.30, non perdiamo l’occasione per noleggiare un’auto (45 Euro per la giornata) e visitare Mahé, l’isola principale, 145 kmq, e Victoria, la capitale più piccola del mondo! Prima tappa il coloratissimo mercato di Sir Selwyn Selwyn-Clarke, dove i pellicani contendono il pesce fresco ai mercanti… poi una passeggiata alla scoperta dei negozietti, delle vie, della gente del luogo. Certo siamo in Sud Africa, in un paese che vive principalmente di turismo e pesca, dove chi lavora guadagna molto poco, ma non abbiamo visto miseria. Piuttosto gente di mille colori, creoli, bianchi, africani. Donne e ragazzi che aspettano l’autobus scalcinato ma con aspetto dignitoso, giovani donne e uomini, rasta, che chiacchierano sereni mentre i bambini giocano in spiaggia. Uomini seduti in gruppo nel dietro aperto dei furgoni mentre vanno a lavorare, o improvvisati venditori di pesce lungo la strada. Ma anche giovani ben vestiti che lavorano con le agenzie turistiche del luogo. Non dimentichiamo che nascosti tra i palmeti di piccole isole private ci sono dei resorts da 5000 euro a notte ! Abbiamo avuto l’impressione di un popolo tranquillo, che vive un po’ al ritmo del mare, cullato dalla musica e dai sapori creoli. Proseguiamo la nostra visita per l’unica strada che costeggia l’isola, soffermandoci a goderci gli ultimi scorci di coste seychellesi. Visto che Mahé si gira in un paio d’ore, decidiamo di percorrere una delle 3 strade che attraversano la montagna che sovrasta l’isola (circa 1000 metri nel punto più alto). Superate le piantagioni di thé, salendo in alto il paesaggio è incontaminato, una maestosità di piante di centinaia di specie e l’umidità che tinge di verde i bordi di questa minuscola lingua di asfalto che l’attraversa. Ci viene da pensare ai primi esploratori e pirati che si sono rifugiati qui nel diciottesimo secolo, un manipolo di viaggiatori in cerca di acqua e ristoro che ha trovato questa manciata di isole sperdute nel mezzo dell’Oceano Indiano… sembra che non sia cambiato moltissimo da allora.



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