Seychelles in libertà…e un po’ di sfortuna

Periodo:dal 27/07/2008 al 09/08/2008 Numero viaggiatori: 2 io e mio marito Isole visitate (nell'ordine): Praslin, La Digue e Mahè Lingue parlate: sulle isole Praslin e La Digue parlano tutti il creolo (una specie di francese difficile da comprendere) e il francese (nelle strutture alberghiere più famose ovviamente parlano anche l'inglese);...
Scritto da: robiz
seychelles in libertà...e un po' di sfortuna
Partenza il: 27/07/2008
Ritorno il: 09/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Periodo:dal 27/07/2008 al 09/08/2008 Numero viaggiatori: 2 io e mio marito Isole visitate (nell’ordine): Praslin, La Digue e Mahè Lingue parlate: sulle isole Praslin e La Digue parlano tutti il creolo (una specie di francese difficile da comprendere) e il francese (nelle strutture alberghiere più famose ovviamente parlano anche l’inglese); sull’isola di Mahè è l’inglese la lingua più parlata Moneta: rupia e euro (una legge recente obbliga albergatori e ristoratori ad accettare solamente gli euro dai turisti..Ma non proprio tutti rispettano la regola sopratutto a Praslin e La Digue) Cambio: nonostante ci sia la possibilità di cambiare nelle Banche, quasi nessuno lo fa in quanto gli abitanti dell’isola, i commercianti dei piccoli negozi e coloro che noleggiano le auto, vi proporanno un interessante cambio in nero (ricordatevi che anche qui vale la regola del “contrattare”) Volo: diretto con Air Seychelles (prenotato via internet a gennaio al prezzo di € 1200 comprensivo del volo interno per e da Praslin più assicurazione) Noleggio auto: a Praslin fatto direttamente da casa con mail con la società “Capricorn” al prezzo di 40 € al giorno per una piccola ma nuova utilitaria e a Mahè noleggiata direttamente all’aereoporto per 35 € al giorno; a La Digue invece abbiamo noleggiato una bici Sistemazioni: prenotazione sempre tramite internet grazie all’aiuto dei diari di viaggio e dei consigli della Lonely Planet >> Praslin “Le Laurier guest’house”, La Digue “Calou guest’house”, Mahè “Lazare Lodge” Siti consigliati: http://www.Seychelles.Travel/it/home/index.Php?rc=1 http://www.Airseychelles.It/guide/stay_for_less.Html http://www.Airseychelles.It/index.Php http://www.Lonelyplanetitalia.It/destinazioni/africa/seychelles/documenti-e-notizie/ http://www.Helicopterseychelles.Com/ http://www.Viaggiaresicuri.Mae.Aci.It/ Partenza da Milano Malpensa alle ore 20.00 con cena a bordo abbastanza deludente e servizio scarso. Arrivo a Mahè all’alba e volo interno (20 min) per Praslin con un piccolo aereoplano sempre della flotta Air Seychelles. Il tempo era grigio e minaccioso, pioveva e non faceva caldo ..E il mio animo, già provato dalla stanchezza, stentava a crederci! Al piccolo aereoporto di Praslin abbiamo incontrato la gentilissima ragazza dell’autonoleggio (che consiglio per la serietà – capcorn@seychelles.Sc) che ci attendeva da cui abbiamo cambiato le nostre prime Rupie (essendo stato il nostro primo cambio – 1:16 – non è stato molto vantaggioso in quanto non eravamo ancora “avvezzi” agli usi del posto, è possibile chiedere sino a 19 rupie per 1 euro). Il paesaggio, nonostante grigio mi ha subito colpito per la sua fitta e rigogliosa vegetazione! Meno interessante era il mare che in quel momento era mosso e grigio purtroppo! Sistemazione a Praslin (dal 28/07 al 1/08): al nostro arrivo alla Guest’House “Le Laurier” (http://www.Laurier-seychelles.Com/Pages/Home.Html – 160 euro mezza pensione per due persone), ci è stato detto che, a causa di “overbooking” erano costretti a farci pernottare una notte all’hotel adiacente, il “Berjaya”. La prenotazione l’avevamo fatta in gennaio pagando anche un anticipo e questonon ci sembrava la scusa più plausibile, ma siccome eravamo in vacanza abbiamo deciso di non arrabbiarci! Il posto ci è subito sembrato piacevole e caldo, diverso dalle altre sistemazioni più pacchiane che avevamo visto sulla strada. La zona in cui è collocata questa guest’house è la Cotè d’Or che a mio avviso ritengo la zona più bella di tutta l’isola, vuoi per la bellissima spiaggia che c’è subito davanti agli alberghi (Anse Vaulbert) vuoi perchè è “leggermente” più animata delle altre zone (ma su questo termine “animata” parlerò più avanti). La camera del Berjaya invece era un po’ triste ed è per questo motivo che sconsiglio di non prenotare in questo posto; c’erano formiche in ogni dove e la pulizia lasciava a desiderare. La nostra prima cena al Laurier ci ha invece entusiasmato: una grande grigliata sotto il porticato adibito a ristorante, bar e zona colazione ci ha lasciati di stucco e una barchetta colorata imbandita di ogni ben di dio ci ha permesso subito di capire che la nostra scelta era stata più che azzeccata (il cibo era ottimo infatti). Il servizio è stato impeccabile (peccato per l’assenza di sorrisi del personale locale con sguardo sempre molto crucciato e serio), bravi e professionali invece i proprietari, la signora Sybille (di origine Belga che conosce molto bene l’italiano, il francese e l’inglese) e il marito Edwin (che tra le altre cose organizza con la sua barca”Barracuda” escursioni nelle isole vicine). Le camere della guest’house erano molto carine, pulite, colorate e confortevoli (con bagno spazioso) dotate di ventilatore e aria condizionata; a richiesta forniscono il phon, i teli mare e la custodia del contante (la camera infatti non dispone di cassetta di sicurezza). La domenica il buffet è più consistente e c’è anche un gruppo di persone che canta e se non soggiornate qui e volete approfittare di una buona cena, vi consiglio di prenotare per tempo. La colazione è varia, di solito viene sempre proposto un calice di frutta tropicale (a volte con yougurt), a scelta tra caffè e the (il latte è ovunque solubile e ve ne accorgerete) fette di pane tostato, marmellate di frutta tropicale, burro, croissant, piccoli pain au chocolat e succo di frutta tropicale. La guest’house è anche molto comoda a livello di location in quanto si trova a due minuti dalla spiaggia e durante il nostro soggiorno la nazionalità prevalente dei turisti era Italiana.

Insomma è una sistamazione che mi sento davvero di consigliare e se dovessi tornare alle Seychelles non avrei nessun dubbio, tornerei nuovamente qui. Altro luogo che consiglio a sua volta per l’ottima impressione avuta da ragazzi italiani conosciuti in loco, è il Mango Lodge (http://www.Mango-lodge.Com/), la struttura è quella tipica del lodge e si trova su un promontorio che si affaccia su Anse Vaulbert. Nei giorni di soggiorno a Praslin non abbiamo mai potuto godere di una giornata di pieno sole (ha piovuto anche per un intero giorno!), alle Seychelles in luglio e agosto è “inverno”, e nonostante le temperature alte (anche se a volte sono stata in spiaggia con la maglia) il vento rendeva sempre mosso il mare e infastidiva parecchio la sosta in spiaggia. Dai diari di viaggio non mi sembrava che il periodo fosse così sfortunato, ma purtroppo in tutta la vacanza abbiamo visto il sole per soli due giorni! Il periodo migliore, come consigliano i locali è nelle stagioni intermedie, a ottobre novembre e a aprile maggio (c’è lo scambio tra i monsoni e gli alisei e viceversa). Nonostante tutto devo ammettere che le spiagge sono molto belle anche se devo dire che ho preferito quelle dei Caraibi e delle Maldive ma sarà stato a causa dell’impressione dovuta al tempo brutto! Il noleggio dell’auto ci è stato molto di aiuto per raggiungere le spiagge e i luoghi di interesse. A Praslin ci sono i Bus (3 rupie alla corsa) ma non rispettano molto gli orari e sono un po’ “antichi” ma non per questo li sconsiglio. Un consiglio è quello di non noleggiare le bici, mancano i marciapiedi e la notte è buio pesto. Attenzione a due cose: quando parcheggiate non sostare sotto ad una palma, la caduta di un cocco potrebbe ammaccarvela, secondo, la guida è a destra e se non siete abituati farete un po’fatica, i locali vanno molto forte e le franchigie delle assicurazioni sono solitamente molto alte (se volete essere più tranquilli da un punto di vista assicurativo, consiglio di spendere un po’ di più ma di noleggiare un auto con Avis o Hertz). Le più belle spiagge: Anse Lazio che è davvero uno spettacolo..Paradisiaca.. (pareva però di essere in Italia per l’elevato numero di connazionali) massi granitici la rendono unica e le palme a volte adagiate sulla spiaggia la rendono un luogo bellissimo (peccato che durante la nostra sosta il sole abbia fatto capolino poche volte e anzi ad un tratto si è anche messo a piovere), Anse Georgette (la spiaggia dell’hotel Lemuria dove è necessario prenotare o chiedere alla propria guest’house/hotel di prenotare almeno un giorno due prima e che consiglio vivamente di visitare) anche questa davvero molto molto bella ma più raccolta della precedente, Anse Vaulbert (Cote d’or) come avevo già anticipato, è secondo me la più bella spiaggia dell’isola, è immensa e permette lunghe e rilassanti camminate sul bagnasciuga. Grand Anse invece non mi è affatto piaciuta, il mare è più paludoso e le spiagge sono più esposte ai venti. Una caratteristica molto piacevole di queste spiagge (tranne Anse Lazio) è la tranquillità..Incontrerete sempre poca gente e il caos non è contemplato in questi luoghi, inoltre non esistono ombrelloni e lettini..Tranne quelli forniti dalle strutture alberghiere più grandi.

Escursioni: durante la giornata di pioggia abbiamo visitato la Vallè dei Mai, foresta dichiarata Patrimonio dall’Umanità dall’Unesco per la sua maestosità e per la presenza del famoso coco de mer che vi affascinerà grazie alle sue forme..Sinuose..Consiglio vivamente la visita perchè vi incanterà in quanto vi sembrerà di essere in un luogo “giurassico”. Un piccolo dettaglio: nonostante stesse piovendo durante la nostra visita, non abbiamo mai avuto bisogno di ombrelli perchè le foglie immense degli alberi ci riparavano anche dalla più piccola gocciolina di pioggia. Purtroppo a causa del tempo non clemente, l’unica escursione sulle piccole isole circostanti che abbiamo deciso comunque di fare è stata a Saint Pierre (un grande scoglio con qualche palma) e Couriose (in un’unica gita in giornata; il taxi Boat del ragazzo (Raoul Constant) che ci ha “braccati” sulla spiaggia (35 € in 2) ci ha portati sull’isolotto di Saint Pierre per fare un po’ di snorkelling e ci ha lasciati un’ora sull’isola promettendo di tornare a prenderci per poi portarci sull’isola di Couriose. I pesci visti sono stati pochi a causa del mare mosso e della sabbia che permetteva una visibiltà molto limitata. L’isolotto è invece animato da granchi e grandi lucertole di 25/28 cm che potrebbero spaventarvi ma che ovviamente sono innoque. Dopo più di un’ora il taxi ci è venuto a prelevare e ci ha portati sull’altra isola: Couriose. Che spettacolo unico! Abbiamo visto tantissime tartarughe, tra piccoline appena nate a giganti. I ragazzi del parco sono davvero gentili e con una piccola mancia spiegano ai turisti la storia dell’isola e delle loro pacifiche creature (pochi esemplari ancora purtroppo…Gli inglesi le hanno stermiante al tempo del colonialismo). Una bellissima camminata tra mangrovie, palme da cocco, spiagge vi condurrà dall’altra parte dell’isola dove troverete la casa del “Dottore”; lui e la sua famiglia hanno vissuto su questa isola per due anni e il suo compito era quello di assistere i lebbrosi in quanto l’isola era un ricovero per queste povere persone malate. Nelle gite organizzatevi verrà proposto anche di mangiare una grigliata di carne e pesce in riva al mare sotto una grande tettoia di metallo a prezzi sicuramente più alti di 35 €. A mio parere i prezzi richiesti (dalle 70 € alle 90 € circa) non sono giustificati. Altra breve gita che consiglio da fare rigorosamente in auto per via della pendenza delle salite, è a “Zimbawe”: è la zona più alta dell’isola di Praslin e da lassù, tempo permettendo, riuscireta a vedere tutta l’isola, le sue spiagge e la Digue in lontananza (per andarci è necessario andare in direzione Anse Lazio e fare una deviazione sulla sinistra quando incontrate il cartello).

Folclore e autoctoni: se desideraste andare alle Seychelles per andare a divertirvi la sera nei locali o per partecipare a manifestazioni/feste organizzate, farete la scelta sbagliata; quando scende la notte non ci sono luoghi in cui andarsi a divertire, tranne nei propri hotel se organizzano qualcosa. Le bellezze sono da ricercare nei paesaggi, nei colori della natura, nella fauna e nella gente del posto. I locali non penso abbiano grandi passatempi anche perchè sono per lo più gente molto molto umile che si accontenta del poco che ha (penso che il loro più piacevole passatempo sia bere la birra e fumare le sigarette e ve ne accorgerete sopratutto a la Digue)..Dunque l’unica è trovare qualche connazionale (o anche con i turisti delle vostre strutture che sono prevalentemente francesi e inglesi) con cui trascorrere piacevoli serate a scambiare quattro chiacchiere e a giorcare a carte.

La gente del posto mi è sembrata apparentemente triste (e mi riferisco solo agli abitanti di Praslin e La Digue): devo dire che non conosco bene la loro situazione politica (ho compreso però che essendoci un regime Parasocialista la democrazia e la libertà di pensiero sono un pochino “repressi”) e la mia impressione non è stata sempre positiva. Ho notato a volte maleducazione (i grazie e i saluti all’uscita dei negozietti spesso non sono contemplati..In qualsiasi lingua..E non che noi italiani si sia un popolo di gente sempre cordiale, però è palese questo loro disinteresse verso il turista e la svogliatezza nel fare le cose); purtroppo, la cortesia è spesso un optional e i loro visi sono spesso “indifferenti” e non solari (infatti mi mancava molto i sorrisi della gente caraibica). Sicuramente contraccambiano gentilmente il saluto di un turista, però c’è uno sfondo di malinconia e di distacco in tutto quello che fanno.

Pasti: i luoghi in cui abbiamo pranzato sono stati prevalentemente i Take Aways (80 rupie è la media della spesa in questi luoghi per 2 pasti) spesso frequentati dai locali (la cena abbiamo deciso di farla sempre alla nostra guest’house), i piatti proposti sono sempre i soliti: pollo con curry, manzo con curry, spaghetti stile balinese/cinese, polipo o pesci vari con curry e verdure, spezzatino di carne (scordatevi i dolci nei take away) e tanto tanto riso in bianco che è il loro pane. Per un gelato (2 €) poteta andare dal nostro connazionale “Luca” la sua gelateria si trova all’inizio della Cotè d’or e prepara anche la pizza; il locale “igienicamente parlando” (ma per i nostri standard ovviamente che non sono paragonabili) lascia un po’ a desiderare, ma trattandosi dell’unica gelateria è ovvio che non ci sarebbe motivo da parte sua di sistamarlo. Sconsiglio invece di mangiare nei due risto/bar (Bon Bon Plume e le Chevalier Bay) adiacenti alla spiaggia Anse Lazio, per un’acqua una bibita piccola e 2 hamburgher (e il 7% per il servizio) abbiamo pagato 31 euro..Qui non accettano le rupie. I negozietti di alimentari sono davvero coreografici e vi consiglio di farci un salto; dovete mettere da parte i vostri pregiudizi sull’igiene prima di tutto, però vedrete che li troverete davvero “alternativi”. Io spesso compravo qualche pacchetto di patatine (fonzies), qualche biscottino e l’acqua. I bazar di souvenirs invece qui a Praslin sono davvero ben forniti. Vi consiglio di fare qui i vostri acquisti in quanto a La Digue c’è solo un posticino carino (ma dove prevalgono gli oggetti in materiali naturali) e a Mahè dove però sono più “sparpagliati” qua e là per l’isola.

La sosta a Praslin è terminata e ovviamente l’ultimo giorno è spuntato un bel sole che però non era presente anche La digue! Abbiamo restituito l’auto allo Jetty (come viene comunemente chiamato il porto qui) e ci siamo imbarcati sul Cat Coco (40 euro andata e ritorno per 2 – il biglietto si deve fare direttamente al porto – http://www.catcocos.com/.

Sistemazione a La Digue (dal primo agosto al 7/08) abbiamo deciso di soggiornare alla guest’house Calou (110 euro mezza pensione), esperienza negativa e che SCONSIGLIO a chiunque decida di prendere in considerazione questa struttura. Al nostro arrivo il proprietario (un signore tedesco sposato con una signora del posto) non ci ha degnato di un saluto e nemmeno la moglie si è mai degnata di presentarsi; comportamento ripetuto poi durante i pochi momenti in cui ci incrociavamo. La pulizia lasciava a desiderare e le formiche erano una costante nel bungalow. La cena era a base di piatti tipici (soprattutto pesce) e se devo essere sincera è stato l’unico elemento positivo di questo soggiorno, c’era però un piccolo (enorme in verità) neo: le porzioni erano “contate” e a volte era necessario non “esagerare” con le porzioni per evitare di lasciare gli altri a bocca asciutta! Le cameriere avevano fretta di tornare a casa la sera e a colazione e avevano l’abitudine di toglierti i piatti non appena si terminava la pietanza e questo generava, almeno in me, un forte senso di fastidio. La sala da pranzo era squallida e inospitale come anche le camere del bungalow; i letti, anche se avevamo richiesto una matrimoniale, erano due lettini uniti ma con un intercapedine abbastanza marcata da non permettere un’unione totale, l’arredamento era di pessimo gusto, l’acqua calda della doccia veniva ad intermittenza, i teli mare dati in dotazione erano rosicchiati, scoloriti e piccoli ed era necessario richiederli tutte le volte (idem per quelli da viso), alla mattina la sveglia era verso le ore 6.00 in quanto le pulizie delle foglie secche iniziava proprio dietro la nostra camera verso quell’ora!! I rumori erano all’ordine del giorno in quanto stavano ampliando la struttura e dal mattino presto (7.30) c’erano i muratori che facevano il loro dovere. Dietro il nostro bungalow c’era una discarica a cielo aperto, per fortuna non di materiale organico bensì edilizio, calcinacci bidoni di metallo sporcizia varia! La colazione non affatto abbondante come del resto la cena e non era molto varia (insufficienza piena!). Insomma, un vero disastro, una delusione unica, un luogo da sconsigliare vivamente!Al momento del pagamento inoltre il propietario si è sbagliato con il conto cercando di farci pagare qualche centinaio di euro in più e le commissioni che la sua banca gli aveva applicato sul nostro bonifico!! Segnalo però due sistemazioni che alcuni italiani hanno “osannato”: da Cot Baby, una bellissima villa gialla vicino allo Jetty con giardino dove il proprietario si cimenta in manicaretti vari da offrire ai suoi ospiti e altra segnalazione che consiglio davvero (in quanto l’ho vista con i miei occhi dentro e fuori) è la guest’house “La Diguase” http://www.Fadan.It/ – 130 euro al gg per la mezza pensione) immersa in un bellissimo giardino curato, la cui proprietaria è gentilissima e cordiale (ad amici conosciuti lì, sapendo che era il compleanno di uno di loro, ha fatto trovare una torta di compleanno!) e le camere ampie e pulite. Sconsiglio invece da chez marston, il posto è bruttino come anche le camere.

L’isola: La Digue è una piccolissima isola, si gira a piedi, ma consiglio di noleggiare una bici (50 rupie al giorno e si noleggiano quasi un po’ dappertutto) per girarla in totale tranquillità. Il ritmo di vita è dettato dalla luce del sole, non ci sono auto, i taxi sono buoi che trainano un carretto e la vita qui scorre pigra e tranquilla. Consiglio di stare su quest’isola non più di tre/quattro giorni se la vostra vacanza sarà di 2 settimane, è il tempo sufficiente per godere appieno delle sue spiagge e delle bellezze naturalistiche che ha da offrirvi. Le spiagge in questa isola sono molto più piccoline rispetto a quelle di Praslin e Mahè e in alcuni luoghi, tipo anse Source D’Argent l’alta marea le fa sparire verso il primo pomeriggio. Anche qui il tempo ha continuato a non essere dalla nostra, vento e nuvole hanno reso la vacanza non certo piacevole! La vita notturna è circoscritta alle poche ed eventuali attività organizzate dagli hotels, noi essendo in una piccola struttura ci incontravamo con ragazzi conosciuti a Praslin con cui spesso giocavamo a carte.

Spiagge: la più bella e pubblicizzata spiaggia è sicuramente Anse Source D’argent, che, vista con il sole è sicuramente caratteristica e amena, ma vista con il cielo cupo e il vento (praticamente una costante durante tutto il soggiorno a La Digue..Un giorno ha piovuto ininterrotamente dal mattino alla sera!), non lascia nessuna speciale sensazioni purtroppo. La spiaggia fa parte di un grande parco privato L’Unione Estate (l’ingresso costa 2 euro e dopo due ingressi il terzo è gratis – tenete i ticket) che merita davvero una visita accurata per le sue piantagioni di cocco e vaniglia, per la presenza della fatiscente ma caratteristica casa in cui hanno girato il film erotico “Emanuelle” e per il “museo del cocco” dove vi mostreranno come si lavora il cocco da cui si ricavano poi oli e materie prime. Un’altra bella spiaggia è anse Coco e Grande Anse (dall’altra parte dello JettY), ma anche durante questa bellissima gitail tempo non è stato clemente e i colori lasciavano a desiderare..Anche se in quella giornata un barlume di sole in più (il vento invece non ha mai cessato) c’è stato e ci ha permesso di fare qualche foto alle vere Seychelles! Pasti: anche in questo caso abbiamo sempre pranzato al Take Away che c’è nella piazzetta dello Jetty dove si mangia un ottimo polipo al curry; abbiamo anche preso un buon piatto all’unico ristorante/bar della spiaggia Anse source D’argent (270 rupie per due piatti misti di pollo riso e verdure e bevande). I nostri amici ci hanno segnalato Zerof che è nell’entro terra e dove si può pagare in rupie e dove si mangia bene.

Gli autoctoni: la gente del posto è sempre molto seria e risoluta nei propri sguardi e nei propri atteggiamenti. Le donne lavorano molto e gli uomini spesso si vedono bighellonare accompagnati da una birra o da una sigaretta. Sono invece adorabili i bambini, molti di loro a La Digue, per raccimolare qualche soldino, mettono piccoli banchetti davanti alle loro case con frutta esotica in vendita per i turisti..I loro sorrisi sì che mi sono rimasti impressi e mi è spiaciuto non averli immortalati in alcune foto!Anche qui la sera l’isola non offre molte attrattive..Ma c’è un passatempo divertente di cui vi accorgerete subito: se andate in giro la sera noterete l’assenza di illuminazione pubblica, la gente del posto si sposta prevalentemente in bici, che però è sprovvista di luce e perciò spesso può capitare che due persone si urtino! Vi consiglio per questo di portarvi due pile per non avere guai. Una meravigliosa sensazione è inoltre data dall’assenza di rumori che c’è su questa isola..Sembra davvero di essere in un paradiso terrestre! Non essendoci abituati vedrete che ne rimarrete affascinati! Soggiorno a Mahè (dal 7/08 al 09/08) imbarcati sul cat coco a la Digue in poco tempo siamo arrivati a Praslin, da lì, contrattando, ci siamo fatti portare con un taxi all’aereoporto e in poco tempo siamo arrivati a destinazione. All’aereoporto per 35 euro al giorno, abbiamo noleggiato un 4X4 (consiglio vivamente di noleggiare un 4X4 su questa isola!) e ci siamo diretti alla ricerca del nostro Lodge, il “Lazare Lodge” ) che si trova in prossimità di Anse Soleil (una bellissima spiaggia dell’isola) nell’entroterra, in un luogo scomodo ma meraviglioso..Anzi SPET-TA-CO-LA-RE!!Appena arrivati, siccome la mattina non abbiamo fatto colazione, abbiamo chiesto se gentilmente ci potevano “rifocillare” (qui parlano prevalentemente inglese e comprendono meno bene il francese) e senza nessun problema ci hanno offerto (infatti non cel’hanno fatta pagare) una bella colazione sulla terrazza in cui si cena e si fa colazione da cui si poteva godere di un panorama mozzafiato su Baie Lazare! Abbiamo speso 120 euro al giorno per pernottamento e prima colazione nella suite. Il gestore è una persona davvero molto gentile e vi consiglierà su ristoranti e gite. La struttura è molto bella di primo acchito ma poi osservandola meglio, essendo tutta di legno, si possono cogliere particolari che ne sottolineano un po’ la fatiscenza. Le camere sono ampie e pulite (con qualche piccolo difetto, una lampadina rotta, la vasca da bagno senza il tappo per potersi fare un bagno, il lavandino svitato e il water “traballante” e mancava una luce allo specchio) e il patio davanti alla camera vi permetterà di trascorrere momenti indimenticabili attorniati da una vegetazione ineguagliabile e dai tantissimi canti degli uccellini! Trattandosi di un Lodge, la camera è tutta aperta, ci sono ovviamente le persiane e la porta di ingresso, ma sono l’unico riparo per l’esterno. La notte se non avete il sonno pesante, sarete svegliati dai rumori, sicuramente piacevoli, degli animaletti notturni. Nonostante i piccoli difetti, è una struttura che vi consiglio..Ma solo nel caso in cui non vi pesi fare 15 minuti di sterrato in auto per raggiungere la strada principale e se non desiderate avere la camera a pochi minuti dalla spiaggia.

Escursioni: dopo la colazione abbiamo dedicato la giornata (soleggiata per fortuna!) alla scoperta dell’isola che devo dire mi è piaciuta molto. Abbiamo visitato il Craft Village – il villaggio dell’artigianato – (ad Anse Royale): un piccolissimo villaggio costituito da casette in stile coloniale dove all’interno i locali vendono souvenirs di vari tipi (merita una sosta), abbiamo sostato ad Anse Takamaka dove c’è una bella spiaggia e abbiamo prenotato la nostra cena in un bellissimo ristorante sulla spiaggia (Chezbatipste’s – 485 rupie in due) dove abbiamo mangiato anche bene; poi ci siamo diretti a Beau Vallon per vedere la spiaggia che però non mi ha affatto entusiasmata (penso che le spiagge più belle siano quelle a sud..Se dovete scegliere una sistamazione in questa isola vi consiglio dunque di soggiornare a sud per la vicinanza a tante belle spiagge). Il giorno successivo lo abbiamo dedicato alla visita della capitale Victoria e del suo famoso mercato: anche questa visita è davvero da consigliare soprattutto per il mercato dove potrete comprare spezie, vaniglia e prodotti locali a bassi prezzi. I colori della frutta e della verdura, del bancone del pesce, i profumi delle spezie e gli usi dei locali, vi affascineranno!Altra gita imperidibile è quella di prendere l’auto e da Port Glaud dirigervi verso Victoria, incontrerete la fabbrica del the (si trova sulla strada), il Morne seychellois national Park – da visitare – e un punto panoramico degno di una sosta!Inoltre la natura lussurreggiante vi incanterà per la magnificenza dei suoi alberi e per la fittissima vegetazione. Nel pomeriggio abbiamo fatto un bellissimo bagno nella bella spiaggia di ad Anse Takamaka..Eravamo in tutto sulla spiaggia (grande) in 5! Un’altra bella spiaggia che consiglio è Anse Soleil, un po’ difficile da trovare e anche molto affollata..Ma molto molto carina..E vi accorgerete al tramonto perchè è denominata Anse Soleil. La gente del posto qui è più indaffarata nel turismo che è più sviluppato e nei lavori amministrativi offerti dalla città di Victoria. Si respira infatti un clima più “cosmopolita”..Anche se è una parola grande e si nota maggiormente che la gente è più aperta e spigliata. Peccato aver deciso di sostare solo due giorni qui a Mahè, il mio consiglio è quello di dedicargli almeno 4/5 giorni su un soggiorno di 2 settimane; le bellezze naturalistiche e le belle spiagge meritano sicuramente una sosta più lunga di due giorni come abbiamo fatto noi.

Pasti: anche in Mahè ci siamo diretti nei nostri soliti Take Away; si incontrano lungo la strada e ce ne sono davvero molti (loro accettano le rupie mentre nei ristoranti quasi tutti accettano solo euro). Unico consiglio è quello di non attendere molto a mangiare perchè di solito all’una del pomeriggio hanno già finito le pietanze (i locali spesso mangiano nei take away); il prezzo medio per due pasti è sempre di, circa 80 rupie – 4 euro con cambio in nero.La sera siamo andati a cena da Kat Kreole, un ristorante carino sulla strada in Anse Royale,dove abbiamo mangiato bene e pagato in rupie..Dopo averli implorati in quanto volevamo finire le nostre rupie prima della partenza! La nostra vacanza è terminata e purtroppo il desiderio di tornare alle Seychelles non manca! Le lunghe e belle giornate calde ci sono mancate e i colori sarebbero stati sicuramente meravigliosi durante un periodo un po’ più clemente e soleggiato.



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