Un sorso di Scozia

Viaggio di 6 giorni tra Edimburgo e le Highlands
Scritto da: motta d.
un sorso di scozia
Partenza il: 29/05/2019
Ritorno il: 04/06/2019
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Ero già stato in Scozia nella lontana estate del 1990 e dopo 29 anni mi è venuta voglia di vedere quanto sono cambiati quei luoghi. O forse solo per una botta di nostalgia della passata gioventù ora che sono arrivato ai fatidici 50 anni. In ogni caso ho prenotato tutto con Expedia spendendo 33 € per il volo a/r (a cui poi ho dovuto aggiungere 20 € per l’ennesimo cambiamento della politica di Ryanair sul bagaglio) e 267 € per 6 notti in camera singola in una guest-house, con bagno in comune, nei pressi del centro città.

PRIMO GIORNO

Parto il giorno 29 maggio alle 17:50 da Oro al Serio e, dopo circa 2 ore e mezza, atterro a Edimburgo senza problemi. L’aeroporto è piccolo ma molto moderno. Le formalità doganali sono veloci. Il controllo del passaporto avviene tramite riconoscimento fotografico elettronico, senza alcun intervento umano. Dopo il ritiro del bagaglio e avere messo indietro le lancette dell’orologio di un ora, mi dirigo verso l’esterno, dove naturalmente piove… ma questo era praticamente scontato. Non ho cambiato gli euro perché mi ero già preparato le sterline in Italia. Per raggiungere il centro prendo l’Airlink 100, al costo di 7,50 £ a/r, un pullman che fortunatamente parte subito e mi lascia dopo circa mezz’oretta di fianco alla stazione dei treni di Waverley. Dopo 10 minuti di cammino arrivo finalmente alla mia sistemazione, la Caravel Guest-house, in London Street, quando ormai sono circa le ore 21:00. Come da messaggio del proprietario (che non incontrerò fino all’ultimo giorno), ritiro la chiave della mia stanza e del portone di ingresso sistemate dietro il portone stesso. La camera è piccola ma pulita ed essenziale e ha un certo stile “old England” che non mi dispiace. Il bagno è nel corridoio, in comune con la camera a fianco della mia. Ovviamente non poteva mancare il bollitore per fare il the. Il tempo di disfare i bagagli ed eccomi dirigermi verso il centro per soddisfare le mie esigenze alimentari. Vista l’ora e la poca familiarità con l’ambiente, vado sul sicuro e mi fermo da Mc Donald’s, dove prendo un menù grande col pesce e un sandwich col pollo, il tutto per 5,98 £. Molto buono, anche se i panini mi sembrano leggermente più piccoli del normale. Una curiosità: qui da Mc Donald’s non hanno le bottiglie di acqua gasata e quando ho chiesto il the al limone come bibita mi hanno dato il the caldo. Terminata la cena, faccio quattro passi lungo Princes Street per vedere qualche vetrina e poi me ne torno in stanza dato che la stanchezza si fa sentire. Peccato che il letto sia un po’ corto.

SECONDO GIORNO

Sarà per il letto nuovo ma malgrado la stanchezza di ieri sera mi sveglio verso le 06:45. Il tempo è coperto, anche se non piove per ora. Dato che sono in Scozia, mi comporto come uno scozzese e mi preparo una tazza di the caldo col bollitore. Faccio colazione da Greggs, un locale situato all’interno del centro commerciale Waverley Mall, attaccato alla stazione. Quest’ultimo apre alle 09:00, ma per fortuna alcuni negozi spalancano le porte già alle 08:30. Con 4,85 £ mi sazio con un cappuccino, un succo di arancia, una macedonia e una brioches salata, calda e buonissima. Il cappuccino viene servito in tazze enormi e anche qui…niente acqua gasata. Tutto molto buono ed economico devo dire. Prima di cominciare a girare la città devo affrontare un problema: trovare un adattatore per poter ricaricare il cellulare. Su consiglio di un negoziante provo prima da Sainsbury’s, una catena di piccoli mercati dove le casse sono tutte automatiche, ma senza successo. Alla fine lo trovo al prezzo di 6 £ in un negozio di telefonia all’interno del centro commerciale. Il tempo è peggiorato e ha appena iniziato a piovere ma in maniera molto leggera per fortuna. Per cui apro il mio ombrello tascabile ed esco alla scoperta di Edimburgo. Comincio dai giardini di Princes street che si trovano proprio lì a fianco, con all’interno il famoso orologio floreale e lo Scott Monument, costruito nel 1846 per commemorare la vita di Sir Walter Scott. Anticamente quest’area era occupata dal lago più importante della città: il Nor Loch. I giardini furono inaugurati nel 1820 dopo il drenaggio del lago. Bisogna dire che le aree verdi sono tenute veramente in maniera impeccabile in tutto il regno unito e anche questa non fa eccezione. Peccato che il cielo grigio non renda giustizia ai colori dei fiori. Proseguendo passo di fianco alla statua dell’orso-soldato Wojtek. Quest’orso fu adottato da alcuni soldati dell’esercito polacco durante il secondo conflitto mondiale, i quali arrivarono addirittura ad arruolarlo quando i regolamenti britannici proibirono di tenere animali. Sembra addirittura che partecipò alla battaglia di Monte Cassino in Italia. Alla fine della guerra Wojtek trascorse gli ultimi anni di vita nello zoo di Edimburgo. Arrivo quindi alla fontana a cui faccio qualche scatto con il castello sullo sfondo. Un’immagine suggestiva. Dai giardini risalgo la rocca e arrivo fino all’ingresso del castello verso le ore 10:15. L’idea di visitarlo però non mi passa neanche per la testa data la quantità di persone in coda per entrare. Meglio rimandare ad un altro giorno e presentarsi prima. Mi butto quindi sul Royal Mile, la strada medioevale fatta tutta di ciottoli che collega il castello con il palazzo della regina. Questa storica via rappresenta una delle principali attrazioni turistiche della città, costellata di pub (tra cui the world’s end, uno dei più famosi di Edimburgo), ristoranti e negozi di souvenirs (più cari che altrove). Peccato che la presenza di numerosi pullman turistici e di furgoni per la consegna delle merci renda molto caotico il tutto tanto da procurarmi qualche problema nello scattare alcune foto. Comunque nel pomeriggio la strada viene chiusa al traffico con gran sollievo dei turisti. Molto interessante la Cattedrale di St. Giles a circa metà strada, fatta di pietra scura vulcanica come la maggior parte degli edifici storici di Edimburgo. Sembra quasi che l’intera città vecchia sia appena scampata ad un colossale incendio. Un altra attrazione turistica all’interno del Royal Mile sono i vicoli (close) che si aprono sui cortili interni (court), i quali a volte ti sorprendono con architetture o scorci molto particolari. Alcuni sono anche citati nelle guide turistiche come il Writer’s court. Visto che ormai è ora di pranzo decido di fermarmi a mangiare al Caffè Vita, proprio sul Royal Mile, dove con 12,45 £ prendo una specialità scozzese: il fish and chips, accompagnato da ½ litro di acqua (gasata finalmente). Nel primo pomeriggio arrivo al Palazzo di Holyroodhouse, la residenza della regina quando è in città. Di fronte si trova il Parlamento Scozzese, un edificio in stile troppo moderno, in netto contrasto con il carattere di Edimburgo oserei dire. La visita al palazzo e ai giardini (esclusa la collezione di opere d’arte) costa 15 £, compresa di audioguida che mi racconta vita, morte e miracoli della famiglia reale. I giardini ovviamente sono tenuti in perfetto stato probabilmente da un esercito di giardinieri e botanici. Il giro mi porta via un paio di ore e all’uscita, visto che la pioggia si è fatta ancora più insistente, decido di tornare in albergo. Prima però mi fermo ancora da Gregg’s per un espresso e un cookie che mi costano ben 2,60 £. Malgrado il brutto tempo mi colpisce la quantità di ragazzi e ragazze che indossano semplicemente una felpa o addirittura la minigonna, senza ombrelli o giacche impermeabili, mentre io invece sono bardato quasi come per una spedizione polare. Finalmente alle 16:30 arrivo alla guest house dove mi godo un meritato riposo fino alle 19:40. Per la cena mi reco nella città vecchia, più precisamente nella zona di Grassmarket, la piazza dove anticamente venivano eseguite le pene capitali, e faccio una foto al pub The Last Drop, dove sembra che i condannati a morte si facessero appunto “l’ultimo goccio”. Purtroppo mi accorgo di avere dimenticato il borsello in camera e quindi sono costretto a rientrare in fretta e furia per controllare e concludere così la serata a stomaco vuoto.

TERZO GIORNO

Anche stamattina mi sveglio abbastanza presto e, dopo l’immancabile tazza di the, esco in direzione Calton Hill, una delle colline che circondano il centro storico di Edimburgo, a poca distanza dal mio albergo. Prima però faccio una sosta in un negozietto di alimentari dove per 2,40 £ prendo 2 brioches grandi, 2 banane e un bounty. Ai piedi della collina mi fermo a prendere un cappuccio buono ma maledettamente caro: 2,30 £. Fregato !!! La cima è facilmente raggiungibile a piedi o anche in pullman volendo e offre uno stupendo panorama sulla città vecchia. Oltre al paesaggio si possono osservare il National Monument, un colonnato costruito per rendere omaggio ai caduti delle guerre napoleoniche, l’antico osservatorio astronomico e il monumento all’ammiraglio Nelson, l’eroe della battaglia di Trafalgar. Quest’ultimo è una torre panoramica che però offre una vista non molto diversa da quella della collina per cui, essendo a pagamento (e soprattutto non avendo voglia di sorbirmi 170 gradini che portano in cima), decido si soprassedere. Dopo circa 45 minuti passati a godermi il luogo scendo e ai piedi della collina mi imbatto nel cimitero di Calton Hill, che certo merita una visita. Interessante. Anche se può sembrare un po’ macabro, i cimiteri antichi in Scozia, con le loro lapidi storte e coperte di muschio, sono luoghi di interesse turistico tant’è vero che sono aperti 24 ore su 24. Non è raro infatti, dopo che il sole è tramontato, vedere aggirasi tra le tombe gruppi di turisti che partecipano al Ghost Tour, il giro dei fantasmi, che celebra il passato oscuro e sanguinoso della città conducendo i malcapitati visitatori sui luoghi delle apparizioni e delle strane esperienze accadute nei vicoli del centro storico, nei sotterranei e appunto negli antichi cimiteri, secondo la migliore tradizione scozzese. Da un cimitero ad un altro. Dopo circa 30 minuti di cammino rilassato eccomi al cimitero di Greyfriars, un altro dei luoghi più visitati della città. Prima di entrare è d’obbligo una foto con la statua di bronzo del cane Bobby mentre gli tocco il naso (pare porti bene). Questo cane rimase a vegliare ogni giorno sulla tomba del suo padrone, morto di tubercolosi nel 1858 e seppellito proprio a Greyfriars, per ben 14 anni. Come segno di gratitudine la gente di Edimburgo si prese cura di Bobby fino alla sua morte, avvenuta nel 1872, all’età di 16 anni. A ricordo del fedele Terrier venne posta una lapide all’ingresso principale, poco lontano da quella del suo padrone, dove la gente lascia ancora oggi dei fiori o dei bastoni, come se il cagnolino dovesse tornare a giocarci.

Il cimitero è anche famoso per la tomba di un tale chiamato Thomas Riddel, un illustre sconosciuto il cui nome però ispirò alla scrittrice J. K. Rowling quello di Tom Riddle ovvero colui che non si può nominare cioè il famigerato Lord Voldemort della saga di Harry Potter. Al di là di questi motivi, il cimitero di Greyfriars è comunque un ottimo luogo dove riposarsi e concedersi uno spuntino lontani dal caos cittadino, magari sedendosi su una panchina tra le lapidi consumate a guardare gli scoiattoli rincorrersi (cosa che appunto faccio). Dopo essermi ricaricato e ristorato per bene mi dirigo verso Old Town, la città vecchia, e passo davanti alla caffetteria The Elephant House. La scritta che troneggia all’ingresso è inequivocabile: questo è il luogo che diede i natali a Harry Potter. Sembra infatti che la Rowling venisse qui a fare colazione e che proprio in questo posto scrisse i primi capitoli della saga del maghetto. Leggenda vuole che lo facesse per stare al caldo poiché non aveva i soldi per alzare il riscaldamento a casa sua. C’è un rapporto molto stretto tra la città di Edimburgo e il mago occhialuto; è abbastanza frequente infatti incontrare gruppi di turisti impegnati nell’ Harry Potter tour, visitando i luoghi dove sono stati girati i film o quelli che hanno ispirato la scrittrice. Inoltre in giro per la città ci sono parecchi negozi (della catena boy wizard) dove è possibile trovare tutto il merchandaising legato alla saga come felpe, magliette, tazze e perfino bacchette magiche e amuleti. Proseguendo il giro nella città vecchia arrivo di nuovo in Grassmarket, dove mi fermo a mangiare un hamburger enorme e una coca-cola per 11,50 £. Mi reco poi sul Royal Mile per vedere il punto da cui partirà domani il pullman che mi porterà in giro per le highlands, quindi in albergo per dare un po’ di tregua alle mie estremità inferiori. Alle 18:30 esco di nuovo per dirigermi verso il quartiere di Dean, a poca distanza dal castello. C’è molto vento e il cielo è finalmente pulito ma dura poco. Questo quartiere, pur essendo attaccato al centro, è molto tranquillo e pulito ,con tante case di corte e piccoli giardini ben curati. Sembra quasi un villaggio di campagna. Rilassante. Nascosta tra le case si trova la Well Court dove, in un cortile racchiuso tra alti edifici, i panni vengono ancora stesi all’aria aperta ad asciugare. Da qui parte la Water of Leith, un lungo sentiero pedonale immerso nel verde che costeggia il ruscello e che mi porta nel quartiere di Stockbridge, altra zona che merita una visita, specialmente Circus Lane (meglio di giorno). Visto che ormai è ora di cena e che purtroppo ha ripreso a piovere mi fermo a mangiare in un ristorante italiano dove con 16,45 £ mi sazio con un piatto di bruschette, una pizza margherita e ½ litro di acqua gasata. Buona la pizza ma con troppo aglio (???). Riempito lo stomaco mi dirigo verso l’albergo per un meritato riposo.

QUARTO GIORNO

Oggi gita sulle Highlands e crociera sul Loch Ness organizzato con Scozia Tour (www.scoziatour.com) direttamente dall’Italia al costo di 52 €. Dopo colazione mi presento al luogo dell’appuntamento, sul Royal Mile, alle 07:30 (sigh). Nell’attesa di salire sul pullman prendo un altro dolce in una caffetteria attigua, e scopro così che i locali pubblici hanno la combinazione numerica per accedere ai servizi, che ti viene comunicata dal barista. Sul pullman è obbligatorio allacciarsi le cinture di sicurezza. Il tour è interamente in italiano e la nostra guida, molto preparata, si chiama Cristina. La prima tappa, dopo circa un’oretta e mezza, è a Kilmahog, un paesino, con un bagno a pagamento (50 pence) coi tornelli e una coppia dei bovini delle highlands che sembrano essere messi lì ad uso e consumo dei turisti. Deludente. Dopo la sosta puntiamo su Glencoe, nel cuore delle Highlands scozzesi, i cui paesaggi, aspri e incontaminati, scorrono davanti al mio finestrino come in un documentario in 3D. Meravigliosi. Ci fermiamo diverse volte ai margini della strada per fare degli scatti mentre la nostra efficiente guida ci erudisce sulla sanguinaria storia scozzese, fatta di lotte per il potere e per l’indipendenza, sulle battaglie che hanno avuto luogo in queste lande e sugli eroi che le hanno combattute come William Wallace e Rob Roy. Il tempo non è dei migliori, nuvole basse con leggeri rovesci di pioggia, ma fa parte del fascino di questi luoghi. Procedendo attraversiamo Fort Williams per poi giungere a Fort Augustus, sulla sponda meridionale del lago di Loch Ness. Qui abbiamo un ora di tempo per esplorare questa piccola cittadina e per saziare i nostri stomaci, visto che è ormai ora di pranzo. In un negozio di alimentari prendo un panino con prosciutto e formaggio, dei barattoli di marmellata e dei biscotti tipici come souvenir spendendo 10,55 £. Interessante è il canale di Caledonia, che collega la costa orientale presso Inverness con la costa occidentale appunto a Fort Williams. Sembra una specie di canale di Panama in miniatura. Abbiamo anche la fortuna di assistere alle complicate procedure per il passaggio di una piccola imbarcazione. Alle ore 14:00 ci imbarchiamo su un piccolo battello per una breve crociera sul lago di Loch Ness (14 £), sperando di incontrare il leggendario mostro. L’esperienza è piuttosto deludente sia perché non c’è traccia del mostro sia perché non c’è niente di particolarmente interessante da vedere. Le sponde del lago sono prive di spiagge, con la vegetazione che arriva praticamente in acqua, e non ci sono paesini interessanti da osservare. Verso le 15:15 ci rimettiamo in viaggio e ci fermiamo a visitare il Commando Memorial, un monumento dedicato ai combattenti della seconda guerra mondiale. Alle sue spalle il Ben Nevis, il monte più alto di tutta la Gran Bretagna…almeno credo che ci sia… perché le nuvole e la foschia lo nascondono completamente. Dopo questa sosta e molti scatti, arriviamo a Pitlochry, una rinomata località di villeggiatura nelle Highlands centrali, dove ci fermiamo una mezz’oretta. Giusto il tempo per chiudere un buco nello stomaco con una pasta, un espresso (4,30 £) e un ottimo gelato al whisky (3£) che sembra sia una apprezzata specialità locale. Un po’ caro ma buono. Per fortuna che il tempo è migliorato e in cielo si affaccia anche un timido sole. Il pullman ci scarica a Edimburgo alle 20:00 e, visto che ormai è ora di cena decido di mangiare al Bar Burrito, un ristorante messicano delle vicinanze del castello. Qui con 9,95 € mi sazio con un burrito e una coca cola. Il burrito non è molto buono ma in compenso è enorme e mi riempie completamente lo stomaco. Tornando in albergo decido di esplorare la New Town, la città nuova, cioè quella parte di città compresa tra Princes Street e Queen Street, meta preferita degli amanti dello shopping. E’ qui infatti che si trovano i negozi delle grandi catene e le boutique, oltre a numerosi pub e locali . Mi fermo a prendere un whisky (dopotutto sono in Scozia) al pub Alexander Graham in George Street spendendo 2,80 £. Ottimo whisky e ottimo locale. Lo consiglio. Rientrando passo per Rose Street, una via esclusivamente pedonale piena di ristoranti di ogni etnia…peccato che ho già mangiato…a saperlo… Alle 22:00 arrivo in stanza dove il sonno non tarda a raggiungermi.

QUINTO GIORNO

Oggi è il giorno della Scotch Whisky experience. Ma prima qualche souvenir. In un negozio in Princes Street trovo 4 calamite a 10 £, per poi trovarne uno subito dopo che ne vende 3 a 5 £ (porc…!). Arrivo sul luogo, sul Royal Mile appena prima del castello, alle ore 10:30. C’è un po’ di gente ma la coda è scorrevole. Scelgo il silver tour da 16 £ cioè il giro normale. Quello con molteplici assaggi di whisky alla fine costava 28 £. Troppo !! A metà del giro un piccolo inconveniente: suona l’allarme antincendio. Veniamo tutti condotti gentilmente verso l’uscita e dopo un sopraluogo dei pompieri, che non trovano nulla, in capo a 20 minuti riprendiamo da dove avevamo interrotto. L’esperienza si rivela molto interessante (a patto di non essere astemio), soprattutto la parte in cui ti insegnano a riconoscere i vari tipi di whisky in base al colore, gusto, profumo eccetera. Spettacolare poi l’ingresso in una specie di camera blindata in cui è custodita la più grande collezione di bottiglie di whisky al mondo con circa 4000 esemplari, di tutte le forme e dimensioni. Concludo il giro con l’acquisto di qualche bottiglia mignon di whisky (di cui faccio collezione) nel negozio attiguo. Quelle più grandi le posso solo guardare visto i prezzi. All’uscita, dato che ormai è ora di pranzo, mi fermo in un locale sul Royal Mile dove mi gusto un piatto di pollo piccante con patate bollite e verdure, accompagnato da ½ litro di acqua gasata spendendo 9,75 €. Tutto molto buono. Satollo e riposato mi dirigo verso il posto forse più panoramico di Edimburgo: Arthur’s Seat. Si tratta della maggiore delle colline che fanno parte di Holyrood Park, alta 251 metri, il cui nome sembra derivi da una leggenda legata a re Artù. La giornata è piuttosto fredda ma il vento forte che ha spazzato via le nuvole più basse mi dovrebbe garantire una buona visuale sulla città. La salita mi porta via quasi mezz’ora ma ne vale sicuramente la pena: il panorama (e soprattutto la scarpinata per raggiungere la cima) è di quelli che ti lasciano senza fiato, a 360 gradi su Edimburgo e dintorni fino al mare. Incredibile. La gran quantità di gente, il vento e il freddo pungente però rendono difficoltosa la permanenza sul luogo per cui dopo una ventina di minuti e innumerevoli scatti decido di scendere e di riposarmi nel parco ai piedi della collina, sulle rive di un piccolo laghetto frequentato da gabbiani, cigni e oche. Non posso ancora una volta fare a meno di ammirare la cura con cui sono tenuti gli spazi verdi in Scozia. Tutto intorno a me non vedo una sola cartaccia, pezzo di plastica o mozzicone di sigaretta per terra, neanche a cercarli col proverbiale lanternino. Abbiamo molto da imparare sotto questo aspetto. Visto che è ancora abbastanza presto ed è anche spuntato un tiepido sole tra le nuvole, decido di recarmi alla spiaggia di Portobello, situata qualche chilometro a est del centro città. Per fare questo mi reco a piedi in London Road, che è abbastanza vicino e prendo il bus numero 26 (che per fortuna arriva subito), che mi porta a destinazione in circa 15 minuti. In Scozia il bus costa 1,70 £ per la corsa singola e bisogna avere i soldi contati perché gli autisti non danno il resto, per cui….ci rimetto 30 pence. La spiaggia, lunga ben 5 km, è molto ampia e pulita, degna dei migliori stabilimenti balneari anche se ovviamente non c’è ancora nessuno che si azzardi a fare il bagno. Decido di percorrerla per un breve tratto sul bagnasciuga con le scarpe in mano e i piedi a mollo sentendo la sabbia sotto i piedi e godendomi qualche scampolo di sole. Piacevole. Tutto intorno numerosi ristoranti e negozietti mi danno la sensazione di trovarmi in qualche nota località balneare fuori stagione e non certo nel nord Europa. Una curiosità: in questi luoghi un giovane Sean Connery veniva d’estate a fare il bagnino per sbarcare il lunario prima di vestire i panni dell’agente segreto più famoso del cinema. Verso le 17:30 prendo l’autobus per il ritorno e mi reco in albergo per un po’ di riposo. Per cena mi reco da KFC Edimburgh, un fast food dalle parti di Princes Street dove con 6,79 £ mi sazio con un piatto misto di carne di pollo e manzo, fagioli, salsa piccante, patatine fritte e 1/2 litro di acqua gasata. Subito dopo mi reco al pub Conan Doyle, dedicato all’omonimo scrittore papà di Sherloch Holmes, che proprio in questa città ebbe i suoi natali. Molto caratteristico. Dopo essermi fatto rubare 4 £ per un bicchiere di whisky rientro in stanza per un meritato riposo. Splendida giornata.

SESTO GIORNO

Oggi visita al Castello. Vista la precedente esperienza decido di svegliarmi abbastanza presto per evitare lunghe code. Prima però faccio una sosta da Sainsbury’s per comprare qualcosa da mangiare per colazione. Prendo del salame, una macedonia di frutta confezionata, yogurt e cioccolata spendendo 4,70 £. Arrivo all’ingresso del castello verso le 09:00…e scopro che apre alle 09:30. Beh…almeno sono uno dei primi della fila. L’ingresso costa 19,50 £, pagando un supplemento è possibile avere l’audioguida (cosa che non faccio). Il panorama dal cortile è fantastico: dalla sua posizione in cima alla rocca il castello domina tutta la città di Edimburgo. Tra tutte le fortezze antiche della Gran Bretagna è una delle poche che può vantarsi di avere una guarnigione permanente, anche se solo per rappresentanza, ed è sede del quartier generale del Royal Regiment of Scotland. All’interno del castello si trovano alcuni musei, una cappella e diversi altri luoghi di interesse come lo Scottish National War Memorial, che contiene dei registri che riportano i nomi dei soldati scozzesi caduti durante le guerre (compresi i più recenti in Irak e Afghanistan), e le prigioni dove anticamente venivano alloggiati i prigionieri di guerra. Ho anche la fortuna di assistere alla cerimonia del cambio della guardia proprio davanti al memoriale. Da non perdere assolutamente è la Crown Room, che contiene i gioielli della corona scozzese, e la Pietra di Scone, sulla quale sono stati incoronati tutti i re di Scozia fin dai tempi antichi. Per un ulteriore colpo della buona sorte, oggi al castello ci sono ospiti importanti, per cui assistiamo anche ad una parata della banda militare in loro onore, e ad alcune salve sparate dalla Half Moon Battery. La visita finisce alle ore 12:30 e, dopo un pranzo veloce da Mc Donald’s (un Fleto Fish a 3,29 £), mi reco in albergo per dare un po’ di tregua alle gambe. Alle ore 14:30 esco per recarmi al Royal Botanic Garden, che dista pochi minuti di cammino. In Scozia c’è un detto: “se non ti piace il tempo scozzese aspetta 5 minuti e vedrai che cambia”. Niente di più vero. Nel tragitto che va dall’albergo ai giardini infatti ho fatto in tempo ad aprire e chiudere l’ombrello almeno tre volte. L’ingresso è gratuito ma non è certo questo il motivo per cui bisogna assolutamente visitare questo posto. Il giardino Botanico non solo è una delle principali attrazioni turistiche di Edimburgo, ma è anche un importante centro di ricerca scientifica per lo studio della biodiversità delle piante e al suo interno trovano posto più di 15.000 specie di vegetali, il tutto immerso in una specie di oasi rilassante e lontana dal traffico cittadino. Da non perdere il percorso attraverso le serre che attraversa una serie di ambienti diversi ognuno con la sua vegetazione specifica; dal deserto alla montagna, dalla foresta pluviale a quella temperata. Per la cena mi reco da Wetherspoon, vicino a Calton Hill, dove con 9,54 £ mangio un piatto di polpettine di salmone, una coca cola e un caffè espresso (che mi devo fare da solo alla macchinetta). Mi dirigo poi in camera per una meritata dormita.

SETTIMO GIORNO

Oggi purtroppo è il giorno del rientro in Italia. D’altronde ogni bel gioco dura poco. Col permesso del proprietario (che abita proprio sotto la casa, nel piano interrato) lascio il bagaglio in camera e mi dirigo verso Holyrood Park per una passeggiata nel verde ma senza avventurarmi sulle colline. Dopo di che decido di visitare uno dei musei della città: il National Museum of Scotland, che si trova accanto al cimitero di Greyfriars. Vale decisamente la pena visitarlo, anche perché l’ingresso è gratuito e fuori il tempo sta peggiorando. Prima però mi fermo a mangiare l’ultimo fish and chips in terra scozzese (8 £). Nato nel 2006 dall’unione di due musei, il national museum of Scotland contiene artefatti provenienti da tutto il mondo nell’ambito geologico, archeologico, scientifico, tecnologico, artistico e di storia naturale. Mi è piaciuta molto la parte dedicata alla scienza, con lo scheletro di un tirannosauro in grandezza naturale. Seppur superficiale, la visita mi porta via un paio d’ore e, giunto all’uscita, è ormai ora di andare prendere il mio bagaglio. Se non altro il meteo scozzese si dimostra coerente: sono arrivato con la pioggia e me ne vado con la pioggia. Un ulteriore curiosità: in aeroporto i monitor che riportano gli imbarchi si trovano oltre la barriera doganale. Non ce ne sono nella zona del check-in.

TIRANDO LE SOMME…

Edimburgo è una città dalle due facce. La prima è austera, severa, gotica…e certo il tempo scozzese non contribuisce a migliorarla. La scura pietra lavica di cui è fatta gran parte della città e la sanguinaria storia scozzese (di cui tutti siamo un po’ imbevuti grazie a film come Bravehart o Rob Roy) le danno poi un tocco quasi macabro. L’altra faccia è invece più gioviale e divertente…che ti spiazza con le apparizioni di guide vestite da fantasma o da Harry Potter per reclamizzare i tour omonimi. Il centro storico è abbastanza piccolo da essere girato tranquillamente a piedi senza troppi problemi. Sconsiglio l’uso della bicicletta visti i dislivelli presenti in città. Di alloggi ce ne è per tutti i gusti e per tutte le tasche; gli standard qualitativi sono abbastanza alti. Difficilmente troverete una “topaia” ad attendervi, soprattutto se passate attraverso internet. La Scozia è senza dubbio più cara dell’Italia ma per fortuna non ha ancora dei costi proibitivi. La cucina locale non è molto varia: si mangiano soprattutto carne di manzo e pesce (di cui gli scozzesi sono allevatori oltre che consumatori). Poca la frutta e abbastanza costosa. Il modo migliore per girarla, soprattutto se siete almeno due persone, è quello di affittare una macchina. Fate attenzione alle strade che a volte sono molto strette e scarsamente illuminate. Se volete fare una gita guidata consiglio di scegliere bene il tragitto e il tour operator. Quella che ho prenotato io dall’Italia (www.scoziatour.com) non mi ha soddisfatto per diversi motivi.

  1. Troppo caro. A quel prezzo (53 €) avrebbe dovuto essere compreso il pranzo.
  2. Troppo tempo passato in pullman.
  3. Soste troppo brevi. Appena sufficienti per sgranchirsi le gambe.
  4. Crociera sul Loch-Ness deludente. Niente di speciale da osservare.

Ci sono tanti operatori locali che organizzano le stesse gite anche se non in italiano. Consiglio di dare un occhiata anche a quelli prima di decidere. Il periodo migliore per visitare la Scozia è ovviamente l’estate, ma anche in quella stagione il bel tempo non è certo garantito. E’ solo più probabile. Non cambiate i vostri piani in funzione del tempo meteorologico. Ricordate che “se non ti piace il tempo scozzese, aspetta 5 minuti e vedrai che cambia”.



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