In Scozia con l’auto… e il pancione

Un viaggio tra Edimburgo e gli splendidi castelli
Scritto da: chri
in scozia con l'auto... e il pancione
Partenza il: 02/08/2011
Ritorno il: 16/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Dopo due meravigliosi viaggi e oltre 7000 km in Inghilterra, quest’anno non potevamo fare il “non c’e’ due senza tre” e così abbiamo deciso di visitare la bella Scozia. Il 2 agosto partiamo io, alberto e la nostra bimba beatamente accovacciata nella mia pancia ormai al sesto mese, poche valigie e via, con la nostra auto, per la nostra ennesima avventura. Fatta la spesa di viveri e caricato il nostro frighetto c’incamminiamo per l’Autobrennero, il nostro odiato caldo e’ ben sostenuto ma non ci fa paura perchè tanto sappiamo che km dopo km la sua potenza svanirà sempre più’. Sosta al Brennero per un fantastico hot dog dal tedesco del furgoncino fermo in centro e poi via diretti per Monaco. Il viaggio prosegue molto bene, con calma, con tante innumerevoli soste fisiologiche per la mia particolare condizione. Attraversiamo la parte sud di Monaco, quest’anno vogliamo evitare il lunghissimo anello autostradale, ed essendo ormai tardi non troviamo particolari problemi di traffico. Cerchiamo un motel per riposare ma ne perdiamo ben due, purtroppo li vediamo all’ultimo momento e col buio non riusciamo a capire l’uscita esatta, forse siamo troppo assonnati. Alla fine decidiamo di dormire nell’area di servizio a Pforzheim, non erano esattamente questi i nostri piani ma è andata così. Siamo in compagnia di molti altri viaggiatori in camion, auto e camper che stanno dormendo. Riposiamo comunque bene.

3 – 4 Agosto

Il viavai di mezzi ed il brulicare di gente ci sveglia, facciamo colazione con beverone di caffè rovente e dolcetti e ripartiamo. Facciamo un tratto di strada dentro la Foresta Nera perchè siamo curiosi di vedere un pò la zona e ci fermiamo per sosta e passeggiata nel paese di Bad Herrenalb. Ci sono molte case a graticcio, c’è poca gente, il cielo è grigio, i prati sono verdissimi e tutto è molto rilassante. Comunque l’insieme è molto simile ai nostri paesi dolomitici. Riprendiamo quindi la marcia in direzione Saarbrucken ma lasciamo appositamente l’autostrada per fare la normale per accorciarla notevolmente e sostiamo 2 orette per pranzare e riposare a Pirmasens, nel mezzo dei boschi della Renania. Il pomeriggio prosegue lungo le autostrade del Lussemburgo e Belgio sempre con le nostre innumerevoli soste e arriviamo al porto di Calais che e’ oramani buio da ore. Visto che quest’anno abbiamo prenotato il traghetto via internet (www.seafrance.com – lo consigliamo, si risparmia notevolmente, biglietto a/r – 1 auto – 2 pers. € 96.) facciamo i biglietti ed il check-in velocemente e alle 2 siamo già sulle poltrone di una nave semideserta. Io sono cotta ma sto bene, il mare fortunatamente e’ calmo, il cielo e’ tempestato di stelle e in 1 ora e mezza scarsa attracchiamo per la terza volta in suolo inglese accolti come sempre dalle bianche scogliere di Dover ben visibili anche nel cuore della notte. Son le 2,30 ora inglese, lasciamo Dover, intanto cominciamo a cercare qualche hotel ma nulla, tutto occupato. Nel frattempo andiamo avanti, vorremmo passare il temuto ring di Londra, ma non ce la facciamo. Son le 3,30 oramai l’idea dell’ hotel viene abbandonata e così ci fermiamo in un parcheggio di un centro commerciale proprio sullo svincolo che immette nell’anello di Londra e piombiamo nel sonno. Meglio fare attenzione ai parcheggi perchè la maggior parte sono video-sorvegliati e prevedono una sosta di 2 ore gratis dopo di chè ci sono 8 £ da pagare e per gli evasori la somma sale a £80. Per il pagamento, direi che sono un po’ complicati questi inglesi, bisogna pagare via telefono digitando il numero del parcheggio in cui ci si trova indicato sui cartelli. Noi abbiamo scoperto questi cartelli dopo qualche giorno, sostando in altri luoghi, quindi non so’ se ci arriverà qualche multa. Vedremo. Ignari di tutto, dormiamo come ghiri. La luce ci sveglia già alle 6,30 ma rimaniamo sdraiati tra un sonnellino e l’altro fino alle 8. Testiamo se le nostre schiene ci reggono ancora in piedi, soprattutto la mia, ma va tutto molto bene. Andiamo al centro commerciale, facciamo toilette e ricarichiamo le pile con qualche nostro dolcetto e con un caffè inglese, identico a quello tedesco, di circa mezzo litro e ripartiamo. Tutta la giornata viene impiegata per attraversare il cuore dell’Inghilterra, sotto una pioggia torrenziale e lungo autostrade incasinatissime e pericolosissime dato le condizioni atmosferiche. Passiamo il ring di Londra senza problemi, l’incasinato nodo autostradale di Birmingham, facciamo le nostre solite soste, ci concediamo la prima english breakfast della vacanza verso le 12 in una stazione di servizio, quindi per noi è il pranzo ed in serata entriamo nell’altro complicato intreccio di autostrade di Liverpool- Manchester. Per fortuna ha smesso di piovere e ormai molto stanchi, andiamo a colpo sicuro e ci fermiamo nell’hotel della catena Premiere Inn a Leigh, proprio lungo la statale che collega le due città… dove abbiamo dormito l’anno scorso quando le abbiamo visitate. Per 62£ abbiamo un pulito e comodo letto, niente di bello ma tutto ottimo e ben apprezzato dopo ben due notti in macchina come i vagabondi! Se solo sapessero i nostri familiari che avventure stiamo facendo vivere alla loro nipotina.

5 agosto

Oggi giornata di entrata nella mia tanto desiderata Scozia. Il tempo e’ migliorato. Difficile trovare un solo aggettivo per descrivere il tempo scozzese, perche’ varia di minuto in minuto, tra sole, soletto, nuvoloso, cupo, nebbioso, pioggerellina e acqua torrenziale. Comunque al momento non piove e ci sono dei flebili raggi di sole. Passiamo i fantastici paesaggi che abbiamo fatto l’anno scorso del Lake District e della Cumbria, ci fermiamo in una bellissima area di servizio, dopo Carlisle. L’ultima in Inghilterra, immersa nel verde, con tanto di laghetto e ochette, un bellissimo farm shop, con prodotti locali carissimi. Noi abbiamo acquistato dei fruit-pie, tipo paste frolle ripiene di ciliege e rabarbaro, belle agli occhi ma rivelatesi per noi schifosissime, quasi crude, nauseanti. Verso le 11 varchiamo il confine a Gretna Green il paesello e’ famoso nella storia recente per la celebrazione di matrimoni lampo. Si dice che in un passato remoto, il fabbro del villaggio celebrava matrimoni alle coppie non ancora maggiorenni provenienti da tutto lo stato, c’e anche il relativo museo. Per le vie ci sono un sacco di negozi di fotografi e wedding planner e sono esposte immagini di sposi, torte e abiti nuziali ovunque e tuttora è rimasta la tradizione di sposarsi in questo villaggio. Facciamo la foto di rito nello stesso posto a distanza di un anno, davanti al ristorante bianco, ora chiuso, dove ovviamente celebravano matrimoni, forse il simbolo di Gretna, con un doppio nome: “the first house in Scotland” o ” the last house in Scotland”, dipende da dove si arriva. L’anno scorso abbiamo fatto dietro front, mentre quest’anno Gretna e’ stata la nostra porta d’ingresso in Scozia. Giretto all’outlet per riattivarmi la circolazione e poi gigantesco fish&chip di haddock, appetitoso ma un po’ troppo unto. L’haddock, in italiano eglefino, è simile al merluzzo e caratterizzerà le nostre insane scorpacciate di fish&chip e ben presto capiremo che e’ uno dei pesci più mangiati e famosi di Scozia, direi il fish per eccellenza. Riprendiamo il cammino e cerchiamo di portarci un po’ in su’, passiamo Glasgow in quanto non abbiamo intenzione e voglia di visitarla. Riprendiamo l’auto e nel paese di Milton, ai piedi di quel che resta del Vallo di Antonino, l’ultimissimo confine romano, troviamo alloggio in un Inn (locande/pub)-www.miltoninn.co.uk – £ 72. La stanza e’ bella, pulita, spaziosa. Dopo una cenetta tutta italiana di penne al tonno e pomodoro cotte sul nostro fornellino Camping Gaz, io mi butto a letto per non alzarmi più fino al mattino dopo, mentre Alb. scende al pub a dilettarsi tra pinte di Guinness, musica e karaoke (non ha cantato, ha solo guardato, spero!).

6 Agosto

Oggi giorno del mio compleanno e quale miglior modo di festeggiare se non con la prima abbondantissima colazione scozzese nel pub deserto. Ci sono le solite cose di quella inglese (salsiccie, bacon, uova, fagiolini,pane fritto, pomodoro) con l’aggiunta dell’haggis (insaccato d’interiore di pecora macinate con cipolla, spezie, farina d’avena e grasso di rognone), io non lo voglio nemmeno vedere e sarà così per tutta la vacanza in Scozia, così Alberto se ne cuccherà costantemente 2 fette al giorno, sperando solo che il suo fegato regga. Partiamo quindi in direzione Oban, rigogliosa cittadina sulla striscia di mare del Firth of Lorn. Facciamo tappa nel paese di Inveraray, sapevo che c’era l’omonimo castello dei duchi di Argyl da vedere. Parcheggiamo l’auto e ci facciamo una bellissima passeggiata lungo il vialone verdissimo che porta al castello. E’ bello, non molto grande, lo ammiriamo un po’ da lontano ma poi facendoci il giro riusciamo a vedere la parte dietro, entriamo nel gift shop per curiosare e poi lentamente ritorniamo. Mi fermo nel negozio di articoli in lana che c’e all’inizio del paese e compro le prime sciarpe per me. Riprendiamo il percorso ed arriviamo quindi nella cittadina di Oban, molto bella, affollata di gente seduta ovunque, nei locali, lungo il porticciolo ad ammirare i traghetti della Caledonian Ferry diretti alle Ebridi e nelle tavole davanti ai negozietti di pesce. Così lo facciamo anche noi, gustando gamberoni, insalata di mare, cozze accompagnati da una cestellata di patate fritte prese al vicino fish&chip. Che meraviglia! Dopo aver girato in lungo e largo, fatto la spesa al supermercato della catena Tesco (sono tutti fornitissimi e a buon prezzo) ritorniamo in auto e ci portiamo in sù verso Fort William. Passiamo per panorami molto belli, verdeggianti, rilassanti ma inizia a piovere e stavolta non dura 2 minuti come durante la giornata. Arriviamo nel cuore delle Highlands, nella cittadina di Fort Williams, famosa per essere il punto di partenza delle escursioni al Ben Nevis, il monte più alto di Scozia, per noi italiani: una collina. Siamo sotto un diluvio universale, per cercare qualche hotel o un B&B mi lavo per benino e prendo un sacco di freddo ma per fortuna troviamo una stanza in una casa di 2 vecchietti per 60£ (non hanno sito internet e purtroppo non ricordo nemmeno il nome). Doccia bollente, cena in camera e dritta sotto le coperte. Visto che la pioggia ha cessato, Alberto decide di fare due passi per esplorare un po’ il paese e per visitare qualche pub. Risento il diluvio universale battere sul tetto e Alb. rientra dopo mezz’oretta in condizioni pietose: si è dimenticato l’ombrello… ma ha trovato il pub!

7 Agosto

La signora ci prepara una buona scottish breakfast, incontriamo una coppia di ragazzi di Perugia che stanno ultimando la vacanza e dopo quattro chiacchiere, ripartiamo in direzione della famosa Isola di Skye. Attraversiamo paesaggi molto belli, laghi, laghetti di tutte le dimensioni e di ogni sfumatura di azzurro, immersi in una vegetazione rigogliosa, di un verde molto intenso e pecore ovunque. Il cielo e’ cupo, grigio, con nuvoloni enormi, come piace a me, purtroppo per la maggior parte del tragitto pioviggina, a tratti piove molto intensamente. Ci fermiamo a fare gasolio in una stazioncina dispersa tra i monti, dimenticata da Dio. Adoro questi angoli in cui il tempo sembra essersi fermato. Oltre alle due fatiscenti pompe di benzina c’e un minuscolo bar che prende il nome dalle 5 montagnole che lo guardano, le Five Sisters, vende un pochino di tutto ed alla fine niente in tutto. Beviamo un caffelatte rovente che la moglie del proprietario ci prepara nello stanzino a fianco con una vecchia macchinetta. E’ ideale per riscaldarci, ci sono circa 8 gradi e riprendiamo così il nostro percorso. Arriviamo al famoso castello di Eilean Donan, una rovina in riva al lago ma uno dei luoghi più simbolici e fotografati di Scozia. Il tempo ci regala uno scorcio di luce riuscendo a fare foto e riprese, in effetti il luogo e’ molto suggestivo, c’e un bellissimo gioco di colori. Non entriamo a visitarlo, non e’ previsto nel nostro programma e non ne abbiamo nemmeno voglia, ci vogliono circa 7 -8 £, secondo noi non ne vale la pena a parte godersi dalle rovine le vedute del lago. Arriviamo a Kyle of Lochalsh dove imbocchiamo il ponte che collega la Scozia all’isola e proseguiamo il nostro tragitto nelle vallate ondeggianti ricoperte di erica, cespugli, prati, laghetti sparsi e pecore, pecore ovunque, ed io penso al dannato haggis… Questa e’ la Scozia che m’immaginavo, la tetra e dura brughiera che adoro. Tra foto e riprese arriviamo alla capitale Portree. Passeggiamo in paese, facciamo foto. il cielo e’ grigio, c’e nuvolo, le case bianche costeggiano il mare, gabbiani ovunque, il piccolo porticciolo è pieno di barchette, il mare è calmissimo, come un tappeto, regna pace ovunque, solo il sibilo del vento ed il canto dei gabbiani. Ci è piaciuta molto. Per esser tranquilli andiamo a chiedere in un affitta camere (Bay View House, in centro) e un signore scozzese di mezza età che, secondo me, di scozzese aveva solo la camicia, ci da’ l’ultima camera disponibile, pulita, molto piccola ma con l’indispensabile. Lasciamo le valigie e tranquilli di aver un letto sicuro per la notte, iniziamo il giro dell’isola. Andiamo fino a castello Dunvegan pensando di poterlo vedere e far qualche foto ma si trova immerso in una foresta verde e una volta presa la stradina di entrata con l’auto, ad un certo punto si trova la casetta di blocco e si deve pagare. Non volendo entrare, torniamo indietro e percorriamo l’altra parte dell’isola, facendo il giro in senso orario. Il paesaggio è a dir poco fantastico, anche qui brughiera, raffiche di vento fortissime, freddo, nuvoloso, milioni di pecore, silenzio assoluto, insenature bellissime e scogliere mozzafiato. Facciamo una sosta a Uig, ci sono 3 case in tutto, pochissima gente, quasi deserto. Entusiasti decidiamo di visitare una delle pochissime brewery della Scozia, ma arrivati davanti al cartello “closed ” ci smontiamo subito. Anche qui, come in Inghilterra, alle 16.30 certi locali sono già chiusi e noi, da italiani d’och, ce lo dimentichiamo sempre! Un po’ tristi optiamo per l’unico pub del luogo, io mi fermo fuori a fare delle foto all’insenatura di mare su cui s’affaccia, c’e la secca e ci sono dei colori molto particolari. Quando entro trovo Alb. con una pinta di birra locale, dice che è molto leggera quindi dovrebbe smaltirla velocemente prima di riprendere la guida. Il pub è pieno di gente, stanno servendo anche deliziosi piatti, e mamma e bimba hanno l’acquolina in bocca, dato che oggi non hanno ancora seriamente pranzato! Cosi ordiniamo un fish & chip in due e, per fortuna, perchè ci arriva un gigantesco haddok imprigionato in una pastella deliziosa, una montagna di patatine e della verdura fresca con salsine, tutto per circa 7£. Anche qui fuori dal mondo troviamo due ragazzi italiani di Padova che hanno piantato la tenda al campeggio di Portee, visto il tempo sinceramente non l’invidio affatto. Deliziati dal fish e dalle chips, proviamo a ripartire e lentamente percorriamo la strada che dalla parte alta dell’isola scende direttamente a Portree, diventando in certi punti una single track (strada percorribile solo da un’auto ma con le piazzole laterali di fermata in caso d’incontro con altre auto). Ci fermiamo ogni tanto ad ammirare le vedute, il panorama, le scogliere, a far pipì tra i cespugli vicino alle pecore e alle 19 passate rientriamo in paese. La sera ha portato con se un freddo cane, quindi dopo una leggera cenetta in camera io stramazzo a letto, Alb. si fa quattro passi in centro giusto come relax di fine giornata.

8 Agosto

Colazione veloce in camera con vero caffè italiano di moka di casa, qualche dolcetto e si riparte. Lasciamo l’isola accompagnati da un bellissimo ricordo e ci immettiamo nella strada che porta a Loch Ness. C’è il sole, non ci crediamo. Il tempo scorre veloce, è un piacere essere in auto, perchè non si ha tempo d’annoiarsi, ogni km offre vedute diverse e senza neanche accorgerci ci troviamo a costeggiare il famoso lago. La vegetazione è fittissima e a volte il lago non si vede proprio. Ci fermiamo lungo le piazzole a fare qualche foto, lasciamo alle nostre spalle anche il famoso castello di Urquhart perche’ c’è la colonna ed il parcheggio è piccolissimo, ritorneremo più tardi e andiamo direttamente al Loch Ness Centre nel paese di Drumnadrochit. Qui tutto parla di Nessi, cartelli e immagini ovunque lungo le strade, nei locali, nei pub, nel relativo museo che non visitiamo (£7) e nel grande gift shop dove compro una tazza con Nessi per la mia collezione e delle calamite. La storia del mostro la conosciamo tutti ma chi ha voglia di viaggiare un po’ con la fantasia e farsi catturare dal mistero, il museo potrebbe essere l’ideale. Noi, causa la stretta tabella di marcia e la mia stanchezza, non l’abbiamo fatto. Ritorniamo quindi al castello e stavolta riusciamo a vederlo. Ci basta ammirarlo e fotografarlo dal parcheggio, anche questo, seppur suggestivo, e’ una rovina. Facciamo foto bellissime ma nel giro di 5 minuti vediamo arrivare come un mostro la nube di pioggerella finissima dal lago e in meno d’un minuto ci troviamo sotto un acquazzone pazzesco con fortissime raffiche di vento. il tempo di salire in macchina e tutto finisce: questa è la Scozia, o la si ama o la si odia. Ripercorriamo il lago fino alla fine ed arriviamo a metà pomeriggio ad Inverness, famosa cittadina sulla foce del fiume Ness e non sulle sponde del lago come tanti credono. Tentenniamo un pochino per trovare un alloggio ma poi per fortuna in una viuzza a circa 10 min. di camminata dal centro, troviamo un bel b&b – the Willows, £ 70. La stanza è molto bella e curata, ci riposiamo un po’e poi decidiamo di andare ad esplorare la città. Siamo sempre stati affascinati da Inverness, un po’ per la storia del mostro del lago un po’ perchè nella nostra mente la vedevamo come lontanissima, buia, dura, immersa nelle fredde nebbie del nord, dopo di lei il nulla. Ci troviamo invece in un gran bel centro cittadino, pieno di gente, con mille negozi, pub, locali. Girovaghiamo per le vie, c’è un leggero sole ma siamo ben vestiti. Sbircio nei numerosi negozi di souvenir e compro una piccola zampogna da appendere all’albero di Natale e un paio di simpatiche scarpine scozzesi per la nostra bimba. Rimaniamo più a lungo dentro il negozio perchè fuori si sta scatenando il solito improvviso diluvio. Dopo 5 minuti riprendiamo il nostro tour, andiamo a vedere il castello, il ponte, facciamo foto, riprese e intanto il freddo aumenta, ci sono delle fortissime raffiche di vento, io non so’ più come proteggermi. Assistiamo al passaggio di una banda di suonatori di cornamuse, tutti in kilt, molto bella, chissà se passa tutti i giorni o se stanno festeggiando qualcosa. Ricordandoci che qui i locali hanno la cucina aperta fino alle 21, decidiamo cosi di rifocillarci un poco, scegliamo a caso un pub (the Exchange) e ordiniamo un piatto unico in due ma il cameriere ci dice che in questa serata (il lunedì) tutti i piatti a £.9,99 vengono dati doppi, che dire, ci lascia a bocca aperta, e così arrivano 2 piatti del solito haddok gigante, patatine a go go, crocchette di polpa di scampi, piselli e salse a volontà. Mangiamo alla grande, tralasciando il numero di pinte che ordina Alb. tanto l’auto sta riposando ormai da ore nel giardino del b&b. Facciamo l’ultimo giro della serata per digerire e vedere il tramonto, le 22 son già passate di molto e ci sono ancora i colori rosati degli ultimi raggi di sole. Lentamente e felici ritorniamo al b&b.

9 Agosto

Facciamo un’abbondante colazione scozzese e dopo prenotiamo già la stanza per stasera, così oggi siamo rilassati e non pensiamo alle ricerche stressanti degli alloggi. Facciamo un altro giro in centro per smaltire la colazione, compriamo degli altri regalini per chi ci aspetta a casa e poi riprendiamo l’auto. Scegliamo a caso, andiamo a Fort George prima di Nairn. E’ un forte di guerra, con ancora le caserme di militari, facciamo qualche foto dall’esterno ma non ho assolutamente voglia ed interesse di visitarlo. Sicuramente però deve essere molto bello, grande ed interessante e ci sono un sacco d’italiani che stanno entrando (circa 10£). A dir la verità siamo finiti fin qui perche’ il mio intento era percorrere la strada dei delfini, dove ci sono delle postazioni per avvistarli, solo che di delfini neanche l’ombra, peccato. Riprendiamo l’auto, passiamo per Elgin e scendiamo lungo la statale immersa nella valle del fiume Spey, la zona delle distillerie per eccellenza. Ne vediamo tantissime, decidiamo di fare una breve sosta a quella del Glen Grant incoraggiati da una grande bandiera tricolore svolazzante all’entrata. Ci vogliono 3£ per la visita ma siccome la maggior parte dei turisti visitano la Glenfiddich distillery, più avanti, con entrata gratis, allora gironzoliamo attorno, andiamo al shop, facciamo qualche foto e poi ce ne andiamo. Percorriamo paesaggi bellissimi e arriviamo alla nostra meta e puntualmente ci facciamo fregare da questi britannici: la distilleria chiude alle 16,30 e il nostro orologio segna le 16,35, tutto chiuso. Che vergogna, ma questi turisti cosa fanno, dove vanno da metà pomeriggio in poi? A bere forse, come loro, visto che solo i pub sono aperti. Quindi solita menata anche qui, gironzoliamo un po’ tristi, un po’ arrabbiati, andiamo all’affollatissimo shop, compriamo 2 minuscole bottigliette di whisky giusto per avere il ricordo ma costa meno in Italia. e poi alla faccia del distillato ci facciamo un rilassante e buonissimo pic-nic nelle tavole vicino al parcheggio, sentiamo anche una sirena assordante ma non ce ne curiamo, vediamo tanta gente uscire dalla distilleria, pensiamo sia la chiusura per i dipendenti e gli addetti ai lavori. Quando ben rincretiniti dalla sirena decidiamo d’andarcene, velocemente ci rendiamo conto che è un allarme, non abbiamo capito se antincendio o altro. Vediamo tutta la gente raggruppata nel piazzale davanti, con gli addetti alla sicurezza, poi la sirena cessa e cominciano con titubanza ed incertezza a rientrare ed io son sempre più felice di non essere entrata grazie a quei 5 minuti di ritardo: non avevo per nulla bisogno di spaventi particolari. Ritorniamo così con la nostra calma al b&b ad Inverness percorrendo strade secondarie, più lente ma con paesaggi bellissimi. In serata dopo esserci ritemprati, ritorniamo in centro, ceniamo al solito locale della sera precedente con un’altra bella scorpacciata. Facciamo l’ultima passeggiata per salutare Inverness ed il suo meraviglioso tramonto, è solo un arrivederci, non un’ addio.

10 Agosto

Fatto scorta di calorie per la giornata, lasciamo Inverness e cominciamo a scendere, il tempo è brutto, piove e non ha intenzione di smettere, così senza titubanze andiamo diretti alla visita del castello di Glamis considerato il più stregato di Scozia. Paghiamo 10£ che includono la visita del castello e dei giardini. C’e molta gente ma essendo ancora presto velocemente si riesce a cominciare la visita guidata in inglese ma con il proprio libretto in italiano. Il castello e’ molto molto bello, pieno di mobilia, pitture, foto degli attuali residenti, i conti Strathmore e Kinghorne ma è famoso per aver dato i natali alla regina madre Elizabeth, madre dell’attuale regina. Durante la visita raccontano varie storielle di fantasmi, con il tempo cupo che c’è fuori sono veramente di effetto! Un po’ “ubriachi” dopo due ore di racconti e visite alle stanze, tentiamo di fare un giro per i giardini, visto che piove poco e saltuariamente ma ci innervosiamo perchè la pioggerella leggera ci bagna e raffredda, le stradine sono tutte zuppe d’acqua e si sprofonda nell’acqua e nel fango con tutte le scarpe. Andiamo al gifts shop a prendere delle marmellate, beviamo un caffè caldo per ritemprarci e velocemente riprendiamo l’auto. Andiamo verso la costa, il tempo è sempre inclemente, ci fermiamo ad Albroath, paesino di pescatori noto per essere il re dell’haddok. Pensavamo di trovare banchetti con il pesce, più o meno come ad Oban, invece troviamo pura desolazione, nessuno per strada e tutto chiuso, eh beh son le 4,30 passate! Ritorniamo in strada e ci portiamo in giù e sotto un diluvio universale cominciano le dannate ricerche di un alloggio. Passiamo Perh, Dundee e non sappiamo più dove sbattere la testa. Con la pioggia non si vede nulla, fa sempre più freddo, circa 8 gradi, percorriamo strade in cui non ci sono B&B, scendo più volte dall’auto per chiedere a degli hotel e ogni volta mi bagno sempre più e mi demoralizzo sempre più, perché è tutto occupato e non espongono nessun cartello ad indicarlo. Finché ormai stanchi morti e innervositi la sorte gira a nostro favore e nel proprio sull’uscita autostradale, nel villaggio di Glencarse troviamo posto nell’omonimo hotel, non ci par vero e per sole £ 60 con colazione. La camera è pulita, confortevole, esterna allo stabile, con entrata indipendente proprio come piace a me e c’è pure il pub annesso all’hotel. Doccia bollente, cena italiana e piumone caldo per me, per Alb. invece relax al pub, ha ancora gli arretrati dello stress della ricerca da smaltire!

11 Agosto

La signora ci prepara la più buona Scottish breakfast della vacanza, io ci aggiungo anche la continental (burro, marmellate, pane tostato), che vergogna! Visto che fuori il tempo è quello di ieri, decidiamo di chiuderci in un altro castello, quello di Edimburgo. Prima di partire, decidiamo di prendere la stanza per altre due notti, perche’ ci rendiamo conto che siamo a circa 60 km di autostrada dalla capitale e vicini ad altri luoghi turistici che potremmo fare nei prossimi giorni. Raggiungiamo Edimburgo, entriamo in centro, c’è traffico, piove, cerchiamo un park possibilmente vicino al centro, e tentennando un po’ a caso troviamo un parcheggio a pochi passi dal centro (Morrison Park) molto disastrato, sconnesso dalle enormi buche ora piene d’acqua, è un pay&display ma la macchinetta dei ticket non funziona. Siamo un po’ incerti ma parcheggiamo e incrociamo le dita. Andiamo dritti in centro, siamo già fradici e infreddoliti, mi fermo in un negozio di Natale e compro un babbo natale con l’abito scozzese sempre per il mio albero. Cominciamo a percorrere la Royale Mile che porta direttamente al castello, facciamo foto e video sotto l’ombrello e poi ci fermiamo allo shop della distilleria ai piedi del castello tanto per far pipì, asciugarci e riscaldarci un po’! Così anche qui scatta la frenesia del souvenir e compriamo dei piccoli cakes al whisky. Riprendiamo la Royale Mile ed entriamo al castello ( £15 a pers + £5 di libretto in italiano, facoltativo). L’entrata è salata ma li vale tutti, il castello è interessante, grande, bellissimo, non ha nulla a che fare con quelli arredati ed abitati dai conti, tipo il Glamis. Questa è una fortezza, un paese dentro la città, ci sono pitture ma soprattutto musei dedicati alla storia della corona scozzese, alle guerre passate, ci sono le prigioni di guerra da visitare nei cunicoli nella parte sotterranea. Immancabile il ristorante, il coffee shop, il gifts shop, panchine e bagni ovunque.Insomma le 2 ore passate dentro ci vogliono tutte e con il tempo bello credo sia fantastico. Comunque usciti dal castello troviamo un leggero sole, incredibile. Percorriamo le altre vie del centro, affollatissime di turisti e artisti di strada, giovani e strampalati studenti impegnati in varie dimostrazioni ed esibizioni. Mangiamo un panino al Subways, facciamo un po’ di approvvigionamento di viveri e lentamente ritorniamo all’auto perchè io non reggo più! Rientrati in stanza, preparo con calma la cena, ci rilassiamo e mi addormento poco dopo. Alb. ha il suo appuntamento al pub per vedere le partite e non solo…

12 Agosto

Oggi c’è il sole, così dopo colazione decidiamo di andare lungo la costa per vedere i più famosi e antichi campi da golf al mondo. Arriviamo quindi con calma a St. Andrews la patria del golf per eccellenza. Si entra in un altro mondo, quello dei ricchi, si vede subito che girano persone di un certo ceto sociale. La cittadina è molto molto bella, ci sono tanti negozi, per la maggior parte legati al mondo del golf. La veduta sulle spiagge bianche è bellissima, in lontananza si vedono i campi proprio vicini al mare, gabbiani ovunque, c’e un vento molto forte e la marea sta velocemente crescendo, sommergendo gli scogli dove un’ora prima ci eravamo fatti le prime foto. Abbiamo trascorso una gran bella mezza giornata, questo luogo ci ha lasciato un bel ricordo. Riprendiamo l’auto e scendiamo lungo la costa, ci fermiamo ad Ansthruter, altro grazioso paese di pescatori, noto per l’Ansthruter Fish Bar che vanta il miglior fish & chip di Scozia. Infatti c’è una lunga fila all’entrata e in ogni angolo e panchina del paese ci sono persone che mangiano il suo fish & chip. Facciamo un giro per il porticciolo, sotto un cielo cupo, con folate di vento fortissime che danno la sensazione di freddo intenso, io mi trasformo in befana mettendomi addosso tutto quello che ho portato di pesante. Il mare è agitatissimo con onde che oltrepassano i muri di protezione facendo spruzzi d’acqua bellissimi che cerchiamo accuratamente di evitare visto che di acqua siamo già a posto. Ritorniamo al bar e riusciamo a prendere 2 porzioni del loro piatto tradizionale, ovviamente haddok e patatine e per £ 6 circa cad. ci rimpinziamo di fritto in una tavola in riva al mare in preda alle raffiche di vento. Per circa £ 2 in più si può attendere il posto dentro al bar ma noi vogliamo gustarci questa pausa fino in fondo ammirando questo bellissimo scorcio di mare nordico, solitario, malinconico e per noi indimenticabile. Lungo la strada del ritorno, facciamo una deviazione per Stirling dove si trova la torre in memoria dell’eroe scozzese William Wallace che lottò per l’indipendenza della Scozia dall’Inghilterra. Arriviamo che ovviamente è chiuso tutto, ammiriamo la torre, tra l’altro molto bella, visitabile anche all’interno, facciamo qualche foto e poi andiamo in auto fino al castello. E’ imponente e maestoso, ci troviamo sopra un promontorio, proprio quello dove sorge il castello, da lì si ha una veduta bellissima della cittadina e della torre esattamente dall’altra parte. C’e tanta gente che come noi si ferma solo per uno sguardo, qualche foto e poi ripartono. Con calma ritorniamo al nostro hotel e la giornata si conclude con qualche dolcetto ed una tazza di thè caldo per digerire gli ultimi rimasugli di fritto. Alberto è atteso al pub, ci sono i soliti tre clienti fissi, ormai lo accolgono con “my italian friend”, gli offrono da bere e vogliono vedere nella mappa d’Europa dove abitiamo, ha la sensazione che in questo disperso villaggio di giusto 4-5 case, chiesa compresa, di italiani ne vedano davvero pochi.

13 Agosto

Ultima colazione al nostro mitico hotel e oggi si parte per davvero, i tempi cominciano a stringere e dobbiamo essere al porto di Dover domani sera almeno per le 20. Tenendo conto che abbiamo tutta l’Inghilterra da attraversare, la stanchezza accumulata giorno per giorno e nessunissima intenzione di distruggerci e dormire in auto, decidiamo di scendere direttamente verso il confine stavolta dalla parte opposta rispetto a dove siamo entrati. Sotto Edimburgo decidiamo di fare una brevissima deviazione per Rosliyn per vedere la famosa cappella dove hanno girato certe scene del “Codice da Vinci”, non l’avessimo mai fatto! Perdiamo l’uscita giusta, così cerchiamo di arrivarci tramite delle stradine di campagna ma ci incasiniamo in una maniera pazzesca, facendo il giro di tutto il monte e tutto questo per vedere una stronzata pazzesca. Chiedono la bellezza di £ 8 circa a pers. per vedere una chiesetta, seppur bella, antichissima, suggestiva ma rimane sempre una piccola chiesa in cui immagino ci sia una cappella che guardandola, ammirandola da tutti i lati, scattando foto a volontà, credo che tutto questo in un quarto d’ora sia ampiamente fattibile. Ci siamo sentiti un po’ presi in giro, ci sembra un business esagerato sfruttando solo il nome di un film. Non abbiamo nessuna intenzione di visitarla, purtroppo abbiamo fatto km e perso del tempo per nulla, peccato! Ci rimettiamo in strada, passiamo paesaggi bellissimi, vallate sconfinate con un su e giù continuo. Alb. propone di fare una fermata a Kelso, al castello di Floor, residenza che avevamo visto per caso in un opuscolo della Scozia trovato in un hotel, indicato come il castello più grande di Scozia tutt’ora abitato. Io non volevo ripetere l’esperienza frustrante della cappella ma lui imperterrito si ferma. Percorriamo a piedi il vialetto immerso nel verde per sgranchirci le gambe, riusciamo ad evitare la casetta dove si fa il ticket, prendendo un sentierino laterale e continuiamo la meravigliosa passeggiata costeggiando una verde vallata, bellissima dove si estende la tenuta dei proprietari con migliaia di capi di bestiame e pecore che se la godono sotto un delicato sole. Ad un tratto come per magia compare il castello in tutta la sua sontuosa bellezza. Rimango a bocca aperta, una meraviglia, è enorme, è stupendo, da fiaba. Facciamo foto bellissime, lo ammiriamo in tutti i suoi lati, c’e pochissima gente e una stupenda tranquillità. Tanto per fare un confronto, vogliono le stesse sterline della Roslyn Chapel, (£ 8) per la visita del castello e dei giardini che osservandoli nella piantina, devono essere molto grandi ed attrezzati anche per i bambini, quindi immagino che tra una cosa e l’altra si possa trascorrere benissimo quasi una giornata intera. Non ne avevamo mai sentito parlare di questo luogo, non è per niente pubblicizzato, solo un misero trafiletto in fondo all’ultima pagina di un opuscolo che decanta alla grande decine di castelli di portata minore. Faccio il mio ultimo giretto al gift shop, prendo l’ultima marmellata di produzione del castello e ritorniamo all’auto per il viale di prima. Nel prossimo giro in Scozia sarà senz’altro una tappa fissa. Scendiamo sempre per una strada panoramica stupenda, passiamo Jedbourgh, l’ultima cittadini di confine e poi ci fermiamo al confine vero e proprio, il Carter bar. Non c’e nulla, due parcheggi ai lati della strada, un camioncino che fa panini e bevande calde e tanti che si fermano. Parcheggiamo e in 30 secondi il cielo si fa cupo e scende una pioggerella finissima, quasi nebbia. Qui c’e un grande masso di pietra con indicato nelle due facce Scotland – England dipende da dove si arriva. Dopo la foto di rito mangiamo l’ultimo hot dog caldo con cipolla, assaporiamo l’ultima pioggerella scozzese e con malincuore rientriamo in England. Siamo un po’ in ritardo nella tabella di marcia, cerchiamo di fare un bel po’ di strada per portarci avanti, il tempo e’ magicamente migliorato man mano che si scende, essendo sabato non ci sono i tir e c’e comunque poco traffico, quindi senza problemi e stress riusciamo a passare anche Nottingham. In tarda serata, verso le 21, troviamo una stanza in un Services della Welcombreak, lungo l’autostrada nei pressi di Sheffield (hotel DaysInn, uguale alle catene Travelodge e PremierInn). Trovarlo non è stato facile, perchè di solito questi hotel sono dislocati un po’ in disparte rispetto alla stazione di servizio centrale, e solo da un lato dell’autostrada ma accessibile da entrambi i sensi di marcia grazie ad un ponte. Complici la stradina poco illuminata, la boscaglia di piante dove sono immersi e l’annebbiamento causato dalla stanchezza e dal calo di energie, subito abbiamo fatto un po’ di casino ma dopo una pausa rigenerante al Kfc con crocchette di pollo e patatine, l’abbiamo trovato in un attimo.

14 Agosto

La giornata si svolge sulle strade e autostrade inglesi, con l’unico obiettivo di raggiungere Dover nel tardo pomeriggio. Infatti, senza problemi arriviamo alla città portuale verso le 18.30. Ora possiamo rilassarci, ci concediamo le ultime ore di relax con piccola spesa all’unico store aperto del centro, ci eravamo dimenticati che è domenica ed è chiuso ovunque. Appuntamento fisso ormai con l’ultimissima enorme scorpacciata di fish & chip, passeggiata lunghissima sul lungomare e alle 21.20 lasciamo l’Inghilterra con tanto di lacrimuccia. Abbiamo trascorso tre meravigliose vacanze in quest’isola, percorrendo oltre 10 mila km, visto cose meravigliose, conosciuto e apprezzato persone e tradizioni diverse dalle nostre, vissuto momenti indimenticabili. E’ solo un saluto, ritorneremo per far conoscere anche a nostra figlia questa terra meravigliosa, intanto un assaggio le lo abbiamo già dato!

15 -16 Agosto

Regolare ma lento e pesante rientro a casa dopo due giorni di viaggio. Oramai tutta l’adrenalina e’ stata consumata e la mia pancia e’ davvero lievitata!

BREVI CONSIGLI

Della Scozia abbiamo visto solo una parte, un po’ per questioni di tempo, un po’ per la mia particolare condizione fisica. Secondo noi bisogna fare un’accurata scelta tra le cose da vedere in base ai propri gusti ed alle proprie passioni senza lasciarsi troppo condizionare dai soliti luoghi battuti dal turismo di massa. Per esempio ci sono tantissimi castelli da visitare, ma non si possono ovviamente far tutti, noi consigliamo, in base ai nostri gusti, di visitare quelli abitati o quelli più grandi in cui c’è parecchio da vedere ammortizzando in maniera significativa anche i costi d’entrata che non sono per nulla bassi. Quindi già dalle foto negli opuscoli ci si può far un’idea, tanti sono veramente piccolissimi, tanti sono dei veri “ruderi”, per carità molto suggestivi, ma con un prezzo d’entrata un po’ troppo elevato per quel che c’e da vedere, solo perchè pubblicizzati ed inseriti in tutti i tour e cataloghi turistici. Riteniamo che una bella passeggiata attorno per ammirarli e qualche foto ricordo sia sufficiente. La capitale Edimburgo è bellissima, ma noi purtroppo per tutta una serie di motivi, abbiamo fatto un solo giorno ma per vederla in maniera decente ne servirebbero altri due. Inoltre la Scozia e’ anche tutte le isole che la circondano, noi abbiamo fatto solo l’isola di Skye, la più famosa, ma le altre Ebridi e le Orcadi sappiamo per certo che offrono luoghi stupendi, forse i più tipici e veri paesaggi scozzesi, quindi se si vuole visitarne qualcuna, bisogna tenere presente che servono ulteriori giorni di viaggio per il discorso traghetti e le poche strade non proprio a scorrimento veloce e, da non dimenticare anche il costo del viaggio che cambia parecchio, visto i prezzi dei traghetti per nulla economici. Alloggi e B&B ce ne son tanti, ma come sempre nei luoghi più battuti dal turismo, poi fuori è molto difficile trovarne e credo che nel nord sia ancora più difficile. Per il tempo è già stato scritto e detto di tutto, non ci si deve aspettare nulla di buono, spesso è duro e mette parecchio alla prova, ma variando velocissimamente, se si riesce a prendere con filosofia, è pure divertente e affascinante. Per noi i must sono: Edimburgo ed il suo castello, Inverness ed il lago Loch Ness, l’sola di Skye… il resto dipende dai gusti e dalle passioni personali.



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