Da Bologna alle Isole Lofoten passando per Alghero

Due coppie di adulti, ciascuna con un figlio adolescente, in Sardegna, con base ad Alghero, alla scoperta delle spiagge più selvagge, poi trasferimento in Norvegia per visitare Oslo, Bergen e soprattutto le magiche isole Lofoten
Scritto da: Monica Stefani
da bologna alle isole lofoten passando per alghero
Partenza il: 15/07/2016
Ritorno il: 29/07/2016
Viaggiatori: 6
Spesa: 2000 €
Diario di viaggio: da Bologna alle Lofoten passando per Alghero

Due coppie di adulti, ciascuna con un figlio adolescente. Una settimana in Sardegna, con base ad Alghero, alla scoperta delle spiagge più selvagge e poi trasferimento in Norvegia per visitare Oslo, Bergen e soprattutto le magiche isole Lofoten. Venerdì 15/07/2016

Partenza da Bologna per Alghero col volo Ryanair delle 16:20 e arrivo alle 17:40. Dopo aver ritirato l’ auto, raggiungiamo la casa che abbiamo affittato per una settimana: ci sembra veramente bellissima! Facciamo la spesa per avere un po’ di provviste e subito vogliamo provare la bellissima veranda per la nostra prima cena di questa vacanza: spaghetti alla carbonara per tutti. La serata continua nel centro storico di Alghero, che iniziamo a scoprire passeggiando a caso

Sabato 16

Capo Caccia (26 km da Alghero). La prima tappa è l’escursione alle Grotte di Nettuno, raggiungibili tramite una scalinata con 600 gradini , che dalla cima del monte a picco ci porta all’ingresso a livello del mare . In tarda mattinata raggiungiamo la bella spiaggia di Porticciolo (17 km da Alghero) : è una mezzaluna con sabbia chiara, fondali bassi e rocciosi e acqua con sfumature verdi e azzurre, dominata dall’omonima torre d’avvistamento spagnola. Poi proseguiamo fino alla spiaggia di Porto Ferro (26 km da Alghero): è un’ampia spiaggia libera situata al confine territoriale tra Alghero e Sassari circondata da grandi dune. E’ presente un bar perfettamente inserito nel contesto naturale, l’atmosfera è informale e rilassata . La spiaggia si trova in prossimità del lago di Baratz, l’unico lago naturale della Sardegna e oasi naturalistica. Un sentiero collega la spiaggia alla zona del lago (camminata di circa 20m) . Proseguendo si arriva al Cala di Porto Ferro, ma per noi la giornata è già piena e prendiamo la strada del ritorno a casa.

Per la cena scegliamo un bel ristorantino all’aperto che sforna anche delle ottime pizze, in una piazzetta di Alghero dove è in corso lo spettacolo “Gala di Stelle”: non possiamo vedere il balletto ma ci godiamo la musica ! Poi continuiamo la visita della cittadina, percorrendo le vie del centro storico e le mura con i bastioni sul lungomare, giungendo poi alla chiesa di San Michele con la cupola ricoperta di mattonelle variopinte.

Domenica 17

Destinazione Bosa (50 km da Alghero) . Al mattino in uscita da Alghero facciamo una breve sosta alla spiaggia della Speranza o Pòglina, una spiaggetta molto pittoresca che però, essendo di facile accesso, è già piuttosto piena di ombrelloni . Decidiamo di proseguire per la spiaggia di Compoltitu: si trova circa 6 km prima di Bosa , lungo la strada che la collega ad Alghero. Abbiamo lasciato l’ auto sulla strada e siamo scesi nella cala lungo il sentiero, circa 10 m a piedi . Non ci sono servizi . Un luogo tranquillo con acqua cristallina e non troppo affollato, ideale per sentirsi immersi nella natura e ammirarne i colori favolosi . Nel tardo pomeriggio raggiungiamo la spiaggia di Marina di Bosa: come ci aspettavamo è parecchio affollata, quindi continuiamo fino a raggiungere una località fuori mano, Santa Maria del Mare, dove sostiamo per l’ultimo bagno della giornata e un caffè nel bar adiacente alla spiaggia. Infine raggiungiamo Bosa, un paese molto caratteristico, in particolare ci è piaciuto percorrere il corso principale con le botteghe degli artigiani e ammirare le antiche concerie lungo il fiume. Cena presso un ristorante tipico in una viuzza del centro storico che si arrampica verso il castello di Malaspina che domina il paese .

Lunedì 18

Stintino (55 km da Alghero): LA PELOSA e la PELOSETTA : Le più famose tra le spiagge attorno a Stintino. Effettivamente, come è risaputo, sembra di essere ai tropici, se non fosse per la macchia mediterranea che arriva quasi fino all’acqua. Dispiace però trovare tanto traffico di automezzi a pochi metri dalla spiaggia in un posto così incantevole e constatare che la cementificazione è quasi arrivata al limite accettabile . Di fronte alla Pelosetta c’è un piccolo isolotto che ospita la caratteristica torre di avvistamento, raggiungibile via mare anche senza nuotare. Parcheggio a pagamento , ma non è questo il problema: la gente è davvero troppa per cui dopo una sosta di un paio d’ore decidiamo di spostarci altrove. Abbiamo optato per le Spiagge libere di “Ezzi Mannu” e “Pazzona”, una di seguito all’altra, con sabbia chiara mista a piccoli sassi bianchi e quarzo, con un’acqua dai riflessi blu e turchese; qui le persone sono poche, probabilmente perché sul lato destro è ben visibile la centrale termoelettrica Fiume Santo. camminando sulla spiaggia in quella direzione, gli ombrelloni si diradano tantissimo fino a scomparire del tutto . Abbiamo dovuto pagare il parcheggio anche qui al proprietario del terreno adiacente, ma scegliendo altri percorsi di certo la spesa si poteva evitare . E’ presente un piccolo bar, ma per il resto non ci sono altri servizi, per fortuna ! Cena casalinga base di spaghetti allo scoglio : la prevista visita di Sassari (37 km) è cancellata .

Martedì 19

Giornata dedicata all’Asinara: ci siamo affidati ad un agenzia di Stintino che ci ha noleggiato 6 biciclette ( 5 mountain bike e una a pedalata assistita) e incluso anche il trasporto A/R via motoscafo/taxi , partendo dal porto dell’Ancora a Stintino . Purtroppo la qualità delle bici era scadente, ma a parte questo il luogo è un paradiso . Arrivati al molo di Fornelli , iniziamo subito con la visita guidata gratuita del carcere di Fornelli (in tutto sull’isola ce ne sono circa una decina). L’isola è un parco naturalistico, ci sono vari sentieri es. il Castellaccio che parte nei dintorni del carcere. Proseguendo lungo l’unica strada asfaltata che attraversa l’isola per circa 30 km, si trovano spiaggette nelle quali è possibile fare il bagno : ce n’è una molto bella di fronte all’ossario dedicato ai soldati austro-ungarici morti prigionieri all’Asinara dopo la prima guerra mondiale . A Cala Reale ci fermiamo per mangiare i nostri panini nell’area con tavoli di legno al coperto: siamo di fronte all’antico lazzaretto che fu anche residenza occasionale dei reali di Savoia . Più oltre troviamo la spiaggia di Trabuccato dove ci fermiamo per un po’ . Inforchiamo ancora le bici e, dopo estenuanti pedalate sotto il sole, si apre sotto i nostri occhi la vista su Cala d’Oliva, che ospita la bellissima spiaggia Cala Sabina: arrivare qui in bicicletta però non è semplice soprattutto considerando che ci aspetta anche il ritorno, quindi ci accontentiamo di vedere dall’ alto lo stupendo borgo costiero, dalle basse bianche architetture, senza lanciarci per la lunga discesa che poi si tramuterebbe inevitabilmente una salita ! Il percorso a ritroso ci impegna non poco e al rientro siamo stanchi ma molto soddisfatti . L’Asinara è davvero un luogo con un ‘atmosfera sospesa, immerso in una natura paradisiaca . Ad uscire di nuovo proprio non ce la facciamo, quindi improvvisiamo una cena casalinga .

Mercoledì 20

Spiaggia dell’Argentiera (40 km da Alghero) : è un luogo suggestivo, formato da una spiaggetta di ciottoli e sabbia formata dai residui dei minerali estratti dalla miniera adiacente : in alto appese alle rocce dell’insenatura dominano le bellissime strutture minerarie ottocentesche abbandonate nel 1962. Nel pomeriggio era nostra intenzione visitare la spiaggia di Rena Maiore , situata 47 km a nord di Alghero, ma dopo aver chiesto consiglio al proprietario del piccolo chiosco sulla spiaggia di Argentiera, ci dirigiamo decisi verso Cala Frana, che si trova sempre in direzione nord ma è più vicina di Rena Majore. Per arrivare percorriamo una strada sterrata per circa 2-3 Km, una volta raggiunta la piazzola dove son parcheggiate alcune auto, parcheggiamo anche noi e guardando in basso sul lato destro, ai piedi di un costone roccioso, vediamo una spiaggetta meravigliosa, con fondale misto di rocce e sabbia dai colori spettacolari . La calata risulta abbastanza difficoltosa, in alternativa si può optare per l’altra spiaggetta sulla sinistra, raggiungibile con un sentiero più agevole. Da questo punto si assapora una vista davvero magnifica!

Alla sera non chiediamo di meglio che una cena sulla veranda della nostra casa, nella tranquillità della campagna algherese, ci organizziamo per una grigliata di carne accompagnata da ottimo vino sardo ma anche da coca cola , per gli astemi …

Giovedì 21

Partiamo di buon mattino e ci dirigiamo verso Castelsardo (67 km da Alghero), vediamo la bella cittadina solo esternamente, pensando di visitarla in serata. Oggi la meta marina è l’oasi di Tinnari, che si trova ancora oltre, dopo la località Isola Rossa. Precisamente si deve imboccare uno sterrato che parte dal ristorante Il Geranio, proseguire fino al termine della strada e parcheggiare. Da questo punto si scende lungo una mulattiera per circa 30/40 minuti, con una vista mozzafiato che ci accompagna per tutto il tragitto . Siamo in Costa Paradiso e viene da pensare che il nome è perfettamente azzeccato . La spiaggia di ciottoli è ampia, dall’acqua cristallina emergono grandi scogli che fanno pensare a un paesaggio quasi irreale. Nei dintorni trionfa la macchia mediterranea, con sentieri da percorrere, un fiume che arriva al mare, una sorgente. Ci viene segnalata la presenza di un eremita, che infatti intravediamo percorrendo uno dei sentieri, davanti alla sua abitazione fatta di frasche, con tanto di panni stesi ad asciugare. Questo posto davvero si può definire indimenticabile . Una volta tornati all’ auto, dopo 45 minuti di salita, ci rendiamo conto che ci troviamo a quasi 90 km dalla nostra casa e siamo poco presentabili, perciò rinunciamo alla visita di Castelsardo e partiamo alla volta di Alghero. Il ripiego comunque non è male: prenotiamo un tavolo presso il ristorante tipico La Saletta di Alghero, dove ci rechiamo dopo un restauro generale .

Venerdì 22

Imballo e spedizione via posta di una valigia che avevamo imbarcato all’andata, contenente tutto quello che in Norvegia non ci servirà: pinne, maschere, teli da mare, racchettoni , borse frigo e restituzione auto entro le 12:30. L’avventura norvegese prevede solo un trolley/bagaglio a mano a testa, visto che sono previsti vari spostamenti da un luogo all’altro . Il volo della Ryanair per Londra parte alle 14:30, l’arrivo è previsto per le 16:05: per arrivare in Norvegia abbiamo dovuto inserire questa tappa intermedia, visto che non esiste un volo diretto Alghero-Oslo. Il volo successivo delle 19:55 è diretto a Oslo dove atterriamo alle 22:50 (stesso fuso orario dell’Italia). Per il trasferimento da aeroporto Rygge a Oslo Bus Terminal troviamo l’autobus in partenza fuori dall’aeroporto con possibilità di acquistare i biglietti a bordo. Il viaggio dura circa un’ora, poi chiedendo indicazioni a varie persone, tutte gentilissime, raggiungiamo il nostro hotel prenotato con Booking.com. Si è fatto tardi e siamo belli stanchi…

Sabato 23

Oggi ci dedichiamo alla visita di Oslo: Vicino alla stazione Centrale è situata l’ Opera House, un imponente edificio moderno tutto in marmo di Carrara. La via principale è Karl Johans gate con negozi e palazzi storici. Passeggiando con l’aiuto della mappa gentilmente concessa dall’hotel, ammiriamo il Parlamento, il Municipio e l’edificio dove vengono consegnati i premi Nobel per la pace. Da menzionare la Galleria Nazionale (Nasjonalgalleriet), e il museo di Munch con il celebre quadro l’Urlo. E ancora la Oslo Domkirke, il duomo, con ingresso gratuito, lo Slottet, il palazzo reale circondato da giardini ben curati . Il fiordo di Oslo, con il porto e il lungomare Aker Brygge + Tjuvholmen: in questa zona si incontra anche l’edificio progettato da Renzo Piano, affacciato sul molo, che ospita il Museo di Arte Modena. Passeggiando lungo il molo si ammira la Fortezza sulla collina, l’Akershus Slott , oltre che i locali e ristorantini che ci invitano a rilassarci e godere della vista sul fiordo . Per il pranzo al volo la scelta cade su McDonald, anche per cercare di contenere il budget. Siamo già nella direzione giusta per il parco Vigeland, che raggiungiamo prendendo un tram della linea 1. Il parco è ampio e oltre al verde di prati e alberi si possono ammirare 200 sculture in bronzo granito e ferro battuto dello stesso artista, che rappresentano l’umanità nelle sue sfaccettature. Sempre spostandoci con il tram visitiamo il museo delle navi vichinghe, il cui biglietto permette anche l’accesso al museo popolare norvegese Norsk Folkemuseum , purtroppo però sono quasi le 18 e non riusciamo a vedere anche quest’ultimo. Verso sera arriviamo a piazza Christiania Tory con la fontana – monumento che rappresenta la mano di Re Cristiano IV circondata da costruzioni antiche, ci sono alcuni ristoranti ma decidiamo di tornare al porto per cenare

Domenica 24

Partenza per le isole Lofoten, con il volo della Norwegian delle 8:55 da Gardemoen (OSL): a causa di un inghippo con il biglietto elettronico, per un pelo non abbiamo perso l’aereo, sicuramente anche questa esperienza va inserita nella lista delle sensazioni indimenticabili ! Arriviamo alle 10:25 a Bodo, dove dobbiamo aspettare le 15:30 per imbarcarci sul traghetto per Moskenes. Purtroppo a Bodo ci accolgono una pioggerella insistente ed un cielo decisamente coperto, tiriamo fuori i nostri K-way e li indossiamo sopra le felpe. Per giunta è domenica e la cittadina appare semi-deserta . Il viaggio in traghetto dura 3,5 ore, mentre ci avviciniamo alle isole, luogo sognato da anni, magicamente la pioggia finisce e il cielo comincia ad aprirsi : all’arrivo ci accoglie un timido sole sopra un paesaggio favolistico e ci sentiamo davvero carichi ! Direttamente al porto ritiriamo l’auto prenotata: il noleggio è un piccolo chiosco grande non più di 4 m2, dove ritiriamo un Nissan “Big” Serena da 6 posti alquanto vissuto e datato, ma a noi sembra perfetto …. Facciamo la spesa in un piccolo market e scopriamo che proprio di fronte si trova il cottage in legno prenotato sempre con Booking.com. E’ una tipica casetta rosso scuro su palafitte, con tanto di terrazzino che si affaccia su un piccolissimo porto con una vista incantevole . All’interno tutto è perfetto, non manca davvero nulla per creare l’atmosfera in sintonia col luogo , neppure le candele da inserire nelle lampade. Cuciniamo e ceniamo e quando si tratta di lavare i piatti, abbiamo la sorpresa: c’è anche la lavastoviglie . Si fa mezzanotte ma la luce rimane, che sensazione strana e affascinate allo stesso tempo .. Un’esperienza che nessuno di noi aveva mai provato prima .

Lunedì 25

In giro per le Lofoten! Ci troviamo vicino a Å, che è l’ultimo villaggio a sud delle Lofoten , alla fine della E10, ovvero la strada che collega tutte le isole maggiori senza interruzione, grazie a ponti e tunnel sottomarini. Abbiamo deciso di arrivare fino a Svolvaer, la città principale delle Lofoten che dista circa 120 km , per poi ripercorrere a ritroso il percorso fermandoci nei vari villaggi e luoghi da visitare. Lungo il tragitto non possiamo fare a meno di fermarci già all’andata in due spiagge incantevoli . Montagne a picco su un mare turchese e blu intenso, sotto un cielo azzurro sfumato qua e là da nuvole grigio-chiaro che sembrano appoggiate sulle cime, sabbia fine e compatta. Il sole splende e la temperatura è mite, tanto che nella seconda spiaggia, che si trova all’incrocio fra la E10 e lo svincolo per il paesino i Henningsvaer, due coraggiosi del gruppo improvvisano un bagno fuori programma, dovutamente immortalato e filmato. Dopo questa bellissima sosta arriviamo a Svolvaer giusto all’ora di pranzo, che consumiamo nel cortile di una chiesa in legno dipinta di bianco, dopo aver fatto tappa al supermercato. La cittadina è graziosa e offre degli scorci gradevoli soprattutto nella zona del porto, dove notiamo una forte presenza di turisti seduti davanti ai bar e ristoranti. Da qui partono escursioni in barca lungo il Trollfjord , che purtroppo noi non abbiamo tempo di sperimentare. Il nostro mezzo non proprio ultimo modello non si mette in moto e ci tocca spingerlo, ma sarà un caso isolato, meno male!!! Inizia il percorso a ritroso, in questa giornata lunghissima la prima fermata pomeridiana è presso bella chiesa in legno di Kabelvag, che domina la E10 da una piccola collinetta e poi a Henningsvaer, la cosidetta Venezia delle Lofoten: a dire la verità non troviamo nessuna similitudine con la città italiana, a parte i canali navigabili, ma il paesino è molto grazioso, ci sono dei negozietti dove acquistare souvenir e anche una bancarella con oggetti vintage. In particolare ci siamo fermati a bere un ottimo caffettone (dicasi di caffè in bicchiere maxi) in un posto incredibile, si tratta di una specie di bar ricavato da una vecchia segheria con accesso diretto sul mare, tutto l’arredo è stato realizzato con materiali recuperati sul posto o usciti da qualche soffitta. Il gestore è giovanissimo e ci spiega che si tratta di un bar temporaneo, mentre sta per partire il progetto di recupero di tutto lo stabile, che diventerà una sorta di bed and breakfast con spazi adibiti a incontri e studio. Che fortuna poter godere di un sole splendente stando seduti ad ammirare un panorama da sogno! Siamo in ritardo sulla tabella di marcia ma, non minimamente preoccupati ci dirigiamo verso Eggum, che si trova sulla costa nord dell’ isola di Vestvagoy. Purtroppo a questo punto il sole ci abbandona, la temperatura scende improvvisamente e il paesaggio è avvolto da dalle nuvole basse, quindi cambia completamente la prospettiva . Non troviamo un vero e proprio paese, ma un gruppo di case e un tratto costiero affacciato sull’oceano, che termina in un’ area panoramica sormontata da una torre diroccata, ai piedi della quale si trova un piccolo anfiteatro . Facciamo una passeggiata nonostante il vento , il luogo appare quasi deserto ma nascosti sotto la torre troviamo servizi gratuiti e un bar aperto. Sicuramente molto suggestivo . Proseguiamo sulla E10 in direzione sud, ormai è tardo pomeriggio e ci sarebbe ancora tanto da fare, però a questo punto dobbiamo fare delle scelte: superato Leknes , imbocchiamo la secondaria per Nusfjord, che ci porta subito in mezzo a montagne con le cime ancora innevate, sulla sinistra seguiamo il fiordo con l’acqua cristallina che appunto ci accompagnerà fino al minuscolo villaggio di pescatori. Anche qui domina un silenzio quasi irreale, ritroviamo le casette rosse sulle palafitte ma non solo: ci sono parecchi edifici storici, tutti in legno, con accanto la descrizione della loro funzione , tutte le attività naturalmente erano collegate alla pesca . L’ultima fermata per oggi è la famosa spiaggia bianca di Ramberg, spesso inserita nelle guide turistiche per la sua ampia distesa sabbia bianca e per i bellissimi colori del mare. Il tempo nel frattempo è migliorato e a tratti esce il sole che ancora ci fa compagnia nonostante siano ormai le 21:30. Dopo una bella passeggiata torniamo nel nostro cottage a Sorvagen, pochi km prima di Å e iniziamo a preparare la cena : tranquilli e beati ci mettiamo a tavola alle 23:30 ma ci sembra tutto normalissimo. Fuori il giorno continua e la nostra adrenalina pure , tanto che dopo cena ci diamo alla vita notturna, nel senso che usciamo a passeggiare fra le casette in legno, nelle viuzze deserte, sul piccolo molo, senza stancarci di fotografare quella notte che non c’è . Alle 3 il cielo è diventato tutto rosa, per annunciarci lo spettacolo del sorgere del sole, regna ovunque il silenzio rotto solo dallo stridere dei gabbiani. Quando l’ultimo del gruppo rientra a casa sono le 8 di mattina!

Martedì 26

Continua il tour delle Lofoten fino alle ore 13, ma restiamo in zona Å, dove scopriamo un bellissimo punto panoramico proprio nella punta dell’isola di Moskenes, e nei dintorni, cioè a pochi km dal noleggio auto e dall’imbarco del traghetto, in partenza alle ore 14 . Riusciamo a fare una tappa a Reine, un altro paesino incantevole dove complice ancora un sole splendente approfittiamo di una luce perfetta per le ultime foto. Ci imbarchiamo e arriviamo Bodo ore 17:15, in tempo per il volo delle 19:30 che ci riporta a Oslo. Pernottiamo nello stesso hotel delle prime 2 notti a Oslo .

Mercoledì 27

Trasferimento da Oslo a Bergen. In pratica facciamo il percorso del famoso pacchetto “Norway in a nutshell” in modalità “fai-da-te”. Partenza in treno ore 6:25, arrivo a Myrdal alle 11:48: abbiamo prenotato on line con circa due mesi di anticipo i biglietti e siamo riusciti a rientrare nel contingente dei minipris, cioè prezzi scontati rispetto alla tariffa ufficiale. Il viaggio è molto panoramico, si attraversano paesaggi di montagna, si ammirano tantissimi laghetti e boschi : nei tratti più in quota la neve è vicina, la temperatura scende a 7-8 °C e lo percepiamo bene quando scendiamo durante la sosta che il treno effettua a Finse, altitudine 1222 m. Poi da Myrdal si prosegue con la Flåmsbana, una delle ferrovie più ripide e più spettacolari, nominata il più bel viaggio in treno al mondo dalla Lonely Planet : partenza alle 13:27 e arrivo a Flåm ore 14:25 (20 km) . Da qui proseguimento con il battello della compagnia Nordled sul Sognefjord, il fiordo più lungo della Norvegia e il secondo al mondo dopo Scoresby Sund in Groenlandia (si estende per 204 km). Il viaggio sul fiordo è spettacolare, ma purtroppo nel nostro caso il tempo è pessimo e la pioggia battente continua per tutto il tempo. Arriviamo a Bergen alle 20:45, appena sbarcati ci ritroviamo al famoso mercato del pesce, Fisketorget, i ragazzi che gestiscono le bancarelle ci chiamano e ci chiedono da dove veniamo: sono per lo più stranieri, alcuni italiani . Ceniamo qui e chiacchieriamo con un ragazzo italiano che ci conferma la nostra impressione : Bergen è la città della pioggia ! Raggiungiamo l’hotel prenotato, a tre fermate di autobus dal porto, zona Sandviken.

Giovedì 28

Giornata alla scoperta di Bergen, la capitale dei fiordi norvegesi. Partiamo dal porto e visitiamo il quartiere medievale, Bryggen, abitato dai mercanti della Lega Anseatica fra il 1350 e il 1764. Una fila di casette colorate con i tetti a punta, viste tante volte sulle riviste di viaggi . All’interno si trovano cortili ed edifici d’epoca che ospitano negozi di artigianato locale. In seguito visitiamo la fortezza Bergenhus e ci mettiamo in fila per l’escursione con la funicolare Floibanen che ci porta in cima a Floyfjellet in 7 minuti, per ammirare il panorama della città e del fiordo. Da qui partono diversi sentieri da percorrere a piedi o in mountain bike. Purtroppo all’arrivo vediamo solo una gigantesca nuvola bianca che ci avvolge, mentre aumenta l’intensità della pioggerella iniziata già dal primo mattino. Mangiamo qualcosa riparandoci sotto una tettoia, sperando che il cielo si apra e ci permetta di dare uno sguardo verso il basso, cosa che avviene dopo circa un’ora di permanenza, ma solo per un tempo assai limitato: pochi minuti dopo la pioggia riprende sempre più insistente e il panorama viene nuovamente inghiottito nel bianco delle nuvole. Noi decidiamo comunque di camminare lungo il sentiero che conduce ad un laghetto, per poi continuare a piedi la discesa fino al livello del mare, da dove eravamo partiti . Durante la discesa attraversiamo stradine costeggiate da casette in legno graziosissime e ordinatissime, immerse nel verde che sovrasta la zona portuale . Nel tardo pomeriggio finalmente la pioggia ci concede una tregua più lunga, noi ringraziamo e completiamo la visita del centro di Bergen spingendoci fino alla chiesa di S. Johann, passando anche davanti al Teatro Nazionale . Per la nostra ultima cena norvegese la scelta ricade sul mercato del pesce, stesso banco della sera precedente, che evidentemente ci aveva lasciato un buon ricordo .

Venerdì 29

Volo SAS da Bergen in partenza alle ore 6:00 , arrivo a Copenhagen alle 7:20, sosta di 4h 30m, partenza alle 11:50 e arrivo a Bologna ore 13:50.

Possiamo dire che le nostre aspettative non sono state deluse



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