Sardegna: mon amour! – atto secondo

Mistero, storia, leggenda, tradizione e tanto orgoglio sono solo alcuni degli ingredienti che rendono la Sardegna un luogo decisamente interessante da esplorare.
Scritto da: Francy74
sardegna: mon amour! – atto secondo
Partenza il: 10/08/2011
Ritorno il: 16/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Mistero, storia, leggenda, tradizione e tanto orgoglio sono solo alcuni degli ingredienti che rendono la Sardegna un luogo decisamente interessante da esplorare.

Uno scrigno verde e roccioso si dischiude dall’interno per regalare panorami e atmosfere senza tempo dove i colori degli elementi naturali sembrano disporsi come fossero una tavolozza in attesa di esprimersi.

Non solo il mare ma la macchia mediterranea, la roccia, il cielo il sole, il vento e la luna si mostrano senza timore e senza arroganza ma con la consapevolezza di riuscire a conquistare anche il più disincantato degli osservatori.

San Teodoro, a sud del promontorio di Capo Coda Cavallo, davanti alla mole rocciosa dell’Isola di Tavolara, ospiterà me e mio marito dal 10 al 16 agosto 2011.

Dopo aver trovato una tariffa piuttosto conveniente per il traghetto (cosa per nulla scontata considerando il caro traghetti di questa estate che è costato alla Sardegna una riduzione di presenze pari circa al 40%) con la compagnia Moby (viaggiando di giorno e infrasettimanale) arriviamo puntuali ad Olbia nel tardo pomeriggio. Dopo circa 30 km raggiungiamo San Teodoro e il b&b che abbiamo scelto per il nostro soggiorno “Villa Geron” in Via Flumendosa.

Villa Geron merita sicuramente due parole. Situato a circa 600 metri dal centro del paese, facilmente raggiungibile a piedi, è posizionata su una collinetta immersa nel verde con una splendida vista sul mare e una preziosa atmosfera di tranquillità (se non amate particolarmente la confusione vi consigliamo di non scegliere di alloggiare al centro del paese che fino a notte fonda ospita la movida) . Dispone di tre sole stanze con bagno interno, è una piccola oasi di tranquillità arricchita dalla gentilezza, dal calore e dall’accoglienza dei proprietari: Marina e Paolo con i loro figli. Sin da subito Marina ci ha accolti aprendo le porte del b&b (che è anche l’abitazione della famiglia) e le proprie braccia per darci il benvenuto. Ve lo consigliamo vivamente se volete anche annusare un po’ di aria familiare e sentirvi comunque a casa!

Marina ci spiega subito quali sono gli angoli più suggestivi di San Teodoro e i locali che aderiscono al consorzio San Teodoro (di cui fa parte anche il nostro b&b) che, mostrando una card, ci riserveranno il diritto al 10% di sconto. Appena arrivati facciamo subito amicizia con una coppia di ragazzi romani che alloggeranno nella nostra stessa struttura.

La nostra camera è deliziosa e munita di tutti i confort, ma soprattutto gode di una vista sul mare che ci riconcilia con il mondo, la mattina presto il sorgere del sole è uno spettacolo senza eguali.

La sera del nostro arrivo abbiamo giusto il tempo di iniziare a prendere confidenza con San Teodoro che sembra già strizzarci l’occhio per avvertirci che saranno giornate indimenticabili. Ceniamo in uno dei ristoranti che ci ha consigliato la nostra amica Marina “Da Nardino” dove gustiamo degli ottimi Culurgiones, dei ravioli ripieni di patate conditi con pomodoro semplice.

La mattina seguente, dopo un’abbondante colazione condivisa chiacchierando con Marina e con gli ospiti del b&b decidiamo di iniziare il nostro giro alla scoperta di questo splendido angolo di paradiso che non deluderà le nostre aspettative e saprà regalarci emozioni uniche.

Il primo giorno lo dedichiamo alla spiaggia più conosciuta e frequentata di San Teodoro (a circa 3 km dal centro): “La Cinta”. La strada per arrivare alla spiaggia è semplice e ben tenuta e porta direttamente all’immenso parcheggio a pagamento (1,50 € ogni ora) che vi consentirà di lasciare l’auto. Vi renderete subito conto che la spiaggia è molto conosciuta, all’inizio troverete un bar con alcuni gazebo che consentono l’affitto di ombrellone e lettini non proprio a prezzi convenienti…, se amate la tranquillità e avete voglia di trovare un posto tutto per voi dovete iniziare a camminare sulla spiaggia che è lunga oltre 4 km. Solo in questo modo riuscirete a conquistare uno spazio per godervi questo paradiso. La spiaggia è bellissima, una sabbia finissima e bianca bacia un mare di una trasparenza incredibile, alle vostre spalle le dune della macchia mediterranea. Prima di lasciare questa spiaggia decidiamo di prenotare un’escursione in gommone per il giorno successivo lungo tutto il tratto di costa che parte da Punt’Aldia, passando per Capo Coda Cavallo per arrivare a sbarcare sull’Isola di Tavolara. L’escursione costa 39 € a persona per gli adulti, parte alle 10 dalla spiaggia della Cinta e si prenota presso il gazebo “Medio Mare” che trovate appena mettete piede sulla spiaggia.

La sera proviamo un nuovo locale di cui ci ispira particolarmente l’atmosfera, si tratta di “Lu Brutoni” in Via dei Gerani che ci consente di continuare ad esplorare la cucina sarda assaggiando un’ottima fregola con le vongole e il famoso porcetto arrosto, delle vere prelibatezze.

La giornata volge al termine, dopo un rapido giro serale per il paese decidiamo di andare a riposare per incamerare energie che saranno indispensabili per affrontare il secondo giorno.

Il giorno seguente ci attende la gita in gommone, partiamo in gruppo (circa 8 persone) per un giro mozzafiato della costa che tocca Punt’Aldia, Lu Impostu, Cala Brandinchi dove faremo una sosta bagno indimenticabile. L’acqua è talmente cristallina che questa spiaggia è comunemente conosciuta come la piccola Thaiti. Il giro prosegue per Isola Rossa, Capo Coda Cavallo, Isola di Molara dove effettueremo la seconda sosta bagno nelle cosiddette piscine di Molara, uno dei tratti di mare più trasparenti di questa parte di costa per arrivare ad attraccare all’isola di Tavolara. Vi consigliamo, se decidete di cimentarvi in questo giro, di portare con voi dei panini per il pranzo in quanto l’unico ristorante presente sull’isola “Il re di Tavolara” non gode di una buona reputazione.

Tutta l’Area marina protetta di Tavolara e Punta Coda Cavallo merita sicuramente un giro esplorativo, quello che mi sento di dire è che se avete timore della velocità il gommone non è proprio il mezzo che fa per voi. Ammetto, infatti di aver avuto piuttosto paura, soprattutto al rientro, quando il gommone ha preso una velocità piuttosto sostenuta per solcare il mare come fossimo in un’azione militare di incursione…

Tuttavia le soste bagno in queste acque sono un’esperienza indimenticabile, ci si sente veramente parte di una natura incontaminata, si nuota insieme ai pesci e agli uccelli che nidificano negli anfratti rocciosi e i timori vengono meno.

Dopo pranzo riprendiamo il gommone diretti a Cala Ghirgolu per l’ultimo bagno della giornata, semplicemente fantastico!

Una volta rientrati alla base decidiamo di regalarci una dolce esperienza alla pasticceria sarda “Cerica”che si trova nel centro di San Teodoro in Via degli Asfodeli 8. L’incontro con gli amaretti sardi è amore al primo assaggio. La crosta croccante esterna lascia, mano a mano, lo spazio alla morbida pasta di mandorle che si scioglie letteralmente in bocca. Decisamente da provare.

La sera ceniamo di nuovo a “Lu Brutoni” per gustare degli ottimi maloreddus, i tipici gnocchetti sardi conditi con sugo di maiale.

La serata volge al termine, ci crogioliamo ancora un po’ nelle stradine del centro di San Teodoro e ci godiamo l’atmosfera.

Il giorno dopo decidiamo di spingerci verso la Costa Smeralda. L’itinerario che abbiamo pianificato prevede: Porto Rotondo, Porto Cervo e Baia Sardinia. Paradisi dei vip, piccoli villaggi chiusi nella loro ricchezza penalizzano, a nostro avviso, quelle caratteristiche che fanno della Sardegna una terra selvaggia e aspra dove la natura esplode in tutto il suo splendore. Porto Rotondo è decisamente deludente, un dedalo di vicoli strettissimi si intersecano formando un labirinto dal quale risulta anche difficile uscire. Ville miliardarie si addossano le une alle altre senza lasciare trasparire nulla dagli alti cancelli facendo attenzione a non mescolare le vite di chi vi abita con l’umanità che si trova all’esterno.

Porto Cervo sembra una cittadina costruita con mattoncini di lego, piazzette e vialetti alberati ospitano boutique di grandi firme che espongono merce di ogni tipo a prezzi proibitivi per gente “normale”. Da segnalare a Porto Cervo la particolare e bellissima chiesa “Stella Maris” che ricorda i bianchi edifici greci e sembra quasi fatta di panna montata. In compenso il panorama è spettacolare, la superficie del mare brilla al sole come fosse oro e gli yacht attraccati passano decisamente in secondo piano. Ci spingiamo verso Baia Sardinia dove ci fermeremo a fare uno spuntino e qualche foto. Si tratta, come le altre, di una bella località che però ha poco a che fare con l’autenticità della Sardegna.

Tornando indietro decidiamo di fermarci lungo la strada panoramica che affaccia su Capo Coda Cavallo e spazia su tutto il tratto di costa. L’occhio è disorientato da tanta bellezza, scattiamo diverse foto e ci godiamo il panorama mozzafiato per rientrare in serata a San Teodoro e regalarci una ottima pizza a forno a legna dal “Gallo Blu” in Via degli Asfodeli, un ristorante pizzeria storico che merita sicuramente una sosta.

Il giorno successivo decidiamo di andare alla ricerca di qualche angolo nascosto di Sardegna, su indicazione di Marina raggiungiamo Capo Ceraso. Un piccolo angolo di paradiso fatto di roccia e fitta vegetazione. Tuttavia lo spazio a disposizione è veramente minimo, fare il bagno non è propriamente agevole a causa degli scogli e se non avete una macchina adeguata ad affrontare una strada sterrata piuttosto malmessa vi consigliamo di non avventurarvi. Mentre il sole non sembra volerci mostrare il suo volto, lasciando spazio alle nubi, decidiamo di trascorrere il pomeriggio alla spiaggia della Cinta. Non sarà però un’ottima idea. E’ affollatissima, piuttosto ventosa e iniziano a cadere le prime gocce di pioggia…

Ce ne torniamo nel nostro b&b per andare poi a cena ad un ristorante che ci è stato consigliato in quanto fa un ottimo pesce, si tratta del “Giardinaccio” in Via Sardegna, 39. Ve lo consigliamo caldamente, ottimo pesce, ottimo servizio e una cortesia particolare fanno di questo ristorante un luogo adatto a gustare sapori ormai lontani.

Il nostro ultimo giorno abbiamo deciso di trascorrerlo facendo una gita in motonave nel Golfo di Orosei. Se vi interessa potete recarvi presso l’agenzia di viaggi di San Teodoro “Alemar” in Via Satta, 5 e prenotare la gita che dura l’intera giornata (costo 35 € a persona) e prevede la partenza alle ore 9 dal porto di La Caletta (a circa 30 minuti da San Teodoro uscita per “Posada”) e il rientro alle ore 19 circa.

Il Golfo di Orosei si trova a metà della Costa orientale sarda lungo la quale si susseguono tratti di mare cristallino, rocce a picco sul mare e misteriose grotte.

Il giro prevede, inoltre, 3 soste bagno alle splendide Cala Luna, Cala Mariolu e Cala Sisine e per chi lo desidera è possibile effettuare la visita guidata presso la Grotta del Bue Marino (8 € a persona, biglietto acquistabile sull’imbarcazione) conosciuta come l’ultimo rifugio della mitica foca monaca. L’escursione alle grotte del bue marino ve la consigliamo particolarmente in quanto si tratta di un luogo estremamente suggestivo, laghetti color smeraldo che riflettono pareti ricche di alabastro, grandi sale impreziosite da magici giochi d’acqua vi condurranno in fondo alla grotta dove l’acqua del mare incontra un fiume sotterraneo. La giornata è semplicemente meravigliosa e il giro ci svela angoli di costa indimenticabili dove il mare assume colorazioni che spaziano dal verde al blu intenso. Regalatevi questo angolo di paradiso. Ne vale veramente la pena, nuotare con i pesci e condividere con loro tutta questa bellezza, ascoltare il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e osservare i gabbiani che nidificano da questo parti è un’emozione che vale la pena vivere.

Anche quest’anno la Sardegna non ci ha risparmiato emozioni forti coinvolgendo tutti i nostri sensi.

Grazie davvero e … al prossimo anno!

Francesca Sarli



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