Il popolo di bronzo della civiltà nuragica di tremila anni fa

Ciao a tutti, sono Angela Demontis, cagliaritana, lavoro come disegnatrice scientifica e modellista, da sempre appassionata di storia ed arte antica. Il mese scorso spedii a Syusy e Patrizio una copia del mio primo libro pubblicato nel 2005; poiché per tanti anni i due "Turisti per Caso" avevano regalato a noi spettatori tante bellissime...
Turisti Per Caso.it, 28 Nov 2007
il popolo di bronzo della civiltà nuragica di tremila anni fa
Ciao a tutti, sono Angela Demontis, cagliaritana, lavoro come disegnatrice scientifica e modellista, da sempre appassionata di storia ed arte antica. Il mese scorso spedii a Syusy e Patrizio una copia del mio primo libro pubblicato nel 2005; poiché per tanti anni i due “Turisti per Caso” avevano regalato a noi spettatori tante bellissime avventure fra Storia e Misteri, avevo pensato di ringraziarli personalmente con una copia della mia ricerca che parla di antica storia sarda. Figuratevi la sorpresa quando ho letto l’email di risposta di Syusy, il libro era piaciuto e io ne ero felicissima! La ringrazio tanto anche per avermi dato questa splendida opportunità di far conoscere ai naviganti del sito di TPC l’argomento trattato nel libro.

La civiltà nuragica è sicuramente fra le più antiche, misteriose e meno conosciute a livello divulgativo. Siamo sempre stati abituati a studiare sui libri di storia le civiltà fenicia, greca e romana ma, al di fuori della Sardegna, in pochi sanno che nel Mediterraneo e nella storia italica antica esisteva un’evoluta civiltà che nel 1500 a.C. Era in grado di erigere torri-fortezze in pietra, ben 8000 Nuraghi, con maestria senza pari. Questo accadeva prima che i fenici iniziassero a navigare e prima che Roma nascesse. Questo motivo, oltre all’innata curiosità, ha spinto me, una disegnatrice, a intraprendere la strada di “investigatrice per caso” studiando le numerose statuette di bronzo che gli antenati nuragici ci hanno lasciato in eredità.

I bronzetti sardi sono più di 300, datati tra il IX e il VII sec. A.C., e rappresentano guerrieri, donne, offerenti, animali e navicelle. Il mio “viaggio” di scoperta riguarda le statuette antropomorfe che, fin da bambina, mi avevano affascinato. Quando coi miei genitori si andava al Museo Archeologico di Cagliari io mi appiccicavo alla vetrina che conteneva i bronzetti e ne osservavo con attenzione tutti i particolari: c’erano i baldi e truci guerrieri, armati fino ai denti con corazze elaborate, elmi cornuti, spadoni e spadine, magnifici archi ricurvi; e poi le bellissime dame, eleganti e sorridenti, con le loro splendide acconciature, i cappelli a sombrero, gli abiti lunghi a “tubino” e i ricchi mantelli. I capitribù avevano invece un’espressione austera e di regale dignità. Insomma, tutta quella folla mi dava l’idea che fosse stato un intero popolo tramutato in bronzo dall’incantesimo di una strega cattiva.

Il Popolo di Bronzo” è divenuto il naturale titolo di questo libro.

Nel 2004, in nove mesi di lavoro estenuante (ma divertente) ho disegnato in maniera dettagliata i vestiti, le armi e gli attrezzi che sono scolpiti nei bronzetti, “vestendo” dei manichini e restituendo proporzioni e volume agli oggetti. Analizzando i particolari attraverso il disegno le sorprese sono state tante, come scoprire che lo stesso cappello a punta (da “strega”) indossato da una donna nuragica è identico a quello che ancora oggi portano le donne yemenite dell’Hadramaut. Moltissimi guerrieri nuragici, poi, avevano come arma un bastone ricurvo identico alle mazze da lancio “amat” (tipo il boomerang) che venivano usate dai soldati nubiani al soldo dei faraoni egizi, identiche a quelle trovate anche nel corredo di Tutankamon. Allora è vero (e queste armi dei bronzetti ne sono la prova) che gli Shardan/Sherden, “guardia personale” di Ramses II e “invasori” al tempo di Ramses III, erano veramente gli antichi sardi che vivevano in Sardegna ed ogni tanto andavano a farsi un giro in Egitto! Altri bronzetti-guerrieri sono abbigliati alla maniera celtica con i capelli raccolti in trecce, diverse tuniche sovrapposte, giubbini-corazza con maniche, elmo con corna pomellate e spadine da lancio con elsa ad “X” infisse nello scudo tondo. In particolare il bronzetto trovato a Padria (SS) è vestito come l’eroe Setanta- Cu Chulainn descritto nelle leggende celtiche. L’elmo con le corna pomellate veniva portato anche dagli antichi guerrieri danesi e ne vediamo esempio in una divinità ritratta sul calderone di Gundestrup. Con questo libro, in 100 schede con disegni e testi e descrivendo 100 personaggi, ho cercato di restituire dignità all’antico popolo dei costruttori di torri. Forse è vero che i nuragici non usavano la scrittura però, con tutte quelle statuette, ci hanno voluto lasciare le loro “fotografie” personali.

Siccome anche la scultura è una forma di comunicazione, per me i bronzetti sono stati un messaggio da leggere decrittare e divulgare a tutti. In questa operazione la mia esperienza da artista abituata a lavorare con le immagini è stata indispensabile. Continuerò ancora a lavorare su questo percorso su più fronti di ricostruzione e sento che, in qualche modo, sarò aiutata dal Popolo di Bronzo che fino ad ora mi ha consentito di seguire le briciole lasciate sul loro sentiero.

Angela Demontis



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