Arca russa

ARCA RUSSA [Москва-Санкт Петербург] Ho deciso di lasciare le righe che seguono dopo aver trascorso un sabato di novembre al cinema Nuovo Sacher di Roma a vedere l’ultimo film di Alexander Sokurov dal titolo ARCA RUSSA,...
Scritto da: Sergio Notari
arca russa
Partenza il: 15/08/2000
Ritorno il: 26/08/2000
Viaggiatori: fino a 6
ARCA RUSSA [Москва-Санкт Петербург] Ho deciso di lasciare le righe che seguono dopo aver trascorso un sabato di novembre al cinema Nuovo Sacher di Roma a vedere l’ultimo film di Alexander Sokurov dal titolo ARCA RUSSA, presentato in concorso a Cannes 2002. L’interesse per questo film è dato dal fatto che è stato interamente girato in un’unica sequenza, ossia senza tagli in sede di montaggio. L’interesse per la visione è alto: che emozioni può dare un film senza tagli?. Tagliare una sequenza con uno stacco su un particolare dettaglio aiuta ad intendere ciò che il regista vuol far sentire emotivamente.

Iniziato il film si capisce che si tratta di un film-documentario del museo Ermitage di San Pietroburgo. I protagonisti sono i personaggi che hanno fatto la storia della città: il protagonista-cicerone passa di sala in sala facendo conoscenza degli zar, della rivoluzione, della guerra… sembra di sfogliare un libro di storia. Vedere sul grande schermo la Russia con tutto il suo fascino mi ha ricordato il viaggio trascorso appena due anni prima a Mosca e a San Pietroburgo. Le emozioni sono le stesse. Alla visita del museo avevo dedicato quasi una giornata intera… e mi ero sentito come il protagonista del film; in effetti quando si visita il Palazzo d’Inverno si pensa come trascorrevano le giornate gli zar… e il film mi ha riportato alla mente le mie riflessioni di due anni prima.

*-*-* Mese di agosto del 2000. Appena arrivati all’aeroporto Sheremetevo2 di Mosca (dopo scalo a Vienna della Austrian Airlines) ci si imbatte nella burocrazia dei controlli dei passaporti e dei visti. Gli sportelli aperti sono solo due, uno per i cittadini russi e uno per gli stranieri. In poco tempo si viene a creare una fila enorme. Senza renderci conto dopo i controlli dei passaporti usciamo senza passare il controllo della dogana: siamo usciti dalla parte dei cittadini russi! Ci accorgiamo del fatto perché non c’è fila e controllo. Un dubbio ci assale… non abbiamo alcun documento dove viene attestato che portiamo con noi delle macchine fotografiche!!! Il modulo compilato per la dogana è senza timbro (sigh!). Ma abbiamo risparmiato due ore di fila… almeno!.

Cerchiamo un cambia valute… non è facile capire le scritte in cirillico… e il russo non è il nostro forte… quindi ci dirigiamo verso l’uscita della dogana (quella che non abbiamo superato) per seguire qualche uomo d’affari verso l’ufficio cambi. Mentre andiamo verso l’ufficio siamo fermati da tanti russi che ci dicono in un inglese dall’accento un poco strano: “CHANGE”. Intimoriti dal prendere delle bufale: chi ha mai visto come sono fatti i rubli?… proseguiamo il cammino verso l’ufficio cambio. Notiamo che le persone davanti a noi lasciano gli spiccioli… al nostro turno cambiamo i dollari e prendiamo i rubli con il resto lasciato dagli altri. Dopo, fatti i conti, ci accorgiamo che le monete lasciate praticamente non hanno alcun valore: sono i copechi!! Usciamo dall’aeroporto… e qui siamo assaliti da tanti russi che ci chiedono: “TAXI?” […] Riconosciamo una fila formata da russi in attesa di prendere l’autobus… ci dirigiamo verso di loro e chiediamo ad una bambina russa bionda se questa è la fermata dell’autobus che porta in brevissimo tempo dall’aeroporto internazionale alla fermata della metropolitana più vicina in quanto noi dobbiamo arrivare all’Hotel vicino alla Piazza Rossa… (ndr: gli mostriamo una cartina e le indichiamo con un dito la fermata della metropolitana con la scritta Ρeчной Вокэал). La bambina annuisce mentre la madre ci guarda con sospetto. Non sappiamo dove vanno fatti i biglietti… nell’attesa ragioniamo sul fatto che il conducente sarà anche bigliettaio in quanto nessun russo acquisterebbe dei biglietti o tessere multiuso. Salendo notiamo che gli unici turisti siamo noi… e che il bigliettaio non fa il biglietto… un dubbio nasce spontaneo: siamo venuti a fare i “portoghesi” in Russia!?!. Il viaggio è alquanto imbarazzante… l’autobus è pieno di signore che tornano a casa dopo una giornata di lavoro nei campi… ci sentiamo osservati… lanciamo qualche sorriso… solo quelle anziane contraccambiano… con delle risatine… mi sento un poco umiliato… faccio finta di nulla guardando il paesaggio di fuori e le macchine che ci sorpassano… alquanto datate! Tiro un sospiro quando una signora russa si alza e inizia a fare i biglietti… mi sento moralmente più tranquillo. Dopo aver pagato i biglietti mi rendo conto che il viaggio è costato quasi nulla… la tariffa è unica in quanto di solito nessun turista prende l’autobus ma il taxì! Il viaggio è costato duecento delle vecchie lire!!! Moralmente stavo meglio come “portoghese” in quanto mi sentivo in debito verso il popolo russo.

Arriviamo alla fermata di scambio con la metropolitana… capisco che dobbiamo scendere in quanto la bambina bionda ci saluta ridendo.

Seguiamo il gruppo di russi che è sceso con noi. Entriamo nella stazione della metropolitana e le scritte in cirillico ci assalgono. Cartelloni pubblicitari, insegne, segnaletica… capiamo dalla fila formata che ci dobbiamo dirigere verso la Kacca: nella biglietteria si acquistano i gettoni della metropolitana (5 rubli cadauno). Gli offro due biglietti da 10 rubli e lascio fare a lei… mi arrivano quattro gettoni: c’è l’ho fatta! Dopotutto non è così difficile prendere la metropolitana! Attaccata alla cassa c’è l’accesso alla scala mobile. Inserisco il gettone, supero il girello e vai… si scende. I russi sono diligentemente allineati, nessuno supera gli altri, nessuno parla… Dal lato opposto, quello in salita, tutti ci guardano con la stessa espressione. In brevissimo tempo viene presa visione di tutta la razza russa. Sembra di conoscerli tutti; sono proprio come quelli visti in televisione qualche giorno prima… è il nostro commento (ndr: in televisione avevamo visto le immagini dell’attentato alla metropolitana di Mosca). Lo sguardo di chi sale ha un’espressione fissa; rimango stupito dal fatto che tanti russi portano con se dei mazzi di fiori; tanti leggono il giornale (ci piace pensare che sia la Pravda); i giovani sono seduti sulle scale. Capisco che siamo arrivati perché si vede una cabina con un’anziana signora che controlla le scale mobile. E adesso da che parte andiamo? Rallento la camminata e rischio di essere travolto. Mi faccio da parte per leggere meglio le insegne: per muoversi nella metropolitana occorre studiare il percorso prima e memorizzare le fermate con le scritte in cirillico… sembra difficile, ma una volta abituati è facile. Le indicazioni non mancano, occorre decifrarle. Presa la famosa metropolitana occorre fare amicizia con la lingua: vengono annunciate le fermate senza che dal treno si leggano i nomi delle stazioni. Qualcuno fa l’elemosina. I russi più anziani leggono libri, le nonnette russe ricamano o dormono. Per fortuna per arrivare a destinazione non dobbiamo cambiare. Scendiamo a Охотный Ряд. Per trovare l’uscita basta seguire le frecce con la scritta Выход. Appena usciti ci troviamo nel centro di Mosca. E’ una bellissima giornata e i colori dei palazzi appena restaurati illuminano i nostri occhi. Riconosciamo il grattacielo nero di 22 piani: è l’Intourist… il nostro albergo. L’atrio dell’albergo è alquanto sciatto e squallido. L’albergo è stato prenotato dal 15 al 21 agosto. La stanza consegnata si trova al 17-simo piano (n.1727). Le camere sono tutte uguali. Questo è l’albergo che durante il regime sovietico offriva ospitalità ai turisti… mi gira per la testa l’idea che qui in questa stanza una volta ci fossero delle microspie!. Le finestre non si aprono… ci sono delle aperture in alto che non permettono di rinfrescare la stanza esposta al sole. L’aria condizionata non condiziona molto!. Dalla disperazione decidiamo di uscire subito. Prima destinazione senza meta e guida è la Piazza Rossa. Prima decidiamo di rinfrescarci andando a bere nel vicino Мак Доналдс (Mc Donald: strano ma vero!). Rimaniamo stupiti del fatto che tutte …Le indicazioni sono in cirillico; e va bene! ma …Le cassiere non conoscono alcuna parola di inglese! Non è facile chiedere un’aranciata. I prezzi sono competitivi con quelli europei. I giovani russi che li frequentano sono quelli benestanti o arricchiti. Dopo la sosta, a noi la mitica Piazza!. Che dire. L’emozione è forte! In brevissimo tempo mi passano per la mente le parate militari dove i leader sovietici in fila le osservavano dall’esterno del mausoleo di Lenin. Seduti sugli scalini di un piccolo palco in mezzo alla piazza (ndr: Lobnoe Mesto) aspettiamo il tramonto. Forse ora la stanza si sarà rinfrescata.

In cinque giorni visitiamo con tutta calma i quartieri di Mosca. Il mezzo più idoneo per spostarsi è la metropolitana. Segniamo sulla cartina le fermate da non perdere in modo da organizzare gli spostamenti in maniera organica. Gli atri della metropolitana sembrano palazzi con sculture, stucchi, stupendi mosaici e con candelieri da far invidia… I sottopassaggi della metropolitana ospitano un’umanità tutta speciale. Potete trovare anche concerti di musica classica improvvisata da ragazzi russi!.

Il primo giorno (16 agosto) lo dedichiamo alla visita del quartiere Tverskaja (quello dell’albergo) . Tverskaja Ulitsa è la via principale della città che porta alla Piazza Rossa. E’ la via con i principali negozi di moda dei soliti nomi noti (Versace…): la via è un pullulare di turisti, di russi arricchiti con macchine nuove, di ristoranti, pizzerie e locali. (ndr: la cena è consumata da Sbarro, la catena americana di pizza Italian-style che abbiamo apprezzato in Time Square a NY). Nei pressi delle fermate delle metropolitane si trovano i russi bisognosi che vendono quel che possono: abiti per bambini, raccolto dei campi, francobolli… ci sono anche delle nonnine che cantano a braccio canzoni russe!. Sulla via si nota la colonizzazione del logo occidentale: Martini, Sanyo, Pepsy invadono i tetti degli edifici d’epoca in stile monumentale. Atmosfera russa si “assaggia” nel negozio di gastronomia più noto di Mosca: Gastronomia Eliseev. Acquistiamo, per assaggiarla, la vodka Stolichnaya Cristal […]. Nelle vie laterali si trova un po’ di quiete, e facciamo visita agli Hotel più storici di Mosca. Le loro facciate sono un misto di stili che restituisco un po’ di fascino alla zona. Senza accorgerci ci troviamo davanti al Teatro Bolshoj, forse la sede della compagnia di balletto più famosa al mondo. Punto di ritrovo della gioventù russa è la Piazza Puškin. Nei dintorni della piazza si prende il fresco la sera ed è un bel posto per osservare la gente. Memorizziamo un ristorante con cucina mongola dove i piatti di carne vengono cucinati alla piastra, davanti a te, con le spezie e verdure scelte tra gli ingredienti disponibili: ТРДКТИР in Тверская улица 18а.

Per telefonare uso la carta di credito, il telefono nell’atrio dell’albergo è abilitato… non si impazzisce a comprare la scheda e a trovare un telefono funzionante.

Il secondo giorno (17 agosto) decidiamo di andare al Cremlino. La lunga fila ci fa desistere, vista l’ora. Abbiamo fatto tardi per fare una colazione un poco abbondante. Del resto la pizza non ci ha saziato molto. Breakfast is full buffet. Il caffè è ottimo in quanto viene preparato con una macchinetta Gaggia con le cialde della Lavazza. Viva l’Italia. Devo anche spiegare ad un giapponese come si mettono le cialde!. Quindi caffè doppio con latte e dolci russi. Notiamo che alcuni tipi di dolci simili a dei saccottini ripieni alla frutta (pirozki) sono scarsi… infatti osserviamo che le signore russe addette al servizio in sala, prima di lasciare il vassoio, si riempiono le tasche di questi dolci. Dopo alcuni minuti di riflessione andiamo a prendere il nostro saccottino. Nell’attesa avevamo consumato i famosi bliny (una crepe un poco più spessa di quella francese) con della marmellata. …Quindi vista l’ora decidiamo di andare a far visita a Lenin. Durante la breve fila facciamo conoscenza con delle turiste coreane che ci obbligano a lasciare la firma nel loro taccuino oltre ad una foto!. In fila ci sono molti russi! La visita al Mausoleo viene effettuata attraversando un percorso che passa sotto le mura del Cremlino dove ci sono le tombe di altri comunisti celebri: Stalin, Breznev sono quelli che ricordo. L’ingresso al Mausoleo è alquanto impressionante, perché entrando la luce viene sempre meno e la temperatura si abbassa. Dopo aver attraversato alcune stanze spoglie e pochissimo illuminate si entra in una sala praticamente buia dove al centro c’è il corpo imbalsamato dello statista. La luce della sala viene dalla fioca luce che illumina la salma. Con difficoltà si riesce a camminare per il buio… gli occhi non fanno in tempo ad abituarsi… cerchi di avvicinarti per vedere se è di cera (come qualcuno dice…) ma la guardia d’onore russa dice qualcosa che pensi che sia ora di andar fuori. Da quel poco che ho visto sembra che […]. All’uscita decidiamo di visitare la cattedrale di San Basilio: che dire… da non perdere! Girando a zonzo nella mitica Piazza Rossa, che ora sembra più familiare, incontriamo un gruppo di modelle con fascia di Miss che passeggiano con una schiera di fotografi. Andiamo a fare quattro passi nel quartiere del Kitaj Gorod. Le vie sono molto pittoresche in quanto da poco è terminato il periodo di restauro di alcuni edifici. Le facciate degli edifici di Ulitsa Ilinka sono riccamente decorate. E’ piacevole passeggiare per queste vie pedonali. Nascosta c’è una galleria commerciale (GUM) che ospita le catene commerciali occidentali oltre negozi di souvenir. Arriviamo fino all’ex quartier generale del KGB in piazza Lubjianka. Proseguiamo verso il quartiere oltre il fiume Moskva a sud della Piazza Rossa. Nella zona che circonda Pjatnitskaja ulitsa aleggia un’atmosfera d’epoca. La presenza di ville fa pensare che probabilmente qui si stabilirono i ricchi mercanti. Ci fermiamo al mercato vicino alla fermata della metropolitana Tretjakovskaja per vedere i moscoviti fare la spesa. Si trova frutta, verdura e altre merci di prima necessità. La scena è molto pittoresca perché sullo sfondo c’è la chiesa bianca e rossa di San Clemente un poco malridotta e forse pericolante. Sulla via Bolshaja Ordynka al n.42 memoriazziamo il ristorante БАБОЧКА (leggi: U Babushki) con cucina tradizionale russa. Per questa sera ci aspetta la cucina mongola.

Il terzo giorno (18 agosto) è dedicato alla visita del Cremino. Dopo aver fatto una lunga fila per il biglietto di ingresso ci dirigiamo verso l’ingresso della Torre della Trinità, dove una guardia russa con accento strano ci fa’ notare che lo zainetto che indossiamo è troppo grande e che pertanto lo dobbiamo posare presso gli appositi spazi all’uopo creati: “big sac”. Praticamente devi capire che devi tornare nei pressi della biglietteria dove ad un deposito bagagli lasci la borsa o lo zaino insieme a qualche rublo. Ritorniamo all’ingresso e questa volta la guardia russa ci lascia passare. Devo dire che fa un po’ impressione entrare nel Cremino dove si vedono molti militari russi e auto diplomatiche che passano. Penso subito agli anni della Guerra Fredda, al KGB, alle immagini di George Bush in visita qui da Gorbaciov…Purtroppo le sontuose sale cerimoniali non sono aperte al pubblico. Visitiamo la cattedrale dell’Annunciazione: da non perdere è l’iconostasi. Iniziamo ad apprendere l’arte delle icone in Russia. Visitiamo la cattedrale dell’Arcangelo, con le tombe degli zar!!! Nel cortile si vedono dei monaci ortodossi. Visitiamo la cattedrale dell’Assunzione: da non perdere sono gli affreschi e i pilastri. Leggiamo sulla guida che l’iconostasi divide il santuario dalla zona principale della chiesa, in pratica segna il confine tra il mondo spirituale e quello temporale: notiamo infatti che ci sono delle porte. Usciti dal Cremlino, ci dirigiamo verso la vecchia Arbat. Passiamo davanti l’imponente casa Pashkov, una villa su una posizione splendita proprio davanti al Cremlino, e ci dirigiamo verso il Museo Puskin con una collezione di dipinti di impressionisti e post-impressionisti davvero invidiabile. Passiamo davanti alla recente cattedrale di Cristo Redentore. La nostra attenzione viene richiamata dall’arrivo di auto di rappresentanza. Decidiamo di entrare insieme ad un folto gruppo di russi. Seguiamo la folla che si dirige verso una chiesa al piano terra. Dal numero dei russi e soprattutto delle nonnine russe (con fazzoletto in testa) ci rendiamo conto che si tratta di una funzione ortodossa presieduta dal patriarca di Mosca. I monaci ortodossi escono da una porta e rientrano dall’altra… sembra un teatrino, ma tutti sono presi dalla preghiera. L’odore dell’incenso si fa sempre più forte… […]. Ci sono tante icone di santi. Le candele sono piccole e notiamo che c’è una signora che le smorza per fare dello spazio. Ci sono alcune signore che dopo aver pregato chiedono la grazia: scrivono su un foglietto di carta ciò che desiderano, chiudono il foglietto con dei rubli e lo inseriscono in un apposito contenitore… fanno il segno della croce ed escono […]. Ora capiamo come hanno ricostruito la chiesa!?!.

La vecchia Ulitsa Arbat è una via pedonale con tipici negozi d’antiquariato, bancarelle di souvenir (centrini, matrioske…), caffè all’aperto, fast food e ristoranti. Dei bambini vendono dei gattini e cuccioli. Ci sono puri gli “arancioni” che passano con i loro canti. Ci sono molte bancarelle che vendono i reperti dell’Armata Rossa e dei colbacchi. Molti vendono dei quadri simil Kandinski. Il quarto giorno (19 agosto) decidiamo di andare a fare il biglietto del treno che ci dovrà portare da Mosca a San Pietroburgo. Il viaggio è stato previsto di giorno per il 22 agosto in quanto abbiamo già prenotato le notti a SP dal giorno 22. La stazione ferroviaria con le partenze per SP è la Leningradskij (fermata metropolitana Kомсомольская). Fuori dalla metropolitana mi prende una sottile tristezza, la differenza di stili di vita dei russi del centro della città con quelli della periferia è mostruosa. Fuori dalla stazione donne russe vendono il raccolto della terra per pochi rubli: patate, carote, sedano, erbetta. Entriamo in stazione. E’ il caos. Non si capisce dove sia la biglietteria. Ci mettiamo in fila con in mano un foglietto di carta dove avevamo scritto in cirillico (avevamo portato un mini dizionario) il giorno del viaggio, l’orario, la destinazione, i nostri nomi… Mentre siamo in fila una signora russa alquanto distinta ci chiede dove siamo diretti. Parla un po’ inglese in quanto ci spiega che il marito era un alto funzionario dell’esercito. E’ il nostro turno… la signora ci aiuta a comprendere cosa ci dice la bigliettaia. Ahinoi, non c’è posto sul treno. La signora ci dice di seguirla… attraversa la stazione ed entra dentro una stanza. Ci dice di aspettare fuori. Esce e ci chiede se ci interessa un viaggio per la notte del 21. Ok!. Rientra. Durante l’attesa decidiamo di renderle omaggio con un biglietto di 10 dollari. Il predestinato a dargli la mancia sono io. Esce e ci dice di entrare nell’ufficio, lei resta fuori. Ci sono due russi in divisa. Ci fanno accomodare e ci chiedono i passaporti con il visto. Parlano tra loro! Penso al documento della dogana [!?!]. Uno esce con i documenti. Siamo rimasti un po’ storditi della situazione: non riusciamo a capire cosa sta succedendo… tutto è accaduto in pochi minuti. Dopo poco ritorna il russo con dei fogli rosa. Sono i nostri biglietti…!!! Ci scrive su un foglio il numero dei rubli che gli dobbiamo. Tiriamo fuori i soldi e ci danno il biglietto rosa. Non si capisce nulla: è tutto scritto un cirillico… riconosco il mio nome НОТАРИ=С e la destinazione С.Петер!. Salutiamo e usciamo. La signora ci aspetta fuori. Ricevo degli sguardi che stanno per dire: “caccia li sordi!”. Tiro fuori il biglietto verde da 10 e porgendolo alla signora le dico imbarazzatissimo: “…For the coffe”. La signora allunga la mano dicendo con voce fioca: “Nooooooooo”. La scelta è ancora stampata nella nostra mente.

Usciamo dalla stazione soddisfatti di aver risolto l’arduo problema del biglietto. Forse con il costo dei biglietti la signora ha preso la “tangente”, ma poco ci importa, del resto qui tutti si arrangiano per trovare i soldi per mangiare… e lei la conoscenza dell’inglese la sfrutta al meglio! Riprendiamo la metropolitana destinazione il Parco Izmajlovo. C’è un mercato delle pulci alquanto pittoresco. L’ingresso al mercato è a pagamento. I moscoviti ci comprano di tutto: articoli di seconda meno per la casa, parti di autoveicoli, divise dell’Armata Rossa, vestiti folkloristici di seconda mano. L’attrazione dei pochi turisti sono i banchi che vendono le collane di ambra e pietre dure. Il venditore tratta i prezzi in dollari. Ci sono matrioske di tutte le dimensioni e prezzi!. Abbiamo acquistato delle […]. Proseguiamo la “gita fuori porta” con una visita alla cattedrale dell’Intercessione, dalle cinque cupole nere, e i resti di una tenuta estiva degli zar con laghetto. Lasciamo il quartiere per andare a visitare le Colline del Passero. Le colline sono dominate dall’Università di Mosca. E’ l’edificio più alto in stile fatto costruire da Stalin. Sembra una torta nuziale. Superata l’Univesità si arriva ad un punto panoramicissimo. Ci sono anche degli sposini che vengono fin qui a fare delle foto. Ci sono anche dei gruppi di giapponesi che hanno preso d’assalto un venditore di matrioske. E’ uno spettacolo vedere come contrattano il prezzo. Ritorniamo con un filobus fatiscente: la cena russa da БАБОЧКА ci aspetta! (Per l’ultima cena a Mosca non badiamo a spese: 2.050 rubli!) Il quinto giorno (20 agosto) piove. Colgo l’occasione per comprare in un chiosco sotto la metropolitana un ombrello nuovo. Andiamo a visitare il Gorky Park (sì, proprio quello del film). Comprende un parco dei divertimenti con una ruota dalla quale si vede una bella vista della città. Devo dire che per salire mi son dovuto far coraggio… la ruota era alquanto arrugginita e gli scricchiolii erano alquanto rumorosi. Passate le risate di panico ci siamo goduti la bella vista. Passiamo il pomeriggio a zonzo nei dintorni della Piazza Rossa. Compriamo da РУССКОЕ БИСТРО dei pirozki salati per cena. Non è facile fargli capire che quelli con il fegato non sono di nostro gradimento. Acquisto nella farmacia “36,6” una scatola di ΑСПИРИН (29,41 rublu) come souvenir. Lasciamo l’albergo (ndr: un giorno prima). La notte in treno ci aspetta.

Il treno parte alle ore 23,10 e arriva a San Pietroburgo alle 7,55.

Il capo-cuccetta è un giovane russo in divisa che ci controlla il biglietto e il passaporto. La cuccetta è a quattro posti. Poco dopo lo stesso ragazzo, con vestito da cuoco ci serve uno spuntino a base di pane e affettati. Ci da una busta con dentro di tutto: dallo spazzolino al dentifricio, dal pettine al calzante, dal sapone al rasoio, addirittura delle bustine del te’ con lo zucchero. Avranno le pezze […] ma il servizio è impeccabile. Successivamente lo stesso russo, di nuovo in divisa, ci prepara la cuccetta e ci da un dispositivo che serve per chiuderci dentro. Devo dire che l’effetto culla del treno mi fa entrare in catalessi. All’indomani mattina, sesto giorno (21agosto), lo stesso cuccettista ci da la sveglia e il benvenuto a San Pietroburgo. L’albergo prenotato dal 21 agosto al 26 agosto è il Saint Petersburg Hotel non molto distante dalla stazione di arrivo Finljandskij. La stanza è la 377 con vista sulla Neva. La stanza deve essere ancora sistemata, lasciamo i bagagli e andiamo a fare colazione nei pressi della Fortezza di Pietro e Paolo. Superato il ponte di San Sampson ci dirigiamo verso la fortezza. I punti panoramici sono il bastione Naryskin e la porta della Neva. Riconosciamo l’Ermitage lungo la Neva… solo il fiume ci divide da lui. Penso che se fosse inverno potrei attraversarlo a piedi per arrivare al museo!. Ritorniamo all’albergo per rinfrescarci. Poi subito diretti in centro: la Nevskij Prospekt ci aspetta. Il viale è una strada elegante con molti negozi e palazzi, oltre a chiese originali, locali e grandi magazzini. Riconosciamo il grande magazzino Eliseev dei fratelli e mercanti moscoviti. Lo teniamo a memoria per riportare la vodka e il caviale a casa. Ci sono molti tavoli all’aperto, con molti giovani russi che passano il tempo. Il traffico è incredibile. Le macchine più vecchie vengono ringiovanite con della carta adesiva scura sui vetri. Infatti le macchine più nuove hanno i finestrini posteriori completamente neri. Il settimo giorno (22 agosto) lo dedichiamo alla Neva. Prima di uscire facciamo la solita colazione free buffet. Ci accorgiamo che c’è una coppia di francesi che ci osserva… capiamo che siamo seduti in una posizione molto strategica per controllare il movimento. Capiamo che stanno facendo rifornimento di tutto il possibile: banane, panini con salame, yogurt. Ci facciamo tentare anche noi per le banane. Usciamo dall’albergo e attraversiamo a piedi il Litejnyj Most (ponte vicino all’albergo), e pertanto ci rendiamo conto di quanto sia largo il letto della Neva. Visitiamo il Palazzo d’Estate con il suo giardino. Proseguiamo verso Piazza del Campo di Marmo fino al palazzo di Marmo. Proseguiamo lungo la Neva fino al Ponte del Canale d’Inverno. Fermatevi a fare una foto!. Superiamo il Ponte e camminando lungo il canale, arriviamo ad un canale più grande (Mojka). Ci dirigiamo verso la Chiesa della Resurrezione. Facciamo una sosta a vedere la gente che passa lungo il canale e si ferma al mercatino di souvenir con matrioske, scatole in legno, orologi da taschino e cimeli dell’Armata Rossa. Facciamo più di un giro nella Piazza delle Arti dove una statua di Puskin troneggia al centro. Ci accorgiamo che stiamo dietro la Nevskij Prospekt. Vado a cercare una libreria che avevo visto il giorno prima. Passeggiando nelle vie adiacenti scopriamo un forno frequentato dai russi. Fanno anche l’insalata, anzi diverse insalate. Scopriamo che gli ingredienti delle insalate sono diversi, solo che la ricetta che conosciamo in Italia li mischia tutti!. Facciamo una pausa con dei dolci simil maritozzi con una “spuma” di panna (?!?) nel mezzo. Le signore russe mettono la spesa in borse “firmate” costituite dai sacchetti di plastica con le marche occidentali. La moda per il logo ha contagiato anche loro. Il latte viene acquistato direttamente per strada da un venditore ambulante che ha una minicisterna dentro ad un camion. Sarà appena arrivato in quanto c’è la fila di donne russe per prenderlo. Ognuna ha uno o due recipienti per portarlo via. Ceniamo in una pizzeria in zona. Torniamo in albergo a piedi facendo la caccia grossa alle zanzare che ci volano intorno. L’ottavo giorno (23 agosto) lo dedichiamo al museo Ermitage. Ripetiamo la stessa passeggiata lungo la Neva… sempre affascinante, fino al Palazzo d’Inverno. Lungo la riva incontriamo gli stessi pittori visti il giorno prima con lo stesso quadro (!?!). L’ingresso costa 250 rubli. Che dire: “un museo nel museo, ogni parola di più è superflua” …Andate a vedere il film ARCA RUSSA. Una nota stonata: i bagni, nuovissimi, in rosa e azzurro sono firmati Versace! All’uscita prendiamo nota che davanti all’Ermitage partono i traghetti per Petrodvorec. Facciamo una sosta nella Piazza del Palazzo, dove ci sono dei bambini rom che inseguono i turisti per avere dei rubli… proseguiamo verso l’Ammiragliato fino al monumento di Pietro Il Grande. Ci dirigiamo verso la Cattedrale di Sant’Isacco dove si può salire sulla cupola. La vista merita una foto!. Arriviamo fino al ponte Blu per proseguire lungo il canale fino alla Nuova Olanda. Poi raggiungiamo il teatro Mariinskij per tornare indietro lungo il canale Griboedova. Ritorniamo sulla Nevskij Prospekt e decidiamo di cenare in camera, con vista Neva, acquistando insalata russa, formaggi e salami oltre alla vodka. Il tramonto è spettacolare. Aspettiamo che i ponti si sollevano (sono le 2 circa del mattino). Un consiglio: www.Hermitagemuseum.Org Il nono giorno (24 agosto) è dedicato alla visita dell’isola di Vasil’evskij. Per fortuna che c’è la metropolitana. La differenza con quella di Mosca è che qui per accedere ai vagoni devono essere superate delle porte di ghisa… siamo sotto il livello del mare! Attenzione alle porte che si muovono veloci. Uno dei punti panoramici è la Strelca. Vediamo alcuni sposini fare le foto. Una particolarità sono i testimoni che girano con una fascia blu come le Miss. Andiamo verso la Fortezza per fare una pausa sulla spiaggetta. Ci fermiamo a prendere un tè in un locale trendy gestito da giovani russi. Il decimo giorno (25 agosto) abbiamo organizzato una gita a Petrodvorec (Petergof) residenza estiva degli zar. La barca è piena di turisti. Rimango sul ponte rischiando una paresi facciale, ma ne vale la pena. Il viaggio in battello è alquanto suggestivo in quanto ci fa vedere l’arcipelago di isole che forma la foce della Neva. Il sole è alto e il cielo azzurrissimo. Arrivati a destinazione ci accorgiamo che al momento del pagamento dell’ingresso ci viene consegnato un biglietto già strappato e che all’ingresso il bigliettaio lo trattiene… Quando la miseria si fa sentire ci si organizza!. L’ornamento principale del parco sono le numerose fontane, alcune delle quali anche stravaganti. Da vedere anche il Palazzo d’Estate… non ci stupisce come dovrebbe (ndr: dopo il Palazzo d’Inverno non è facile), ma è divertente camminare sui parquet con delle pantofole in feltro senza cadere. Ogni sala è custodita da anziane signore russe alcune anche sulla settantina!. Al ritorno sosta… indovinate dove? Nevskij Prospekt! Cena in un ristorante tipico con violinisti. Prendiamo il tram per tornare, ci accorgiamo che quando accosta per far scendere non ci sono le banchine… tutte le auto a destra del tram si fermano nello stesso momento che si ferma il tram, pertanto il pedone può tranquillamente attraversare la strada. Geniale, hanno risparmiato sulla banchina, sul semaforo pedonale e sulle strisce zebrate. Visto lo stato di manutenzione dei binari, meglio così… il semaforo non sarebbe funzionato e le strisce sarebbero scolorite… a volte con un poco di ordine si ottengono risultati migliori: quando il tram si ferma è come se scatta il rosso per l’automobilista!.

L’ultimo giorno (26 agosto) è dedicato allo shopping per acquistare souvenir (matrioske, vodka e caviale nero, quello con il coperchio blu!) e per rientrare, via Vienna, a Roma. Facciamo colazione insieme ad una squadra di calcio russa. Per i giocatori cappuccino e torta di mele, per il mister e preparatori di tutto e di più. Shopping per bruciare gli ultimi rubli… sembra che la valuta russa non possa essere esportata. Dalla fermata della metropolitana Moskovskaja partono gli autobus o i minivan privati diretti all’aeroporto. Prendiamo un minivan per l’ingombro dei bagagli. Ci rendiamo conto solo all’arrivo all’aeroporto che è vicinissimo. L’aeroporto di Pulkoso si trova a 17 km a sud di SP. Che fare?. Pensiamo a come risolvere il problema del documento non rilasciato dalla dogana di Mosca. Decidiamo di predisporre il documento doganale per l’imbarco. Studiamo i movimenti delle guardie russe e decidiamo di fare il check-in e di imbarcarci. Per fortuna del documento non gliene frega niente… a dal controllo ai raggi dei bagagli non vengono insospettiti da nulla… Poiché è ancora presto per l’imbarco dei nostri bagagli ci dicono di aspettare l’arrivo dell’aereo. Rimaniamo con i bagagli dietro le guardie russe. Quindi assistiamo a delle scene dove alcuni turisti hanno acquistato scacchiere, icone russe, opere in avorio… che le guardie vogliono far lasciare. A dei turisti americani vogliono far pagare una multa salata (100 $) perché hanno troppe le valigie con loro. L’americano va su tutte le furie, e viene convocato in un ufficio. Lo vediamo successivamente all’imbarco con un valigione portato a mano e lasciato alle hostess austriache. All’aeroporto di SP non si vendono francobolli, pertanto organizzatevi prima. Comunque se le spedite senza, arrivano lo stesso e senza multa; ma fate una figura da idiota pidocchioso. Acquisto con gli ultimi dollari alcuni CD di musica rock di giovani russi: i ΖΕΜΦИРА e ΤΑНЦЫ МИНУС non sono poi peggio di alcuni gruppi italiani.

Il viaggio di ritorno è tutta una riflessione […][…].

Mettendo piede in Russia si pensa subito alla storia recente e si cerca di capire dove questo paese, che sta cambiando, vuole arrivare… Guardando il film ARCA RUSSA mi sono fatto la stessa domanda.

Ringrazio turistipercaso per l’ospitalità.

Sergio Notari (PS: non cercate l’Intourist a Mosca perché è stato raso al suolo… era proprio fatiscente! …Un altro pezzo di storia che se ne va’.)



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