4.000 km in Romania

Viaggio on the road nella natura rumena
4.000 km in romania
Partenza il: 28/05/2010
Ritorno il: 13/06/2010
Viaggiatori: due
Spesa: 2000 €
scelgo la Romania incuriosito da questo popolo che ci ha invaso ultimamente ma anche per una nostalgia del mondo contadino nel quale sono nato e che ho abbandonato da ragazzino causa esodo dall’Istria, mia terra natale. In Romania ben il 40% della popolazione è impiegata nei campi a coltivare patate, mais, canapa, tabacco, verze, vite e molta frutta. Nei piccoli campi del nord si vedono gruppi di 3-4 persone che lavorano lentamente mentre nelle sterminate campagne che si attraversano per arrivare al mar Nero non si incontra nessuno e non si capisce come siano state piantate e curate. Di scene prettamente bucoliche ne ho viste poche e questo mi ha deluso, ma in ogni caso il paesaggio è sempre straordinario con molti boschi che forniscono ai romeni tanto legname che usano per il riscaldamento nel freddo inverno che arriva anche a meno 25° e per la costruzione di mobili massicci e intarsiati che si trovano nelle pensioni e alberghi frequentati. Ci sono belle montagne, valli verdi e tanta acqua: torrenti, fiumi e molti laghi. Il Delta del Danubio è un vero paradiso che abbiamo percorso con una barchetta a motore accompagnati da Iuli un ventenne che nel contempo ci ha ospitato nel suo camping di Murighioi fornito di due comodi bungalow coi bagni e docce accanto.

La cose che più mi hanno colpito del paese sono: – la gentilezza ed educazione dei romeni che ti rispondono sempre con gentilezza e spesso in perfetto inglese ma a volte perfino in italiano, lingue che apprendono dalla tv nei film trasmessi in lingua originale; ci sono inoltre molti romeni che hanno vissuto per qualche tempo nel nostro paese e che poi sono ritornati in patria – la pulizia maniacale delle città ma anche delle campagne; non si trova una cartina in giro e si vedono addetti alle pulizie perfino nelle strade di montagna lontano dai centri abitati – la cura delle case e dei giardini ricchi di fiori coloratissimi e dei parchi cittadini frequenti e dotati di ogni comfort – la bellezza delle piazze centrali che in ogni città rappresentano il salotto nel quale i romeni organizzano festival del cinema, del teatro, della musica e le vie vicine pedonali con bar e ristoranti all’aperto coperti da ombrelloni pubblicitari delle grandi marche di birra (Peroni, Becks, Stella Artois, ecc…) sotto i quali i romeni bevono la birra in compagnia, i cocktail e le varie bibite rinfrescanti causa il gran caldo che abbiamo trovato – la modernità del paese che come italiano mi han fatto sentire appartanente ad un paese quasi più arretrato e non scherzo al riguardo: tabelloni pubblicitari e insegne giganteschi che trasmettono filmati, una gioventù sana, colta e ben vestita fornita di tutti gli accessori elettronici e di comunicazione; tanti fast food locali che forniscono panini, dolcetti e vari snack a costi irrisori – la struttura turistica con pensioni familiari estremamente curate con servizi interni, tv, frigobar di standard internazionale e alberghetti invitanti e con personale molto professionale.

Se qualcuno pensa di giudicare la Romania dall’alto in basso è decisamente fuori strada. Il motivo per cui molti romeni abbandonano il loro paese è unicamente di ragione economica. Con la fine del comunismo di Ceausescu, l’adesione all’Europa e l’introduzione del sistema capitalista, la gran parte dei giganteschi combinat (impianti industriali) hanno chiuso e stanno arrugginendo nelle periferie industriali e molti romeni hanno perso il posto di lavoro. Quelli che non sono riusciti a riciclarsi hanno preferito emigrare anche perchè gli stipendi sono bassi (200-300 euro al mese) mentre il costo della vita, per noi conveniente, non lo è per loro, dovendo pagare anche i generi alimentari a prezzi non lontani dai nostri (causa i troppi passaggi di intermediari fra il produttore ed il consumatore finale). Molti romeni a sorpresa rimpiangono il regime di Ceausescu proprio per il lavoro, ma altri negano decisamente, ricordando una dittatura che negava loro libertà e opportunità per il futuro. Ma partiamo dall’inizio: viaggio in due con la mia ex compagna, volo low cost Wizzair a 90 euro AR da Bergamo Orio al Serio a Cluj Napoca e rientro da Bucarest con la stessa compagnia. All’aereoporto ritiriamo l’auto noleggiata con Autonom.com rent a car: una ottima Logan Dacia Renault 1400 fornita di aria condizionata, radio-cd e navigatore satellitare (unica pecca perchè praticamente per problemi elettrici non verrà mai utilizzato, costringendoci a chiedere continuamente informazioni ai locali causa la mancanza in molti posti delle indicazioni stradali che ci hanno fatto perdere spesso la strada giusta obbligandoci a percorrere molti più km del previsto. Costo del nolo 560 euro per 17 gg: 25 al giorno per l’auto, 4 per l’assicurazione casco e 50 euro in tot.per il navigatore. La compagnia Wizzair, ungherese-polacca, rispetta gli orari, ti fa fare perfino il check-in on line per risparmiare tempo e denaro e ti offre varie altre opzioni fra cui l’aumento del peso bagaglio da 15 a 20 kg pagando 10 euro in più.

Cluj Napoca è una bella città medioevale della Transilvania, di circa 300.000 abitanti, ex capitale, oggi città studentesca con ben 100.000 studenti che incontriamo in giro mentre festeggiano la laurea in divisa con parenti recanti mazzi di fiori per festeggiare assieme l’importante evento. Nella bella piazza centrale vediamo bambini sul palco che ballano e cantano in occasione del festival del cinema. Alloggiamo all’hotel Confort prenotato in internet su booking.com al costo di 48 euro per la doppia con tutti i… Confort e vicino al centro, raggiungibile con una piacevole passeggiata di 10 minuti. Visitiamo il campus degli studenti, la chiesa, la casa di Mattea Corvino eroe rumeno-ungherese e mangiamo nel piccolo ristorante Tara consigliato da Lonely Planet affrontando per la prima volta la cucina rumena ordinando il Sarmale (involtini di verza) e la famosa polenta, la mamaliga e la Tochitura un piatto con carne di maiale, salame, uova e polenta. Ottima la birra Ciuc o la Ursus e poi la palinca, la grappa locale di prugne che i romeni bevono al mattino prima di colazione come in Veneto e che sembra faccia bene. Paghiamo 20 euro in due e ci alziamo molto soddisfatti.

Inizia il giro andando a nord verso il Maramures. Le strade sono molto buone, il paesaggio verde ma il tempo nebbioso. Ci fermiamo per un caffè e jogurt e incontriamo bambini sporchi e laceri che ci chiedono soldi. Brutta scena, ma sarà l’unica di tutto il viaggio. Arriviamo a BAIA MARE, la capitale del Maramures, una città un tempo molto inquinata ma oggi piacevole con grandi viali, parchi e palazzoni. Andiamo a Baia Sprie dopo aver attraversato la zona industriale mineraria abbandonata che sarà la prima di tanti mostri creati da Ceausescu che stanno arrugginendo, ma che rappresentavano anche milioni di posti di lavoro che oggi non ci sono più, costringendo i romeni all’emigrazione. Frutta e verdura a circa 1 euro al kg, 1 euro per la birra, 2,5 per una coppa grande di gelato, ma 7-8 euro per una buona bottiglia di vino, benzina 1,1 euro al litro. Si può mangiare un buon pasto tradizionale con 4 euro e si spendono 15 euro per una cena in un ottimo ristorante a base di pesce (carpa e trota all’interno), siluro e dorata ( una specie di orata) al mare o fritture miste molto abbondanti e saporite. Baia Spria, paesino con una bella e grande piazza ancora in restauro, ha un campanile storico e assistiamo ad un battesimo nella vicina chiesa greco-cattolica. Non tutti i romeni sono ortodossi (la gran parte) ci sono anche i cattolici come in Maramures, i protestanti nelle città sassoni e i mussulmani nel sud est. In ogni caso sono più osservanti di noi italiani. Le chiese sono molto frequentate, li vedi tutti in fila a farsi ricevere dal pope con tanto di barba che li abbraccia e consola prima di baciare le icone sacre ed i crocefissi. A proposito questo è un aspetto inquietante: se uno è malato, potrebbe trasmettere il suo problema dato che tutti baciano insistentemente questi oggetti di culto, mah! Le chiese sono molto belle e curate e rappresentano l’aspetto culturale più interessante ed in vista del paese. Chiese moderne molto colorate all’interno e con aspetti architettonici interessanti, ma soprattutto per i turisti le chiese in legno del Maramures, semplici, con affreschi interni e le sale separate per donne e uomini. Intorno i piccoli cimiteri in mezzo al verde. In Bucovina invece (la zona più turistica del paese) ci sono i famosi monasteri in pietra non più legno, affrescati di fuori e di dentro, all’interno di mura e parchi, poi le chiese fortezze più a sudovest ed altri monasteri villaggio in cui vivono centinaia di suore o di monaci e novizi. In Maramures e Bucovina si ha l’impressione che tutto giri intorno alla religione, mentre nel resto del paese sembra che la gente sia più laica.

Visitiamo varie BISERICHE DE LEMN cioè chiese di legno, di vari paesini e vediamo i portoni di legno decorato che sono un’altra attrazione artistica locale. Appena posteggiato l’auto arriva la vecchietta o il vecchietto con la chiave per farti visitare la chiesa chiusa e prendersi la mancia o incassare il costo del biglietto per la visita (intorno a 1 euro).

A BOTIZA capitiamo nel giorno giusto, la domenica quando tutta la comunità converge alla chiesa locale che non riesce a contenere tutti i fedeli che arrivano col costume tradizionale. Le donne più giovani e moderne indossano gonne coloratissime a pieghe e fiori coi tacchi a spillo, le altre una specie di tappeto colorato che copre una tunica bianca e incredibili babucce ai pied,i con calze di lana bianca. Gli uomini più modeste camicie bianche elaborate e gilè neri di lana. Purtroppo piove spesso ed il cielo è grigio e solo dopo qualche giorno arriva il sole che colora una natura splendida fatta di belle valli verdi, colline e boschi incredibili.. Assistiamo ad un funerale di paese col corteo di tutti i villeggianti, mangiamo in un ristorante moderno dove la giovane gerente parla un ottimo italiano avendo vissuto per qualche anno in Italia. I giovani vicini di tavolo bevono la birra e giocano a back gammon, gioco molto popolare in tutto il paese. L’unica pecca del Maramures sono le strade con buche che a volte sembrano voragini e che costringono ad una guida lenta ed attenta per evitare rotture e schianti. Alloggiamo nelle pensioni private a conduzione familiare, con la padrona di casa gentile che ti prepara subito la colazione con le marmellate artigianali o il miele ed i formaggi semplici ma gustosi e la cena a base di minestra, carne di maiale con polenta mentre il padrone di casa ti versa continuamente la palinka, la grappa di prugne che i polacchi bevono a casa appena svegli, ma che stranamente è difficile da trovare nei bar e ristoranti quasi se ne vergognassero. Ottima anche la grappa coi mirtilli. Sono ancora frastornato da tanta bellezza incontrata in 17 giorni di viaggio e dalla differenza di temperatura rispetto all’ancora fredda Italia dove l’estate tarda ad arrivare mentre in Romania eravamo in pieno solleone. A Bucarest ma anche al centro le temperature erano superiori ai 35° mentre qui ritrovo la pioggia, il cielo grigio e le temperature che avevo incontrato al nord della Romania nella prima settimana di viaggio. . I romeni sono gentili e ti aiutano in modo per noi impensabile. Un signore è salito in auto con noi per accompagnarci all’imbocco dell’autostrada per poi ritornare in centro per proprio conto. All’aereoporto non trovavo la sede della compagnia di noleggio per la riconsegna dell’auto ed un romeno mi ha accompagnato per mezzora in giro per aiutarmi. Nella mia prima uscita da Bucarest non ritrovavo l’albergo ed un ragazzo ha telefonato col cellulare a casa per localizzare il mio albergo con il computer di casa. La lingua romena è latina con alcune parole di origine slava ed a parte gli accenti che modificano le vocali ed alcune coniugazioni dei verbi, è abbastanza facile dato che molte parole somigliano alle nostre semplicemente troncando la vocale finale. Ho studiato il romeno per un mese circa prima della partenza e mi arrangiavo piuttosto bene con grande sorpresa dei romeni poco abituati ad uno straniero che parli la loro lingua, ma comunque lusingati per lo sforzo. Se ti vedono in difficoltà girano subito in inglese perfetto e corrente che in Italia non parlano neanche i professori a scuola.

La cucina romena è di tipo tradizionale contadina, saporita e piuttosto grassa. Ricorda quella della Valtellina: tanta polenta oncia con formaggio e uova e carne di maiale, salame buono, pomodori, cetrioli e …verze e capucci. Come primo le ottime ciorbe cioè minestre con carne e verdure, quella di trippa che è la più popolare e le taranesche con carne di vitello. Il vino sfuso a brocca non è granchè e costa circa 4 euro, ma le bottiglie di Feteasca, vino secco o semidolce bianco è veramente buono, ma costa intorno ai 7 euro. In compenso la birra che i romeni bevono a fiumi sono buone e costano intorno a 1 euro la bottiglia da mezzo litro. Hanno tutti i liquori internazionali inclusi i nostri digestivi. Buoni i gelati del marchio Betty Ice per i quali i romeni si mettono in fila ai chioschi.. Una coppa gigante in ristorante con panna costa intorno a 2,5 euro e due palline in cono o vaschetta meno di mezzo euro. Lungo le strade e nei mercati cittadini vendono tante ciliegie, fragole e albicocche a circa 1 euro per kg. E tante opportunità di acquisto di grappe, marmellate di mirtilli e fragole, miele con polline e propolis, sciroppi di pino contro la tosse, creme e oli della mitica Gerovital e formaggi locali, provole affumicate a 4 euro il kg. Meno male che in sede di prenotazione ho pagato 10 euro per il supplemento peso valigia da 15 a 20 kg perchè dopo tali acquisti di prodotti sono arrivato a 19,80 kg dopo aver abbandonato un paio di scarpe e riempito al massimo lo zainetto a mano. Chiedo scusa per questo diario un po’ sconnesso ma forse immediato e spontaneo. Se qualcuno preferisce non mangiare romeno, ma ad esempio italiano, non c’è problema. Tutti i ristoranti offrono la pizza fatta bene e perfino le nostre paste e poi ci sono i ristoranti italiani di lusso riservati ai ricchi romeni o ai turisti di passaggio abbienti. Nei giorni di gran caldo abbiamo abbandonato i piatti tradizionali e ci siamo buttati sulle insalatone, quella nota greca con olive nere e formaggio feta e quella bulgara che contiene anche cipolle, un altro tipo di formaggio e prosciutto cotto a cubetti. Costano circa 3-4 euro, ci aggiungi una birra e con 5 euro sei a posto e fresco. Il caffè è buono: l’espresso scurt (corto) o lung (americano). Al confine con la Bulgaria fanno il caffè turco. Costa sempre meno di 1 euro. Per gli amanti dei dolci la Romania ha una cura particolare. Innanzitutto il cozonac che è un cilindro secco e vuoto con una sfoglia sulla quale applicano vari ingredienti come le noci, le mandorle, ecc.. I papanasi, polpettine dolci ripiene di cioccolata o marmellata e condite con panna. Le mitiche placinte cioè strudel di mele, ma anche la placinta panettone. Ottimi gli yogurt che si possono accompagnare come in Grecia con il miele locale. Per colazione che a volte è inclusa nel prezzo della camera, si mangia tanto, come in un pranzo: pomodori e cetrioli, omelette, formaggio e prosciutto, yogurt, succo d’arancia o pesca, caffè, dolcetti vari, marmellate e burro insomma poi sei a posto per tutta la giornata e basta uno spuntino prima della cena abbondante. Per questo motivo il costo della colazione se pagata a parte naviga intorno ai 7 euro, altrimenti per caffè e dolcetto bastano 1,5 euro. Per uno spuntino in strada o in bar con panino kebab e bibita vanno intorno ai 3 euro ma se ti accontenti di uno strudel di mele o di formaggio caldo basta mezzo euro.

Costo degli alberghi: tre stelle di livello internazionale all’arrivo a Cluj, prenotato in Internet su Book.com (Confort hotel)ed in partenza a Bucarest trovato in arrivo l’ottimo (Tempo Hotel) rispettivamente 48 euro per la doppia a Cluj, 60 euro per la singola a Bucarest. Con aria condizionata, tv, frigobar, bagno privato, e centrali a pochi passi dalla piazza principale. Nel resto del paese per le pensioni tutte ottime o gli alberghi a 2-3 stelle abbiamo pagato circa 20-22 euro a camera. La nostra prenotazione dell’auto con una compagnia locale presente in quasi tutto il paese, la AUTONOM.COM, confrontata con compagnie di livello internazionale come la HERTZ o l’EUROPCAR ci ha fatto risparmiare qualche centinaio di euro, ma poi abbiamo trovato in giro offerte di auto a nolo per prezzi stracciati come in Grecia e Spagna: sui 15 euro al giorno. Noi avevamo prenotato una Matiz 5 a 19 euro con assicurazione, ma poi per non lasciare in vista una valigia che non entrava nel bagaglio abbiamo optato per la Logan Dacia che si è rivelata una scelta oculata avendo percorso ben 3.600 km. Ottima la guida, la tenuta di strada, la silenziosità, il vano bagaglio ed anche il consumo intorno al 6,5%. Ha inciso per 100 euro la riconsegna dell’auto in aereoporto diverso ed il satellitare per 50 euro.

Le strade sono un’incognita: si va dalle autostrade Pitesti-Bucarest, Bucarest-Costanza che sono dei gioielli gratuiti la prima, del costo ridicolo di 3 euro la seconda per 250 km, alle strade perfette tipo Svizzera in Bucovina, alle strade drammatiche del Maramures in cui si deve fare una gincana fra le buche voragini. All’inizio ti spaventi e vai piano, poi ti abitui e quando finisci in una (per il calcolo delle probabilità prima o poi ne centri una) è una questione di fortuna o meno. A noi è andata bene, ma dovesse spaccarsi qualcosa, la Romania ha meccanici, gommisti, rivenditori di pezzi d’auto ogni km di strada e poi avevo la tessera ACI Gold che mi dava assistenza in tutto il paese con il collegamento con l’ACI romena o con le filiali della Compagnia di noleggio che si prestano a questo servizio e di cui avevamo gli indirizzi ed i numeri di telefono.

Per il telefono conviene acquistare una tessera ROMTEL da 10 LEI (2,5 euro) e telefonare dalle cabine pubbliche. Altrimenti col telefonino usando lo stesso numero per i cellulari senza prefisso internazionale e usandolo invece (0040) per i telefoni fissi italiani. Naturalmente si spende di più. Convenienti invece gli sms che costano pochissimo e internet che trovi dappertutto, spesso gratis negli alberghi e pensioni. Volendo viaggiare coi mezzi pubblici ci sono treni piuttosto diffusi, meno gli autobus e poi ci sono taxi dappertutto che non sembrano cari a patto che non si incappi nel furbone che ti fa fare il giro del mondo anche se la tua meta era vicina o quello che non aziona il tassametro. Meglio parlar chiaro all’inizio e scegliere le compagnie ufficiali. Ci sono anche i taxi collettivi, minibus che fanno vari itinerari. Il metro di Bucarest ha 4 linee, si presenta bene ma ha fermate troppo rade. Il biglietto costa 0,60 euro per due corse. Ci siamo goduti per soli due giorni la bella regione del MARAMURES, con le sue due valli IZA e MARA, tutte le sue innumerevoli chiese in legno (ma basta vederne un paio), ammirato i suoi portoni intarsiati di tante piccole località: Voda, Ieud, Budesti, Calinesti, Surdesti,ecc.. la città al confine con l’Ucraina, SIGHETU MARMATIEI che ha una bella piazza longitudinale con vari giardini fioriti, una sinagoga ed un cimitero ebraico ed una triste prigione dove Ceausescu deteneva migliaia di prigionieri politici che oggi vengono ricordati nella prigione museo. Il cimitero allegro di SAPANTA, ossia un cimitero creato da un simpatico locale che negli anni ’30 decise di rendere la dipartita più allegra preparando per ogni defunto un bel racconto spiritoso della sua vita con tabelle e croci di ferro con prevalenza del colore azzurro. In questa medesima località c’è anche la chiesa di legno col campanile più alto d’Europa. Abbiamo alloggiato in due pensioni familiari a Sapanta la nostra prima notte accolti con cordialità dalla famiglia e dall’ospite italiano, un veneto di Belluno che vive in zona da alcuni anni e lavora per un appalto della nostra compagnia elettrica Enel e a MOISIEI la seconda notte nella pensione più economica e pazza del nostro percorso romeno. Infatti quella casa ai bordi della strada che porta al passo Prislop all’interno presenta stanze dove impera il trionfo del kitsch, con con arredi coloratissimi di poster, coperte lavorate, tappeti, bambole, ecc.. Mentre nel cortile antistante un impetuoso torrente-fiume c’è un piccolo orto e campeggio ed inoltre una serie di cantine dove il simpatico padrone di casa produce ettolitri di palinca che continua a bere in modo esagerato, offrendola generosamente a clienti e amici ospiti, inoltre grappa di mirtilli e piatti di salsicce e verdure varie. Ho passato una piacevole serata in compagnia sua, del figlio e di un suo amico ingegnere che mi hanno ragguagliato sulla situazione economica-politica del paese. Prima di Moisiei avevamo visitato il bel complesso religioso di BARSANA, recente e composto da una serie di chiese in legno e palazzoni molto belli che ospitano le monache all’interno di un giardino parco fiorito e molto ben curato. Stavano trasmettendo la messa in diretta con altoparlante da un chiosco centrale col pope che officiava accompagnato dal canto delle monache e dalla presenza di locali e turisti al riparo delle ombrelle perchè pioveva. Approdiamo poi a Viseus de Sus e Jos (su e giù) due bei paesini ai margini della regione e precedenti il Prislop Pass che separa il Maramures dalla Bucovina. In questi paesi è possibile prendere il trenino locale che entra in una bella valle boscosa e che in passato era usato dai boscaioli a caccia di legname e che oggi viene usato per questa escursione che noi non abbiamo potuto fare perchè capitati nel giorno in cui il trenino era completamente noleggiato da un’agenzia locale per i suoi clienti. Peccato e allora via per Borsa, una cittadina bella e ricca che sembra non appartenere al Maramures e che anticipa la ricchezza della vicina BUCOVINA che sembra la Svizzera rispetto alla povera ma bella Maramures. Il PASSO PRISLOP è facilmente raggiungibile percorrendo i suoi comodi tornanti circondati da boschi. In cima c’è una chiesa in pietra e poi si comincia a scendere e inizia la sorpresa. Strade impeccabili, appena costruite, credo, con segnaletica da far invidia ai paesi più sviluppati. Belle case decorate con motivi floreali e geometrici e impreziosite da giardini con fiori di lillà e alberghi chalet che ricordano quelli nostrani altoatesini a quelli svizzeri e austriaci. Passiamo per la bella e moderna CAMPULUNG MOLDOVENESC, ma per stare più tranquilli decidiamo di proseguire e troviamo alloggio a VAMA in una casa privata col simpatico padrone di casa che ci racconta del figlio sposato in Italia a Civitavecchia e della figlia avvocato trasferita a Bucarest. Ci dà le dritte per le prime visite ai monasteri in pietra e per la cena in un bel ristorante locale a pase di trota. Così dopo una doccia rinfrescante partiamo a vedere tutta una lunga serie di monasteri protetti dall’UNESCO e considerati patrimonio mondiale dell’umanità: Sucevita e Moldovita il primo giorno, Voronet, la Cappella Sistina della Romania con affreschi dal prevalente colore azzurro-blu, Humor e Arbore il secondo passando per paesaggi molto belli con valli, colline, prati, campagne molto piacevoli alla vista. I monasteri sono capolavori d’arte che si differenziano per la prevalenza del colore a volte verde, a volte azzurro, a volte rosso bruno e sono affrescati dentro e fuori con scene bibliche e colori di grande impatto in un contesto molto rilassante di chiese all’interno di parchi protetti da alte mura e custoditi da zelanti suore molto gentili e discrete che a volte si dimenticano di far pagare il biglietto o di redarguire chi scatta le foto senza aver pagato prima il diritto relativo. Il costo è comunque molto basso: intorno a 1 euro per l’ingresso e 1 euro per le foto. Dentro icone preziose, crocifissi, ricchi altari, pareti e cupole affrescate e le tre sale, la prima per le donne, la seconda per gli uomini e la terza per il prete con l’altare e la cupola. Scendiamo a sud passando e saltando SUCEAVA la grande città della Bucovina che non ci sembra interessante ed il cui passaggio ed ingresso è ostruito da notevoli lavori in corso. Dopo la serie di monasteri arriva la serie di conventi più recenti e abitati da preti e allievi sempre con belle chiese, mura e parchi ed il complesso di AGAPIA nei pressi di Targu Neamt con ricca chiesa e palazzo circostante a colonnate e portici bianchi abbelliti da gerani rossi e abitato da centinaia di suore che vivono in villettine bianche e curano personalmente i bei giardini fioriti. Arriviamo nella bella e moderna PIATRA NEAMT col suo traffico ordinato, il fiume, la bella piazza centrale col solito giardino curato, una collinetta con piazzetta pedonale la chiesa antica, ed altri edifici interessanti prima di percorrere il lungo tragitto che ci porterà alle GOLE DI BICAZ ed al LACU ROSU ossia il laghetto rosso. Le gole si raggiungono dopo aver attraversato una lunga valle verde con piccoli paesetti e qualche pensioncina ed albergo qua e là. Poi la strada comincia a salire ed inizia questo spettacolo forso unico al mondo di montagne che cadono dentro una gola stretta con una strada a tornanti che la percorre in salita. E’ oramai sera, ci sono alcuni turisti in giro e gli innumerevoli negozi che vendono paccottaglia e che stanno ai margini della strada, appoggiati alle pareti rocciose, stanno chiudendo bottega. Rimaniamo incantati da questa visione particolare non conoscendone l’estensione e con l’idea di ritornarvi l’indomani dopo aver alloggiato presso il soprastante lago rosso. Arriviamo in cima ed un altro spettacolo affascinante si apre ai nostri occhi: un piccolo ma lungo lago dal colore fango più che rosso, con pezzi di alberi affioranti e recisi, pinete tutto intorno, prati diradanti con ristorantini e bar e alberghi di varia foggia, alcuni mastodonti con parco e prato all’inglese. Noi alloggiamo in uno modesto ma comunque dignitoso e poi andiamo a passeggiare lungo le rive del bel lago che ha anche una piccola darsena con barche ed un ristorante ben posizionato con vista panoramica dove consumiamo un’ottima ma piuttosto cara cena (120 lei in due cioè 30 euro, ma non eravamo abituati a tanto) a base di trota, contorni vari, la placinta, il dolce tanto desiderato ma poi deludente e la nostra prima bottiglia di Feteasca regale, il buon vino bianco romeno che da sola incide per un quarto del costo della cena.

CONTINUA LA SECONDA PARTE con Transilvania, Delta del Danubio, Costa del Mar Nero e Valacchia



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche