Bayahibe,Saona, Higuay. Una terra poliedrica

Eccomi qui, in piena depressione post vacanza, vicino ad un caminetto acceso, e pensare che meno di una settimana fa ero lì. Lì a Bayahibe, dove il sole in questo momento sfida (e di gran lunga vince), ogni pelle bianca. Passando prima per Miami e successivamente per New York, voglio affermare che le meraviglie della natura sono nettamente...
Scritto da: Aglaja Zoe
bayahibe,saona, higuay. una terra poliedrica
Partenza il: 12/11/2008
Ritorno il: 19/11/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Eccomi qui, in piena depressione post vacanza, vicino ad un caminetto acceso, e pensare che meno di una settimana fa ero lì. Lì a Bayahibe, dove il sole in questo momento sfida (e di gran lunga vince), ogni pelle bianca. Passando prima per Miami e successivamente per New York, voglio affermare che le meraviglie della natura sono nettamente migliori e lontane a ciò che l’uomo ingegnoso è ormai in grado di costruire. E Bayahibe, o per meglio dire la vicina Saona sono l’emblema di ciò che di meglio la natura ha da offrirci. Se poi si riescono a trovare tratti il meno contaminati possibile, si avrà davanti uno spettacolo, che è proprio quello del sapore dei Caraibi. Cosa ripetere: spiagge bianchissime, mare azzurro cristallino, infinite distese di palme? No, nessuna descrizione può rendere l’idea. L’emozione è viverli! Ciò che di meno caratteristico e dominicano potreste trovare sicuramente saranno i villaggi turistici. Ovviamente pieni di comfort e stereotipi euro-occidentali; comprensibilissimo anche questo, vacanza è ovviamente relax, ma sono così lontani da qualsiasi forma di realtà dominicana. Io ero in un villaggio, il Viva Dominicus Palace, senza dubbio buono, ma oltre la musica e i dipendenti, ha veramente poco della sua nazione. Il mio consiglio è quello di godervi il resort, che ha la capacità di farvi staccare la spina grazie all’estrema spensieratezza che può offrirvi; ma siate estremamente curiosi perché là fuori c’è molto da scoprire. Ciò che è esterno, è realtà e/o bellezza della Repubblica Dominicana. Ho avuto la fortuna di fare 2 escursioni, agli antipodi una dall’altra. Una nella quale abbiamo visto e toccato stelle marine prima di arrivare a Saona, al canto della playa: spiaggia selvaggia nella quale abbiamo mangiato deliziose aragoste cucinate sulla riva, con una cornice paesaggistica da rimanere senza fiato e ovviamente vitamina R a go go! E poi ancora villaggio dei pescatori, luogo in cui la gente ha molto poco dal nostro punto di vista materiale, ma forse ha più di noi, dato che il sorriso è sempre sulla loro bocca.

Altra escursione di tipo più avventuriero, ci ha portato a bordo di una sorta di furgone (non saprei come definirlo più precisamente), a vedere le varie situazione di vita reale, quali: la casa del contadino, la coltivazione da canna da zucchero e la più tangibile e concreta Higuay con il suo mercato da cui non potrete uscirne nella stessa condizione psicologica del momento in cui ne siete entrati (lascio a voi libera immaginazione). Per poi arrivare alla scuola di un villaggio haitiano, e riconoscere che i nostri problemi talvolta non hanno alcun senso se solo abbiamo modo (e voglia) di guardare al di là del nostro naso. Si prova infinita tenerezza nel vedere questi bimbi dai lineamenti non noti, e dagli occhi sgranati che ti guardano come se tu fossi il ricco, ma in realtà questo è tutto da vedere; puoi accorgertene quando ti offrono il sorriso e la faccette buffe, pronte per una foto. E poi ancora tuffi nel rio chavon stile tarzan e rum a piovere.

Ebbene si, una sola settimana è stata appena sufficiente per assaporare questo meraviglioso posto e le sue infinite sfaccettature. Sarà mica di ritornarci presto, Fausto? In ogni viaggio c’è sempre qualcuno che ricordo con particolare piacere, e stavolta ci sono loro: lo staff di Mariposa Tour con cui abbiamo fatto le escursioni: Marco, Manu e Beppe. Loro, che con tutte le carte in regola, ci hanno saputo far divertire ma non solo. Ci hanno anche lasciato spazio per una riflessione sulla terra che ci ha ospitato. Senza di loro, non ricorderei quella terra con lo stesso affetto. Senza dubbio il mio consiglio è di fare due passi appena fuori dal villaggio, e fermarsi davanti a Mariposa, troverete oltre a delle escursioni non di massa e dettagliatamente curate, delle persone che infonderanno il loro spirito libero e vero, nella vostra vacanza.

Oltre a pizza e spaghetti, abbiamo altre orgogliose esportazioni: Marco, Manu e Beppe.



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