Punta Cana, Bavaro Princess

DIARIO DI VIAGGIO IN REPUBBLICA DOMINICANA MERCOLEDI’ 19 MARZO Mercoledì 19 Marzo, io e mia moglie Francesca siamo partiti per una stupenda vacanza di una settimana con destinazione Santo Domingo, Repubblica Dominicana, l’isola caraibica che il 5 Dicembre del 1492 Cristoforo Colombo raggiunse e che in nome del proprio aspetto che ricordava...
Scritto da: luca&fra
punta cana, bavaro princess
Partenza il: 19/03/2008
Ritorno il: 27/03/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
DIARIO DI VIAGGIO IN REPUBBLICA DOMINICANA MERCOLEDI’ 19 MARZO Mercoledì 19 Marzo, io e mia moglie Francesca siamo partiti per una stupenda vacanza di una settimana con destinazione Santo Domingo, Repubblica Dominicana, l’isola caraibica che il 5 Dicembre del 1492 Cristoforo Colombo raggiunse e che in nome del proprio aspetto che ricordava alcune regioni della Spagna, la chiamò la “Spagnola”. Su quest’isola Colombo ed i suoi uomini fondarono la prima città del Nuovo Mondo.

Attualmente è divisa in due entità politiche: Haiti a ovest, che occupa un terzo della superficie totale, e la Repubblica Dominicana, che copre gli altri due terzi della parte orientale di questa splendida isola.

Partiamo con Todomondo, il tour operetor che vende pacchetti turistici esclusivamente in internet. Al momento della prenotazione eravamo un pò scettici, il prezzo era veramente basso per il servizio che forniva, e soprattutto la partenza si trovava nella settimana di Pasqua, una delle più care per muoversi, ma che dire, tutto è filato liscio, o quasi, a parte il cambio dell’aeroporto di partenza da Verona a Milano Malpensa, a causa dell’annullamento del volo. L’aereo Air Europe è partito alle 22 con un’ora di ritardo, ma è atterrato in perfetto orario all’aeroporto di La Romana alle ore 2.45 del mattino. GIOVEDI’ 20 MARZO Scesi dall’aereo, dopo aver sbrigato le formalità doganali e recuperati i bagagli, saliamo sul pulmino che dopo un tragitto di circa due ore, fra strade piene di buche, ci porta a Punta Cana, dove abbiamo prenotato un hotel 5 stelle All Inclusive, il” Bavaro Princess All Suite Resor”. La località turistica di Punta Cana, si trova nell’estremità orientale dell’isola ed è anche conosciuta come “costa del cocco”, per la caratteristica di avere palme da cocco sparse lungo i 40 chilometri di spiagge ininterrotte, le cui acque turchesi creano uno scenario veramente unico. L’hotel Bavaro Princess si trova sulla spiaggia del Bavaro, a 1 km dalla Plaza Bavaro, a circa 60 km dalla rumorosa città di Higuey (1 ora) e 3 ore e mezza di strada dalla capitale, Santo Domingo. Questo grande resort, a nostro avviso, si distingue dagli altri grazie alla sua bella forma, alla raffinatezza dell’arredo, alla superficie e soprattutto all’incredibile giardino ecologico.

Alle 5.15 del mattino arriviamo finalmente in Hotel, fuori fa ancora buio, facciamo il Ceck-Inn e saliamo sul trenino che ci porta alla nostra camera.

Che dire l’hotel è veramente enorme, si estende per una superficie di circa 40 ettari in cui sono disseminati 86 bungalows in muratura a due piani, ciascuno composto da otto Junior Suit, quattro per piano, di circa 65 mq dotati di ampio bagno con vasca, letto a tre piazze, salottino con ampio divano, mini bar compreso nel prezzo, e una grossa loggia con poltroncine, piscine, campi da tennis, laghetti, 7 ristoranti, centro benessere, bar, ecc..

La cosa che veramente ci ha colpito è la tranquillità che si respira in questo posto, pur essendoci ben 768 camere tutte al completo. Mentre sistemiamo i bagagli siamo tentati di andare a letto per riposarci un pochino ma intanto sono venute le 6.00 e fuori sta cominciando a venire la luce, cosi’ decidiamo di farci una bella doccia e di metterci in tenuta estiva per fare subito colazione e poi andare in spiaggia a prendere il primo sole. Scopriamo coosì in che posto magnifico siamo finiti: un vero giardino tropicale con mangrovie, palme alte da cocco, più di 200 tipi di piante diverse, fiori coloratissimi profumati, piccoli laghetti, con tartarughe, oche, pavoni, fenicotteri, pappagalli e tante altre specie diverse di uccelli. Pensate che le prime volte per orientarsi in questo magnifico parco bisognava portarsi con se la mappa fornita dalla reception, altrimenti si rischiava di perdersi. A parte gli scherzi, la Fra tutte le volte che usciva dalla camera sino all’ultimo giorno faceva confusione, confondeva la strada che portava alla per la spiaggia con quella per la zona ristoranti. Dimenticavo qui ci sono ben 7 ristoranti, di cui uno a Buffet La Hispaniola, dove ogni sera viene proposto un menu tipico, ricordo il menù domenicano, americano, messicano e persino quello italiano. Gli altri 6 sono su prenotazione, di cui 5compresi nel prezzo!!!! Al Ristorante El Pescador situato nei pressi della spiaggia vicino alle piscine si possono mangiare squisite paelle fatte al momento e ottime aragoste senza aggiungere nulla. Noi qui ci siamo stati ben due serate, la paella al tegame è veramente una delle più buone che io abbia mangiato. Una sera siamo stati al Gaucho dove si possono mangiare carni argentine, un’altra siamo stati al Bella Pasta dove è possibile mangiare pizza, pasta e piatti tipici della cucina italiana. Volendo si poteva andare anche al Sakura, ristorante di cucina asiatica, ma alla fine io non ero molto convinto. Comunque non vorrei dilungarmi troppo sui ristoranti, c’è ne è veramente per tutti i gusti, qui è impossibile non ingrassare. Dopo un abbondante colazione ci dirigiamo verso la spiaggia, ma rimaniamo un pò delusi, infatti è in atto una piccola tempesta che sta provocando danni a Porto Rico e che qui causa mare molto agitato, pensate che questa lunga spiaggia bianca è quasi sparita, il mare si sta portando via i lettini, gli ombrelloni e in alcuni hotel la sua forza del mare ha sradicato diverse palme!!! Andiamo al centro Diving dell’hotel che si trova sulla spiaggia per sapere quando sarà possibile fare un’immersione. La ragazza del Diving ci informa in spagnolo che le condizioni per fare delle immersioni a Punta Cana sono veramente pessime per i prossimi 4-5 giorni, infatti il mare agitato ha causato delle scarse condizioni di visibilità e quindi se vogliamo fare delle immersioni bisognava andare con dei tour da loro organizzati all’isola di Catalina o a Bayaibe che distono un paio d’ore di pulmann da Punta Cana pagando anche delle grosse cifre. Queste località infatti si affacciano sul mare dei Caraibi che è quasi sempre calmo, differenza di Punta Cana che si trova sull’oceano.

Un po’ amareggiati decidiamo di lasciare perdere e ci rilassiamo al sole, in attesa di incontrare l’assistente Todomondo per prenotare, alcune escursioni. Nel pomeriggio il mare si ritira e le onde cominciano a calare così, finalmente possiamo ammirare la spiaggia di Punta Cana in tutto il suo splendore; quaranta km di sabbia bianca, palme da cocco che dominano il paesaggio e acque azzurre.

Dopo una lunga passeggiata sulla spiaggia rientriamo in hotel per andare a prenotare l’escursione all’Isola di Saona. Scopriamo però che anche lì il mare è stato molto mosso, quindi è meglio aspettare ancora un paio di giorni prima di andare. Nel frattempo ci godiamo al massimo quanto Punta Cana può offrire.

VENERDI’-SABATO 21-22 MARZO Il secondo e terzo giorno lo passiamo completamente in totale relax . La sveglia verso le 7.00 -7.30 del mattino e dopo un’abbondante colazione per me a base di uova e bacon cotte al momento, mentre la Fra crepès con la nutella e bomboloni caldi, ci si spaparazza al sole dopo essersi dati un quintale di creme. Qui il sole infatti è veramente forte, io faccio molta fatica e resistere così mi accaparro uno lettino sotto un ombrellone fatto con foglie di palma.

Facciamo splendide camminate, e da qui si può raggiungere il paesino El Cortecito, piccolo villaggio di locali dove si trovano diversi negozi di artigianato locale. Il villaggio sorge a ridosso della spiaggia, infatti camminando sul bagno asciuga vieni completamente trascinato dai locali a visitare le loro botteghe. Si possono acquistare sculture in legno, in cocco, le bellissime bamboline tipiche “lime” fatte in argilla , caratterizzate da abiti vistosi e variopinti e dall’assenza dei tratti del viso, i quadri naïf (haitiani), opere variopinte dai colori vivaci che rappresentano momenti di vita del popolo dominicano, rispecchiando i colori e le abitudini della vita quotidiana come il mercato, la pesca, la raccolta della canna da zucchero, il riposo nelle capanne, etc. E non solo, anche collane, braccialetti in ambra o altre pietre come il Larimar.

L’ambra è una peculiarità della Repubblica Dominicana. Questa resina di colore giallo che, trasformatasi in fossile, cela talvolta in sé impronte di piccoli animali. Attenzione però alle imitazioni, il costo di questo fossile è molto elevato.

Il larimar invece è una pietra semipreziosa di colore azzurro cielo che si trova esclusivamente nella Repubblica Dominicana, la si può trovare in diverse forme: allo stato naturale o lavorato, ad impreziosire collane, anelli, ed altri oggetti.

Assolutamente da non perdere il Rum che si ottiene dalla distillazione della canna da zucchero che, una volta tagliata e spremuta, viene cotta e fatta fermentare prima della distillazione e dell’invecchiamento in botti di rovere.

L’unica cosa è CONTRATTARE SEMPRE… Infatti i prezzi non sono mai esposti, ma quando chiedi ad un dominicano cosa costa, risponde “come vuoi pagare?” (euro/dollari/moneta locale), se paghi in euro ci perdi sicuramente, poiché il cambio te lo fa quasi alla pari del dollaro americano, quindi a mio avviso e sempre meglio avere appresso dei dollari in taglio molto piccolo, esempio da 1,2,5,10$. Poi vi dice una cifra faraonica, esempio per una tela 40×70 sono capaci di chiederti 130$, bisogna allora rifiutare clamorosamente, poi ti chiede “ quanto tu vuoi pagare” e tu in quel momento devi avere un‘ idea ben precisa di quanto possa essere il suo valore, tenendo conto che siamo in un paese dove la vita costa veramente poco. Dopo di che dicendo 30-40$ non bisogna mollare ma far finta di non essere troppo interessati, è il momento in cui proverà a convincerti a prenderlo per almeno 70-80$, poi se siamo stati veramente determinati, molla e te lo dà per il tuo prezzo. La guida ci ha detto che le tele più grosse possono al massimo arrivare a costare 80$, quindi attenti ai prezzi che vi dicono!!!!!! Tenete presente che uno stipendio medio qui è di 350$ al mese. Una cosa che ci ha un po’ scocciato è che passeggiando sulla spiaggia liberamente con lo zaino sulle spalle vieni sempre fermato da domenicani che vogliono venderti collane, bracialetti, e non solo, oltre a loro, ci sono degli agenti immobiliari vestiti con pantaloni lunghi, scarpe e camicia, muniti di cartellino che ti invitano a dedicare ½ ora del tuo tempo per visitare strutture alberghiere, resort, allo scopo di convincerti a prenotare in queste strutture la prossima vacanza nella Repubblica Domenicana, in cambio di magliette sponsorizzate o addirittura dicendoti che ti avrebbero regalato dei soggiorni gratis. Cosa da non credere, ma chi ti regala un soggiorno gratis in un All Inclusive senza avere nulla in cambio! DOMENICA 23 MARZO Oggi è il giorno dell’escursione all’isola di Saona. L’Isola è situata a sud est della Repubblica dominicana, la leggenda narra che il nome dell’isola deriva da Savona, la città natale del marinaio che per primo la avvistò.

Saona, fa parte del Parque Nacional del Este (Parco Nazionale Orientale), riserva naturale della flora e della fauna dominicana che si estende per circa 420 chilometri quadrati. Qui non sono presenti strutture turistiche ci si arriva solamente in barca mediante escursioni giornaliere. L’isola è circondata da piscine naturali, con acqua cristallina dove poter fare il bagno e vedere le colorate stelle marine.

Partenza alle 7.15 del mattino dalla reception dell’hotel con un pulmino di Todomondo con destinazione il porto di Bayaibe per imbarcarci sul catamarano che ci porterà a Saona, siamo una ventina di italiani.

Il tragitto in pulman è di circa 1.30 ma diventa di 2 ore a causa del traffico. Percorriamo strade asfaltate piene di buche e prive di illuminazione pubblica in cui la segnaletica stradale è quasi assente. Notiamo subito che è sufficiente allontanarsi di pochi chilometri dalle zone battute dai circuiti turistici per avere immediatamente uno spaccato diverso dell’isola. Le spiagge bianche, i grandi e lussuosi complessi turistici di Punta Cana lasciano spazio a grandi pascoli, distese di canna da zucchero e piccoli paesini con case che assumono un architettura coloniale spesso dai colori pastello, e anche villaggi dei coltivatori di canna da zucchero, che per pochi dollari lavorano anche dieci ore al giorno. La guida ci informa che negli ultimi anni, con l’aumento del benessere dovuto al Turismo, sono sempre meno i domenicani che accettano di lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero, soppiantati dai più poveri haitiani. Il traffico è veramente intenso, ci sono un sacco di motorette con sopra addirittura 3-4 persone!!! Una cosa che ci ha colpito parecchio sono le macellerie che espongono la carne sui marciapiedi appese a dei fili come se fossero dei panni stesi, con tutta la polvere e lo smog lasciato dal traffico!!!! Passiamo anche da Higuey, città che si trova circa a metà strada tra Punta Cana e La Romana, la maggiore della zona, fondata nel 1494 da Juan de Esquivel, conquistatore della Giamaica, ed oggi e’ la più importante meta di pellegrinaggio dei devoti della Vergine Nostra Signora di Altagracia, patrona dell’isola. Qui, ogni anno, il 21 gennaio, migliaia di pellegrini giungono da ogni parte per visitare il Santuario de Nuestra Senora de Altagracia, dove partecipano alla suggestiva messa. La chiesa contiene il più grande carillon del continente. La guida ci informa che il papa ha celebrato la messa in questa chiesa in ben due occasioni. La basilica è ultra moderna, non di certo è stata costruita in stile coloniale. A prima vista ci appare molto fredda: la struttura è tutta in cemento armato e la volta è altissima .

Arrivati al porto ci imbarchiamo sul catamarano e dopo un ora e mezzo di navigazione al ritmo di musica latino americana ( salsa e merenghe) e, dopo esserci bevuti un paio di coca e rum, sbarchiamo sull’isola.

L’isola ci appare molto bella con una spiaggia bianchissima piena di palme nane alte non più di 6-7 mt e una vegetazione verdissima, peccato però che l’acqua non è limpidissima a causa del mare mosso dei giorni scorsi. Qui sostiamo un paio d’ore, giusto il tempo per un bagno, una breve passeggiata lungo la spiaggia piena di coralli e un pasto a base di pesce e pollo cotto alla griglia.

Verso le 15.00 rientriamo al porto, questa volta però non utilizziamo il catamarano ma delle lance velocissime con motori da 300- 400 cv, prima però ci fermiamo nella zona delle cosiddette “piscine naturali”, una zona con il fondale sabbioso molto basso, l’acqua turchese/smeraldo e soprattutto piena di stelle marine di grandi dimensioni adagiate tranquillamente sul fondo. Qui scendiamo dalla lancia e andiamo alla ricerca di queste grosse giganti stelle marine con tubo e maschera. Ne troviamo veramente un sacco, proviamo a prenderle in mano ma le lasciamo fuori dall’acqua per poco tempo poiché altrimenti rischiano di morire.

Vi ricordate il film ”Laguna Blu” del 1980, diretto dal regista Randal Kleiser e tratto dal racconto La laguna azzurra dello scrittore Henry De Vere Stacpoole, che narra la storia di un amore innocente e sensuale che nasce fra due bambini, naufraghi, che crescono vigorosi e belli in un’isola dei Tropici ?è stato in parte girato proprio qui in queste piscine naturali. Purtroppo si è fatta l’ora di rientrare ed in una mezzora di navigazione su queste lancette che sfrecciano a forte velocità, con secchiate di acqua che arrivano da tutte le parti, arriviamo un pò bagnati in porto, dove ci attende il pulmino che ci riporterà in Hotel.

LUNEDI’ 24 MARZO Siamo già a lunedì oggi è il nostro penultimo giorno, prenotiamo l’escursione per visitare L’isola di Catalina e, ci godiamo in totale relax il sole in spiaggia e finiamo di fare gli ultimi acquisti. Non so dirvi quante tele abbiamo comperato!!!!! MARTEDI’’ 25 MARZO L’escursione all’isola di Catalina parte sempre alle 7.15 del mattino, questa volta occorre andare in pulman al porto di La Romana impiegando circa due ore di viaggio dove ad attenderci c’è una lancetta che in 20 minuti ti porta sull’isola. Prima però l’escursione prevede un giro con l’anfibio sul rio Chavòn e una visita al villaggio Alatos de Chavon creato su di una altura del Rio Chavòn sullo stile di un pueblo spagnolo del cinquecento e progettato da un architetto italiano, Roberto Coppa, negli anni 70. Il giro in anfibio dura circa 30 minuti ma è veramente uno spettacolo di natura incontaminata in una gola profonda dove si intrecciano palme, ed arbusti creando un atmosfera quasi surreale. Qui avvistiamo anche un’ iguana che si mimetizza in mezzo a delle frasche. Avvertiamo proprio una senzazione di avventura. La guida ci dice che questo tratto di fiume è stato il set di diversi film quali: Apocalypse Now di Coppola, Rambo 1 e King Kong.

Prima di arrivare al villaggio Altos de Chavon passiamo da Case de Campo che si trova a soli 8 km, un vero e proprio paradiso per miliardari, dato che il costo di un’abitazione raggiunge cifre faraoniche da causare un infarto ad un comune mortale. Qui ci dicono che Berlusconi ha una casa e non so dirvi quanti campi da golf e da polo qui dentro si possono trovare. Veramente un posto per ricchi…

Arriviamo quindi nel villaggio Altos de Chavon, oggi divenuta città degli artisti, dove si può visitare un’ anfiteatro in stile greco che conta 5.000 posti a sedere e dove vengono eseguite rappresentazioni teatrali e concerti con artisti del calibro di Sting, Madonna, Ricky Martin, Julio Iglesias, Duran Duran , un museo archeologico dedicato al villaggio aborigeno dei Taínos, boutique, gallerie d’arte, una scuola dove insegnano periodicamente i migliori artisti del momento, negozi, romantici ristoranti, ed inoltre si può godere di un ottima vista sul fiume Chavòn. Qui si trova anche una chiesetta dove si è sposato Michael Jackson.

Verso le 12 arriviamo al porto di La romana e qui con una lancia facciamo rotta sull’isola di Catalina che dista solamente 15 km. L’isola è un parco naturale protetto, per questo motivo non esistono costruzioni; in questo paradiso abitano più di 112 specie di uccelli, tartarughe marine, pellicani, delfini e pesci volanti. La parte est di questa lunga spiaggia è di proprietà dalla Costa Crociere dove alcuni giorni della settimana ormeggia nella baia e scendono da questi transatlantici migliaia di persone. Noi invece sbarchiamo sul lato ovest della spiaggia dove arrivano le lance e i catamarani dei tour operatour dei villaggi di Bayaibe e di Punta Cana. Una volta giunti sull’isola è il momento di pranzare e ci aspetta un piccolo buffet di insalata, ottimi spaghetti ai frutti di mare, aragostine alla griglia e per i non amanti del pesce pollo alla griglia.

Oggi è martedì e nella splendida baia dalle acque turchesi è ormeggiata la Costa Crociere Atlantica, una nave veramente enorme. Finito di pranzare la Fra si riposa sotto ad una palma mentre io, non resisto, mi metto pinne maschera e prendo dallo zaino la macchina fotografica subacquea e vado subito a fare snorkeling sulla barriera corallina raggiungibile anche a nuoto. Devo dire però che la barriera che si trova di fronte alla spiaggia in cui ci si ferma non è un gran che, ne abbiamo visto molto di più belle. Non ci sono nemmeno grandi pesci. Dei nostri amici appassionati di subacquea ci dicono che qui si possono fare delle ottime immersioni, purtroppo noi non possiamo farle, domani abbiamo il volo di rientro e le regole della subacquea vietano l’immersione 24 ore prima di volare. Sono venute le 16 è ora di ripartire per fare rientro in hotel a Punta Cana alle 19.00 Arriviamo nella Hall corriamo subito a vedere in bacheca l’operativo aereo per il volo di rientro e scopriamo che ci è stato anticipato dalle 22.00 alle 16.15. Peccato speravamo di riuscire a stare ancora una giornata in spiaggia ma invece alle 12 occorre lasciare l’hotel. La sera siamo veramente stanchi dopo l’aperitivo, un’ ottima cena e una lunga passeggiata tra i viottoli illuminati dell’hotel, tra palme e vegetazione tropicale, rientriamo in camera, poiché è anche ora di rifar la valigia per tornare a casa.

MERCOLEDI’ 26 MARZO L’Ultima mattina ci alziamo verso le 7.00 e fuori è in atto il tipico acquazzone tropicale, ma non ci scoraggiamo perché sappiamo che al massimo durerà un paio d’ore. Infatti verso le 9.00 esce il sole e qui quando spunta il sole fa subito molto caldo, così che andiamo in spiaggia a fare l’ultimo bagno. Ci tormenta l’idea di non aver preso una tela dominicana da mettere in casa nostra, così avendo ancora un paio d’ore a disposizione, decidiamo di fare l’ultima passeggiata in riva al mare e raggiungere il mercatino sulla spiaggia che si trova ad un paio di km. Rientrati in hotel è giunta l’ora di andare a cambiarsi, il pulmino di Todomondo sta arrivando a prenderci per portarci all’aeroporto de La Romana.

Sono le 13.00, il sole è fortissimo e fa veramente molto caldo ed io sono completamente sudato fradicio. I nostri bagagli si sono appesantiti da tutte le tele e souvenir comperati in questa splendida terra, ignari dell’ultima avventura che ci sarebbe capitata nel tragitto verso l’aeroporto: dopo circa un’ora di viaggio abbiamo fuso il motore dell’autobus, si sono “solo” scordati di mettere l’acqua nel radiatore!!!!! Per fortuna si è fermato in prossimità di un villaggio vicino ad Higuey, dove abbiamo aspettato per circa un ora che ci venissero a prendere con un’altro autobus. Nell’attesa non si poteva stare sul pullman poiché era divenuto un vero forno, l’aria condizionata non funzionava così che abbiamo subito cercato riparo sotto un’ombra per non ustionarci dal sole cuocente. Per fortuna il ceek inn dell’aeroporto era stato avvistato e così siamo riusciti a prendere l’aereo.

Siamo così giunti alla fine di questa breve ma intensa vacanza nella bellissima Repubblica Dominicana.



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