Bangui e dintorni

La Repubblica Centrafricana è un Paese che rappresenta appieno quel fascino selvaggio e misterioso che l’Africa emana. Un paese incastonato nel cuore della foresta, senza sbocchi sul mare e per di più con echi di storia che riportano a Bokassa e alle sue efferatezze (della quali molte sono state inventate dai francesi per aver buon gioco nel...
Scritto da: il bes
Partenza il: 21/03/2007
Ritorno il: 25/03/2007
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
La Repubblica Centrafricana è un Paese che rappresenta appieno quel fascino selvaggio e misterioso che l’Africa emana. Un paese incastonato nel cuore della foresta, senza sbocchi sul mare e per di più con echi di storia che riportano a Bokassa e alle sue efferatezze (della quali molte sono state inventate dai francesi per aver buon gioco nel rimuoverlo, ma che comunque rimane uno dei più feroci dittatori africani).

Bangui conta 800.000 abitanti, ma non li dimostra. E’ una distesa di baracche che si distendono tra il fiume Obangui (sulla cui riva opposta già si entra in Congo-Zaire) e una collina ancora ricca di vegetazione incontaminata e sulla cui sommità capeggia la scritta “Bangui” copiando dalla ben più celebre Hollywood.

Accanto alle baracche e alle strade drammaticamente sterrate, si erge un’arteria principale (anticamente usata come pista dell’aeroporto), incredibilmente larga e ai lati della quale sorgono alcuni edifici anni ’70 (fatti costruire da Bokassa) ormai in inarrestabile decadenza.

Al termine del viale principale si entra in quello che è il centro della città, anch’esso con pochi edifici in stile coloniale, una chiesa cattolica e il palazzo del governo, anch’esso recuperato dalla follia edificatrice di Bokassa. A proposito di governo, la Rep. Centrafricana è un paese che ancora in tempi recenti ha vissuto frequenti colpi di stato, in media uno ogni cinque anni, e il presidente attuale è in carica da 4 anni, dopo aver rovesciato il suo predecessore, come nella migliore tradizione centrafricana. Purtroppo tutto ciò è avvenuto anche per salvaguardare i grandi interessi francesi che ci sono in questo piccolo stato ricco però di diamanti e di legname, le due risorse che lo rendono estremamente appetibile agli occhi degli stranieri.

Purtroppo queste due risorse hanno completamente offuscato le altre e la povertà è davvero endemica e si accompagna ad un tasso di analfabetismo e ignoranza decisamente superiore a molti dei paesi vicini. Infatti in Centrafrica è difficile trovare persone professionalmente valide e sono abbastanza frequenti le “invasioni” da parte del Congo e del Ciad di persone che vengono impiegate nei posti migliori e più redditizi. Del resto a Bangui non c’è carta stampata, funziona solo la radio e ancora oggi le scuole sono pochissime. Anche nelle persone locali sopravvivono antiche usanze africane ormai scomparse altrove. Basti pensare che nonostante la maggioranza si professi cattolica e ci siano anche alcuni mussulmani, ancora oggi i morti non si seppelliscono se non dopo molti giorni ricchi di danze e riti tribali che ancora sopravvivono. E se questa è la situazione di Bangui e dei villaggi ad essa limitrofi, non deve sorprendere il fatto che a poche ore di strada dalla capitale si entra nella foresta vergine nella quale ancora vivono i Pigmei, e molte delle loro tribù non ha ancora avuto contatti con quella che noi chiamiamo civiltà (ma che a Bangui tanto civile non è stata).

Il turismo organizzato non esiste, pertanto i Pigmei hanno buone possibilità di restarsene in pace nella loro foresta, così come alcune famiglie di ippopotami che si possono incontrare a un cinquantina di km dalla capitale, risalendo il corso dell’Obangui.

Dato che il mio soggiorno è stato per motivi lavorativi non ho molto di più da raccontare, anche se l’esperienza di essere stati in questo paese è davvero unica, visto che si ritorna in un mondo che francamente pensavo ormai scomparso.

Informo inoltre gli eventuali avventurieri che a Bangui non ci sono hotel di stile occidentale e nei pochi che ci sono è difficile trovare una camera, e se la si trova le condizioni igieniche sono davvero pessime. Ho avuto la fortuna di pernottare presso una famiglia di libanesi (che stanno tra l’altro costruendo un nuovo hotel) e quindi ho potuto godere di tutti i comfort, oltreché gustare le loro prelibatezze culinarie, visto che a Bangui non vi sono ristoranti e tutta l’offerta gastronomica si esaurisce in pochi bar piuttosto cadenti.



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