Messico e Tikal

Un viaggio avventura in Quintana Roo, Campeche, Chapas e Yucatan e una straordinaria escursione a Tikal. Siti maya, cultura, popoli, mare e natura
Scritto da: Roberto Agnelli
messico e tikal
Partenza il: 01/03/2013
Ritorno il: 16/03/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Siamo in due, mia moglie ed io, e come al solito il nostro viaggio è “fai da te”. Dopo anni che vogliamo andare in Messico quest’anno per una serie di motivi, riusciamo finalmente ad organizzarci per farlo nel periodo climaticamente migliore.

Il mio diario è un atto dovuto, visto che ormai per organizzare un viaggio utilizzo di più i resoconti dei privati piuttosto che le guide. Un grazie, quindi, a chi li scrive e ai siti che li accolgono.

Tenterò di essere il più concreto possibile in modo da poter essere utile più che altro ai fini pratici per superare tutti i dubbi che si presentano quando si organizza un viaggio come questo. Per quanto riguarda costi, alberghi e ristoranti il tutto verrà riepilogato al termine del diario, mentre cercherò di non dilungarmi sui siti visitati perché più che descritti nelle guide, in questo caso parlano forse di più le fotografie, alcune delle quali, se volete, potete vederle al seguente indirizzo: www.flicckr.com/photos/agroberto.

1 Marzo: Milano-Cancum

Partenza da Milano per Cancun con due transiti, il primo a Madrid il secondo a Miami. Ho tentato in tutti i modi di evitare il transito negli Stati Uniti per i noti motivi di dogana, ma purtroppo senza riuscirci. In effetti le pratiche doganali sono lunghissime ed estenuanti con lunghissime file e senza dare alcuna priorità a chi ha delle coincidenze. In particolare al rientro siamo riusciti a prendere la coincidenza all’ultimo minuto praticamente con l’aereo già con i motori accesi, nonostante avessimo oltre due ore e mezza di tempo. Ricordo per chi non lo sapesse che per transitare negli Stati Uniti è necessario preventivamente compilare on line il permesso di entrata “Esta” sull’apposito sito ufficiale https://esta.cbp.dhs.gov/) evitate gli altri che fanno pagare commissioni esagerate. All’arrivo all’aeroporto abbiamo ritirato immediatamente l’auto noleggiata in modo da evitare spese assurde di taxi che ti portano in città. Arrivare in centro è facilissimo visto che si tratta di un lunghissimo rettilineo. Qui abbiamo individuato l’ Hostal Haina prenotato dall’Italia e finalmente ci siamo messi a dormire.

2 Marzo – Cancun – Valladolid – Ek Balam – Chichen Itza (250 Km ca.)

Prima di affrontare il nostro primo tratto andiamo a prelevare in uno dei tanti bancomat e senza particolari problemi partiamo (per nota: i bancomat chiedono commissioni abbastanza onerose per ogni prelievo e cosa un po’ particolare alle volte ci si trova in un locale molto piccolo dove entrano più persone e stanno in fila a pochissima distanza da chi preleva, inoltre il ns. codice è di cinque cifre, mentre la macchina sembra ne accetti solo quattro – digitarlo per intero comunque). Per fare questo tratto decidiamo di evitare l’autostrada e la scelta ritengo sia stata più che buona visto che oltre a risparmiare possiamo cominciare ad addentrarci nella vita locale, costituita da tanta gente in strada, animali, biciclette, attività di ogni genere, in particolare tantissimi che fuori dalla loro porta di casa si sono creati dei barbecue per vendere pollo asado (allo spiedo). I primi dissuasori (tope) non sono al momento più fastidiosi di tanto ci accorgeremo poi strada facendo quanti ne troveremo. Prima tappa Valladolid, piccola cittadina coloniale dove mangeremo uno spuntino in uno dei tanti ristori e passeremo un paio di ore. Ek Balam dista qualche Km., è un sito interessante soprattutto perché è il primo che visiteremo, ma rivedendo poi dopo averne visti tanti altri forse non vale la pena se non si ha molto tempo. La salita comunque della prima piramide allena le gambe e soprattutto la vista dall’alto a dir poco impressionante. Arriviamo infine a Chichen Itza per pernottare al secondo hotel prenotato dall’Italia il Dolores Alba, facilmente individuabile, praticamente ci sbattiamo contro venendo dalla strada di Valladolid. (Per le note sugli alberghi a fondo diario le ho riepilogate tutte)

3 Marzo – Chichen Itza – Izamal – Ticul (250 km. ca.)

Come da più parti consigliato ci presentiamo all’ingresso del sito all’apertura (orari 8 – 17) e faremo bene prima di tutto perché eviteremo le fiumane di turisti che arrivano dalla costa e poi perché il sole a quell’ora è già alto. Non mi dilungherò sulla bellezza del sito, che visitiamo in circa tre ore. Partiamo a questo punto alla volta di Izamal per vedere il convento di Sant’Antonio de Padua (bellissimo il suo colore giallo vivo). La cittadina è anche questa coloniale, ma non le dedichiamo più di tanto anche perché la strada per arrivarci è stata abbastanza lunga, non tanto per le distanze, ma perché le segnalazioni mancano e perché si passa spesso attraverso i paesi. Arriviamo alla sera a Ticul e troviamo il nostro alloggio (l’ultimo che avevamo prenotato dall’Italia)… una cabana spartana inserita in un piccolo parco gestito da una signora francese.

4 Marzo: Uxmal – Campeche (Km. 160

La prima tappa di oggi è Uxmal che si trova a pochissimi km. Anche qui ci presentiamo prima di tutti. Alle 8 aprono con calma la biglietteria ed entriamo. Il posto è ancor più entusiasmante di Chichen Itza, qui vediamo oltre alle costruzioni anche gli innumerevoli iguana. Il sole è alto nel cielo blu terso e decidiamo di salire anche sulla piramide più alta senza mai guardarsi indietro, quando si è in cima la vista è spettacolare, ma la preoccupazione di dover scendere è davvero forte. Le scale sono ripidissime e strette sembra neanche di vederle, ma piano piano riusciamo a scendere. Tra tutte quelle che abbiamo fatto questa è sicuramente la più impressionante e direi pericolosa. La visita è talmente coinvolgente che il tempo passa senza che ce ne accorgiamo così arriviamo a Campeche solo nel pomeriggio e decidiamo così di fermarci per la notte, in quanto non sappiamo cosa poi troveremo lungo la strada. Campeche è una cittadina molto ben tenuta e risistemata con i fondi dell’Unesco e le vie sono un arcobaleno di case colorate. Vale certamente la pena di visitarla.

5 Marzo: Campeche – Palenque – Agua Azul – Misol Ha (Km. 490)

Partiamo di buon mattino per fare il tratto che ci porta nel Chiapas, qui la strada seppur lunga è messa molto bene e si può viaggiare anche ad una certa velocità, 100 km/h, senza interruzioni. Raggiungiamo Palenque nel pomeriggio troviamo subito un alloggio a El Panchan (piccola zona proprio all’ingresso del Parco) dove lasciamo i nostri bagagli, mangiamo qualcosa di veloce e partiamo alla volta delle cascate. La più lontana a circa 60 km di una strada piena di curve, tope e bambini che tirano la fune per far fermare le auto al fine di vendere frutta o altre chincaglierie (basta non fermarsi e prontamente la corda viene abbassata) è Agua Azul. L’acqua in questo periodo è veramente azzurra e la numerosità dei dislivelli è notevole. Certamente vale la pena vederle e fare il percorso per guardarle anche dall’alto, peccato la numerosità delle bancarelle presenti piene di oggettistica locale. La seconda Miso Ha è stata per noi una sorpresa visto che non tutti ne parlano con toni entusiastici, ma il sito non è turistico come il primo e la cascata è impressionante vederla e passarci sotto attraverso un percorso attrezzato. Rientro a Palenque per la notte al Margarida Ed.

6 Marzo: Palenque – San Cristobal de Las Casas (Km. 220)

Il sito di Palenque è talmente coinvolgente che ci abbiamo messo più di quattro ore. Non mi dilungo, ma posso dire che è sicuramente il più entusiasmante di quelli che abbiamo visto in Messico. La giungla che sembra inghiottire le rovine, che sicuramente sono state liberate con molta fatica, è impressionante. Si respira natura e storia nello stesso momento. Prima si entra nel Parco e poi dopo una strada di ca 10 minuti si entra nel sito. Anche qui gli orari sono gli stessi. Da qui partiamo su una strada interminabile per raggiungere San Cristobal de Las Casas dopo 4 ore e mezzo. La natura degli altipiani è impressionante, si confondono palme con pini di alta montagna, ma evitiamo di fermarci. La strada è meglio percorrerla nel più breve tempo possibile e con la luce del giorno. In effetti si respira un’aria di precarietà quando attraversi foreste semibuie, ma forse è solo una mia impressione dovuta anche alle tante letture. In effetti dopo aver sorpassato centinaia di stressanti tope e paesi incredibili dove tra le altre cose in vendita sono ben esposte taniche con il carburante per le auto, arriviamo senza problemi anche se più che stanchi a San Cristobal de Las Casas. Breve giro della città e poi dopo una bella cena al “Tierra Madre via a dormire alla Casa Margherita in pieno centro.

7 Marzo: San Cristobal de Las Casas–Canon de Sumidero–San Juan de Chamula-Zinacantan–San Cristobal de Las Casas (Km. 110)

Arriviamo dopo oltre un’ ora di tragitto a Chapa de Corzo, dove purtroppo la lancia per la visita del Canon ci dicono è appena partita. Dovremo aspettare che se ne riempia un’altra con ca. 20 persone e ci vuole davvero parecchio tempo, così partiamo con il sole altissimo, crema e cappello. Dal nostro punto di vista tra tutto quello che abbiamo fatto è stato tra le cose meno interessanti. Certamente l’altezza delle pareti è impressionante e si vedono parecchi uccelli e coccodrilli, ma il giro dura troppo e forse non ne vale la pena. Via da qui torniamo verso San Cristobal con l’intento di raggiungere prima i due paesi degli altipiani tanto citati e cioè San Juan de Chamula e la sua chiesa e Zinacantan. Raggiungerli non è difficile, lungo il percorso si vedono molte persone, soprattutto donne, sovraccariche di legna che camminano in salita e fanno una fatica immane. Eccoci a San Juan de Chamula, qui ci fermano subito e ci fanno posteggiare prima di entrare nella via centrale chiedendoci relativo pagamento (il primo in tutto il Messico) poi cercano abbastanza con insistenza di venderci qualcosa, ma al tempo stesso la gente appare dura e ci guarda con diffidenza. Dopo aver percorso tutta la via centrale, forse come unici turisti, arriviamo alla chiesa. Anche qui l’ingresso è a pagamento e ci viene ribadito più volte che è assolutamente vietato fotografare all’interno. Una volta entrati l’atmosfera, come già in altri diari descritta, è impressionante. Le candele accese sono da tutte le parti e saranno migliaia, gli aghi di pino per terra, con gente che prega, gente che canta, gente che fa la processione, gente che offre ai santi qualsiasi cosa, anche la coca cola. Qualcuno pulisce il pavimento raschiando via la cera che cola dalle candele da tutte le parti e nel frattempo altri che ne accendono a decine, altri che rimettono a posto gli aghi dei pini estraendoli da grossi sacchi. Famiglie intere sedute per terra con i bambini . Credo sia impossibile descrivere questo luogo dove luci, suoni, odori e movimenti si uniscono creando una situazione inverosimile. Dopo aver visto l’interno vediamo il mercato e poco altro e poi ci avviamo verso Zinacantan dove è in atto la preparazione di una grande festa, ma siamo ancora un po’ “scioccati” dalla visita precedente e visto che si fa tardi ce ne andiamo.

8 Marzo: San Cristobal de Las Casas – Palenque (Km. 220)

Visitiamo la città dai mille colori. Anche qui come a Campeche le case sono tutte colorate ma si respira un’aria più autentica. La gente è per lo più vestita con abiti tradizionali, qualcuno per vendere ai turisti e qualcuno invece per tradizione. I mercati sono due, quello per turisti con tovaglie, coperte e gadget e quello alimentare dove si trova per lo più frutta e verdura di ogni genere coloratissima e tutta ben ordinata, ma non è difficile vedere gente con galline vive al collo e altra che si inventa qualsiasi attività. Quella che trovo un po’ una stranezza rispetto ad altri Paesi è che in questa zona i locali cercano il turista, ma al tempo stesso si chiudono e cercano di evitare qualsiasi contatto che va oltre la vendita. Ripartiamo alla volta di Palenque sulla stessa difficile strada e lunga strada ed eccoci quando meno te lo aspetti una lunga fila di macchine ferme. Come succede in questi casi cerchi di capire, vedi in lontananza tanta gente in strada e pensi che sia un incidente e invece no un passo alla volta arrivi e capisci che non è un incidente, ma sono i campesinos di un intero paese che bloccano le macchine e come le bloccano? Con assi di legno imbottite di chiodi alti 20 centimetri per farti evitare ogni tentazione di superare il blocco. E’ il nostro turno una giovane donna ci infila un volantino dove vengono illustrati i motivi della loro rivolta e ci chiede ripetutamente 200 pesos per farci passare. Intanto che cerchiamo i soldi nel portafoglio gli altri pressano, siamo assediati e nonostante ci siano altre auto nessuno si permette di protestare. Finalmente troviamo quello che ci chiedono e ci lasciano passare e dopo 50 metri cosa vediamo due poliziotti che bellamente fanno finta di non vedere nulla!! Il momento non è stato bello, e certamente la cosa che più lascia l’amaro in bocca è proprio la vista della polizia che direi impotente o collusa. Proseguiamo, ci vuole un po’ prima che passi la tensione e la rabbia, non certo per il denaro che si può calcolare come un pedaggio autostradale, ma per le modalità. Comunque con un po’ di ansia finalmente arriviamo e tiriamo un sospiro di sollievo. Prenotiamo il tour per l’indomani e via a dormire visto che si parte presto.

9 Marzo: Palenque – Flores (Km. 490)

Alle cinque e mezza sveglia, lasciamo i nostri zaini alla signora del Margarita & ed’s e alle sei arriva il pulmino che ci trasferirà a Flores, attraversando la frontiera sul Rio Usumacinta. Ci vorranno 8 ore di viaggio. Siamo emozionati e forse un po’ preoccupati. L’escursione l’ho studiata da tanto e ho sempre pensato che fosse una pazzia e invece si può fare. E’ certamente faticosa, ma emozionante e al tempo stesso scopri un Mondo. Primo tratto pulmino a 9 posti con aria condizionata e strade fino al Rio mediamente buone. Secondo tratto attraversata del Rio su lancia (non ci sono parole) Terzo tratto pulmann dellaSan Juan che avrà avuto 30 anni, strada sterrata e polverosa che passa attraverso paesi formati da quattro case disperse nel nulla dove tutto si svolge in strada compresa la vendita della carne appesa all’esterno riscaldata dal forte sole e impolverata dalla terra sollevata dai camion che passano. Dai finestrini entra di tutto e alla fine saremo talmente impolverati che saremo tutti bianchi dai capelli alle scarpe. E sul pulmann…. Come dicevo praticamente gente che arriva da ogni parte del Mondo, e dove veramente riscontri le caratteristiche diverse di ognuno. Tra l’andata e il ritorno abbiamo conosciuto la “tedesca” che era in giro con uno zaino dal mese di agosto 2012 e dopo aver attraversato mezza Africa, stava girando il Sud America per poi finire il suo viaggio in Australia che parlava solo inglese e che non capiva un tubo e ce l’aveva con i messicani perché non tutto era la perfezione assoluta, I giapponesi, imperturbabili e organizzatissimi con taccuino alla mano per prendere appunti, la “svizzera” perfettamente in ordine anche se anche lei in viaggio da tanto tempo con lo zaino, ma con le unghie smaltate che si lavava i piedi nel lavandino della frontiera, i messicani che facevano una breve vacanza, allegri e disponibili, i brasiliani che arrivavano dopo un mese di pullman in viaggio per il Centro America assolutamente pronti a ridere, scherzare, parlare di calcio e fare casino, anche nei momenti difficili e che in frontiera hanno tirato fuori il pallone dallo zaino per fare quattro tiri e poi Neo Zelandesi, Nord Europei, Francesi, lo spagnolo in solitudine e il canadese che assomiglia a Forrest Gump dopo un anno fatto di corsa, ecc. ecc. A dir poco fantastico ed emozionante ogni momento di questi due viaggi fatti tra andata e ritorno. Ogni secondo è una boccata di libertà. Detto questo, prima di arrivare a Flores, piccola e bella cittadina sul lago, sale sul pullman Saoul addetto della San Juan Travel che con estrema gentilezza nei confronti di tutti illustra i vari servizi che può offrire tra cui i trasporti a Tikal e i rientri a Palenque che entrambi prenotiamo subito, ci porta anche al bancomat per prelevare e ci lascia direttamente davanti al nostro albergo prenotato.

10 Marzo – Flores – Tikal – Flores (62 Km.)

La sveglia è all’alba anzi no, molto prima: è alle quattro. Brevissima colazione e il pulmino è già fuori che ci aspetta per portarci al sito Maya più imponente. Alle sei meno cinque siamo all’ingresso e le sbarre sono ancora abbassate e poi inizia la nostra intera giornata passata a visitare questa meraviglia, tra suoni, rumori, spettacoli naturali incredibili e le rovine che sembrano strappate dalla giungla. Alle cinque di sera riparte il pulmino per il rientro a Tikal, veramente ce ne sono molti altri prima, ma noi prendiamo l’ultimo. Arriviamo in albergo e praticamente distrutti, ma ne valeva certamente la pena.

11 Marzo – Flores – Palenque – Escarcega (Km. 710)

Si parte alle cinque. Siamo in attesa con dei francesi che però vanno sulla costa a Chetumal. Noi dobbiamo rientrare a Palenque per riprendere la nostra piccola autovettura perché il drop off in altra città sarebbe stato troppo costoso. Dopo qualche minuto di ritardo arriva il bus e Saoul. Via per il nostro rientro, tutto perfetto salvo che in mezzo al nulla se non una strada sterrata e polverosa il nostro mezzo ci lascia in panne, per fortuna l’autista riesce a sistemare il guasto e si riparte. Dopo essere stati stoppati anche da una mandria di bestiame arriviamo alla frontiera, che non si può fotografare, ma almeno si può dire che è costituita da una costruzione quadrata in mezzo ai campi, con una scrivania, una macchina da scrivere e quattro timbri. All’esterno la polizia, una cucina e quattro amache, sotto gli alberi che aiutano a ripararsi dal sole cocente. Difficile da descrivere, direi incredibile. Arriviamo finalmente dopo due blocchi della polizia messicana, alle due del pomeriggio a Palenque e dopo un boccone partiamo per Escarcega dove arriviamo verso sera.

12 Marzo – Escarcega – Tulum (Km. 490)

Partiamo molto presto da Escarcega dove non c’è nulla da vedere per poter arrivare sulla costa. Dopo aver fatto rifornimento alle cinque e mezzo con tanto di benzinaio presente e dopo che un poliziotto mi ha puntato la pila contro per capire dove andavamo, ci facciamo praticamente tutta la giornata in auto. Questo è stato l’unico giorno di pioggia che abbiamo trovato durante la vacanza e questo non ci ha permesso di vedere i colori della laguna di Bacalar (apparivano già interessanti pur con il cielo plumbeo) e alcuni tratti che avevamo previsto, ma in fondo è andata bene che sia stato proprio questo il giorno di maltempo.

13 Marzo – Tulum

Dopo aver visto un crescendo di siti Maya certamente questo non è dei più interessanti salvo il fatto che si trova sul mare con una vista davvero spettacolare. Dopo un paio d’ore usciamo e cerchiamo una cabana sulla spiaggia per la prossima notte. Non è facile trovarla a prezzi accettabili ma la troviamo e passiamo il resto della giornata facendoci un bagno e una lunghissima passeggiata sull’interminabile spiaggia. Tulum si divide tra il “Pueblo” pieno di ristoranti molti dei quali italiani e negozi turistici e la zona spiaggia, una lunga striscia di sabbia certamente di alcuni km. interamente lottizzata da resort di ogni tipo certamente comunque non invadenti come in altri posti. Qui non ci sono grattacieli o grandi palazzi ma cabana e lodge che offrono tra gli altri parecchi corsi di yoga. Insomma un posto abbastanza alternativo, di lusso e non.

14 Marzo – Tulum – Akumal – Cancun (Km. 150)

Dopo una mattinata in spiaggia a rilassarci sul lettino del lodge partiamo alla volta di Cancun dove dovremo lasciare l’auto questa sera, passando prima da Akumal e Puerto Morelos. Akumal è una bella sorpresa visto che si tratta dell’unica spiaggia che abbiamo trovato con il mare calmo. La baia rientra molto ed è protetta dalla barriera corallina. Mi faccio un bel bagno e vedo senza difficoltà almeno tre/quattro tartarughe sul fondo. Un’altra emozione per chiudere un viaggio straordinario. Lasciata l’auto con non senza difficoltà per il traffico pazzesco presente in Cancun, alloggeremo all’Hotel Terracaribe dove ci troveremo veramente bene.

15 Marzo – Cancun

Su consiglio di Victor il gentilissimo “portiere” vecchio stampo dell’albergo, prendiamo il bus locale e andiamo alla zona Hotelera. Questa è costruita praticamente con sabbia riportata su una laguna ed è lunga 22 km. Ci facciamo la nostra lunga camminata in spiaggia tra grandi alberghi che offrono ai loro clienti, per lo più americani tutti i servizi possibili. Qui troviamo moto d’acqua, surf e ogni genere di divertimento…….ma questo non è più Messico

16 Marzo – Cancun – Milano

Il nostro rientro avviene con le stesse modalità e difficoltà dell’andata. Arriviamo alle 12 e trenta del 17 Marzo sotto la pioggia e con 25 gradi in meno a Milano. Il nostro indimenticabile viaggio è terminato

Note riassuntive

Il viaggio è stato decisamente entusiasmante e lo consiglio vivamente. Interessante per quanto riguarda i siti archeologici anche se non si è appassionati di questo argomento. La parte del Paese che abbiamo visitato presenta molte peculiarità diverse sia dal punto di vista dei paesaggi che di clima che di gente. La parte interna del Quintana Roo, Yucatan e Campeche è fisiologicamente piatta e la gente è per cosi dire “quella vera” vive per lo più in strada e i paesi hanno caratteristiche coloniali. E’ molto facile girare. Il Chiapas è un mondo a parte, il clima e le montagne si fanno sentire sia sulle strade che sul carattere della gente che anche per la loro storia appare dura e si trova ad accettare ben volentieri il turista al quale cerca di vendere i loro prodotti locali, ma dall’altra parte cerca di evitarlo. La costa è certamente diversa, le strutture di ogni tipo abbondano, il turista è un po’ quello da spennare, il clima è ventoso e il mare splendido. Infine Cancun che ritengo non sia Messico ma una città USA trasferita lì in tutto e per tutto. Alberghi di ogni genere, palazzoni, centri commerciali, negozi per lo shopping ecc. ecc. Il breve tempo trascorso in Guatemala ci ha presentato un Paese completamente diverso, strade e situazioni certamente più difficili, ma al tempo stesso gente più aperta e disponibile. Il sorriso non manca. Su questo argomento però mi fermo qui visto che l’esperienza è stata molto breve.

Con tutti i dubbi che avevamo, la scelta di noleggiare un auto (sconsiglio vivamente la Alamo di Cancun in quanto hanno preteso di farmi sottoscrivere delle assicurazioni extra quando di fatto erano già previste) si è rilevata certamente valida, soprattutto per ottimizzare al massimo il tempo a disposizione. Abbiamo conosciuto persone che viaggiavano con i bus e non aveva nulla di che lamentarsi, ma aveva a disposizione molto più tempo. Le strade sono generalmente buone anche se piene di tope e di gente che le attraversa. Per parcheggiare non è un problema anche nelle città, solo a Cancun è meglio evitarla perché ritengo che sia abbastanza pericoloso, suonano tutti e sfrecciano da tutte le parti. Il clima è stato perfetto. Consigliabile dappertutto sfruttare al massimo le prime ore del mattino, viene buio presto e soprattutto il sole nelle ore centrali picchia. Dal mio punto di vista i siti archeologici dovrebbero aprire almeno un’ora prima.

I prezzi all’interno del Paese sono certamente ottimi. Per dormire con 20 euro si trovano camere pulite, ordinate e centrali, per mangiare con 15/20 euro mangiavamo in due al ristorante, la benzina non costa praticamente nulla (10,14 pesos pari a 0,65 euro al litro) una manna per noi abituati a pagarla tre volte tanto. I costi dei siti girano intorno ai 180 pesos pari a meno di 12 euro che per quello che offrono sono veramente a buon mercato. Sulla costa la situazione si presenta ben diversa, ma con un po’ di attenzione anche qui si può tranquillamente trovare le soluzioni più adeguate al proprio portafoglio.

Tutti gli alloggi e i migliori ristoranti trovati

Cancun – Hostal Haina, da evitare, rumoroso, personale poco disponibile, colazione praticamente nulla.

Chichen Itza – Dolores Alba – Buono, pulito, personale disponibile un pò lento il ristorante per la cena ma soprattutto per la colazione per altro buona e abbondante.

Ticul – Sacbe Bungalow – discreto, Cabana pulita ma piccola ed essenziale. La signora che gestisce è gentilissima e disponibile. La colazione ottima. Il ristorante trovato in paese è stato senza lode e senza infamia.

Campeche – pessimo. Il peggiore del nostro viaggio. Personale abbastanza maleducato. Camera abbastanza sporca. Purtroppo non ricordo il nome si trova incalle 10 proprio di fianco alla cattedrale ed è suggerito dalla lonely. Ristorante senza lode e senza infamia.

Palenque – Margarita Ed – Ottimo sotto tutti i punti di vista. Vicinissimo al sito, la persona che gestisce è disponibilissima e gentile, le camere nuove e pulitissime, i prezzi molto buoni. Il ristorante all’interno della zona a pochissimi passi dalle cabane è il Don Mucho. Direi senza dubbio un ottima scelta sia per quanto riguarda la qualità, che la quantità e i prezzi. L’ambiente lo abbiamo trovato certamente coinvolgente con musica etnica, rumori della giungla e persone che arrivano da ogni parte del Mondo.

San Cristobal de Las Casas – Casa Margherita – Ottimo si trova in pieno centro. Personale gentile e disponibile. Camera pulitissima anche se un po’ piccolina, che da su un patio bellissimo. A disposizione internet. Il ristorante dove abbiamo mangiato due sere è stato il TierraMadre. A pochi passi dal nostro alloggio sulla via principale. E’ di fatto un centro culturale con musica e gente di ogni dove. Si mangia abbondante e a buon prezzo. Buona anche la focaccia provata da mia moglie e le pizze hanno un ottimo aspetto. Sempre a San Cristobal consiglio di prendere un calice di vino messicano con tacos presso un piccolissimo locale “la vina de bacco” che si trova di fronte al ristorante che è gestito da un italiano. Veramente un buon vino e grande gentilezza.

Flores – Casa Amelia – Buono – Pulito e in pieno centro con vista sul lago, a disposizione internet e breve colazione per chi si sveglia presto per partire (4 del mattino). Personale disponibile e gentile. Unico problema la rumorosità della strada e dell’aria condizionata (unico posto dove l’abbiamo accesa). Di ristoranti ce ne sono molti, quasi tutti turistici. Non vale la pena menzionarne uno in particolare sembrano tutti uguali e pronti a “spennare” il turista.

Escarcega – Maria Isabel Hotel – Al limite della sufficienza, ma sicuramente il migliore di quelli che abbiamo visto in loco (qui a differenza degli altri posti, abbiamo dovuto vederne più di uno). Il paese è di transito e le strutture imponenti dall’esterno sono lasciate andare all’interno, se posso dare un consiglio meglio evitare di fermarsi. Il personale è stato gentile e c’è un parcheggio interno. Per quanto riguarda il ristorante abbiamo mangiato bene, ma purtroppo non ricordo il nome. Evitate di cercare in centro paese, quello dove abbiamo mangiato si trova sulla strada che arriva da Palenque sulla sinistra appena prima dell’ingresso in paese e prima della rotonda.

Tulum – Hotel Chilam Balam – discreto peccato il rumore proveniente dalla strada e dal ristorante argentino sottostante che ha tenuto la musica alta fino a notte. Ristorante italiano o meglio romano. Evitiamo il più possibile di andare in ristoranti italiani all’estero, ma visto l’ambiente e le portate abbiamo provato e non ci siamo certamente pentiti anzi. Nome semplicemente “Trattoria Romana”.

Tulum – El Parayso, cabana sulla spiaggia. Estremamente essenziale da prendere in considerazione se si vuole fare questa esperienza senza spendere cifre folli. Da queste parti chiedono senza mezzi termini cifre che almeno per noi sono da capogiro. Ci sono stati richiesti, da strutture citate dalla Lonely come a prezzo medio, anche 400 USD. Ristorante La Barca, discreto ma che non è certamente da paragonare a quello della sera precedente

Cancun – Hotel Terracaribe – Ottima soluzione Personale gentilissimo. Camera nuova e pulitissima. Prezzi validissimi. Tra i servizi presenti un ottimo ristorante per cena e colazione, piscina e idromassaggio. Cosa si vuole di più. Ultima nota riguarda l’organizzazione del trasferimento Palenque – Flores – Tikal – Flores – Palenque. All’andata il trasferimento è stato organizzato dalla Tulum travel che ci ha seguito fino al confine e che poi ci ha lasciato, prima al barcaiolo e poi alla San Juan. Il servizio, compatibilmente con la situazione, è stato ottimo e non abbiamo avuto nessun problema, Abbiamo deciso per questa agenzia prima perché si trova all’interno di El Panchan vicinissima alla nostra sistemazione, oltretutto questa agenzia si è rilevata di gran lunga la più economica. Suggerisco di evitare in modo assoluto di prenotare dall’Italia. (quello più a buon mercato che avevo sentito chiedeva per lo stesso servizio più del doppio). Il ritorno è stato organizzato direttamente dalla San Juan che il giorno prima ci aveva organizzato il trasferimento a Tikal. Anche in questo caso tutto perfetto, salvo una rottura del mezzo, ma riparato in breve tempo. Sulla sponda messicana era stato organizzato addirittura il trasporto con taxi (tutto incluso) verso la stazione della dogana. Il conduttore Saoul è persona entusiasta del proprio lavoro, affidabile e disponibile.

Scusate se le mie premesse erano forse altre, ma ricordare per intero il viaggio è stato come ri viaggiare e mi sono lasciato andare anche alle emozioni, se qualcuno desidera maggiori informazioni pratiche può tranquillamente scrivermi e sicuramente risponderò ad ognuno.



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