Oh cara Norvegia

Dalle Lofoten ai Fiordi tra auto, treni e traghetti
Scritto da: kri&marc
oh cara norvegia
Partenza il: 06/08/2012
Ritorno il: 21/08/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Erano molti anni che pensavamo di fare questo viaggio e finalmente quest’anno, dopo lunghe meditazioni invernali, ci siamo decisi. Nel frattempo si sono uniti a noi due nostri amici. A Febbraio abbiamo prenotato il volo. Poi successivamente le auto e alcuni alloggi. Per quest’ultimi abbiamo optato per gli Ostelli e le Hytte (i nostri bungalows) ubicate nei tantissimi campeggi disseminati per la Norvegia. Sono le soluzioni più economiche in assoluto anche se dovevamo farci tutti i giorni il letto (portatevi le lenzuola) e dare una pulita prima di partire. Solo per Oslo ci siamo concessi il lusso di un hotel. Tutto il viaggio è stato pianificato utilizzando il sito www.visitnorway.it (dal quale abbiamo ordinato anche le brochures cartacee), la guida Norvegia della Lonely planet e i diari di viaggio. La scelta delle tappe è stata difficilissima perché sembra tutto bellissimo ma le distanze sono immense e purtroppo non c’è tempo a sufficienza per vedere tutto. Abbiamo quindi deciso di concentrarci sulla zona dei fiordi a cui abbiamo aggiunto solo le Lofoten tagliando la parte più a nord. Tra l’altro noleggiare l’auto in un posto e riconsegnarla in un altro ha dei costi proibitivi per cui, anche questo aspetto, ha influito notevolmente sull’itinerario. Abbiamo acquistato il volo aereo su Expedia per 153€ a testa, l’andata con la SAS da Milano a Bodø (con scalo a Stoccolma e a Oslo), il ritorno con la Lufthansa da Oslo a Milano (con scalo ad Amburgo e Francoforte).

La Norvegia è uno dei paesi più ricchi al mondo anche grazie alle sue immense riserve petrolifere e l’elevato costo della vita ne è una conseguenza. Nel bagaglio ci siamo portati della pasta, dei risotti liofilizzati e qualche altro spuntino per evitare di uscire spesso a cena. Per l’abbigliamento consigliamo di vestire a strati e di portare un po’ di tutto, abbiamo usato sia i guanti di pile e la beretta che canotte e infradito!! Sono indispensabili delle scarpe da escursionismo! Metteremo i prezzi in corone (NOK) il cambio era di circa 7,5 NOK per 1 euro. Consigliamo di cambiare i soldi in Italia o di prelevarli ai Bancomat. Nel caso volete cambiare gli euro in loco andate alla posta che fa un cambio meno ladro. Le carte di credito sono accettate quasi ovunque anche per piccoli importi tranne che per pagare le Hytter in molti campeggi. Quando pagherete in contanti spesso non vi faranno la ricevuta!!! insomma tutto il mondo è paese…

Lunedì 6 agosto

Il nostro viaggio comincia con un piccolo imprevisto: partiamo da Linate alle 12:50 e, facendo il check-in, l’hostess della SAS ci avvisa che a Oslo dovremo fare il riconoscimento dei bagagli. Noi la avvisiamo che il tempo a nostra disposizione sarà soltanto di 50 minuti ma lei ci tranquillizza dicendo che si tratta di una formalità velocissima, dobbiamo solo ritirare le borse e darle al banco del check-in. Fatto sta che sbarcati a Oslo ci mettiamo pazientemente ad aspettare l’arrivo dei bagagli, finalmente li vediamo arrivare e corriamo subito al banco. Da lì però ci rimbalzano all’imbarco bagagli speciali perché abbiamo gli zaini e non delle valige classiche e con l’aiuto di un’hostess gentilissima sistemiamo il tutto velocemente. A questo punto sembra che il peggio sia passato ma arrivati alla dogana vediamo che la fila è oceanica, ci intrufoliamo nella corsia della prima classe chiedendo se possono farci passare ma la ragazza al bancone è irremovibile, non ci arrendiamo e sfoderando le nostre espressioni da impietosimento le facciamo capire che non abbiamo scelta e che il volo sta per partire. Finalmente si convince a cominciamo la folle corsa verso l’imbarco. Arriviamo senza fiato ma per fortuna riusciamo a salire, per un pelo! Gli altri passeggeri sono già tutti seduti. Alle 20:05 arriviamo a Bodø, l’aeroporto è molto piccolo e in un attimo ritiriamo l’auto a noleggio alla Budget (prepagata su internet 340 €) una spaziosa Hyunday I30 sw che riempiamo facilmente con i nostri 4 zainotti… pochi minuti e giungiamo all’ostello che si trova nello stesso edificio della stazione e vicino all’imbarco dei traghetti (1080 nok camera da 4 con bagno compresa colazione), la camera è piccolissima ma per una notte va benissimo. Ci sistemiamo e usciamo per la sera, il sole è ancora alto ma in giro non c’è comunque nessuno, l’aria è piuttosto gelida. La cittadina è molto ordinata ma non certamente affascinante ed i prezzi del cibo sono spaventosi, anche quelli di un kebabbaro dall’aspetto degradato. Alla fine ci fermiamo a prendere 4 panini da Subway (400 Nok) che ci sembrava il miglior rapporto qualità prezzo…

Martedì 7 agosto

Dopo la buona colazione ci dirigiamo all’imbarco dei traghetti, c’è già parecchia gente ma non ci sono problemi di posto (costo 1108 NOK). La traversata fino a Moeskens dura circa 2 ore. Per prima cosa ci dirigiamo ad Å, un paesino che si trova sulla punta estrema dell’isola, e prenotiamo una camera all’ostello, purtroppo non ci sistemano nell’edificio principale (che è in comune con il museo dello stoccafisso e ben tenuto) ma in una stamberga un po’ cadente e piuttosto polverosa (685 NOK camera da 4). La doccia è in comune e, come scopriremo la sera, senza acqua calda. Ci fermiamo a fare una spesetta veloce e andiamo a cercare il sentiero per il Reine Bryggen, le indicazioni della guida e dell’opuscolo sulle Lofoten sono piuttosto vaghe, capiamo solo che è nei pressi del tunnel e, vedendo dei turisti arrivare da una strada sterrata, chiediamo se hanno visto l’imbocco del sentiero. Ci dicono che quello è solo il passaggio per arrivare alla cittadina di Reine e che non ci sono deviazioni. Decidiamo allora di andare in centro e chiediamo al commesso del noleggio bici che ci rimanda esattamente nel punto dove eravamo prima. Accidenti! Mai fidarsi della prima indicazione! Diamo un’occhiata alla salita che ci aspetta e decidiamo di rimandarla al giorno dopo, anche perché il sentiero a quest’ora è completamente all’ombra ed il freddo pungente si fa sentire. Optiamo quindi per una passeggiata sulla spiaggia bianca di Ramberg, dove vediamo anche un temerario che fa il bagno nudo, poi torniamo ad Å e saliamo sulla collina lì sopra a gustarci il panorama. La sera ceniamo in ostello.

Mercoledì 8 agosto

Oggi affrontiamo il Reine Bryggen, il sentiero è molto ripido e fangoso per cui, anche se la distanza non è lunghissima, i tempi di salita e di discesa sono più lunghi del previsto (circa 3.30 h andata e ritorno). La vista ripaga tutta la fatica fatta è molto panoramico si vede reine, il fiordo, un laghetto di montagna e i ponti che collegano le varie isole. Assolutamente da evitare se non si hanno le scarpe adatte e se il tempo è brutto. Ritornati alla macchina partiamo e subito dopo ci fermiamo a pranzare in una “farm” per la produzione di trote, salmoni e merluzzi. È molto caratteristica, ha uno spaccio dove è possibile comprare tutti questi tipi di pesci e sul retro hanno creato una zona con dei tavolini dove poter mangiare. Noi prendiamo due panini con i gamberetti e due col salmone, in più assaggiamo anche un bocconcino di balena che ricorda vagamente la bresaola con un retrogusto salmastro. È arrivato il momento di cercare un alloggio per la notte, lo troviamo a Kabelvag, a pochi km da Svolvaer, in un ostello ricavato in una scuola (1170 Nok 2 camere doppie senza bagno), probabilmente il miglior ostello trovato. Sistemati i bagagli andiamo a Henningsvaer, la Venezia delle Lofoten. La cittadina è molto carina, anche se il soprannome è un po’ esagerato. Facciamo una bella passeggiata verso il faro, passando in mezzo ai pali per essiccare il merluzzo che però in questa stagione sono vuoti. La sera ceniamo in ostello e facciamo un giro a Svolvaer, un po’ deludente, non c’è in giro un’anima. Beviamo una birra nell’unico bar aperto e poi a nanna.

Giovedì 9 agosto

Dopo la colazione in ostello ripartiamo. Sarà una giornata un po’ deludente (l’unica della vacanza) l’idea è di visitare la parte nord delle Lofoten, arrivare fino a Lodingen, prendere il traghetto fino a Bognes e fare la parte continentale per rientrare a Bodø. In verità, complice la giornata uggiosa, si rivela solo un lungo tour de force automobilistico e una lunga sosta ad aspettare il traghetto che era appena partito! A conti fatti sarebbe stato meglio dedicare più tempo alla parte più a sud delle isole e saltare questa. Arrivati a Bodø due di noi si fermano in stazione con i bagagli, mentre gli altri due vanno a riconsegnare l’auto in aeroporto. Per tornare a piedi in stazione c’è una bella passeggiata di poco più di un chilometro. Alle 21.10 prendiamo il treno notturno (796 nok in 4 con minipris) per Trondheim. Non abbiamo preso la cuccetta ma 4 posti nella carrozza normale, ti offrono comunque una coperta, i tappi per le orecchie e la mascherina per gli occhi. I sedili sono tipo quelli di un aereo.

Venerdì 10 agosto

Arriviamo a Trondheim puntuali alle 7:47, le ossa sono un po’ scricchiolanti ma tutto sommato siamo ancora interi. Lasciamo i bagagli negli armadietti della stazione (attenzione: una volta chiuso se lo riaprite dovrete reinserire altri soldi per richiuderlo, quindi controllate bene di aver preso quello che vi serve e di non aver dimenticato fuori nulla) e partiamo alla scoperta della città. Il tempo è piuttosto uggioso, pioviggina ma la temperatura è decisamente più alta di quella a cui eravamo abituati. Cominciamo la camminata dal lungofiume, dove vediamo le casette colorate dei vecchi magazzini di legno, attraversiamo il ponte storico Gamle Bybro e saliamo alla fortezza di Kristiansten. Poi visitiamo la Nidaros domkirke (60 nok a testa), la cattedrale più importante di tutta la Scandinavia visto che questa città era un centro religioso importantissimo nel medioevo. Sul retro della chiesa si trova il palazzo arcivescovile con il museo ma ci limitiamo ad un’occhiata da fuori. Per pranzo prendiamo degli hamburger al Bon Pris e, tornando verso la stazione, vediamo lo Stiftsgarden che è il palazzo in legno più grande del nord Europa e che ospita la famiglia reale quando è in visita a Trondheim. È arrivato il momento di rimettersi in viaggio, prendiamo il treno a arriviamo a Oslo alle 21:00. Dalla stazione raggiungiamo a piedi (non più di 10 minuti) il Thon Hotel Astoria che avevamo già pagato da casa a 83€ a notte con colazione. Usciamo per un giro e ceniamo al Peppe’s Pizza catena di pizzerie onnipresente in Norvegia (560 NOK in 4 pensavamo peggio). Oslo è una bella città che ci ha colpito molto favorevolmente, è più animata di quanto ci aspettavamo, in particolare nella zona del porto – Akker Brigge – c’è molto movimento, tanta gente e parecchi locali.

Sabato 11 agosto

Oggi giornata piena ad Oslo. Facciamo un’ottima colazione in Hotel, molto, ma molto, abbondante, e partiamo alla scoperta della città cominciamo con la Cattedrale (ingresso gratuito) piuttosto piccola ma carina dove ci stupiamo per il cartello “vietato dormire in chiesa”, bo… Poi però in un’altra chiesa (non ricordiamo il nome) vediamo effettivamente della gente che dorme tra le panche. Percorriamo a piedi il St john gate fino alla palazzo reale che visitiamo solo esternamente. Decidiamo di raggiungere a piedi il parco di Vigeland passando in quartiere residenziale molto tranquillo e una zona dove sono presenti molte ambasciate. La giornata è bellissima, il parco stupendo e piacevolmente facciamo un servizio fotografico alle bizzarre statue presenti. Dopo un riposino prendiamo l’autobus per spostarci nella parte più a est dove c’è il museo di munch che vogliamo visitare. All’esterno del museo c’è un bel giardino botanico (ingresso gratuito) che visitiamo, ci sono una gran quantità di alberi e fiori da ogni parte del pianeta e divisi per il continente di appartenenza. Assistiamo anche all’uscita di un matrimonio tra una norvegese e un eritreo, molto caratteristico perché i parenti dello sposo vestono tutti in caratteristici abiti tradizionali. Quando gli sposi se ne vanno a bordo di un carretto noi gridiamo: “viva la sposa” e lui ci risponde in italiano “grazie mille”. Entriamo finalmente al museo di Munch (95 NOK a testa) che visitiamo in poco tempo, carino ma molto più piccolo di quanto ci aspettassimo, si sicuro non vale i soldi che costa. Tornati per strada diventiamo testimoni di quella che al momento sembra una tragedia, sentiamo un urlo disperato di donna poi, guardando in quella direzione, vediamo due ragazze in lacrime che si abbracciano e si allontanano, più avanti c’è una folla di gente dall’aria sconvolta tutta in cerchio davanti a un’auto dei vigili. Pensiamo: “che brutta cosa, devono aver investito qualcuno” e nel frattempo altra gente si mette a piangere, poi vediamo che cercano di alzare l’auto tutti insieme e scopriamo che c’era un cane che ci si era incastrato sotto e non riusciva a uscire, in realtà fortunatamente non si era fatto nulla. Risollevati ci incamminiamo verso sud e passiamo in un quartiere multietnico, con negozi e ristoranti di ogni tipo. Cerchiamo di raggiungere l’Opera house che si trova all’interno di una zona un po’ marginale che stanno completamente ricostruendo, infatti è circondata da una serie infinita di cantieri labirintici dove ci perdiamo un paio di volte. La struttura è molto moderna, sembra un iceberg che galleggia sull’acqua, ed è pieno di gente che si ferma sulle lunghe rampe bianche a prendere il sole. Ci godiamo anche noi un po’ di relax e poi, percorrendo il lungo mare, arriviamo alla fortezza dell’Akershus, con un piccolo parco da cui si ha una bella vista sul porto turistico. Dopo un riposino in albergo ci fermiamo a mangiare in un ristorante messicano (1000 nok in 4) e poi ci fermiamo in un locale a bere un paio di birre.

Domenica 12 agosto

Lasciato il nostro comodo hotel, dopo un’altra ottima colazione, andiamo alla stazione per prendere il treno per l’aeroporto (noi optiamo per il treno normale invece della navetta superveloce che costa molto di più). Ritirata la seconda auto, una focus SW, alla sixty (4620 NOK prenotata tramite economycarrental.com) partiamo in direzione sud percorrendo uno dei pochissimi pezzi di autostrada in Norvegia, dove il limite è 100 km/h ma dura poco! Dopo poco il limite torna 80. La meta di oggi è Stavanger e, lungo la strada, decidiamo di fare un paio di tappe per spezzare il lungo viaggio: prima ci fermiamo a Mandal, una caratteristica località di villeggiatura del sud della Norvegia con tanto di spiaggia bianca dove ci concediamo una pizza, e poi a Capo sud che però è a pagamento, quindi facciamo un giro sulla scogliera ma non raggiungiamo il faro. Abbiamo fatto un po’ le cicale e, complice un ingorgo stile “tangenziale est” sull’ultimo tratto, arriviamo a destinazione che sono già le 22.00, per fortuna avevamo prenotato l’ostello (1.188 nok 2 camere doppie senza bagno). Il posto è un po’ fatiscente e situato a qualche chilometro dal centro. Dobbiamo ancora cenare ma troviamo aperto solo un 7eleven che prepara anche dei primi… eh vabbè. Il centro della città comunque è molto carino con molti locali animati specialmente nella zona del porto, inoltre c’è una bella cattedrale gotica che è una delle più antiche e la meglio preservata della Norvegia.

Lunedì 13 agosto

La giornata è bella e, dopo esserci preparati la colazione in ostello, andiamo al porto dove prendiamo il traghetto per Tau e da li in pochi chilometri eccoci alla base per l’inizio dell’escursione che ci porterà al Prekistolen (parcheggio a pagamento 100 nok). La salita dura circa 2 ore, a differenza di quella al Reine Bryggen non è impegnativa, il sentiero è in ottimo stato e in alcuni punti si cammina su passerelle di legno proprio per evitare il fango perenne. In certi momenti sembra di essere in processione visto il numero impressionante di escursionisti e l’andatura di qualcuno che probabilmente camminava per la prima volta in vita sua. Quando arriviamo scattiamo miriadi di foto, comprese quelle di rito sul bordo del dirupo. Saliamo anche a un piccolo belvedere da cui riusciamo a fotografare il “pulpito” dall’alto. Pranziamo con dei panini che ci siamo portati e affrontiamo la discesa che ci porta via un’altra ora e mezza. Ripartiamo un po’ stanchi percorrendo la strada panoramica n. 13, il paesaggio varia tra zone più selvagge a zone puntellate da fattorie. Ci fermiamo a dormire in un campeggio lungo la strada a Sand (275 NOK la Hytta da 4 senza bagno) sarà la sistemazione più economica della vacanza. Cena in casetta e poi a nanna.

Martedì 14 agosto

Dopo una frugale colazione in casa partiamo diretti verso nord, sempre seguendo la statale 13. Il leitmotiv di oggi saranno le cascate: prima ci fermiamo alle Latefossen poi, arrivati ad Odda deviamo per le Voringfossen, una serie di cascate che si buttano in una gola e che si possono ammirare da un viewpoint raggiungibile con una breve passeggiata. Da qui, lungo la strada n. 7, ci fermiamo anche alla Steindalfossen, una piccola cascata che ha la particolarità di poterci passare dietro. Finalmente arriviamo a Bergen, avevamo prenotato all’ostello che si trova un po’ fuori (1120 nok camera da 4 senza bagno con colazione) e da cui si ha un’ottima vista sulla città. Il posto è molto pulito ed organizzato. Tempo di scaricare i bagagli e una doccia andiamo in centro. La visita non può che cominciare dal quartiere di Bryggen, il più antico quartiere di Bergen dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Gli edifici ora contengono negozi, qualche ufficio e ristoranti. Visto che la fame comincia a farsi sentire diamo un’occhiata ai listini esposti e anche al famoso mercato del pesce, ci accorgiamo che il costo dei piatti di salmone venduti alle bancarelle non è molto più basso di quello esposto al ristorante “La zupperia”, decidiamo quindi di concederci questo lusso e non ce ne pentiremo. Mangiamo divinamente. Dopo cena riprendiamo la visita di Bergen. By night la città è anche molto animata e c’è una specie di festa di inizio università con decine di giovani un po’ brilli che passano da un locale all’altro.

Mercoledì 15 agosto

Incredibile oggi c’è il sole! Pensare che Bergen è considerato uno dei posti più piovosi, tanto che nelle bancarelle ci sono le magliette con scritto “la città dell’ombrello”. Torniamo al Bryggen che avevamo già adocchiato ieri, con la luce del sole però è tutta un’altra cosa e si possono ammirare i colori degli edifici. I negozi sono un po’ tutti uguali, con i classici souvenir per turisti, ma è molto suggestivo infilarsi nei vari vicoli e salire sui terrazzini di legno. Andiamo alla funicolare che porta a un belvedere sulla città ma rinunciamo all’idea dopo aver visto l’immensa coda che aspetta, sembra la fila per entrare ai musei vaticani. Torniamo quindi alla macchina e riprendiamo il viaggio, lungo la strada vediamo le cascate Tvindefossen e facciamo una piccola deviazione per Stalheim, da cui si ha una bella vista su tutta la vallata, e ridiscendiamo percorrendo una strada in ripida discesa con strettissimi tornanti. Finalmente per le 15.30 arriviamo al “Gudvangen Camping” dove prendiamo 2 piccole hitte senza bagno x 2 notti (1800 nok in 4). Andiamo a Flåm e all’ufficio informazioni prendiamo gli orari della crociera da Gudvangen a Flåm per domani e vediamo che sono piuttosto scomodi, tra l’altro si presenterebbe anche il problema di prendere l’autobus per tornare alla macchina. Scopriamo però un’offerta per la tratta Laerdal-Gudvangen, 4 persone+un’auto al costo di 1055 nok. Decidiamo quindi per questa opzione in modo di abbinarla alla visita della Chiesa di Borglund. Visto che c’è posto compriamo il biglietto della Flåmsbana (1440 nok complessive) e, prima di partire, mangiamo un fish & chip nella tavola calda vicino alla stazione. Il viaggio da Flåm a Myrdal dura circa un’oretta, a causa del brutto tempo i paesaggi sono un po’ spenti ma comunque belli, molto bella anche la pausa alla cascata. Quello che ci sorprende invece in maniera negativa è che buona parte del viaggio avviene dentro gallerie e che, a parte qualche rara eccezione, i finestrini sono tutti fissi per cui è quasi impossibile scattare delle foto. Nota per gli allergici: il treno è d’epoca e probabilmente anche lo strato di polvere è risalente al secolo scorso 😉

Giovedì 16 agosto

Per andare a Borgund decidiamo di percorrere la famosa “Aurlandsvegen”, la “Strada delle Nevi”. Ad Aurland evitiamo di seguire le indicazione per Laerdal (che altrimenti ci farebbero fare un tunnel di ben 25 km) e cominciamo a salire arrivando dopo qualche tornante allo Stegastein, una pedana sospesa nel vuoto: lo spettacolo è una cosa fantastica! La vista spazia dal paese sottostante alle montagne innevate, passando per il fiordo e le sue ramificazioni. Anche il resto della strada è di notevole bellezza e non si contano le tappe fotografiche, l’ambiente è molto simile ai nostri passi di alta montagna, pieno di laghetti azzurri e chiazze di neve. A Laerdal ci fermiamo un salto all’ufficio informazioni per prenotare i biglietti del traghetto e poi finalmente arriviamo a Borgund dove visitiamo la famosa Stavkirke, una delle più belle della Norvegia. Lì vicino facciamo anche una breve passeggiata prendendo uno dei sentieri che partono dietro la chiesa. Per tornare a Laerdal non ripetiamo la stessa strada ma percorriamo la “Strada storica”, il vecchio tracciato della statale usata prima della costruzione dei tunnel. Il percorso costeggia quasi interamente il fiume e un sentiero in parte sospeso sull’acqua che non sembra molto in buono stato. A Laerdal abbiamo un po’ di tempo prima dell’imbarco e ne approfittiamo per mangiare e fare una breve passeggiata del centro: le case sono molto carine, colorate e ornate con merletti di legno. Alle 15 puntuale parte la nostra gita in barca e arriviamo nel braccio principale del Sognefjord dove riusciamo ad avvistare delle focene, una specie di piccolo delfino, e da lì entriamo nel più suggestivo Nærøyfjord, il più stretto dei fiordi. Arrivati a destinazione facciamo una breve visita a Undredal dove dovrebbe esserci una chiesetta bianca, la più piccola della Scandinavia, ma la troviamo chiusa e coperta da impalcature per il restauro.

Venerdì 17 agosto

La meta di oggi è la regione dello Jostedalbreen. Decidiamo di raggiungerla facendo una strada alternativa, torniamo infatti indietro e poi prendiamo la deviazione sulla statale 13 per Vik molto bella e panoramica; raggiungiamo poi Vangsnes dove traghettiamo per Hella. I paesaggi sono ancora più spettacolari e selvaggi e la strada scorre in gallerie scavate sotto il ghiacciaio. Ci fermiamo in vari punti a vedere le varie lingue del ghiacciaio, prima facendo una breve deviazione per il Supphellebreen e poi, dalla strada ammiriamo il Boyabreen. Bellissimi! Arrivati ad Olden nel primo pomeriggio ci sistemiamo all’Alda Camping (hytta da 4 senza bagno a 330 nok) gestito da una coppia di simpatica anziani. Visto che sono soltanto le 16 decidiamo di anticipare ad oggi la visita al ghiacciaio di Briksdal. Da Olden ci sono circa 20 minuti d’auto per arrivare al parcheggio (che è a pagamento e non ci sono posti alternativi) e in un’oretta di cammino, su un sentiero facile e alla portata di tutti, si arriva al ghiacciaio. Lungo la strada si trova anche una grande cascata e alcune piante di lamponi. Finalmente arriviamo, il paesaggio che troviamo è davvero molto bello, la lingua di ghiaccio è enorme e sotto si è formato un laghetto azzurro. Intorno siamo circondati dalle montagne da cui scendono cascate di diverse altezze, inoltre, essendo piuttosto tardi, siamo quasi soli e non ci sono le orde di turisti di cui parlava la Lonely Planet. Vista la scarsità di viveri stasera ci concediamo il lusso di cenare fuori, e troviamo sulla strada verso Loen un ristorante ricreato in un vecchio mulino (895 Nok in 4) dove mangiamo davvero molto bene.

Sabato 18 agosto

Partiamo da Olden sotto un cielo grigio e ci dirigiamo verso Geiranger. Arrivati a Videsæter c’è il bivio per la strada panoramica Gamle Strynefjellsvegen (la 258) che prendiamo. Ci fa allungare leggermente la strada ma ne vale la pena perché è molto bella, è in parte sterrata ma carrozzabile senza difficoltà, lungo il percorso di trova la cascata Fidefossen, la si vede dall’alto su alcune passerelle. Arriviamo a Grotli ci fermiamo a fare un paio di foto a un aereo tedesco abbattuto durante la seconda guerra mondiale. Prima di arrivare a Geiranger, lungo la strada, vediamo la deviazione per Dasnibba ma preferiamo lasciar perdere, la giornata è molto nuvolosa e la montagna sembra avvolta nella nebbia, il rischio è di pagare il pedaggio per poi vedere solo una coltre bianca. Ci fermiamo invece al Flydalsjuvet, gratuito e sulla strada, da cui si ha un’ottima vista su Geiranger e il fiordo. Ripartiamo e prendiamo al volo il traghetto per Hellesylt, l’idea iniziale era di fare a/r per 4 persone senza mezzo ma controllando i prezzi vediamo che è molto più conveniente fare solo andata con l’automobile (590 Nok). Saliti a bordo ci godiamo la vista dal ponte scoperto: il fiordo è ricco di cascate, quella delle “sette sorelle” è la più famosa anche se noi l’abbiamo trovata un po’ asciutta (diciamo che una sorella mancava all’appello). Anche le altre cascate sono un po’ in secca, probabilmente il meglio lo danno in altri periodi, quando c’è più acqua. Vediamo anche delle fattorie a strapiombo sul fiordo e cerchiamo di capire come si collegano col mondo. Arrivati ad Hellesyt decidiamo di raggiungere Alesund città ricostruita dopo un furioso incendio in stile Art Noveau ma prima ci mangiamo un Kebab. La strada è molto scorrevole e una volta a destinazione puntiamo all’ostello, purtroppo non c’è posto e a causa di un concerto in città ci fanno capire che sarà difficile trovare un buco economico! Infatti chiediamo in un paio di campeggi e in una specie di convitto ma sono tutti pieni e abbiamo già fatto 2 o 3 volte la strada tra Alesund e i paesi vicini. Finalmente nei pressi Skodije (a circa 20 km), in un campeggio in riva ad un laghetto dove la reception stava per chiudere, troviamo un superchalet con doppia camera e bagno per 750 Nok! Dopo cena torniamo ad Alesund sotto una fitta pioggia che non sembra infastidire gli abitanti del luogo. La città è molto animata e passiamo la serata in un pub in stile irlandese.

Domenica 19 agosto

Lasciamo a malincuore il nostro superchalet e ritorniamo per l’ennesima volta ad Alesund ma almeno la giornata è soleggiata. Saliamo sulla collina di Aksla salendo i 418 gradini che ci consentono di ammirare la vista sul fiordo è sulla bella cittadina, è possibile salirci anche in macchina volendo. Facciamo un giretto in centro ma è ora di partire per tornare al paese di Geiranger. Dopo uno spuntino a Andalsnes arriviamo alla celebre Trollstigen, la strada dei Troll. Dopo averla fatta senza problemi (alcuni diari la definivano stretta e pericolosa ma in realtà è percorsa comodamente anche dai bus) ci fermiamo nel punto panoramico scattando molte foto. Percorriamo anche la strada delle aquile. Dobbiamo cercare un posto per la notte, l’offerta è molto ampia ma i campeggi prima del centro sono abbastanza cari. Ci spostiamo sull’altro lato del fiordo, in una specie di frazione a fondo chiuso e vediamo che ce ne sono molti altri. Il primo incontro alla Psyco in un posto fatiscente, è con un pazzo tuonato che già ci vediamo arrivare nella doccia armato di coltello. Scappiamo a gambe levate, senza smettere di guardarci le spalle, e ci sistemiamo al Solhaug camping (700 Nok Hitta da 4 con bagno). I gestori sono polacchi e sono molto gentili. Alla sera facciamo un giretto nel paese di Geiranger e fuori dall’ufficio turistico troviamo una mappa dei sentieri, ne lumiamo uno che ci ispira e che parte praticamente dal nostro campeggio.

Lunedì 20 agosto

Alla mattina veniamo svegliati dall’arrivo di 3 navi da crociera giganti che attraccano a pochi metri dal nostro bungalow. Lasciamo la macchina vicino alla reception e partiamo per la passeggiata lungo il fiordo fino ad uno spettacolare balcone panoramico, durante il tragitto facciamo una scorpacciata di buonissimi mirtilli. Il sentiero è un po’ lungo e con zone molto fangose ma è stato bello. Recuperata l’auto partiamo in direzione sud percorrendo la statale 15 che scorre internamente: è il regno delle conifere con ettari e ettari di boschi. Arrivati a Lom, villaggio costruito interamante di legno scuro dove si trova anche una grande Starv Kirke, ci fermiamo. Il paese è dominato da 2 grandi campeggi. Noi ci sistemiamo al Nordal turistsenter (745 Nok la Hitta da 4 con bagno) . Essendo un po’ tardi e per paura di non trovare da cenare noi 2 andiamo a lavarci nei bagni comuni e scopriamo che sono dotati anche di sauna, proprio quello che ci voleva per le nostre stanche membra… Nel ristorante del nostro campeggio ci informano che fanno solo pizze, proviamo allora nel’altro dove ceniamo bene con piatti tipici (658 Nok in 4), salmone e stufato di renna.

Martedì 21 agosto

Oggi è l’ultimo giorno in Norvegia… e dopo aver visitato la chiesa ripartiamo verso l’aeroporto. Il viaggio procede tranquillo fino a Lillehamer, città olimpica nel 1992, poi una serie di lavori in corso ci rallentano parecchio. Riconsegnamo l’auto in Aeroporto, partiamo puntuali alle 16.30 e questa volta non abbiamo problemi con le coincidenze. L’arrivo a Milano è scioccante, fa così caldo che sembra di avere un phon acceso davanti alla faccia.

La vacanza è stata molto soddisfacente, anche se effettivamente parecchio cara e faticosa negli spostamenti. I paesaggi sono molto belli, anche se, abitando sul lago di Lecco, in alcuni punti ci ricordavano un po’ troppo quelli di casa nostra, ovviamente in versione meno popolata e più selvaggia. Vedere per credere 😉

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Oslo, l'opera house

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Vista dal Reine-Bryggen

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La Borgund Starvkirke

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il ghiacciaio di Briksdal

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Bergen, quartiere di Bryggen

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Lo Stegastein



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