A Praga con la Card

Tre amiche, tre card e un'incantevole capitale Europea
Scritto da: AlixA
a praga con la card
Partenza il: 23/07/2013
Ritorno il: 27/07/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
Quest’anno noi tre, amiche, colleghe ed incallite TPC, abbiamo scelto Praga come destinazione per la nostra prima vacanza estiva, conquistate dalle immagini e dai diari di viaggio letti su questa città e dal fatto che nessuna di noi l’avesse ancora visitata. Dopo la fuga praghese ciascuna proseguirà l’estate altrove, verso lidi lontani, ed in altra compagnia: chi con il moroso, chi con altri amici, chi in “splendida solitudine”.

Prenotiamo il volo ad aprile, con Wizzair a/r a 60,00 euro circa a testa. Unico problema, siamo costrette ad aggiungere 15,00 euro all’andata ed altrettante al ritorno per il trasporto del bagaglio a mano “grande”: un semplice, piccolo trolley da 10 kg, in cui riporre obbligatoriamente anche la borsa.

Partiamo dal Canova di Treviso e dopo un volo brevissimo, di circa un’ora e un quarto, atterriamo all’aeroporto Ruzyně di Praga. Al bancomat dell’aeroporto preleviamo subito e facilmente le corone ceche con le nostre carte di credito; inseguito ci dirigiamo al servizio taxi, scegliendo il più economico e concordando il trasporto in hotel per 600,00 corone. Otteniamo anche un voucher con lo sconto per il rientro (47%), come suggeriva un competente tpc in un altro diario di viaggio.

Prima di salire sul taxi acquistiamo la Praga Card con 40,00 euro circa di spesa ed una validità di tre giorni (www.praguecitycard.com). La carta è consigliabile nel caso si abbia in programma la visita a molte attrazioni, se al contrario preferite gironzolare liberi per le strade della città non conviene. Con la P.card vengono consegnati anche una cartina ed una piccola guida a monumenti, musei ed escursioni convenzionati. Alcuni sono completamente gratuiti, altri hanno solo una riduzione. Noi abbiamo preventivamente controllato su internet e sulla guida quali attrazioni della città visitare e, notando che nella maggior parte rientravano nella lista della P. card, abbiamo deciso di acquistarla.

A Praga soggiorniamo presso l’Hotel residence Malá Strana, rivelatosi un’ottima scelta (www.venere.com) sia per la posizione, che per l’ampiezza delle camere che per il personale gentile e preparato (la receptionist parlava benissimo la nostra lingua). Io, amante estrema della privacy, scelgo una camera singola, mentre le mie socie abbattono i costi soggiornando sì insieme, ma in una suite! In realtà scopro che anche la mia “triste” singola non è male, visto che si tratta di un monolocale con angolo cucina, tv a schermo piatto, letto matrimoniale ed un bagno più che decente. Meglio di così! L’hotel è ben collegato alla vivace piazza di Malá Strana, raggiungibile in 5 minuti col tram n. 22, la famosa linea che attraversa il centro storico di Praga.

In questo breve viaggio impareremo a conoscere le diverse zone della città, alcune in modo più approfondito, altre viste solo dai finestrini del tram o dal battello sul quale ci siamo imbarcate per la night cruise. Ci sono 6 diversi quartieri nel centro storico: sulla sponda sinistra della Moldava abbiamo a nord le zone del Castello e Hradčany situate sul promontorio roccioso e quella di Malá Strana più a sud, il piccolo quartiere in riva al fiume con la maestosa cupola verde di S.Nicola che lo sovrasta.

Al là della Moldava, attraversata da numerosi ponti tra cui il monumentale Karluv Most (Ponte Carlo), si trova Staré Město, la Città Vecchia. Qui si può ammirare la meravigliosa e affollata piazza della città vecchia, Staromeska namèsti, con il municipio, lo splendido orologio astronomico del 400’ e le alte guglie della Chiesa di S.Maria di Týn.

Più a sud sorgono invece Nové Město, la Città Nuova, risalente al XIV secolo e sviluppatasi intorno a piazza Venceslao e Vyšehrad, l’alta collina con l’antica fortezza, luogo di miti e leggende e primo nucleo abitativo nella città; a nord della Città Vecchia è situato infine Josefov, il rinomato quartiere ebraico, con sinagoghe e negozi ultra-chic.

MARTEDì 23 PICCOLO QUARTIERE, MONASTERO DI STRAHOV-PONTE CARLO CITTà VECCHIA

Il giorno del nostro arrivo, vista la stanchezza per la levataccia mattutina, decidiamo di attivare le cards solo l’indomani e di passare la mattina a perlustrare Malá Strana, il “nostro” quartiere.

In particolare visitiamo alcune chiese non comprese nella P.card, ad esempio la sopracitata Chiesa barocca di S.Nicola, dove suonò Mozart e che ci conquista con i suoi avvolgenti e delicati affreschi trompe-l’oeil e la bella Chiesa di S.Tommaso (quest’ultima gratuita).

Pranzo al ristorantino “Certcov” sul fiume – lo trovate svoltando subito a destra della torre del ponte Malá Strana – che scopriamo casualmente: attraverso un angusto passaggio a scala (c’è addirittura il semaforo x regolare il traffico!) scendiamo in riva alla Moldava. Mangiamo un risotto alle verdure (stracotto) in compagnia di cigni ed anatroccoli che nuotano placidi sotto il sole. Qui si viene soprattutto per la romantica vista, più che per la cucina; si capisce perché compositori e poeti si siano lasciati ispirare dalla magia di queste acque, che sorgono dalle Selve boeme per confluire nell’Elba e gettarsi poi nel Mare del Nord.

Dopo il pranzo – con mancia a tariffa obbligatoria così come richiesta in modo solerte dal cameriere – altri due passi che ci portano davanti al Kafka Museum, dove scattiamo le foto di rito alla divertente scultura di David Cerny, “Piss”, con i due famosi bellimbusti che fanno pipi’ (muovendo le anche e compagnia bella) in una vasca a forma di Repubblica ceca.

Esauste, le ragazze vanno un po’ a nanna, mentre io, stoicamente, decido di visitare l’antico monastero di Strahov. Mi sposto in tram, facendo il biglietto alla macchinetta che trovo alla fermata Malostranska. Non fatevi spaventare dalla lingua: in basso c’è un pulsante per avere istruzioni in inglese. Ricordate che le macchinette accettano solo monete, comunque potete acquistare i biglietti anche presso i sali e tabacchi. Il ticket che ho utilizzato, valido 75 min, è quello standard da 32 ck, pari a poco più di 1euro. Ha validità anche per metro e autobus. Con il tram 22 salgo sulla collina rocciosa di Hradčany dove si trovano il castello, il monastero di Strahov ed il santuario di Loreta.

Scendo a Phòrelec e vedo già spuntare tra i tetti i campanili verdi di Strahov. Il monastero, di un bianco abbagliante in questo assolato pomeriggio praghese, risale al 1140, quando fu fondato dal re Vladislao II. All’interno le parti più rimarchevoli sono sicuramente le maestose sale della biblioteca, la più grande del paese tra quelle di appartenenza monastica. La sala della filosofia vanta una sontuosa libreria in noce cha arriva fino al soffitto affrescato, alto ben 32 metri. La sala teologica presenta un soffitto a volta, molto più basso, ma impreziosito da una sontuosa decorazione barocca, con candidi stucchi e cartigli dipinti.

Per scattare fotografie, come nella maggior parte delle attrazioni di Praga, occorre acquistare il permesso, in questo caso pari a 50 ck (ci sono molti controlli qui, non fate i furbi!). Nelle sale è vietato entrare per motivi di conservazione dei testi, si può solo sbirciare attraverso la porta. Assisto ugualmente ad un’interessante dimostrazione: nella sala teologica l’anziana addetta alla guardia si fa irretire dagli occhi dolci di una bambina e la fa entrare per mostrarle come funziona lo scrittoio girevole, usato centinaia di anni fa dai monaci. Una manopola aziona la ruota che fa girare i vari ripiani, in modo da facilitare il lavoro di copisti e traduttori che posizionavano i diversi i libri sui ripiani. Dopo un’occhiata veloce al gabinetto delle meraviglie, a mio parere non valorizzato da criteri espositivi adeguati, esco per visitare la chiesa, che a malincuore scopro essere chiusa: si può solo ammirare il suo interno attraverso le grate del cancello in ferro.

Lascio il monastero e scopro che alle sue spalle c’è una vista magnifica sulla città; alla mia destra svetta, in mezzo al boscoso verde della collina, la torre di Petřín, una deliziosa mini-Tour Eiffel, costruita nel 1891 su imitazione della più grande “cuginetta” francese. Dopo qualche foto, scendo attraverso il percorso panoramico di via Nerudova e cammino fino all’hotel. Che sfacchinata, ma che panorami!

Scesa la notte, ceniamo in un ristorante della piazza, con peperoni ripieni, anche questi stracotti, e tanta, ottima birra, che qui costa quanto l’acqua. Praga di sera è piena di magia, l’illuminazione scenografica infatti non fa che sottolineare i suoi incantevoli scorci. Per ammirarla al meglio, dopo cena passeggiamo sul Ponte Carlo e, ammaliate dalla dolcezza dell’aria, ci spingiamo fino alla piazza della città vecchia. C’è un sacco di gente, anche troppa, ma il clima è allegro e festoso. Musicisti, stands gastronomici e soprattutto orde di turisti: a piedi, in segway ed in carrozza!

MERCOLEDì 24 – CASTELLO, SANTUARIO DI LORETA

Il giorno seguente attiviamo la card: per sfruttarla a pieno il ritmo di visita deve essere serrato, ma non tanto da non farci gustare le attrazioni che questa bella città ha da offrire. Cominciamo naturalmente dal top, il Castello, che, come da copione, troviamo già il mattino strapieno di avventori.

Sotto la nomenclatura del Castello si assommano numerosi edifici come chiese, conventi, vicoli e musei; occorre quindi scegliere cosa visitare.

Con la card in biglietteria abbiamo ottenuto il ticket d’ingresso al giro schort, che comprende Cattedrale, Vicolo d’oro, Palazzo reale, Basilica S. Giorgio e collezione Stemberg. Acquistiamo anche l’audioguida in italiano per 250 ck, lasciando un deposito di altre 200 ck, che ci verrà restituito con la riconsegna delle audioguide.

Ci dirigiamo quindi alla Cattredrale di S.Vito, un superbo esempio d’architettura gotica ed uno dei maggiori simboli di Praga. L’edificio, di dimensioni impressionanti, è proiettato verso l’alto, come un’enorme freccia di pietra che si allunga nel cielo. La sua costruzione, iniziata nel 300’ è promossa dal re Carlo IV, il sovrano che ha lasciato l’impronta più importante sulla città boema. L’architetto tedesco Peter Parler, costruttore anche del Ponte Carlo, continua magnificamente il lavoro iniziato dal suo predecessore Matthias D’Arras, in un trionfo di pinnacoli e fantastici gargoyles. Sarà solo nel 1929 però che la cattedrale verrà consacrata. Le vetrate di Mucha, in una cappella sul lato nord, sono la ciliegina sulla torta, in questo luogo avvolto da un’aura fiabesca.

La visita si rivela purtroppo poco piacevole a causa dell’affollamento eccessivo di visitatori. Non è possibile neppure sedersi sulle panche della chiesa; seguiamo la fiumana di turisti che letteralmente ci trasporta attraverso le navate, tra splendide cappelle, statue, monumenti funebri e bassorilievi.

Stanche della confusione, passiamo alla Basilica di S. Giorgio, che, dopo aver fatto bella mostra del suo esterno barocco, carico di un intenso color rosso-mattone, ci stupisce con la nuda severità degli interni, in puro stile romanico. La basilica fu la prima chiesa ad essere costruita nel perimetro del castello,nel 920 d.c., eretta per ospitare le tombe dei primi sovrani, la dinastia dei Přemyslidi. Scopriamo qui la leggenda di S.Ludmilla, prima martire boema, che è sepolta in questa chiesa ed osserviamo la tomba ben conservata di re Vratislao I, nonché la cripta con la statua nera di Brigitta. Annesso c’è anche il convento che ospita una delle collezioni della Galleria Nazionale di arte boema del XIX sec., che non visitiamo.

Dopo una sosta per il pranzo in un bar sempre all’interno del Castello, ci rechiamo al Palazzo reale, dove ammiriamo la monumentale sala gotica di Vladislao, un grandioso spazio con soffitti alti e “ricamati” da nervature poderose, così come le ha concepite l’estro dell’architetto Ried nel 1490.

Poi è la volta del Vicolo d’oro. Si tratta di una fila di minuscole casette colorate, allineate lungo la parete nord-orientale del castello. Originariamente concepite per ospitare la guardia del re in epoca rudolfiana, furono inseguito occupate da orefici nel XVIII sec., da cui il nome. Vagamente infatti mi fanno pensare al Ponte Vecchio ed alle sue caratteristiche oreficerie. Restaurate negli anni 50’ dal governo ceco, le case del vicolo ora ospitano diversi negozi turistici e alcune ricostruzioni storiche.

La casa al n. 22 è stata per qualche tempo la dimora di Franz Kafka: si tratta di ambiente minuscolo, avrà fatto fatica ad entrarci un letto e poco più. All’interno, ancora l’eco di una bohème d’altri tempi, anche se attualmente la casa è occupata da una bella libreria, ovviamente super-fornita di opere Kafkiane.

Io non me lo faccio ripetere 2 volte ed acquisto subito una copia in italiano della “Lettera al padre”. In un’altra casetta scopriamo la residenza di una famosa indovina, morta per mano dei nazisti, con il rustico caminetto ed il divano coperto da morbidi tappeti; sul tavolo ancora le carte, come se lei stesse per tornare a predirci il futuro da un momento all’altro.

Stanchissime e piene di souvenirs appena acquistati, rinunciamo alla visita di Palazzo Stemberg e, dopo una bibita fresca, usciamo dal castello per raggiungere a piedi il vicino Santuario di Loreta.

Questo convento di un bianco candido, spezzato solo dalle decorazioni color ocra e dal verde delle cupole, fu fondato nel 600’ da S.Caterina Lobkowicz. L’edificio ospita nel suo cortile interno la ricostruzione della Santa Casa di Maria, copia fedele di quella a Loreto in Italia. Mentre ci godiamo il fresco del santuario, le sue 27 campane seicentesche intonano melodie classiche, con una dolcezza ed una grazia infinite. Estasiate, saliamo al primo piano dove si possono ammirare i ricchi e secolari ostensori, tra i quali spicca il cosiddetto Sole di Praga: accecante a causa delle migliaia di diamanti che lo tempestano. Alla faccia dei fedeli che morivano di fame!

Finalmente ci trasciniamo all’hotel per il meritato risposo. La sera facciamo la spesa nel supermercato “sottocasa” e ci cuciniamo, da brave italiane, una bella pasta al pomodoro. Io con audacia sperimento anche il cibo del luogo: assaggio un formaggio morbido dal nome impronunciabile, pieno d’aglio e delle carote agrodolci che scopro, ahimè, anch’esse immerse nell’aglio per la disperazione delle mie commensali.

GIOVEDì 25 – JOSEFOV, MUSEO DI ARTI DECORATIVE, CROCIERA SULLA MOLDAVA

Il giorno seguente partiamo alla volta del quartiere ebraico. La zona comprende l’antico ghetto nel quale furono confinati per secoli gli ebrei vissuti a Praga; fu ribattezzata Josefov, in onore dell’imperatore Giuseppe II, che nel XVIII secolo attenuò la discriminazione nei confronti degli ebrei. Oggi nel quartiere fanno sfoggio di sé le eleganti boutiques di lusso e gli edifici art nouveau; resta però qualche importante retaggio dell’antico ghetto.

La visita comprende diverse sinagoghe, tutte ben segnalate in pannelli esplicativi agli incroci delle principali vie del quartiere. La sinagoga più bella è quella spagnola, d’origine antica, ma ricostruita da facoltosi ebrei praghesi nel XIX secolo nell’esotico stile moresco. Purtroppo nella P.card non è compresa la Sinagoga vecchia-nuova, che è la più antica in Europa.

Abbiamo però la fortuna di visitare in totale solitudine il celebre Cimitero ebraico, con le sue lapidi ritorte, l’erba verde ed un’atmosfera nostalgica, sospesa nel tempo. Consiglio la visita mattutina appena la struttura apre, perché poi anche qui si riversano le solite valanghe di turisti. Il cimitero, che ha alle spalle secoli di sepolture, era chiamato anche “la casa della vita” dagli ebrei, perché rappresentava l’ingresso ad nuova vita spirituale, una volta conclusasi la parentesi terrena. Esso deve il suo aspetto pittoresco ed originale, con lapidi affastellate le une sulle altre, al fatto che qui si sono succeduti diversi strati di sepolture, arrivando fino a 10; infatti era illegale per gli ebrei seppellire altrove, inoltre secondo le loro usanze il morto non andava toccato o spostato in nessun modo. Prendetevi del tempo per leggere le iscrizioni, ammirare i bassorilievi, le decorazioni e notate le differenze tra le lapidi tardogotiche, rinascimentali e barocche.

Alla sinagoga Pinkas, trasformata in monumento commemorativo già dopo la seconda guerra mondiale, ci commuovono i disegni dei bambini morti al campo di Terezín; per noi, che lavoriamo in un asilo e vediamo ogni giorno tanti disegni di altro genere, fatti dai nostri alunni felici e liberi, il paragone risulta impressionante.

Fuori ritroviamo un certo brio grazie ad un concerto improvvisato, ad opera di un gruppo di giovani cattolici italiani, scortati da un altrettanto giovane parroco. Notiamo in particolar modo le grazie di un chitarrista. Rincontreremo l’aitante musicista ed il suo gruppo nella piazza dell’orologio poco dopo, sarà il destino? Mah!

Essendo finito il nostro tour nel ghetto, ci spostiamo a piedi verso la Moldava e lungo la strada ammiriamo l’elegante edificio del Rufdolfinum, che ospita la filarmonica ceca e che funge da palcoscenico per i concerti del Festival musicale della primavera di Praga. Al lato opposto della strada (17 listopadu 2) scorgiamo la sagoma del complesso che ospita il Museo di arti decorative, fondato nel 1885, gratuito con la card. L’edificio, un bell’esempio di stile neorinascimentale francese, all’interno non è da meno, con la scalinata ornata da soffitti decorati e le coloratissime vetrate art nouveau. Tra le diversificate collezioni di questo museo a colpirci è la carrellata di abiti d’epoca, che vanno dai primi del 900’ agli anni 50’ circa. Qui la fantasia e l’immaginazione si scatenano, questi abiti sembrano usciti dai romanzi di F.S.Fitzgerald, se non dal film Titanic!

Splendida anche l’esposizione di orologi collocata in una grande vetrata a parete. Grazie ad un ingegnoso congegno elettrico, attivabile premendo un pulsante, si possono far ruotare i pannelli e osservare i manufatti posti più in alto.

Poi ci rifacciamo gli occhi con i famosi cristalli di Boemia, le porcellane Meissen, i gioielli, gli abiti talari, le carte da gioco e tanti mobili ed oggetti d‘arredo. Non perdetevi i servizi da the in stile cubista ceco!

Dopo un veloce break in hotel ci rechiamo nella Piazza della Città Vecchia, dove ci attende il pulmino che ci porterà in riva al fiume: ieri sera abbiamo infatti prenotato la crociera con cena sulla Moldava ( Martin Tour, sconto del 30% con P.card, bevande escluse).

Dalla cena con buffet non ci aspettavamo molto, siamo invece rimaste sorprese per la qualità del cibo. Le mie compagne di viaggio deliziano i loro palati con carne arrosto e prosciutto di Praga, mentre io, da brava vegetariana, mi rimpinzo di diverse verdure sia cotte che crude, di formaggi e di pasta. C’è anche la guida che ci spiega cosa stiamo vedendo e che ci parla della città. Ma io mi perdo nel tramonto sul fiume, che è di una bellezza disarmante; tutte le facce di Praga, da quella gotica alla barocca, da quella art nouveau a quella moderna, si fondono in un’unica, romantica immagine da cartolina. Questa volta ci accompagna la musica di una fisarmonica, suonata da un vigoroso e paffuto signore ceco.

VENERDì 26 – PALAZZO VELETRŽNÍ, MUSEO MUCHA,TOUR STORICO DEL CENTRO IN PULLMAN

Dopo una rinvigorente notte di sonno, mi sveglio prestissimo per la mia personale giornata dedicata alle arti figurative: le mie compagne di viaggio sono allergiche a questo tipo di musei, per cui optano per la funicolare, a due minuti dal nostro Hotel, e per la torre di Petřín, compresa nella card.

Io invece salgo sul tram 17 e scendo alla fermata 16, Palazzo Veletržní; ho così modo di vedere Praga fuori dal centro storico, dove si alternano bei palazzi decorati del XIX e dei primi del XX secolo a qualche squallido condominio di costruzione più recente, dallo stile “periodo comunista”.

All’interno del Palazzo Veletržní si trova il museo di Arte del XX e XXI sec. della Galleria nazionale, con 5 piani di esposizioni: devo a malincuore operare una scelta, perché una visita completa richiederebbe un’intera giornata.

Mi dirigo decisa al primo piano, che espone l’arte internazionale del XX e XI secolo ed al terzo piano, dove si trova la nutrita collezione di arte francese del XIX secolo. Che dire di questa mia solitaria mattinata? Passeggio per grandi gallerie deserte, intonacate di bianco, nel silenzio più totale, trovandomi a tu per tu con Klimt, Munch, Rodin, Gauguin, Van Gogh ed i “nostri” Carrà, Guttuso, e Manzù, per citarne solo alcuni: insomma una festa per gli occhi e per lo spirito! Ci sono pannelli esplicativi a fianco di molte opere, in lingua ceca ed in inglese, con approfondimenti sulle biografie degli artisti.

Scopro dalla brochure consegnatami all’ingresso che il palazzo delle fiere ha avuto una storia drammatica: nato con fini di intrattenimento e commerciali (doveva contenere un cinema e vari negozi) fu immediatamente “bloccato” dalla crisi del 29’. Più tardi fu tristemente utilizzato dai nazisti per i rastrellamenti: gli ebrei e gli altri “nemici della patria” vennero ammassati qui dentro per poi essere trasportati al vicino campo di concentramento di Terezín. Infine nel 1974 un grosso incendio devastò l’edificio, che rinacque nel 1995, grazie ad un’importante ristrutturazione, come palazzo d’esposizione d’arte moderna e contemporanea.

Esco nel folgorante, caldissimo sole del primo pomeriggio e col tram 17 ritorno verso il centro. Cambio mezzo e prendo la metro A, arrivando a Mustek e ritrovandomi nell’affollatissima piazza Venceslao, che pare, più che una piazza, un’enorme via, pullulante di negozi delle grandi catene internazionali, masse di turisti e Starbucks a volontà. Infondo alla piazza scorgo l’imponente monumento equestre di San Venceslao sullo sfondo della maestosa sagoma del Museo Nazionale, purtroppo chiuso fino al 2015.

Il Grand Hotel Europa, dipinto di un vivace giallo solare e decorato in stile Liberty, attira subito la mia attenzione e, notando l’abbordabilità dei prezzi del ristorante, decido di pranzare qui. Ordino quella che in Francia chiamerebbero una salade de chèvre chaud e me la gusto nella splendida sala con lampadari di cristallo e boiserie alle pareti. Sembra il set di un film! Il cibo è ottimo ed anche il conto: 9,00 euro circa. Anche se il mio cameriere non è il massimo della gentilezza, va bene lo stesso, non si può avere tutto.

Con la pancia finalmente piena, cerco ora sulla cartina via Panska: al n. 7 si trova il Museo Mucha (scontato con la PC), tappa irrinunciabile del mio tour nella capitale boema. Il piccolo museo, che già dalle vetrate delle finestre “alla Mucha” ti conquista, è dedicato al più famoso artista boemo. Alphonse Mucha (1860-1939), divenne celebre in tutt’Europa per i suoi manifesti teatrali e pubblicitari, dove la donna è ritratta in un delicato stile decorativo e floreale, così seducente da ammaliare persino la grande Sarah Bernhardt. Che pubblicizzasse sigarette o un’importante pièce teatrale, Mucha di certo sapeva come esaltare la bellezza femminile. Il suo museo è una vera chicca, con poster originali, fotografie dell’artista, della sua famiglia, di modelle ed amici (tipo un fantastico Gauguin in mutande!). Sono esposti qui anche la scrivania e la sedia appartenuti all’artista ed una serie di testi da lui illustrati. Un filmato molto interessante completa questa bella visita. Non mi perdo il museum schop; vorrei tanto permettermi gli orecchini in stile Mucha, ma non è proprio il caso, come mi ricorda il mio portafoglio ormai quasi vuoto.

Alle 16.00 raggiungo le mie compagne di viaggio nella piazza della città vecchia, per il tour storico gratuito in pullman, convenzionato con la P. card (Martin tour). Grazie a questo giro panoramico possiamo ammirare e fotografare le rinomate case danzanti, Fred e Ginger, costruite negli anni 90’ e la favolosa Casa civica che, ne conveniamo tutte e tre, è il più bell’edificio art nouveau di Praga.

Nel pulmino non c’è aria condizionata e questo penalizza non poco il tour. Boccheggiando, rientriamo in hotel, dove ci aspettano una cenetta casalinga preparata da noi e le valigie da fare.

SABATO 27 – RITORNO A CASA

Salutiamo Praga prima dell’alba, ripromettendoci che torneremo. In particolare io vorrei approfondire l’arte ceca nella mia prossima visita, esplorando le gallerie nazionali e magari concedermi l’escursione al fiabesco castello di Karlstein, immerso nella campagna boema.

Ma per ora, na shledanou Praga!

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Santuario di Loreta, Praga

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Cimitero Ebraico, Praga

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Cattedrale S.Vito, Praga

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Sala Vladislao, palazzo Reale Praga

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Palazzo Veletrzin, Praga

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Ponte Carlo, Praga

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Sala Filosofica, Biblioteca Monastero di Strahov

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Castello di Praga

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Casa di Kafka, vicolo d'oro, Praga

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Crociera sulla Moldava, Praga

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Palazzo Veltrzin, Praga

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Mucha Museum, Praga



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