Da Porto a Siviglia: che meraviglia!

Due settimane favolose con zaino in spalla
Scritto da: Silvia Avo
da porto a siviglia: che meraviglia!
Partenza il: 21/07/2010
Ritorno il: 04/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
PORTO

21.07.2010

Arrivo a PORTO con volo Ryanair da Orio al Serio verso mezzogiorno con due ore di ritardo! A parte l’attesa sull’aereo ( siamo in vacanza, possiamo permettercela), ci scoccia non poter avvertire il fidanzato della nostra amica portoghese Carlos che ci ospiterà la stessa notte a Porto. Dall’aeroporto prendiamo la metro che con 2 euro e in circa 30 min ci porta in città, scendiamo a Lapa e con Carlos ci dirigiamo al suo appartamento per liberarci dei pesanti zainoni. Ci diamo appuntamento con lui verso le 9 di sera ( durante la vacanza poi scopriamo che gli orari per gli architetti portoghesi sono un optional, spesso dormono la mattina e lavorano fino all’una di notte!). Incominciamo la nostra esplorazione, prima tappa : Casa da Musica ( entrata gratuita), un edificio ultra moderno che ci sorprende con le sue forme irregolari e le sue stanze da scoprire ( aprite pure le porte a caso, prima o poi capitate da qualche parte). Ci spostiamo subito dopo verso il sud della città nel Jardim do Palàcio de Cristal, molto tranquillo e ombreggiato con pavoni che scorazzano liberamente fra la gente e con magnifiche viste dall’alto sulla città. Ci fermiamo a prendere 2 panini, un dolce e acqua ( 5 euro, in Portogallo la vita è molto economica rispetto all’Italia e la gente non cerca di fregare gli stranieri da quello che abbiamo potuto vedere). Dopo un sonnolento ristoro raggiungiamo l’Iglesia do Carmo, con le pareti esterne laterali interamente ricoperte di azulejos, sarà perché è stata la nostra prima chiesa portoghese ma a me è rimasta molto impressa. A pochi passi ci aspetta la Torre dos Clerigos, la torre campanaria più alta del Portogallo da dove si ha una vista a 360° di Porto, magnifica! Scendiamo e raggiungiamo Avenidas dos Aliados, una lunga piazza che pullula di gente e bambini che fanno il bagno nella fontana di fronte al municipio chiedendo denaro ( fatto che ci colpisce anche se abbiamo notato che la città conta un gran numero di edifici molto vecchi e decadenti, abitati da persone piuttosto povere come ci riferisce Carlos). Aliados è un ottimo punto di partenza per raggiungere le più svariate destinazioni in centro città, come il Mercado do Bolhão ( molto caratteristico con donne che vendono frutta, aglio e pesce), la stazione di Sao Bento ( piena di azulejos, merita) e più a sud la ( sede episcopale, ossia cattedrale per i portoghesi). Proprio la Sé è la nostra prossima meta, molto caratteristica, soprattutto per la posizione che domina il quartiere della Ribeira e permette di godere di scorci sul fiume. Dopodiché ci spostiamo verso la chiesa di Santo Ildefonso, anch’essa un tripudio di azulejos bianchi e azzurri che si stagliano nel cielo blu intenso! Dopo un’immancabile pausa frutta puntiamo dritti alla Ribeira, il quartiere più vecchio di Porto e di sera sicuramente il più pericoloso poiché abitato dai più poveri. Durante il giorno si notano solo facce un po’ losche, ma basta non soffermarsi più del dovuto e se ne ricava un quadro pittoresco della gente che ci vive. La passeggiata si conclude raggiunta la riva del fiume, dove ancora ormeggiano imbarcazioni tipiche utilizzate nei secoli scorsi per il trasporto delle botti del famoso vino Porto. Non ancora affaticati ripercorriamo a ritroso il cammino fatto e con un ultimo sforzo passiamo alla riva opposta alla città attraverso il bel ponte pedonale che ci regala di nuovo scorci unici sulla città, per metà in costruzione e per metà abbandonata. Eccoci così a Vila Nova de Gaia, un paese ormai inglobato nella città di Porto dove è possibile visitare le cantine in cui si produce il Porto e degustarne le diverse varietà. Ci ritroviamo così nella cantina di Calém ( visto l’ora tarda alcune cantine sono già chiuse) nella quale, per 4 euro a testa, una guida molto preparata ci conduce fra le enormi botti ed infine ci fa accomodare in una stanza con rivestimenti in legno dove ci servono due assaggi di Porto: il Ruby e il Branco ( grazie a dei ragazzi Erasmus al nostro fianco che chiedono un ulteriore assaggio riusciamo a degustare anche la terza qualità di Porto, il Tawny). Sfiniti, un po’ per il troppo camminare e l’alzataccia, un po’ per il vino, percorriamo Avenida Diogo Leite e Ramos Pinto per una foto al mega bandierone che sventola in fondo alla via. Ci trasciniamo di nuovo sul ponte fino alla riva opposta e attendiamo la risposta di Carlos per sapere il luogo di incontro, sono le 8.30 ma riusciamo a contattarlo solo verso le 9.30 quando ci avverte che si tratterrà al lavoro fino alle 10.30 e ci dice di aspettarlo a casa sua dove ci aprirà la sua coinquilina. Sempre più distrutti raggiungiamo Avenida da Boavista e lo attendiamo fino alle 11. Ci propone di andare a mangiare un tipico piatto locale, la Francesinha ( 23,40 euro in tre, ristorante “Estrela d’Ouro”), una specie di enorme hamburger ripieno di tre tipi di carne, prosciutto e uovo sodo, ricoperto di formaggio fuso e immerso in una salsa di pomodoro e birra, accompagnato da patatine fritte ( un piatto veramente pesante, ma gustosissimo, da mangiare una volta all’anno prendendo precauzioni, ossia niente pasti abbondanti prima di ordinare questa bomba calorica). Porto è piuttosto animata la sera, ma siamo cotti cotti, e nonostante apprezziamo gli sforzi di Carlos di farci assaggiare un po’ di vita notturna preferiamo stenderci sul materasso gentilmente procuratoci.

PORTO-AVEIRO-COIMBRA

22.07.2010

Ci svegliamo molto assonnati. Obiettivo : stazione di Sao Bento, da dove prenderemo il treno per AVEIRO (2,20 euro). Sulla strada ci fermiamo a far colazione e a comprare shampoo, creme e quant’altro. Giunti ad Aveiro dopo circa un’ora cerchiamo invano un locker per i nostri zainoni ma non ne esistono in città, quindi andiamo verso il centro dove c’è un chiosco che rilascia bici gratuitamente per qualche ora e dove possiamo lasciare in custodia i bagagli. Incominciamo a girare per Aveiro, definita la “Venezia” del Portogallo. In realtà non ha nulla a che vedere con la Serenissima ma l’atmosfera e le casette tutte colorate e decorate con azulejos danno alla cittadina un tocco magico. Ci fermiamo a mangiare arroz de polvo e un piatto di pesce di cui non ricordo il nome, accompagnati da due ovos moles, tipici dolcetti col tuorlo dell’uovo e lo zucchero(10,10 euro, “Maxima Ribeiro & Santos”). Chiediamo al tourist information se è possibile raggiungere in bici le spiagge più vicine ma non c’è modo, sono distanti 30 min in bus, per cui ci rilassiamo al sole in un parco con tanto di laghetti, ponticelli e bouganville. Verso le 5.50 riconsegniamo le bici e zaino in spalla andiamo di nuovo in stazione, ma perdiamo il treno perché non ci accorgiamo che è parcheggiato in fondo al lungo binario e, cercando di cambiare biglietto per prendere il treno dopo, scopriamo che ci hanno fatto un biglietto valido solo per le 12.30 ( ossia l’ora in cui gli avevamo comprati), per cui dopo un po’ di difficoltà e incomprensioni ( non sanno l’inglese!) riusciamo a farci cambiare biglietto e prendiamo il treno dopo per Coimbra-b, stazione fuori mano rispetto alla città poiché Coimbra-a è chiusa per lavori (4,40 euro, mezz’ora). La nostra amica “coimbrese” (Margarida)ci viene a prendere e dopo qualche minuto piombiamo a casa sua in periferia. L’appartamento è molto curato e pieno di oggetti provenienti dall’Africa poiché i suoi genitori sono entrambi nati e vissuti lì fino a che le colonie africane sono diventate indipendenti. Ci accolgono molto calorosamente e dopo una doccia ci viene servita una cena abbondante e deliziosa : chorizo, formaggi tipici, vino portoghese, Bacalhau com Broa, Sopa de abobora e espinafres e per concludere un dolce con uovo e zucchero, la Faròfias, ottimo!! Infine, Margarida ci porta in centro per passeggiare lungo Rua Ferreira Borges e lungo il fiume fino a imboccare il ponte Pedro e Ines, tutto illuminato e colorato, che ci porta sulla sponda opposta. Ritorniamo poi tramite il Ponte de Santa Clara e torniamo a casa, di nuovo provati dalla lunga giornata ma molto felici.

COIMBRA

23.07.2010

Ci alziamo presto, facciamo una bella colazione e veniamo riforniti di acqua e ogni tipo di mappa della città procurateci dal gentilissimo papà di Margarida. Prendiamo il bus e raggiungiamo il centro. Visitiamo inizialmente la meravigliosa università di COIMBRA, affascinati dagli aneddoti di Margarida che trova ad ogni angolo l’occasione di informarci su qualche rito universitario ( ce ne sono veramente mille, uno in particolare è la Queima das Fitas, una festa organizzata dagli studenti per celebrare la fine dell’anno accademico in maggio). Riusciamo addirittura a intrufolarci nella Biblioteca Joanina con un gruppo di spagnoli, molto vecchia ma ben tenuta e misteriosa. All’uscita ci dirigiamo verso la Sé nova e la Sé velha, quest’ultima più particolare, per questo decidiamo di visitare l’antico chiostro (2 euro a testa), ben curato. Discendiamo verso il centro della città per la Rua Quebra-Costas, ossia “spacca schiena”, probabilmente per la sua pendenza. Questa via è molto caratteristica ed è fiancheggiata da negozietti molto carini in cui non mancano mai cartoline o statuette del Galo de Barcelo, l’animale simbolo del Portogallo. Raggiunta Rua Ferreira Borges attraverso l’Arco de Almedina la percorriamo fino a Largo da Portagem in fiore. Ci spostiamo sull’altra sponda del fiume dove visitiamo i resti dell’antico convento di Santa Clara a Velha, ben conservata, con museo annesso, dopo un filmato di qualche minuto sulla storia del luogo, tutto molto suggestivo . Siamo affamati, per cui ci fermiamo nel piccolo bar annesso al museo dove per 4,50 euro a testa ci rimpinziamo con Sandes ( panini farciti con ciò che più piace) e acqua. Dopo pranzo andiamo a visitare il Jardim da Quinta das Lagrimas, con tanto di campi da golf annessi all’hotel del parco a due passi da Santa Clara a Velha. Decidiamo di non inoltrarci fino alla fontana omonima (2 euro a testa). Margarida deve fare delle commissioni, così ci consiglia di prendere qualche dolcetto al bar di un suo amico in Avenida João das Regresas prima di imboccare il ponte de Santa Clara dove, con 2,70 euro, prendiamo dei fantastici dolcetti. Il ritrovo è stabilito dopo un’ora e mezza, quindi ci godiamo il parco Dr. Manuel Braga sulla riva opposta e lentamente ci spostiamo verso il centro per perderci nelle vie della città, la nostra specialità. Infine, con Margarida percorriamo Rua da Sofia, fiancheggiata da diverse chiese, tutte chiuse purtroppo alle 6.30 circa. Riprendiamo il bus per casa e al ritorno troviamo una doccia calda e una cenetta niente male in compagnia anche di un’altra amica portoghese che è venuta a salutarci. Il menù propone: alheira e chouriço, sopa di verdure e carne recheada com ameixa e bacon, tutto squisito!! La famiglia ci regala anche una bottiglietta di vino portoghese da portare in Italia, che gentili! La sera usciamo con Margarida e il suo ragazzo, Nuno, e decidiamo di accomodarci su dei morbidi divani sistemati fuori da un locale in Rua Olimpio Nicolau Rui Fernandes. Sarà la stanchezza, sarà la sangria, quasi ci addormentiamo lì in attesa di accoccolarci nel divano letto in casa di Margarida.

COIMBRA- FIGUEIRA DA FOZ- NAZARE’- OBIDOS- LISBONA

24.07.2010

Oggi ci attende un lungo viaggio on-the-road in compagnia di Margarida e dei suoi genitori, sempre pronti a rispondere ad ogni nostra curiosità. Prima tappa: FIGUEIRA DA FOZ, non scendiamo nemmeno dalla macchina, vogliono semplicemente farci vedere la lunga costa e il mare poiché è qui dove moltissimo portoghesi che abitano a nord del paese si riversano per passare le vacanze estive. Non ci fa una bella impressione, non siamo attirati da luoghi super affollati e turistici e nemmeno da spiaggioni immensi a ridosso della città. Per cui attendiamo la prossima meta, NAZARÈ, che, al contrario, ci piace molto, non tanto per la spiaggia disseminata di tende simili a quelle dei mercatini sotto le quali la gente si rifugia durante le ore più calde, ma ci piace per l’atmosfera nello stesso tempo gioviale e tranquilla che si respira. Parcheggiamo la macchina in cima al paese e subito andiamo ad ammirare il paesaggio dalle rocce sporgenti che sovrastano la spiaggia, meraviglioso! Nella piazzetta vi sono anche diverse vecchiette che vendono frutta secca e lungo il tragitto verso il punto di partenza dell’elevador i negozietti vendono souvenir molto colorati. Prendiamo dunque l’elevador (1,80 euro andata e ritorno) verso la parte bassa della città, la vista merita molto. Poi passeggiamo in paese fino a raggiungere il lungomare alla ricerca di un ristorantino dove assaggiare il piatto tipico del posto, le Sardinhas assadas, veramente gustose ( “Restaurante Borda d’Agua” in una viuzza trasversale al mare). Dopo il lauto pasto che terminiamo alle 3.30 di pomeriggio riprendiamo l’elevador fino in cima e riprendiamo il viaggio in macchina verso OBIDOS, ultima tappa del nostro viaggio itinerante di oggi. Anche questo paesino, molto turistico, ci regala però dei begli scatti, soprattutto per le vie della cittadina (colme di ristorantini, negozi e bouganville) e dalle mura perfettamente intatte che circondano Obidos ( in fondo alle quali è stato ricreato un villaggio medievale che probabilmente si anima in determinati giorni per mostrare com’era la vita di allora). Non si può fare a meno di assaggiare il liquore di amarene Ginja, servito in bicchierini di cioccolato. A malincuore lasciamo questo piccolo paesino per dirigerci verso Lisbona, dove ci incontriamo con altri due amici portoghesi con cui passeremo i giorni seguenti (João e Filipa), sempre in compagnia di Margarida. Il punto di incontro è la casa della “madrinha” ( madrina di battesimo) di Margarida che ci accoglie nello spazioso appartamento con ogni tipo di aperitivo e tortina, come non resistere. I portoghesi sono veramente molto ospitali e calorosi, e amano il buon cibo, un po’ come noi italiani. João e Filipa arrivano a recuperarci per le 7 circa e insieme andiamo diretti in centro LISBONA nell’appartamento di Marta, un’altra amica, che cucina per noi la cena: pollo con funghi e insalata, meglio stare leggeri dopo la scorpacciata di sardine. L’appartamento è molto bello, pieno zeppo di oggetti grandi e piccoli di provenienza africana, asiatica, australiana,… Dopo due belle bottiglie di vino ci dirigiamo al Barrio alto, quartiere affollatissimo di giovani durante la notte che chiacchierano e si divertono assieme. Testiamo una Caipinera (ovvero una Caipirina con liquore di mora), ma siamo troppo stanchi per restare più a lungo in previsione della gita che ci aspetta domani, quindi andiamo a dormire nell’appartamento di João, adiacente al quartiere di Belem.

SETUBAL – LISBOA

25.07.2010

Eccoci di nuovo in macchina con destinazione SETUBAL. Al porto ci incontriamo con una trentina di ragazzi portoghesi, tutti invitati alla festa di compleanno di J.P., amico di João, Filipa e Margarida, che ha deciso di festeggiare con una mini-crociera di 3 ore su una barca vela (costo 25 euro a testa) nel grande golfo di Setubal, a sud di Lisbona. Alle 10.30 ci imbarchiamo e la barca punta dritto alla foce sul mare, fiancheggiando la costa opposta dove si trova Troia, una mini città composta principalmente da hotel di lusso. Dopo avvistamenti della popolazione di delfini che vive in questo golfo ci viene servito un brunch a base di pane, marmellata di zucca e noci, e formaggi, oltre a succhi, vino e acqua. Ci addentriamo poi verso l’interno del golfo per cercare un luogo di fronte alla costa dove fare il bagno. Trovato! E partono i tuffi nell’acqua gelida, non ci si può restare per molto, in più la corrente del fiume che sbocca nel mare porta con sé meduse piuttosto grandi che alcuni ragazzi rischiano di toccare in mare. Dopo questa piacevole rinfrescata la barca lentamente ritorna verso il porto, mentre noi ci appisoliamo al sole, al contrario di molto portoghesi che preferiscono, come abbiamo notato in molte occasioni, rifugiarsi all’ombra e riempiersi di crema solare in qualunque momento. Rientriamo a Setubal per l’una e mezza circa e l’allegra compagnia ha parecchia fame tant’è che si rifugia in un ristorante sul “lungo porto” per mangiare choco frito ( seppie fritte) fino alle 3.30 del pomeriggio. Noi, per nulla affamati, ci concediamo una coppa gelato in centro città (“Gelados Valenciana” in Largo da Misericordia), carino ma nulla di speciale. Quando ci incontriamo di nuovo con gli altri, si decide dopo varie discussioni di andare alla spiaggia di Cova, vicino a Sesimbra, piuttosto distante da dove siamo ( ci mettiamo un’ora per raggiungerla) e alla fine arriviamo per le 6 sul posto e ci restiamo solo un’oretta. È una lunga distesa di sabbia con grandi onde e una formazione sabbiosa al centro, su cui saliamo per scattare qualche foto. Nonostante ci sia veramente molta gente la spiaggia è talmente grande che c’è posto ancora per molte altre persone, ma i portoghesi si lamentano comunque del poco spazio disponibile. Sarà che noi italiani ci accontentiamo di poco spazio, non avendone così tanto nel nostro paese. Alle 7 torniamo a casa di João a LISBONA dove ci aspetta l’ennesima cenetta preparata dalla sua gentilissima mamma ( diversi antipasti con formaggi molto gustosi, arroz de marisco, pudim de ovos e, ciliegina sulla torta, i croccanti e favolosi Pasteis de Belem!). Sazi di nuovo, decidiamo di darci alla vita notturna di Lisbona e raggiungiamo il Barrio alto, molto affollato come al solito. Questa volta siamo in cerca di una locale dove ascoltare la tipica musica portoghese, il Fado, e troviamo un bar molto piccolo alla cui entrata bisogna attendere finchè non finiscono di esibirsi i diversi cantanti. Alla fine riusciamo ad entrarci e ci sediamo su una panca dove stiamo piuttosto stretti ed ecco il primo cantante. Canta per un buon quarto d’ora e la gente lo ascolta incantata e divertita; a noi ricorda molto la musica napoletana, molto folkloristica. Dopo l’esibizione usciamo dal locale e le vie del Barrio sono completamente piene di giovani, la voglia di godersi la serata è tanta ma la stanchezza generale prevale e quindi ci dirigiamo a casa.

ERICEIRA

26.07.2010

Sveglia presto e partenza per ERICEIRA dove João ha una delle sue “mille” case vacanze ( Lisbona è programmata fra qualche giorno). In meno di un’ora raggiungiamo MAFRA che è sul tragitto per visitare l’immenso convento, visitiamo solo l’interno della chiesa ma non il resto dell’edificio perché richiede molto tempo e bisogna pagare. Preferiamo andare a sistemare le nostre cose in casa di João ad Ericeira. Dirigendosi verso una spiaggia famosa per le sue onde e di conseguenza per i surfisti (Praia de Ribeira d’Ilhas) in direzione sud, ci fermiamo lungo la strada per comprare qualcosa da mangiare e per visitare una ricostruzione molto carina della vecchia città di Ericeira, adatta ai bimbi, dove c’è un negozio di prodotti tipici con il soffitto di sughero. Alle 11 siamo già distesi sulla spiaggia e, accaldati, vorremmo concederci un bagno, ma l’acqua gelida, le onde alte e gli scogli taglienti impediscono qualsiasi tentativo di entrare in mare a meno che non si sia dotati di muta e tavola da surf. Per cui esploriamo la piccola spiaggia e facciamo qualche foto, soprattutto ai surfisti. La vista dall’alto della scogliera è veramente favolosa. Quando la fame incomincia a farsi sentire, andiamo a casa e ci prepariamo un insalatone leggero, finiamo i Pasteis de Belem e proviamo il pão com choriço ( pane con fettine di choriço all’interno, ottimo!). Dopo una piccola pausa post-pranzo andiamo di nuovo al mare, giriamo le spiagge della città; dopo le onde pericolose di Praia Algodio e l’affollata Praia dos Pescadores troviamo un posto in Praia da Baleia in cui stendere i teli mare e dove le onde sono quasi inesistenti ( l’acqua però è sempre gelida ma almeno rinfresca dal caldo!). Dopo una partita a carte ritorniamo a casa, passando per il centro ( abbastanza turistico ma come sempre particolare agli occhi di due italiani ) per goderci il tramonto sul mare dal balcone. Ceniamo con carne e verdura, ed infine ci concediamo una “parra”, dolce tipico di Ericeira.

CASCAIS – SINTRA – LISBONA

27.07.2010

Ci svegliamo carichi con la prospettiva di una giornata piena di posti da visitare. Prima tappa: SINTRA. Dopo un’ora di viaggio raggiungiamo una delle entrate del bellissimo Palacio da Pena ( entrata: 11 euro) che sovrasta la città. Dopo esserci dati appuntamento per le 10.30 circa, João e Margarida ritornano in centro mentre io e Fabio ci addentriamo nel magnifico parco del palazzo. I turisti non mancano, ma il posto è talmente grande che si riesce a girare tranquillamente. Dopo una strada in salita che decidiamo di fare a piedi ( per chi volesse è a disposizione un pulmino al costo di 2 euro) raggiungiamo l’entrata del palazzo. L’accostamento a prima vista casuale eppure ben studiato di colori, forme, stili e decorazioni ci lascia estasiati e non vorremmo più andarcene; saliamo ai piani superiori da cui la vista tutt’intorno è assai suggestiva, foreste verdi e mare in lontananza. Ci concediamo lunghi attimi ad ammirare il paesaggio, ma purtroppo è già ora di tornare. Peccato che ci perdiamo nei vicoli del parco e dopo aver studiato la cartina ( peraltro molto imprecisa e confusa) riusciamo a raggiungere il luogo di ritrovo, ovviamente in ritardo. Ma i nostri amici non se ne curano, siamo tutti in vacanza. João insiste per comprare altri dolcetti tipici di Sintra, e come dire di no? Ci infiliamo in una stradina di fronte alla piazza dove si trova il Palacio Nacional di Sintra, un edificio dominato da due torri a forma conica bizzarre. In una pasticceria (“Piriquita”) facciamo la fila per comprare le queijadas (simili ai Pasteis de Belem) e i travesseiro ( dolcetti ripieni di pasta di uovo e mandorle, buoni!!).

Dopo questa sosta enogastronomica, ci spostiamo più a sud, a CABO DA ROCA, il punto più occidentale del continente europeo. Non c’è molto da visitare ( ci ricordava quasi Caponord) ma è comunque caratteristico coi suoi cespugli verdi, punteggiati di giallo e rosso, e con la sua costa alta a picco sul mare che lascia intravvedere delle calette dall’acqua turchese. Da Cabo da Roca ci spostiamo a CASCAIS dove troviamo parcheggio ( 1,55 euro per 1 ora) di fronte all’entrata della fortezza della città, base dell’Esercito, che non è possibile visitare. Ci dirigiamo a piedi verso il centro città. Cascais è frequentata soprattutto da turisti portoghesi che hanno favolose villette lungo la costa. Ai nostri occhi non risulta molto speciale, probabilmente sono offuscati dalla ricerca di un ristorante poco costoso dove pranzare. Lo troviamo (“Restaurante Galeria” in Rua Afonso Sanches)! È d’uso in Portogallo portare come antipasti burro, pane e olive, ma attenzione, non sono inclusi nel coperto ma bisogna pagarli e spesso li portano senza nemmeno chiedere. Io e Fabio ordiniamo il polvo a lagareiro, un piatto tipico di Cascais ( in tutto spendiamo 27,90 euro in 4 persone). Con gli stomachi pieni ci spostiamo a LISBONA; verso le due siamo già in centro. João ci fa acquistare un biglietto per 11 viaggi da 6,10 euro. Siccome il dolce non può mancare, João insiste per raggiungere la gelateria Santini ( la gelateria italiana più famosa in Portogallo) e dopo una lunga attesa riusciamo a conquistare un gelato a testa; in effetti non è così male. Il nostro amico João ha pianificato per noi un giro su uno dei tram caratteristici della città. Ci spostiamo dunque in Praça da Estrela dove visitiamo la Basilica da Estrela. Il tram n° 28 attraversa i luoghi più caratteristici della città, ma secondo noi non permette di cogliere in pieno l’atmosfera della città e di godersi la vista di alcuni luoghi meritevoli quanto una bella camminata. In ogni caso è un mezzo di trasporto molto utile e caratteristico per spostarsi da un posto all’altro. Passiamo di fianco al Palacio da Assemblea da Republica, in strade strette fiancheggiate da case multicolore e riusciamo a scattare una foto alla Sé ( la cattedrale) di sfuggita. Scendiamo a Praça da Figueira, un’ampia piazza molto carina. Camminiamo per le vie della città seguendo il nostro cicerone portoghese ( è per questo che non possiamo essere molto precisi nelle indicazioni, ci facevamo letteralmente trasportare dalla sua parlata e dalle sue indicazioni). Passando attraverso l’Arco da Victoria, raggiungiamo Praça do Comercio, anch’essa molto ampia e semi vuota. Ci affacciamo sul mare per assaporarci una pausa, ma scopriamo che il mare è veramente sporco e proprio lì sotto sfociano le fogne che attirano una miriade di pesci. Ci spostiamo in Praça do Municipio dove di fronte al municipio ( Paços do Concehlo) ci sono delle sculture in ferro a forma di uomo. Infine percorriamo Rua Augusta dove, dopo una lunga attesa, saliamo in alto con l’Elevador de Santa Justa, un “ascensore” antico in ferro battuto che ci porta ad un miradouro sulla città di Lisbona. La vista è molto suggestiva, rivisitiamo con gli occhi dall’alto tutti i posti visitati e incominciamo a sbirciare la collina di fronte a noi dove sta il Castelo de São Jorge; su un lato si può ammirare il Convento do Carmo, parzialmente crollata a causa del grande terremoto che colpì Lisbona nel 1755. Scendiamo dal miradouro e camminando camminando arriviamo ad un altro miradouro (Miradouro de São Pedro de Alcântara), anch’esso incantevole, raggiungibile con l’Elevador de Gloria. Dopo una doccia veloce a casa di João ( che abita in un quartiere periferico a fianco del quartiere di Belém), ci rispostiamo in centro a casa di Nuno, il ragazzo di Margarida dove ci aspettano 8 portoghesi affamati per cenare tutti assieme. Menù a base di bacalhau ovviamente ( Bacalhau con patatinine stick all’interno) e gelato “italiano”. Mentre i portoghesi discutono animatamente del nostro viaggio (in portoghese), noi ci appartiamo sul divano per sonnecchiare, esausti dal tanto camminare di oggi.

LISBOA

28.07.2010

Eccoci di nuovo in piedi per affrontare questa seducente città. Partiamo proprio con il quartiere di Belém, a due passi da casa di João ( e a nostro parere il quartiere più bello di Lisbona). Visitiamo il Mosteiro dos Jeronimos ( non le parti a pagamento); la volta della Sagrestia ci colpisce con le sue nervature e le sue colonne slanciate. Uscendo raggiungiamo il giardino di fronte, Praça do Imperio, attraversiamo Avenida da India e siamo sulla piazza della Rosa dos Ventos dove si trova l’enorme monumento dedicato ai Padrão dos Descobrimentos. Suggestiva la vista del Ponte 25 de Abril e in fondo ad esso la statua del Cristo Rei. Percorriamo Avenida da Brasilia e poi ci rimettiamo sulla Av. Da India per raggiungere Doca do Bom Sucesso, alla fine della quale sulla destra si vede in lontananza la famosa Torre de Belém. Non ne visitiamo l’interno, ma ne ammiriamo l’esterno. Poi continuiamo a camminare fino al monumento “Aos Combatentes do Ultramar”, sorvegliato da alcune guardie e riusciamo a vedere pure il cambio della guardia. Da qui ci spostiamo al Museo Colleção Barardo, un museo di arte moderna molto carino rispetto a tanti altri musei d’arte moderna in altre città; inoltre l’entrata è gratis. Dopo la visita camminiamo fino al Monastero dos Jeronimos e oltre fino al ristorantino “Pão pão Queijo queijo” dove ci aspettano Margarida e Filipa per pranzare assieme. Questo piccolo ristorante confeziona degli ottimi e farcitissimi panini secondo i gusti dei clienti e gli azulejos alle pareti riportano proverbi in portoghese, alcuni molto simili a quelli italiani ( come “Pão pão Queijo queijo” che in italiano equivale a “pane al pane, vino al vino”). Proprio a lato di questo ristorante si trova la “Antiga Confeitaria de Belem” e come si fa a non gustarsi un Pastel de Belem seduti in questo locale enorme, composto di tante stanze, ognuna decorata con azulejos diversi?

Dopo il lauto pasto saliamo in macchina e ci dirigiamo verso il centro città, passando a fianco della Casa dos Bicos dalla curiosa facciata. Parcheggiamo in un parcheggio vicinissimo alla Sé, la vecchia cattedrale di Lisbona, ed entriamo a visitarla; è una chiesa piuttosto spoglia e non molto grande ma la posizione è assai particolare, in alto a una dei sette colli su cui è stata costruita Lisbona (come Roma). Dopodiché ci dirigiamo verso il Castelo de São Jorge (entrata: 3,50 euro) , e sulla strada ci fermiamo ad ammirare la vista dall’alto sulla città nel giardino di una chiesetta molto vecchia adornata da bouganville viola. Il Castelo di São Jorge è enorme e a noi piace molto soprattutto perché ci permette di osservare ancora una volta Lisbona dall’alto, questa volta dalla parte opposta all’Elevador de Santa Justa, mentre Margarida, studentessa di architettura, apprezza il museo dedicato ai resti di un’antica casa. Dopo la visita siamo piuttosto esausti, per questo raggiungiamo un bar gestito dalla scuola dei circensi di Lisbona e ci concediamo una bevanda rinfrescante; il panorama dall’alto è magnifico. Si è fatto tardi, quindi torniamo a casa di João per la consueta doccia, ci prepariamo e partiamo per andare “oltre i confini del mondo”, come chiama João la zona residenziale dove abita Filipa al confine con la città di Lisbona, un po’ come Rho per Milano. Ci accoglie in casa la famiglia di Filipa, molto ospitale, tant’è vero che ci regalano due piccole bottigliette di liquori (alla banana e al maracuja) dopo il lauto pasto ( a base di Bacalhau à Bràs, Arroz de Pato, mille antipastini e per concludere un tris di dolci, ottimi!!!). Belli pieni decidiamo di ritornare in centro a Lisbona per smaltire un po’ in compagnia.

ALCACER DO SAL – CERCAL DO ALENTEJO

29.07.2010

Partiamo da Lisbona verso le 9 dopo aver recuperato Filipa e Margarida. La nostra prossima meta è l’ennesima casa vacanze di João a Cercal do Alentejo ( come dice il nome la città si trova nella regione dell’Alentejo dalla quale proviene la famiglia di João). Nel tragitto molto scorrevole ( non abbiamo mai trovato traffico in Portogallo e le distanze sono veramente brevi) facciamo una sosta a ALCACER DO SAL, un paesino molto piccolo su un fiume. Le pareti dell’antica chiesa del paese sono ricoperte di azulejos bianchi e azzurri che la rendono luminosa e particolare. Sul tetto le cicogne fanno dei nidi enormi ( non è raro trovare nidi di cicogna sui pali della luce abbandonati). Lungo il fiume João compra dei dolcetti tipici per noi ( non mi ricordo il nome ma li abbiamo gustati) mentre ammiriamo la donna che vende granchi e piccolissimi gamberetti distesi su una barca fuori dall’acqua e al riparo sotto un ombrellone. Riprendiamo la strada fino a CERCAL DO ALENTEJO ( 1 h 20 min). Questo paese non è sul mare, ma la famiglia di João sembra aver provveduto piazzando una mega piscina nel cortile di casa. Pranzo a base di insalata, verdure e frutta appena raccolta dopo il cenone del giorno prima. Il pomeriggio ci spostiamo in spiaggia a Vila Nova de Mil Fontes; oggi è l’unico giorno freddo e senza sole che troviamo durante tutta la nostra vacanza. Fabio sostiene che la nebbia fitta fitta che copre il mare è quel fenomeno che in genovese viene chiamato “caligo”. Ci restiamo solo poche ore in spiaggia e mentre gli altri dormono o leggono, io e Fabio ci facciamo una lunga passeggiata per esplorare i dintorni: è uno spiaggione immenso e le persone son veramente poche a parte i soliti surfisti, l’acqua è fredda ma le onde permettono di fare un piccolo bagnetto. A noi è piaciuta per la scogliera ai lati della spiaggia su cui siamo saliti per fare delle foto e per i cespugli tutti colorati a ridosso della spiaggia tra cui bisogna discendere per arrivare sulla sabbia.

Nel tornare a casa notiamo che il sole non ha mai abbandonato l’entroterra, mentre in spiaggia incominciava a piovere. Quindi ci concediamo un bel bagno in piscina. Dopo la doccia ceniamo con carne, verdure e frutta, dopodiché giochiamo a carte e fra un bicchiere di vino e l’altro João ci fa morire dal ridere.

LAGOS (ALGARVE)

30.07.2010

L’indomani ci alziamo un po’ assonnati ma pronti per nuove avventure. Dopo aver salutato a malincuore i nostri amici portoghesi andiamo nel centro di Cercal e prendiamo il primo pullman per LAGOS ( 10,80 euro con sconto studenti con Rede Expressos, la compagnia di viaggio migliore per sostarsi nel paese). Il viaggio è confortevole e in due ore siamo alla stazione principale di Lagos; notiamo subito che in confronto ad altri luoghi di villeggiatura questa città è molto più caotica e turistica e la clientela è prevalentemente straniera ( molti inglesi e tedeschi). Appena scesi dal pullman una signora che sa due parole di inglese ci accalappia e ci propone una stanza da due per 4 notti a 40 euro a notte. Decidiamo di vederla e la signora accompagna noi e un’altra coppia di stranieri sul posto. È una casa in alto ad una salita in Rua José Paletti (chiedere di Teresa Luisa da Silva Reis Lourenço); al piano terra vive una signora anziana che non sa una parola di inglese, solo portoghese, al primo piano vi sono due stanze da letto con bagno privato e al secondo vive un’altra famiglia, infine salendo le scale si trova un terrazzo con vista panoramica sulla città, incantevole. Decidiamo di restare, mentre per la seconda coppia risulta troppo costoso. Scaricati gli zaini in camera, andiamo a fare la spesa ( i prezzi qui sono molto più alti che in altre zone del paese) e incominciamo a studiare i prezzi per il noleggio di una moto; visto che in camera c’è un piccolo frigo prendiamo anche l’occorrente per fare colazione in camera. Verso le 3 ci spostiamo verso il centro e dopo aver chiesto a dei passanti scopriamo che abbiamo appena perso il bus ( 1,20 euro andata) per andare a sbirciare la bellissima spiaggia di Dona Ana; ci vengono sconsigliate tutte le altre spiagge nei dintorni ( Praia de Porto de Mòs, Praia do Pinhão, Praia da Batada e Meia Praia) che, nei giorni successivi costateremo, non sono un gran ché veramente, affollate di turisti e nulla di eccezionale. Mentre Dona Ana è una caletta tra alti scogli molto piccola e di fronte si trovano dei piccoli faraglioni; l’unico “difetto” è la sua fama che attira moltissimi turisti tanto che non si trova posto e, inoltre, il sole non la raggiunge dalle 6 in poi a causa della scogliera che la circonda. Non ci fermiamo molto in questa spiaggia perché non vogliamo rischiare di perdere il bus di ritorno. Dopo la consueta doccia decidiamo di cenare in centro che alle 8 è veramente molto affollato; prima ci lanciamo in un giro di ispezione, poi optiamo per un ristorantino chiamato “O Cantinho do Mar” in Rua Soeiro da Costa che propone un menù completo a 10 euro. Dopo una lunga attesa, finalmente al tavolo, la cameriera ci informa che il menù è terminato, quindi un po’ delusi ordiniamo alla carta un piatto di pesce ciascuno con contorno di verdure ( 13 euro a testa). Dopo cena esploriamo altre viuzze della città e ci prendiamo i Dom Rodrigo ( dolcetti tipici dell’Algarve composti da fili di rosso d’uovo riscaldati nella carta stagnola con uno sciroppo di zucchero, deliziosi!). L’atmosfera di sera è molto festosa, tutti i negozi sono aperti e i giovani si dirigono già nei bar e nelle discoteche a entrata libera ( un po’ come nelle isolette greche). Ma io e Fabio siamo abbastanza cotti dal viaggio e preferiamo riposarci per bene per il giorno seguente.

SAGRES – CABO DE SÃO VICENTE

31.07.2010

In piedi alle 7 facciamo colazione sulla terrazzo, fa freddino ma la vista è proprio magnifica. Preparate le borse da spiaggia e i panini, ci dirigiamo nella piazzetta in Rua Vitor Costa Silva dove si trova “Motorent”; il proprietario molto gentile ci noleggia una Yamaha Virago 250 (per 3 giorni a 130 euro, uno dei prezzi migliori nei dintorni). Ci mettiamo subito in sella e ci dirigiamo verso ovest; ci fermiamo a Praia do Porto do Mòs, troppo turistica; quindi proseguiamo per Boca do Rio, molto particolare, ma l’entrata in mare è difficoltosa a causa degli scogli e delle alghe scivolose. Tuttavia, la vista dalla scogliera se ci si arrampica un po’ in salita è stupenda, scorsi di azzurro trasparente. La spiaggia seguente, Praia da Salema, è veramente magnifica. Parcheggiamo in alto alla cittadina, convinti di non poter attraversare il paese in moto ( non abbiamo voglia di trovare strade alternative), percorriamo la via che conduce al mare tra casette caratteristiche,alcune colorate ed altre ricoperte di azulejos. Non c’è in giro nessuno e anche in spiaggia la gente si è rifugiata a mangiare al fresco, mentre noi passeggiamo sulla spiaggia verso sinistra cercando una roccia sotto cui nascondere gli zaini e dove non ci sia molta gente. Siamo solo noi in effetti e il luogo è incantevole, entrando in mare l’acqua raggiunge per molti metri la caviglia ed è punteggiata da piccoli scoglietti. Mangiamo un panino e ci rilassiamo sotto il sole cocente. Verso l’una il calore è insopportabile, per cui ci riportiamo alla moto e ci rimettiamo in viaggio diretti verso Cabo de São Vicente. Lo raggiungiamo e ci fermiamo in uno spiazzo subito dopo una centrale elettrica con un cartello che indica “Zona militare”. Ci sporgiamo dal bordo della scogliera e scopriamo in ogni punto calette meravigliose e nascoste, raggiungibili solo con un’imbarcazione. Nel tornare indietro ci fermiamo molto brevemente a Sagres per ammirare dalla moto la Fortaleza de Sagres. Abbiamo voglia di mare ora, per cui decidiamo di fermarci alla prima spiaggia nelle vicinanze, Praia do Tonel; ancora una volta troviamo una spiaggia non turistica, solo qua e là vediamo qualche portoghese e due bagnini che quando entriamo in mare e ci allontaniamo troppo ci fischiano per farci rientrare, dicono che le onde son pericolose anche se a noi sembra calmissimo il mare in confronto alla costa occidentale. Dopo un’oretta ci spostiamo in un’altra spiaggia, avendo a disposizione pochi giorni vogliamo esplorare il più possibile. La spiaggia dove ci fermiamo si chiama Praia do Matinhal dove ci facciamo un altro bagnetto prima di rimetterci in moto. Raggiungiamo Lagos, io vado a prenotare una pizza alla “Pizzaria Laguna” mentre Fabio va a prendere due birre. Abbiamo deciso di cenare sul terrazzo e goderci il tramonto, il modo migliore per concludere una giornata così piena.

PRAIA DO PARAISO – CARVOEIRO – MARINHA

1.08.2010

Quest’oggi è dedicato alla costa verso est oltre la città di Portimão. Raggiungiamo quest’ultima e sorpassiamo il caratteristico ponte di Portimão; di primo acchito ci sembra un luogo molto turistico, sensazione confermata il giorno seguente. Alle 9.30 raggiungiamo già Carvoeiro; la spiaggia del paese non ci piace particolarmente, per cui continuiamo per la strada in salita e troviamo Praia do Paraiso, una spiaggia non segnalata dalla cartina, ma il luogo in assoluto più caratteristico che abbiamo visitato. Si tratta di una piccola caletta difficile da raggiungere a piedi e per questo poco frequentata; inoltre, l’entrata in mare è ostacolata da un tappeto di rocce e ricci di mare, soprattutto con la bassa marea verso sera. Sistemati i teli da mare già ci ritroviamo in acqua con maschera e boccaglio per del sano snorkeling, il mare è leggermente torbido a causa delle onde; passiamo sotto una piccola caverna per sbucare nel lato opposto e poi girare intorno alla scogliera per raggiungere nuovamente la spiaggia. È tutto fantastico! Mangiamo il nostro pranzo al sacco e ci abbrustoliamo al sole. Poco dopo l’una risaltiamo in sella e ci dirigiamo ad Algar Seco, un luogo magnifico composto da una scogliera a tratti rossiccia e giallognola, caratterizzata da passaggi sotto la roccia e da alcune piccole caverne create dall’erosione dell’acqua e del vento. Nel mezzo si trova un piccolo bar che non disturba il paesaggio; da questo bisogna arrampicarsi un po’ qua e là per ammirare il paesaggio sottostante e ottenere dei bellissimi scatti. Alcuni portoghesi che sono riusciti a calarsi su una roccia abbastanza vicino al mare fanno il bagno, ma noi preferiamo non lasciare le nostre cose incustodite e raggiungiamo nuovamente la nostra Yamaha. Prossima fermata: Praia do Carvalho. Anche questa spiaggia non è segnalata sulla cartina, e per arrivarci bisogna passare in mezzo a villaggi vacanze e file di villette deliziose. Si raggiunge un parcheggio e da lì si prosegue a piedi in discesa; per raggiungere la spiaggia bisogna passare attraverso una galleria naturale nella roccia abbastanza scivolosa, dopodiché eccoci ad un’altra delle nostre spiagge preferite. La gente non manca ma troviamo subito uno spiazzo per i nostri teli. Tutti sembrano intenti a guardare le persone che si tuffano da una sporgenza nella scogliera che si raggiunge passando attraverso un altro tunnel nella parete rocciosa con tanto di scalini e aperture sul mare. Anch’io e Fabio ci saliamo; Fabio si tuffa deciso di testa, io più timorosa impiego il mio tempo e alla fine mi lascio cadere da circa 6 metri d’altezza. Wow! Alle 4 abbandoniamo questo posto incantevole e ci spostiamo alla spiaggia di Benagil che non ci colpisce particolarmente, per cui ci dirigiamo verso la nostra prossima e ultima meta: Praia da Marinha, anch’essa stupenda e contornata da piccoli faraglioni. Come Dona Ana anche questa spiaggia ha due problemi: troppa gente e il sole che se ne va già alle 5 a causa dell’alta scogliera che la circonda. Ciò nonostante la Marinha è veramente bella, si raggiunge con un piccolo sentiero a piedi e noi consigliamo di percorrerla fino in fondo perché proprio alla fine di essa si trova un ammasso di rocce franate che formano grandi archi ( in diverse spiagge in Algarve vi sono cartelli che segnalano il pericolo di frane delle alte scogliere e i luoghi maggiormente indicati per distendersi).

La strada del ritorno risulta molto scorrevole. Arrivati in camera ci infiliamo in doccia e via a cenare affamati. Questa volta vogliamo uscire da Lagos, per cui prendiamo la strada per Ponta da Piedade, peccato che in fondo alla strada, per altro scarsamente illuminata e deserta, ci sia solo una fortezza chiusa e un gran vento. Torniamo indietro, in corrispondenza di Praia do Camilo (peraltro ci ricorda molto Dona Ana, peccato che solo di sera sia deserta!), avvistiamo un ristorante ( “O Camilo”) e ci sistemiamo all’interno ( fuori si gela per il vento). Ceniamo in due per 25 euro (sardinhas e chocos fritos con contorno + dolce).

PORTIMÃO – PRAIA DO PARAISO

2.08.2010

Ci mettiamo presto in strada in direzione di Portimão e le sue spiagge. Passiamo per la città e qui è un caos, menomale che abbiamo la moto e riusciamo a parcheggiarla subito. Raggiungiamo per prima Alvor e non ci piace proprio: è una distesa di sabbia interminabile ed è troppo affollata. La stessa sensazione ci viene trasmessa dalle seguenti spiagge: Três Irmãos, Vau, Três Castelos, Praia da Rocha ed infine Ferragudo, una caletta un po’ fuori dalla città, oltre il ponte, ma ugualmente affollata e piuttosto “banali”. Ne rimaniamo talmente delusi che per non perdere ulteriore tempo alla ricerca della caletta perfetta, puntiamo dritti alla nostra preferita, Praia do Paraiso a Carvoeiro e qui passiamo tutto il giorno tra nuotate, snorkeling e sole. Verso le 4.30 ci rimettiamo in strada verso Lagos perché dobbiamo riconsegnare la moto a Motorent entro stasera. Alle 5.30 siamo in città senza moto aimè. Dopo un bel riposino in camera ci prepariamo per la serata; ceniamo di nuovo in centro, questa volta andiamo verso le 8, così troviamo posto in uno dei numerosi ristoranti che offrono un menù completo a 10-15 euro a testa (noi scegliamo il ristorante “San Gonçalo”). Mangiamo zuppa, pesce, verdure e per finire un bel dolce. Dopo una bella passeggiata ci mettiamo a nanna, l’indomani ci aspetta una levataccia.

SEVILLA

3.08.2010

Alle 5.30 siamo in piedi, facciamo colazione, prepariamo gli zaini e ci dirigiamo alla stazione dei pullman. Prendiamo i biglietti per SEVILLA ( 20 euro a testa) e saltiamo sul pullman per goderci dal finestrino il viaggio di 5 h 30 min; purtroppo il paesaggio non è eccezionale, l’unica fermata inconsueta si svolge al passaggio del confine con la Spagna. Un gruppo di doganieri ferma il pullman in uno spiazzo deserto, controlla tutti i passaporti e non lascia più risalire tre persone che vengono caricate in macchina e portate chissà dove. A Sevilla arriviamo alle 14 ( un’ora in avanti rispetto al Portogallo) e subito ci lanciamo alla ricerca del nostro albergo, purtroppo non riusciamo a trovare cartine fuori dalla stazione e quindi ci arrangiamo con quella fornita dalla guida Lonely Planet, non così dettagliata da riportare la via del nostro hotel. Ci affidiamo ai passanti, ma molti non sanno fornirci indicazioni, solo una signora di un ostello per giovani riesce ad aiutarci. Dopo una faticosa camminata, con sette chili sulle spalle e una temperatura di 45 gradi, troviamo la “Pensiòn Alameda” in Alameda de Hércules. La camera è molto sobria con un bagno, ma più che confortevole e dotata di climatizzatore per rilassarsi e rinfrescarsi un po’. La piazza su cui si affaccia l’hotel, l’Alameda de Hercules è molto carina, con degli zampilli d’acqua che sgorgano dal terreno. Usciti dalla Pensiòn, ci dirigiamo verso il centro; passando per le vie ci godiamo l’atmosfera allegra e animata della città che si respira dopo le 4. Nonostante fino alle 7 di sera vi siano non meno di 40 gradi, le vie sivigliane sono affollate di turisti e di gente locale. Percorriamo Amor de Dios, una stradina molto caratteristica, e ci portiamo su la Sierpes, la via dello shopping ricoperta di teloni in estate per mantenere più fresca la zona. Raggiungiamo Avenida Constituciòn, subito dopo esserci lasciati sulla destra l’Ayuntamiento, ossia l’edificio del comune; all’imbocco notiamo subito il vecchio edificio Filella, abbiamo notate che la città di Siviglia non presenta edifici decadenti o in stato di abbandono come in alcune città del Portogallo,qui il turismo mantiene vivi il rispetto e l’attenzione degli abitanti nei confronti dei luoghi di interesse storico, culturale, artistico e così via. Proseguendo ecco che appare alla nostra sinistra la Catedral e la Giralda nel loro splendore, sarà l’ambientazione insolita fra le palme ma questa cattedrale ci colpisce molto. Ci intrufoliamo in uno dei cortili d’entrata del Real Alcázar ma decidiamo di non visitarne l’interno poiché abbiamo poco tempo e preferiamo girare la città piuttosto che chiuderci in un palazzo nonostante la voglia ci sia (consigliamo a chi a più tempo di fare un salto all’interno). Entriamo nell’ufficio Informazione Turistica proprio sulla piazza della cattedrale e prendiamo una cartina decente, facendoci indicare il luogo dove dovremo prendere il pullman per l’aeroporto. Poi proseguiamo diretti verso l’Universidad, una volta vecchia fabbrica di tabacco. Nei diversi cortili infatti vi è una esposizione fotografica sulla vita dentro la fabbrica delle donne che ci lavoravano; facciamo anche un giro nelle aule e in biblioteca per vedere come si svolge la vita universitaria a Siviglia in agosto, molti studenti stanno studiando. Passando per Glorieta San Diego ci spostiamo verso Plaza de España, in assoluto il gioiello della città secondo noi. Peccato che stanno ristrutturando la piazza, quindi hanno tolto l’acqua che solitamente scorre in un circolo lungo il diametro della piazza e vi sono qua e là delle impalcature che disturbano un po’ l’insieme. Ma in ogni caso è favoloso, con le decorazioni di azulejos dappertutto e l’imponente struttura dell’edificio che circonda la piazza. Ci fermiamo ad ogni piazzola sul perimetro dell’edificio, ognuna dedicata a una delle 48 provincie spagnole. Una volta terminato il giro usciamo dal portone opposto a dove siamo entrati e passeggiamo per il Parque Maria Luisa; ad ogni angolo si incontrano piante che danno un’impronta tropicale al parco e fontanelle decorate con azuejos e statuette di animali. Giungiamo in Glorieta Marineros VOluntarios e svoltiamo a destra, imboccando la via parallela al fiume Guadalquivir. La nostra meta è la Torre del Oro ma poco prima ci fermiamo in un Mc Donald a dissetarci, stiamo morendo dal caldo alle 7 di sera! E il sole è ancora alto in cielo! Eccoci giunti alla Torre, cerchiamo la prospettiva migliore per fotografarla da Paseo del Marqués del Contadero. Anche la sponda opposta attira la nostra attenzione tra le bouganville e le palme. Proseguendo sulla destra troviamo Plaza de Toros de la Maestranza, non entriamo neanche in questo edificio nonostante ci piacerebbe. Tuttavia, abbiamo anche molta fame. Torniamo al nostro albergo, percorrendo strade nuove, ricongiungendosi a Calle de las Sierpes dopo aver ammirato la facciata della Iglesia San José. Dopo esserci dati una rinfrescatina, torniamo sulle vie di Siviglia che alle 8.30 sembra disabitata; la gente non esce prima delle 10. Non ci spingiamo molto lontano e troviamo subito dietro un angolo in una via piccola piccola un ristorantino che fa proprio per noi; ordiniamo paella al nero di seppia e una caraffa di sangria ( 26 euro in due). Ci piace tantissimo e belli pieni ci dirigiamo verso il centro per assaporare un po’ la vita notturna; nella piazza di fronte all’Iglesia San Salvador, coperta da un tendone per il sole diurno, si incontrano molti giovani per scambiare due chiacchere e bere in compagnia; ci infiliamo in un cortile non molto oltre l’edificio Filella, prima di raggiungere la cattedrale tutta illuminata quasi a giorno. L’atmosfera che si respira è allegra e, nello stesso tempo, romantica; molti cocchieri di professione offrono un giro in carrozza per la città ma io e Fabio non siamo molto dell’idea. Torniamo indietro, percorrendo Calle de las Sierpes, anch’essa tutta illuminata, ancora più suggestiva di sera rispetto al giorno. Esausti dal tanto camminare e dal tanto caldo raggiungiamo l’Alameda de Hércules, piena di gente che incomincia a uscire di casa e a incontrarsi con gli amici. Noi, a malincuore, ci rifugiamo in hotel per farci una bella dormita.

SEVILLA – ITALIA

4.08.2010

La mattina scendiamo in piazza a fare colazione in un bar vicino con croissant, marmellata, burro e succo. Questa mattina abbiamo deciso di raggiungere il Convento San Leandro e visitare alcune chiese sul tragitto, ossia San Juan de la Palma, San Pedro e San Ildefonso che in assoluto è quella che ci piace di più con la sua facciata gialla e rosa. Ritorniamo poi in Plaza de la Encarnación, infilandoci a caso in stretti vicoli, molto caratteristici, alcuni con piante rampicanti sulle pareti, altri con case dalle facciate singolari. Le ultime ore in città le dedichiamo alla compra di regalini da portare a parenti e amici in Italia. Compriamo chorizi, un ventaglio e delle statuette di azulejos. Una volta giunti al nostro hotel, prepariamo gli zaini, paghiamo all’uscita e ci dirigiamo verso l’Universidad di buona lena ( siamo un po’ in ritardo). L’autobus si prende in Avenida El Cid, di fronte ai Jardines de El Prado de San Sebastiàn ( costo 2,30 euro per 30 minut di viaggio). Eccoci giunti alla fine del nostro viaggio. Soddisfatti di tutto ciò che abbiamo visto e vissuto in Portogallo e in Spagna, ma dispiaciuti di lasciare così presto questi paesi iberici, ci ripromettiamo di visitare con più calma Siviglia e di lanciarci alla scoperta di altri meravigliosi luoghi nelle prossime estati.



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