“e tutto questo vento intorno è..Lusitania”

C'è vento in Portogallo, a volte si tratta di una brezza che rinfresca le assolate giornate estive, a volte si tratta invece di una forza impetuosa che ti impedisce di padroneggiare i movimenti del tuo corpo. E' un vento che ti alza le sottane, che ti scompiglia i capelli, che solleva qualsiasi cosa a parte l’anima e che sulle spiagge riempie...
Scritto da: fedina
e tutto questo vento intorno è..lusitania
Partenza il: 18/08/2009
Ritorno il: 03/09/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
C’è vento in Portogallo, a volte si tratta di una brezza che rinfresca le assolate giornate estive, a volte si tratta invece di una forza impetuosa che ti impedisce di padroneggiare i movimenti del tuo corpo. E’ un vento che ti alza le sottane, che ti scompiglia i capelli, che solleva qualsiasi cosa a parte l’anima e che sulle spiagge riempie di sabbia tutte le pieghe della tua persona.

Il vento, il sole, il caldo delle ore centrali del giorno e l’aria frizzantina della sera, sono stati i punti fermi della nostra fine estate in Portogallo, un luogo così vicino all’Italia per la sua latinità ma al tempo stesso così cosmopolita, perché orientato da sempre verso l’Africa , le Americhe e l’India.

Il 18 agosto lasciamo dunque una rovente Pianura Padana per giungere in una fresca e ventilata Lisbona, la capitale più luminosa e occidentale d’Europa, dove la sera per i più freddolosi può essere piacevole indossare un golf di lana, anche a metà agosto.

Lisbona è da vedere. Tassativo. Ancora meglio, Lisbona va gustata con calma assieme ad una limonata (ricordando Pereira) e ad un Pasteis de nata. Siamo rimasti cinque giorni, ma a Lisbona la disponibilità di tempo sembra magicamente aumentare, forse per la complicità del fuso orario a noi favorevole o per la magica aria di libertà che si respira in ferie.

Qui non si cammina ma si passeggia con il naso all’insù, osservando i balconi, i camini e le pareti di azulejos. Ricordatevi anche di guardare in basso, le strade ed i marciapiedi di un bianco lattiginoso, di piccole pietre calcaree disposte a mano una ad una, che creano alle volte veri e propri mosaici, mentre l’asfalto viene giustamente disdegnato dal senso estetico portoghese.

La capitale lusitana per quanto subisca attacchi di globalizzazione mantiene fortunatamente ancora un suo proprio carattere, volge lo sguardo all’Europa, senza però farsi coinvolgere più di tanto. Ci sono Mc Donald’s e altre catene internazionali, ma nulla possono contro Pastelerias e Tascas. Nei locali, anche se per attirare i turisti, risuonano le note del fado e non della ultima hit anglofona.

Baixa e Rossio Il pomeriggio del nostro arrivo a Lisbona, dall’albergo raggiungiamo a piedi il Rossio. Per fortuna il mio compagno riesce ad orientarsi bene, perché in questa città mi ci perdo. Vediamo Praςa dos Restauratores e vorremmo vedere anche Praςa do Comércio sparita invece dietro i pannelli per i lavori in corso, dobbiamo accontentarci del maestoso Arco di trionfo che dalla ampia e animata Rua Augusta farebbe da ingresso sulla piazza . La Baixa è il vero centro di Lisbona nonché zona commerciale per eccellenza. Sul lungofiume topi giganti e piccioni si contendono metri quadri di scoglio. Ammiriamo scorci spettacolari e al contempo i nostri sensi vengono colpiti da cumuli di materassi cenciosi e maleodoranti, dimora all’aperto dei molti barboni di Lisbona. Immediatamente dopo incontriamo sul nostro cammino un tizio in evidente stato di alterazione che spintona chiunque gli capiti a tiro, mi allontano per scansarlo e allora lui mi sputa, colpendo il mio piede in infradito. Sono piccoli eventi che se però accadono tutti nel giro di poco più di un’ora, possono pesantemente condizionare l’idea che un turista si fa di un luogo. Ma Lisbona sa risollevarsi e mostrando i suoi lati più affascinanti riconquistare anche l’innamorato deluso. Splendidamente sola e diversa, talvolta altera e distaccata, altre volte decadente e trascurata, si fa scudo della sua malinconia vera o presunta, negandosi agli occhi più distratti.

Alfama Rassegnatevi a perdervi in questo quartiere, a camminare a lungo senza una meta dichiarata, perché tanto si arriva sempre da un’altra parte. L’Alfama è la Lisbona vecchia, dove tutto è rimasto come un tempo. L’urbanistica è più consona ad una Medina e le sue viuzze si chiamano becos e travessas, fantomatico il beco de Santa Elena menzionato nell’itinerario a piedi quanto mai approssimativo e confusivo proposto dalla Lonely Planet (Lp), vi sfidiamo a trovarlo. Le donne chiacchierano in strada, i bambini giocano alla versione portoghese del nascondino e gatti ingordi cercano tra i rifiuti gli avanzi del pesce. Alla fine, quando sarete stanchi basterà mirare in alto per giungere al castello di São Jorge dove prendere fiato, godere di un bel panorama e da lì ritrovare la strada perduta.

Non ci siamo fatti mancare il giro sullo storico tram 28. Il mattino presto è poco affollato, ci fanno compagnia qualche turista e qualche lisboeta che si reca al lavoro. Da Largo Martim Moniz restiamo comodamente seduti fino al capolinea di Campo Ourique (un cimitero), mentre lo sferragliante mezzo si inerpica lungo le ripide stradine. Talvolta, soprattutto il pomeriggio, come avremo modo di osservare successivamente, qualche spavaldo ragazzetto si aggrappa in corsa alle porte esterne del tram. Il viaggio dura poco più di mezz’ora. Poi ritorniamo indietro facendo sosta ai vari punti di interesse: la Basilica da Estrela e il Jardim da Estrela, originale con i suoi attrezzi ginnici per non più giovani ed un’area molto ben pensata per i bambini. Raggiungiamo poi il Palàcio da Assemblea da Repùblica, un tempo monastero benedettino, oggi sede del parlamento portoghese, visibile solo all’esterno. Arriviamo al quartiere del Chiado (il cigolio), apprezziamo le aree pedonali e l’atmosfera bohémienne di questa zona e facciamo la nostra prima e immancabile sosta al caffè “A Brasilera”, il bar più famoso di Lisbona, tanto caro a Pessoa. Il caffè espresso (Bica) ed i dolci sono ottimi, gli interni splendidi ed i prezzi più bassi che altrove.

Raggiungiamo quindi il Miradouro de Santa Luzia, un bel punto panoramico sul quartiere dell’Alfama. Alle spalle del miradouro ci sono begli azulejos bianchi e blu e tettoie di Bouganville e viti. E’ un luogo di ritrovo per molti artisti, potrete incontrare pittori, musicisti e venditori di bigiotteria artigianale. Arriviamo quindi alla Cattedrale del Sé e poi al Castelo de São Jorge (ingresso 5 €). Consigliamo poi, nell’errabondo girovagare di non farsi mancare una cenetta in una delle tante tascas dell’Alfama.

Bairro Alto Il quartiere dei giovani, che qui si ritrovano dal tardo pomeriggio fino a notte, quando moltissimi locali aprono le loro porte offrendo aperitivi, cene e dopocena. Piacevole la Praςa do Principe Real, con il grande albero di cedro al centro della piazza, le palme, le panchine ed i chioschi. Si possono ammirare case dalle belle facciate, ottimamente restaurate, in Rua da Misericordia e São Pedro de Alcântara.

Belem E’ il quartiere più occidentale e si raggiunge con il tram 15. La torre di Belem è simbolo della città e di un passato in cui Lisbona era padrona del mondo, è un bianco gioiello che sembra sorgere dal fiume Tago. Si trova nel punto in cui Vasco de Gama salpò per le Indie; nata come avamposto militare aveva funzione difensiva. Abbiamo pagato 16 € il biglietto d’ingresso comprensivo anche dell’entrata al Mosteiro dos Jerònimos, il biglietto vi consente di salire tramite una ripida strettissima scala a due sensi di marcia, fino in cima alla torre. Nelle ore di maggiore affollamento può essere molto claustrofobica.

Il Mosteiro dos Jerònimos, con la sua lunghissima facciata, richiede un grandangolo speciale per essere degnamente fotografato, essendo considerato uno dei più belli al mondo. Costruito per celebrare la scoperta della via per l’Oriente, fu abitato da frati dell’ormai estinto ordine di San Geronimo, il cui compito era quello di confortare i marinai in procinto di partire. Particolarissimo il chiostro, finemente decorato da una moltitudine di simbolismi, sembra un maestoso merletto bianco. La torre di Belem ed il Mosteiro dos Jerònimos, sono fra i pochissimi edifici sopravvissuti al terribile terremoto del 1755.

Padrão Dos Descobromentos, un imponente monumento dei giorni nostri a forma di caravella che porta a prua, orientati verso l’oceano, i più famosi navigatori, da De Gama a Magellano.

Sarò ripetitiva, ma qui non si può mancare una sosta calorica all’Antiga Confeitaria de Belém. A pranzo può rappresentare un veloce diversivo il Pão Pão Queijo Queijo, che offre discreti Falafel e panini.

Parque das Nações.

Il parco nasce dalla riuscita riconversione dei padiglioni espositivi dell’Expo del ’98, in strutture ricreative, commerciali, impianti sportivi, giardini tropicali, bar e ristoranti dove potrete gustare le cucine di tutto il mondo. Per un attimo avvertirete la bizzarra impressione di trovarvi a Dubai a causa della ingombrante presenza delle due torri a forma di vela che sovrastano l’intero parco. Particolarmente futuristica la Gare do Oriente, progettata dal celebre architetto Santiago Calatrava. Piacevoli i giardini, dove potrete riposare all’ombra di rare piante tropicali e interessanti spazi e attrattive riservati ai bambini, c’è anche la teleferica per la visita dall’alto. Il grande centro commerciale farà invece la gioia dei patiti dello shopping.

Qui particolarmente, la città profuma di rinascita e trasuda quella spinta in avanti e quell’entusiasmo che a noi Italiani tanto mancano.

A Lisbona, sviluppatasi su sette colli così come Roma, potrete godere di splendidi scorci dai numerosi punti panoramici, denominati Miradouros. Oltre a quello già menzionato di Santa Luzia, valgono una visita preferibilmente al tramonto: il Miradouro di São Pedro de Alcântara, raggiungibile con l’Elevador da Gloria e il Miradouro da Senhora do Monte, il più alto di Graça, da cui è possibile ammirare anche il castello di fronte.

Parque Eduardo VII.

Lo abbiamo attraversato più volte perché vicinissimo al nostro albergo. Comprende , una terrazza panoramica nel punto più alto che da sulle fontane e il monumento alla rivoluzione dei Garofani. Dalla terrazza la vista può spaziare sino al fiume Tago.

Come nostra tradizione abbiamo visto anche la Cidade Universitaria, non tanto perché questo quartiere meriti particolarmente una visita ma soltanto perché è ormai divenuto un nostro vezzo osservare Rettorati e padiglioni universitari in giro per il mondo. Ad Agosto però era tutto chiuso e francamente la cittadella ci è sembrata abbastanza anonima. Da quanto letto sembra molto più meritevole Coimbra, quanto ad atmosfera universitaria, purtroppo non abbiamo avuto modo di vederla, sarà per la prossima volta. Consigliamo la visita all’Università di Lisbona solo agli addetti ai lavori.

Alloggio a Lisbona Residencial Avenida Parque, vicino al parco Edoardo VII e molto comodo a bus e metro, € 54 a stanza, colazione inclusa.

Si è trattato in realtà della stanza matrimoniale più piccola dove abbia mai alloggiato. Difficile spostarsi attorno al letto, ancor più difficile aprire la valigia. Per fortuna il bagno è grande quasi quanto la stanza e tutto è molto pulito. La colazione è essenziale ma neanche troppo, avevo letto su noti siti di opinioni, commenti negativi rispetto al cibo ed al caffè ed avevo ingenuamente pensato “i soliti esagerati, chissà cosa saranno abituati a bere e mangiare a casa loro?” e invece devo confermare: il caffè è assolutamente imbevibile neanche da chi come me è abituato ad annacquati caffè americani. Nulla di grave, per qualche mattina si è bevuto the.

Cibo a Lisbona: -Restaurante Carmar, vicino a Largo Martim Moniz. Infilato per caso, semplicemente fidandoci della numerosa presenza di avventori locali. In effetti abbiamo mangiato buon pesce spendendo circa 17 € in due.

-Restaurante Esplanada, Jardim do Principe Real, un luogo giovane e piacevole dove abbiamo mangiato ottimi panini caldi. -Restaurante Cervejaria “Mesa 7”, Rua arco do Maeques Alegrete 9/11 (vicino a Praça Martim Muniz). A parte gli onnipresenti turisti, gli avventori del locale sembrano usciti da un film di Emir Kusturica, chi parla da solo, chi indossa stivali e cappellone texani, chi si addormenta mangiando… Porzioni abbondanti e spesa irrisoria, ma solo per i più temerari.

-Tasca “da Morandinha”, un piccolo ambiente con circa 12 coperti nel quartiere dell’Alfama. Buon pesce, ottimo Vinho Verde, inoltre la loquace proprietaria rende il clima particolarmente casalingo e famigliare. -Restaurante da “Uma”, Rua dos Zapateiros, per la verità cercavamo il ristorante sulla stessa strada “O bacalhoeiro” ma era chiuso per ferie. Siamo rimasti comunque soddisfatti, il locale è gestito da un signore anziano di pochissime parole, anzi proprio mutacico. Ci hanno risparmiato i soliti antipasti stantii, particolare che abbiamo apprezzato, inoltre ci hanno preparato un ottimo ed abbondantissimo Aroz de Mariscos.

-Pasteleria Casa Suiςa, Praςa Dom Pedro IV, ottimi dolci con vista sul casello di Sao Jorge – Caffé “A Brasilera”, Rua Garret 120/122, un ambiente splendidamente antico e ricercato, dove incontrare il fantasma in bronzo di Pessoa.

-Antiga Confeitaria de Belem, Rua de Belem 84/92. Bisogna visitare le molte sale decorate di azulejos, di questa che viene definita la più antica pasticceria d’Europa e intatto approfittare per una sosta dolce o salata.

Sintra Raggiungiamo la cittadina con il comodo treno che parte all’incirca ogni 15 minuti dalla stazione Rossio della Capitale. L’altitudine e la vegetazione rendono il clima particolarmente fresco anche in estate, anzi, il 21 di Agosto nonostante il sole risplenda da un po’ nel cielo, è veramente molto freddo.

Appena arrivati, osservando la vezzosa facciata esterna della piccola stazione ferroviaria, si comprende perché Sintra venga annoverata tra le capitali Europee del romanticismo. Molti nobili portoghesi e stranieri vivono nelle lussuose dimore sparse attorno alle sue colline. Le splendide ville, l’azzurro del cielo, l’atmosfera fiabesca , la cornice dei boschi circostanti mi porterebbero a definirla la Cortina d’Ampezzo del Portogallo, se non fosse per l’Oceano che in lontananza. Si infrange sulle coste e a cui sono ancorate la storia e l’identità di tutti i Portoghesi.

Per visitarla acquistiamo il biglietto giornaliero del bus 434, che per € 4,50, consente di salire e scendere a proprio piacimento, a tutte le fermate corrispondenti ai luoghi di interesse turistico. Per gli ingressi alle varie attrazioni acquistiamo un biglietto combinato del costo di € 13.

Visitiamo il Castelo dos Mouros, una fortezza moresca sede di una quotidiana competizione tra natura e resti antichi. E’ possibile camminare sulle sue alte e lunghe mura che secondo la Lp ricorderebbe la muraglia cinese (molto da lontano), soffia un vento gelido e tagliente .

La nostra seconda tappa è il Palàcio Nacional da Pena, il monumento più fotografato ed odierno emblema della città. Si tratta di una costruzione particolarmente eclettica e fantasiosa in cui si combinano torri gotiche con minareti arabi, cupole manueline con facciate in toni pastello. Sicuramente particolare, ma forse un po’ eccessivo e ridondante. Anche gli interni sono altrettanto lussuosi e talvolta Kitsch. Il Palazzo è circondato dal Parque de Pena, 20 kmq di piante talvolta rare, fontane e stagni, in cui potrete osservare la casa delle oche a forma di castello.

Ci concediamo un giretto per il centro di Sintra, piacevole con i suoi molti locali e negozi per turisti. Qui sono in vendita saponi di produzione locale tanto profumati quanto costosissimi. Come al solito interessati più alla gola che ai saponi, facciamo una seconda colazione presso “La casa Piriquita” assaggiando un’altra prelibatezza locale, il Travasseiro, una specie di cannolo farcito con crema di mandorle e uova.

Facendo ritorno verso la stazione dei treni vediamo il Palacio nacional de Sintra ed un Parco enorme popolato da una moltitudine di coloratissimi animali in carta pesta.

Riprendiamo il treno, ma decidiamo di scendere prima della nostra destinazione finale, per visitare Queluz ed il suo palazzo, generosamente definito la “Versailles lusitana”.

Queluz Il sito di maggiore interesse è rappresentato da un complesso di edifici rosa con facciata rococò, in passato residenza estiva della famiglia reale e palcoscenico di alcuni scandali di corte. A nostro avviso potrebbe forse lontanamente assomigliare a Versailles, se non fosse per la strada provinciale che lo attraversa. Notevoli in questo senso anche gli edifici prefabbricati anni ’70 costruiti a ridosso dell’acquedotto romano. Probabilmente il nostro approccio a Queluz è stato negativamente condizionato dal fumo che ci ottundeva i pensieri ed infastidiva i sensi. Crediamo comunque che gli interni ed i giardini del Palazzo, meritino una visita.

A Queluz abbiamo poi rischiato l’affumicatura a seguito di un grosso incendio divampato poco lontano e domato con l’impiego di alcuni Canadair.

Óbidos Raggiungiamo questa splendida cittadina in un assolato pomeriggio di Domenica 23 Agosto. Óbidos, pur rappresentando a pieno lo stereotipo del paesello portoghese, mi è piaciuto molto. Il suo centro storico è costituito da case imbiancate e bordate di blu e giallo, alberi in fiore, gigantesche piante grasse e locali in stile medievale, il tutto circondato dalle caratteristiche mura merlate su cui è possibile camminare, percorrendo quasi per intero il periplo del Paesello. Tutto il contesto, ottimamente restaurato e conservato, consente di godere in un’atmosfera tranquilla e rilassata, di un sapore fuori dal tempo. Ai più viziosi, per ricaricarsi dopo la camminata sulle mura, consigliamo la Ginjinha, il locale liquore alla ciliegia, servita nella tazzina di cioccolato, che poi si mangia, assieme alla ciliegia sotto spirito.

In paese oltre ad un efficiente ufficio turistico potrete trovare un Internet point, gestito dall’amministrazione comunale, gratuito e situato in un piacevole ambiente.

Alloggio a Obidos: Casa do Relojo, un’antica residenza medievale nel centro storico con otto stanze ottimamente gestite. Costo € 60 a stanza , colazione compresa, servita in una bella sala da pranzo. Potrete inoltre riposare o farvi baciare dal sole nella bella terrazza comune.

Cibo a Obidos: “Ristorante “Adega do Ramada” situato in una piccola e ripida Travessa. Sorvolando sulle tovaglie, che consistono in strisce di similpelle rossa, offre ottime grigliate di carne e pesce, cotte alla brace davanti ai vostri occhi, economico e gestito da due coppie di giovanissimi.

Mafra Ci concediamo una sortita di mezza giornata a Mafra ed al suo stravagante Palàcio Nazional. Su tutto domina l’imponente facciata monumentale in pietra calcarea del palazzo. Un’opera ciclopica, fatta costruire nel 18° secolo, senza badare a spese, considerando che la sua superficie copre quasi 4 km quadri e che al suo interno ci sono corridoi lunghi 250m.. Più dell’esterno, a nostro avviso merita una visita l’interno del Palazzo (€ 5). Si possono visitare le sue 1200 stanze, la chiesa, la farmacia, le celle dei frati, l’immensa cucina dotata di batterie di pentole che sembrerebbero pensate per il gigante Golia, l’ospedale caratterizzato da un ambiente open space per cui la Domenica, durante la celebrazione della messa, i letti dei malati venivano spostati davanti all’altare. Ci sono anche mobili di design dell’epoca, come le sedie e i divani costruiti con le corna dei cervi. Ma Mafra rappresenta una visita impedibile soprattutto per gli appassionati di biblioteche, qui infatti in un salone lungo circa 90m sono raccolti oltre 40000 volumi originali, alcuni manoscritti, rilegati dai monaci. I testi più antichi sono antecedenti al 1400 e qui è custodita anche la più a antica edizione esistente di Omero in Greco.

Ben tenuto e colorato da una moltitudine di aiuole fiorite il Jardim do Cerco, situato all’estremità settentrionale del palazzo.

A Mafra abbiamo fatto una sosta per il pranzo alla Pastelaria “Polo Norte” in Praça da Repubblica. Per due volte abbiamo chiesto conferma del prezzo richiestoci per la nostra consumazione, perché ci sembrava troppo basso: un zuppa, due paste enormi e un Galao (latte macchiato) € 3,05. Qui fanno anche dell’ottimo pane che non ci siamo fatti mancare.

Cabo da Roca Da Mafra abbiamo percorso stradine impervie, costeggiate da Agavi, Pini marittimi e piante grasse sino a raggiungere il punto più occidentale d’Europa. Lo abbiamo trovato immerso nelle nuvole e forse per questo ancora più suggestivo. Una costa che precipita a scarpata, il rumoreggiare delle onde, il faro che appare e scompare tra la nebbia ed i faraglioni che emergono dal mare, tanto vento e tanta poesia nonostante le orde di turisti come noi.

Cascais Bella e aristocratica, non a caso viene definita la Costa Azzurra portoghese. Non andateci per il mare, in quanto ci sono moltissimi posti migliori, ma semplicemente per visitare la cittadina, le aree pedonali fiancheggiate da locali e negozi alla moda, i giardini, il lungomare e vedere dall’esterno alcune ville assolutamente da sogno.

Alcácer do Sal Siamo giunti in questo paesello dell’Alentejo assolutamente per caso, non avendolo prima mai nemmeno sentito nominare. Diretti verso sud sulla nostra utilitaria, pensavamo di fare tappa notturna a Setubal, dove siamo comunque arrivati. Mentre cerchiamo l’hotel Ibis, segnalato all’uscita del casello autostradale, sbagliamo e ci ritroviamo nuovamente in autostrada, obbligati a scegliere tra tornare a Lisbona o proseguire verso Sud. Optiamo per la seconda possibilità e così quando ormai era notte abbiamo cercato riparo ad Alcácer, sulle sponde del fiume Sado.

Realizziamo il giorno seguente che trattasi di una località prettamente frequentata da turisti portoghesi, dediti al “turismo rural”, per la prima volta, durante il nostro viaggio in Portogallo, non troviamo traccia di Italiani.

Alcácer do Sal, come tutti i centri dell’Alentejo ha un cuore medievale orlato da mura e l’immancabile castello, casette imbiancate di fresco, stradine tortuose, nidi di cicogne sui tetti e alberi fioriti. Dalle alture, anche qui come a Lisbona troviamo un “miradouro”, si apprezzano bei panorami, alberi di sughero, animali che pascolano, paesaggi resi lunari dalla siccità estiva e mulini a vento. Concludiamo con non poca retorica, che dagli errori possono anche derivare esperienze positive, in questo caso abbiamo fatto un imprevisto tuffo nella natura ed in una località decisamente autentica.

Alloggio ad Alcácer do Sal: Residential Salatia, € 50 a stanza, colazione compresa. Sistemazione abbastanza anonima con stanze assolutamente immacolate e relativamente nuove.

Vila Nova de Milfontes E’ una bella cittadina affacciata sull’Oceano Atlantico, tranquilla e dal sapore molto nazionale.

Bellissima la Praia do Farol a ridosso di una profonda insenatura, al di fuori della quale le onde dell’Oceano si infrangono sulle rocce con una spropositata potenza, creando uno spettacolo di cavalloni e schizzi e dove qualche temerario prova a surfare. La temperatura del mare è assolutamente gelida e soffia un vento abbastanza freddo, il tutto conferisce a questo luogo un’ atmosfera da mare del Nord, sebbene siamo ad Agosto. Sono carini anche il centro del paese ed il porticciolo, inoltre, i bagni pubblici sono pulitissimi.

Un peccato restare solo mezza giornata.

Abbiamo mangiato al “Restaurante Choupana”, una costruzione rustica, completamente in legno, situata in posizione strepitosa sul mare. Ottime grigliate di pesce, un poco più care della media.

Lagos La cittadina di Lagos, rappresenta una buona base per visitare l’Algarve occidentale. Il centro storico è delizioso, con le sue strade acciottolate, il lungofiume sul Rio Bensafrim ombreggiato da palme, caratteristiche piazzette, un’animata vita notturna, locali e ristoranti per tutti i gusti e tutte le tasche.

Per gli appassionati del genere ci sono almeno tre chiesette meritevoli di una visita.

La parte nuova della città è decisamente più brutta.

A ovest del centro si trova Ponta da Piedade, un bel promontorio con archi di Falesie, dove scendendo una ripida scale è possibile anche fare un refrigerante bagno in mare in uno scenario mozzafiato.

Tra le spiagge del circondario segnaliamo: -Dona Ana, una baia circondata da Falesie, faraglioni in mezzo al mare, colori del mare splendidi. Bellissima dalle otto alle dieci del mattino, nelle ore successive specialmente nei mesi di Luglio e Agosto diventa assolutamente impraticabile, le densità è di almeno dieci persone al metro quadro, si viene inevitabilmente calpestati da ogni specie di essere deambulante, non per maleducazione ma perché sparisce proprio lo spazio per muovesi e otre a tutto ciò, non possono mancare i soliti italiani (e non) che pretendono di giocare a racchettoni.

A proposito di intensiva occupazione della spiaggia, durante il nostro soggiorno, peraltro è accaduta una disgrazia sulle spiagge di Albufeira, di cui in Italia, non è probabilmente giunta notizia; in un caldo pomeriggio di Agosto è crollata rovinosamente una Falesia sulla spiaggia affollata, provocando ben cinque morti. Ora; le aree pericolose per la caduta di massi sono generalmente delimitate e ben segnalate da cartelli, nastri rossi e segni evidenti della concreta possibilità di caduta. Ebbene la brama, unitamente all’incoscienza, di balneare su queste spiagge è tale che intere famigliole con tanto di infanti al seguito si accomodavano placidamente proprio sotto il cartello di pericolo, come se, poter piantare l’ombrellone a Dona Ana valesse più della loro stessa vita.

-Praia Don Camilo: bellissima, ma perché piccola ancor più affollata della precedente, inoltre preparatevi per accedervi ad affrontare una scala interminabile.

-Praia Porto de Mos: ignorata dagli autori della Lp, abbiamo avuto qualche difficoltà a trovarla. E’ una bella spiaggia, molto lunga, ombreggiata da alte rocce. Rileviamo purtroppo, proprio a ridosso della spiaggia, la presenza di cantieri aperti impegnati nella costruzione di eco-mostri tanto di moda qui in Algarve.

-Meia Praia: una lunga e piatta spiaggia sabbiosa, affollatissima e anonima. Il fondale sabbioso rende l’acqua del mare poco limpida. Francamente mi ricordava molto i Lidi ferraresi (senza nulla togliere), non ho resistito più di dieci minuti e sono tornata sui miei passi.

Praia da Luz A circa sei km a ovest di Lagos si trova Luz, altra piccola cittadina a vocazione turistica. Il centro è carino, c’è un bel lungomare, ci sono anche resti romani su cui hanno costruito recenti palazzine. La spiaggia è molto lunga con alcuni tratti rocciosi, frequentata principalmente da famiglie. Proprio qui assistiamo anche se da lontano ad una fragorosa caduta in mare di un grosso pezzo di roccia, fortunatamente in una zona spopolata. Qui come a Praia da Rocha si trovano rocce policrome dai colori forti e nettamente distinti, che passano inosservate ai più (le terre colorate di Chamarel a Mauritius sono simili ma ci hanno costruito un vero e proprio business turistico, mentre qui sembrano non interessare quasi nessuno).

In spiaggia poi si trovano docce e bagni pubblici degni dei Paesi più civili. Qui inoltre la spiaggia è attrezzata per le persone diversamente abili, con ampie passerelle che arrivano al mare e disponibilità di sedie a ruote pensate appositamente per entrare in acqua.

Appena fuori dal piccolo centro invece i soliti orridi palazzoni che deturpano gran parte dell’Algarve.

Alloggio a Lagos: Hotel Carvi, Praia Dona Ana, € 60 a stanza, colazione inclusa. L’hotel appare recentemente ristrutturato, prima credo si chiamasse Sol e Praia, le stanze sono nuove, le rifiniture del bagno sono di design anche se per nulla funzionali, decisamente pulito. L’albergo vale soprattutto per la sua posizione, trovandosi infatti a Praia Dona Ana, una delle più belle spiagge di tutto l’Algarve.

Cibo a Lagos: – Tapas & wine bar “Meu Limão”. Un locale dall’atmosfera giovane e internazionale, dove fare un pasto veloce e non troppo costoso con tapas e buon vino. Offre anche menù vegetariani.

-Restaurante “Miramar”, Praia Dona Ana. E’ un locale di buon livello a prezzi non eccessivi. Il maitre di sala però, è stato in assoluto il portoghese più antipatico che abbiamo incontrato.

-Restaurante “A Forja”, assolutamente da provare, ottimi piatti tradizionali a prezzi bassi, eccezionali i dolci. Un’affezionata cliente inglese ci ha consigliato una fantastica torta di fichi, cioccolato e panna. Andate presto perché si tratta di un locale molto noto e alle 19.00 c’è già la fila di turisti e locali per entrare.

-Restaurante “Casinha do Petisco”. A questo semplice locale va la nostra palma d’oro dei ristoranti portoghesi. Letteralmente il nome significa “la casa degli assaggini”con non poca ironia perché qui le porzioni sono praticamente per tre. Troverete un eccezionale connubio di abbondanza e qualità, il tutto a prezzi modici. Il personale simpatico ma a fine Agosto la coda fuori per la cena comincia alle 19.15. Se volete mangiare la Cataplana, occorre prenotarla il giorno prima.

Sagres Per quanto riguarda il mare portoghese, le mie preferenze vanno alla costa Vicentina, di cui Sagres segna l’estremità meridionale. Panorami mozzafiato e spiagge poco affollate, battute da incessanti venti. Abbiamo raggiunto la Fortaleza de Sagres, ma ci siamo limitati ad un’occhiata dall’esterno, l’interno ci è sembrato un cantiere aperto che non vale i 3€ richiesti per il biglietto d’ingresso.

La guida consiglia di entrare per la veduta sulle scogliere, secondo noi si possono benissimo ammirare anche da fuori. Ci siamo concessi un pomeriggio a Praia do Tonel, non a caso regno dei surfisti, oltre a mangiare sabbia, abbiamo quasi rischiato di volare via tanto era forte il vento. Spettacolare il bagno con onde di una tale potenza da romperti il costume. Verso il tramonto ci siamo diretti a Cabo de São, Vicente, l’estremità sud occidentale d’Europa trovandolo però immerso nelle nuvole e con un vento da paura. Pare che da qui si possano ammirare tramonti mozzafiato, ma a noi, non è stata concessa questa fortuna.

Portimão e Praia da Rocha.

Molto bella la spiaggia lunghissima, con grotte e archi naturali nelle Falesie, rocce rosse e cavalloni che pur trovandomi con l’acqua alle caviglie, mi sono costati gli occhiali da sole. Alle spalle della spiaggia la ormai solita devastante distesa di condomini altissimi. E’ imperdonabile che alcune delle più belle spiagge d’Europa siano state completamente sacrificate all’industria del turismo.

Tavira.

Dopo il caos roboante di Lagos e Portiãmo, Tavira sembra un altro pianeta. Un gioiellino bianco, con un piacevole lungofiume, un parco con la piazzetta che ricorda uno Zócalo Messicano. La città è affollata di persone silenziose che discutono pacatamente sedute ad uno dei moltissimi tavolini all’aperto delle piazze o delle zone pedonali. Non si sentono rumori di motori, ma bensì musica (Fado e non), trasmessi in filodiffusione per tutto il centro del paese. Insomma un’atmosfera un po’ irreale, ma decisamente più nelle mie corde.

In città si può visitare quel che resta del Castello e soprattutto il suo giardino, molto ben tenuto. Potete attraversare il ponte romano, entrare in una delle tante chiese, vedere le caratteristiche bianche saline e fare un salto all’originale biblioteca municipale Alvaro de Campos. Qui oltre a poter accedere gratuitamente alla connessione Internet e cercare la versione portoghese dei vostri libri preferiti potrete girovagare per questo rilassante spazio culturale, un tempo prigione della città e oggi trasformata con maestria in un edificio moderno e affascinante.

L’Ilha de Tavira, la più grande del Parco naturale di Rio formosa è comodamente raggiungibile, in quanto in alta stagione parte un battello oltre che da Quatro Águas, il porticciolo fuori città, anche dal centro. L’imbarcadero del centro, si trova nella zona dei ristoranti sul lungofiume, c’è una corsa ogni ora , il biglietto andata e ritorno costa € 3,80. Arrivati sulla parte orientale dell’isola attraverso un percorso che ricorda un po’ le valli di Comacchio, abbiamo ancora l’impressione di trovarci in un altro Algarve. Pochissime costruzioni in cemento, inoltre, forse perché è il 31 agosto, forse perché il tempo non sembra promettere niente di buono, troviamo una spiaggia infinita praticamente deserta. Poco vento, mare caldo e onde discrete. Contrariamente a quanto letto nessuna zanzara. Bello! Nei giorni seguenti raggiungeremo la parte occidentale dell’isola, Praia do Barril, utilizzando un ponte mobile ed un trenino che per un euro collega Pedras d’el Rei a l’Ilha de Tavira, attraversando le paludi che si sono create tra la terra ferma e l’isola. Il tragitto del trenino può essere tranquillamente affrontato anche a piedi. Qui si trova un lussuoso resort e forse anche per questo abbiamo trovato questa zona molto più affollata rispetto alle spiagge sulla parte est dell’isola.

Nelle vicinanze di Tavira viene segnalata un’altra spiaggia, quella di Santa Luzia, che un pomeriggio decidiamo di visitare. Scopriamo così che l’appellativo di spiaggia è stato concesso a questo luogo con una certa audacia, trattandosi in realtà di una striscia di terra melmosa e maleodorante a ridosso dell’estuario del fiume, peraltro occupata da moltissime barche di pescatori. Non un’anima che in quel momento abbia avuto l’ardire di sedersi anche solo un istante su quel litorale. Evitate la fatica di cercarla.

Alloggio a Tavira: Residencial Princesa do Gilão, € 55 la stanza doppia con colazione. Un ambiente molto anni ’70, con stanze piccole ma pulite, biancheria a fiorellini come quella di casa, alcune stanze con vista sul fiume e sul castello. Tutto sommato, buon rapporto qualità prezzo e soprattutto parcheggi gratuiti nelle vicinanze.

Cibo a Tavira: – Restaurante “Bica”. Offre più o meno i soliti piatti, molto frequentato, prezzi buoni. Si può mangiare fuori, in uno dei tavolini che occupano una piccola e caratteristica “travessa”.

-Restaurante “Avenida”. Senza lode e senza infamia la cucina, l’ambiente è un po’ triste. Prezzi nella media.

-Pasteleria “Tavirense”: ideale per uno spuntino dolce.

-Al centro commerciale “Continente”, ci sono moltissimi punti di ristoro. Certo l’ambiente non è molto caratteristico ma, l’offerta è variegata e può soddisfare più o meno tutti.

Cacela Velha E’ un piccolo villaggio a circa quindici km a est di Tavira. Siamo stati attirati qui dalla definizione “incantevole” attribuita dalla Lp a questo luogo. Orbene abbiamo dovuto prontamente ridimensionare le nostre aspettative. Ad eccezione di qualche costruzione recentemente ristrutturata che risolleva l’immagine complessiva del villaggio, il luogo denota una certa sofferenza. Infatti fino a poco tempo fa, ai piedi della fortezza, sorgeva una discarica. Oggi non più, ma restano ben evidenti i segni di un certo degrado: rifiuti un po’ ovunque, pollai, sciami di fastidiose mosche, escrementi di animali vari, compresi quelli della razza cosiddetta evoluta e colonie di gatti malconci abbandonati a loro stessi. La vista dall’alto in data primo settembre, è sui campi ingialliti dalla siccità e la meravigliosa vista sullo splendido tratto di spiaggia bianca altro non è che una veduta delle paludi. Questa è stata la nostra impressione, ma chissà, forse in un’altra stagione il luogo può dare una diversa immagine di se.

Vila Real de Santo António.

E’ una piacevole cittadina di frontiera (quella con la Spagna), situata sulla riva del Rio Guardiana. Ha una bella zona pedonale, disposta a scacchiera, ideale considerando l’offerta elevata, per l’acquisto di biancheria per la casa, che qui ha prezzi molto più bassi che a Lisbona. Non mancano locali dove fermarsi per mangiare qualcosa. Sul lungomare si trova la statua dedicata al Marquệs de Pombal, fervido sostenitore della disposizione a scacchiera dei quartieri, a lui si deve infatti anche l’organizzazione della Baixa di Lisbona. Il centro dell’abitato è rappresentato da una bella piazza, che non poteva che chiamarsi Praça Pombal, circondata da aranceti, lampioni antichi e case settecentesche.

Una delle spiagge più vicine è quella di Manta Rota, lunga, sabbiosa, affollata e bagnata da acque calme poiché ci si allontana sempre più dall’oceano. Non mancano nemmeno i venditori di bomboloni alla crema, che non abbiamo disdegnato. Anche per questo a noi ricordava tanto l’Adriatico.

Castro Marim Visitare questo luogo si è rivelato una gradita sorpresa. E’ un sonnolento e pittoresco villaggio che può vantare un bel castello trecentesco. Si tratta della più meridionale delle fortezze Portoghesi, dalla cui sommità potrete vedere la Spagna, le saline e i romantici mulini a vento. A deturpare la vista sulle paludi della riserva naturale una distesa di palazzoni stile brutta periferia, che fa letteralmente a pugni con i fenicotteri.

Praia de Fuzeta Di ritorno da Tavira verso Faro, nostra ultima tappa da cui l’indomani spiccheremo il volo verso casa, facciamo una sortita balneare a Praia de Fuzeta, nella provincia di Olhão. Questo territorio appartiene come l’Ilha de Tavira al Parco naturale di Rio Formosa, un ambiente noto agli appassionati di Bird Watching (pare ci sia anche un rarissimo pollo sultano viola!). Da Fuzeta (o Fuseta a seconda delle cartine) si può raggiungere la tranquilla isola di Armona; il battello che la collega, ha corse molto frequenti, parte da un porticciolo vicino al parcheggio della spiaggia, il costo del biglietto andata e ritorno è di €1,40.

Praia Fuzeta ha un‘aria retrò, probabilmente per alcune costruzioni abbandonate risalenti alla prima metà del ‘900 e per l’unico punto di ristoro che si trova in un edificio di legno. Le poche persone che si incontrano sono soprattutto pescatori che con le loro canne da pesca piantate sulla battigia, creano strane coreografie. L’acqua, pur trattandosi di una laguna, assume quando il sole è alto, bellissime colorazioni nei toni del verde.

Faro.

Pur trattandosi di una tappa obbligata perché da qui parte il nostro volo di ritorno, la capitale dell’Algarve si rivela più accogliente ed interessante del previsto. Avevamo infatti letto giudizi piuttosto negativi sulla città, ma a nostro avviso vale almeno una visita di mezza giornata.

Faro è anche lo spartiacque della regione: a ovest si trova la costa sopravento con i suoi promontori e le spiagge rocciose, a est si trova invece la costa sottovento, di spiagge piatte che arrivano fino alla Spagna. Il centro storico conserva le stradine strette ricoperte di ciottoli, offre begli scorci e piacevoli soste in uno dei tanti locali sulle aree pedonali. I quartieri antichi sono ben conservati, qui non manca la cattedrale del Sé insieme ad altre numerose chiese, particolarmente venerato è San Francesco, che oltre ad una chiesa a lui dedicata, vanta una gigantesca riproduzione con azulejos sulla facciata di un condomino alto almeno sei piani. Gradevole anche il porticciolo e la passeggiata serale sul lungomare costeggiando le mura.

Trascorriamo la notte angosciati dal pensiero di non raggiungere l’aeroporto in tempo per il nostro volo delle 6.00 dal momento che abbiamo riconsegnato l’auto e che pare che i taxi la notte non siano facilmente rintracciabili.

Alloggio a Faro: Hospedária São Felipe. € 45 la stanza doppia. Questa simpatica sistemazione si trova in ottima posizione: in direzione dell’aeroporto e dietro la stazione dei treni. Ha undici camere ed una dependance prefabbricata ubicata sul terrazzo, dove ovviamente siamo finiti noi. Tutto pulitissimo e accoglienza simpatica. Unici punti a sfavore sono la mancanza dell’ascensore e le piante finte che decorano l’ingresso.

Il nostro viaggio termina con il volo TAP, su cui incontriamo un folto gruppo di suore pestifere provenienti da Fatima. Mentre ci alziamo in volo fa immediatamente capolino la nostalgia per i colori, i sapori e tutte le sensazione percepite in questo viaggio ed anche semplicemente per la profonda sensazione di libertà che da sempre l’altrove regala ai viaggiatori per passione. Il Portogallo mi è piaciuto molto e per questa ragione sono già spiritualmente pronta per un’altra avventura. Informazioni pratiche Voli.: abbiamo volato con TAP da Bologna a Lisbona, il ritorno è avvenuto da Faro con scalo a Lisbona. Il costo dei biglietti, acquistati on line circa un mese prima, rappresenta tuttora un enigma. Le quotazioni variavano giorno per giorno con una incostante tendenza al rialzo, inoltre ci siamo accorti che volendo acquistare due biglietti contemporaneamente, ci veniva a costare molto di più che non acquistandoli singolarmente.

Il prezzo del primo biglietto è quindi stato di € 271, il secondo acquistato immediatamente dopo è stato di € 286. Per la serie: chi prima arriva…

Spostamenti a Lisbona: abbiamo utilizzato i mezzi pubblici, i servizi sono notoriamente efficienti e la copertura del territorio è ottimamente servita.

All’arrivo in aeroporto abbiamo acquistato il biglietto per l’aerobus (city center) al costo di € 3,20 . Il biglietto è valido 24 ore e consente di utilizzare tutti i bus ed i tram della Carris (anche il famosissimo tram 28). Non consente invece di utilizzare la metro.

Per i giorni successivi abbiamo acquistato la carta Viva Viagem, un biglietto elettronico ricaricabile. La prima volta pagherete € 4,10, mentre ogni ricarica effettuabile presso le comode macchinette costa € 3,70. Consiglio di conservare lo scontrino di ogni ricarica, recante data e ora in cui è avvenuto il pagamento, vi servirà come prova perché la carta tende facilmente a smagnetizzarsi, evitando di dover pagare una seconda volta anche solo per uscire dalla metropolitana.

Comodo ed economico il treno per Sintra che parte dalla splendida stazione del Rossio. Costa € 3,40 e consente di scendere e risalire alle varie fermate, in questo modo con lo stesso biglietto abbiamo visitato anche Queluz.

Noleggio auto: per lasciare Lisbona e approntare il nostro itinerario al di fuori della capitale abbiamo noleggiato un’ auto prenotandola on line presso l’agenzia Budget. Ci è stata fornita una Citroёn C4 con 29.000 km all’attivo, al costo di € 268 per 10 giorni. A questa cifra abbiamo aggiunto circa € 100 di assicurazione per la copertura totale verso danni di qualsiasi natura. Piuttosto tribolata la consegna del mezzo in quanto secondo gli accordi, un incaricato dell’agenzia doveva venirci a prendere in albergo alle 9,30 del mattino ma è in realtà arrivato un’ora e mezza dopo l’orario che ci era stato comunicato. Quindi per il disbrigo delle pratiche abbiamo preso possesso dell’auto alle 12.00, facendoci perdere in questo modo praticamente mezza giornata.

Avevamo con noi il navigatore satellitare, che il più delle volte e soprattutto nei momenti topici perdeva il segnale. Dopo aver imboccato per sbaglio ed inutilmente percorso per almeno tre volte il Ponte Vasco de Gama che è lungo “soltanto” 16 km, abbiamo quindi provveduto all’acquisto fortuito, trattandosi di una Domenica pomeriggio, di una affidabile Carta stradale Michelin, il cui impiego in origine era stato incautamente trascurato. Taxi a Faro: Riporto in coda un dettaglio che ha scombinato le nostre ultime ore di vacanza. Il nostro volo partiva all’infelice orario delle 6.00 del mattino, il che significa essere in aeroporto non più tardi delle 4.00. L’ufficio dell’agenzia che ci ha noleggiato l’auto come prevedibile, la notte è chiuso, quindi abbiamo dovuto riconsegnare il mezzo entro le 19.00 del giorno prima. Per raggiungere l’aeroporto l’unica soluzione rimaneva il taxi, poiché le navette collettive entrano in servizio più tardi. Chiediamo in Reception se alla partenza ci possono aiutare a chiamare il taxi. Ci viene gentilmente risposto che la centrale è inaffidabile e che anche chiamando non sussiste garanzia alcuna che qualcuno arrivi a prenderti!! L’unico modo è raggiungere a piedi la stazione dei treni (che caso vuole è ad un isolato di distanza) e sperare di intercettare fisicamente un taxi, visto che spesso stazionano nei parcheggi antistanti, questo con i valigioni al seguito e alle ore 3,30 della notte. Un po’ increduli decidiamo di verificare di persona l’informazione e così la sera andiamo in stazione, chiediamo a più taxisiti che però confermano la versione fornitaci dall’albergo. Non abbiamo scelta, un paio d’ore di sonno e poi di nuovo in strada con non poca preoccupazione, ma per fortuna dopo qualche minuto di attesa, siamo stati caricati e portati a destino. Costo della corsa € 10.

Più in generale I portoghesi ci sono sembrati estremamente discreti e riservati, poco inclini ai finti sorrisi di cortesia ma comunque sempre molto disponibili o prodighi nel rispondere a richieste di informazioni. Pazienti e comprensivi nell’ascoltare un portoghese stentato e sgrammaticato o un italiano parlato lentamente; a tal proposito sconsiglio di cercare una via di comunicazione attraverso lo spagnolo, in quanto non sembra essere particolarmente gradito.

Forte è la dipendenza dalle televisioni. Non c’è locale che non ne abbia almeno due accese contemporaneamente.

Impressionate la capacità di rinascita e lo straordinario scatto d’orgoglio, nel risorgere dopo le tante catastrofi che hanno caratterizzato la storia di questo Paese, dal terribile terremoto del 1755 alla dittature repressiva di Salazar sfociata e terminata con la Rivoluzione dei garofani, dagli anni di terrore causati dallo strapotere della Chiesa e dell’inquisizione che ha tenuto in pugno la popolazione tutta con ricorrenti auto-da-fe sino ai conflitti generatisi dall’indipendenza delle ex colonie. Una prolungata fase di instabilità politica, disuguaglianze sociali e disparità fra i sessi (l’uguaglianza viene sancita solo nel 1976 e l’aborto richiede un secondo referendum per la legalizzazione che si svolge nel 2007).

Una storia tribolata, che ha affibbiato al Portogallo l’appellativo di fanalino di coda d’Europa. Fosse anche così, a noi non è sembrato; probabilmente negli ultimi anni ha ingranato la marcia ed ha preso a correre. L’impressione è infatti quella di un Paese in forte crescita e che su molti aspetti ci ha già superato. Abbiamo trovato servizi pubblici efficienti, strade in buono stato, grande attenzione all’ambiente. La raccolta differenziata ha una diffusione capillare (anche nelle spiagge), sono state realizzate importanti opere nell’ambito dello sfruttamento delle energie rinnovabili (mentre da noi si pensa ancora al nucleare). Tutto ciò, alla faccia di Salazar che chiuso nel suo isolamento si vantava di non essere mai salito su un aereo e di non essere mai stato all’estero (lá fora).

Il Portogallo è un luogo che ben si presta a soddisfare tutte le tipologie di viaggiatori grazie alla sua capitale originale e moderna, agli spettacolari paesaggi dell’entroterra, agli innumerevoli centri medievali ottimamente conservati, ad una costa per gli sportivi più temerari ed una più adatta alle famiglie ed anche grazie ad una cucina, a mio parere, fra le migliori d’Europa.

Il contrasto tra passato e moderno è un’ulteriore opportunità per il viaggiatore che potrà così godere di differenti esperienze. A Voi la scelta da dove cominciare e “boa viagem”!



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