Lisboa, Tavira ed Evora in 5 giorni

MERCOLEDI’ 17 GIUGNO EVORALISBOA 140 Km Attraversando un paesaggio di dolci colline punteggiate di olivi e di querce da sughero, intorno all’una arriviamo ad Evora provenienti da Sevilla dopo una settimana di Andalusia. Capoluogo dell’Alentejo, Evora possiede un bellissimo centro storico completamente circondato da mura, dichiarato...
Scritto da: goku
lisboa, tavira ed evora in 5 giorni
Partenza il: 17/06/2009
Ritorno il: 21/06/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
MERCOLEDI’ 17 GIUGNO EVORALISBOA 140 Km Attraversando un paesaggio di dolci colline punteggiate di olivi e di querce da sughero, intorno all’una arriviamo ad Evora provenienti da Sevilla dopo una settimana di Andalusia.

Capoluogo dell’Alentejo, Evora possiede un bellissimo centro storico completamente circondato da mura, dichiarato dall’Unesco, Patrimonio dell’Umanità.

Lasciamo la macchina in un parcheggio a pagamento all’interno delle mura, quindi, prima di iniziare le visite, decidiamo di rifocillarci. Ci fermiamo al Cafè Arcada, un vecchio caffè trasformato in brasserie, sito sulla piazza principale della città, Praca do Giraldo, un’elegante piazza ad arcate, circondata da una serie di viuzze e travessas molto caratteristiche. Pranziamo in maniera soddisfacente per un prezzo tutto sommato ragionevole, quindi, attraverso Rua 5 de Otubro, raggiungiamo la Cattedrale, più comunemente conosciuta come Sè (ingresso 2.5€). L’esterno della chiesa è molto carino, non altrettanto l’interno, sempre ovviamente secondo il mio personalissimo e profano giudizio da viaggiatore “fai da te”.

Vicino alla Sè, diamo una rapida occhiata al Templo Romano di Diana (carino), quindi attraverso alcune caratteristiche stradine pedonali, raggiungiamo prima la Igreja da Graca e quindi la famosissima Capela dos Ossos, sita all’interno della trascurabile Igreja de San Francisco. Questa cripta completamente ricoperta di ossa umane, in particolare di ben 5000 monaci, lascia esterrefatti, soprattutto se l’occhio cade su di un iscrizione macabra sita all’interno della cappella stessa e che dice: “le nostra ossa sono qua, adesso aspettiamo le vostre…”, insomma, dopo aver fatto gli scongiuri del caso, lasciamo questo luogo piuttosto inquietante e torniamo all’aria aperta.

La temperatura è di quaranta gradi e le ripide stradine di Evora, ci costringono a frequenti pause ristoro. Intorno alle 15.30 lasciamo, questa carinissima città e ci dirigiamo verso la capitale portoghese.

Facciamo il nostro ingresso a Lisbona attraversando l’impressionante Ponte 25 de Abril e grazie all’aiuto del navigatore arriviamo in dieci minuti senza nessuna difficoltà sin sotto al nostro albergo (Hotel 7 Colinas). Posteggio la macchina in strada, porto in camera i bagagli, quindi approfittando della fermata della metropolitana posta sotto l’hotel, raggiungiamo subito il centro città.

Scendiamo alla fermata Rossio e sbuchiamo in Praca da Figueira, dove ci accolgono la statua di Dom Joao I e i caratteristici tram rossi, con la bellissima Confitaria Nacional a fare da sfondo. Da qua raggiungiamo la vicinissima e famosissima Praca Dom Pedro IV. Nota anche come Rossio, è il vero e proprio cuore pulsante della città. Circondata da grandi caffè all’aperto e dal Teatro Nazionale, è affollata sia da turisti che da mestieranti di strada e lustrascarpe. Prima di iniziare la vera e propria visita della città, mi fermo a bere un bicchierino di ginjinha (un buonissimo liquore di ciliege) in un miniscolo baretto di fronte al Teatro Nazionale, quindi a piedi risaliamo alcune viuzze che costeggiano fra le altre cose la stranissima Stazione del Rossio e arriviamo nel Bairro Alto.

Questo quartiere è il fulcro della movida cittadina, essendo fra le altre cose, ricco di bar e ristoranti. Visitandolo, nel tardo pomeriggio, non riusciamo a coglierne appieno l’essenza, ma ne riconosciamo le potenzialità, ripromettendoci di visitarlo in orario “di movida”. Scendiamo tutta Rua da Misericordia e arriviamo nella movimentata Praca Camoes e da li risalendo Rua do Loreto, facendo attenzione a non essere investiti dagli spericolati conduttori di tram, arriviamo sino a Rua da Bica Duarte Beto, dove ci gustiamo una delle più belle immagini di tutta Lisbona e cioè la risalita della Funicolare da Bica lungo questa specie di mulattiera, con lo sfondo del mare “artisticamente” deturpato dai cavi elettrici e le persone che risalgono a piedi ai lati della strada. Vista l’ora (sono quasi le nove di sera e avendo ancora il fuso spagnolo per noi sono le dieci) decidiamo di fermarci in uno dei locali che sorgono ai margini del percorso della funicolare e precisamente da Alto Minho, una trattoria rionale, senza pretese, ma con un ambiente tranquillo e soprattutto non turistico, dove assaggio il mio primo baccalà lisbonese, accompagnato da alcuni bicchieri di un freschissimo Porto. La cena mi soddisfa e con la pancia piena ci avviamo verso il Miradouro de Santa Caterina, dove insieme a decine di altri giovani, ci godiamo uno spettacolare tramonto. Stiamo al belvedere un’altra mezz’oretta, quindi ci dedichiamo ad esplorare le vie più movimentate del Bairro Alto. Cominciamo dall’affollatissima Rua de Atalaia, per proseguire con tutte le altre caratteristiche viuzze che si irradiano intorno: la musica la fa da padrona, con decine di persone intente a parlare fuori dai locali, in un clima molto simpatico. Intorno alle undici lasciamo il quartiere e torniamo nel Rossio dove, dopo un ultimo gelato in Piazza Dom Pedro IV, riprendiamo la metropolitana ed in cinque minuti arriviamo in hotel.

GIOVEDI’ 18 GIUGNO LISBOA Dopo un’ottima e abbondante colazione in hotel, scendiamo in metropolitana, facciamo il convenientissimo abbonamento giornaliero Viva Viagem (4.2€) ed in cinque minuti arriviamo in Praca do Comercio dove prendiamo il modernissimo tram n°15 che in circa mezz’ora ci conduce nel quartiere di Belem.

Betlemme (traduzione di Belem in portoghese), è il quartiere emblema dell’epopea dei viaggi dei grandi esploratori portoghesi, da quì infatti l’8 Luglio 1497 Vasco da Gama partì alla volta delle Indie.

Noi molto più umilmente “partiamo” alla scoperta delle bellezze del quartiere con la visita del bellissimo Monasteiro dos Jeronimos (ingresso 6€). In primis visitiamo la chiesa con le tombe di Vasco da Gama e di Luis de Camoes (il Dante portoghese), quindi entriamo nel vero e proprio Monastero, con il suo bellissimo chiostro in stile manuelino e il caratteristico refettorio decorato di piastrelle di azulejos.

L’esterno del Monastero è forse ancora più impressionante dell’interno, ricco com’è di bassorilievi e di guglie gotiche, in particolare meritano una visita i due portali, quello meridionale e quello occidentale.

Ci allontaniamo dal monastero in direzione mare, attraversando dei giardini, quindi dopo un sottopasso, giungiamo di fronte al “monumentale” Monumento das Descobertas, un edificio eretto in ricordo dei grandi navigatori portoghesi del passato, non particolarmente bello, ma fotogenico, soprattutto con lo sfondo del Tago e del Ponte 25 Aprile. Da qua, con una piacevole passeggiata raggiungiamo la vicina Torre di Belem, vero e proprio simbolo della città e forse, anche di tutto il Portogallo. Al contrario del “moderno” Monumento das Descubertas, questa “antica” torre d’avvistamento( 1515), è un’elegante costruzione eretta alla foce del Tago, che esalta il già bel panorama che si gode in questo punto della città.

Dopo una serie infinita di foto per cogliere il più bel scorcio, ritorniamo sui nostri passi ed arriviamo di fronte alla famosissima Antiga Confeitaria de Belem una storica pasticceria, con i muri decorati da bellissimi azulejos, ma famosa soprattutto per la produzione dei deliziosi“pasteis de nata”. Ci mettiamo in coda e dopo cinque minuti abbiamo i nostri caldissimi pasteis in mano (0.9€ l’uno). Cosa dire? Non ci sono parole!questi piccoli budini arrotolati nella pasta sfoglia e spolverizzati di zucchero a velo e cannella sono divinamente buoni!solo a parlarne, mi viene ancora oggi l’acquolina in bocca…Semplicemente da provare! Lasciamo la pasticceria con ancora quattro pasteis caldi nella scatola, più due tazzine in ceramica col logo della Confeitaria e raggiungiamo un vicino ristorante dove pranziamo.

Intorno alle due, riprendiamo il tram n° 15 ed in circa mezz’oretta siamo in albergo.

Ci riposiamo per circa due ore, dopodichè, intorno alle diciasette, sempre con la solita comodissima metropolitana (abbiamo la fermata di Anjos praticamente difronte all’hotel), torniamo nel Rossio.

Dopo la ormai classica ginginha presa al volo in Praca da Figueira saliamo sul tram n°12 in direzione Alfama. Chiamati “electricòs”, questi vecchi tram rossi o gialli, simili a scatole e un po ammaccati, sono senza ombra di dubbio una delle caratteristiche più famose di Lisbona, oltrechè essere comodissimi per risalire le tortuose stradine in salita di quartieri come l’Alfama, sono anche molto fotogenici, soprattutto se “abbinati” alle decadenti casette dei quartieri più tipici della città.

Il nostro viaggio, per fortuna seduti (quasi tutti i turisti infatti preferiscono dedicarsi al più famoso n°28…), parte come detto dal capolinea di Praca da Figueira e attraverso la Mouraria termina al Miradouro de S.Luzia, dove scendiamo per goderci il tramonto. Stiamo circa un’ora ad ammirare questo fantastico panorama di Lisbona dall’alto, quindi con il tram n°28 raggiungiamo la zona del Chiado, dove passeggiamo fra P.L.D. Camoes e L. D. Carmo, capolinea dello stranissimo, ma praticissimo Elevador Santa Justa, opera di un allievo di Eiffel.

Torniamo a piedi nel Rossio ed da li in metropolitana raggiungiamo l’hotel dove riposiamo le gambe per un’oretta.

Intorno alle ventuno ritorniamo in centro per cenare. Dopo un bicchierino di ginginha al baretto di fiducia in Praca Dom Pedro IV, gironzoliamo un po per il quartiere quindi ci fermiamo a cenare in un Ristorante indiano del Rossio.

Mangiamo molto bene, spendendo veramente pochissimo, quindi dopo un ultimo giro in zona e una telefonata in Italia, torniamo con la solita metropolitana in albergo.

VENERDI 19 GIUGNO LISBOA Raggiungiamo in metropolitana Praca da Figueira e da li, con il tram n°12, la zona del Miradouro de Santa Luzia. Attraverso una simpatica passeggiata lungo caratteristiche mulattiere, in cinque minuti arriviamo al Castelo Sao George (ingresso 5€). Più che per le caratteristiche architettoniche e storiche, questo castello è molto interessante per il panorama che offre dall’alto dei suoi bastioni. L’edificio domina, infatti, il vecchio quartiere dell’Alfama e in generale tutta quanta Lisbona, offrendo una vista impareggiabile sull’intera città.

Restiamo all’interno del castello per più di un’ora, godendoci il bellisimo panorama e scattando una serie infinita di foto-ricordo, quindi scendiamo a piedi lungo i vicoli dell’Alfama, lasciandoci condurre dall’istinto, senza obiettivi particolari.

Dopo una buona mezz’ora di passeggiata nelle vie meno battute del quartiere, saliamo sul 12 e ritorniamo nel Rossio per pranzare.

Questa volta scegliamo un locale tipicamente lisbonese (O Bacalhoeiro, in Rua dos Sapateiros), dove fra decine di impiegati in pausa pranzo, magiamo un divino “bacalhao com nata”, spendendo una cifra irrisoria (13€ in due comprese bevande e caffè..).

Lasciamo il locale sazi e soddisfatti e con la pancia piena ritorniamo in albergo per un riposino pomeridiano atto ad evitare il caldo opprimente del primo pomeriggio lisbonese.

Stiamo in camera sino alle 17.30, quindi, prima con la metropolitana e poi col famosissimo tram n°28 raggiungiamo il quartiere di Graca. Questo vecchio e simpatico quartiere popolare, si sviluppa sulle alture della città e dall’omonimo Miradouro offre una fantastica vista di tutta Lisbona dall’alto.

Passiamo circa un’ora a goderci il panorama e ad ammirare la carina , ma non entusiasmante Igreja da Graca, bevendoci due birre, quindi dopo un ultima occhiata al simpatico Caracol, un’incantevole scalinata che parte da Largo de Graca e scende nella Mouraria, lasciamo sempre in tram l’animato quartiere e torniamo in centro.

Facciamo un po di shopping acquistando alcuni souvenir e fermandoci per una veloce sosta in un internet bar, quindi decidiamo di andare a cenare nell’Alfama.

Sfruttando il biglietto giornaliero, prendiamo per l’ennesima volta il tram n°12 e raggiungiamo in dieci minuti la zona del Miradouro de S.Luzia da dove ci “lanciamo” alla scoperta del quartiere, scendendo i tipici vicoli che tanto ricordano i “miei” cari “caruggi” genovesi! Per raggiungere il locale dove abbiamo deciso di andare a cenare, attraversiamo un labirinto di stradine tortuose, scalinate, passaggi coperti da volte, ammirando di volta in volta caratteristiche facciate con la vernice scrostrata e le lenzuola appese ai balconi che sbattono al vento, chiesette nascoste in anfratti al fondo di “becos”e una moltitudine di persone che vivono il quartiere giocando a calcio, facendo da mangiare o semplicemente chiaccherando per strada. Raggiungiamo infine il locale prescelto: è A Morgadinha de Alfama, un ristorante minuscolo, ma molto accogliente, dove la padrona factotum, una simpatica “alfamina”poliglotta, si occupa al tempo stesso di prendere le ordinazioni, fare da mangiare e servire…Insomma un locale a conduzione familiare, imperdibile se si viene a Lisbona. Mangiamo del pesce freschissimo, accompagnandolo con un ottimo bianco della “casa”, passando una piacevole serata, anche grazie, se non soprattutto, alla simpatia della “Signora”. Usciti dal locale, facciamo ancora un veloce giro per l’animato quartiere, incrociando anche un’animatissima simil-festa religioso/gatronomica, quindi risaliamo i vicoletti dell’Alfama e raggiungiamo la fermata del tram per tornare in albergo. Come ultima serata a Lisbona non poteva esserci di meglio, peccato aver scoperto l’Alfama solo l’ultimo giorno, è un quartiere stupendo e soprattutto molto “verace”, la vera anima della città.

SABATO 20 GIUGNO LISBOATAVIRA 305 Km Dopo un’abbondantissima colazione in hotel, vado a rititirare la macchina al vicino parcheggio custodito (5€ al giorno) e caricate le “ragazze”, si parte intorno alle dieci alla volta dell’Algarve.

Attraverso bellissimi paesaggi nella campagna portoghese, raggiungiamo in circa due ore e mezza Tavira nostra meta “balneare”.

Abbiamo scelto questa piccola cittadina preferendola alle più famose Albufeira e Faro, proprio per evitare il turismo di massa e per cercare per quanto possibile di “vivere” il meno possibile da turisti. Anche la scelta della sistemazione ricalca questo nostro desiderio, alloggiamo, infatti, in una specie di b&b in pieno centro, gestito da un “tavirese” d.O.C.

Dopo aver mollato i bagagli in camera ed esserci fatti una veloce doccia, scendiamo in strada e cerchiamo un posto dove pranzare. Scegliamo un localetto poco appariscente ma molto popolare fra i locali, “A Bica”, dove mangiamo pesce (io prendo un bife de Atun), accompagnandolo con un’ottimo vinello bianco. Lasciamo soddisfatti il locale (spendendo la bellezza di 18€ in due!!!) e torniamo in camera per prepararci al pomeriggio “balneare”. Raggiungiamo la partenza del piccolo traghetto che collega Tavira col mare (1.9€ a persona) e che in circa venti minuti ci porta sull’Ilha de Tavira.

E’una bellissima isola, priva completamente di cemento, con lunghissime spiagge fiancheggiate da dune. Il caldo è torrido ed il sole brucia, per fortuna, però, alcune zone dell’immensa spiaggia sono attrezzate con ombrelloni e sdraio. Ne affittiamo uno e ci godiamo il pomeriggio fra un bagno, qualche buon libro e tante, tante chiacchiere…L’acqua dell’Oceano, in questa zona è “incredibilmente” tiepida, permettendomi di fare belle nuotate e di stare a mollo e sfuggire dal caldo tropicale che ci avvolge.

A malincuore intorno alle diciannove lasciamo l’isola e torniamo in città, facciamo un brevissimo giro per le belle stradine del centro, quindi torniamo in camera per una doccia.

Intorno alle nove scendiamo per cenare. Dopo aver girato per trovare un locale carino e soprattutto poco turistico, decidiamo di tornare da “A Bica”. Anche questa sera mangiamo molto bene, allietati (si fa per dire…) dalla presenza di un “simpatico” bambino che si diverte per tutta la durata della cena a ronzarci attorno con fare da monello, cercando di coinvolgerci nei suoi giochi…

Finita la cena e salutata la “piccola peste”attraversiamo il Ponte Romano e ci dirigiamo verso il centro storico. Passeggiamo in solitudine, godendoci la bellissima atmosfera creata dalla fioca luce arancione dei lampioni che illumina i bei vicoletti acciotolati. Ammiriamo, ma solo esternamente, le decine di chiese barocche che caraterizzano la città, ci colpiscono in particolare la bellissima Igreja da Misericordia e la graziosa Igreja de Sao Josè do Hospital. Dopo una “raffica” di foto ad alcuni angoli particolarmente fotogenici del centro storico, concludiamo la serata nel centro moderno del paese, con il solito gelato gustato a fianco del Ponte Romano dopodiché si torna in camera per la nostra ultima notte portoghese.

DOMENICA 21 GIUGNO TAVIRA Volendo sfruttare appieno la mattinata, anticipiamo la sveglia e dopo un’ottima colazione fatta sulla terrazza con vista sui tipicissimi tetti a “bisello” dell’Algarve, prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso Pedras del Rei, simpaticissimo paesino di pescatori a soli cinque minuti da Tavira. Lasciamo la macchina lungo la strada e con un caratteristico trenino (1€) raggiungiamo la bellissima “Praia do Barril”.

Come all’Ilha de Tavira anche quà è presente una lunghissima spiaggia di sabbia bianchissima, circondata da bellissime dune e da un cimitero di ancore. Passiamo tutta la mattinata in spiaggia, quindi intorno all’una sempre col trenino torniamo a Pedras del Rei e da li in macchina raggiungiamo Tavira. Tempo di fare una doccia e preparare gli ultimi bagagli e siamo nuovamente in viaggio verso la Spagna. Salutiamo il Portogallo e continuiamo il viaggio con gli ultimi giorni da dedicare all’Andalusia.

CONCLUSIONI Viaggio semplicissimo e molto tranquillo. Molto facile da organizzare e da svolgere una volta arrivati sul posto. Non si adatta propriamente al nostro standard di viaggio, ma per una volta e per un più che valido motivo, siamo scesi a compromessi e ci siamo goduti appieno quest’esperienza.

Del Portogallo ricordiamo con piacere, la magnifica Lisbona dove antichità e modernità si fondono in un mix unico. Intere palazzine disabitate e abbandonate in pieno centro, marciapiedi malmessi e in generale un certo senso di abbandono contrastano con grandiosi proggetti di riqualificazione urbana in atto per esempio lungo il Tago. E come dimenticare la piccola, ma molto carina Evora con la sua “inquietante” Capela de Ossos? Una citazione anche per l’Algarve e le sue spiaggie dorate, in particolare per Tavira.

Insomma senza dubbio un viaggio completo dove l’aspetto storico è andato di pari passo con quello culinario.

Anche viaggiare in macchina è stato sorprendentemente piacevole: poche macchine in giro, strade perfette, punti di ristoro disseminati ovunque, insomma un altro Mondo rispetto all’Italia (e una volta imboccata la Bergamo-Milano al ritorno, me ne sono subito accorto!!).

Insomma un viaggio consigliato un po’ per tutti, dai giovani, alle famiglie sino ad arrivare alle persone come noi che abituati a girare il Mondo in spalla si sono ritrovati a girare in macchina e a dormire in bellissimi hotel…

CUCINA La cucina portoghese è stata una piacevole scoperta. In tutta onestà conoscevo il baccalà, ma solo perchè anche a Genova è un piatto che va per la maggiore e sapevo quindi di questa cosa. In realtà una volta arrivati in Portogallo abbiamo scoperto altri buonissimi piatti.

Oltre al già citato Bacalhau che viene cucinato in ben 365 modi diversi, uno per ogni giorno dell’anno (leggenda o realtà?) e che io ho apprezzato particolarmente nella versione com nata (alla panna) e a Bras (con cipolle ,patate, olive, ecc), non vorrei dimenticare l’Arroz de marisco (una specie di paella), la Cataplana, tipico piatto dell’Algarve composto da una specie di stufato di pesce con spezie e verdure e soprattutto l’ottimo pesce che si trova un po ovunque e che viene cotto prevalentemente alla griglia o arrosto.

Fra i dolci regna incontrastato il pastel de nata (divino quello di Belem), un budino cremoso racchiuso in una pasta sfoglia polverizzata di cannella e zucchero a velo e da mangiare ancora caldo…Per quanto riguarda le bevande, oltre al famosissimo Porto (un vino tipico dell’omonima città del nord, ma che si trova ovunque) e all’onnipresente birra, faccio una menzione speciale per la ginja, un alcolico a base di ciliege che mi ha accompagnato nelle serate lisbonesi…

I MUST DEL VIAGGIO -il giro serale per i vicoli dell’Alfama -un viaggio su di un vecchio tram su per le stradine della Moureria -un bicchiere di ginja in Piazza Dom Pedro VOTI LISBOA: 8.5 secondo i miei personalissimi parametri, una delle più belle città d’Europa. Non possiede i monumenti di Parigi, non è pulita come le città del nord-Europa, non è accogliente come le città spagnole, ma a me piace così…Salendo le stradine dell’Alfama ci siamo imbattuti in un graffito che diceva: “Tourists: respect the portuguese silence or go to Spain”…Questa secondo me è Lisbona, una città bellissima, ma da rispettare e che soprattutto non accetta di essere “violentata” dal turismo di massa e quindi lo osteggia, non pavoneggiandosi nelle sue bellezze come fanno invece le altre città europee e mettendo spesso i bastoni in mezzo alle ruote del superorganizzato turista mordi e fuggi. Lisbona va ascoltata e capita, un po come la mia Genova, quindi in definitiva una città per molti ma non per tutti…

TAVIRA: 6.5 simpatica cittadina dell’Algarve, non ancora raggiunta dal turismo folle e di massa di altre località vicine.

EVORA: 7 capitale dell’Alentejo, ritenuta una delle più belle città del Portogallo, è una cittadina a misura d’uomo, con un bel centro storico e caratteristici monumenti. Per chi visita il Portogallo senza ombra di dubbio una tappa imperdibile.



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