Portogallo on the road 3

Intro Questo è il viaggio di 9 gg di me, Silvia, e del mio ragazzo Marco che, partiti da Pisa una caldo pomeriggio di mezza estate e arrivati nella regione del Douro, "rotolando verso Sud" finiscono in Algarve e poi risalgono per la capitale. Pro e contro di un viaggio on the road che unisce mare (anzi oceano) e città, paesi sperduti e...
Scritto da: auroraboreale
portogallo on the road 3
Partenza il: 20/07/2009
Ritorno il: 29/07/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Intro Questo è il viaggio di 9 gg di me, Silvia, e del mio ragazzo Marco che, partiti da Pisa una caldo pomeriggio di mezza estate e arrivati nella regione del Douro, “rotolando verso Sud” finiscono in Algarve e poi risalgono per la capitale.

Pro e contro di un viaggio on the road che unisce mare (anzi oceano) e città, paesi sperduti e paesaggi mozzafiato, belle sorprese e meno belle, talvolta, come chi rischia come noi abbiamo fatto, di non fermarsi mai molto in uno stesso posto. D’altra parte il Portogallo è un paese in via di sviluppo e chi parte per cercare il divertimento sfrenato cambi subito meta perché rimarrà deluso…Piuttosto.. Il nostro è stato un viaggio fatto di numerose tappe un pò mordi e fuggi per vedere più cose possibili e quindi per apprezzare certi posti in profondità vale la pena tornare con più calma. Intanto qualche spunto ce lo siamo preso, credo…

1 giorno, lunedì 20 luglio, PISA-PORTO Ore 13:30 volo diretto da Pisa, la nostra città, per Porto. Abbiamo prenotato la prima notte e le ultime due a Lisbona, oltre che il volo del ritorno e una macchina per una settimana (a Lisbona la lasceremo gli ultimi 2 gg per goderci la città girando coi mezzi e passeggiando, oltre che per risparmiare un pò). Un consiglio, se avete la certezza di andare in Portogallo, prenotate la macchina con più anticipo che potete: noi ci siamo decisi relativamente tardi, o meglio, sapevamo il “dove” ma non il “quando” per motivi di lavoro e cosi…Abbiamo dovuto prendere un modello di macchina più costoso, perché era rimasto ben poco. Anche la compagnia Ryanair, di low cost non aveva molto…Ma, ahimè, non siamo di quelli che prenotano mesi e mesi prima, e questo influisce sul budget…Comunque, una vacanza ce la meritiamo e, in fondo, ce la caviamo all’andata con circa 125 euro a persona. Al ritorno prenderemo la Tap Portugal, che parte da Lisbona e fa scalo a Roma, e spendiamo circa la stessa cifra della tratta dell’andata…Totale volo: quasi 250 a/r, a chiorba, come si dice qui a Pisa.

Comunque, arriviamo a Porto, puntualissimi (con tanto di applauso al pilota) alle 1530, con un’ora di fuso orario indietro: all’aeroporto ci accoglie la brezza dell’oceano, una costante del nostro viaggio che mi è rimasta dentro. Le scritte in portoghese e il vento oceanico mi fanno realizzare di essere arrivata e una sensazione di eccitazione mi invade come ogni volta che stacco dall’Italia per un pò. Tempo di raccogliere i bagagli e di sbrigare le formalità all’autonoleggio in aeroporto, saliamo in sella alla nostra Punto (mi raccomando controllate graffi e tutti i danni…) e una volta fuori esploriamo la città prima a casaccio, poi cercando il nostro albergo prenotato via internet. Lo troviamo vicinissimo alla fermata della metro; carino e poi non costa neanche molto (50 euro la matrimoniale con colazione e parcheggio gratis, prezzo per camera…), avevamo infatti scoperto su internet che se digiti hotel in Portogallo ti fanno vedere solo gli alberghi di un certo tipo, mentre se vai alla voce pensioni -le loro pensoes- o affittacamere spendi praticamente niente e in più sono più caratteristici. Devo inoltre dire che in tutto il viaggio noi non abbiamo mai trovato una pensione sporca, neanche in quelle da 15 euro.

Wow la camera ha il bagno con vasca (poi scopriremo che quasi in tutti i bagni delle camere portoghesi c’è) e per me, abituata ad avere solo la doccia, è una festa: quindi un pò di relax e poi via molliamo la macchina al parque e ci dirigiamo in metro verso il centro della città. E qui, devo dire, prima delusione; Porto l’abbiamo trovata piuttosto squallida a parte l’Avenida dos Aliados, un grande viale pieno di allegri caffè all’aperto con un’enorme fontana che ci ristora. Del resto è una città portuale ma non ce l’aspettavamo cosi…Bruttina. E’ anche vero che siamo rimasti troppo poco per apprezzarla, anche nei suoi dintorni che pare siano molto belli, con i paesini immersi nei vigneti terrazzati atti a produrre il famoso vino locale. Abbiamo camminato molto nonostante la stanchezza del viaggio ma volevamo capire se valeva la pena restare…Torniamo in albergo e un pò delusi riprendiamo la macchina e usciamo di nuovo per cena… Di sera leggermente meglio, i ristoranti sulle banchine si animano e alla fine ceniamo sul tardi, verso le 23. L’atmosfera è carina e ti portano subito gli antipastini sul tavolo, lo fanno in tutti i ristoranti in Portogallo, in genere olive, formaggio e altre leccornie a seconda del posto, se lo consumi lo mettono nella conta altrimenti te lo portano via (ovviamente noi abbiamo consumato…). Poi prendiamo pesce: io senza indugio provo subito il piatto nazionale, il famoso baccalà e marco una dourada grehlata (orata grigliata); il pesce viene sempre servito con verdure e patate e quindi è un piatto unico. E’ davvero ottimo e questo ci consola, tuttavia abbiamo già deciso di ripartire il day after verso nuovi lidi…

2 giorno, FIGUEIRA DA FOZ …E infatti di lidi si tratta, dato che la prima località di strada che ci si presenta e nella quale vogliamo fermarci è è Figueira, sulla costa. Durante il viaggio in campi e colline ci fermiamo a fare colazione in quello che sembra un bar di strada e invece è una deliziosa pastelaria…Seppur non amante dei dolci (al contrario del mio uomo) devo dire che questi non sfigurano, sia alla vista che al palato e viene subito voglia di assaggiare tutti i tipi di sfoglie alla cannella, al fico, al cioccolato in bella mostra sul bancone… Dopo l’abbondante colazione, tornando alla macchina notiamo che accanto alla pasticceria c’è un prato con degli strani animali…Ci avviciniamo e vediamo una famiglia di cinghiali neri con tanto di piccoli…Tutti convivono con le papere e le caprette e si avvicinano a noi senza paura per farci le feste…Sono tenerissimi e noi pronti scattiamo foto e filmini…Vedendoli così mi viene voglia di diventare vegetariana…L’ho pensato varie volte e non l’ho mai fatto, ma la loro immagine nel prato fiorito mi fa ancora un certo effetto, chissà che non mi faccia davvero cambiare. Stiamo un bel pò ad ammirarli e a giocare con loro, prima di ripartire verso Figueira. Devo dire che ero curiosa di conoscere questa località dal nome già sentito milioni di volte…Questa è stata una fermata insolita, nel senso che doveva essere una mezza giornata per poi fare tappa verso Coimbra, invece ci siamo rimasti un giorno e una notte… Ma le cose non programmate in un viaggio sono le benvenute no? Non che ci fossero chissà quali divertimenti e neanche questa gran vita notturna (il nome non deve trarre in inganno!) ma ha una mare incantevole, un lungomare (anzi lungoceano) con palme, una spiaggia lunghissima e curatissima ed è stato più che naturale fermarcisi … Tutto il pomeriggio. Niente bagno però…L’acqua dell’Atlantico è gelata anche a fine luglio! Provo a mettere i piedi, ma più di quelli non riesco…È veramente fria ! E infatti non c’è nessuno in acqua. Ma anche il lido è quasi completamente deserto, e questo fa guadagnare punti al posto: non mi piacciono infatti le spiagge dove devi litigare per un posto al sole…Qui è molto intimo invece, nonostante sia comunque una località balneare famosa. Parcheggiamo sul lungoceano (altra cosa positiva del Portogallo è che, fatta eccezione per i grandi centri urbani, non vi sono parcheggi a pago) sole e ancora quel dolce vento che ti culla ci fanno appisolare e ci alziamo che è quasi il tramonto. Ci voleva dopo la stanchezza di ieri. Decidiamo quindi di restarvi a dormire…Troviamo subito una pensioncina che fa al caso nostro, 20 euro a persona, modesta, ma pulita e quindi va bene. Incredibile, la pensione si chiama “Bela Figueira” ! Chi non ha mai sentito questa espressione? Di nuovo usciamo e giriamo in macchina sul lungoceano, che è davvero lungo e ceniamo in un ristorante proprio sopra le sue onde tenebrose… Finiamo la serata in un paesino lì vicino in cui si tiene una mini fiera, con tanto di pipocas (pop corn) e neve doce (zucchero filato) e io ovviamente che devo provare tutto mi prendo come dessert il churrasco, un tubo di pasta fritta ripieno di marmellata o cioccolato…Mentre torniamo in albergo, nel piccolo centro di Figueira incrociamo una parata popolare, seguiamo il corteo con tutta la gente fino alla piazza dove si ferma per eseguire una danza a coppie…Curiosiamo al casinò e tra i pochi negozi aperti poi ci corichiamo. Questa giornata è volata.

3 giorno, COIMBRA E FATIMA Giornata molto impegnativa…Molto dura, per il mio ragazzo…Infatti da questo giorno in poi anche io sarà alla guida.

Ripensare al viaggio scrivendolo, mi fa realizzare quanto abbiamo guidato, km e km…Forse a volte troppo ecco. Come oggi, in cui abbiamo concentrato diverse tappe in un solo giorno. La situazione rischiava di diventare critica, e poi capirete perché. Inoltre in questi primi due gg sono già accaduti due imprevisti pratici…Ieri si è rotto il caricabatterie del navigatore satellitare, ma questa non è stata una grave perdita anzi…Ci ha permesso di sbrigarcela da soli e direi che ce la siamo cavata magnificamente (io del resto sono sempre stata contraria a portarlo…Perché a volte perdersi fa trovare posti insoliti, meravigliosi…Ma non sono stata io a sabotarlo..). Due, bancomat e carta di credito di Marco si rifiutano di funzionare all’estero.. Abbiamo provato ripetute volte, per fortuna che il mio bancomat funzionava altrimenti finiti i contanti sarebbe stato un problema.

Mattinata diretti a Coimbra, città della più antica università del Portogallo, e infatti dopo esser saliti tramite un arco nella parte alta della cittadina, arriviamo in cima alla collina dove troneggia l’ampio colonnato della vecchia università (il Patio das Escolas). Il contesto universitario sembra davvero rimasto indietro nel tempo! Il colonnato, da cui si gode una vista pazzesca, accoglie aule studio, una torre campanaria, una biblioteca, un museo e perfino una cappella (per pregare prima degli esami?), il tutto in stile molto sobrio. Che differenza rispetto a Pisa, più che un’università sembra un convento…Non so se riuscirei a starci, di sicuro per studiare è l’ambiente adatto! Nonostante siamo a fine luglio, gli studenti girovagano qua e là e mi viene in mente il mio passato universitario di qualche anno fa, con un pò di nostalgia, mentre un forte vento spira intorno a noi. Donne, lasciate a casa gli stiletti e portatevi scarpe comode perché in Portogallo c’è da camminare molto e in salita! Qui ad esempio bisogna attraversare scalinate e stradine per salire fino alla cima e ammirare la vista dal cortile e gli altri monumenti nascosti nella parte alta della città come la stupenda antica cattedrale (la Se Velha). A parte questo, facciam presto a visitare Coimbra…Anche perché comincia piovere verso le 2 del pomeriggio. Mentre corriamo alla macchina ritorna il sole, e le fontane nella parte bassa della città zampillano nella nuova luce. Tutto sommato non è male … Il tempo però oggi è veramente variabile…Decidiamo di proseguire il nostro viaggio verso sud e visto che Fatima è quasi di strada non possiamo non fermarci a vedere questo famosissimo santuario che accoglie migliaia di pellegrini. Prima però un boccone in una specie di autogrill, ho voglia di verdure fresche e di provare quelle crocchette fritte di pesce che vedo praticamente ovunque. Anche se il posto è trashissimo devo ammettere che mangio con mucho gusto.

Dopo una mezz’oretta arriviamo in questo immenso luogo di culto ed effettivamente, l’atmosfera è particolare…La basilica sovrasta un piazzale enorme, circondato da una galleria in pietra. Il mio ricordo di Fatima è questa sensazione di immensità. Un pò di silenzio interiore per apprezzare il significato di questa tappa speciale. Peccato che ricomincia a piovere a vento, e cosi torniamo al parcheggio, e di corsa.

L’Algarve è sempre più vicina, ma non abbastanza e non è possibile arrivarvi entro stasera, propongo quindi di fermarci a dormire in una zona intermedia; vedo nella cartina il centro di Setubal, la guida ne parla bene, e perciò convinco il mio lui a fermarci là per la notte. Arriviamo che sono già le 8 di sera, ma purtroppo mi sbagliavo alla grande: Setubal è squallido sia alla vista che all’interno…Non capisco come la guida ne parli bene, o forse siamo stanchi e vorremmo solo un letto…Il problema è che il centro di Setubal è deserto. La tensione tra noi aumenta…Ci rifiutiamo di dormire lì ma girando e rigirando si è fatto davvero tardi…Discutiamo se dormire in macchina e fare tutta una tirata verso l’Algarve e il nervosismo aumenta anche perché il mio ragazzo non vuole che io guidi e quindi, dividere la fatica del viaggio… Fortuna che si lascia andare al mio aiuto e, anche se per motivi di assicurazione doveva guidare solo lui, abbiamo fatto strappi alla regola. Finiamo in un paese chiamato Alcacer do Sal ed è per la strada verso sud…Giriamo per un posto letto…C’è un castello trasformato in albergo ma vogliono più di un centone a chiorba…Non è proprio nei nostri target…Giriamo ancora per il centro dei pescatori e stavamo per arrenderci quando un tizio con la birra in mano ci indica una pensione lì a due passi…Chissà in che condizioni dovevamo essere … sarà la nostra salvezza! Troviamo la pensione da lui indicata e per fortuna hanno una camera (3o euro a testa, stavolta abbiamo alzato la media, ma non abbiamo energie per girare oltre), ceniamo nell’unico ristorante ormai aperto a quell’ora, sono gentilissimi, capiscono che siamo affamati e anche se la cucina è già chiusa ci portano il pesce del giorno. Sono stati tutti veramente gentili con noi. Cucina davvero eccellente…E poi nanna. Siamo esausti.

4 giorno, l’ALGARVE !!! Ritemprati dal sonno e dalla nostra riconciliazione, ci mettiamo in marcia verso sud…Man mano che guidiamo, il paesaggio cambia, il sole brucia ancora di più e dai finestrini aperti si sente l’aria del mare…Decidiamo di non prendere l’autostrada ma una strada secondaria arriveremo dopo ma sicuramente è più suggestiva…Passiamo attraverso colori di giallo e di verde che sono un piacere per gli occhi e per l’anima. Spesso attraversiamo paesini, il cui centro è un bar e una pompa di benzina in mezzo alla strada principale…E poi di nuovo persi nel verde, campi, vacche, capre…Una sola pausa durante il tragitto per fermarci in un baretto di strada e prendere un cafè… Devo dire che il caffè non è niente male qui…Capiamo di essere in Algarve quando le palme cominciano a sostituire i pini e i boschi di betulle…Troviamo subito le indicazioni per Albufeira, località turistica famosa; difatti siamo diffidenti e, data l’esperienza della notte prima, vogliamo guardare prima di decidere di fermarci. Ma Albufeira non ci delude: fin da subito si presenta ai nostri occhi come un’oasi felice, con le sue casette bianche, il suo centro vivace e accogliente, la sua vasta spiaggia…Giriamo un pò e troviamo anche qui il nostro nido, per sole 20 euro ciascuno, proprio sopra una stradina piena di ristorantini e negozietti di artigianato, chincaglierie ecc.; la macchina è parcheggiata in un’area gratuita qui vicino. Albufeira, nome arabeggiante che significa fortezza sul mare, ricorda esteticamente un pò Amalfi, Capri, Santorini…È davvero deliziosa e offre tutto per tutti: una lunga spiaggia libera, un labirinto di vicoli con tanti ristorantini, locali notturni con musica dal vivo ad ogni angolo di strada; nonostante tutto non l’abbiamo trovata per niente caotica piuttosto offre una movida leggera e piacevole… Albufeira è semplicemente perfetta. Dopo aver pranzato con omelette per me e panino per lui (non l’ho ancora detto, dappertutto fanno delle omelette giganti e molto buone) passiamo il pomeriggio in spiaggia. Il sole picchia ma non si sente perché tira sempre il vento…Quindi io che sono di carnagione chiara (chissenefrega della protezione!) ho preso subito un bel color caffellatte (o meglio cafè cum leite ) che purtroppo so che non durerà molti gg …Dopo è bastato un pò di olio di aloe comprato al market lì vicino e le mani del mio ragazzo per non sentire più la scottatura incombente. Unico neo: niente bagno, nonostante sia sul Mediterraneo la costa è ancora fredda, almeno per i nostri gusti…Di sera in giro, l’atmosfera si anima al calar del sole, nei vicoletti oltre ai negozi puoi trovare le botteghe-enoteche dove assaggiare le tante varietà di vini locali, e cosi onorando il dio bacco sono su di giri già prima di cena…Per cenare c’è l’imbarazzo della scelta, alla fine in tutti i posti qui si mangia molto bene…Ovviamente pesce ma ottima anche la carne, i formaggi, vini…I vini dell’Algarve e della regione dell’Alentejo non hanno nulla da invidiare ai nostri Chianti…Ne basta mezza bottiglia per una cenetta a due…A me anche meno…

Da Albufeira partono anche numerose gite in barca per esplorare le grotte vicine, avvistare magari delfini o balene spingendosi più in là verso l’Oceano aperto, e tanti sono gli sport nautici che puoi praticare. Vedendo gli aquaparachutes mi sono riproposta di farlo, prima o poi… Non c’è stato tempo ma ecco, se dovessi dire tornando indietro dove passerei una settimana direi senza dubbio ad Albufeira, e credo che il mio ragazzo sia d’accordo con me.

Dopo cena passeggiamo per il centro, che come ho detto si anima in ogni angolo di musica e divertimento, e per concludere in bellezza, naturalmente, un saluto al mare di notte. Il rumore che fa lontano dal caos è incredibile e le stelle si vedono nitide come non mai…Starei tutta la notte in spiaggia se non fosse per il freddo (nonostante la felpa) e quindi a domattina…

5 giorno, CABO DE SAO VICENTE, IL VENTO CHE PARLA

Sveglia con molta calma, il nostro piano di oggi è arrivare a Faro, la capitale dell’Algarve . Faro è il punto più lontano del nostro viaggio, da lì pian piano torneremo indietro verso ovest e risaliremo verso Lisbona. Ci dispiace un bel pò lasciare Albufeira, ma vogliamo spingerci più lontano possibile. Inoltre sappiamo che nel tratto da Faro al punto più occidentale (Cabo de Sao Vicente) ci sono delle calette stupende e non possiamo perdercele tornando indietro verso ovest dato che i giorni stanno volando.. Siamo già entrati nella seconda metà del nostro viaggio, e purtroppo bisogna fare una selezione. Tappa a Faro quindi, che però è stata una puntatina velocissima…A noi infatti non ha entusiasmato…Non che sia brutta come lo era Porto, anzi oltre al porticciolo ha un piccolo centro con negozi, caffè e perfino un giardino con palme…Forse il confronto con Albufeira è stato schiacciante, o il caldo eccessivo non ci ha fatto gustare la passeggiata…Comunque, d’accordo anche stavolta, decidiamo di levare le tende… Si riparte. Tornando indietro passiamo da diverse località di mare come Vilamoura immersa in un curatissimo viale alberato di palme e campi da golf immensi (si vede che è una località vip!) e Quarteira. In una di queste ci fermiamo per stare in spiaggia e riposarci un pò prima di riprendere il nostro viaggio, ma il sole picchia veramente forte ed è un peccato non poter fare il bagno…Comunque, la cosa positiva è che non abbiamo prenotato gli alberghi, e quindi possiamo gestirci come ci piace…Dopo un gelatone con tanto di cioccolato fuso sopra (dieta adeus) ripartiamo stavolta con una meta chiara in testa: Cabo de Sao Vicente. Questo come dicevo prima è il punto più occidentale dell’Algarve e l’estremità sud-occidentale dell’Europa, con scogliere che si affacciano a picco sull’Atlantico e quindi ho già la cartina stradale in mano…Ecco, sono senza senza aspettative, dopo che Faro non mi ha lasciato nulla, non mi posso certo immaginare che questo sarà uno dei posti più magici che ho visto in tutta la mia vita…È incredibile, a ripensarci ora, come diverse emozioni negative e positive si susseguano nello spazio di un breve tempo (è forse questa la filosofia del viaggio…?).

Già solo per arrivare alla punta la strada è una meraviglia…Dal mare piano piano inizi a salire verso colline, i centri urbani e le case si diradano a poco a poco e cominci a entrare in una terra sconosciuta tutta prati e campi…C’è un che di selvaggio, e non si vede anima viva per km e km. Incrociamo appena qualche ardimentoso che fa tutto il tratto a piedi! A rendere il tutto ancora più suggestivo l’effetto del sole che aveva smorzato i suoi toni accesi e i raggi più dolci del tardo pomeriggio illuminavano vigneti, pascoli, casolari sempre più dispersi…Sto guidando io e una sensazione di pace col mondo mi invade…Neanche la radio accesa in macchina voglio, perché davvero basta cosi..Non me la scorderò mai.

Dopo un bel tratto in salita, neanche a farlo apposta arriviamo precisi all’estremità per il tramonto…Fermiamo la macchina e a quel punto si apre davanti a noi un paesaggio che ci lascia senza fiato: scogliere altissime baciano l’oceano che si infrange ai loro piedi ritmicamente…Una fortezza diroccata diventa lo scenario per una serie di foto incredibili. Ci spostiamo con la macchina e qua e là si aprono molti punti panoramici adattissimi alle foto e a chi vuole sentirsi libero… Infatti siamo sulle scogliere alte senza nessuna barriera protettiva, e sotto, immensa e di un blu scuro nitidissimo come non l’avevo mai vista, l’acqua dell’oceano Atlantico…Descrivere le sensazioni non è proprio come avere addosso quell’immensità di acqua e roccia (credo che chi è stato in Irlanda o Scozia possa capire)… Ho provato un senso di vertigine e non so per quanto ho ammirato la schiuma dell’Oceano infrangersi… ma c’era una cosa ancora più affascinante (almeno per me): il vento… Un vento fortissimo! che faceva volare i capelli, l’asciugamano che avevo intorno perché ero ancora in costume, i pensieri anche…Si perché quel vento “parlava”, aveva un fischio particolare, e sembrava dovesse dirti qualche cosa di molto importante. E giuro, che non ero sotto l’effetto di qualche allucinogeno! Era davvero suggestivo e “vivo”…Ecco, se Albufeira è stato il posto dove tornerei a godermi una settimana di vacanza, Cabo de Sao Vicente è stato il posto del cuore. E non potrei né vorrei tornarci una seconda volta…Perché credo che quello che ho provato in quelle circostanze non lo proverò più. E tornandovi mi verrebbe in mente il momento che sto descrivendo con una nostalgia di tale violenza che non la potrei soffrire. La sintonia con tutto ciò che avevo intorno- esseri umani compresi-con la natura, con la voce del vento, non si potrà ripetere, non qui. In realtà capisco perché nel Medioevo questo promontorio veniva creduto la fine del mondo. Ma torniamo a noi… Il sole sta tramontando ormai ed è tacitamente ovvio che resteremo a dormire in questo posto magico. A due passi dalle scogliere c’è un piccolissimo paese, Sagres; cerchiamo alcuni affittacamere e dopo averne girati un paio occupati troviamo in un bar un’anziana signora che dice di avere una camera libera con bagno. Ce la fa vedere, è molto accogliente, in mezzo a casette bianche che sembra addirittura di stare in un piccolo villaggio turistico sull’oceano. Il prezzo è di 35 euro, incredula chiedo se a testa o a camera e, per la nostra grande gioia, a camera! Dopodiché la vecchina gentilissima ci dà la chiave e ci lascia soli. Bene, ci togliamo tutta la sabbia di dosso e ceniamo in uno dei ristoranti del graziosissimo paese in mezzo all’oceano, questa volta proviamo la cataplana, un immenso pentolone tipo wok dove vengono cotti al vapore pesci, verdure e deliziosi molluschi di cui è ricca la zona…La dose è per due ma è veramente abbondante e il sapore, anche questa volta, non ci delude…Devo dire che in faccende culinarie io e il mio ragazzo siamo in armonia su tutto. Ma qui anche i più esigenti non potranno storcere il naso…Altro giretto fuori, nel buio le stelle sono vicine e luminescenti come non mai, c’è un profumo particolare, le cicale e sapere di avere l’oceano sotto di noi e di essere un pò sperduti fa il resto…Buonanotte

6 giorno, UNA PIACEVOLE TAPPA INTERMEDIA Abbiamo dormito davvero bene e siamo carichi di energia. Sarà il posto? Il resto della mattinata, dopo aver fatto colazione in un bar nella piazzetta di Sagres con il solito cafè cum leite per lui e sumo d’aranja per lei (cioè io) più i dolcetti locali, lo passiamo a esplorare le calette intorno alla punta…Per arrivarci imbocchiamo sentieri che sembrano non finire mai ma alla fine l’oceano si apre nuovamente davanti ai nostri occhi. Lungo la prima strada sterrata ci attraversa un branco di mucche al pascolo, mentre ci avviciniamo mi accorgo che alla vista sono davvero animali enormi…Marco teme un attimo…Per la macchina…Ma esse attraversano docili e ci guardano con gli occhioni dolci seguendo il pastore più innanzi. Passate le mucche, l’oceano di nuovo: dall’alto vediamo che c’è una micro caletta di bellezza caraibica , è deserta ma subito capiamo perché…È inaccessibile. Ci dispiace troppo! Ma o ti sfracellavi sulle rocce o niente, quindi proseguiamo. Ne troviamo un’altra stavolta accessibile al pubblico, e infatti non è deserta come la prima però va bene. Per arrivarvi scendiamo una lunga scalinata, ma ne vale la pena. Mentre scendiamo ci arriva un profumino delizioso, viene da un baracchino che arrostisce carne e pesce direttamente in spiaggia…Caletta stupenda anche questa, pulita e un mare incantevole…Peccato che l’acqua sia gelata, qui più che altrove, perchè è davvero invitante! Nel pomeriggio ci rimettiamo in macchina per risalire il Portogallo ma visto che sono già le 3 e non abbiamo ancora pranzato ci fermiamo prima in un paese che è di strada sulla costa verso nord, Aljezur, fatto di casette bianche e azzurre. Qui in una baracchina al fresco prendo il tipico “frango” al “piri-piri” (peperoncino piccante) che è pollo alla griglia dal sapore gustosissimo con contorno di patatine e insalata. Il venticello in mezzo a tutto il paesaggio di casette pastello ci invita a sostare un pò a tavola dopo finito, chiacchierando e rilassandoci senza pensieri. Il resto della giornata è stato praticamente on the road perchè volevamo avvicinarci più possibile a Lisbona. Prima di sera arriviamo in una località più interna, il piccolo centro di Grandola, ci abbiamo messo un pò perchè abbiamo attraversato campi verdi e paesini, ma con l’autostrada avremmo fatto prima…Troviamo una pensioncina sopra la piazzetta principale del paese, e spendiamo 27 euro… In due! Cavolo, neanche negli ostelli spendevo così poco per una doppia con bagno privato. E c’è pure la vasca! Entrando nella camera, è come rituffarsi negli anni ’80: il telefono con la cornetta grigio, la luce rosseggiante del lampadario, le tende…È tutto molto tra il bordello orientale e il vintage e il kitch ma è piacevole. Ci divertiamo a fare foto demenziali..Comunque, per molti versi il Portogallo sembra davvero indietro di 20-30 anni. In più, nella piazza sotto la nostra finestra si sente una musichetta, è una specie di mago che tiene uno spettacolo e non possiamo perderci questa attrazione! Ma tempo di fare un bagno scendiamo che sono già le dieci di sera e il mago è stato sostituito da una certa musica dance anni ’90…Beh hanno fatto un balzo di un decennio avanti! Nell’aria riecheggiano le canzoni di quando andavo a ballare io, secoli fa…D’altronde oggi è sabato e anche per il piccolo paese e si sente aria di festa! Cosi, anche se siamo finiti nel nulla, finiamo per ridere della situazione. Passeggiamo un pò e ceniamo in un pub con 5 euro in due!!! Menu: una specie di bruschettona divisa in quattro parti ripiena di carne arrosto e salsina non bene identificata ma buona, patatine, una bottiglietta d’acqua, due birre!!! Bene, perché ultimamente le cene ci avevano un pò “spennato”! Tutto ciò nell’unico posto con parvenza giovanile, un pubbino con sala da biliardo, biliardino, freccette…E una birra davvero buona…! Concesso anche il gelato stasera e, dal momento che siamo stanchi andiamo in camera, domani ci aspetta Lisbona…Guardiamo un pò di tv in portoghese visto che non l’avevamo mai fatto, c’è un programma esilarante, una specie di candid camera che ci fa addormentare ridendo, cullati dalle ultime note dance nella piazza…

7 giorno, LISBOA Stavolta decidiamo di prendere l’autostrada; mancano un 200 km, e in un paio d’ore anche meno dovremmo esserci. Infatti in breve arriviamo sul ponte Vasco da Gama, il ponte più lungo d’Europa che collega la città; il problema sarà entrare nell’enorme centro e trovare l’albergo senza navigatore…Ma qui la dea bendata ci assiste; completamente a caso, guardando la cartina scopriamo che l’albergo si trova nella parallela dove stiamo girovagando…Parcheggiamo lì davanti e subito ci accolgono, la camera è quasi pronta. Stavolta, per la capitale ci siamo concessi un vero albergo, non una pensione, anche se quelle hanno avuto il loro fascino, e poi non siamo stati male per niente…Comunque, per Lisbona abbiamo prenotato via internet al George V, che consiglio vivamente, perchè ha tutti i comfort ed è a 5 min dalla fermata della metro Marques de Pombal, che è il punto d’incrocio di due delle 4 linee della metro di Lisbona (amareglia, vermiglia, verde e azul). Mentre aspettiamo la camera e ci rilassiamo nella hall dell’albergo leggiucchio un pò di volantini: locali, “case di fado”, indirizzi vari …Ho aspettato Lisbona per ascoltare il più autentico fado dal vivo nel quartiere del Bairro Alto. E’ l’unica cosa che so di voler fare per il resto è tutto da scoprire. La camera in breve è pronta ed è davvero accogliente, al settimo piano. Dopo aver pranzato nel bar dell’albergo (io zuppa del giorno e lui panino davvero buono) ci siamo concessi una lunga, lunghissima siesta in camera…

Usciamo che è tardo pomeriggio e con la metro arriviamo a Praca do Comércio, vicino al fiume Tago; camminiamo sul lungofiume ma non è granché per i numerosi lavori in corso; passeggiamo e salendo senza accorgercene arriviamo nel quartiere dell’Alfama, da qui si vede il Castelo de Sao Jorge che è molto grande ma non ce l’abbiamo fatta a visitarlo perché era tardi…Devo dire che tante sono le cose di Lisbona che non abbiamo visto, in due gg è stato impossibile, quindi non prendeteci come esempio…Oltre al castello, non abbiamo visto Belem e tanto altro…Non voleva essere un tour de force ma una piacevole passeggiata random quindi l’abbiamo presa cosi…Cmq, siamo arrivati nel Miradouro da Graca, quello che noi chiamiamo “belvedere”; da qui si gode una vista stupenda della città al tramonto; brulicano di vita i locali nell’ora dell’aperitivo… Sembrano tutti così in pace, o forse, io lo sono…Tornando giù, ammiriamo l’incantevole cattedrale cittadina e incrociamo un negozio di dischi specializzato nella musica fado; una grossa signora ci invita a cenare nel suo locale: menù di pesce e spettacolo di fado 25 euro a testa, ma siamo appena arrivati e per stasera preferiamo passeggiare e curiosare, tanto so che qui il fado c’è tutte le sere in un locale diverso…Arriviamo nel cuore turistico della città, da cui si accede tramite un enorme arco che la separa dal fiume; negozi, ristoranti, e un mega ascensore che ti porta su: è la Rua Augusta. Qui ceniamo in uno dei tanti ristoranti “spennaturisti”: per fortuna leggiamo bene i menù fuori e decidiamo per un piatto unico di pesce. Quando portano il solito antipastino in tavola però non sappiamo resistere…Ma almeno con 25 euro in due ci siamo fatti una signora cena.

Il problema è stato il dopo: infatti, dal gran caldo del giorno il clima è cambiato e soprattutto il vento della sera mi ha fregato…Mentre passeggiavamo per la sera lisboeta tra palazzi, monumenti e teatri mi è preso un forte freddo sullo stomaco. Vi dico solo che ho passato il resto della serata in bagno coi crampi e il mio povero ragazzo che mi faceva da infermiere…Sarà stato anche tutto quello che ho mangiato e bevuto in qt gg e il mio stomaco ha accusato un pò. Comunque, per gli stomachini spappolati come il mio, felpa anche a Lisbona, la sera, anche se è il 27 luglio! 8 giorno, FADO Dopo un lungo sonno e sveglia tardiva mi sono ripresa ma a colazione mi sono fatta una tisanetta col dolcino…Ed era anche troppo…Sono ancora un pò rimbambita ma sto bene, almeno. Dove si va? Intanto dobbiamo lasciare la macchina all’autonoleggio di Lisbona downtown. E’ stata un’impresa trovarlo, soprattutto trovare una pompa di benzina (in città non esistono) per riportargliela piena e riavere le 80 euro di caparra. Dopo aver fatto giri assurdi per uscire dalla città e tornare in centro (mettete la gasolina prima di entrare in centro…Non fate come noi!) ce l’abbiam fatta e per fortuna che non ci hanno rotto per via di un problema ai freni che avevamo riscontrato nel viaggio. Adesso siamo 2 gg liberi senza il fardello della macchina, non abbiamo mete precise però vedo che nella mia guida è segnato l’Oceanario di Lisbona, il secondo più grande del mondo e decidiamo di andare a verificare che sia davvero così interessante. Esso si trova vicino alla fermata Oriente che non è in centro, dobbiamo cambiare tre linee di metro e arrivare al capolinea della vermiglia (rossa). L’Oceanario si trova in un grosso complesso architettonico che si chiama Vasco da Gama, su un altro punto del lungofiume che è arricchito da un meraviglioso giardino tropicale aperto al pubblico…Già la fermata della metro è spettacolare, con volte geometriche sovrastanti; all’interno si trova un centro commerciale con negozi di tutti i tipi, cinema, ristoranti, e infine, fuori, la passeggiata e l’Oceanario. Dopo aver pranzato sul lungofiume (stavolta prendiamo una mega insalatona mista per depurarci, io con pollo e il mio lui con gamberi), ci rilassiamo su una panchina: qui la calura del meriggio è mitigata dal vento e quasi ci addormentiamo…Sopra di noi passa la funicolare che attraversa tutto il parco fino alla Torre Vasco da Gama. L’Oceanario è davvero spettacolare, stavolta la guida ci ha preso: premettendo che mi fa un’enorme tristezza pensare agli animali rinchiusi devo ammettere che mi sono fatta una cultura degli abissi e degli oceani vedendo innumerevoli specie di animali alcuni curiosi, altri terrificanti… Solo un vetro ti separa da squali, meduse, e altri pesci coloratissimi di ogni oceano che ti guardano da vicino. Oltre a pinguini, lontre di mare, uccelli marini…Osservare il comportamento degli animali ci fa passare praticamente tutto il pomeriggio consumando occhi e foto. Usciamo dall’Oceanario e c’è ancora una forte luce nonostante sia quasi sera…Rientriamo in albergo e ci prepariamo per l’ultima serata (o penultima, dipende se domani dormiamo in aeroporto o meno). La giornata non è ancora finita…Senza indugio vogliamo arrivare al Bairro Alto stasera. Stavolta però porto felpa e giacca di jeans- non voglio certo rovinarmi la serata.

Per arrivare al Bairro Alto prendiamo il caratteristico trammino n 28 (abbiamo fatto il biglietto metro giornaliero con 4 euro viaggi in metro e bus); già qui dentro l’atmosfera si fa primo novecentesca: il rumore della ferraglia sui binari, guardare il paesaggio dalla carrozza che sale tra le ripide viuzze è già uno spettacolo…Ci facciamo lasciare alla fermata Baixa-Chiado, che è vicina, cosi camminiamo un pò, tanto per farci un pò male.. Il Bairro è il quartiere della vita notturna giovanile, con baretti, musica, alcol che scorre. Ma è anche il quartiere delle “case di fado”, dove si può cenare e ascoltare uno spettacolo di fado e in una di questa, agganciati da un cameriere che non ha dovuto faticare per convincerci, ci fermiamo. Dentro l’atmosfera è unica: una calda e accogliente penombra -la luce soffusissima del locale è data unicamente dalle candele sui tavoli-, un pacato silenzio rotto appena dal tintinnio delle posate…Ci fanno accomodare a un tavolino e iniziamo la nostra stupenda cena…Temiamo che lo spettacolo sia già finito perché vediamo i musicisti passare ai tavoli col loro cd…Ma niente panico, stanno solo facendo una pausa (ne fanno molte!) e presto riprendono a suonare: guitarra, viola, e la voce che riparte a cantare struggente…Fado significa fato infatti, ed esprime tutta la malinconia del popolo portoghese, la loro “saudade”. Nulla di più vero: ascoltandoli ti senti struggere come la cremina del filetto di carne che stai assaporando…Vino tinto eccellente, e musica nonché compagnia adeguata per me formano la triade della serata perfetta…Alla voce si alternano un fadista cieco e una fadista, col caratteristico scialle nero. I musicisti sono vestiti di tutto punto: giacca, cravatta, concentratissimi sugli strumenti li suonano ad occhi chiusi con devozione. Passiamo piacevoli ore immersi in quell’atmosfera fuori dal tempo in contrasto con la confusione di quando usciamo nelle stradine del Bairro. Dopo un giretto, scendiamo verso la fermata, c’è una libreria aperta di sera ed entriamo: libri in portoghese, libri tradotti, libri di favole e di cucina locale…Comprerei tutto! Ma lascio a domani gli acquisti sennò ora tutta presa dal fado non mi fermo…

9 E ULTIMO GIORNO…

Forse il vino, forse il fatto che siamo alla fine e un pò “l’accusiamo”, fino a mezzogiorno non siamo riusciti ad essere operativi. Tanto non abbiamo da fare niente… Il nostro unico scopo è girovagare per la città. Siamo in forse se restare una notte in più in albergo, dato che col check in molto presto dormiremmo talmente poco che potremmo anche arrangiarci in aeroporto…Intanto prepariamo i bagagli poi si vedrà. Fortuna che in albergo ci fanno deposito e non dobbiamo girare coi borsoni per la città…Però, non abbiam voglia di scarpinare…Ci facciamo trasportare con la metro random: giardino zoologico, università…Ma alla fine…Torniamo sul lungofiume a Oriente..Eh sì quel posticino ci è piaciuto e poi con quel vento si sta davvero bene…Quindi finiamo per rimanervi…Dopo aver pranzato ed esserci rilassati di nuovo su quelle panchine soporifere (che pigroni…) curiosiamo nell’enorme centro commerciale che ieri avevamo visto solo di sfuggita; in un negozio di elettronica pieno di dvd, libri e cd mi compro un dvd in bianco e nero di un vecchio film portoghese in lingua originale con sottotitoli, “Historia d’uma cantadeira” che è una storia d’amore di una fadista. Mi sono ripromessa di imparare il portoghese quando avrò tempo…Come lingua l’ho trovata molto più vicina all’italiano dello spagnolo di cui ho una conoscenza di base…Ma non parlate loro spagnolo: sono molto orgogliosi! Lo sforzo, anche minimo, come dire obrigado per ringraziare piuttosto che gracias sarà apprezzatissimo…

Così questo ultimo pomeriggio è trascorso in giro…Verso le 20 siamo tornati a prendere i bagagli e ci hanno chiamato un taxi che è arrivato immediatamente! Devo dire che quelli dell’albergo, ma tutte le persone in realtà, sono state molto gentili con noi, e questo devo ricordarmelo ogni volta che un turista mi chiede informazioni nella mia città. I taxi al contrario che in altri paesi qui sono economicissimi (10 euro in due ma giusto perché gli ho lasciato la mancia, per arrivare in aeroporto in 20 min circa) comunque sfatiamo il mito che in Portogallo sia tutto a poco prezzo, non è del tutto vero, a parte le pensioni e i mezzi di trasporto (diciamo che spesso abbiamo speso più per la cena che per la stanza) . Lasciare la mancia è comunque un gesto carino e usa…Quindi non siate di braccino corto! Ecco, siamo arrivati…L’aeroporto è grande, 5 piani. Ceniamo, scriviamo le cartoline…Sembra un aeroporto tranquillo…C’è ancora gente perché l’ultimo volo è a mezzanotte e mezzo comunque anche dopo non siamo del tutto soli. Un pò di persone si stanno organizzando come noi per passare la notte e questo mi rende tranquilla. Stendiamo gli asciugamani da mare e ci facciamo un letto alla meno peggio in un angolo non troppo illuminato dal neon e con le mani ben aggrappate alle borse, sfatti come siamo, riusciamo a crollare perfino sul pavimento…

10 giorno…DEPARTIDA…

Ore 5 della manana, ma qui sembra l’ora di punta e io, che lavoro all’aeroporto di Pisa, lo so bene! Ci incamminiamo verso il check-in che è già aperto e si svolge velocemente; il tempo vola e alle 7 siamo già sull’aereo della Tap Portugal che ci porterà a Roma. Da lì prenderemo un treno per tornare a casa. Scrivere le emozioni a caldo è la prima cosa che mi viene in mente da fare per scacciare la malinconia che già mi prende nel viaggio di ritorno…Anzi, la saudade. E anche se alcuni posti non mi hanno lasciato sensazioni esaltanti, altri mi son rimasti dentro. Solo ora, rivivendo tutto, noto come i primi siano legati ai centri portuali esaltati nelle guide, ed altri, magari non pubblicizzati molto, in cui siamo capitati per caso. Quindi affidatevi al vostro istinto! E non prenotate gli alberghi, l’angoscia di rimanere in un posto che non vi piace sarebbe insopportabile…Meglio essere completamente liberi, prenotare sul posto a costo di rischiare di passare qualche notte in macchina, cosa che peraltro a noi non è mai capitata neanche partendo in alta stagione.

Spero mi abbiate letta con piacere e di esservi stata utile in questo gran calderone…

buona estate a tutti



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