Bacalau, coppole e nuvole

“Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi né imparare nulla dalle genti appena sfiorate. Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare.”22/5/08 SIVIGLIA , ESTREMADURA, ALENTEJO L’abbiamo presa un pò larga ma alla fine volare su...
Scritto da: csanti
bacalau, coppole e nuvole
Partenza il: 22/05/2008
Ritorno il: 01/06/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
“Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi né imparare nulla dalle genti appena sfiorate.

Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare.”

22/5/08 SIVIGLIA , ESTREMADURA, ALENTEJO L’abbiamo presa un pò larga ma alla fine volare su Siviglia si è rivelata una buona scelta perché ci ha permesso un giro circolare (Siviglia, Estremadura, Alentejo, Lisbona e dintorni, Algarve, Siviglia).

Ritiriamo l’auto prenotata su Internet, una Opel Corsa, con delle ammaccature ai lati. Facciamo segnare sul contratto i danni non nostri per evitare addebiti furbi sulla carta di credito. Bisogna sempre stare attenti con le compagnie di autonoleggio… Partiamo verso le 9.30 e dopo una sosta per rifocillarsi con un ottimo panino al prosciutto, procediamo entrando in Estremadura. Ci fermiamo nella piccola cittadina di Zafra, denominata “la piccola Siviglia”. Facciamo due passi nella piazza centrale dominata dal Municipio e da uno storico palazzo trasformato in elegante paradores.

Poco prima di arrivare a Badajoz veniamo fermati da una pattuglia della polizia che ci multa per eccesso di velocità. Il limite è 70 km/h, rilevati 98 km/h. Ci balenano in testa mille pensieri. Non sappiamo l’entità di una multa simile in Spagna. Che non ci tocchi interrompere la vacanza prima ancora di cominciarla. Fortunatamente la violazione corrisponde a euro 100, ma scontati del 30% per pagamento immediato. Paghiamo quindi i 70 euro e raggiungiamo Badajoz (220 km da Siviglia) oramai per ora di pranzo.

Il centro della città vecchia si presenta piuttosto fatiscente. Molte case sono vuote, negozi chiusi, in generale gli edifici sembrano aver vissuto tempi migliori. I due monumenti più importanti sono però ben mantenuti; la Cattedrale che visitiamo solo esternamente e la Alcazaba, fortezza che rievoca lo splendore raggiunto durante il dominio arabo.

Pranzo veloce con squisite tapas e dopo una decina di chilometri entriamo in Portogallo, nella regione dell’Alentejo.

Arriviamo ad Arcos, dove dormiremo le prossime due notti. Si tratta di un minuscolo paese di piccole case ad un piano perlopiù piastrellate, dove il tempo sembra essersi fermato. Nel bar della piazza principale (e unica) un gruppetto di uomini anziani rigorosamente con coppola ci scrutano incuriositi. Le strade intorno sono deserte e soprattutto non si scorge nessuna indicazione del nostro albergo. Scopriremo presto che in Alentejo non esistono pubblicità di alberghi. All’inizio dei paese si trova un cartello blu standard con scritto Albergaria, senza specificare il nome, l’indirizzo o la quantità.

Per caso, dietro una curva, ci troviamo proprio di fronte l’Albergaria Monte Rosada. Sistemiamo i bagagli e facciamo un giro perlustrativo della struttura. Si tratta di un’azienda vinicola del 1863, restaurata con molta cura e trasformata in albergo e ristorante. Visitiamo la vecchia cantina dove esistono ancora le botti in legno, il ristorante, i vari salotti, la piscina ed il giardino. Ci sono molti pezzi antichi provenienti da vecchie case di campagna, collocati con molto gusto e le pareti spesse ci difendono dal tempo che qui sembra essersi fermato.

Usciamo dopo qualche ora sotto un cielo plumbeo, con nuvole nere cariche di pioggia. Il maltempo sarà il nostro fidato compagno di viaggio, insieme alle nuvole nere o bianche, passando per ogni sfumatura di grigio.

Ci dirigiamo verso Borba, una delle cittadine del marmo. Attraversiamo in auto Praça Da Repubblica, con una strana fontana. Raggiungiamo Villa Viçosa che ha una bellissima piazza con un imponente Palazzo Ducale. Visitiamo anche il castello al cui interno si trovano alcune case ed una chiesa.

Andiamo ad Estremoz. Il centro della città bassa è dominato da una piazza enorme dove si concentra la vita cittadina. Ci incamminiamo verso la città alta dove si trova il castello e le sempre presenti mura che accerchiano tutte queste cittadine. Ci sono molte persone in giro, alle finestre e sui terrazzi vengono esposti drappi rossi, mentre alcuni vicoli sono stati cosparsi di fiori e foglie. Da li a poco infatti arriva la processione. Non riusciamo a capire esattamente qual’è la ricorrenza, ma tutto il paese partecipa numeroso cantando e pregando insieme ad una banda che fa da sottofondo a questa atmosfera mistica. E’ come tornare bambina, a quando aspettavamo con emozione la festa del quartiere , il 29 Giugno SS. Pietro e Paolo. Mi ricordo i drappi alle finestre e tutti noi che con gioia partecipavamo ai festeggiamenti. E’questa l’impressione più forte che mi sta dando il Portogallo. Mi sta regalando un tuffo nel passato.

Torniamo sulla piazza principale dove si affacciano vari locali. Ceniamo al ristorante del Caffè Alentejano (euro 25, antipasto, due zuppe, baccalà gratinato e seppie alla griglia, contorni, acqua e birra).

23/5 ALTO ALENTEJO Dopo la colazione nell’elegante ristorante dell’Albergaria Monte Rosada, ci dirigiamo verso nord, accompagnati da nuvole cariche di pioggia.

Visitiamo sotto un’acqua torrenziale , Castelo Do Vide, il suo castello, il ghetto con vicoli stretti e ripidi. Cerchiamo nei dintorni dei famosi Menhir, ma a causa delle scarse indicazioni troviamo solo il Menhir Da Meada, un solitario simbolo fallico alto 7 metri.

La pioggia non ci da tregua quindi ci spingiamo di nuovo in Spagna e saltiamo Marvao. Ci fermiamo nella bella cittadina di Albuquerque giusto per uno spuntino e per fare il pieno alla macchina visto che la benzina qui costa meno, mentre in Portogallo ha gli stessi alti prezzi italiani.

Rientriamo in Portogallo e riusciamo a visitare senza ombrello, Elvas. Ci inerpichiamo in macchina per le strette viuzze , fino al castello dove si può ammirare il panorama circostante. Vi si trova anche un bellissimo acquedotto del 1600 , Aqueduto da Amoreira: La sera torniamo ad Estremoz. Visitiamo la pousada ricavata all’interno del castello e poi ceniamo all’Adega do Isaias, una tasca (cantina) con tavoloni in legno e botti appoggiate alle pareti, dove si mangiano specialità alla griglia. Speso euro 25 ( due secondi di carne grigliata, contorni, dessert, acqua e vino) 24/5 EVORA-LISBONA Essendo sabato, prima di lasciare definitivamente questa zona, facciamo un salto ad Estremoz per il mercato settimanale che si svolge nella grande piazza centrale. Molti contadini della zona vendono nei loro banchetti la loro verdura, il loro formaggio, le loro olive. Il tutto pesato con bilance d’epoca. Altri banchetti espongono pezzi di antiquariato provenienti dalle vecchie case di campagna.

E’ tempo di procedere verso Evora, cittadina dichiarata patrimonio dell’Umanità.

Visitiamo la piazza principale, mentre le due chiese più importanti (la cattedrale e S.Francesco) le ammiriamo solo dall’esterno causa cerimonie in corso. Molto bello e straordinariamente intatto è il Tempio Romano che fa bella mostra in centro città con colonne corinzie sormontate dal marmo di Estremoz.

Lasciamo Evora e ci immergiamo nelle pianure circostanti alla ricerca dei preistorici megaliti di cui la zona è ricca. Prima troviamo il Menhir Dos Almendres, altra pietra solitaria dalla forma fallica alta 4 metri. Poi è la volta dello straordinario Cromeleque dos Almendres, un enorme cerchio formato da 95 pietre dalla forma arrotondata, conficcate nel terreno. Il tutto è molto suggestivo, complice anche il panorama intorno. Chiudendo gli occhi si riesce ad immaginare qualcosa delle tante cerimonie che vi si sono svolte.

Poco distante visitiamo l’Antagrande do Zambujeiro, il più grande dolmen d’Europa. Essendo coperto da un tetto di lamiera, ci lascia abbastanza indifferenti. Solo guardando dentro la camera, si capisce la maestosità di questo luogo.

Nel pomeriggio raggiungiamo Lisbona, attraversando lo straordinario Ponte 25 De Avril, da cui sembra darci il benvenuto, il grande Gesù a braccia aperte, copia di quello che si trova a Rio de Janeiro.

La ricerca dell’albergo non è facilissima, soprattutto per alcune strade chiuse casa lavori di ampliamento della rete metropolitana.

Una volta arrivati scopriamo che si trova vicino al Corte Ingles, un enorme centro commerciale molto diffuso in Spagna. Lasciamo la macchina nel garage dell’hotel e andiamo alla scoperta di Lisbona con la metro.

Partiamo con il giro dalla Baixa, dal lungofiume, poi visitiamo la Praça Do Commercio, Rossio e Praça da Figueira e le varie vie centrali.

Saliamo per ripide scale verso il Bairro Alto e ceniamo in un ex-convento “Cervejeria Trinidad”, consigliato dalla Lonely Planet. Assaggio una specialità locale, l’Acorda, pane olio uovo e gamberetti. U n piatto che lascia il segno.

Digeriamo passeggiando per i vicoli molto animati del quartiere “Cheguei a Lisboa, mas nao a uma conclusao” Fernando Pessoa (Arrivai a Lisbona, ma non ad una conclusione) 25/5 ESTORIL CASCAIS SINTRA-BELEM Ci dirigiamo in auto verso Estoril e visitiamo il circuito dove si corre il gran premio delle moto.

Poi a Cascais, complice finalmente una giornata soleggiata, facciamo una passeggiata lungo l’oceano e nel paese molto turistico ma piacevole.

Ci fermiamo dopo 2 km a vedere una grotta chiamata Boca Negra, scavata nell’alta scogliera.

Seguendo una spettacolare strada costiera in parte, e una più interna in una zona collinare, accompagnati da nuvole che sembrano invitarci a scoprire i segreti del luogo, raggiungiamo Cabo da Roca, il punto più occidentale d’Europa. Un luogo selvaggio e battuto dal vento che si protende verso l’oceano misterioso e impetuoso e verso quelle terre che tanto hanno amato conquistare i portoghesi.

Arriviamo a Sintra, una cittadina meravigliosa, che appare dinanzi a noi come uscita da un libro di favole.

Mangiamo qualche sfogliatina salata in un caffè dove le cameriere sono delle signore piccole e rotondette ultrasessantenni, che indossano delle comode e buffe pantofoline blu in velluto.

Le cose da vedere sono molte. Optiamo per la visita del Palacio nacional da pena, un palazzo in stile manuelino-bavarese (un connubio dal risultato molto fantasioso), dai colori lavanda, limone e rosa.

Visitiamo anche l’interno sontuosamente arredato (ingresso euro 11, palazzo e giardini, più 4 euro di biglietto a/r della navetta per raggiungerlo).

Sulla via del ritorno ci fermiamo a Belem, quartiere periferico di Lisbona da dove nel 1497 iniziò il viaggio di Vasco de Gama, che lo portò a scoprire la rotta delle Indie.

Visitiamo la torre bianca in stile manuelino che è anche il simbolo di Lisbona e comunque testimone dell’epoca delle grandi conquiste.

L’ingresso costa 3 euro e si sale fino in alto da dove si può ammirare uno splendido panorama sul fiume Tejo e sul ponte 25 Aprile.

A poca distanza si trova il monumento delle scoperte (Padrao dos Descobrimentos) , un colosso bianco che ha la forma di una caravella con scolpiti vari personaggi importanti per la storia portoghese.

Ci dirigiamo poi verso una delle cose imperdibili di questa città: Pasteis De Belem, la pasticceria più famosa dove si mangiano le squisite tortine di crema all’uovo servite calde , cosparse di zucchero e cannella. C’è sempre una lunga fila, ma l’attesa è largamente ripagata da un piacere divino. Per la cena torniamo nel nostro caro Bairro Alto e scegliamo un ristorante trendy, Imperio dos Sentidos, ben frequentato che espone anche una bella mostra fotografica.

26/5 LISBONA Iniziamo la giornata seguendo il percorso pedonale indicato dalla Lonely Planet che si sviluppa soprattutto nel quartiere dell’Alfama. Prendiamo il mitico tram nr.28 (biglietto eur 1,35 a tratta).

Scendiamo a Largo de Graça e iniziamo l’itinerario suggerito.

Ci addentriamo nel suggestivo quartiere dell’Alfama, passando prima per il Miradouro da Senhora da Monte, il castello e il Miradouro de Santa Luzia.

Panni stesi, addobbi colorati (forse per il prossimo S.Antonio?), vicoli ripidi e senza uscita (becos), uomini senza denti ma anche eleganti in gessato grigio e con fazzoletto rosso nel taschino che sembrano usciti da una sala da ballo improvvisata dove si sono lasciati coinvolgere da un appassionato ma nostalgico tango..“Italiani? B e n v e n u t i !” Pranziamo da A Margaridinha De Alfama, dove la signora gentilissima ci fa accomodare nel suo locale/ristorante/cucina sala unica dove ci stanno al massimo 10 persone. Mangiamo sardine e baccalà grigliati oltre al solito antipasto di olive e formaggio (eur 25 in due).

Scendiamo dall’Alfama, accompagnati da preziosi azulejos ma anche da edifici abbandonati e visitiamo la cattedrale (Se’) che esternamente ricorda Notre Dame. Poi entriamo in un negozio molto particolare, la Conserviera de Lisboa, dove vendono ogni tipo di pesce in scatola rigorosamente impacchettato a mano da due signore avanti negli anni che sedute in disparte sembrano parte dell’arredamento.

Facciamo di nuovo un giro in Praja de Commercio e Rua Augusta, con i suoi tanti negozi.

Per cena torniamo al Bairro Alto, in una piccolissima trattoria “O fogareiro”. Antipasto, secondo di pesce e dessert, meno di 30 euro.

27/5 TOMAR –FATIMA-OBIDOS Imbocchiamo l’autostrada a pagamento in direzione nord verso Tomar e dopo circa un’ora e mezzo arriviamo allo splendido ed unico Convento di Cristo. Magico e imperdibile, dove i cavalieri templari hanno vissuto, discusso, pianificato. Ci sono cappelle, chiostri e sale capitolari. Ogni particolare che sporge dai muri ha una storia a sé; si scoprono volti di pietra, fregi, sculture,stemmi immobiliari, croci, angeli, decori arabeschi. Raggiungiamo poi Fatima sotto una pioggia scrosciante e verso le 14.00 , quando tutti i gruppi con i loro mastodontici pullman stanno pranzando nei tanti ristoranti che popolano la zona.

Luogo molto commerciale e costruito e apparentemente molto freddo. Ma, come entro nella cappella dell’Apparizione, le lacrime inziano a scendere copiose, la testa si svuota , tutti i pensieri sembrano essere lavati dalla pioggia battente. Un emozione incredibile e sorprendente.

Visitiamo anche la chiesa vecchia mentre lasciamo perdere la nuova che sembra quasi un’astronave atterrata in questo immenso piazzale.

Riprendiamo l’autostrada in direzione sud. Arriviamo ad Obidos, un paese bomboniera dalle case bianche, gli infissi colorati e tanti fiori alle finestre. E’cinta da mura sulle quali si può camminare facendo il giro completo del paese. Il castello è stato chiaramente trasformato in elegante Pousada.

Rientriamo a Lisbona dopo aver percorso un totale di 350 chilometri.

Ritorniamo in centro per un’ultima passeggiata; Avenida de Libertade, Restauradores, Rua Augusta. Passiamo sotto l’Elevator S.Justa(l’unico in verticale della città). Saliamo fino al nostro caro Bairro Alto e ceniamo in un’altra tipica bettola, O Capucinho in Rua Rosa. Antipasto, zuppa del giorno, secondo, dessert a meno di 30 euro. Gli perdoniamo l’odore di fritto che ha pesantemente impregnato i nostri abiti, visto l’autenticità del posto.

Passeggiamo per le strade del quartiere, senza meta, alternando salite, discese, e scalini.

Buonanotte ultima sera a Lisbona 28/5 PENISOLA DE SETUBAL-ALGARVE Lasciamo Lisbona percorrendo il ponte 25 Aprile con il maestoso Gesu’ che questa volta sembra salutare la nostra partenza.

Passiamo per la penisola di Setubal e ci fermiamo a visitare la cantina Josè Maria Da Fonseca, nel piccolo paese di Villa Nogueira de Azeitao, la più antica produttrice di Moscatel (vino dolce tipo il nostro vinsanto) Raggiungiamo Cabo Espichel dove si trova un’alta scogliera a picco sul mare ed una chiesa Nossa Senhora Do Cabo, fiancheggiata da due file di casette, tristemente abbandonate. E’un luogo comunque suggestivo e solitario e leggo sulla guida che Wim Wenders vi ha girato alcune scene di Lisbon Story. Proseguiamo attraversando il Parque Natural da Arrabida e imbocchiamo una strada che scende e termina in un minuscolo porticciolo, in una piccola baia dove si trovano tre case e cinque ristoranti: Portino da Arrabida. Decidiamo di fermarci per pranzo ed ordiniamo un branzino da 1 kg che ci viene servito grigliato, con vari contorni. Spendiamo un totale di 50 euro, compreso l’antipasto.

Imbocchiamo l’autostrada deserta e a pagamento (16 euro per circa 150 chilometri) e arriviamo a destinazione, a Carvoeiro. Abbiamo prenotato una stanza in una guesthouse, Casa Luiz. E’ piccola ma molto confortevole. Abbiamo una terrazza in comune con la camera accanto, con vista oceano e dove nei giorni successivi, pioggia permettendo, consumeremo la colazione e e l’aperitivo.

Abbiamo anche il forno a microonde, il frigo e il bollitore. Il tutto a 50 euro a notte.

Usciamo a piedi per la cena e per familizzare con il paese che ci ospiterà per le prossime tre notti.

Ceniamo in un ristorante ai bordi dell’oceano, incastonato tra le rocce, nella baia di Algar Seco, il Boneca Bar. Siamo gli unici ospiti. Peccato perché il posto è carino. Al termine della cena ci offrono anche del Porto che Andrea apprezza molto.

29/5 SAGRES/CARRAPATEIRA/PORTIMAR/SILVES Oggi la giornata inizia con nebbia e pioggia. E pensare che ho portato la crema protettiva.

Prendiamo la macchina e finalmente lungo il tragitto il tempo comincia a migliorare. Ci spingiamo verso Ovest e iniziamo a visitare la costa dalle alte scogliere battute dal vento.

E’la volta di Sagres, dove visitiamo la Fortaleza, che non è niente di speciale se non fosse per la sua splendida posizione. Qui spericolati pescatori con canne lunghissime stanno in bilico sulla scogliera in attesa del pesce giusto.

Raggiungiamo Cabo De Sao Vicente, dove però ci sono un po’ troppi turisti per i nostri gusti. Pranziamo ad un baracchino con un vero Wurstel tedesco.

Continuiamo in direzione Nord, verso Carrapateira dove visitiamo due bellissime spiagge, Praia da Bordeira e Praia do Amado, affollate di surfisti intenti a cavalcare le onde.

Torniamo indietro fermandoci a Lagos, dove facciamo una passeggiata lungomare e nel suo affollato centro cittadino.

Arriviamo a Portimar e alla splendida Praha da Rocha, purtroppo soffocata dal cemento dei suoi grandi alberghi , dai tanti pubs e dal chiasso dei numerosi turisti inglesi che la popolano.

Ultima visita della giornata al paese di Silves con il suo castello di mattoncini rossi che si trova circa 15 chilometri dalla costa.

Ci concediamo un meritato aperitivo portoghese, sul nostro terrazzo vista oceano, con crostini al patè di sardine, patatine varie, birra Sagres e acqua per me.

Cena in paese in una marisqueria.

30/5 TAVIRA/OLAHO/FARO Oggi tocca alla costa verso Est. Visitiamo il centro storico di Tavira e a causa del tempo molto variabile non raggiungiamo l’Isola con la sua splendida spiaggia.

Ci spingiamo verso Cacela Velha, minuscolo borgo di pescatori.

Poi raggiungiamo Olaho, piccola cittadina di pescatori dove pranziamo con un vassoio di gamberi crudi freschi.

Infine andiamo a Faro dove facciamo un giro della città vecchia all’interno delle mura. Purtroppo anche qui per la temperatura ed il tempo instabile non possiamo visitare le spiagge che si trovano di fronte, raggiungibili con brevi tragitti in barca.

Torniamo a Carvoeiro e per la prima ed unica volta riusciamo a stenderci per un’oretta nella spiaggia di fronte a dove dormiamo La sera rimaniamo in paese e ceniamo con la “Catalana” che è una loro zuppa di pesce tipica. Slurp!!! 31/5 SIVIGLIA Lasciamo Carvoeiro, l’Algarve e il Portogallo. Dopo circa due ore e mezzo di autostrada arriviamo a Siviglia. Ci sistemiamo all’hotel IBis che si trova a dieci minuti dall’aeroporto e dopo una doccia, ci spostiamo in centro.

Mangiamo delle squisite ed abbondanti tapas e ci mescoliamo ai locali nel frenetico shopping del sabato pomeriggio: H&m, Zara, Mango, Blanco, Sfera. Ne approfittiamo per rivedere velocemente questa splendida città, la sua cattedrale, il Barrio santa Cruz e le tante strade con bellissimi palazzi.

La sera decidiamo di parcheggiare dall’altra parte del centro oltre al fiume, nel quartiere Triana. Ceniamo in una tipica trattoria frequentata quasi esclusivamente da locali.

E’ l’ora di andare a letto. Domattina sveglia alle 6.30 per raggiungere l’aeroporto, riconsegnare l’auto ed imbarcarci sulla fedele Ryanair alla volta di Bergamo.

Abbiamo macinato chilometri , costeggiando distese ricche di querce da sughero,con la terra rossa a fare da contorno, immergendoci in un’atmosfera di altri tempi.

Tempi che furono, della giovinezza, della fine della scuola e delle vacanze estive. Paesi dove ancora le persone si meravigliano di vedere un “foresto” e che vivono il mito della piazza, dove ci si incontra e si commenta gli eventi di un giorno uguale a tanti altri.

Le tante piccole case in calce bianca hanno profili gialli contro la febbre e azzurri per tenere lontane le mosche. Sono pennellate di colore che ravvivano anche il borgo più sconosciuto.

E poi questa magia data sia dalla fede ancora viva, con le tante feste religiose e le cerimonie che dai primitivi menhir e dalle leggende che narrano dei templari.

Abbiamo respirato il potere coloniale di questa nazione, le sue passate ricchezze, le grandi spedizioni via mare, le importanti conquiste. L’oceano impetuoso ha scavato scogliere e grotte, ed è stato testimone di importanti vittorie e inevitabili tragedie.

E’ stato un vero e proprio tuffo nel passato.

Preparatevi ad avere sempre una televisione accesa nel ristorante dove mangiate, e quasi esclusivamente sintonizzata su una partita di calcio.

Oppure sull’ Eurofestival, una manifestazione che vedevo quando ero bambina, e che credevo non esistesse più.

E state attenti agli antipasti che vi portano anche se non li avete ordinati, ma che se toccati, vi vengono messi in conto. Anche se si tratta di un semplice pezzo di burro.

E portatevi un vocabolario, perchè il portoghese è una lingua complicata e per niente improvvisabile.

BOA VIAGEM



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