Ritorno in Portogallo

Volevo tornare in Portogallo, un paese che avevo già visitato e vissuto. Il mio ultimo viaggio risaliva a 12 anni fa, non sapevo quindi cosa avrei ritrovato. Questo che segue è il resoconto del nostro viaggio, spero possa esservi utile e che possa trasmettervi oltre ad utili informazioni anche la voglia di fare un vacanza in questo splendido...
Scritto da: pastel de nata
ritorno in portogallo
Partenza il: 13/08/2006
Ritorno il: 01/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Volevo tornare in Portogallo, un paese che avevo già visitato e vissuto. Il mio ultimo viaggio risaliva a 12 anni fa, non sapevo quindi cosa avrei ritrovato. Questo che segue è il resoconto del nostro viaggio, spero possa esservi utile e che possa trasmettervi oltre ad utili informazioni anche la voglia di fare un vacanza in questo splendido paese.

Esaurisco il mio compagno con la mia ansia organizzativa e dopo aver comprato il biglietto aereo (volo Alitalia Roma-Lisbona A/R) inizio a consultare guide e siti internet per decidere un itinerario di massima. Consiglio di dare un’occhiata all’ottimo sito dell’Ufficio del turismo Portoghese http://www.Visitportugal.Com/ ricco di spunti e di informazioni.

Le guide che abbiamo utilizzato sono: la Lonely Planet, la Rough Guide e la GEO. Le prime due integrate tra loro sono risultate un ottimo supporto, la GEO è del tutto inutile. Alle tre guide è stato aggiunto Viaggio in Portogallo di José Saramago, non è una guida, ma per chi ama Saramago è un vero piacere leggere queste pagine mentre si gira la terra lusitana. Dopo diverse ricerche relative al noleggio auto, abbiamo trovato un’ottima offerta sul sito https://www.Economycarrentals.Com/, il costo era decisamente vantaggioso rispetto ai prezzi proposti dall’AVIS ed Hertz. Il costo complessivo per il periodo di 14 giorni è stato: € 354,00. L’auto, una Volkswagen Polo con aria condizionata, è stata messa a disposizione dalla SIXT.

13 agosto ROMA-LISBONA-OBIDOS Partiamo. All’aeroporto di Lisbona ci dirigiamo al banco della Sixt per ritirare l’auto. Per coloro che posseggano una carta di credito Electron, vi comunico ahimé che per il noleggio dell’auto non va bene, ma è richiesta una carta di credito classica, una di quelle con i numeri in rilievo per intenderci.

Riusciamo ad uscire da Lisbona, senza troppi problemi – abbiamo entrambi un pessimo senso dell’orientamento -, in direzione Obidos, dove avevo prenotato via e-mail una stanza per la notte, per il costo di € 60,00 (colazione inclusa) presso la Casa do Relogio, Rua da Graça Apartado 12, Tel 262 958 554 / 262 959 282 e-mail: casa.Relogio@clix.Pt info@casadorelogio.Com pagina web http://www.Casadorelogio.Com/index.Php. Casa do Relogio è una piccola casa del Turismo de habitação, appena fuori le mura del paese, con un bel terrazzo e con una sala per la colazione molto piacevole.

Arrivati a Obidos abbiamo parcheggiato la macchina, lasciato i bagagli in stanza ci siamo subito diretti nel borgo a fare un giro sulle mura e fra i vicoli. Obidos è una piccola bomboniera, che la sera si svuota dei turisti che l’hanno affollata per l’intera giornata e ti regala un’atmosfera magica.

Abbiamo cenato al Ristorante O Pretenzioso – consigliatoci da un abitante locale – che si trova in Largo do Postigo, n. 2, Tel: 262 950 021. Chiude il lunedì. Abbiamo mangiato molto bene, spendendo in due € 45,00.

14 agosto: CALDAS DA RAINHA-ALCOBAÇA-BATALHA-TOMAR Lasciato Obidos, ci siamo diretti al Monastero di Alcobaça, facendo una breve sosta a Caldas da Rainha, per acquistare due bellissimi cappelli di paglia, indossato il quale il mio compagno è risultato assomigliare in modo impressionate a Fernando Pessoa! Il piccolo mercato era un insieme di banchi di frutta e verdura, di facce sorridenti di contadini e di signore anziane, di meravigliosi banchi di formaggi. I formaggi portoghesi sono ottimi! Dopo un po’ di spese un buon caffè (Bica) e un dolce, – anche nel reparto dolci il Portogallo ne offre di davvero buoni, in primis i pasteis de nata-, ci siamo diretti al Monastero di Alcobaça. Non mi dilungherò in dettagli su questa meraviglia, vi dico solo che ne vale davvero la pena. Anche la cittadina di Alcobaça, il Monastero è nella piazza principale, è molto carina. Dopo Alcobaça ci siamo diretti al Monastero di Batalha, altro gioiello da non perdere! Stanchi ma molto contenti delle cose viste ci siamo diretti a Tomar percorrendo le belle strade N356 e N113. A Tomar abbiamo dormito nella deliziosa pensione Residencial União, Rua Serpa Pinto, 94, Tel. 249 323 161 – Fax 249 321 299, e-mail: residencialuniao@oninet.Pt doppia con colazione € 35,00, che ho scoperto è selezionata anche dalla Guides de charme.

La sera, dopo un aperitivo nella piazza principale di fronte alla statua di Martin Moniz, siamo andati a mangiare al Dopolavoro della Banda Municipale, suggerito da diversi turisti per caso in precedenti resoconti di viaggio, che si trova in Rua Magalhães, appena si arriva sulla piazza principale svoltare a destra e dopo 150 m trovate la sala. Il posto in effetti merita, le foto delle vecchie bande musicali appese alle pareti sono splendide ed è davvero economico, e si mangia discretamente. Abbiamo speso in due € 13,00.

15 agosto: TOMAR- ALMOUROL- COSTANCIA- MARVÃO A Ferragosto i monumenti sono gratis. La mattina l’abbiamo dedicata alla visita del Castello dei templari, saremmo stati lì almeno due ore; è un labirinto, un posto magico, da non perdere.

Da Tomar ci siamo diretti al Castello di Almourol, percorrendo la bella strada panoramica N358. Il castello di per sé non è speciale, ma è speciale la locazione ed il posto; si trova su di un’isoletta in mezzo al fiume Tejo. Al Castello si arriva solo in macchina, per cui per coloro che si muovono in autobus possono vedere se da Costancia – la cittadina più vicina – c’è un servizio di taxi. Sembra di essere dentro il paesaggio di un quadro romantico dell’800. Dalla sponda del fiume, pagando a testa € 1,50, una piccola barca ti traghetta sull’altra sponda, facendo prima la circumnavigazione dell’isola; risalendo un breve sentiero, percorso da anatre e capre, si giunge al castello, dalla cui torre si gode di una bella vista sul fiume e sulle pianure circostanti. Lasciamo il Castello diretti a Marvão (Alto Alentejo), ma prima facciamo una breve sosta nella cittadina di Costancia, che si trova sulle sponde del Tejo, per un caffé e un panino. Il centro del paese è carino, e anche il panino non era affatto male.

Percorrendo la bellissima strada che da Castelo de Vide porta a Marvão, il filare di alberi che costeggia la strada dà la sensazione di essere avvolti da colonne, giungiamo a Marvão. Per quanto io fossi straconvinta che avremmo avuto serie difficoltà a incontrare da dormire, abbiamo trovato una stanza con bagno, molto carina, per il costo di € 40,00, colazione inclusa. Rivolgetevi al Bar Ristorante Varanda do Alentejo, che si trova sulla Praça do Pelourinho 1, Tel 245993272, il proprietario possiede lì vicino un immobile di cui affitta le stanze.

Marvão si trova a 800 m nel Parque da Serra de São Mamede; la sua posizione poco distante dal confine l’ha reso un paese strategico nel sistema difensivo del Portogallo. Dalla sua grande fortezza, che si raggiunge risalendo le stradine del paese, la vista si perde all’orizzonte, poco distante si vede la terra iberica. Gli spagnoli hanno tentato per anni e anni di espugnare Marvão, ma senza successo. Essendo posizionato su di un cucuzzolo, il vento soffia e batte. Fortuna che ci eravamo portati dietro un pile, faceva un freddo che segava le gambe; abbiamo incoscientemente deciso di prendere un aperitivo sulla terrazza del Bar Varanda do Alentejo, ci siamo letteralmente congelati.

La sera abbiamo cenato al Restaurante Casa do Povo, Travessa Chabouco, Tel 245993160. Mangiato benissimo e spendendo in due € 27,00. Le porzioni in Portogallo sono sempre enormi, per cui se non siete dei gran mangiatori, vi consiglio di chiedere spesso una mezza porzione (meia dose). 16 agosto: MANFORTE-ESTREMOZ- EVORA Ci siamo svegliati e sembrava di stare in Irlanda, una nebbia densa e un freddo che spezzava le ossa, intorpiditi ci siamo diretti al bar a fare colazione e dopo una buona dose di caffé siamo partiti in direzione di Evora, prendendo la statale IP2 .

Il cielo era plumbeo, strano tempo ed un insolito paesaggio per l’Alentejo, le nuvole grigie basse creavano un particolare contrasto con i campi gialli, arsi normalmente dal sole. Dovevamo assumere un’ulteriore dose di caffeina, il cielo plumbeo invogliava al torpore. Siamo quindi usciti dalla statale e ci siamo recati a Monforte, non era segnalato da nessuna guida, e come spesso accade le cose inaspettate si rivelano una bella sorpresa. Dopo il caffé in un bar pieno di anziani, abbiamo fatto due passi per il paese, raccogliendo depliant ed informazioni al piccolo ufficio del turismo: la ragazza gentile e sorridente ci ha informato dei monumenti da vedere, tra cui una deliziosa piccola chiesa, la cui facciata esterna era rigorosamente bianca con i bordi gialli ocra (tipici colori alentejani), e l’interno aveva dei bei capitelli romani.

Verso l’ora di pranzo giungiamo ad Estremoz, una delle cittadine note per il marmo. Sarà stato il cielo, saranno state le fredde raffiche di vento, ma a noi Estremoz non ha colpito in modo particolare. La parte alta del paese ha una bella piazza dove si trova il vecchio castello ora Pousada, e da lì si gode una bella veduta delle pianure. Decidiamo di aspettare la riapertura pomeridiana del Museo Regionale, che si trova proprio di fronte alla Pousada. Nell’attesa riscendiamo nella parte bassa del paese e mangiamo uno spuntino al bar (due panini, due bottigliette d’acqua e due caffé per la spesa complessiva di € 6,00). Il museo il cui biglietto costa € 1,50, è un piccolo museo con delle piccole statuette di artigianato locale davvero deliziose.

Sulla strada per Evora, facciamo una breve deviazione per Everamonte, batte un grande vento e la nostra deviazione è breve.

Evora, città patrimonio dell’Unesco. Se arrivate in macchina, preparatevi a muovervi e soprattutto a parcheggiare con difficoltà. Un consiglio, se avete in mente di dormire ad Evora, è preferibile prenotare prima, abbiamo girato diverse pensioni, in alcune delle quali ci sarebbe piaciuto alloggiare, ma era tutto pieno. Dopo diversi giri siamo riusciti ad aggiudicarci l’ultima camera disponibile presso il Residencial O Alentejo, Rua Serpa Pinto, 74. Tel 266 702 903. Il tempo di tornare in strada consultarmi con il mio compagno, che era rimasto in macchina – non trovando parcheggio –, ritornare alla Pensione che la signora alla reception mi dice con fare poco gentile che lei aveva fatto vedere nel frattempo la stanza a un’altra persona, che io ero sparita e che quindi dovevo eventualmente attendere il responso dell’altra persona. Dopo 10 minuti ha deciso che, visto che l’altra persona non tornava, ci avrebbe dato la stanza (due letti con bagno, senza colazione, € 48,00). La camera era carina, e a parte i modi un po’ burberi della padrona, il posto è piacevole e tranquillo con i pavimenti di legno ed è vicinissimo alla Praça do Giraldo.

Parcheggiamo la macchina fuori le mura, non lontano dalla pensione. Nelle strade del centro di Evora il parcheggio è tutto a pagamento. Dalle nostre guide avevamo selezionato alcuni ristoranti, decidiamo quindi di fare una passeggiata prima di cena ed esplorare oltre le strade di Evora anche i menù dei ristoranti selezionati. Con il nostro eccellente senso dell’orientamento non trovavamo una delle strade, chiedo quindi ad un signore indicazioni su come raggiungere il ristorante, il signore, davvero gentile, dopo aver spiegato nel dettaglio il percorso, mi dice che il ristorante che cercavamo non era un granché, e che se avessi voluto mangiare bene di andare al Bar Ristorante Taco, Largo Luis de Camões 19-20, Tel 266703301, poco distante da dove eravamo. Abbiamo seguito il suo consiglio, il posto è frequentato prevalentemente da locali, la signora che ci ha servito era molto gentile, il cibo ottimo per un costo totale di € 29,00.

17 agosto EVORA-ALVITO-BEJA Ci svegliamo con calma, il cielo continua a essere nuvoloso, la sera precedente aveva piovuto. Lasciamo i nostri bagagli alla pensione, la signora si dimostra più gentile e sorridente del giorno precedente. Dopo una colazione al bar della Piazza, iniziamo il nostro giro per Evora, la temperatura insolita per la stagione agevola il nostro giro, che sarebbe stato normalmente impossibile durante le prime ore del pomeriggio. Nel nostro camminare, ci imbattiamo in un piccolo giardino dietro la Cattedrale, (venendo dalla piazza in cui si trova il tempio di Diana), una signora anziana aveva appena affisso all’entrata del giardino il menù del pranzo. Se siete dalle parti della cattedrale per pranzo o anche solo per prendere un tè, vi consiglio questo luogo surreale, si mangia bene e il giardino è accogliente e ombreggiato. La signora, una naturopata, cucina cibi naturali e macrobiotici. Il mio compagno prende un zuppa di spinaci io un frullato, tutto per la ridicola somma di € 3,00.

Vi tralascio i dettagli dei monumenti di Evora, che le vostre guide sapranno fornirvi meglio. Una breve aggiunta, sia la Lonely che la Rough sostenevano che non fosse possibile vedere il chiostro della Pousada dos Loios, noi abbiamo chiesto e senza problemi ci hanno fatto entrare.

Ripreso bagagli e auto siamo partiti in direzione di Beja. Si susseguono sulla strada ulivi e alberi da sughero, il paesaggio è calmo e conciliante, la strada che percorriamo attraversa paesini bianchi e tranquilli. Il mio compagno suggerisce di fermarci ad Alvito, che aveva letto sulla Rough Guide essere un paese molto carino, e in effetti lo era. La chiesa del paese, colorata esternamente di un giallo ocra, svela all’interno una meraviglia: le navate sono ricoperte di azulejos di colore tra il giallo e il blu. Una ragazza molto gentile all’interno ci riempie di depliant sulla chiesa e sul paese. All’ufficio del turismo raccogliamo altre informazioni sul paese e sul distretto di Beja – capoluogo del Basso Alentejo.

Prima di rimetterci in cammino ci godiamo la bellezza del paese e il silenzio del posto gustando seduti ad un bar dei pasteis de bacalhau e due succhi di frutta. Il pastel de bacalhau lo troverete ovunque in Portogallo, e spesso ve lo serviranno anche come antipasto. Se amate il baccalà dovete assolutamente assaggiare queste deliziose crocchette. Anche i succhi di frutta meritano una piccola nota: oltre alla spremuta d’arancia che trovate ovunque, la cui qualità è ottima per la dolcezza delle arance, vi consiglio di bere i succhi di frutta portoghesi che sono buonissimi e gustosi, troverete oltre i soliti pera, albicocca anche succhi di mango, papaia, papaia e arancia ecc. Una vera delizia per il palato. Provateli.

Riprendiamo la strada e giungiamo a Beja, dove io ero stata ben 18 anni prima, per svolgere un campo di lavoro con il Servizio Civile Internazionale, il cui scopo era pulire le vecchie rovine romane di Castro da Cola, che si trovano nel distretto di Beja. Abbiamo trovato una stanza presso la Pensione famigliare Residencial Bejense, Rua Capitão João Francisco de Sousa, 57 Tel. 284311570. Nei corridoi abbelliti da maioliche sono appese le foto di famiglia. La stanza che scegliamo, con terrazzino sulla strada e con bagno e colazione inclusa, costa € 40,00. È carina e come la maggioranza delle stanze in cui alloggiamo durante il nostro viaggio ha anche la Tv e l’aria condizionata, del tutto inutile visto le temperature.

Una menzione particolare merita la nostra cena. Il locale che avevamo scelto era chiuso per ferie, entriamo quindi nel Ristorante lì accanto: Casa de Pasto e Pipa, Rua da Moeda 8. Non scorderò mai la bontà della zuppa di baccalà, con patate e uova. Il mio compagno opta per la carne di maiale alla brace, accompagnata da patate fritte e insalata. Non resistiamo e prendiamo anche una fetta di dolce in due. Le porzioni sono enormi, il cibo è ottimo, l’atmosfera simpatica e il conto compreso il costo delle bevande è di € 22,00. È stata forse la cena migliore del nostro viaggio.

18 agosto: BEJA-SERPA-MOURA-MERTOLA La mattina, dopo la colazione e dopo aver inserito ulteriori monete nel parcometro, siamo pronti ad una visita dei monumenti della città, ma veniamo bloccati da un acquazzone. A Beja dove notoriamente d’estate le temperature oscillano tra i 38° e i 40°, noi andiamo in giro con la felpa e la giaccavento.

Smette di piovere e iniziamo la nostra visita. Assolutamente non dovete perdere l’ex Convento da Nossa Senhora da Conceição, ora Museo Regionale. Il museo non contiene nulla di rilevante ma la bellezza del chiostro – splendidi azulejos – e della sala capitolare – ornata da piastrelle arabe e con il soffitto dipinto -, merita la visita. Stiamo per uscire e veniamo fermati da uno dei custodi che ci aveva seguito durante la nostra visita. Mi guarda e mi chiede “ma tu sei Barbara? Hai fatto un Campo di lavoro alle rovine di Castro da Cola?” Lo guardo incredula, e alla mia riposta affermativa scopro che il custode era stato un mio compagno d’avventura. Ancora esterrefatta per aver incontrato Faustino e per aver ricordato l’estate del 1988, proseguiamo la visita di Beja. L’Igreja de Santo Amaro è chiusa, ma visitiamo il castello e passeggiamo tra le vie del centro per poi riprendere la macchina e dirigerci a Serpa. Sprazzi di sole si alternano a scrosci di pioggia e quando arriviamo a Serpa piove. Il nostro giro del paese è veloce, una foto all’acquedotto, un tentativo non andato a buon fine di acquistare il famoso formaggio di Serpa: è l’ora di pranzo e tutti i negozi sono chiusi. Riprendiamo il cammino in direzione di Moura. Impieghiamo una mezzora per riuscire a imboccare la strada giusta, finiamo persino in mezzo ai campi – come scordarsi la faccia del contadino in bicicletta che sorridendo ci dice che eravamo completamente fuori strada. Il cielo si apre, spunta il sole e il paesaggio di ulivi e di colline coltivate è bellissimo. Moura merita una visita, per la bellezza dei palazzi antichi, per il portale manuelino della chiesa principale, per i vicoli del vecchio quartiere arabo. Con una piacevole sensazione di contentezza e di serenità, che ci aveva regalato Moura, riprendiamo il cammino e ripassando per Serpa, ma questa volta senza intoppi, imbocchiamo la bellissima strada N122 che ci porterà a Mertola. Attraversando il Parque Natural do Rio Guadiana, e la città fantasma di ex minatori di São Domingos giungiamo a destinazione.

L’impatto scenico all’arrivo è notevole: svoltato l’ultimo tornante ci troviamo di fronte il villaggio di Mertola, abbarbicato sulle colline rocciose che sovrastano il fiume Guadiana, colpisce per la posizione e per l’armonia del paesaggio. Parcheggiamo la macchina e avviamo la ricerca di un alloggio, la situazione è sconfortante, sembra che in paese non vi sia neanche più un buco disponibile. Al quarto giro, con oramai la seria prospettiva di riprendere il cammino, adocchio il Bar Café Campaniço, Rua José Carlos Ary dos Santos, che la Rough indicava anche come affittacamere. Perché non chiedere? Il ragazzo del bar mi mostra una stanza al primo piano della casa dietro il bar: due letti, bagno e tv per il costo di € 30,00. La stanza è pulita, in bagno ci sono persino le saponette che ti danno gli alberghi. Sollevati dalla prospettiva di riprendere la strada, depositiamo i bagagli, e poco dopo ci dirigiamo in paese. L’aria è fresca, le ultime luci del tramonto ci regalano uno splendido paesaggio, lo stomaco brontola e cerchiamo un ristorante. Optiamo per il ristornate Migas, all’imbocco del vecchio paese, dietro il mercato. Non mangiamo male, ma con ancora il sapore della meravigliosa cena del giorno precedente le due zuppe di pesce che ordiniamo non ci paiono un granché. Spendiamo € 22,00. 19 agosto MERTOLA-ALCOTIUM-CACELA VELHA-TAVIRA-OLHÃO-LOULÈ È una bellissima giornata, lasciamo la nostra stanza e ci dirigiamo in paese per visitarne la parte alta. La chiesa, in origine una moschea, ha un bell’interno. Passeggiamo tra le viuzze che si inerpicano sino al castello, la vista è magnifica. Riscendiamo con calma alla nostra macchina e dopo un ottimo caffé e brioche riprendiamo la N122. Imbocchiamo poi la deviazione per Alcoutim, ma in questo paese sul confine con la Spagna e sulle sponde del fiume Gaudiana c’è troppa confusione di macchine e di gente e decidiamo quindi di proseguire in direzione dell’Algarve; la strada costeggia per diversi km il fiume, per poi reimmettersi nella N122.

Giungiamo finalmente al mare. Le strade deserte, i calmi paesaggi dei giorni trascorsi in Alentejo non ci preparano al traffico caotico della costa e alla miriade di costruzioni.

La prima sosta – di una lunga serie – è a Cacela Velha. Poche case, una bella piazzetta con chiesa bianca e un belvedere sulla penisola di sabbia sottostante. Fa caldo ma c’è una piacevole brezza e dopo una bibita ci incamminiamo speranzosi verso Tavira.

Sia le guide che i precedenti resoconti di viaggio indicavano Tavira come uno dei luoghi più caratteristici e piacevoli dove fermarsi in Algarve. Sulla statale N125 – che corre lungo l’Algarve – si susseguono file di condomini e albergoni; l’arrivo quindi a Tavira è una boccata di ossigeno. Il paese, l’unico della regione ad essere rimasto intatto dal famoso terremoto del 1775, conserva l’aspetto antico pur essendo molto turistico. Le nostre speranze vengono però repentinamente stroncate dalla signora dell’ufficio del turismo che ci comunica che l’intero paese è pieno, possiamo provare in un paio di pensioni o da privati. Optiamo per la scelta “stanza presso privati” e ci dirigiamo all’indirizzo fornitoci. La signora che ci apre la porta, storce la bocca alla notizia che la stanza la volevamo solo per una notte, dopo una discussione tra lei e la figlia su quale stanza farci vedere, ce ne viene mostrata una, il cui aspetto non è un granché, il bagno è sporco e ci vengono chiesti € 40,00, decliniamo l’offerta. Proviamo quindi un paio di pensioni, ma, o sono piene o le stanze che ci mostrano sono delle vere celle il cui prezzo è francamente inaccettabile. La situazione è sconfortante. Lasciamo Tavira un po’ frastornati. L’intento è di rimanere in zona – volevamo stenderci al sole sulle spiagge della Ilha de Tavira e del Parque Ria Formosa, proviamo quindi a cercare un alloggio nelle vicinanze. Le nostre ricerche non hanno un buon esito, anche le pensioni di Olhão risultano essere tutte piene.

Stanchi scartiamo l’ipotesi di cercare una stanza a Faro, imbottigliarsi nel traffico cittadino non era il caso e scegliamo di andare a Loulè, città nell’interno a 20 km da Faro.

La ricerca anche a Loulè risulta difficile. È già sera quando riusciamo a trovare una stanza al Residencial Dom Payo R Francisco S Carneiro Tel 289 414422. Il posto è alquanto anonimo, la stanza a due letti con bagno è pulita, ma niente di ché. Il costo della stanza, colazione inclusa, è di € 55,00. Loulé non è brutta, ma non è certo una città di cui consiglio assolutamente una visita o un soggiorno. Decidiamo di regalarci una cena in uno dei ristornati consigliati dalle guide come uno dei migliori dove mangiare la cataplana (piatto tipico dell’Algarve). La scelta risulta essere azzeccata, al Ristorante Bica Velha, Rua Martin Moniz 17, mangiamo bene, l’atmosfera (luci soffuse e musica in sottofondo) è gradevole. Spendiamo € 43.00.

Ci incamminiamo verso la nostra Pensione e sulla strada ci imbattiamo nel concerto di un gruppo locale. Rimaniamo affascinati dall’ambiente: le facce delle persone, le famiglie, gli anziani, i bambini. Il gruppo suona in un gazebo in stile art déco, l’aspetto più divertente è che sotto il gazebo vi sono i bagni pubblici, così mentre il cantante accenna un acuto, il pubblico nel frattempo va in bagno.

Sorridenti andiamo a dormire, in lontananza si sentono le note del gruppo musicale, il cielo è limpido e domani andremo al mare.

20 agosto PRAIA DA ROCHA-ALVOR-SALEMA-SAGRES (CABO DE SÃO VICENTE) Lasciamo Loulè e riscendiamo verso la costa, saltiamo Albufeira e ci dirigiamo a Praia da Rocha. Arrivati a Portimão impazziamo per trovare parcheggio. Certo, è domenica ma la situazione è davvero caotica, quando stiamo per rinunciare troviamo un posto dietro uno degli edifici che costeggiano il lungo mare. Un susseguirsi di palazzi di decine e decine di piani fanno da cornice alla strada sui cui si apre un belvedere, ti affacci e vedi la meraviglia della Praia da Rocha. Scogliere di colore tra l’ocra e il giallo, acqua limpida, spiaggia neanche troppo affollata. In due secondi siamo sulla sabbia, il tempo di togliersi i vestiti ed eravamo in acqua. Fa un gran caldo e la temperatura fredda dell’acqua è piacevole. Dalla spiaggia, in basso rispetto al livello della strada, non si scorgono i palazzi; piccole calette si alternano a tratti di spiaggia fina. Rimaniamo abbagliati dalla bellezza del posto, un altro tuffo e appagati ci rimettiamo con calma in cammino.

Dopo pochi chilometri giungiamo ad Alvor, piccolo paese con un grazioso porticciolo. I mega schermi nei pub trasmettono le partite del campionato inglese di rugby, ciononostante l’ambiente è carino, la piazzetta della chiesa è addobbata con luminarie e striscioni di carta, delle donne adagiano per strada petali di fiori per la festa del patrono. La camicia hawaiana indossata dal mio compagno si intona perfettamente con i colori dei fiori. Facciamo uno spuntino in uno dei locali sulla via principale, ancora due passi e riprendiamo la statale per dirigerci a Salema.

Il nostro obbiettivo era trovare, in questo piccolo villaggio di pescatori, una stanza per la notte. Salema possiede oltre a una lunga spiaggia, un’aria tranquilla e calma; un posto dove rilassarsi piacevolmente al sole. Il nostro desiderio purtroppo non sarà esaudito. Non ci sono stanze disponibili. Non ci resta quindi che riprendere la strada. Siamo stanchi, e l’idea di ricominciare la ricerca per l’alloggio non ci rallegra. Quando arriviamo a Sagres, la punta più occidentale dell’Algarve si è alzato un gran vento freddo dall’atlantico, è oramai tardo pomeriggio, la nostra voglia di girare per trovare una sistemazione è minima. Estenuati decidiamo quindi di prendere la seconda stanza che vediamo presso Alojamento Particular, Praça da Republica, nonostante sia decisamente cara rispetto alla nostra media, € 65,00. Ha un grazioso terrazzino da cui si vede tutta la baia, il bagno è piccolo ma pulito e confortevole.

Trascino il mio compagno al Cabo de São Vicente, – la lingua di terra più a sud-ovest d’Europa – per vedere il tramonto. Soffiano raffiche di vento, il mio compagno imbacuccato batte i denti, ma la bellezza del promontorio, delle scogliere illuminate dagli ultimi raggi del sole è indescrivibile. Siamo decisamente infreddoliti ma la bellezza del tramonto non ci lascia indifferenti.

Tornati a Sagres, ci dirigiamo al ristorante A Tasca, che si trova sul porticciolo. Aspettiamo un po’ per avere un tavolo, c’è parecchia gente che aspetta, decidiamo di attendere. Mangiamo bene, forse un po’ caro, spendiamo € 52,50.

21 agosto PRAIA DA BORDEIRA-SPIAGGIA DI ARRIFANA-VILA NOVA DE MILFONTES I raggi del sole filtrano dalla finestra, mi affaccio sul terrazzino, la giornata è limpida e la vista toglie il fiato. Il mio compagno dorme, io decido di fare una passeggiata. Imbocco il sentiero che corre lungo la scogliera e in una ventina di minuti raggiungo la Fortezza di Sagres. È ancora presto e all’interno della vecchia Fortezza ci sono pochissime persone, rimango ipnotizzata dal paesaggio e dalle scogliere all’orizzonte. Cammino sino al faro, soffia una piacevole brezza marina che stempera il calore dei raggi del sole, mi sento felice e con questa sensazione rientro alla base.

Un buon caffé e ripartiamo: direzione Carrapateira. La costa a Nord di Sagres è splendida, sarà anche perché siamo all’interno del Parque Natural do Sudoeste Alentejano e Costa Vicentina, i vincoli paesaggistici hanno preservato l’intera costa, la vegetazione e le spiagge non hanno subito scempi.

A Carrapateira imbocchiamo la deviazione per la Praia da Bordeira. Chilometri e chilometri di sabbia bianca, dune e oceano. Questa è la spiaggia da Bordeira: un luogo magico. È talmente grande che sembra non ci sia quasi nessuno.

Mi stendo al sole mentre il mio compagno si tuffa in acqua. La spiaggia è uno dei paradisi dei surfisti; seduti sulla sabbia guardiamo incantati le loro evoluzioni sulle onde.

Se avete tempo vi consiglio di dormire a Carrapateira e di trascorrere qualche giorno lungo la costa, le spiagge che si susseguono sono splendide e il paesaggio è incontaminato.

Rinunciamo a malincuore a questo paradiso, ma la nostra prossima meta ci attende: Vila Nova de Milfontes. Sulla strada facciamo una sosta, per riempire lo stomaco, alla bella spiaggia di Arrifana.

Lasciatoci alle spalle l’Algarve entriamo nella zona Alentejana del Parco, Vila Nova de Milfontes, cittadina adagiata sull’estuario del fiume Mira, ci accoglie con la sua aria tranquilla. Luogo di villeggiatura famigliare; piccole abitazioni, negozi e stradine circondando la bellissima baia, dove tra secche e piccoli fiordi il fiume entra nell’oceano.

Alloggiamo (doppia con bagno e colazione € 35,00) presso la Pensão do Cais, Rua dos Cais, 9 Tel 283996268. La pensione, gestita da una signora anziana con l’aria un po’arcigna, possiede quel fascino un po’ decadente che solo i vecchi luoghi di villeggiatura ti stanno regalare. Dalla sua terrazza si ammira un’incantevole vista del fiume.

Due passi per il paese, un aperitivo di fronte alla vecchia rocca, e poi al piccolo molo sul fiume, un’ottima cena al Ristorante A Fateixa, Largo do Cais. Sulla piacevole terrazza degustiamo piatti di pesce per la somma totale di € 22,00.

22 agosto VILA NOVA DE MILFONTES- SPIAGGIA DO MALHÃO In cielo non c’è una nuvola. Dopo colazione ci sediamo sulla terrazza della pensione: la vista del fiume è bellissima, l’aria è fresca e piacevole. Il nostro programma prevede di partire per raggiungere Coimbra. Ci siamo guardati e abbiamo deciso che il luogo meritava una sosta di un ulteriore giorno. Compriamo un piccolo ombrellone, qualcosa da mangiare e ci dirigiamo alla Spiaggia do Malhão. Le indicazioni per raggiungere la spiaggia non esistono. Uscite da Vila Nova de Milfontes in direzione Nord sulla N390 verso Bruinheras. All’incrocio prima della Scuola elementare girate a sinistra, poco prima del Campeggio imboccate la strada sterrata alla vostra sinistra e dopo un paio di km, attraversando una pineta, arrivate alla Praia do Malhão. L’enorme spiaggia è sovrastata da dune e bassa vegetazione. Discendiamo le colline di sabbia, piantiamo l’ombrellone e poco dopo siamo in acqua, la cui temperatura è un po’ fredda ma è assolutamente una delizia. Rimaniamo in spiaggia l’intera giornata, con il passare delle ore la spiaggia si riempie di famiglie con bambini, ragazzi che giocano; ma ciò non dà fastidio, anzi, regala maggiore fascino al luogo.

La giornata al mare è stata splendida, cotti a puntino, rientriamo in albergo e decidiamo di tornare a cenare al Ristornate della sera precedente. Spendiamo un po’ di più, € 33,00 ma il pesce è freschissimo e buonissimo, così come i dolci.

23 agosto COINBRIGA-COIMBRA Direzione Nord. Paghiamo la stanza alla signora, che accenna quasi un sorriso, e imbocchiamo la strada verso nord, congedandoci dalla terra alentejana che così tanto ci ha conquistato.

Un ultimo caffé nel paese di Cercal, che incontriamo lungo la strada, e poi da Sines tutta autostrada sino a Coimbra. Non incontriamo tanto traffico e a parte i portoghesi che corrono come pazzi – il limite sulle autostrade è 120 km, ma tendenzialmente i portoghesi vanno a 140/150 km – in tre ore e mezza, siamo a Coimbra, con una breve tappa intermedia alle rovine romane di Coinbriga,. A Coimbra alloggiamo alla Pensao Antunes, R. Castro Matoso, 8 R/c a 3, Tel. 239854720, http://residencialantunes.Pt.Vu/ Fax: 239 85 47 29, e-mail: residencialantunes@mail.Pt La pensione è carina e la stanza che ci danno (€ 50,00 con colazione) è incantevole, pavimento in legno, mobili ed arredo antichi; e cosa non da poco per Coimbra la pensione ha anche un parcheggio privato.

Il nostro alloggio si trova poco distante dall’università, ci incamminiamo a piedi ed iniziamo la nostra esplorazione della città. La vecchia università è splendida, il piazzale lascia a bocca aperta, così come la biblioteca Joanina e la Capela de São Miguel. Da lì scendiamo a piedi perdendoci per le viuzze del centro, gironzoliamo passando davanti alla Cattedrale e ad altri monumenti.

Ci viene fame e decidiamo di cercare il Ristorante Ze Manel, Beco do Forno 12, che sia la guida che resoconti di viaggio, indicavano come molto affollato, consigliando di recarsi presto per non fare troppa fila. Il posto, un vero buco, è davvero speciale: alle pareti sono appesi miriadi di foglietti (poesie, frasi, dediche, fumetti, disegni) che gli avventori hanno lasciato. Il cibo è ottimo, le porzioni enormi, il padrone molto simpatico, parla perfettamente italiano, inglese e francese. Spendiamo € 25,00. Quando usciamo c’è la fila di gente che aspetta. La serata è splendida, camminiamo per le strade e i vicoli di questa bellissima città. Nel nostro camminare arriviamo a A Capela, Rua do Corpo de Deus, una piccola vecchia cappella del XVI sec, ora uno dei locali consigliati per ascoltare il fado. Il posto merita, un gruppo composto rigorosamente da tre maschi (il fado a Coimbra è cantato solo da uomini), il cantante e due chitarre, esegue i classici della tradizione. Il luogo, la musica, il panorama che si gode dalla vetrata, rendono l’atmosfera magica. Ubriachi delle emozioni che ci ha regalato la serata prendiamo un taxi e in 5 minuti siamo alla Pensione.

24 agosto PORTO Prima di partire per la tappa successiva, facciamo ancora un giro per Coimbra; districandoci tra comitive di turisti italiani riusciamo a visitare la bella Igreja de Santa Cruz. Un caffé e un dolce e ci rimettiamo in marcia: destinazione Porto.

Entrare a Porto è un labirinto, una tangenziale corre lungo tutta la città, ma capire qual è l’uscita per giungere al centro è un’incognita, ma quando ci si arriva si pone il grosso problema del parcheggio dell’auto. Dopo infinti giri, riusciamo a sistemare alla meno peggio l’auto, il tempo necessario per cercare un alloggio. Ci dirigiamo alla Pensione Duas Nações, indicata dalla guida e da resoconti di viaggio come un’ottima scelta per qualità-prezzo. Purtroppo è piena. Provo a cercare la pensione dove avevo alloggiato molti anni prima, nella ricerca entriamo per caso nel Residencial Pão de Açucar, Rua do Almada, 262, Tel. 222002425, 22201158, e-mail:paodeacucar@iol.Pt pagina web http://www.Residencialpaodeacucar.Com Chiediamo il costo di una stanza e ci viene offerta una promozione (€ 55,00 doppia con colazione). La stanza è ampia, bei mobili e il bagno è una piazza d’armi. Decidiamo di prenderla anche perché l’albergo ha una convenzione con un parcheggio poco distante, dove lasceremo la macchina per il resto della giornata e l’intera notte.

Porto è una bellissima città, che va vissuta, scoperta. Se avete tempo consiglio di starci un paio di giorni. La prima impressione è il colore grigio, ma pian piano si scopre che è una città piena di sfumature. La vostra guida saprà descrivervi meglio le chiese e le bellezze architettoniche di questa città. Io vi consiglio solo di far un salto alla vecchia Libreria Lello, tutta in stile art déco. La bellezza della scala è indescrivibile.

Camminando, – Porto va scoperta a piedi -, arriviamo al quartiere della Ribeira, è il tramonto e ci godiamo il paesaggio del fiume e del ponte di ferro che porta a Villa Nova de Gaia, sull’altra sponda. Decidiamo di rimanere a cena alla Ribeira, optando per il Ristorane A Filha da Mãe Preta. Pessima scelta. La qualità del cibo è pessima e, anche se abbiamo speso relativamente poco, la cena ci rimarrà sullo stomaco.

25 agosto PORTO – BRAGA Prima di dirigerci a Braga, la tappa successiva, vistiamo il Museo di Arte Contemporanea (Fondazione Serralves), costruito dall’architetto portoghese Alvaro Siza. La costruzione è molto bella ed è inserita all’interno di un gran parco nei cui viali sono collocate delle opere d’arte.

L’arrivo a Braga ci lascia interdetti, c’è un gran traffico, il centro, che io mi ricordavo essere molto tranquillo, è pieno di sottopassaggi e gallerie. Fatichiamo a trovare parcheggio (tutto a pagamento). La nostra delusione iniziale viene compensata dalla gentilezza dell’anziana signora del Hotel Francfort, Avenida Central 7, una vecchia pensione che avrà il quadruplo degli anni della proprietaria. La stanza matrimoniale, con il letto e il pavimento cigolanti, ha un aspetto assai decadente ma è pulita così come il bagno nonostante le pareti scrostate. I mobili sembrano usciti fuori da un vecchio racconto dell’800. Il costo, senza colazione, è € 35,00.

Vistiamo la Cattedrale e giriamo con calma il centro. La passeggiata e un buon caffé all’antico bar A Brasileira, ci rappacificano con l’ambiente. Buona cena al ristornate Brito’s, Praça Mouzinho de Albuquerque 49, spendiamo € 36,00.

26 agosto SANTAREM Il nostro viaggio lusitano sta per terminare, ci attendono gli ultimi cinque giorni a Lisbona; siamo un po’ stanchi e valutiamo visti i tempi stretti che non ha senso andare di corsa e tralasciamo la visita a Guimaraes.

Il mio compagno decide che il nostro pellegrinaggio lusitano merita una degna conclusione: offrirmi una notte in una Pousada. Ne scegliamo una non troppo distante dalla capitale: quella di Ourem Arriviamo nel primo pomeriggio al villaggio, che si trova poco distante da Fatima. Il paese non è male, arroccato su di una collina e circondato da mura, ma la pousada, la cui stanza costava € 155,00, non ci colpisce affatto. Riteniamo che il costo non vale l’offerta.

Dando uno sguardo alla cartina, e valutate le distanze, decidiamo di dormire a Santarem, capitale della regione del Ribatejo.

La scelta si è rivelata una splendida sorpresa. Santarem è davvero un posto speciale, il centro storico prevalentemente pedonale, possiede delle belle chiese e dei bei palazzi; agli angoli delle strade sono appesi degli altoparlanti che trasmettono brani di musica classica. Troviamo una stanza carina con bagno (€ 35,00 senza colazione) presso Residencial Muralha, Rua Pedro Canavarro, 2000, Tel: 243322 399. Depositiamo i bagagli e iniziamo l’esplorazione della città; alcune chiese sono già chiuse e decidiamo di visitarle la mattina seguente, prima della partenza. Seguiamo le indicazioni per la Porta do Sol, un bellissimo giardino ed uno splendido punto panoramico, la vista che si gode dalle antiche mura è notevole: il fiume Tejo, pianure e campi coltivati a perdita d’occhio. Restiamo ipnotizzati dal paesaggio e dalla calma del luogo. Le guide indicano Santarem come una città assai calma, addirittura sin troppo tranquilla… Ceniamo al ristorante Aromatejo Travessa do Bairro Falco, oltre ad una bella vista delle vecchie mura, si mangia molto bene. Spendiamo € 29,00. Quando usciamo dal locale sono le 21.30, la città è deserta, è tutto chiuso, neanche un bar aperto. Incontriamo per strada in tutto 4/5 persone, non di più. Sembra di essere i protagonisti di un film di fantascienza, del tipo “Occhi bianchi sul pianeta terra”. Capiamo quindi cosa intendesse la guida per “una città assai tranquilla”.

27 – 31 agosto LISBONA Il nostro risveglio è surreale come la serata precedente: veniamo svegliati da musiche arabe medievali, trasmessa dagli altoparlanti per strada. Una lauta colazione al bar della piazza principale e siamo pronti per la visita delle chiese rimaste in sospeso. Ci congediamo dalla bella e singolare città di Santarem per dirigerci all’ultima tappa della nostra vacanza: Lisbona.

Riconsegniamo l’auto alla Sixt; dall’aeroporto prendiamo l’aereobus, scendiamo alla fermata della Avenida da Liberdade per dirigerci a piedi, poco distante, alla graziosa e silenziosa piazzetta Praça da Alegria, al cui centro c’è un piacevole giardino, dove io avevo prenotato via e-mail una stanza matrimoniale con bagno (colazione inclusa) al costo di € 58,00, presso Residencial Alegria, Praça da Alegria, 12, Tel 351213220670, Fax: +351213478070, mail@alegrianet.Com, http://www.Alegrianet.Com/. La pensione, selezionata tra l’atro dalla Guides de charme, si rivela un‘ottima scelta, la sua posizione è ideale, in pochi minuti si raggiungono a piedi Praça dos Restauradores ed il Bairro Alto. La stanza è grande e il personale dell’albergo molto gentile. I giorni a Lisbona, sono densi di emozioni, di luoghi rivisti, di sensazioni conosciute e di nuove bellissime scoperte. Vi tralascio nel dettaglio il percorso da noi effettuato in questi magnifici 5 giorni. Sarebbero troppe le cose da annotare, i piccoli particolari, gli angoli di questa città che ci hanno affascinato.

Lisbona va girata soprattutto a piedi, è un luogo che si fa scoprire man mano, nel particolare dei palazzi, dei marciapiedi, delle vetrine dei negozi, dei vecchi caffé, degli squarci inaspettati tra un incrocio e l’altro, nei panorami dei miradouros.

Qui di seguito vi elenco alcune annotazioni che spero vi siano utili.

Abbiamo comprato la Lisboa Card (della durata di tre giorni), tenuto conto del costo dei biglietti dei musei e degli spostamenti che avremo fatto, abbiamo ritenuto valesse la pena. Oltre i giri canonici (il tram 28; perdersi a piedi tra i vicoli dell’Alfama, gironzolare dalla Baixa risalendo il Chiado per arrivare al Bairro Alto; il Monastero dei Jeronimos e il quartiere di Belem, la zona dell’Expo con la sua spettacolare architettura; un salto al mercato della Feira da Ladra del martedì mattina; Chiese e monumenti…) abbiamo dedicato anche un po’ di tempo a qualche museo, tutti belli e originali in eguali misura: Museo Nacional do Azulejo (oltre alla bellezza dei reperti esposti, merita per il convento del cinquecento in cui è ospitato), Museo Nacional de Arta Antiga (non solo per lo stupendo Bosch, ma per tutto l’insieme) Museo Calouste Gulbenkian (l’insieme dei pregevoli pezzi di questa collezione offre una notevole panoramica della storia dell’arte). Ed infine abbiamo ripercorso i passi dei protagonisti dei romanzi di Saramago, rintracciando luoghi di: L’Anno della morte di Riccardo Reis, e dell’Assedio di Lisbona.

Molto e molto altro avremmo potuto e voluto vedere. Sarà per la prossima volta.

Cena: 2 sere alla famosa Cervejaria da Trindiade, Rua Nova da Trinidade 20c, vi consiglio di ordinare i crostacei, freschissimi e buonissimi, oltre ad essere economici rispetto ai costi italiani.

1 sera mangiato da Enai Pai, nella Baixa, speso poco ma mangiato alquanto male.

1 sera mangiato al Bairo Alto, al Ristorante Cantinho das Gáveas, Rua Gáveas, 82, mangiato bene, locale carino, speso € 29,50.

ultima sera, cenato alla Cervejaria Ribadouro, Rua do Salitre, ottimi gamberi, buona zuppa di pesce, speso € 39,28.

Spuntini/Caffè: Se siete nei paraggi del Castello, consiglio vivamente di recarvi al Resto, Rua do Castelo 7, terrazza con vista sui tetti dell’Alfama e del Tejo. Potete mangiare un intero pasto o anche solo qualche spuntino, o anche solo bere. Il luogo merita davvero.

Sorseggiate un caffé o un alcolico al Pavilhão Chines, Rua Dom Pedro V, 89 come descrivere questo bar: un incrocio tra un negozio di un rigattiere e un vecchio antiquario. Cimeli di guerra, modellini di treno da collezione, vecchi cappelli si mescolano con armonia nell’arredo delle varie sale.

Assolutamente, come indicato dalle varie guide, Antiga Confeitaria de Belém, merita una vista e soprattutto un assaggio dei meravigliosi pasteis de nata.

A Belem merita una visita anche il Centro Cultural de Belem, oltre per l’eleganza armonica dell’edificio – costruito dall’architetto Gregotti -, anche per il bar. Al terzo piano, una tranquilla caffetteria offre, oltre a un buffet, una splendida vista del fiume e dei monumenti circostanti.

1 settembre LISBONA-ROMA Il nostro volo decolla alle 12.30, raggiungiamo l’aeroporto in taxi. Dal finestrino dell’aereo guardo il profilo di questo paese, erano trascorsi parecchi anni dall’ultima volta che l’avevo visitato. Ritrovare e riscoprire questo paese è stato come rincontrare un vecchio amore, il timore che le cose che hai amato non ci siano più lascia il posto alla gioia di ritrovarle, certo cambiate, ma intatte nelle emozioni che ti procurano.

Molte cose della terra lusitana sono cambiate: città ampliate, strade costruite, ma l’atmosfera, i colori, i suoni, gli odori di questo paese sono rimasti immutati. Stringo la mano del mio compagno, con lui ho condiviso questo viaggio, con lui ho riprovato vecchie emozioni e con lui ne ho condivise di meravigliosamente nuove. So, che ora comprende il mio amore per questa terra.



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