Polonia Nord: natura verde giallo e blu

Tanta natura per un on the road al di là delle consuete città
Scritto da: misidori
polonia nord: natura verde giallo e blu
Partenza il: 11/08/2018
Ritorno il: 27/08/2018
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €

DIARIO di viaggio

11/08

Pranzo all’autogrill vuoto, parcheggio Alta Quota vicino Ciampino, aeroporto intasato un’ora prima. Spediamo i seggiolini e ci mettiamo in piedi ad aspettare. Con quasi 1 ora di ritardo decolliamo, atterraggio con solita mezz’ora di ritardo, valigie arrivate subito, usciamo e ritiriamo l’auto Hertz con una rapidità e chiarezza mai sperimentate, mangiamo pomodorini e focaccia dallo zaino e troviamo subito la Qashqai brown. Sistemiamo i seggiolini, partiamo e in 5 minuti arriviamo al villa B&B Modlin airport, ci accoglie un signore anziano e gentile che non spiccica una parola di inglese, ci chiede qualche info in polacco, ci accompagna in una spaziosa e linda cameretta col bagno in comune e mi saluta col baciamano. Sono le 23,15, se i bimbi si placano proviamo a dormire.

12/08 – Torun

Paghiamo, colazione condivisa e facciamo le due ore e mezza di placida strada pianeggiante per Torun, con sosta pipì per me e rimproveri vari x bimbi pallosi. Torun è una graziosa cittadina medievale dai tetti rossi, le alte guglie gotiche. Saliamo sulla torre del municipio da cui si vede la bella piccola città, protettorato Unesco. C’è turismo x lo più polacco, ma non esagerato. Splende il sole e frizza una piacevole arietta. Mettiamo le crocette sulla mappa che abbiamo disegnato in auto per motivare i bimbi, giriamo alla ricerca delle statue disseminate x la città, Copernico, il cane Filus con l’ombrello, il ragazzo delle rane, l’asino d’oro. Osserviamo la torre pendente. Pranzo con spizzico minimale: un gelato orribile, un croissant vuoto, una ciambella al formaggio e goffre con panna e un’hamburger orripilante. Superiamo la porta delle mura x buttare un’occhio alle prove del concerto sulla Vistola. Alle 16 abbiamo prenotato la visita al museo del pan di zenzero, dove ci insegnano a fare i pierniki, sotto giuramento di non rivelare la ricetta. La spiegazione interattiva in inglese è carina, peccato che il tipo parli a macchinetta! Dopo la spiegazione è ora di preparare i biscotti, ognuno sceglie la sua forma. Stendere, tagliare e cuocere. Dopo 10 minuti son pronti. Saliamo a vedere come si decorano ma è decisamente troppo. Sgusciamo via. All’hotel Czarna Rosa, in pieno centro, ci danno una minuscola ma pulita camera dell’ala vecchia, a cui non possiamo dare più di 2 stelle! Puntiamo la locanda ben recensita di fianco all’hotel, prima ci dicono che è presto, allunghiamo al fiume ( che pace al tramonto col passeggio calmo di tanta gente e la musica), poi che non aprono proprio. Puntiamo a un altro ristorante in centro, in piena piazza duomo adocchiato stamane, posizione fantastica di fianco all’asimo d’oro, non economico ma x 40€ ci saziamo. Nonostante il freddo e il sonno, cerchiamo la Fontana Cosmopolis, col suo spettacolo di luci e musica. Pare nascosta questa fontana, alla fine la troviamo, è magicamente suggestiva. Invidiamo i bimbi polacchi, a dir vero pochi, che si azzardano a bagnarsi in mezzo agli spruzzi, finché anche i nostri intristiti non chiedono più volte perché non possono farlo anche loro. Rispondo che si ammalerebbe, loro insistono che non sentono freddo e li mandiamo. È troppo bello vederli felici ballare e correre tra gli spruzzi d’acqua. Li ammiro e li ringrazio di avermi convinto a mandarli perchè avevano capito che era una cosa troppo bella.

13/08

Sveglia alle 6 x me con le chiacchiere del personale a cui alla fine urlo di fare silenzio. Colazione sufficiente. Partiamo per Leba, scegliamo la strada provinciale invece dell’autostrada fino a Danzica, almeno allunghiamo un pó ma vediamo paesaggio. Sosta dopo un’ora e mezza al laghetto Struga, rigenerante x tutti in particolare per papà. I bimbi si divertono a osservare le rane in acqua. Ripartiamo per un’altra ora e mezza, loro si addormentano, noi ci godiamo il paesaggio che intervalla campagne, boschi di alti pini, paesini ordinati e apparentemente serafici e corsi d’acqua. Arriviamo di fronte al b&b Chalbrowski a Wicko ma la strada è interrotta e a 200m non si accede…(“ mamma, hai prenotato una casa dove non si può arrivare”). Giro alternativo. Ci accoglie Halina nella sua casa con un giardino fantastico ove sopra c’è il nostro grazioso monolocale, col cane Jack che abbaia festoso. Ripartiamo per il parco delle dune di Slowinski, ma arriviamo troppo tardi x entrare. Delusione per me che avevo programmato oggi l’escusione nel parco dal lato Leba e domani dal lato Czoselpino. Torniamo al centro, pensiamo di affittare comunque le bici x girare il molo. Giriamo il molo, arriviamo alla spiaggia, ci bagniamo nel freddo Mar Baltico, scaliamo le dune innumerevoli volte. Ci divertiamo un mondo. Alle 19 torniamo in paese, concediamo un giro coi kart a pedali che spadroneggiano. Cena alla Tawerna Riwecka, merluzzo e tartare di salmone abbastanza gustosi. Bimbi resettati in versione viaggio, passiamo in mezzo alle giostre e accettano serenamente che non si spendano soldi, abbiamo già dato. In 15 minuti siamo al b&b.

14/08 – Leba

Oggi piove e alle 11 ancora non riesco ad alzarmi dal letto se non x vomitare e gettarmi sul wc. Da stanotte sto male, probabilmente il pesce di ieri. Dopo l’ultimo conato e la bottiglia dell’acqua calda, paio riprendermi e come uno straccio mi avvio. Pare abbia smesso di piovere. Ci dirigiamo a Kluki x il museo etnografico. Decidiamo di tornare indietro a mangiare e proviamo i famosi deliziosi pierogi, di carne e alla russa. Meglio i primi , infatti li mangiano i bimbi. Comunque 4 porzioni valgono x 8, a saperlo ne prendevamo la metà (spendiamo comunque 15€ scarsi). Il museo con case originali è carino e li incuriosisce molto, riconoscono tanti attrezzi non più di uso comune. Compriamo il buon miele della foresta, che qui producono. Finito il giro, ci spostiamo di qualche km x la passeggiata al faro. Qualche difficoltà col parcheggio, non molti parlano inglese, ma con qualche gesto ci arriviamo. Passeggiata rigenerante di poco più di un km nel bosco, in salita, fino al faro da cui si gode un bel paesaggio di mare dune bosco e lago. Dal faro, è suggestiva la strada percorsa x arrivarci, una rossa ferita fra gli alberi, che sembra ricatapultarmi nella savana africana. Torniamo verso casa, fermandoci al market x gli ingredienti per il barbecue, una carne che si rivelerà immangiabile (fortuna le salsiccine dei bimbi, le pannocchie di mais e le verdure dell’orto che Halina ci regala)!

15/08 – Slowinski National Park

La dolce Halina ci saluta portandoci dei cornetti alle mele appena sfornati e fa dare da mangiare ai pesci dai bimbi. Non si può pagare con la credit card x crisi va in paese a ritirare cercando di non farsi fregare dai bancomat con tassi assurdi. Partiamo alle 10,30 direzione Leba dove affittiamo delle scrause bici per il parco Slowinski, da due rental diversi per trovarle anche pure per bimbi piccoli. C’è sole alternato a nubi, si sta benissimo. Facciamo i 6 km dentro al bosco, la passeggiata è davvero piacevole. Arrivati si lasciano le bici e ci si arrampica fino a sbucare nel deserto polacco, un paesaggio di dune alte fino a 40 m, di alberi che pian piano vengono assorbiti dalla sabbia che avanza, di un mare in lontananza su cui si perde l’occhio. È un paesaggio fantastico che non immagini possa esserci in Europa. Saliamo per le dune, ci tuffiamo nella sabbia, ci rotoliamo. I bimbi scalano dune e scivolano giù innumerevoli volte, riempiendosi di sabba. Io guardo il paesaggio, che cambia sfumatura ad ogni cambio di sole e di nuvole. È fantastico. Decidiamo poi su richiesta dei bimbi ed anche mia in realtà di fare l’ultimo chilometro fino a sbucare sul mare. Tira un vento freddo e spesso è coperto, non ci saranno più di 20° e poche persone si buttano in acqua, ma i bimbi insistono che vogliono bagnarsi. Per cui gli mettiamo il costume e diciamo loro di non bagnarsi più su della pancia…Sappiamo che è impossibile, appena entrati in acqua si divertono a saltare, sprizzando fuori tutta la loro energia incontenibile, in un elemento che gli appartiene più di altri. Alla fine anche papà si butta, sono i bimbi a farci fare cose che altrimenti non faremmo. Non appena torniamo in qua dopo tre ore buone di bellezza e sabbia e foto e gioia e salti e sabbia e felicità, ci accorgiamo che la bici più piccola, che già era un catorcio, ha la gomma a terra. Papà trafuga una pompetta e la gonfia, ma torna subito a terra. Non rimane che far salire il piccolo dietro la sua bici e portare a braccio la bici catorcio: super papà. Rientriamo a pagare i 45€, loro chiedono dalla mattina i quad a pedali di ieri e mezz’ora li prendiamo.

Si parte alle 18 per Danzica, stanchi ma felici. Loro crollano in auto. Due ore di strada, arriviamo e l’appartamento è in pieno centro, nella via pedonale, oggi affollata di famiglie e persone. Cone si fa? Vado in avanscoperta a piedi, torno e una tipo si avvicina che vuol sapere che colore sia l’auto x comprarsela uguale. Le chiedo info, mi dice che oggi la strada è chiusa…che si fa? Si passa in mezzo allo struscio. Qualcuno si scansa, qualcuno ci dice che non si può fare. Speriamo non ci siamo telecamere. Parcheggiamo con le 4 frecce e proviamo a entrare al civico prenotato, il codice x il cancello non funziona. Inizio a agitarmi, chiedo info. Ci fa entrare dal cancello un condomino. Una volta nel palazzo non ho idea di quale sia l’appartamento, non ho indicazioni e sui campanelli alcun nome. Alla fine capiamo e il codice funziona. L’appartamento è delizioso, pulito comodo colorato e attrezzato. Sono le 21, scendo al bar Pod Ryba a ordinare 4 patate farcite take away. Che figata, siamo sulla via centrale, ma avendo l’appartamento sul retro non si sente rumore. Delle patate si salva solo la mia formaggio e funghi, le altre sono passabili.

16/08 – danzica

Stamattina ci si sveglia alle nove, il letto è comodo e dopo un po’ usciamo tutti per il Caffè Libertas, ben recensito per la colazione. Il conto più salato finora, iniziamo quello che si può definire tour de force e che si rivelerà un giro gradevole. I bimbi ci sembrano sempre curiosi, interessati, partecipi e mai da richiamare, davvero turisti perfetti oggi. Iniziamo facendo biglietto cumulativo al Museo Marittimo che ha sedi dislocate, andiamo prima al secondo piano a vedere tutte le navi storiche dei diversi paesi del mondo, parecchio interessante anche se i bimbi si flippano sui monitor interattivi. Proseguiamo poi con un’ora al museo interattivo per bambini, con diverse attività marittime a loro dedicate, carino ed accattivante. Si passa poi al terzo piano, dove scorriamo veloci il museo marittimo vero e proprio. Usciamo per andare a visitare la gru, simbolo di Danzica, un’alta costruzione in legno del medioevo, la più grande d’Europa, che veniva azionata attraverso 10 uomini che correvano sulle gigantesche ruote. Seppur distrutto come tutto il resto nella seconda guerra mondiale, è stata ricostruita perfettamente. Scendiamo dalla torre, prendiamo il ferry per un minuto per attraversare il ponte, giusto perché compreso nel biglietto. Ci fermiamo a mangiare al Bar Nova Pierogova, per i Pierogi più buoni ed anche più lunghi della storia (preparati a mano al momento dell’ordinazione). Da leccarsi i baffi! Dopo un’oretta, si va a visitare la nave Soldek, cimelio costruito dopo la seconda guerra mondiale nei famosi cantieri navali di Danzica. La nave è interessante da visitare, soprattutto i motori che andavano a carbone. I bimbi sono molto curiosi, mi stupisce che non siano stanchi. Saltiamo i granai perché dentro ci sono soltanto delle mostre e corriamo a prendere il galeone dei pirati per la visita a Westerplatte, luogo storico in cui è scoppiata la seconda guerra mondiale. Il galeone costa parecchio, ma è carino, ed è l’unico che fa pagare anche i bambini. Ci godiamo il tragitto attraverso i giganteschi famosi cantieri navali, mai visti così grandi, tante navi merci, depositi di materiale infiniti. Pausa di un’ora, poco da vedere, foto di rito con la scritta westerplatte, salita sulla torre da difesa ora smantellata e avamposto di ubriachi puzzolente di pipì. Rientro piacevole con pianista folk, arietta frizzante e sole. Sono stupita di non essere stanca, di aver visitato così tanti posti e della resistenza tranquilla dei bimbi, che oggi sono stati fantastici. Mai un richiamo. Davvero viaggiare vale anche solo x questa costante flessibilità che li induce a tararsi sulle situazioni. Vista la giornata piena, rientriamo a farci una spaghettata in appartamento, percorrendo la famosa via Mariacka, disseminata come il lungo fiume di botteghe d’ambra. Dopo cena papà scende a comprami dolce e sherry, più che meritati.

17/08 – hel

Ieri avevo cercato gli orari dei traghetti per Hel, più veloci rispetto al treno che dovrebbe cambiare a Gydnia, senza trovare nulla. Stamane presto l’illuminazione: ricordo che sulla guida c’è il sito della Zegluga, la compagnia marittima che fa il collegamento. Unico orario sicuro le 8,20. Veloci ci svegliamo, abbiamo 45 minuti x vestire noi e figli, colazione, zaini, correre al porto, fare i biglietti e salpare!! Ce la faremo? Bimbi fantastici, entrano nella missione e corrono. Facciamo i biglietti e corriamo per i 100 metri che ci separano dal catamarano Opal, strapieno, ma a pelo riusciamo. La traversata dura due ore. La navigazione è tranquilla, faccio due chiacchiere sulla situazione politica con una simpatica signora sarda. Attracchiamo e ci dirigiamo subito al Fokarium, un centro di recupero delle foche, che è così pieno da non ci permetterci di vedere quasi nulla. Tra l’altro, dopo un po’ i bambini devono andare in bagno, per cui siamo costretti ad uscire. Decidiamo di comprare hot dog e hamburger per pranzo e di arrivare alla punta estrema della lingua di sabbia della penisola di Hel (tra l’altro, con sicuro spirito ironico, l’autobus che fa il giro del paese è il 666!). Arriviamo alla punta e ci mettiamo in costume, l’acqua è scarsamente salata rispetto alla nostra, pulita anche se trafficata da tantissime navi merci e fredda. Si riesce a camminare per parecchi metri dal mare sopra la lingua di sabbia lievemente coperta dall’acqua. Loro naturalmente non sentono freddo e si bagnano tutti, noi non riusciamo ad infilarci in acqua se non fino alla pancia. Dopo un’oretta di relax sotto al bel sole, ripartiamo per il porto. Io faccio una piccola deviazione verso il faro, che è poco + di una delusione. Lungo il percorso, il bosco è disseminato di avamposti bellici, che affascinano e inquietano un po’ i bimbi. Ricevendo una telefonata di lavoro, riesco un attimo anche a perdermi. Cerco di comprare il gelato arrotolato alto, senza riuscirci, mi accontento di una pallina di gelato classico e chiedo anche un po’ d’acqua… La ragazza che non capisce una mazza di inglese mi dà una vaschetta di acqua, avrà pensato per il cane!! Alle 15:20 salpiamo, la nave sempre pienissima, però troviamo un bel posto per terra al sole. I bimbi crollano subito.

Rientriamo passando x un’altra parallela, le vie di questa città sono molto affascinanti, bei palazzi, vitalità, ordine e fantasia. Piena di mercatini per la festa di san Domenico. Doccia, giochi, lavatrice e usciamo x cena, con la voglia dei buoni pierogi di ieri, soprattutto dei bimbi che dichiarano di preferirli agli spaghetti. Stasera provo quelli fantastici all’anatra, e aggiungiamo i dolci alla nutella e quelli alle mele, gustosi ma niente a che vedere con quelli salati, un po’ come la pizza con la nutella. L’attesa è sempre lunga (perché li preparano al momento…e si sente), staremo un’ora e mezza sicura, ma giochiamo a rialzo, chiacchieriamo e coloriamo libri. Per tornare indietro si fa la stessa via dell’andata, bimbi con lo zucchero filato e noi ci facciamo una vodka take away. Gli artisti di strada ce li guardiamo tutti, anche se x i bimbi è più una scusa x sedersi a terra!

18/08 – Danzica

Al solito la luce entra in stanza e ci sveglia alle 7:30, con un sonno che mi porterò per quasi tutta la giornata. Facciamo colazione, alle 9 entriamo nella Basilica di Santa Maria, la più grande chiesa in mattoni di tutto il mondo, e saliamo sulla torre alta 78 m. I 405 scalini sembrano davvero interminabili. Ci chiediamo come possa reggersi quella torre così larga, senza alcuna colonna in mezzo. Dalla cima non si vede un granché, Danzica è una gran bella cittadina ma più apprezzabile da terra che da sopra. Alle 10 siamo puntuali davanti all’ingresso del nuovo Museo della seconda guerra mondiale. È stato inaugurato l’anno scorso, un edificio a tre piani che anche architettonicamente è significativo: il piano interrato simboleggia il passato, il pianoterra il presente e si erge verso il futuro con vetrate e mattoni rossi. Il museo molto benfatto, purtroppo manca l’audioguida in italiano, ma le testimonianze e i video rendono bene l’idea. I bambini sono molto incuriositi, l’uno più che altro sul piano tecnico si fa attirare da tutti i marchingegni multimediali presenti, l’altro invece rapito da molti filmati. Ci sono anche dei reperti come bombe, aerei, Il muro di valigie di Auschwitz, una parte dedicata ai bambini dove viene fatta vedere la casa di una famiglia normale che viveva prima durante e dopo la guerra. Molto suggestivo. I bambini reggono piuttosto bene, anche se si arrabbiano in continuazione perché vorrebbero rimanere davanti a tutti gli innumerevoli filmati e noi invece andiamo oltre, soprattutto su quelli più cruenti. Alle 12:30 partiamo per andare a vedere il parco con la casa capovolta di Szymbark, nella regione Cassuba, la minoranza slava presente particolarmente intorno a Danzica. Ci fermiamo a mangiare i soliti pierogi in un ristorante turistico, pieno di gente per un ricevimento, ma non lo digerirò fino a sera. Incomparabile rispetto a quelli mangiati nel nostro ristorante preferito. Arriviamo nel parco che è un’accozzaglia di cose messe lì apposta per spennare il turista. In realtà lo sapevo già, ma sono venuta lo stesso più che altro per la casa capovolta. Il centro pare voglia proporsi come sito educativo cassubiano, ma non mi sembra tanto su questa linea. Ci sono un bunker ricostruito con gli effetti dei bombardamenti, che è molto carino, un treno ricostruito di quelli che deportavano i prigionieri in Siberia (la Polonia è stata la maggiore vittima del fuoco incrociato russo tedesco. Una nazione profondamente ferita). La casa capovolta simpatica, a noi gira la testa mentre i bimbi si divertono da morire. Ripartiamo alle 17:30, dopo aver fatto merenda. Rientriamo, piccola sosta al supermercato per la colazione di domani, ci facciamo una doccia per poi uscire alla festa di San Domenico, che per tre settimane allieta Danzica con mercatini e spettacoli. Cena a salsicce e spiedini, funghi e parate in uno dei tanti camionicini sparsi in giro, girovaghiamo fra le bancarelle per comprare braccialini d’ambra per me e bimbi che chiedevo dal 1º giorno, sherry gustato sul marciapiede, artisti di strada e a nanna.

19/08 – Malbork

Stamattina vado io per il paese alle 7.45 alla ricerca di un croissant che sembra introvabile, però apprezzo il piacere di girovagare per le vie la sera gremite di gente, stamane vuote. Alle 9 partiamo per il castello di Malbork, Il più grande castello in mattoni in Europa, costruito nel 1200 dai cavalieri Teutonici. La costruzione è davvero imponente e molto affascinante, la giriamo con l’aiuto delle audioguide in italiano. Anche i bambini hanno le loro cuffie, devo dire che sono bravissimi a interessarsi alle tre ore di giro al castello basso, alto e medio. Gli compriamo anche l’elmetto, sperando possa portarlo in aereo, e le vesti da crociato tipiche dell’ordine dei cavalieri. Alle 15 finiamo di pranzare al McDonald, sfizio extra polacco concessoci oggi, per poi farci le due ore e mezza di macchina per raggiungere la nostra località in Masuria. Inizio ad avere qualche dubbio sulla durata del pernotto di ben cinque giorni in questa località, che è stata quella che mi ha affascinato dall’inizio leggendo nei blog di viaggio, e per la quale ho deciso di venire qui. Però poi non sono riuscita a trovare molte informazioni su Internet, è una zona lontana dal turismo italiano, per cui oltre la discesa in kayak del fiume non so molto altro di cosa si possa fare. Mi vengono parecchi dubbi, forse avrei dovuto togliere un giorno a Danzica e due notti qui per scendere fino a Cracovia e alle miniere di sale. Odio quando sono così indecisa. In realtà ho iniziato a prenotare il viaggio qui, perché ho bisogno di fermarmi e di pensare ad un posto molto bello in cui semplicemente stare con la mia famiglia. Arriviamo alle 18.30 nel cottage in legno di Swlvia presso Mazurska Dolina. Quando arriviamo c’è la proprietaria ad accoglierci, molto gentile a spiegarci e a farci vedere la sua pace di campagna. Io ho una sottile delusione, nonostante la casa sia molto carina anche se un po’ troppo semplice e spartana, mi immaginavo un paesaggio mozzafiato, un luogo ameno in cui ritemprare lo sguardo e lo spirito, come in alto Adige. Invece intorno a noi si vedono campi, ma niente di più, più o meno come a casa. Cerco di ritararmi, del resto i bambini sono felicissimi di giocare con i figli della signora che abita qui. Iniziano ad utilizzare tutti i giochi, a buttarsi a capofitto tra la sabbia e ad arrampicarsi insieme sugli alberi di melo, è un piacere guardarli. Non avendo trovato neanche un supermercato aperto, usciamo a cena nel ristorante Molo che ci ha consigliato Sylwia. Il luogo sembra un nostro luogo di villeggiatura degli anni 80! I bambini chiedono la pizza, invece io prendo un tipico piatto polacco. Torniamo nel nostro cottage, io scrivo questo diario nella nostra terrazza al suono delle cicale e alla luce della luna. Speriamo di trascorrere quattro bei giorni di famiglia, di natura e di scoperta.

20/08 – Krutynia

Ieri notte non abbiamo chiuso occhio, tra le mosche infernali e i bimbi impauriti dalla notte che chiamavano ogni dieci minuti piangendo e si alzavano. Un nervoso… Dopo la colazione con finalmente croissant Lidl, si parte per la discesa di una parte del Krutynia, fino a Ukta, in kayak. Arriviamo all’agenzia che avevo prenotato, As Tour, paghiamo 100 sloti per due kayak doppi e insieme a tantissime altre famiglie partiamo lungo il corso del fiume. Il paesaggio è molto bello, immerso nel bosco, corrente assente, acqua limpida. Ci fermiamo dopo un’oretta per un bagno, l’acqua non è troppo fredda. Decidiamo anche di fare pranzo con le frittelle di patate e la pizza, in uno dei diversi bar che si trovano lungo la costa. Miriade di persone ma mai come l’affluenza che potrebbe esserci da noi. Anzi, l’essere in compagnia fa sentire più sicuri.

Arriviamo alla fine dopo quasi quattro ore, iniziano a farsi sentire i kilometri percorsi. Sono felice, soddisfatta. Eravamo partiti maluccio, con i bimbi che insistevano x restare a casa a lavorare al castello di sabbia, oppositivi e antipatici. Invece si sono molto divertiti. Rientriamo dopo la spesa x una calda minestra con gli zucchini di Sylwia. I bimbi giocano che è un piacere osservarli con Bolak e Tosha, castello sabbia guerra finché non si fanno male sul salta salta e ci si ritira x dormire… speriamo

21/08 – Lago Czos

Notte tranquillissima, avevamo messo la coperta sulla finestra per garantirci una bella dormita rigenerante. Non vola una mosca… I bambini giocano fino alle 10 con Polak e Tosha, una specie di gioco della guerra molto costruito. Noi li guardiamo divertiti da sopra il bellissimo dondolo in legno e ci godiamo questo bel luogo ameno che non so perché non avessi apprezzato il primo giorno. Passiamo almeno 3 ore a fare avanti e indietro fra un lato e l’altro del lago, passando almeno 6 rental diversi, alla ricerca di fantomatiche bici da bimbo che qui evidentemente non si trovano da affittare. Alla fine ci arrendiamo, torniamo al Playground magnifico in spiaggia, davvero una bellezza di giochi, dove mamgiamo le solite zapiekanka e fritki e sfamiamo le anatre. Torniamo da là dal molo ad affittare mezz’ora i kart a pedali promessi, mi diverto troppo a guardarli correre sterzare fare a gara. Andiamo con l’auto verso il lato più boscoso per gustarci lo stare, la pace, stesi sul pontile traballante e la sabbia. Passeggiata di nuovo fino in centro per gofre, torte ipercaloriche e limonata immancabile stavolta con lamponi. Dopo la sosta alla Lidl, a casa x cena. I padroni di casa non ci sono. Giocheranno un po’ loro a far la guardia coi loro fucili e le nostre vesti da cavalieri, con sotto i salvagenti come protezione.

22/08 – cormoran island, tana del lupo

Stamattina partiamo prima, complice il fatto che i bimbi di casa non si vedono per cui riusciamo ad andare senza che si mettano a giocare insieme. Andiamo verso il lago Dobskie, so che c’è una riserva di cormorani, ma non so nulla di come si fa per vederli né per girare il lago. Mentre vado mi ricordo che ho un depliant con gli orari dei battelli e capisco che ce n’è uno alle 10:30, l’unico, per raggiungere e circumnavigare la piccola isoletta che accoglie la colonia di cormorani. Arriviamo a pelo, come sempre in questo viaggio dove non ho informazioni dettagliate, ma dove riusciamo a prendere in tempo tutte le coincidenze che ci servono. Il prezzo non è basso, circa 60 € per tutti e quattro, un prezzo italiano, ma poi a bordo riusciamo anche a mangiare il pesce ben cucinato, che prendiamo per due volte mandando i bambini a parlare inglese con il marinaio che non lo parla. Il giro di tre ore e mezza in battello è di un piacere unico, il battello piccolo piccolo (saremo in tutto neanche 20 persone), ci si muove benissimo e si solcano le acque tranquille di questi laghi, che se non si osservano dal di dentro, come gran parte delle esperienze, non si sentirebbero. Ci godiamo il venticello fresco, a tratti freddo, il sole splendente senza neanche una nuvola, le acque tranquille che ospitano gabbiani, infine una nuvola di cormorani neri che al nostro arrivo vicino all’isoletta volano via tutti insieme, regalandoci sguardi di gioia. Rientriamo al porto per le 14 con gli occhi pieni di gioia e l’animo sereno, non era una giornata organizzata invece ne è venuto fuori un giro fantastico. Prendiamo i kart a pedali, ormai sono un mantra di questo viaggio, piacciono anche a me, per cui li faccio prendere anche a loro che ne vanno pazzi. Mando gli uomini da soli, mi prendo un gofre che si rivelerà una delusione e mi precipito su una panchina sotto il sole ad attendere che la loro mezz’ora di giro finisca. Dopo qualche gioco nei bei playground che ci sono in giro, decidiamo con qualche titubanza di fare mezz’ora di strada per raggiungere la tana del lupo, un sito lasciato così come è rimasto dopo i bombardamenti falliti per distruggerlo, dove era posizionato il quartier generale di Hitler, i bunker dove lui ha trascorso insieme ai suoi fedelissimi gran parte della durata della guerra e dove ha subito, purtroppo senza lesioni, l’attentato. Il sito è piuttosto lugubre, come dovrebbe essere in effetti. Sotto la boscaglia, cupo e tetro, non ci sono spiegazioni ma la mappa all’inizio è piuttosto chiara. Quello che ci turba è la possibilità di fare i giri con simil carri armati che ti portano in giro per la boscaglia, parecchie persone ne approfittano divertite. Come si può in un luogo così tragico per la storia di questo paese e dell’umanità, pensare che si possa trasformare la guerra in un’attrazione ludica? mi fa rabbrividire e mi inquieta. Comunque abbiamo fatto bene a venirla a vedere, ce ne andiamo piuttosto velocemente dopo un giro esaustivo ma veloce. C’è anche un campeggio lì vicino, ma non capisco con quale piacere ci si possa fermare. Dopo spesa di carne per la nostra grigliata, torniamo a casa dove i bambini non vedevano l’ora di raggiungere i padroni di casa a saltare e a tirarsi la sabbia con le pale, ad arrampicarsi ovunque, a giocare alla guerra. Corrono e giocano mentre noi cuciniamo sul barbecue, e nel frattempo stormi di cicogne solcano il cielo sopra di noi, prima quattro, poi due, poi un gruppo di almeno 50 bestie, che non riuscirò mai a fotografare, ma che sono inconfondibili, stagliate nel cielo e comunque col loro verso fortissimo. I polacchi sono felici di avere le cicogne che nidificano accanto alle loro case, sui pali della luce, per cui li attrezzano con ruote di carri o altri aggeggi, per facilitare la costruzione del nido. Uno è anche qui in casa, dove il primo giorno c’era addirittura dentro la cicogna. È un piacere vedere i bambini giocare assieme, sono molto felici quando trovano ambienti in cui ci sono altri bimbi e si devono sperimentare nonostante la lingua, un piacere unico. La nostra grigliata, che consumeremo dentro perché l’aria è troppo frizzante per mangiare fuori, è davvero buona. I bimbi sono di buon appetito qui, ed è piacevole chiacchierare in serenità nella nostra casetta di legno.

23/08 – mikolaiki

Stamattina si parte presto, verso Mikolaiki. Dopo 20 minuti, abbiamo individuato una tappa ad una riserva di cervi, che si rivelerà davvero ben fatta. Pensavo fosse una situazione tipo zoo, invece è uno spazio di 300 ha di cui soltanto una minima parte accessibile al pubblico, dove vivono più di 600 esemplari di cervi, daini e mufloni. Prima si visita il piccolo museo dove la simpatica ragazza con un inglese che riesco a ben capire, ci spiega le differenze fra le specie e i diversi tipi di palchi, che possiamo toccare e con cui i bambini scattano qualche foto. In realtà ogni volta sono curiosa di capire come si distingue il cervo dal camoscio dal capriolo e dal daino, ma non lo ricordo a lungo. Staremo per ben due ore lì, girando fra i diversi recinti accessibili, una femmina di cervo ci si avvicina anche se la guida ci chiede di non toccarla, mentre riusciremo a vedere a poche decine di metri sia i maschi con i loro palchi enormi che scappano via appena ci vedono, che il gruppo delle femmine con i cuccioli che vivono divisi. La guida ci spiega come le femmine siano sempre protettive e attente, mentre i maschi riposano e intervengono soltanto se Il pericolo risulta essere molto serio. Alle 12 ripartiamo per il Tropikana, un acquapark annesso ad un hotel su cui avevo letto recensioni discordanti, che è piuttosto grande, con tante vasche, scivoli lisci e gustosi, tanti idromassaggio, saune e poca affluenza… o forse tanta per i loro standard, ma per noi assolutamente vivibile. Usciamo alle 17, ci siamo divertiti tanto. Quando usciamo, moriamo tutti dalla fame, visto che nel parco si può mangiare solo un gelato. I bimbi sono stati bravissimi, nei ristretti spazi degli spogliatoi a vestirsi e a cambiarsi senza incidenti e richiami, papà fa loro i complimenti. Prima di mangiare l’hot dog, insisto io per andare a vedere un piccolo lago, il Luknajno, riserva di cigni, che qui si riproducono. La stradina di campagna per raggiungere la torre di osservazione dispersa nel nulla mi riempie di gratificazione, adoro queste estemporanee strade non segnalate. Dalla torre traballante si vede molto poco perché il lago è pieno di cigni, ma piuttosto lontano per proteggerne i nidi. Però è molto piacevole trovarsi lì in mezzo alla campagna, tra mucche, acqua e verde. Andiamo al paese grande, Mikolaiki, e cerchiamo qualcuno che faccia un hot dog. Cerchiamo la macchinetta per pagare il parcheggio, non vedendo la chiediamo ai locali e ci indicano qualcuno con un cappello in testa… Non riusciamo a capire finché non vediamo una vecchietta di settant’anni che sembra la befana, conciata con un cappello di piume, le unghie lunghissime rosa, truccata come Moira Orfei. Mi fa troppo ridere. Non troviamo l’hot dog, alla fine convinciamo i bimbi per una pizza e ci facciamo ingannare dalle foto dei piatti di un locale che cucina pessimo. Comunque la pancia si riempie, a dire il vero a metà, e ci fermiamo a prendere quei simpatici pezzetti di formaggio alla griglia che vendono in strada e che si mangiano con la marmellata di mirtilli(oscypki). In mezz’ora si rientra a casa, una gran bella giornata.

23/08 – verso Białowieża

Lasciamo, io un po’ a malincuore, la nostra bella casetta, salutiamo il simpatico marito di Sylwia, che ci tiene a sapere come siamo stati e ci rimanda che i nostri bimbi esprimono un pieno di energia positiva. Partiamo, con prima tappa il park Briebrza, dove vivono almeno 400 alci. Ci fermiamo a fare i biglietti per l’ingresso (qui ovunque i bimbi pagano dai 7 anni) al Centro Informazioni del Parco a Osowiec-Twirdza, e ci facciamo consigliare una passeggiata breve per vedere paesaggio e animali. Una passeggiata più insulsa non si può immaginare, su strada asfaltata per un breve pezzetto chiusa al traffico, ove son disseminate torrette panoramiche da cui non si vede molto. Sicuramente la zona della Palude Rossa sarebbe stata più significativa. I bimbi non protestano neanche nonostante il sole a picco delle 13 e l’assenza di cose da osservare. Prima facciamo pranzo nell’unico ristorante indicato in un paesino vicino, un luogo particolare a cui si accede anche con canoa, scuro, con decori e statue in legno, carrozze, orologi a pendolo, animali impagliati. Fa una certa suggestione, condita dal pranzo dei militari in uniforme della vicina base.

Passiamo per una strada secondaria dove in un diario avevo letto di avvistamenti di alce, faccio tutto il tragitto ipnotizzandomi con la testa fuori dal finestrino, ma non se ne vede mezza. Peggio che in Svezia. Passiamo per Tycocin, descritto da qualcuno come paese delle cicogne. Anche qui non se ne vede mezza, anzi molte più a Leba o in Masuria. Altra ora e mezza per arrivare a Białowieża, sede del più antico parco nazionale, dove pernotteremo due notti da Wisniowy Sad, in una cameretta accogliente e pulita come tutte ma minuscola, per tre, che raggiungiamo sotto il diluvio. Mi chiedo domani cosa ci inventeremo se diluvierà come stasera in quei 10 metri quadri. Il paesino è lievemente diverso, l’influenza russa più evidente, casine piccole di legno, quelle nuove come strutture ricettive ma molte vecchie. Cambia la birra, non si trova la Tyskie ma la Zubr. Ceniamo al Pokusa, in un locale ben recensito e elegante, affollatissimo per gli standard, dove trascorriamo piacevolmente una bella serata giocando assieme ai mimi. La coppia inglese vicina che pasteggia a the ci guarda insistentemente. Io assaggio lo stufato di cervo, mio marito va sulla zuppa di funghi e il tipico pane col lardo e cipolle, i bimbi sui soliti pierogi, che ormai mangiano sia a pranzo che a cena. Notte col diluvio che nel sottotetto si sente alla grande.

25/08 – Białowieża

Sveglia al solito presto, attendiamo mezz’ora che Daniel ci prepari la colazione dove il pezzo forte sono i pancake agli zucchini.

Alle 9 siamo pronti davanti all’ufficio postale dove ci incontreremo con Grazyna, la guida parlante italiano che ci condurrà per 6 km e tre ore nella riserva integrale della foresta di Białowieża, unico lembo in Europa di foresta primordiale, ove l’intervento dell’uomo è quasi completamente assente. La tutela è altissima. Qui nella foresta vivono 650 esemplari di bisonte europeo, estinto e poi reintrodotto nel 1920. La ragazza che ha fatto l’erasmus a Udine ci aiuta a riconoscere gli alberi, i processi, gli animali che popolano la foresta, ma non è così significativa, non ne sa troppo, le chiediamo anche qualche info generica ma non dialoga. Mi incuriosisce il lavoro dei picchi e l’importanza dei funghi nell’economia della foresta.

Alla 12 terminiamo il giro e vedendo che al contrario delle previsioni allarmanti, ancora non piove, decidiamo di affittare le bici come promesso per portarli nei boschi e arrivare alla riserva in cui vedere questo bisonte, che allo stato selvaggio è difficile incontrare, se non impossibile in estate. Girovaghiamo fra due rentals perche è difficile trovare le bici piccole . Le troviamo di fronte all’hotel Zubronka, da un signore che non parla un’acca di inglese ma che ci fa pure capire dove tagliare nel bosco x arrivare alla riserva. Prima ci fermiamo a pranzo al bistro del paese, per dei buoni pierogi e la zuppa russa. Ci divertiamo un sacco, loro pedalano a tutto e ci stupiamo della maestria sulle radici e nelle pozze. Talento innato. La riserva è uno zoo triste in realtà, dove ci si toglie la curiosità di incontrare quel gran bestione del bisonte, ma che è uguale a tutti gli zoo. Annoia dopo 5 minuti. Giochiamo dieci minuti al playground, inizia la pioggia e ci rifugiamo dentro dove le sale multimediali ci prendono per una mezz’ora. Il tempo non migliora, decidiamo di calzare il giubbino e partire comunque. La coppia inglese di ieri è a piedi e ci chiede un passaggio, che non possiamo offrire. L’avventura nel bosco è uno dei momenti più divertenti della vacanza, loro sono impareggiabili e capacissimi, molto più di me che in alcune pozze scendo. Ci bagniamo a sufficienza ma non troppo perchè il bosco ci protegge, per cui quando arriviamo al paese dopo 15 minuti ha allentato così li assecondiamo e giriamo per almeno un’altra oretta. Il paesino col lago è grazioso, loro inarrestabili. Alle 17,30 lasciamo le bici, rientriamo per una doccia , loro sono incontenibili, usciamo per cena. Proviamo a cercare di avvistare i cervi nei campi intorno alla riserva, dove la sera vengono a mangiare. Ma oltre che infangare l’auto e intravedere delle macchie lontanissime, non vediamo altro. Ci dirigiamo al ristorante famoso ricavato nella vecchia stazione dello zar, è elegantissimo e pieno. Ci dirigiamo alla seconda scelta, un altro parimenti costoso al 1º posto su TripAdvisor. Spenderemo più di ogni altro pasto, ma comunque 44€ sono accettabili: polpette e cotoletta per loro, che avrebbero rivoluto i pierogi ma basta, blinis al salmone e formaggio di capra per me e orata (molto tipica!) agli spinaci per il marito. Ristorante elegantino, i bimbi son molto stanchi ma ce la caviamo giocando assieme anche qui.

26/08 – verso Varsavia

Dopo la piacevole colazione di Daniel, partiamo per le tre ore di macchina per raggiungere Varsavia, il sole lascia presto spazio alla pioggia, sono gli unici acquazzoni che abbiamo preso ma non hanno per nulla inficiato i nostri programmi. Ci dicono che quest’estate ha piovuto davvero poco rispetto alla media stagionale. Arriviamo per le 12:30 e ci fermiamo a mangiare al Mc Donald, quando si è fuori a volte è un piacere. Poco affollato, alle 14 entriamo al parco e alle stanze del Wilanów , dimora estiva costruita dal re nel XVII secolo. La reggia è piacevole, intonacata di giallo, niente di estremamente affascinante ma carina. Anche i giardini, che intersecano stili diversi da quello inglese a quello italiano, sono carini. Qui non prendiamo l’audioguida, ma con la mappa i bimbi hanno piacere di guidarci nelle varie stanze. Prossima tappa all’ostello che ho prenotato, in un quartiere esterno dove però c’è il parcheggio gratuito in loco. Tranne per il check in impersonale tramite citofono, per il resto è un ostello fantastico: stanza il doppio di quella del giorno prima, al solito molto pulito, arredata con gusto, poche stanze mi sembra 10 al massimo, un grosso spazio cucina e salone dove la mattina servono la colazione, accessoriato di tutto, anche di te e caffè e di una stampante di cui usufruire gratis. Davvero fantastico, mi ricorda gli ostelli familiari in Svezia dove avrei voluto portare i bambini. Per 60 €, con la colazione compresa, mi sembra davvero eccezionale. Dopo una tisana e un po’ di tempo libero per i bimbi per giocare, prendiamo la metro e il tram per andare all’old town, dove gireremo per la Rynec, osservando i palazzi che sono stati restaurati completamente identici agli originali distrutti nella seconda guerra mondiale, che ridusse la città in un cumulo totale di macerie. Il centro storico è stato però così ben ricostruito dai russi, che è sotto protettorato Unesco. Arriviamo fino alla fortezza Barbacane, da cui si vede la fontana multimediale dove purtroppo stasera non c’è lo spettacolo di musica luci e colori. Ci consoliamo perché comunque l’abbiamo visto a Torun. Per cena vorremmo fermarci alla catena polacca Zapiecek, che ha diversi punti nel centro storico ed è molto ben recensita da turisti. Ma è pieno e bisogna aspettare, nel frattempo vediamo un altro piccolo ristorante dove servono la zuppa nella forma di pane che abbiamo cercato dall’inizio della vacanza, non c’è quasi nessuno, soltanto dei locali e decidiamo di entrare. Il cibo è discreto, e passeremo una piacevolissima serata insieme ai bimbi. Loro al solito si mangiano i consueti pierogi. Torniamo verso il centro, sperando che ci sia ancora il ragazzone lo spettacolo col fuoco. Arriviamo precisi per l’ultimo spettacolo, lui e la ragazza sono davvero bravi, danzano a ritmo i bimbi sono rapiti. Riprendiamo la metro che a quest’ora è molto più affollata dell’andata, è una città che sembra tranquillissima da girare. Non abbiamo visto barboni, ubriachi, parecchia gente in giro e parecchie famiglie. Il centro storico è gradevole, ma non cattura e non affascina più di tanto.

27/08 – Varsavia, rientro a casa

Ci svegliamo al solito molto presto, ormai dobbiamo rassegnarci all’idea che non si possa più dormire tanto, facciamo colazione con calma perché tanto prima delle 10 non apre nulla, anche la colazione nell’ostello merita. Ci dirigiamo alla torre dell’edificio più alto della città, il Palazzo della Cultura e della Scienza, che i Russi donarono alla città e che pare non sia mai stato molto apprezzato, tanto che in alcune occasioni si era proposto di demolirlo. In realtà è un monumento espressivo, in puro stile sovietico, e più alto di tutta la Polonia con i suoi 300 m circa. Saliamo con un ascensore molto rapido fino al 30º piano, mi fanno pena le signore che per lavoro stanno a premere il pulsante all’interno dell’ascensore, però mi dico anche che il livello di stress deve essere molto basso, aldilà dell’alienazione. La vista dall’alto testimonia la brutta città, fatta di stili architettonici poliedrici, dai condomini sovietici che abbiamo visto un po’ anche in altre zone davvero semplici e tristi, ai nuovi grattacieli dei quali qualcuno piuttosto carino, alle case del centro storico con i tetti rossi. Scegliamo e assecondiamo il desiderio dei bambini di vedere una mostra, anche se piuttosto costosa per gli standard, che avevano intravisto al piano terra, e si divertiranno da morire. Ci piace anche seguire i loro gusti, è bello che abbiano degli interessi, dei desideri, per cui entriamo. La mostra è una collezione di personaggi ed auto dei cartoon realizzati in un rapporto uno ad uno con ingranaggi d’acciaio, io non avevo mai visto questa roba, ma pare che siano una sessantina di artisti che le realizzano in giro per il mondo a partire da qui. I bambini si divertono da morire perché si può salire ovunque, scattiamo tante foto con le macchine di Batman, con gli eroi di Star Wars, vicino le tartarughe Ninja. Una volta usciti, si va verso l’ultima tappa, il grande parco Lazienki, un enorme polmone verde interno alla città. Fatichiamo non poco a trovare l’ingresso ed anche a trovare qualcosa da mangiare di decente e che non ci spenni; mentre uno va fuori a prendere qualcosa di commestibile, l’altro resta coi bimbi dentro a cercare gli scoiattoli, tra i tanti che ce ne sono che si avvicinano per prendere il cibo, a cercare le loro tane sugli alberi dove gli fanno la spesa mettendogli dentro le ghiande e arrampicandosi per diventare scoiattoli anche loro. Ci spostiamo sulle panchine vicino ad una bella fontana, giocano alla casetta nascondendosi dentro degli albero a cespuglio che con loro dentro sembrano muoversi! Ogni tanto qualcuno si ferma a guardarli. Sfamati giriamo il parco che è strapulito e molto bello, cerchiamo di avvicinare scoiattoli curiosi che vengono ad annusare insoddisfatti i biscotti che gli offriamo e scappano poi via e i pavoni che pur senza coda sono belli. Ancor più se liberi. Ci avviciniamo al palazzo sull’acqua e all’anfiteatro, loro giocano di fantasia tra arbusti e ruscelli che è un piacere guardarli. Alle 16,15 riprendiamo l’auto, facciamo i 50 minuti trafficati ma ordinati per l’aeroporto. Riconsegniamo l’auto e ci pigliamo l’incazzatura più grossa perchè ci addebitano un cerchio e una gomma danneggiati. Siamo increduli, ci pare impossibile e protestiamo, ma in effetti al ritiro dell’auto non abbiamo segnalato nulla e io non l’ho proprio visto. La franchigia che ci verrà addebitata (250 euro) è davvero una spesa imprevista, che mi rimane sul gozzo. Ceniamo cercando di riprenderci, i bimbi ci chiedono se siamo arrabbiati. Pace, ci diciamo che poteva succedere anche con la nostra auto. Ci imbarchiamo in orario, i bimbi son contenti di rientrare, sentono la mancanza dei nonni e dei quattrozampe di famiglia.

RIFERIMENTI

Il luogo con più cicogne: Leba e poi in Masuria

Appartamenti, b&b,siti visitati ben tenuti e molto puliti

Pasti migliori a Danzica per i pierogi e al bistro a Białowieża , goffre a Leba, platki a dwor platka, limonata coi mirtilli nel bar al lago Czos, oscypek a Mikolaiki, fetta col lardo a Białowieża, le kielbasa a Torun, la vodka aromatizzata, la birra a litri. Locali peggiori City a Mikolaiki

Le strade nuove, dove son state fatte. Nazione evidentemente in crescita, ordinata, pulita

LUOGHI da NON PERDERE

Gita sul battello al Cormoran island con merluzzo annesso

Discesa sul Krutynia col kayak

Deserto nel parco di Slowinski

Bagno nel Mar Baltico

Giro in bici nella Foresta di Białowieża



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