Cracovia Varsavia: usi e costumi per non sbagliare

Di ritorno da una settimana nelle città di Cracovia (5 giorni) e Varsavia (gli ultimi due), mi sento di aggiungere alcuni dettagli a quelli già segnalati da altri lettori per organizzare al meglio il viaggio. Cracovia e limitrofi (cosa vedere) - il castello del Wawel è bellissimo, ma consigliamo, se non fate una visita organizzata, di muoversi...
Scritto da: max1974
cracovia varsavia: usi e costumi per non sbagliare
Partenza il: 14/08/2006
Ritorno il: 21/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Di ritorno da una settimana nelle città di Cracovia (5 giorni) e Varsavia (gli ultimi due), mi sento di aggiungere alcuni dettagli a quelli già segnalati da altri lettori per organizzare al meglio il viaggio.

Cracovia e limitrofi (cosa vedere) – il castello del Wawel è bellissimo, ma consigliamo, se non fate una visita organizzata, di muoversi per tempo. La biglietteria apre alle 9.15 e il numero dei ticket è limitato, se siete ancora in coda verso le 11 probabilmente non riuscirete a ottenere il ticket d’ingresso. A noi è capitato. Quindi mettetevi in coda già in prima mattinata. Altro problema: i gruppi organizzati hanno la precedenza e gli ingressi dei visitatori singoli sono scaglionati. Quindi, sappiate che se ottenete il fatidico biglietto alle 10,30 (come è capitato a noi dopo un’ora di coda), rischiate di entrare nelle sale del museo selezionate da voi anche dopo due o tre ore.

– per le miniere di salgemma (patrimonio Unesco) di Wielicza è meglio presentarsi con il biglietto già pronto, altrimenti si rischia di affrontare una coda lunghissima. Ho visto coi miei occhi un migliaio di persone in coda. Noi ci siamo recati il giorno prima all’agenzia Jordan nei pressi della stazione (ul. Dluga, zona Barbacane, e ul. Pawla, zona stazione) per prenotare il biglietto più guida in italiano (indispensabile). In questo modo, spendendo solo 65 zloty (circa 17 euro) abbiamo potuto godere del trasporto sul sito della miniera con un pulmino partito dal Wawel (parcheggio di fronte all’Hotel Royal) e saltare l’intera goda, entrando nell’ingresso riservato alle visite guidate.

– la visita ad Auschwitz-Birkenau (65 zloty sempre con l’agenzia Jordan, la più conveniente) ovviamente è stata impressionante per le emozioni suscitate. Per quanto riguarda il viaggio organizzato, non pensiamo sia necessaria una guida (al museo ne trovate comunque parecchie in lingua italiana), visto che basta prendersi una mappa e leggere i pannelli disposti nei vari siti. Purtroppo, per quanto riguarda il viaggio, ci è capitato l’inconveniente di trovarci in ritardo all’appuntamento con il pullman: il parcheggio era proprio dietro la stazione, ma abbiamo faticato a trovare la piattaforma da cui partiva (i polacchi, soprattutto quelli sopra i 30-40 anni, non conoscono l’inglese, nemmeno i taxisti, e non ci sono stati di grande aiuto). Il risultato è stato che ci siamo dovuti sorbire all’andata un’ora e mezza di viaggio in piedi, visto che i posti a sedere erano già stati occupati.

– Cosa mangiare: a Cracovia il migliore ristorante italiano è risultato l’Arlecchino, sulla Via Reale. Antipasti e pasta non erano affatto male e abbiamo speso solo circa 15euro. Abbiamo provato anche il Soprano, ma la pizza non era di qualità eccelsa, nonostante sia un ristorante rinomato. Per la cucina polacca, abbiamo provato il Chlopskie Jadlo in centro città: buona la zuppa di funghi, non male i pierogi (ravioli ripieni), da evitare invece certi piatti di carne di maiale, soprattutto se come “contorno” hanno delle marmellate: i polacchi spesso le spalmano sulla carne di maiale, con risultati che per il palato di noi italiani potrebbero essere pessimi. Buone, comunque, le salsicce e gli spiedini che abbiamo comprato da una rosticceria sulla piazza centrale. Non male anche le ciamballe di pane e sesamo che vengono vendute ai lati delle strade e il cosiddetto “Zapikanka”, una mezza baguette con formaggio e funghi servita calda calda, croccante e molto buona (per chi lo desidera, si può aggiungere ketchup o altro).

– Trasporti: i taxi sono convenienti, circa 2 euro ogni 2 km, e noi ne abbiamo approfittato spesso. Le tariffe sono più alte del 50% nei giorni festivi e di notte dalle 23 alle 6. Il tragitto dall’albergo (Chopin, un albergo discreto, a 1km dal centro: circa 100 euro da dividere in due per la doppia, 80 euro la singola) all’aeroporto, di circa 20km, abbiamo pagato solo 65 zloty, circa 17 euro da dividere in due. L’alternativa è prendere il trenino che dalla stazione centrale vi porta in aeroporto per soli 8 zloty, ma di notte non sempre c’è e noi dovevamo partire nelle prime ore della mattina.

A Varsavia, distante 300km, siamo andati in treno. Abbiamo avuto qualche difficoltà con la biglietteria, visto che l’impiegata (anziana) non sapeva l’inglese. Ma alla fine, spendendo circa 20euro, abbiamo preso un intercity che in tre ore ci ha portato nella capitale polacca. Un treno espresso (durata cinque ore di viaggio) costa invece la metà. I polacchi, a differenza degli italiani, non parlano molto fra di loro nei viaggi in treno, forse per una certa introversia tipica della gente del nord: un signore è rimasto muto per tre ore…Non leggeva, non ascoltava musica, niente, è rimasto immerso nei suoi pensieri per tutto il viaggio…Una madre e una figlia si saranno parlate sì e no dieci minuti in tre ore di viaggio..Davvero strano per noi italiani, così ciacoloni anche e soprattutto con chi non conosciamo…

– Alloggio: le stanze doppie in Polonia sono in realtà delle singole con due letti, quindi si sta abbastanza stretti. Dipende se volete risparmiare o preferite la comodità.

Note: ad agosto abbiamo notato che Cracovia è piena di italiani. Abbiamo incontrato gruppi di boy-scout in viaggio sulle orme del Papa Giovanni Paolo II, ma anche gruppi di ragazzi italiani singoli in cerca di facili conquiste…In realtà, le polacche sono ragazze non solo molto carine e che sanno vestirsi in modo elegante, ma anche molto serie: per esempio, le chiese, a differenza che in Italia, sono spesso piene di giovani in preghiera. Si spiega anche per il ruolo che ha avuto il cattolicesimo e Papa Giovanni Paolo nella storia dell’orgoglio nazionale polacco. Quindi, consigliamo ai ragazzi italiani in cerca di “avventure” di non farsi facili illusioni. Cracovia, città universitaria per eccellenza, comunque è piena di locali per giovani (Prozac, Frantic, Cien), disco-pub in cui solitamente non si paga per entrare e in cui la birra (buona quella polacca) costa solo 8-9 zloty, poco più di 2 euro. In ogni caso, sappiate che le ragazze polacche sono socievoli e amano chiacchierare. Anche se a prima vista possono sembrare fredde e introverse, se si rivolge loro la parola non si tirano indietro: per chi non cerca avventure sessuali, è un piacere parlarci e conoscerle (parlano molto bene le lingue straniere e l’italiano non è così raro da queste parti ). A Cracovia (così come a Varsavia) ci sono però anche dei “bordelli” mimetizzati da night-club, chi cerca questo genere di “passatempo” li può trovare facilmente fuori dal centro città: sappiate, però, che ci lavorano soprattutto povere ragazze bielorusse e ucraine, costrette a prostituirsi per fame.I sindaci di Cracovia e Varsavia stanno cercando di combattere la prostituzione presente nelle loro città chiudendo questo genere di locali, ma purtroppo si scontrano con la lobby del turismo sessuale, che rappresenta comunque una fonte di introiti per le due città.

Varsavia, invece è diventata la meta di moda per l’addio al celibato dei giovani inglesi (presenti quanto gli italiani): i low-cost e il basso prezzo degli alcoolici spingono parecchi britannici a passare il weekend nella capitale polacca per darsi a delle solenni ubriacature.

Varsavia. La capitale polacca non offre molto al visitatore in cerca di palazzi storici o chiese monumentali. E’ stata distrutta al 90% per cento dai nazisti durante la guerra per punire due grandi rivolte: la prima è scoppiata nel 1943 nel ghetto degli ebrei (a nordovest della città vecchia), che hanno provato a ribellarsi alle deportazioni verso il campo di Treblinka (Varsavia contava una comunità di più di 300.000 ebrei prima della Seconda Guerra Mondiale); la seconda, nell’agosto del ’44, è stata avviata dai partigiani polacchi che credevano la liberazione ormai vicina, visto che i russi si erano ormai attestati dall’altra parte della Vistola. Ma Stalin preferì fermare le sue truppe e non collaborare con la resistenza polacca (legata al governo in esilio a Londra e anticomunista), con il risultato che i nazisti in due mesi riuscirono a stroncare la rivolta massacrando circa 200.000 polacchi, per lo più innocenti civili, e distruggendo quindi la città, rasa praticamente al suolo in tutta la sua lunghezza. Varsavia è la città martire per eccellenza della Seconda Guerra Mondiale e quindi vale la pena dare un’occhiata al moderno Museo della Rivolta (zona di via Towarowa, a 2 km dalla città vecchia), in cui l’ingresso è spesso libero. Oppure si possono visitare i monumenti eretti nella zona del ghetto a memoria della strage degli ebrei. Noi abbiamo visitato anche i resti della famigerata prigione della Gestapo in via Pawiak, nella zona del Ghetto.

Il centro storico di Varsavia, che è molto carino anche se piuttosto piccolo, è stato, come detto, ricostruito negli ultimi 50 anni. Lo stesso castello reale (costo 18zloty per la visita delle stanze) è stato riedificato negli anni ’80 su disegni dell’architettura originale. Per il resto Varsavia offre una serie di lunghi viali e stradoni a quattro corsie costeggiati da grattacieli di vetro sedi di banche internazionali oppure casermoni di cemento che ricordano il triste periodo del governo comunista (compreso il mostruoso ed enorme edificio in mattoni chiamato Palazzo della Cultura, alto più di 200 metri: dalla balconata – costo 25zloty per salirci in ascensore – si può comunque avere una visione dell’intera Varsavia) . Il traffico è molto snello e molto veloce: evitate quindi di attraversare dove non ci sono semafori o strisce pedonali.

Alloggio: Hotel Campanile, circa 65 euro una singola. Non male, anche perchè si può fare una colazione con i fiocchi.

Vitto: abbiamo trovato un ristorante italiano che sa fare la pasta al dente (miracolo!) nella zona del Palazzo della Cultura, si chiama “Ti Amo”.

Per i giovani: se volete divertirvi, in via Sienkiewicza, nella zona del Palazzo della Cultura, ci sono ben tre locali affolatissimi: i disco-pub Limon, Organza e Sheesha Lounge (qest’ultimo offre narghilé e musiche orientali). Qui nei weekend, proprio quando siamo arrivati noi, la gente balla fino alle 8 di mattina. Insomma, Varsavia cerca di compensare con una entusiastica vita notturna la tristezza che si prova durante le ore diurne, in cui i cittadini di Varsavia sono indaffarati a lavorare in tutta fretta in anonimi e grigi palazzoni…Una bella differenza con Cracovia, città dai ritmi più rilassati e con atmosfere più romantiche e pittoresche…

Ultima nota: i servizi polacchi, a differenza di quelli italiani, sono piuttosto lenti. Non meravigliatevi, quindi, di fare lunghe attese in posti come le biglietterie oppure nei ristoranti, etc…Per i polacchi questo è normalissimo…



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