Perù: quei visi bruciati dal sole

Tutto il bello del Perù in un viaggio in solitaria tra il Machu Picchu, Cusco, Nazca, il Lago Titicaca, Arequipa e Lima
Scritto da: giusep11
perù: quei visi bruciati dal sole
Partenza il: 27/09/2016
Ritorno il: 14/10/2016
Viaggiatori: 1

Perù: quei visi bruciati dal sole!

di giusep11 dal 27 settembre al 14 ottobre

27 settembre

È ora di partire. Sì, è arrivato il momento di iniziare ad esplorare il sud-America. Come sarà? Ho molta esperienza del Sud-est asiatico in cui mi sono recato per vari anni, ma di questo continente no, a parte il Mexico visitato come turista e non come viaggiatore.

La storia comincia con un brivido. Arrivo alle 4.30 alla stazione dei bus, ma non vedo nessuno. Più tardi comincia ad arrivare qualcuno che mi prospetta dei dubbi sul ritardo del bus, ovvero ci convince che lo stesso è già passato e che siamo rimasti a piedi. Pur essendo molto razionale, mi lascio convincere e mi abbandono alla disperazione per aver perso il viaggio. Ma ad un certo punto giunge una macchina con a bordo un uomo, marito della profanatrice della teoria della perdita del bus, che ci dice che lo stesso sta per arrivare. Pericolo scampato!

Volo American Airlines che parte dal T5 di Fiumicino, ed è tutta un’ impresa per salire a bordo. Ci sono vari step di controllo con annesso interrogatorio fatto di domande sul perché e percome… ecco come ci hanno ridotto i terroristi! Faccio scalo a Charlotte e a Dallas, tenendo presente la regola che al primo aeroporto USA bisogna sempre riprendere il bagaglio per controlli e rimetterlo sul nastro per proseguire con altro aereo.

28 settembre

Il volo arriva a Lima in anticipo e avendo lo zaino al seguito in pochi minuti sono fuori. Al banco dei taxi-green c’è un ragazzo americano che sta chiedendo per una corsa e subito mi faccio avanti per un taxi-share con lui per 80s/2pax su zone diverse. Il cambio è notevolmente svantaggioso sia per l’euro che per il dollaro, anche perché i furbetti vogliono dare sempre il resto in soles… ma soprassediamo. Certamente questo è il momento di maggiore debolezza per il turista che arriva affaticato dal volo e si trova smarrito all’arrivo. Avevo fretta di arrivare a terminal bus per cui ho preferito non avventurarmi per strada con taxi di fortuna, altrimenti l’avrei fatto volentieri. Arrivo alla stazione Cruz del Sur con notevole anticipo per prendere la corsa delle 7.30 che ferma a El Chaco(Paracas). Ammiro la grande professionalità e l’ organizzazione di questa azienda che non ha eguali in Perù e forse anche da noi. Giungiamo a Paracas con 30’ di ritardo e mi avvio verso il centro città camminando sul lungomare(a poche centinaia di metri). Molte sono le offerte di tour e hostel che mi vengono proposte per strada, ma io avevo già prenotato. Perdo un po’ di tempo per prendere la camera e decido di andare a Pisco con taxi(10s.) per cambiare i soldi. Trovo qualche difficoltà a cambiare euro ma nessun problema per i dollari. Al ritorno, lungo la strada, vedo una persona allungata per terra in mezzo alla carreggiata, molto probabilmente morta nella più totale indifferenza della gente; solo dopo mia richiesta il taxi si ferma e fa chiamare la polizia(purtroppo questo spettacolo mi si ripresenterà anche in un’altra occasione). Tornati a Paracas è già pomeriggio ed essendo già partiti i tour per la Reserva, decido di affittare una bici e andare da solo(15s. contrattati per il pomeriggio). Andare in bici alla Reserva è a dir poco un’impresa in quanto il vento forte del pomeriggio ti spinge in senso contrario ed è una fatica enorme guadagnare qualche metro, ma non desisto. Tuttavia superata la fase iniziale di resa decido di pagare il boleto 15s. e di entrare alla reserva nella speranza di arrivare a Lagunillas. Lo sforzo è stato titanico ma ce l’ho fatta ad arrivare almeno a Lagunillas e ammirare gli strapiombi che danno sul mare blù cercando di ignorare i sacchi di immondizia lasciati lì in mezzo alla natura incontaminata…forse. Non mi ero accorto che la fatica è stata enorme per arrivare qui in quanto la strada all’andata era in leggera salita per cui al ritorno la bici andava da sola. E’ possibile visitare anche il museo di biologia marina che si trova appena dopo l’entrata alla reserva(niente di che).

Tornato a Paracas faccio altri giretti. Lascio la bici e faccio delle passeggiate sul lungomare, dove molti turisti giacciono sulla spiaggia intenti a prendere il sole, prima di tornare in hostel.

Info:

-orari partenze Isla Ballestas 8.00/ 10.00/12.00 30s.(durata 2h)

-orari partenze Reserva Paracas solo 11.00

29 settembre

Mi alzo presto per fare colazione e mi reco al muelle(molo) per prendere la prima barca che parte alle 8.00. Vengo subito corteggiato da un ragazzo, Paul, con cui contratto il giro per 30s(+10s. se non si ha il boleto integrale reserva+isla). Sul molo ci legano un bracciale di riconoscimento al polso e poi ci fanno salire a bordo. Si passa di fronte al Candelabro, una figura geroglifica impressa su una collina che richiama le linee di Nazca. Molte sono le teorie sul perché di tale disegno tra cui vi è quella che poteva essere un segno di riconoscimento per i naviganti che arrivavano da lontano, come sottolinea la guida. Oltre allo spettacolo paesaggistico di mare e isolotti vi è tutta la fauna che popola tali ambienti. I più belli sono i leoni marini specialmente i pochi maschi tutti distesi sugli scogli, qualche piccolo pinguino e per finire i tanti pellicani. Il ragazzo che guidava la barca, devo dire, è stato molto bravo ad avvicinarsi agli scogli facendo della manovre molto apprezzabili che hanno reso ancor più interessante il tour. Al ritorno al molo pensavo di trovare Paul per poter effettuare il pagamento, ma all’arrivo non c’era più nessuno per cui mi sono dovuto rassegnare…

Ritorno in hostel per prendere lo zaino e mi dirigo alla stazione dei bus Cruz del Sur per andare a Nazca.

Arriviamo con ritardo a destinazione e decido di acquistare un biglietto per Arequipa con la compagnia Civa. Avevo visto su internet che c’è ne era uno alle 20.10 ma allo sportello con molta delusione mi hanno detto che non arriverà prima delle 21-22. Purtroppo il bus fa 3ore di ritardo arrivando alle 23(pessima compagnia CIVA).

Avevo in programma di visitare le linee di Nazca e Palpa. La prima è raggiungibile con bus che partono nei pressi dei terminal delle grandi compagnie e con 3s. arrivo al mirador della Torre Metallica sulla Panamerica, sotto il quale si possono vedere(per 3s.) le vicinissime figure come la Mano e Los Arboles. E’ incredibile come la strada abbia tagliato in due queste linee in barba al patrimonio storico. In cima alla torre incontro altri ragazzi e propongo loro di andare alla linea di Palpa, ma non essendo interessati vado solo. Dopo aver aspettato il passaggio di un bus, salgo su e arrivo nei pressi di Palpa dove vi è la linea de la Familia di Paracas, ovvero la Madre, il Padre e il Bambino. Ho raggiunto questo punto con molti dubbi, sia per la localizzazione del sito sia per il tempo che stringeva, infatti cominciava a calare il sole. Ci tenevo moltissimo a vedere questa linea ed è stato molto emozionante trovarmi molto vicino ad essa anche rischiando di rimanere sulla Panamerica.

Faccio delle foto, fisso ripetutamente lo sguardo verso il disegno come ad impressionarlo nella mente e prima di allontanarmi mi giro numerose volte.

E’ ora di tornare a Nazca, ma come? E’ quasi buio e sono su questa autostrada completamente solo. Cerco di fare l’autostop ma nessuno si ferma a parte un motorino che almeno mi fa un po’ di compagnia, ma alla fine non può darmi il passaggio perché porta un sacco sul sedile posteriore. Ad un certo punto all’orizzonte vedo la sagoma di un bus dietro un camion e nella paura che non mi vedesse, cerco un’angolazione giusta per poter essere visibile facendo dei grossi gesti, dimenandomi con braccia e corpo. Il bus si ferma, salgo e con 4s. rientro a Nazca sano e salvo(grande brivido, grande gioia per aver visto questa linea). Non mi dispiace questa cittadina, è carina. Ci sono molte persone in giro e approfitto per mangiare e fare un po’ di spesa per l’indomani.

Finalmente alle 23 arriva il bus e si parte per Arequipa accompagnato da un “ronfatore very professional” che mi fa vegliare per tutta la notte.

Info:

-per vedere le linee di Nazca e Palpa bastano pochi Soles usando i bus diretti verso nord(Palpa, Pisco) dicendo al driver di fermarsi ai relativi mirador;

-la compagnia Civa non è affidabile.

30 settembre

Arriviamo a Arequipa teminal-terrestre alle 9.20 anziché alle 5.10 e fortunatamente prendo al volo il bus Andalucia che sta per partire per Cabanaconde. Occorrono 5 ore in quanto la strada per alcuni tratti non è asfaltata e i bus vanno molto lentamente. L’attesa di vedere il Canyon sale a mano a mano che ci avviciniamo e vengo subito ripagato dalla vista di 4 condor dal finestrino del bus che scorrazzano liberi nel canyon. Arrivati a Cabanaconde, che non è altro che un pueblo con una piazza centrale chiamata Plaza de ARMAS, mi fiondo nel primo hostel che vedo di lato alla piazza che per 20s. mi da una singola con bagno e servizi + asciugamano. Accetto volentieri e sono subito fuori, in barba alle 15 ore di viaggio, per godere di questo posto che rappresenta l’ultimo baluardo del colca. La prima cosa che mi preme è ritornare a Cruz del Condor per mirare il panorama e fare conoscenza dei condor, ma data la bassa stagione e l’orario pomeridiano non trovo mezzi per tornare lassù(13km). Anche una bici è sconveniente considerata la salita da fare. A questo punto non mi rimane di fare qualche trekking fino come arrivare a Achachiwa 3.320mt da cui si gode un panorama magnifico. Mi siedo lì per un po’ di tempo per avvistare i condor come scrive qualcuno (ma secondo i locali non è vero) e poi decido di ritornare in centro. Giro un pochino, compro del cibo, ma preferisco ritornare al mirador per contemplare il tramonto. Ci sono vari locali per mangiare e i prezzi generalmente per un piatto unico comprensivo di pasta/riso, verdure e carne è di 6s. Finisco così la giornata in attesa del mattino che mi farà scoprire le meraviglie panoramiche e di fauna del colca.

Info:

– i bus che fanno spola Arequipa-Yanque-Cabanaconde sono Andalucia, Reyna, Milagros, tempo circa 5ore, 18s.

01 ottobre

Ci sono vari bus la mattina Cabanaconde-Arequipa ma decido di prendere quello delle 8.30(prima di partire sale un tipo che vende il boleto a 70s.). Pensavo di aver già soddisfatto l’idea di aver visto i condor il giorno prima dal finestrino del bus, ma a circa un km da Cruz del Condor comincio a vedere degli enormi volatili che volteggiano numerosi a bassa quota per cui decido di scendere contro il programma che avevo stabilito.

I condor si possono ammirare in vari punti, ma al centro del mirador ce ne sono tantissimi. Faccio una capatina per fare delle foto e rimango stupito da come volteggiano nell’aria e si abbassano fino a sfiorare le teste delle persone. Si vede che sono protagonisti assoluti e l’attenzione è tutta per loro facendoli sentire delle star dei Hollywood. Vengo avvicinato ad una donna che mi richiede il boleto turistico, ma non essendo prevista la fermata a Cruz non lo avevo comprato. Non sapendo cosa dire sono riuscito a convincerla dicendo di averlo comprato il giorno prima dal tipo che sale sul bus prima di partire da Cabanaconde e che non l’avevo con me in quanto l’avevo stracciato non prevedendo di fermarmi lì; incredibilmente sono riuscito a convincerla. Soddisfatto del fuori programma, mi metto sul ciglio della strada in attesa che qualcuno mi prenda a bordo. Chiedo un passaggio ad una coppia di tedeschi, ma la signora un po’ stizzita declina. Ad un certo punto si ferma un bus carico di turisti che per 5s. mi porta a Yanque. Lungo il tragitto mi siedo di fianco ad una ragazza cilena molto carina con cui intrattengo una lunga conversazione piacevole.

Arrivo a Yanque e mi trovo sulla solita piazza principale da cui dipartono stradine laterali e mi metto a cercare il sig. Teodoro con cui desidero passare la giornata per fare turismo vivenciales. Pare che in molti lo conoscano, infatti uno tira fuori il cellulare e lo chiama. Dopo aver atteso qualche minuti si presenta e ci salutiamo cordialmente. Dopo avergli detto che avrei voluto passare il giorno con lui, mi dice sconsolatamente che in seguito al terremoto dello scorso agosto la sua casa non è praticabile e non mi può ospitare, per cui insieme troviamo un’altra sistemazione in hostel. Al primo non risponde nessuno, ma a quello di fianco contratto una camera singola con bagno e doccia+ asciugamo profumato per 20s., che sballo. Teodoro è una persona umile, gentile e premurosa; la sua storia mi commuove e mi fa pensare: perché tanta disgrazia sui poveri? Prima di congedarci lo saluto affettuosamente e ancora oggi il suo viso tranquillo è impresso nella mia mente.

Il primo obbiettivo che mi sono posto è quello di fare trekking fino a Coporaque un pueblo a 5-6km da Yanque. Dopo aver preso le indicazioni mi metto in marcia sotto il sol cocente lungo una strada polverosa completamente deserta incrociando, ad un certo punto, una coppia di svizzeri che parlano francese. Occorre circa un’ora per arrivare e appena giungo in piazza mi si presenta il medesimo scenario architettonico che si ripete in ogni pueblo, ovvero una piazza centrale che fa da fulcro e tutto il resto intorno. Per primo visito la chiesa che è chiusa causa crolli, ma in quel momento essendoci una signora che stava pulendo mi fa entrare. Metto un’offerta per la ricostruzione e gironzolo per la piazza. Incamminandomi per le stradine secondarie vedo una porta aperta che da su un cortile, affacciandomi mi si presenta alla vista un gruppo di persone riunite che mi fanno cenno di entrare. I loro sguardi sono tutti diretti verso di me e mi sento al centro dell’attenzione. Il responsabile che deteneva l’assemblea mi si avvicina e mi chiede una serie di cose, spiegandomi che loro sono una comunità religiosa. Ad un certo punto il tipo prende il microfono e mi presenta a tutti pronunciando il mio nome e tutti mi salutano agitando le mani fissando lo sguardo verso di me. Con un po’ d’imbarazzo rispondo al saluto e mi viene offerto anche un bel piatto di riso condito.

Le persone sono vestite con abiti tradizionali e i loro visi sono quelli tipici della loro razza autoctona. Intanto dopo una lunga conversazione col responsabile, mi congedo salutando tutti e continuo il giro. Sento della strana musica, ritorno in piazza e mi si presenta davanti un gruppo di persone con costumi tipici che ballano al ritmo di musica tradizionale suonata della banda del Colca che li segue in coda. Rimango veramente sorpreso positivamente in quanto non mi aspettavo una cosa simile. Intanto sia i ballerini che i musichieri del Colca dopo aver fatto il giro della piazza si inoltrano in altre strade e così decido di ritornare a Yanque.

Per tornare indietro non percorro la strada polverosa dell’andata ma un sentiero molto bello e panoramico lungo vari chilometri segnalato da una freccia, che prima sale e poi scende fino ad arrivare alle rovine di Uyu Uyu, antico insediamento Incaico usato come abitazione e come magazzini per i raccolti, spazzati via dagli Spagnoli che col loro arrivo bruciarono tutto e dai roghi si salvò una sola persona che descrisse l’accaduto come un inferno.

Termino la giornata facendo visita alle Hot Spring dove si può fare il bagno nelle vasche di acqua caldissima proveniente dalle sorgenti termali.

Prima di tornare in hostel faccio visita alla chiesa che presenta numerose crepe dove assisto alla messa. Al temine scappo via per i brividi di freddo che sono sopraggiunti dalla giornata così faticosa ricorrendo al paracetamolo 1g e dopo una doccia calda mi metto a letto e tutto passa.

Info:

-bus Cabanaconde-Yanque 6.00/8.30/10.00 5s.

-boleto Cruz del Condor 70s.

-per chi volesse contattare Teodoro per fare turismo vivenciales quando finirà di mettere a posto casa, non deve fare altro che chiedere di lui in piazza.

02 ottobre

Oggi devo raggiungere Arequipa per cui mi sveglio presto (d’altronde come faccio tutte le mattine) e attendo che parta un collettivo dalla Plaza de Armas. Il trasferimento consta di un trasbordo a Chivay su altro collettivo che parte da un altro terminal raggiungibile a piedi. Durante questa tratta viene proiettato nel bus un film che inizialmente pensavo essere una telenovela, ma poi le scene cominciavano a essere sempre più audaci e nell’imbarazzo generale si sono sollevate vive proteste delle donne a bordo per ottenere la censura di un film che si rivelava quasi porno. Finalmente arrivo a destinazione chiedendo driver di scendere al punto più vicino del centro.

Arrivo nella ennesima Plaza de Armas della Ciudad Blanca gremita di gente perché domenica, approfitto per cambiare i soldi con valore di cambio molto conveniente e mi dirigo al Monasterio di Santa Catalina(40s., la guida costa 25s.). Che dire? E’ proprio interessante questo luogo, ma invito tutti a scoprire la storia di Sor Ana attraverso le foto e i racconti della Sua vita affissi nella stanza a Lei dedicata e nella Sua cella; e perché no, fare qualche riflessione sulla vita da Lei vissuta che potrebbe insegnarci qualcosa in più. Dopo 2 ore di attenta visita esco e mi dirigo al Museo delle Mummia Guanita che trovo chiuso per orario ridotto domenicale, quindi visito la Cattedrale che si trova proprio in piazza.

Altri luoghi visitabili sono la Chiesa di S.Francesco, Casa del Moral (no domenica), Tristan del Pozo (no domenica) e il quartiere Yanahuara col suo mirador. Arrivo anche al mercato San Camillo per acquistare food, ma stava quasi per chiudere.

Termino la giornata con qualche rimpianto per non aver potuto visitare tutto e siedo su una panchina per riposarmi un po’ chiacchierando con una coppia locale.

Nelle vicinanze della piazza passa il collettivo che porta al terminal terrestre. Arrivo con largo anticipo e prima di entrare nel terminal gironzolo per il mercato adiacente.

Il terminal è strapieno di gente e al banco di ogni compagnia vi è una persona che grida la tratta di propria competenza e devo dire che la concorrenza è spietata. Mi reco al banco Flores per convertire il biglietto elettronico acquistato in internet con quello standard, ma la ragazza non mi avvisa che per imbarcarsi bisogna pagare una tassa 2s. alla biglietteria del terminal.

Riesco ad intuire questo solo quando devo imbarcarmi, per cui velocemente e non senza ansia, mi metto in fila(molto lunga) per acquistare il biglietto ed esco sul piazzale per cercare il bus. Anche qui problemi perché la corsa è effettuata da un’altra società e solo per fortuna dopo aver chiesto a vari autisti riesco fortunosamente a beccare quello giusto(è inutile, l’organizzazione delle altre società è carente e non hanno niente a che fare con Cruz del Sur che purtroppo non effettua questa corsa a questo orario).

Info:

-vita Sor Ana

-collettivo Plaza de Armas(vicino)-terminal terrestre 1s.

-imbarco dal terminal terrestre pagamento tassa 2s.

-bus Flores Arequipa-Puno cama 40.s

03 ottobre

Arriviamo alle 4.00 a Puno ed è ancora notte, sotto una pioggerellina. Non esco dal terminal, ma giro per i banchi per vedere i tour che vanno in Bolivia. Me ne propongono vari per arrivare a Isla del Sol per 20-25s. ma declino perché non ho tempo.

Appena fa luce esco fuori e mi dirigo a Calle Lampa (bisogna fare il lungo lago) da dove partono i collettivi per la penisola Capachica 5s. Arrivati lì si può prendere un taxi 5s. per arrivare a Chiffon (porticciolo) oppure un collettivo 1s. Dal porto parte una lancha che per 5s.(non 8 come mi ha chiesto quel burbero di Cesar) porta nella meravigliosa isola di Amantani. Durante la corsa Cesar mi chiede se avevo una famiglia che mi ospitasse e dal momento che non l’avevo me ne propone una lui, infatti all’arrivo al molo la signora Maxina mi aspettava per condurmi a casa sua a qualche decina di metri dal muelle.

Il prezzo generalmente è 50s. pensione completa, ma considerandolo esoso contratto per 40s. Appena pranzato comincio il giro dell’isola che prevede la salita attraversando la piazza e una serie di stradine molto caratteristiche. Uscito dal centro abitato si può girare in lungo e largo arrivando in altri versanti dell’isola. Arrivato ad un certo punto noto da lontano un gruppo di persone riunite e chiedo ai passanti che cosa stessero facendo, una signora mi dice che c’è un funerale. Incuriosito mi incammino e quando arrivo vedo che stanno uscendo dal cimitero per recarsi in un punto dove si siedono tutti insieme.

Arrivo lì e vedo che danno luogo ad un rinfresco dove vengono offerti biscotti e bevande. Mi invitano più volte ma non accetto; ad un certo punto chiedo chi fosse morta e chi era il marito della defunta. Dopo essermi stato indicato il marito del de cuius, mi avvicino per fagli le condoglianze( a proposito, condoglianze si dice allo stesso modo) e ritornato al mio posto, ricevendo ancora offerte per bere, mi sono fatto riempire la bottiglia ci coca…che esperienza!

Continuo a girare l’isola godendo degli infiniti panorami, della tranquillità che mi circonda, fino ad arrivare verso il tramonto per salire finalmente a Pachatata(vista panoramica migliore) prima, dove acquisto un cappello di alpaca, e a Pachamama poi fino al tramonto arrivando in paese ormai che era buio. Termino con la cena a casa dell’ospitante Maxina che tra le varie cose mi prepara un profumatissimo infuso di muna.

Ho passato una giornata meravigliosa. E’ l’unico posto in cui ho sentito il bisogno di stare un altro giorno, ma per problemi organizzativi non ho potuto.

Info:

-Puno è la base di partenza per andare in Bolivia in bus;

-collettivi per Capachica da Calle Lampa(incrocio col lungo lago) 5s. 1h

-lancha per Amantani parte quando si arriva a 8 persone

-collettivi per Sillustani da Calle Lampa(alla fine) poi trasbordo con altro collettivo fino al sito per pochi soles

-livello degli alloggi sull’isola spartano

04 ottobre

Mi alzo alle 4.30 per fare colazione, saluto Maxina e ancora buio corro al muelle dove sta per partire la prima lancha per Chiffon. Ho preferito non andare con le barche turistiche a Taquile avendo visto già Amantani molto più grande, ma sono tornato a Capachica e poi con collettivo fino a Calle Lampa da cui a piedi fino al muelle(molo) per aggregarmi con i turisti per fare il giro delle Uros.

Avrei voluto non andare per evitare tutto l’aspetto prettamente turistico, ma mi sono reso conto che comunque sono delle isole uniche su cui vanno poggiati i piedi almeno una volta.

La barca parte quando si arriva al numero di turisti minimo e dopo un po’ di attesa lasciamo il molo. Siamo vari europei con cui faccio amicizia e formiamo un gruppo divertente. Si arriva su un isolotto dove vi è un abitante che ci spiega la storia e come vengono costruite le isole, la cosa più interessante del giro.

Il tipo che spiega ci dice che ci porteranno con una barca tradizionale su un’altra isola chiamata la capitale al prezzo di 10soles. Tutti aderiscono controvoglia, saliamo sul ponte della barca e via si parte venendo spinti da un piccolo motoscafo fino alla “capitale”. Arrivati lì facciamo le foto, veniamo invitati a pranzare e dopo una sosta di 40’ si riparte per Puno.

Dopo aver salutato gli altri della compagnia, mi reco a piedi a Calle Lampa per prendere il collettivo per Sillustani. Arrivati al desvio (bivio) bisogna cambiare collettivo che porta fino alle rovine. Dopo aver pagato il boleto, lascio lo zaino alla biglietteria e arrivo alle rovine. Faccio una visita approfondita con molta calma e mi godo la bellissima giornata accompagnata da panorami molto suggestivi (mi ricorda molto Amantani).

Sillustani è un sito di tombe chiamate chullpas a forma di cono rovesciato, in cui venivano sepolti i nobili della regione. Certo fa pensare, vedendo queste strutture, come facessero a lavorare così la pietra.

Nel tardo pomeriggio, ritorno a Puno coi collettivi e approfitto per mangiare qualcosa al mercato prima di recarmi al terminal dove mi aspetta il bus Cruz del Sur per Cusco(sul bus viene offerto anche una piccola cena) 29s.

Info:

-le lanche per Puno partono dalle 5 del mattino quando si riempiono;

-è possibile aggregarsi alle barche turistiche alle 8.00 che vanno a Taquile, ma si fermano poco. Non fanno sosta alle Uros.

-visita Uros 20/25soles, durata 2.5ore, partenze dal muelle(molo).

05 ottobre

Arriviamo a Cusco che è ancora notte e molte persone prima di uscire dal terminal aspettano il chiarore dell’alba.

Mi incammino a piedi fino all’ostello che avevo prenotato per 8usd e dopo avermi lavato e cambiato mi reco in centro. Arrivo qui col grosso dubbio che mi porto dall’Italia ovvero se fare o no un trekking di 4 giorni fino a Macchu Picchu. A Plaza de Armas comincio a chiedere a qualche agenzia per un Lares ma non vi sono assolutamente gruppi. Mi viene proposto il Salkantay di 4 gg a 120usd, ma non prendo decisioni e rimando tutto al pomeriggio.

E’ ora di cominciare il giro programmato facendo il grosso acquisto del famigerato boleto turistico integral a 130s. e via si parte. Ovviamente uso i collettivi per arrivare ai vari siti che sono disposti allineati in serie. Strategicamente prendo il collettivo El Huerto che parte dalla zona di Av. de la Cultura arrivando a Tambomachay, splendida costruzione formata da 4 pareti di pietre tagliate a perfezione. Come da tradizione di ingegneria idraulica da queste pareti sgorga acqua la cui provenienza è ignota. A pochi metri vi è il sito PuKa Pukara che significa fortezza rossa costruita con pietre di forma irregolare con funzione di difesa militare.

Da questo sito fermo un bus che va a Pisac (porta della valle sacra), in cui arrivo in tarda mattinata. Alla base della salita per arrivare in cima alle rovine vi è sempre un mercato quotidiano. La salita è un po’ dura e durante il percorso accompagno una bella ragazza australiana che ha non pochi problemi a salire causa fastidi respiratori e di cuore. Con molta fatica arriviamo su, la mia amica preferisce tornare indietro e veniamo colti da un temporale che ci fa rifugiare sotto una tettoia. Passato il temporale continuo a salire esplorando la parte superiore e via scendo molto velocemente.

Riprendo il bus per Cusco e mi faccio fermare alla fortezza di Sacsaihaman il più bel sito di Cusco. Sorge su una collina e rappresenta la testa di un puma il cui corpo è Cusco. E’ un sito cerimoniale in cui si praticava il culto del dio Sole, quindi non è una forte militare ed è caratterizzato da grossi monoliti intagliati ad incastrarsi perfettamente. Viene spontaneo avvicinare gli occhi per scorgere eventuali imperfezioni tra due pietre contigue, ma non ve ne sono. Pertanto è naturale chiedersi: -con quale tecnica e tecnologia abbiano tagliato quelle pietre considerando che il diamante non era conosciuto?Mistero.

Molte pietre del sito furono trafugate dai conquistadores per essere usati nelle costruzioni di chiese e palazzi.

Visito velocemente le rovine di Q’engo e ritorno a Cusco con collettivo chiedendo di fermarmi al bus stop dove passano i collettivi per Tipon.

Per arrivare a Tipon occorrono 45’; dal desvio (bivio) si deve salire su a piedi (molto lontano) o con taxi. Essendo molto tardi ho preso un taxi per 15s.(contrattati) compresa attesa. Desidero sottolineare che Tipon è uno dei siti più belli di Cusco dove si possono ammirare dodici grandi terrazze verdeggianti in cui avrete la sensazione di stare in un luogo mistico sicuramente usato dagli Inca per i riti religiosi. L’assenza di rumori e la calma del luogo vi faranno sentire rilassati e tranquilli, e il silenzio assoluto verrà rotto solo dalla caduta dell’acqua che scorre attraverso dei canali tipici dell’ ingegneria idraulica Inca che irrigano tutte le terrazze durante la secca e drenano durante le piogge.

Avrete voglia di stare a lungo qui per rilassarvi, godere, riflettere venendo avvolti dalla spiritualità del luogo.

Info:

-le rovine di Cusco si trovano tutte sulla stessa strada che porta a Pisac/Calca e si possono visitare una dopo l’altra;

-fino a Tambomachay si può usare il collettivo de El Huerto dalla zona di Av. de La Cultura/ Calle Recoleta, Calle Puputi;

-per Tipon prendere il bus con scritta Saylla-Typon dalla zona Av. De la Cultura;

-taxi Typon rovine 25s. che potete contrattare a 15s.;

Tornato a Cusco mi reco a Plaza de Armas per cercare di decidere sul da farsi per i giorni successivi. Mentre camminavo sotto i portici, incontro il tipo dell’agenzia che avevo contattato la mattina, ma con una scusa mi allontano per cercare altre agenzie almeno per avere un termine di paragone sul prezzo e sulle condizioni. Il destino mi porta in un’altra agenzia che dopo contrattazione mi fissa 20usd meno della prima; prima di decidere tentenno molto anche per i dubbi che avevo circa la capacità di affrontare il Salkantay per il freddo e la pioggia che avrei potuto incontrare. Dopo un po’ di ripensamento mi decido e chiudo la partita a 100usd: accetto…si parte.

Prima di tornare all’ostello faccio ancora un giro, mangio e visito una chiesa in cui vi è in corso una funzione. E’ molto bello il centro di Cusco anche di sera, ci sono molte persone in giro che passeggiano; il centro storico è ricco di cose da vedere.

E’ tardi devo tornare per prepararmi per l’indomani.

06/07/08 ottobre

1° giorno La sveglia suona alle 4.00 con partenza alle 4.30. Arriva il minivan che raccoglie tutti i partecipanti al trekking facendo il giro per i vari ostelli di Cusco. Alla fine siamo 8: 3 australiani, 2danesi, 1tedesco, 1olandese e io.

Come prima tappa ci fermiamo nei pressi del punto di partenza in cui facciamo la colazione e poi caricati i muli dei nostri zaini pesanti continuiamo con bus fino a Mollepata. Siamo pronti per prendere il sentiero che da inizio al nostro trekk non senza un po’ di ansia essendo la mia prima esperienza in merito. La nostra guida compra un sacchettino di foglie di coca leaves per fare infusi o masticare e via si parte.

Camminiamo tutta la mattinata intervallando salite e tratti piani facendo delle soste per riprendere fiato. Si sale sempre di più passando per Silcakancha fino ad arrivare al campo base in cui metteremo le tende: Soray Pampa. Il nostro arrivo al campo è un po’ anticipato dovuto al grande ritmo imposto soprattutto dal tedesco e dall’olandese che fanno coppia fissa e se ne stanno sempre molto avanti al gruppo formando un sottogruppo isolato.

Dopo il pranzo prendiamo posto nelle tende e faccio coppia con l’australiano Math. Per il pomeriggio è prevista la salita alla montagna per arrivare al lago, ma tutti sono distrutti e si mettono a dormire per cui dopo avermi fatto spiegare dalla guida la strada mi incammino solo…. meno male che sono io il vecchio del gruppo e che pensava di fare brutta figura… che ridere!

Con molto fiatone per la notevole altitudine arrivo al lago e alla prima vista i miei occhi si riempiono di luce nel vedere quella meraviglia della natura (simile ai nostri laghi alpini). I riflessi di luce sull’acqua danno dal verde all’azzurro con venature sul marrone. In questo posto ci si può rilassare, prendere il sole seduti sulle rocce e contemplare tutto ciò che ci circonda come le vette imbiancate piene di neve e aggiungo che qualcuno fa anche il bagno… brrrr. Ci sono molte persone al lago che fanno parte di altri gruppi di trekking ed è una festa stare tutti lì rilassati e divertiti a fare foto. Passo qualche ora e insieme agli altri iniziamo la discesa per tornare al campo.

Nel tardi pomeriggio è previsto l’happy hour con thè, cioccolato e cose da magiare che precede la cena vera e propria. Dopo cena si va tutti a dormire per cercare di recuperare la stanchezza sapendo di doversi alzare presto l’indomani.

2° giorno Sveglia alle 5.30 e subito ci danno da bere il mate de coca ovvero l’infuso con le foglie di coca per prevenire il soroche (mal di montagna). Preparato gli zaini si fa colazione e via si parte per il lungo tragitto in salita. Alzando gli occhi vediamo un vetta molto alta di fronte a noi (Nevada Umantay) piena di neve ma il Salkantay non è ancora visibile. Dopo una lunga scalata arriviamo a Paso 4600mt il punto più alto in cui ci troviamo di fronte al Salkantay e da lì andiamo a visitare un lago che si trova a valle rispetto a noi.

Quando si giunge in cima ci sono dei rituali da compiere come fare le foto di gruppo, in cui vengo sollevato di peso e tenuto in orizzontale, e costruire la piramide fatta di rocce di diversa grandezza cominciando dalla più grande come base. Tra una pietra e l’altra ogni componente del gruppo deve depositare 3 foglie di coca recitando delle frasi di rito tutti insieme. Dopo un bell’applauso per complimentarci per la scalata si riparte cominciando questa volta la discesa. Arriviamo a Huayracpampa dove accampiamo per il pranzo e dopo un breve riposino si riparte per la seconda parte del trekk del giorno. Ormai i 2 amici si antepongono sempre al gruppo imponendo un ritmo alto, assumendo un ruolo da isolati e cominciano a farsi una brutta nomea.

Percorriamo vaste zone verdeggianti tipicamente alpine e scendiamo sempre fino ad arrivare al campo base Challway in cui metteremo tenda per la 2a notte. Nel tardi pomeriggio è previsto sempre l’happy hour, a seguire la cena e via a dormire.

3° giorno Sveglia alle 6.00, mate de coca caldo e ci si prepara per l’ultimo giorno dopo aver fatto colazione. Si continua a scendere, il territorio cambia aspetto, si passa da un ambiente di alta montagna ad uno quasi tropicale per cui la fanno da padrona i mosquitoes. Passiamo per Aguas Termales, si costeggia Rio Lluskamayu fino ad arrivare a Sahuayaco Playa per pranzare. I mosquitoes sono sempre più numerosi e mi lasciano le braccia piene di punture.

Terminato il pranzo è il momento di salutarci in quanto io e la “coppietta” continuiamo per Hydroelectrica e gli altri proseguono per le terme di Santa Teresa. Con un po’ di commozione saluto tutti e salgo sul van per raggiungere Hydro.

Questo è un punto strategico in quanto da qui partono i gruppi che vanno a Aguas Calientes a piedi percorrendo 11km di fianco alla ferrovia. Si sente dire che fare questo tratto sia pericoloso non so per quale motivo, vi posso assicurare che è molto bello soprattutto per i panorami che si vedono come montagne su cui si intravedono delle costruzioni Incaiche.

Certo è un po’ faticoso ma io l’ho percorso a tempo di record con 2 zaini addosso impiegando 2h 10’ invece che le solite 2.5/3h. Arrivo a Aguas Calientes e dopo aver preso delle informazioni presso il gazebo sulla strada circa la posizione del mio hostel, il mercato e il ponte attraverso cui si sale a MP, mi reco in hostel.

Arrivo, prendo la camera e finalmente posso fare una doccia calda per pulirmi dai giorni di trekking. Scendo in piazza e gironzolo per vedere il paese. E’ tutto un negozio, locali, strutture per turisti e in giro ci sono molti procacciatori di affari. Dopo aver mangiato al mercato proprio di fronte alla stazione, ritorno in piazza e siedo di fianco ad un signore locale con cui scambio diverse opinioni su Aguas e mi racconta della corruzione che c’è per costruire palazzi oltre i 2 piani che è proibito e mi dice che lo stipendio minimo per un peruano è 30s. al mese. Mi chiedo: “ma gli Inca avrebbero mai potuto immagina di aver creato un eldorado?” Secondo me non sono felici lassù.

E’ una bella serata ma preferisco tornare in hostel per riposare un po’.

Info:

-da Hydroelectrica a Aguas C. occorrono 2.5-3h a piedi, nessuna pericolosità a meno che ci si butti sotto il treno.

09 ottobre

Alle 4.00 mi sveglio e sento come una melodia poco gradita: la pioggia che scende. Faccio in fretta colazione svegliando la tipa della reception, indosso il poncho e mi avvio verso il ponte che apre alle 5.00 attraverso cui si sale a MP. Lungo la strada non incontro quasi nessuno, ma appena arrivati c’è una lunga fila che già aspetta. Nell’attesa scatto delle foto insieme a una giapponese ed effettuati i controlli del boleto comincio la marcia verso MP.

I gradini da salire sono numerosi ma fattibile e ci si impiega circa 1h risparmiando 12usd di bus. Arrivo in cima e trovo un ammasso di gente che è in fila per entrare. Intanto la pioggia è terminata e mi avvio verso il cancello per salire a Wayna Picchu e sono pronto per scalare altri gradini per arrivare in cima alla montagna. Arrivato su in cima ci si rende conto che l’altezza è veramente notevole e si superano anche le nuvole. Il cielo è ancora nuvoloso, ma tra una nuvola e l’altra si riesce a vedere l’incantevole MP alla base della montagna…è uno spettacolo inverosimile che bisogna fissare nella propria mente in modo indelebile. Intanto decido di cominciare a scendere un po’ anche perché molto infastidito dalle persone che per scattare foto fanno le cose più idiote al mondo.

Scendo insieme a 2 ragazze australiane e intanto il cielo si apre definitivamente venendo illuminati da un sole fortissimo. Si scattano foto a ripetizione senza essere mai sazi di cotanto panorama.

A mano a mano scendo sempre più in giù, visito un altro sito e comincio il giro vero e proprio di MP.

Conviene uscire prima dal sito, magari andare al bagno e cominciare la visita dall’entrata in quanto ci sono dei percorsi a senso unico e se vai contromano i fischietti delle guardie si azionano immediatamente.

Inizio a percorrere le stradine che hanno il senso unico cercando di non tralasciare nulla. Intanto come prima cosa dovremmo chiederci: “che cos’è MP? Perché costruirlo? Chi ci viveva?

Direi che MP è un centro di astronomia, un centro spirituale costruito per esigenza di una classe nobile che abitava insieme, anche se separatamente, ai campesinos che lavoravano per loro.

Il sito è abbastanza grande, ma vorrei ricordare i punti salienti cominciando dalla parte alta dove è ubicata la Casa del Guardiano che serviva per avvistare chi arrivasse; poi il Tempio del Sol come osservatorio; tutta la zona universitaria dove si insegnavano materie come l’astronomia e la matematica; la zona del Condor dove vi è raffigurato un condor di pietra per terra; Intihuatana che è una collina terrazzata con scale di accesso laterali; la piazza sacra con il templo de Las Tres Ventanas, il templo Principal, la zona abitata dai campesinos.

Avendo solo degli appunti portati al seguito, chiedo informazioni ad una guida che era libera, e con grande stupore comincia a parlare come un fiume in piena. In qualche minuto mi dà tante info che semplicemente mi affascinano e di questo mi dà conferma una signora di fianco a me che era rimasta ad ascoltare e mi dice di essere rimasta a bocca aperta. Devo dire che quella guida era proprio brava perchè appassionata!

Contentissimo di essere salito a W.P. e di aver fatto quasi 2 giri a M.P. esco dal sito riprendendo il sentiero che porta a piedi a Aguas Calientes.

Dopo aver ritirato il bagaglio, pranzo al mercato e via lungo la ferrovia per fare a ritroso il percorso che porta a Hydroelectrica. La passeggiata è ancora più veloce dell’andata abbassando il record personale sotto le 2 h.

Da Hydro prendo un collettivo che inizialmente non vuole farmi salire perché è prenotato ma poi mi carica e mi dà uno strappo a Santa Teresa.

Mi alloggio in un ostello di fortuna e vado in centro. Grande festa paesana in piazza con gruppi musicali per pubblicizzare i prodotti agricoli locali come il caffè, la cioccolata, il miele etc.

E’ una libidine passare per ogni stand e ricevere ogni tipo di degustazione gratis. Intanto la festa va avanti e dopo un po’ comincio a stufarmi nel vedere cantare 2 bambine accompagnate da 2 adulti che fanno da spalla cantando a squarcia gola… che tristezza! Lo spettacolo purtroppo va avanti fino a notte fonda senza pudore interrompendo il mio sonno più volte.

Info:

– è possibile mangiare a MP anche se forse è proibito, ma ho visto gente che mancava poco facessero barbecue;

– salire a Wayna P. non è tanto pericoloso come dicono infatti incontrerete bambini, anziani con bastone e storpi; salire a Wayna P. è solo per vedere dall’alto MP;

– è possibile acquistare il boleto direttamente sul sito governativo maggiorato un po’ per le spese amministrative, però è obbligatorio per chi vuole salire a Wayna P. in quanto deve acquistarlo molto in anticipo;

– orari per W.P.: 1° 7-8.00 // 2° 10-11;

– Hydro-Santa Teresa 20’ con collettivo che parte quando si raggiunge il numero minimo;

10 ottobre

Mi alzo molto presto e con collettivo mi reco a Santa Maria 3s. e da qui con taxi condiviso 20s. arrivo a destinazione: Ollantaytambo.

Per 15s. prendo una camera e comincio a esplorare il paesino che risulta essere molto carino e caratteristico, con tutte viuzze che dipartono dalla piazza principale. Essendo vicino alla fermata dei collettivi prendo info sulle loro partenze per l’indomani.

Mi reco alle rovine all’entrata delle quali vi è un mercatino in cui compro dei piccoli ricordini.

Le rovine di Olla. sono imponenti considerato che era fortezza e fu luogo di grandi battaglie contro gli spagnoli. Salendo troviamo dei grossi monoliti caratteristici Inca per come sono tagliati alla perfezione e stupisce anche per come sono arrivati fin qui pesando diverse tonnellate.

Guardando la montagna di fronte si scorge una costruzione che veniva usata come deposito in quanto la posizione in alto e la esposizione rendevano più fresco l’ambiente. Questo luogo si chiama Pinkuylluna Mountain Granaries che si può raggiungere dalla piazza principale prendendo una traversa; si entra attraverso una porta che chiude alle 16.30 e si sale su.

Un primo gruppo di rovine si trovano prendendo il sentiero sulla destra, se si vuole raggiungere a quelle più in alto bisogna tornare indietro all’incrocio dei sentieri e si prende quello che va verso l’alto. Non è particolarmente difficile salire, bisogna farlo lentamente per evitare l’eccessivo affanno.

Quando si giunge in cima si può godere di un panorama molto suggestivo anche perché dalla parte opposta vi sono le rovine principali che da qui si possono vedere con vista dall’alto.

Intanto andiamo verso il tramonto e la sorveglianza ci invita a lasciare il sito. Arrivato in piazza faccio un giro al mercato per comprare un po’ di cibo per l’indomani e proprio di fianco, dove vi è la stazione dei collettivi, prendo accordo con un autista circa l’orario della prima corsa verso Urubamba.

Mi diverto a gironzolare per i viottoli del pueblo che sono molto caratteristici scattando numerose foto. Ormai è quasi buio e preferisco tornare all’ostello per riposarmi in quanto prevedo di fare molti spostamenti l’indomani.

11 ottobre

La mia sveglia suona sempre molto presto perché oggi devo riuscire a visitare la restante parte della valle sacra prima di partire.

Mi reco alla stazione dei collettivi alle 5.30 proprio dietro la piazza e salgo su in fretta perché il bus stava proprio partendo. Invito il driver a farmi scendere nel punto da cui parte un sentiero che porta a piedi alle saline di Maras, infatti dopo 30’ il bus si ferma e da lì parte una strada che in 20’ a piedi porta alle saline. E’ molto presto e al villaggio sottostante le saline non si vede nessuno, è tutto molto tranquillo e incontro solo qualche persona che si reca a lavoro. Per arrivare alle saline bisogna salire su una collina e a mano a mano mi avvicino vedo una macchia bianca, colore caratteristico del sale.

Le saline sono delle vasche in cui viene convogliata un’acqua salata proveniente dalla montagna tramite una rete di canali come un sistema di irrigazione. Durante la stagione secca il sole fa evaporare l’acqua e la soluzione salina diventa sovrasatura per cui il sale si deposita sul fondo e sui lati della vasca; segue la raschiatura del sale e l’insacchettamento.

Una signora che stava lavorando mi dice che quello è il periodo della raccolta del sale prima che sopraggiunga la stagione delle piogge che provvederà a sciogliere e pulire tutto il sale accumulato, infatti vedo in basso dei ragazzi che caricano dei sacchi pieni di sale pronti per essere spediti a destinazione.

Incontro una ragazza che mi dice che questo lavoro dà un buon reddito e permette di non far niente durante la stagione delle piogge in cui non è possibile lavorare; in aggiunta a questo vi è l’introito derivante dal pagamento del boleto per visitare il sito (20s.). Ovviamente essendo molto presto la biglietteria era ancora chiusa per cui ho potuto girare liberamente . I proprietari delle vasche (posas) sono gli abitanti del villaggio che possono detenere un numero variabile di posas.

Soddisfatto della visita e delle interviste fatte mi rimetto in cammino per arrivare alla strada principale lungo cui passano i collettivi per Urubamba.

Dopo avere fermato un collettivo chiedo di farmi scendere appena dopo Urubamba dove c’è un desvio da cui partono dei collettivi per Moray. Al bivio scendo e risalgo su un altro collettivo che per 1s. mi porta a Moray. Arrivati nel pueblo chiedo ad un tassista il costo per visitare le rovine ma non riesco ad arrivare al prezzo da me richiesto. Intanto vedo che si fermano dei collettivi e il tassista mi dice che quelli vanno a Urubamba.

Dopo un po’ di attesa contatto un altro tassista con cui stabilisco una tariffa di 20s. per andata e ritorno + attesa. Mettendoci in cammino rivedo quei collettivi che vanno nella stessa nostra direzione e che si fermano proprio davanti alle rovine; solo allora capisco che il tassista mi ha detto mezza verità in quanto era vero che andavano a Urubamba (lungo la strada interna) ma mi ha nascosto che avrebbero fatto tappa alle rovine. Quindi siete avvisati: per arrivare sino alle rovine c’è un collettivo per Moray e un altro per il sito anche se tutti dicono che non esistono collettivi che vanno fino alle rovine.

Terminata la visita torno a Moray e mentre aspetto un collettivo passa un auto privata che carica delle persone e anche me. Il viaggio è un po’ particolare in quanto dietro di me vi è una pecora e un agnellino che piange forte forse perché vede la madre legata, ma poi si calma. Sono fortunato perché la macchina va proprio a Chinchero per vendere gli animali.

Le rovine di Chinchero non sono molto interessanti e la mia visita è abbastanza breve, ma la cosa interessante è la visita ad un centro tessile. Ne esistono molti e io visito il primo che incontro. Entrando mi viene incontro una ragazza giovane a cui chiedo di spiegarmi come avviene tutto il processo per ottenere un prodotto finito. Si parte dalla lana di alpaca che dopo essere stata lavata per togliere le impurità e il grasso si ottiene un filato, in seguito c’è la fase di tintura che viene ottenuta immergendo il filato dentro dei contenitori con delle erbe che con l’ebollizione sprigionano dei colori che si fissano sul filato. In un angolo c’è una signora anziana che tesse tramite un arnese molto antico, ma mi sorge subito un dubbio: “possibile che una sola persona possa produrre tutta quella roba esposta? La risposta è che la signora che tesseva non faceva altro che far parte di un teatrino al fine di illudere i turisti che todo es hecho a mano…?

Info:

-collettivo Olla desvio salinas 3s.

-collettivo desvio salinas desvio Moray 5s.

-collettivo Moray Chinchero 5s.

-collettivo Chinchero Cusco 3s.

-taxi per rovine Moray 25-30s.

Prendo il collettivo e finalmente arrivo a Cusco. Giro per il centro ed entro in una chiesa dove c’è la funzione alla quale assisto prendendo la benedizione finale con acqua santa.

E’ per me come una messa di ringraziamento per la splendida riuscita del viaggio, ma ancora ignoro quello che sarebbe successo dopo.

All’uscita dalla chiesa giro ancora e a causa della pioggia mi riparo sotto i portici. Visito San Blas e faccio ritorno a Plaza de Armas. A questo punto un po’ scocciato della pioggia che ritorna a farsi sentire decido di prendere un taxi insieme ad una signora che per 6s. mi porta all’aeroporto.

Faccio in check in e l’assistente mi avvisa che a causa del maltempo l’aeroporto è momentaneamente chiuso e avremo notizie più tardi per il volo. Un po’ turbato vado al gate e aspetto. Non vedendo il nostro volo sul display chiedo a degli assistenti che mi dicono che è ancora presto. L’ansia sale perché l’ora della partenza si avvicina e non ci sono comunicazioni per la partenza. Ad un cero punto c’è l’annuncio che avremo notizie ufficiali in 30’. Infine l’annuncio finale della cancellazione del volo. La disperazione è tutta nei nostri volti, ci fanno uscire dal gate e ritorno al banco check-in dove mi viene detto che si partirà al mattino dopo. In un primo momento rifiuto e dentro la mia testa mi passano mille pensieri, ma soprattutto quello che avrei perso il volo per l’Italia in partenza da Lima.

Contatto l’America air. per comunicare che non avrei potuto prendere il volo causa maltempo e riprenoto il volo per il giorno successivo contro, però, un pagamento di 490usd che riesco a far ridurre a 390usd. Devo dire a posteriori che tale compagnia non ha accettato il mio ricorso per ottenere il rimborso di tale pagamento extra per cui American Airlines verrà cancellato per sempre.

Intanto mi faccio rilasciare un certificato dalla LCPerù per non essere partiti e accetto di partire il giorno dopo tra mille proteste e insulti. Esco dall’aeroporto e trovo un posto per dormire proprio di fronte attendendo il mattino dopo.

***Attenzione***

La compagnia aerea LCperù non è autorizzata a volare in condizioni meteo non favorevoli non avendo in dotazione dei dispositivi elettronici a bordo; questo significa che anche per una semplice pioggerellina resterete a terra senza nessuna assistenza e per chi ha una coincidenza sono guai. E’ inutile protestare perché non otterrete niente. La sola cosa da fare è evitarla senza farsi affascinare dal prezzo più basso di altre compagnie come Latam o Star Perù. Siete avvisati.

12 ottobre

Finalmente dopo aver fatto il check in si parte per Lima. Mi reco subito all’ufficio American Air. Ma essendo adibito solo all’assistenza bagagli mi devo arrangiare da solo non ottenendo nessuno nessun aiuto. Chiamo l’ufficio della compagnia di Lima sia personalmente che tramite la compagnia LCperù per cercare di non pagare l’extra del biglietto, ma ottengo solo una riduzione a 390usd. Pago con carta di credito e attendo seduto tutto il giorno alla sala di aspetto il volo che ci sarebbe stato alla mezzanotte. Finalmente a bordo e si parte.

13 ottobre

New York. L’aereo fa un lungo scalo a NY e approfitto per guardare la città. Dopo aver ritirato il bagaglio, rifaccio il check in e libero dallo zaino volo verso il centro di Manatthan. La via più veloce ed economica è quella di prendere lo Sky-train fino alla stazione Jamaica e con metro fino a Central Park acquistando due metro card per 15usd. Mentre aspetto la metro conosco due signore del Portogallo molto simpatiche con cui scambio due chiacchiere. E’ un momento molto atteso, sto per uscire dalla metro e sono curioso di vedere l’effetto a pelle che mi fa mettendo il naso all’insù guardando i grattacieli di NY visti solo nei film. Finalmente eccoli, mi guardo intorno e non so come ma mi fa rivivere l’atmosfera vissuta a Londra. Il giro comincia a Central Park e velocemente, non avendo molto tempo, passo vicino al cine-teatro Broadway arrivando poi dritto a Time Square. E’ una piazza molto frequentata dai turisti dove è possibile acquistare qualche souvenir e spedire cartoline.

Mi rimetto sulla Broadway e comincio la lunga marcia verso sud passando nei pressi del Empire State Building. Dopo aver camminato parecchio vedo all’orizzonte i due nuovi grattacieli di Ground Zero che hanno sostituito i vecchi; arrivo proprio lì per qualche foto e mi sposto alla vicina zona finanziaria di Wall Street per fotografare il mitico “toro”e ritorno su fino a Fulton street per riprendere la metro non prima di aver visitato la chiesa proprio di fronte in cui c’è un ragazzo di colore che si esibisce in una break dance accompagnata da relativa musica.

Con la linea metro-J arrivo a Jamaica e da lì con Sky train fino al terminal 8 da cui parte la compagnia American Airlines. Arrivo con abbondante anticipo e ho tutto il tempo per fare i controlli e arrivare al gate nei pressi del quale compro delle sigarette per dei signori americani che vivono da me e che sostengono che le Malboro americane sono ben diverse da quelle vendute in Italia.

E’ ora di partire, sono ben contento di ritornare in Italia e già penso alla prossima avventura.

Info:

– modo economico e rapido per arrivare a Manatthan da NY-JFK è prendere lo sky train fino a Jamaica e poi una linea metro a seconda di dove dobbiamo scendere;

– costo per uscire dal gate per prendere la metro è 5usd + metro 2,5usd per tratta, quindi 15usd andata e ritorno; Info e considerazioni:

– viaggiare e spostarsi in Perù è molto semplice ed economico;

– vi sono collettivi, bus e barche che coprono tutti i percorsi per chi vuole stare a contatto con gli indigeni e per chi ripudia le agenzie;

-Cruz del Sur ha una qualità ineguagliabile e chi come me fa i biglietti anticipati su internet pagherà prezzi ridicoli, stando attenti a mettere la lingua spagnola sul loro sito e non altre perché i prezzi sono differenti; i biglietti sono rimborsabili a meno di 10s. per spese amministrative;

-il ritardo con cui viaggiano i bus vanno dalla mezz’ora per distanze di 3h, alle3-4h per distanze di 20h di viaggio;

-costo acqua 0,75lt 2-2,5s.

-costo pasti nei mercati o per strada 5-6s.

-chiedere sempre il costo quando si prende un bus altrimenti quando pagherete alla discesa è possibile che tentino di aumentare il prezzo;

-i prezzi degli ostelli a parte Cusco e per camera singola sono 15-25s.

-non è necessario prenotare prima perché i prezzi in loco sono più bassi e contrattabili;

-contrattare sempre tutto;

-il clima del periodo fine settembre-ottobre è perfetto perché non ci sono ancora piogge e non fa caldissimo;

-l’abbigliamento per il periodo va dalle maniche corte alla giacca softshell di notte o in montagna;

-il trekking Salkatay è bellissimo, non è difficile e in questo periodo non ci sono piogge, non fa freddo e costa poco;

-non ci sono particolari esigenze di vaccinazioni;

-farmaci da portare sono i soliti;

-consiglio di visitare luoghi come Yanque e Cabanaconde;

-se lo desiderate è possibile fare turismo vivenciales per contribuire alla causa dei più poveri;

-sensazione di pericolo ravvisati –nessuno;

-è possibile telefonate da cabine Movistar su linea fissa italiana al costo di centesimi;

-il cellulare non smartphone non funziona;

-è possibile ricaricare tramite le loro prese;

-non volare con LCPerù perché annulla i voli anche per una semplice pioggia, non è autorizzata al volo per condizioni meteo non perfette;

-se perdete l’aereo con American Airlines sarete costretti a pagate dei salassi anche se il motivo è per causa di forza maggiore. EVITARE.

-il Perù è il posto perfetto per il fai da te;

-agenzie contattate –nessuna.

E’ stato un viaggio splendido tutto programmato da me, come al solito, facendo solo uso di internet e leggendo diari di altri viaggiatori. La gente è tranquilla e fanno a gara per darti un’indicazione.

Il Perù è bello e lo si può visitare da soli programmando bene prima o andare liberamente in giro decidendo giorno per giorno se si ha molto tempo.

I posti che maggiormente mi sono rimasti nel cuore sono Amantani, Yanque, Cobanaconde, MP-WP

addio visi simpatici bruciati dal sole!

Buon viaggio a tutti!

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