Perù e Bolivia

In giro tra Lima, La Paz, Cusco e le isole Ballestas
Scritto da: Daniela Colombi
perù e bolivia
Partenza il: 27/05/2012
Ritorno il: 11/06/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Questa volta ci siamo affidati, navigando in internet, a un tour operator perché abbiamo deciso il viaggio di punto in bianco; abbiamo trovato un itinerario che ci soddisfaceva e che non prevedeva gruppi troppo numerosi; effettivamente abbiamo avuto la comodità di alberghi, guide e trasporti già predisposti e, avendo incontrato persone splendide (eravamo in tredici), ci è sembrato di essere un gruppetto di amici in viaggio.

L’itinerario: Lima – Isole Ballestas – Nazca con sorvolo – Laguna di Huacachina – Arequipa – Cruz del Condor – Lago Titicaca – La Paz – Cusco; il fascino delle antiche civiltà inca è ancor più vivo dopo aver visitato questi luoghi.

28 maggio 2012

Il viaggio è stato lungo e stancante: partenza da Bologna, scalo a Roma e Caracas con Alitalia, Alitalia e LAN, però tutto è andato bene e siamo arrivati con tutti i bagagli. A Caracas si è compattato il gruppo che proseguirà per tutto il tour… praticamente eravamo sullo stesso aereo da Roma ma ancora non ci conoscevamo: allo scalo di Caracas, nella ricerca del cancello per il volo Lan, abbiamo realizzato quali erano i passeggeri per il nostro stesso tour.

Oggi visita al parque del Amor a Miraflores poi a Lima del Museo Rafael Larco e del centro storico spagnolo: Plaza San Martin con la statua del liberatore del Perù, la chiesa di San Francisco dove abbiamo visitato il museo e le catacombe (cementerio) e la Plaza de Armas con la Cattedrale, l’Arcivescovado, il Palazzo del Governo e la residenza del Presidente. Passiamo anche davanti alla Chiesa di Santo Domingo e poi Jesus, la nostra guida che habla italiano, ci ha portati all’agenzia di cambio. Abbiamo pranzato (tardi) al Parquetito nella zona di Miraflores dove si trova anche il nostro hotel e poi, avendo il pomeriggio libero, siamo andati a passeggiare sul viale che costeggia, se pure in alto, il mare.

Il pranzo è stato OK ed abbiamo assaggiato sia il Pisco Sour che il Pisco liscio. La compagnia è buona e credo che ce la passeremo bene.

Tempo buono con un po’ di foschia ma non quella nebbia che, secondo le informazioni raccolte, avvolge la città in questa stagione.

Cena in albergo poi a nanna presto.

29 maggio 2012

Alzataccia alle 2,30 per andare verso Paracas con il pulmino e la guida Jesus; arriviamo anche troppo presto e ci fermiamo sulla spiaggia dove un uomo (forse un pescatore) si fa riprendere con il pellicano Josè (chiaramente abituato a fare il “numero” per i turisti); saliamo dopo circa mezz’ora sulla barca che ci porta alle isole Ballestas nel Parco marino di Paracas con sole splendente e mare calmo; dapprima ammiriamo il “candelabro”, figura incisa sulle rocce della costa, poi scogli con formazioni di archi e grotte ed infine leoni marini, pinguini di Humboldt, uccelli marini.

Al ritorno (sono le 10,30) ci propongono il pranzo perchè abbiamo fatto colazione alle 3; mentre alcuni pranzano veramente, noi due mangiamo un gelato e facciamo un giretto tra le immancabili bancarelle. Quando siamo tutti pronti partiamo per Nazca con lo stesso pulmino accompagnati da Jesus; è un tragitto di parecchi chilometri che dalla costa porta in mezzo a pianure e montagne desertiche con panorami nuovi per noi; prima tappa è la laguna di Huacachina …..che favola in mezzo al deserto! Sosta e fantastico giro nel deserto su di una specie di dune buggy multiplo guidato da un uomo di colore che assomiglia in maniera impressionante all’attore Morgan Freeman; vorremmo fermarci di più, ma Jesus ci richiama all’ordine. Prima di arrivare a Nazca facciamo una sosta lungo la Panamericana per salire su di una torre e vedere due dei famosi disegni ed infine, sempre nei dintorni di Nazca, andiamo a visitare l’acquedotto di Cantayoc in anticipo rispetto al programma iniziale in modo da essere pronti domani per la partenza per Arequipa. Interessante scoprire quanto le civiltà antiche di questa parte del mondo fossero evolute e sapessero raccogliere e canalizzare l’acqua, ma fatale per Marco e Roberto che si beccano un sacco di punture di zanzare e/o mosquitos nelle gambe, con conseguenti pruriti e Irritazioni che dureranno diversi giorni. La cena in albergo è a buffet, le camere ci sembrano un po’ spartane ma il posto è molto bello: si tratta di un’antica villa trasformata in convento e poi in casa hacienda immersa in un parco con piscina, laghetto e zona orticola ed a frutteto dove circolano liberamente diversi animali più o meno domestici; noi siamo colpiti da un bellissimo pavone e da un lama che si spinge quasi fino a bordo piscina. La canalizzazione dell’acqua per l’irrigazione è fatta ancora con il metodo dei Nazca.

30 maggio 2012

Buona la colazione, partenza alle 6,30 in pulmino per l’aeroporto: andiamo a fare il sorvolo sulle linee di Nazca; aspettando che gli aerei siano pronti, ci fanno vedere un filmato che spiega come e da chi sono state scoperti questi segni sul terreno che dall’alto si rivelano disegni di uomini ed animali; infine, dopo essere stati pesati veniamo divisi in 3 piccoli aerei per raggiungere il migliore bilanciamento saliamo e viaaaaa. Direi che dopo avere letto molti messaggi di attenzione per questi voli che in passato hanno avuto anche epiloghi disastrosi ero un po’ preoccupata, ma la cura e l’attenzione dimostrata mi hanno tranquillizzata del tutto per cui mi sento di raccomandare a tutti questa esperienza. Il volo è eccitante ma non pericoloso e le linee si vedono quasi tutte grazie anche al pilota che vira in modo da farcele vedere ed al copilota che ce le illustra.

Pranzo veramente buono in albergo, poi ci rilassiamo a bordo piscina fino alla partenza per Arequipa; Jesus ci accompagna a prendere il pullman turistico che, pur partendo in anticipo rispetto al programma, arriverà ad Arequipa alle 23,30. Il territorio che attraversiamo offre panorami che vanno dalla montagna più brulla al mare, dal nulla desertico popolato solo da qualche mulo a villaggi che sembrano molto poveri ed è molto interessante osservare tutto ciò che ci scorre davanti agli occhi.

Non c’è traffico ma il pullman non va molto veloce, anzi nei tratti di montagna procede molto lentamente; verso le 15 distribuiscono il pranzo, ma noi avevamo già mangiato (devo dire che qualcuno ha comunque fatto onore!) mentre poi non hanno servito altro se non te, matè e acqua per cui, data l’ora di arrivo in albergo, non ceniamo e, sistemati i bagagli, andiamo subito a nanna.

31 maggio 2012

Alle 8 di mattina incontriamo Jessica, la nuova guida, e partiamo subito con il pulmino che ci porterà nei vari siti da visitare; prima tappa il Belvedere del Carmen Alto di Arequipa dal quale si vedono i tre vulcani che circondano la città, Chachani, Misti e Pichu Pichu (oltre 5.000/6.000 mt.).

Qui ci sono delle donne che ci mostrano i prodotti locali: maca, papaia arequipeña, e coca in foglia, in bustine da infuso e sotto forma di caramelle (come le nostre al miele!)

Rientrando in città ci fermiamo al Mirador de Yanahuara, poi andiamo al centro di Arequipa per visitare la chiesa della Compagnia dei Gesuiti, dove però è in corso un pellegrinaggio con fila anche nel piazzale antistante per cui entriamo solo nella sagrestia e da lì nei chiostri.

Attraversiamo velocemente Plaza de Armas dove è in corso una manifestazione di ambientalisti per salvare la terra dall’opera distruttrice dell’uomo ( fa piacere che anche qui la gente abbia coscienza dei pericoli incombenti sulla natura). Approfittando di una sosta del gruppo, Marco ed io ritorniamo velocemente a vedere e riprendere l’interno della chiesa della Compagnia dei Gesuiti, il cui altare è rivestito da una lamina d’oro.

In un piccolo supermercato della piazza, dietro suggerimento di Jessica, compriamo biscotti da dare ai bambini che incontreremo sulle strade di montagna nei prossimi giorni; andiamo poi a piedi al Museo Andino dove si trovano vari reperti archeologici il più importante dei quali è la mummia Juanita, scoperta sul monte Ampato nel 1992 e conservata al buio in una teca refrigerata; peccato che nel museo non si può assolutamente fotografare o filmare perché ci sono molti oggetti interessanti che ci piacerebbe ricordare con qualche foto.

Proseguiamo a piedi fino al monastero di Santa Catalina, quasi una cittadella in mezzo alla città, ed entriamo per visitarlo. E’ un complesso molto grande dove sono conservate molte celle con i loro arredi e la guida (non Jessica perché qui è obbligatorio entrare assistiti da una guida del sito) spiega con molti dettagli come era organizzata la vita monastica. Concludiamo la visita nel terrazzo belvedere dal quale si vedono i tetti della città attorniati da una corona di imponenti montagne.

Immancabile il passaggio al mercato di Arequipa, colorato come tutti in questi Paesi e con esposizioni fantastiche di frutta e verdura.

Terminata la visita guidata, siamo liberi: troviamo un localino in zona pedonale per uno spuntino e poi continuiamo la passeggiata per la città; ritorniamo in Plaza de Armas sperando che sia finita la manifestazione e finalmente la possiamo ammirare ma la cattedrale è chiusa e non riapre sino a domani per cui purtroppo non riusciremo a visitarla; a questo punto ci dividiamo in gruppetti : noi due passeggiamo seguendo le indicazioni della National Geographic, visitiamo la chiesa di San Augustin e poi Casa del Moral, dove ci sono alcune stanze con arredi coloniali e una esposizione numismatica.

Rientrati in albergo doccia, poi a piedi a cena in ristorante e passeggiata sino a Plaza de Armas per la nostra ultima sera in Arequipa.

1 giugno2012

Partenza in pulmino alle 8 per Colca. I trasferimenti sono abbastanza lunghi ma vale la pena attraversare questa terra dove svettano montagne altissime con le cime innevate, dove, improvvisamente dopo una curva, ti ritrovi di fronte all’azzurro intenso di un lago, mentre sul ciglio della strada crescono i cactus e più in là pascolano alpaca, lama e vigogna. Numerose le fermate panoramiche che servono anche ad assuefarci all’altezza: da 2.000 mt. arriviamo a 4.910 mt. e diciamo che si sente! Al mirador del punto più alto facciamo sosta, beviamo mate misto ( coca + altre 2 erbe) e mastichiamo coca. Non ci sono grossi problemi ma un po’ di intontimento o mal di testa arriva a tutti. Incontriamo donne e bambini in costume, ci fermiamo alle loro bancarelle e poi ci rituffiamo nuovamente nella natura aspra e selvaggia di questo Paese.

Pranziamo a Chivay e poi facciamo un giro nel mercato locale, dove compriamo sciarpa e porta occhiali, poi andiamo all’albergo, costruito in pietra con tetti in canne e paglia, che si trova a Yanque, un pueblecito a pochi chilometri da Chivay.

Noi due andiamo alle terme ma sinceramente, a parte l’acqua calda, non ne valeva la pena. Al ritorno riusciamo ad ordinare una torta per festeggiare il compleanno di Marco e a trovare un vino da dessert da consumare tutti dopo cena in albergo. Auguri al festeggiato e poi a nanna perché domani la sveglia è alle 5.

2 giugno 2012

Colazione e poi partenza alle 6,15: prima di partire per la Cruz del Condor andiamo nella piazzetta di Yanque dove visitiamo la piccola chiesa; il paese è già animato da abitanti del posto in costume con bancarelle che offrono i soliti souvenir e oggi ci fanno molto comodo perché fa freddo e possiamo comprare guanti e berretti; inoltre compare un gruppo di giovani che si esibiscono in una danza tipica (per turisti) attorno alla fontana.

Durante il percorso per la Cruz del Condor ci fermiamo brevemente a Achoma e Maca poi finalmente arriviamo in questo picco dal quale si possono vedere volare i condor. Dopo una lunga attesa, prolungando anche la sosta prevista, appaiono questi uccelli maestosi: fa un certo effetto vederli planare sopra e sotto di noi in mezzo alle rocce e lungo i fianchi della montagna. Sembra scontato, invece il volo dei condor è veramente uno spettacolo che ti rapisce!

Ritorniamo a Chivay per caricare il pranzo al sacco e partiamo per Puno, sul lago Titicaca. Facciamo la prima sosta, per mangiare, nel mirador attrezzato dove ci eravamo fermati anche all’andata; il pranzo al sacco è abbondante e ne rimane un bel po’ che ricarichiamo sul pulmino per regalarlo a donne e bambini che incontriamo lungo la strada.

Facciamo altre fermate in punti panoramici da dove si scorgono i terrazzamenti per le coltivazioni già in uso al tempo degli Inca ed alcune tombe incaiche poste in nicchie sui fianchi delle montagne.

Infine, in mezzo ad una zona brulla e desertica, compare uno specchio d’acqua; ci fermiamo a fare qualche foto, però siamo di fretta e Jessica ci fa risalire troppo presto sul pulmino.

L’arrivo a Puno é comico: sono circa le 18 e scendiamo nell’albergo sbagliato ma lo scopriamo solo dopo che sono state scaricate tutte le valige, ricarichiamo il tutto e poi effettuiamo un lungo girotondo per le stradine del centro alla ricerca dell’hotel giusto perché a Jessica avevano dato il nome del ristorante al posto di quello dell’albergo! Trovato l’hotel giusto, salutiamo Jessica e Ricardo (l’autista), ci sistemiamo ed incontriamo la nuova guida che ci accompagna al ristorante a due passi. Il cambio di guida è traumatico perché Elisabetta parla poco e male l’italiano.

3 giugno 2012

Abbiamo dovuto negoziare con la guida per dormire un po’e partire alle 7,40! Un paio di noi non si sente bene però partiamo ugualmente tutti per andare al battello che ci farà fare il giro sul Titicaca per incontrare gli Uros. È un piccolo battello, chiuso, con le poltroncine tipo pullman e riservato esclusivamente a noi.

Dopo una breve navigazione in mezzo alle isole galleggianti sbarchiamo su una di queste: ci spiegano come vengono costruite, ci fanno vedere le loro case e naturalmente ci vendono i loro prodotti che dicono fatti a mano, ma sono troppo uguali per cui si tratta senz’altro di una produzione artigianale in serie.

Gli Uros sono molto accoglienti (anche perché vogliono vendere) e ci offrono di indossare i loro abiti tipici…e chi sono gli unici che accettano? Ma naturalmente noi due, che poi ci avventuriamo anche sul mirador a forma di pesce costruito con le canne.

Ci reimbarchiamo e con una traversata di circa 2 ore andiamo all’isola di Taquile dove dobbiamo pranzare. Diverse sorprese ci attendono qui: per giungere al centro del villaggio dobbiamo superare una salita niente male ed arriviamo con il fiato grosso e gli occhi persi in panorami molto belli ma quando si fa l’ora di andare al ristorante veniamo a sapere che il nostro è chiuso a causa, dicono, dei festeggiamenti ancora in corso per un matrimonio celebrato ieri.

La guida ci lascia nella piazzetta per andare a prendere accordi con un altro ristorante e poi ritorna per accompagnarci: a questo punto comincia la comica.

In un primo momento ci confermano il menù prestabilito menù prestabilito che prevedeva zuppa di cereali e trota: mentre la prima viene servita a tutti , arriva una sola trota che facciamo servire a chi non sta troppo bene sperando che sia la dieta giusta per il suo malessere; ci viene detto che non ci sono altre trote e ci propongono formaggio alla grigia o omelette per cui quasi tutti optiamo per il formaggio ma dopo 3 minuti ci dicono che non hanno nemmeno il formaggio, così alla fine ripieghiamo su omelette con patate o riso con patate… ce lo ricorderemo questo pranzo!

Usciti dal ristorante incontriamo il corteo del matrimonio, una lunga fila di donne e uomini che suonano, cantano e portano bandiere; molti di loro sono chiaramente ubriachi ma innocui e capiamo che forse qui non ci sono molte occasioni di divertimento e, quando succede, è facile oltrepassare i limiti; affrontiamo poi una discesa a gradini più “oni” che ”ini” che ci riporta al battello per ritornare al porto di Puno, mentre il sole tramonta dietro le montagne che circondano il Titicaca regalandoci un altro spettacolo della natura.

Arriviamo al porto di Puno alle 18, l’appuntamento per cena è per le 20, per cui noi due andiamo a fare un giretto nel centro pedonale e poi a plaza de Armas dove si trova la Cattedrale.

Dopo cena prepariamo le valige che lasceremo qui perché partiremo per la breve visita in Bolivia con l’essenziale per un cambio.

4 giugno 2012

Alle 9 andiamo a piedi a plaza de Armas, di fronte alla cattedrale e in attesa di salire sul pulmino ci divertiamo a filmare i caratteristici taxi peruviani simili alle nostre “Ape”. Durante il viaggio verso Desaguadero, frontiera con la Bolivia, ci fermiamo a Chucuito dove ci sono i resti di Inca Uyo, il tempio della fertilità che ne conserva ancora, a cielo aperto, i simboli in pietra; la piazza del paesino è circondata da mura ed edifici storici ed al suo centro c’è un antico orologio solare.

Il tragitto che poi ci porta alla frontiera è quasi tutto lungo il Titicaca nel quale scorgiamo molti allevamenti di quelle trote che non siamo riusciti a mangiare ieri.

Il passaggio della frontiera è tutto un programma: pratiche di uscita dal Perù e di ingresso in Bolivia da fare autonomamente e molta confusione nella strada; oltrepassiamo a piedi il tratto di terra di nessuno per passare in Bolivia, salutiamo Elisabetta ed incontriamo la nuova guida Caterina che parla bene italiano ed è molto più preparata e simpatica della precedente.

Saliamo su di un altro pulmino e partiamo alla volta del sito archeologico di Tiwanaku con annesso museo delle ceramiche antiche. Quest’ultimo però è chiuso per mancanza di energia elettrica per cui Caterina, nella speranza che la corrente ritorni, ci porta a pranzo (che non era previsto).

Ritornati nel sito e verificato che ancora non c’è corrente, visitiamo i resti di palazzi, di templi e di statue che sembrano quasi dei totem; il sito è molto grande e veramente interessante e Caterina ci spiega che c’è ancora molto da scavare e da scoprire.

Dopo un tratto di strada in mezzo al nulla, arriviamo a El Alto città sorta sui primi insediamenti dell’odierna La Paz e la attraversiamo in mezzo ad un traffico caotico di auto, bus, motorini, biciclette e persone a piedi, tutti intenti ad utilizzare la strada senza alcuna regola.

Usciti da El Alto e prima di iniziare la discesa verso La Paz, ci si presenta un panorama sconvolgente della stessa …è impossibile renderlo a parole, vale la pena guardare video e foto ma di persona l’impatto è veramente più impressionante.

Dopo una doccia siamo andati a piedi al ristorante e poi a nanna.

5 giugno 2012

Appena svegli, alle 7 del mattino, guardiamo dalla finestra e scopriamo di essere in un mondo completamente diverso dal nostro e più arretrato del Perù. Oggi, per la prima volta da quando siamo in viaggio, partenza dall’albergo alle 9.

Riattraversiamo la città che pullula di venditrici ambulanti con il tipico copricapo; sui marciapiedi espongono di tutto, dai fiori alla frutta secca e fresca , mentre alle loro spalle i negozi a loro volta offrono la merce al di fuori dei locali.

Superiamo El Alto e andiamo nella Valle Della Luna, tra le montagne che circondano La Paz (che si trova a circa 4.000 mt. s.l.m.) ed è costituita da un insieme roccioso con pennacchi somiglianti, nel loro piccolo, a quelli del Bryce Canyon in Usa ma di materiale e colore diverso; infatti questi sono di argilla e hanno colore grigio.

Rientriamo a La Paz passando per diversi quartieri della cittá, in particolare quelli residenziali molto più tranquilli e puliti del centro, ma non riusciamo ad entrare nel barrio più antico, conservato come era in origine. Ci fermiamo nella piazza principale, Plaza Murillo sulla quale si affacciano la Cattedrale Nuestra Señora de la Paz ed il Parlamento e poi in Plaza San Francisco con l’omonima chiesa, infine facciamo un giretto per negozietti e bancarelle.

Dopo aver curiosato e comprato, andiamo a prendere un po’ di frutta, salutiamo Caterina e ripartiamo in pulmino alla volta di Puno.

Abbiamo rifatto la trafila della frontiera senza problemi, salutato l’autista boliviano e incontrato quello peruviano che ci porta all’albergo dove ieri avevamo lasciato il grosso dei bagagli.

6 giugno 2012

Alle 6,30 lasciamo l’albergo con due pulmini (uno per noi ed uno per i bagagli) che ci trasferiscono al terminal del bus turistico che ci porterà a Cusco; si tratta di un bus molto comodo sul quale troviamo una guida che spiega in spagnolo ed inglese ed una hostess che offre bevande calde e fredde; non è pieno per cui stiamo proprio bene. .

Le fermate previste sono 5: la prima per visitare Pukara dove entriamo in un museo molto piccolo ma interessante per i reperti esposti che comprendono anche un paio di mummie; vi sono inoltre alcuni ambienti con arredi antichi e negozietti con articoli interessanti e souvenir un po’diversi da quelli finora trovati, come per esempio le statuette in ceramica dei tori portafortuna che gli abitanti del luogo installano sopra i tetti delle loro case; nel cortile ci sono alcune vigogne che abbiamo così l’opportunità di vedere da vicino.

Seconda tappa: dopo chilometri di montagna fra paesaggi che dal marrone di una terra brulla passano al bianco della neve in cima alle vette, arriviamo a La Raya, il punto più alto, mt. 4335, con mercatino annesso.

Terza tappa per il pranzo a Sicuani in un localino molto grazioso; quarta a Raqchi, sito incaico lungo il cammino degli Incas che andava dal sud della Bolivia alla Colombia, con reperti archeologici abbastanza significativi.

Quinta tappa: Andahuaylillas dove abbiamo visitato la chiesetta di San Pedro (purtroppo in restauro) senza poter fare riprese; nella piazzetta antistante abbiamo potuto ammirare un albero di 300 anni.

Arriviamo a Cusco nel tardo pomeriggio, ci sistemiamo in albergo e poi andiamo a cena.

7 giugno 2012

Incontriamo alle 8,30 la guida Annamaria che chiede di vedere il nostro programma anticipando che ci sarà qualche variazione e ci propone di iniziare con un rapida visita al Festival Gastronomico del Chiriuchu che si tiene a Cusco in occasione dei festeggiamenti del Corpus Domini ( non dice però che la città sarà impraticabile per parecchie ore e non menziona la visita al centro di Cusco). Conferma che proseguiremo coi siti previsti nei dintorni aggiungendo anche Pisac, inserita nel programma originale per domani, spiegando che questo sito si trova in direzione opposta alle altre visite di domani per cui è logisticamente più pratico farlo oggi.

Ok, accettiamo e partiamo : al Festival gastronomico ci sono bancarelle con i prodotti locali sia crudi che cotti (fra i quali tanti porcellini d’india).

Le varie tappe sono:

Saqsaywaman, fortezza militare inca della quale rimangono solo le basi delle torri e di una muraglia difensiva fatte con massi enormi perfettamente incastonati fra di loro; era una struttura enorme, purtroppo smantellata dagli spagnoli per costruire la città di Cusco.Vicino al sito c’è la statua del Cristo che domina Cusco della quale si gode una bella veduta d’insieme. Facciamo sosta in un laboratorio artigianale per la lavorazione di argento e di lane locali.

Qenko, centro cerimoniale costituita da una roccia sotto la quale gli Inca scavarono una grotta alla quale si accede da una stretta fessura. Entriamo e vi troviamo la pietra sacrificale ed altri reperti. Di fronte c’è un piccolo anfiteatro.

Pukapukara, antico insediamento fortificato di cui sono visibili solo le pareti perimetrali delle abitazioni.

Ci fermiamo lungo la strada per ammirare il panorama sottostante: un tratto della Valle Sagrada dove scorre l’Urubamba.

Pisac, dove ci fermiamo a mangiare un boccone in un forno: ci sono pane, focacce farcite e porcellini d’india arrosto ma ci sono anche i porcellini d’india vivi, così nessuno se la sente di assaggiarli. Qui Annamaria ci lascia tempo libero nel mercatino, abbastanza grande e fornito di souvenirs d’ogni genere, però non ci porta nella zona archeologica e noi, essendo in origine una visita prevista per l’indomani, non ce ne rendiamo conto.

Tambomachay ( el baño del Inca), struttura inca con 3 fontane costruita su di una sorgente naturale di fronte alla quale sorgono le rovine di una torre dalle quali si gode di un bel panorama dei dintorni.

Il pulmino ci lascia a San Blas, quartiere di Cusco dove c’è una bella chiesetta, diversi musei e dove vivono numerosi artisti; da qui, a piedi, “rischiando la vita” in un stradina strettissima e trafficata, andiamo verso Plaza de Armas e ben presto abbiamo la sorpresa di trovarla affollatissima per la processione in corso; da un lato è un peccato non vedere la piazza nel suo contesto normale, dall’altro assistere ad una processione così imponente in questo Paese è senz’altro un’ occasione unica. Sta di fatto che Annamaria ci molla in mezzo alla folla, rimaniamo in piazza per goderci lo spettacolo e poi proviamo a fare un giro fra venditrici ambulanti che offrono diversi tipi di prodotti, così proviamo una canna della quale si mastica la polpa. Rientriamo in albergo e poi a cena; dopo noi due andiamo in Plaza de Armas per vederla senza la folla del pomeriggio e la troviamo veramente bella. Ci rendiamo conto però che, a questi ritmi, non riusciremo a gustarci Cusco come merita.

8 giugno 2012

Marco e io ci alziamo presto e ne approfittiamo per fare una capatina in Plaza de Armas per vederla e filmarla di giorno: ha piovuto durante la notte e non c’è una gran luce però riusciamo ad entrare nella cattedrale ed a fotografare (anche se sarebbe proibito) qualche angolo e alcune delle statue che hanno portato dentro ieri con la processione. La chiesa della Compagnia, che si affaccia sull’altro lato della piazza, è chiusa per cui rientriamo in albergo per la colazione. Raggiunti gli altri, discusso un po’ sullo strano andamento della giornata di ieri, ci siamo resi conto di avere saltato la zona archeologica di Pisac, lo comunichiamo alla guida (giustamente siamo un po’ delusi perché non ci ha fatto visitare Cusco prima della processione e sembra abbia modificato il programma in funzione delle sue esigenze personali) e chiediamo di andare almeno in cattedrale e di ritornare a Pisac. Ci spiega che per fare tutto si dovrà galoppare però promette di fare il possibile per accontentarci: a dire la verità, se siamo riusciti ad andare a Pisac, anche se di corsa, lo dobbiamo all’autista che è stato bravissimo nel condurre il pulmino velocemente ed in sicurezza.

Ci fermiamo in Plaza de Armas per vedere la cattedrale ma non tutti riescono ad entrare visto che c’è la messa, poi partiamo da Cusco: la prima tappa è Chinchero, un pueblo con chiesa coloniale accanto alle rovine inca; nel patio di una bottega artigianale ci illustrano l’impiego di prodotti naturali per fare saponi e cosmetici, la lavorazione, la tintura e la tessitura della lana ed altri usi locali; siamo ospiti di una cooperativa di donne che producono tessuti, capi d’abbigliamento, borse ed altri oggetti e compriamo alcune cose.

Proseguiamo per Moray, dove ci sono tre terrazzamenti circolari concentrici infossati nel terreno dove sembra gli inca sfruttassero le diverse temperature per le varie colture; quelli di noi che riescono a scendere (causa l’altitudine siamo un po’ stanchi ed il problema è risalire) formano un cerchio per facilitare la “concentrazione dell’energia”.

La tappa successiva è quella alle saline di Maras, anche queste a terrazzamenti ed alimentate da una sorgente naturale di acqua ad altra concentrazione salina; per noi le saline non sono una novità, ma vederle abbarbicate sul fianco della montagna è uno spettacolo unico.

Ci fermiamo per il pranzo in un bel locale a Urubamba.

Dopo un tragitto a tutta birra su e giù per le strette strade di montagna, arriviamo finalmente al sito archeologico di Pisac; nelle cavità della montagna vi sono antiche tombe inca che purtroppo erano già state depredate quando sono state scoperte.

Ultima tappa è Ollantaytambo; qui la nostra visita al sito è veramente a tempo di record e solo Marco e Roberto fanno la scalinata che porta in cima; gli altri, me compresa, rimangono in basso ad aggirarsi fra canali d’acqua e edifici che

(a parte i tetti) risalgono all’epoca incaica; poi di corsa alla stazione a prendere il treno per Aguas Calientes. Qui dobbiamo attendere una mezz’ora prima di salire sul treno per cui rimpiangiamo di essere usciti in fretta da Ollantaytambo. Marco ne approfitta per cogliere i commenti di tutti: è chiaro che con una migliore organizzazione avremmo potuto goderci un po’ di più Ollantaytambo e gli altri siti! Sta calando la sera per cui il viaggio si svolge al buio e non riusciamo a vedere nulla dalle grandi vetrate di questo bel treno, però inganniamo ugualmente il tempo chiacchierando e banchettando con i cestini forniti dalla hostess.

Ad Aguas Calientes ci fermiamo subito al ristorante e poi all’albergo per la notte che si trova fra la ferrovia ed il fiume che in quella zona scorre impetuoso e rumoroso.

Ci capita proprio una camera sul fiume e la notte non é proprio delle migliori.

9 giugno 2012

Siamo al top! Partenza con il pulmino locale per Machu Picchu; dalla quota di 2.000 mt. di Aguas Calientes ci porta ai 3.400 mt. dell’ ombelico del mondo percorrendo una stradina sterrata a senso unico che sale sul fianco della montagna.

È proprio come da cartolina: sembra di entrare nelle immagini tante volte ammirate ed è impossibile descrivere l’impatto emotivo. Dopo la prima veduta d’insieme, entriamo dalla porta principale e cominciamo la visita guidata con Annamaria: una volta dentro ci si rende conto di quanto sia grande e complessa questa città abbandonata in circostanze misteriose. Al centro delle varie costruzioni c’è la piazza sacra, ora tutta ricoperta da erba verdissima che i lama mantengono ben rasata; gli animali pascolano tranquillamente in quanto ai visitatori non è permesso entrare nella piazza e noi siamo fortunati perché abbiamo la sorpresa di vedere anche un cucciolo di lama appena nato, accucciato fra le zampe della mamma.

Dopo la visita guidata ci avventuriamo sul sentiero dell’Intipuktu: solo alcuni di noi arrivano fino in fondo mentre gli altri desistono e si fermano ad aspettarli in un bar all’entrata del sito; Marco non si smentisce mai e arriva buon ultimo perché anche qui riesce a perdersi!

Timbriamo il passaporto a ricordo della nostra visita e riprendiamo il pulmino per Aguas Calientes dove andiamo a pranzo e poi facciamo un giretto per questo pueblo incredibile, stretto fra le montagne ed attraversato dalla ferrovia che lambisce case, negozi, ristoranti ed alberghi. Infine ripartiamo in treno per Cusco: questa volta il viaggio è più lungo, ci godiamo il paesaggio, possiamo osservare la gente del luogo che nelle piccole stazioni cerca di vendere fiori o cibo e ci facciamo ancora tanta buona compagnia. Ci scambiamo e-mail e numeri telefonicici perché domani nove di noi partiranno per Lima al mattino presto mentre altre due coppie partiranno più tardi per continuare il tour al nord del Perù.

10 giugno 2012

Dopo un veloce volo da Cusco a Lima, ci sistemiamo nell’hotel dove eravamo scesi all’andata, facciamo una passeggiata e proviamo a ritrovare il ristorante dove ci aveva portato Jesus, il Parquetito: lo troviamo e ci fermiamo a pranzo. Nel pomeriggio Jesus ci porta al musero “Oro del Perù”, dove, oltre a manufatti preziosi, c’è un ampia varietà di armi antiche che, a dire la verità, a noi non interessano più di tanto. Nel pomeriggio altra passeggiata sulla spiaggia di Miraflores e sul lungomare poi concludiamo questo ultimo giorno in Perù con cena tipica in un ristorante dove assistiamo anche ad uno spettacolo di danze locali in costume.

11 giugno 2012

Ahimè si riparte; è sempre triste dover tornare a casa! L’itinerario è Lima – Caracas – Parigi – Bologna: noi arriviamo bene ma le valigie (di tutti) rimangono a Caracas, per cui una volta a casa dovremo affrontare le trafile per il loro recupero. Ci perdiamo di vista al Charles de Gaulle perché appena sbarcati senza rendercene conto ci troviamo smistati in vari settori del grande aeroporto, a seconda della destinazione.

Arriviamo a casa il 12 giugno, con bagaglio leggero e la speranza di riavere i nostri trolley che contengono, oltre al resto, anche gran parte dei souvenir acquistati.

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Marco e Daniela in Perù e Bolivia

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