Girovagando in Peru’

23/09/2004 Il gran giorno e’ arrivato. Siamo a Lima – hotel El patio a Miraflores (35$)- una buona scelta in uno dei quartieri piu’ esclusivi di Lima. 24/09/2004 L’ indomani, subito partenza con la compagnia di autobus Ormeno, certamente la migliore in Peru’, verso Pisco.In un ora siamo all’ hotel Hispana Posada un alberghetto...
Scritto da: danielafungi
girovagando in peru'
Partenza il: 23/09/2004
Ritorno il: 09/10/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
23/09/2004 Il gran giorno e’ arrivato. Siamo a Lima – hotel El patio a Miraflores (35$)- una buona scelta in uno dei quartieri piu’ esclusivi di Lima. 24/09/2004 L’ indomani, subito partenza con la compagnia di autobus Ormeno, certamente la migliore in Peru’, verso Pisco.In un ora siamo all’ hotel Hispana Posada un alberghetto pulito e confortevole. Los Amigos, l’ agenzia dal nome equivoco,ci propone un tour alla riserva di Paracas. L’ aria dell’ agente da finto-gringos-tranquilo-cipensoio lascia perplessi ma decidiamo di accettare e veniamo affidati a Luis. In pochi minuti ci ritroviamo nel “pianeta delle scimmie”: un deserto sahariano si estende a perdita d’ occhio e di fronte l’ oceano. Dietro l’angolo ci attendiamo di tutto: dai beduini ai cammelli, dai tuareg ai dromedari. Ed invece eccoli i nino peruviani assorti in una partitona di calcio nel deserto. L’ intensita’ e gli insulti sono quelli di tutti gli aspiranti calciatori del mondo e anche Luis ci racconta che i problemi dei peruviani in fondo sono quelli di tutto il mondo. “Il governo e’ ladro” e preferisce il ricercato Fujimori a Toledo che se non altro ha migliorato le infrastrutture; le materie prime ci sono ma in mano a pochi; i ricchi di Lima possono costruirsi la villa anche nella riserva. La compagnia di Luis e’ gradevole, comunichiamo facilmente e pranziamo a base di cheviche – un mix di frutti di mare e pesce marinato che gia’ prevediamo un uso smisurato di enterogermina. Ma il tutto si rilevera’ innocuo e di ottimo sapore. 25/09/2004 L’ indomani sempre con los Amigos alle Isle Ballestas. Ci armano di salvagente e veloci su una lancia a motore giungiamo in quello che e’ un autentico paradiso naturale. Migliaia di uccelli convivono in armonia con leoni marini e pinguini peruviani . Tornati a Pisco prendiamo un autobus per Ica. Ormeno effettua poche corse giornaliere per cui optiamo per il piu’ tradizionale Saky. Non ci sono turisti,la musica e’ altissima e i bambini ci osservano come se fossimo degli astronauti appena venuti da un altro pianeta. Gli ammortizzatori e i freni stanno per cedere come l’ equilibrio psico-fisico dell’ autista che ad ogni cambio di marcia recita un gloria al padre,gracchia il cambio,inserisce la quarta a 20 km orari,e inizia il gloria al padre in una sequenza sempre uguale. Ad Ica arriva Antonio il taxista-guida-tour operator. Antonio ci accompagna a Hachachina a 5 km da Ica un incredibile oasi nel deserto con dune di 200-300 mt. Dovrebbe essere un posto per sfollati da Woodstock ma in realta’ non e’ rimasto molto di questa immagine hippy un po’ decadente. Qui tutti praticano il sand-board una sorta di snowboard sulla sabbia molto divertente. Antonio ,poi ci accompagna a visitare delle aziende vinicole nella zona. Tacama e’ un azienda di tipo industriale dove gratuitamente ci mostrano la lavorazione del pisco, un liquore locale molto simile alla grappa. Il cinese Carlo(per il quantitativo delle foto scattate) interloquisce con la guida mostrando un interesse da enologo internazionale. Ma da considerare l’ aspetto della bella peruviana – guida e il quantitativo eccessivo delle degustazioni in Peru’ che va ben oltre lo striminzito assaggino italiano. Il quantitativo di “tranquilo e claro” utilizzati dal cinese ne sono la prova evidente. 27/09/2004 Oggi partenza per Nazca. Optiamo per la compagnia di autobus Cevu (6 soles) perche’ molto frequenti. Dopo dieci minuti l’ autobus e’ invaso da un odore di aglio improponibile ci auguriamo che presto dei polipi si annidino nelle nostre narici, infilziamo degli occhialoni scuri che si sa’ chi non vede non sente e per la prima volta in Peru’ sperimentiamo la capacita’ innaturale di stare seduti senza appoggiarsi davvero. A noi la forza di gravita’ fa un baffo …A Nazca ci rivolgiamo all’ agenzia Nazca Trail in Plaza de Armas. Il distinto Juan ci affida per il tour a Jesus. Nessuna foto e nessuna parola potra’ mai descrivere un personaggio romanzesco come Jesus, il cui nome lo rende ancora piu’ immortale. Jesus somiglia vagamente a Pavarotti. Il suo cavallo di battaglia e’ una Chevrolet anni 70 dotata di un clacson unico: un fischio che Jesus naturalmente usa ad ogni passar di fanciulla.. Sulla Panamericana Jesus spegne il motore in discesa per risparmiare benzina parlando di Toledo come il suo amigos in senso ironico e di Fujimori come il mafioso. A tutti i turisti dice di avere una moglie esattamente di quella nazionalita’ sfoggiando il suo giapponese,coreano,tedesco,etc. Il suo entusiasmo e’ contagiante: ci porta a vedere le linee di Nazca da un mirador naturale ed uno artificiale e parla di Maria Reiche, l’ alemagna femina, che ha studiato per 50 anni le linee con grande ammirazione. Ci fa conoscere i dubbi, le certezze, i segreti di queste linee lunghe centinaia di metri e risalenti al 200 a.c. Poi in macchina si abbandona a discorsi sul sesso, il troppo pollo che fa diventare finocchi, il suo sogno di fare il giro del mondo con una europea. Andiamo a vedere un laboratorio di ceramica ed un acquedotto Inca ed infine un laboratorio di ricercatori di oro. Jesus rende naturalmente tutto piu’ colorito. Aspettiamo il pullman di Ormeno delle 22.30 (22.50 $) che viaggera’ tutta la notte fino ad Arequipa. Siamo stanchissimi dormiamo come se fossimo all’ Hilton. 28/09/2004 Alle 8.00 siamo ad Arequipa. Ci sistemiamo all’ hotel Casa de mi Abuela (casa della nonna 35$) un albergo molto grazioso con un cortile curatissimo ed un agenzia all’ interno molto affidabile. Visitiamo il centro citta’ ed il convento dove un tempo le monachelle, figlie di ricche famiglie spagnole, se la godevano con tanto di festini, droga e rock and roll. La pacchia duro’ fino a quando nel 1600 il Papa si rese conto del rave party e strinse la corda. Oggi ci sono solo 30 monache di clausura ma il convento e’ molto bello da visitare. Arequipa e’ piu’ storica ed elegante delle altre citta’ visitate fino adesso e cosi’ ci dedichiamo allo shopping : tessuti ed oggetti certo non mancano. Proviamo anche i primi veri piatti andini: l’ alpaca e il rochato. 29/09/2004 Ci siamo decisi… I dubbi sull’ opportunita’ di andare a 5.000 mt al Canyon del Colca ci sono. (costo del tour 40 $) Ci limitiamo con la colazione e osserviamo le facce di chi come noi si avventura verso l’ignoto. Percorriamo i primi chilometri attendendo il tracollo. Ed invece reggiamo abbastanza bene. La strada adesso e’ sterrata e si inerpica sulle Ande. Vediamo un enorme quantita’ di lama, vigogne, alpaca, indios e il vulcano El Misti. Giungiamo a 5.000 mt con un po’ di pesantezza alla testa. Ma ecco che Daniel, la guida, tira fuori “l’ erba magica” : il mate de coca. Ed eccoci a masticare coca come dei narcotrafficanti colombiani e la cosa incredibile e’ che funziona davvero. Il sapore e’ simile alla liquerizia naturale ma ci sentiamo leggeri come l’ aquila blanca. Arriviamo a Coropoque e al nostro cottage il Mammayacchi. E’ proprio bellissimo con i suoi colori caldi, i camini e le vetrate sulle Ande. Daniel ci porta ad una piscina naturale. Chi supera la prova verra’ assunto per il futuro spot della Gatorade. La temperatura esterna e’ di circa 10 gradi, quella dell’ acqua di 40 gradi di acqua sulfurea. Ti immergi come gli spaghetti con gente proveniente da mezzo mondo con tutto intorno solo questa natura incontaminata. E’ magnifico!! La sera davanti al camino si chiacchera: dalle vacanze, alla cultura, la musica sembra che tutto ti sorvoli come un condor e tutti i no del mondo si affievoliscono davanti alla luce di questo camino. 30/09/2004 L’ indomani partenza per Cruz de Condor. Il gruppo e’ cosi’ composto: Adrian il viaggiatore solitario che solo in questo viaggio ha visitato l’ Australia e mezzo sud- America; gli aitanti olandesi quei perfetti nord-europei che quando ti metti il costume ti senti tutto ciccia e brufoli, un inutile ammasso di rotolini-cellulite-maniglie fuori posto; e poi noi e i Fracischi (una coppia romana) gli italiani dall’ inglese fluente come una vigogna. Arriviamo al punto di avvistamento dei condor dopo una passeggiata di circa 40 minuti. Il sentiero non e’ difficile, ma a 4.000 mt di altezza tutto e’ faticoso. Ed ecco la nostra rivalsa; gli olandesi Big Jim e Barbie, rei di provenire da un Paese sotto il livello del mare, hanno il fiatone come noi mortali,come noi arrancano alla ricerca del condor. Ne vediamo qualcuno, ma in realta’ non sono cosi’ vicini da osservarli bene. Il canyon comunque e’ bello; in questo punto e’ profondo 1.200mt per una profondita’ totale di 3.200 mt il secondo al mondo. Torniamo per il pranzo a Chivay e dopo rientro ad Arequipa. 01/10/2004 Oggi insieme ai Francischi partiamo per Puno.Dopo cinque ore circa siamo in citta’ e verifichiamo di persona l’ associazione a delinquere che sono riusciti a mettere in piedi. L’ iter e’ questo: al terminal degli autobus 50 procacciatori cercano di portarti al loro hotel di riferimento. Tu rifiuti pero’, poiche’ ti stanno alle calcagne cedi per il taxi. Il procacciatore prende la scorciatoia ed arriva prima all’ hotel e ti fa dire da un personaggio che l’ hotel e’ full. A questo punto o cedi per l’ albergo che ti propinano oppure se insisti per farti portare in un altro hotel ti fanno pagare un’altra corsa in taxi e cosa peggiore si fanno pagare una commissione dall’ albergatore come se fossero stati loro a consigliartelo. Tutto claro?! Appena arrivati al Tatarani hotel decidiamo insieme ai Francischi di andare a Sullistani a circa 60 km da Puno. Chiediamo un taxi alla reception ed arriva Ernesto. La sua aria gentile e’ dissuadente anche se il suo taxi e’ il prototipo del tamarro-taxi con tanto di pellicciotto sul volante ed un cane-ghepardo sulla plancia che dondola con una frequenza di 10.000 Hz al secondo. Poco dopo l’ uscita da Puno il tamarro-taxi cede senza rimedio e’ senza benzina nel bel mezzo del nulla. Ernesto dice Tranquilo e con corsa da centometrista parte alla ricerca della benzina. Noi e i Francischi rimaniamo li’ a custodire il tamarro taxi tra il preoccupato e il divertito. Ma eccolo tornare… E’ lui Ernesto a bordo di un collectivos tutto bello pimpante anzi pompa – nte con il mano luna bottiglia di gasoline. Si riparte per Sullistani dove ci sono delle rovine, che a meno di non essere archeologi professionisti, non dicono molto; ma il tramonto sul lago Umayo e’ meraviglioso. Valeva proprio la pena aver intercettato assolutamente tutte le buche presenti in questa tundra desolata. Noi italiani ammortizzatori-dipendenti ridiamo a crepapelle tra mille sobbalzi. Ma non e’ finita… l’ onnipresente polizia ferma Ernesto che viene “sequestrato” reo di avere portato dei turisti senza avere la licenza apposita. Ancora una volta rimaniamo gli unici custodi del tamarro-taxi che ormai sentiamo un po’ nostro. Ecco riapparire il povero Ernesto dal commissariato con una multa di 10 soles che gli ripagheremo perche’ in fondo aveva solo “tirato a ‘campa”. 02/10/2004 Oggi ci separiamo dai Francischi che effettuano una visita in giornata sul lago Titicaca mentre noi optiamo per la visita di due giorni. L’ imbarco e’ alle 8.30 dal porto di Puno. Siamo una quindicina: gli aitanti olandesi del Colca, la scozzese logorroica,i signori adventure, la casalinga peruviana,etc. La barca-ninja (per la velocita’ paragonabile solo ad una tartaruga) nel porto stesso tracolla. Prima la batteria,poi il motorino di avviamento, poi un sospetto fumo dal motore fanno sorgere qualche dubbio al comandante dodicenne. Viene chiamata un’altra lancia e pronti, su via … si parte. Dopo un ora arriviamo alle isole Flautantes, le isole degli uros. Sono isole galleggianti costruite dagli uros tramite la tortora, una specie di bambu’, presente in vasta misura nel lago Titicaca. Intrecciano le canne, sostituendole quando sono marce, formando un grosso strato su cui vivono. Anche le case, le barche,le attrezzature sono tutte fatte con la tortora. Lasciate le isole degli uros ci dirigiamo verso Amantani. Al porto ci attendono le famiglie che ci ospiteranno. Cerchiamo di scorgere dai particolari quale famiglia puo’ offrire un servizio migliore: quello ha un bel costume, quello ha un bel sorriso, quello no gli mancano i denti, quello no ha una caccola.Ma non c’ e’ scampo: la guida ci allinea tutti come per un esecuzione e comincia a siglare gli accoppiamenti famiglia-turistas. Sudiamo, in attesa, come alla roulette russa de “ Il cacciatore”, come quando il prof. Dice interroghiamo e tu non sei preparato, come quando il tuo nome viene accoppiato a Huanaco. Huanaco ha gli occhi dolci ma parla piu’ quechua che spagnolo, ha le unghie dei piedi che non potresti tagliarle neppure con il macete e le mani sporche di sterco di pecora diarroica. Mestamente, scaliamo mezza montagna per giungere a casa di Huanaco. La nostra “suite” assomiglia alla mangiatoia del presepe. Siamo convinti che da un momento all’ altro ci riveleranno che siamo su scherzi a parte peruviano, una specie di reality dove i peruviani se la ridono a vedere le facce attonite dei turisti. Ma non esce nessuno a gridare scherzi a parte; dobbiamo dormire proprio qui. Nella stanza affianco ci sono due lesbiche-hippy-inglesi che sembrano perfettamente inserite. Noi invece bighelloniamo tra bimbi e pecore con l’ aria assente di un marziano che si e’ fatto troppi mate’ de coca ed e’ atterrato proprio qui. La famiglia di Huanaco e’ gentilissima; ci abbraccia affettuosamente per avergli portato del riso e delle candele. Ma se fossimo stati consapevoli di cosa ci attendesse avremmo portato anche il polpettone della nonna e le lasagne della mamma. Ridiamo senza controllo di fronte ad una situazione inverosimile, smettiamo subito appena la moglie di Huanaco ci porta un succulento pranzo piu ‘succulento che pranzo. La soupe indefinita e’ servita in un piatto, il cui ultimo lavaggio e’ stato durante la rivoluzione spagnola .Ci vergogniamo come ladri a mentire spudoratamente sostenendo di avere gia’ pranzato ma il nostro stomaco ci obbliga a rifiutare gentilmente. Conteggiamo fra le nostre riserve 1 crackers Ormeno , 1 biscotto , 2 bottigliette di acqua. Non e’ molto, dobbiamo limitare le scorte. Huanaco ci porta a vedere il tramonto sulla collina insieme agli altri turisti. La vista e’ un po’ annebbiata ma il tramonto merita. Alle 18.00 dobbiamo scendere perche sull’ isola non c’e’ energia elettrica. Alle 19.00 immancabilmente la sorridente moglie di Huanaco porta la cena. Il piano A prevede fare gli snob occidentali e dirgli chiaro e tondo che la soupe fa schifo; il piano C prevede ingerire la soupe con conseguente tifo e febbre intestinale vita natural durante. Optiamo per il piano B: versiamo la soupe in una bottiglia vuota e il riso in una busta di plastica sentendoci degli ingrati a buttare cio’ che loro avrebbero volentieri mangiato. Ma la sopravvivenza batte il moralismo 1-0.La sera e’ prevista una festa tipica. Ci “ addobbano” con tanto di gonna da dama , camicia bianca e scialle. Agli uomini poncho e berretto. Siamo pronti. Ma appena fuori dimentichiamo tutti i disagi del mondo. E’ il cielo piu’ bello che abbiamo mai visto. Le costellazione sembra di poterle toccare. Rimaniamo con il naso all’ insu’ per ore; riusciamo a vedere anche una stella rosso fuoco balzare fuori ed una luna rossa stupenda specchiarsi nel lago blu cobalto. La festa e’ simaptica: balliamo alla peruviana e poi dopo tutto questo anche la stalla-suite sembra un po’ piu’ sostenibile. 03/10/2004 Il tour si sposta a Taquile (1 ora) dove si distinguono gli scapoli dagli sposati dal colore del cappello e le donne utilizzano un mantello che gli copre il viso o meno a seconda dell’ umore. Torniamo in tre ore a Puno. Siamo sporchissimi , stanchissimi, affamatissimi. L’ hotel di Puno sembra a questo punto un super-attico a Beverly Hills, e’ pulito e costa solo 20 $. Finalmente si mangia… 04/10/2004 La cosca mafiosa di Puno si rifa viva. Sotto pressione di Al Capone compriamo un biglietto del pullman della compagnia St Luis che mostra in primo piano uno sfavillante autobus a due piani. All’ ultimo momento ,pero’, il biglietto e’ tramutato in uno della compagnia Etrasur. Arrivati a Juliaca via libera ad ogni sorta di animale, frutto, vegetale e persone, che a costo di sembrare snob,… basta lo dico,… puzzano. Al primo villaggio l’ autobus si riferma e una donna con un macete comincia a tagliare in diretta pezzi di pollo. Una coca-cola esplode in corsa rendendo il pavimento extra-unto.. Tutti mangiano come dei cannibali in preda ad un raptus ormonale. Il cinese opta per la testa fuori dal finestrino; cominciano a vedersi delle stalattiti sulle sopracciglia ma il suo campo visivo si allarga oltre la Cordillera Blanca. Io, invece, opto per un campo visivo ristretto leggo come Heminguay nei momenti di studio, calcolo con precisione che da pagina a pagina riesco a coprire tutto il campo visivo no-limits. Alle 17.00 finalmente siamo a Cusco all’ hotel Pascana. Un ottima scelta: e’ centrale ma in una zona tranquilla , e’ pulito e costa solo 25$. Andiamo a Plaza de Arms e ci colpisce la bellezza di questa piazza con la sua cattedrale. Scegliamo anche il ristorante piu’ costoso della piazza: abbiamo bisogno di sentire odore di detersivo, di mostrare a noi stessi una certa opulenza, di sentirci nuovamente dei veri gringo-tourist.Confermiamo inoltre l’ escursione giornaliera alla Valle sagrada e l’ immancabile Mauchu Picchiu presso la Peruvian Travel, che ci appare piuttosto affidabile. 05/10/2004 Appuntamento alle 8.00 per andare alla Valle Sagrada. Prima sosta al mercato di Pisac. Assolutamente unico,colorato. In mezzora facciamo razzia di bancarelle . Il cinese e’ perfettamente integrato come un amazzone nella foresta e si lamenta perche’ la visita e’ solo di 1 ora quando sarebbe bello rimanerci piu’ a lungo. Ma eccolo che si riprende.. La cittadella di Pisac inca e’ posta in un punto meraviglioso circondata da terrazzamenti coltivati che dominano la valle dell’ Urubamba.Dopo una sosta per il pranzo arriviamo a Ollantaytambo, il miglior esempio di pianificazione urbana inca ancora esistente. Le terrazze poste a difesa della fortezza inca hanno reso difficile la vita ai conquistadores. Gli inca hanno lasciato all’ umanita’ segni di grande intelligenza nel campo dell’ architettura,ingegneria,agricoltura,astronomia e in questi siti sono perfettamente visibili. Il tutto e’ incorniciato dalla bellezza naturale delle Ande, le cime innevate della Cordigliera e la valle sagrada perfettamente coltivata. Il cinese cerca spasmodicamente la foto dell’ anno: il premio della press 2004 lo sente gia’ suo e l’ ultima tappa al mercato di Chincero con la chiesa coloniale ,il mercato, le Ande innevate e’ solo l’ ultimo atto di una giornata memorabile. La sera ci ritroviamo con i Francischi anche loro vittime del pullman Puno-Cusco. 06/10/2004 Sveglia all’ alba e treno per Machu Picchu. Il tour e’ caro: costa 110 $ a persona + pernottamento ad Aguas Calientes. L’ autobus che in Peru’ arriva anche nei villaggi piu’ remoti qui non arriva. Ti obbligano a prendere un treno con vagoni appositi per turisti (50-80$) prendere l’ autobus a Aguas Calientes e pagare 20 $ di ingresso. L’ alternativa e’ l’ inca trail a piedi che avra’ sicuramente il suo fascino, ma occorrono 200$, da 2 a 4 giorni e un fisico bestiale. Non avendo nessuna delle tre premesse necessarie prendiamo il treno che comunque ha qualcosa di leggendario: sale lento tra le Ande fino quasi alla foresta pluviale per fermarsi ad Aguas Calientes. Il paesino non offre molto ad eccezione di un ristorante l’ Indio Feliz accogliente, gestito da una simpatica coppia francese che miscela sapientemente odori e sapori francesi con la cucina andina. 07/10/2004 Alzataccia alle 5.00 ma stavolta la meta e’ vicina : venti minuti di autobus e alle 06.30 siamo a Machu Picchu. La bellezza del sito a quest’ ora in una bella giornata di sole e’ impareggiabile. Restiamo ammaliati da questo luogo dove la storia e la natura trovano una fusione perfetta. A quest’ ora il sito e’ semi deserto, l’ orgia dei turisti arriva solo dopo le 10.00. Decidiamo di avventurarci alla scalata di Huana Picchu , la “giovane vetta (sara’ giovane, ma m-inka quanto e’ alta!!) All’ ingresso del sentiero ti fanno segnare su un registro il tuo nome, cognome e l’ ora del passaggio. Se non torni entro le 16.00 si presume che sei morto e ti vengono a cercare. Tutto cio’ ci doveva far presagire qualcosa, ma a noi non sorge nessuna perplessita’. L’ ora fatidica e’ le 7:28. Temperatura a terra circa 23°, temperatura corporea 37° canonici. Dopo 10 minuti il sentiero tutto formato da gradini irregolari si fa arduo. Temperatura a terra sempre 23°, temperatura corporea 43°. Dopo 20 minuti immersi nella giungla non si parla piu’ – si ansima. Temperatura a terra 23°, temperatura corporea 47°. Dopo 30 minuti il cinese non fotografa piu’; gronda sudore come se si fosse buttato nel rio Urubamba ed io ormai viaggio verso una filosofia andina che ha come fine ultimo il distacco tra la mente e il corpo. Temperatura corporea 50° acqua posseduta 0.Dopo 45 minuti attraversiamo un tunnel dove devi strisciare come un cobra a causa dell’ altezza e…. Huana Picchu e’ nostra . Siamo arrivati sesti stamattina. Ci sentiamo altissimi,levissimi,purissimi. E pure qualche altro issimo come sporchissimo,stanchissimo,sudatissimo. Il tempo di riprendere fiato e ci accorgiamo di essere su una cima bellissima da cui si possono ammirare le rovine , il canyon a 360° , siamo davvero nell’ ombelico del mondo!!! Riscendiamo aiutandoci nei posti piu’ ripidi con delle corde poste lateralmente godendo palesemente delle facce contratte di chi sale. Temperatura 23°, temperatura corporea 35° a causa della disidratazione. Visita guidata alle rovine e rientro a Cusco. 08/10/2004 Oggi gironzoliamo piacevolmente per Cusco. I musei sono chiusi perche’ ci rendiamo conto che oggi e’ una festa nazionale, forse della Vergine Rosario. Ci godiamo lo shopping nel quartiere artistico ed artigianale di San Blast. Cusco e’ certamente la citta’ piu’ bella del Peru’ e ce la godiamo fino all’ ultimo. 09/10/2004 Volo Cusco-Lima con Aero-Continente. In un ora siamo a Lima e l’ autobus Urbanito ci porta a Plaza de Arms. La metropoli peruviana ci appare confusionaria, avvolta in una nebbiolina costante, senza nulla da offrire: vuole somigliare ad una metropoli occidentale senza averne le possibilita’ e dimenticando, invece, la propria cultura. Ne risulta una citta’ senza personalita’ dalla’ aria anche vagamente pericolosa. Ovunque c’e’ la polizia che se da una parte dovrebbe tutelare il turista dall’ altra ne danno un assetto da guerra. Attendiamo l’ aereo che ci riportera’ in Italia. Il nostro viaggio e’ ormai terminato. Certo ricorderemo tanti volti: Edoardo, Luis, Antonio, Jesus, Daniel, Huanaco, Aldo e tanti altri. Ricorderemo i tanti volti del Peru’: dal deserto agli altopiani, dall’ oceano alle Ande. E ancora dai siti inca, in primis Macchu Picchu, alla poverta’ dei bimbi delle Ande, dalla bellezza di Cusco e della Valle Sagrada alla notte-shock all’ isola Amantani. Tutto questo ed altro ancora e’ il Peru’ e come dice Eros Ramazzotti, qui secondo per popolarita’ solo agli inca, “Ennamorado” Peru’!!


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