Sortilegio incas

Il nostro viaggio comincia da Verona, fa breve sosta tecnica a Milano e poi prosegue per la caotica capitale peruviana: Lima tappa di partenza del tour alla ricerca dei tesori degli Incas. Siamo in cinque amici che affrontano questa meravigliosa destinazione: il Perù, miscela di tradizioni, credenze religiose, storia, colori, musica, paesaggi...
Scritto da: Tabjs
sortilegio incas
Partenza il: 15/01/2004
Ritorno il: 31/01/2004
Viaggiatori: fino a 6
Il nostro viaggio comincia da Verona, fa breve sosta tecnica a Milano e poi prosegue per la caotica capitale peruviana: Lima tappa di partenza del tour alla ricerca dei tesori degli Incas. Siamo in cinque amici che affrontano questa meravigliosa destinazione: il Perù, miscela di tradizioni, credenze religiose, storia, colori, musica, paesaggi incontaminati. 15/01 (Aperitivo a Milano) – Partenza dalla stazione ferroviaria di Verona con destinazione Milano, qui facciamo una breve sosta in un albergo vicino all’aeroporto di Milano Linate dove pernottiamo. 16/01 (Milano/Madrid/Lima) – Alle 8 decolliamo alla volta di Madrid dove cambiamo volo direttamente per Lima. Arriviamo all’aeroporto internazionale Jorge Chavez di Lima verso le 19 (in Perù ci sono 6 ore in meno rispetto all’Italia) e dobbiamo sottostare alle severe misure di sicurezza prima di uscire dall’aerostazione nonché ad una lunga attesa prima che i bagagli vengano scaricati dall’aereo. Terminate le formalità doganali all’ingresso dell’aeroporto veniamo subito accolti dalla guida che ci accompagna fino all’hotel dandoci appuntamento a domani. 17/01 (La città di Lima) – Questa giornata la dedichiamo alla visita turistica della città. Iniziamo subito con il Museo Nazionale di Antropologia dove veniamo resi edotti sulla storia peruviana. Successivamente ci rechiamo in Plaza de Armas dove facciamo visita alla Cattedrale. Al suo interno sono conservate le spoglie di Simon Bolivar. La piazza è stracolma di gente ed è il vero fulcro di Lima. Durante la visita osserviamo il cambio della guardia nel vicino Palazzo Presidenziale dove la banda dopo aver intonato l’inno peruviano esegue il brano “El Condor Pasa” ormai diventato inno nazionale “ufficioso”. Proseguiamo con la visita della città recandoci nella vicina Chiesa di San Francisco dove scendiamo nelle lugubri catacombe. Di certo per noi la temperatura di questi sotterranei è una panacea rispetto al clima cittadino che si aggira intorno ai 27 gradi. Per il pranzo ci portiamo nel moderno quartiere di Miraflores passando per il lussuoso quartiere di San Isidro e osservando il sito archeologico incaico rinvenuto in città: la Huaca Pucclana. Miraflores offre molteplici possibilità di pranzare negli innumerevoli ristoranti dislocati in prossimità del Parque del Amor. Questo parco si trova a ridosso della scarpata che da direttamente sull’oceano ed è stato costruito utilizzando uno stile architettonico simile a quello dello spagnolo Gaudì (degna di nota la Statua degli Amanti). Ah! Da provare durante i pasti l’aperitivo conosciuto come Pisco Sour fatto con vino “pisco” e un intruglio di uova e la birra di grano come la “cicha” e la “cicha morada”. Dopo una passeggiata sul lungomare e la visita al Parque El Faro, dove è ubicato un vero e proprio faro, ritorniamo in albergo con un taxi. Un consiglio che possiamo dare a tal proposito e di prendere taxi “sicuri” che sono di colore giallo con esposta la regolare autorizzazione della Municipalidad (il Comune), solo questi applicano una tariffazione corretta. Rientriamo in albergo in tempo per la cena e ci prepariamo per il giorno successivo. 18/01 (Riserva Nazionale di Paracas) – Partiamo da Lima accompagnati da una guida locale e ci dirigiamo con un pulmino verso sud, precisamente nella Riserva Nazionale di Paracas. Usciti dal turbinio del traffico di Lima imbocchiamo la strada Panamericana che attraversa praticamente il Sud America e procediamo verso Paracas. Durante il tragitto possiamo scorgere le favelas abbarbicate sul versante andino e la linea costiera sull’Oceano Pacifico. Il paesaggio comincia ad assumere i tipici tratti desertici della costa peruviana. Arriviamo finalmente nella Riserva Nazionale di Paracas dove ci imbarchiamo alla volta delle Isole Ballestas definite anche piccole Galapagos. Durante il trasbordo passiamo davanti alla cosiddetta “Candelabra”, arcana scultura scavata nella roccia a forma di candelabro. Approdiamo in prossimità delle Isole Ballestas (dove è peraltro vietato scendere) e dall’imbarcazione ci gustiamo lo spettacolo naturale con un vero e proprio tripudio di fauna: elefanti marini, fenicotteri, pinguini di Humboldt. Le foto e le riprese video non mancano per immortalare questo meraviglioso spettacolo. A proposito, occhio alle ustioni solari!!! Qui il sole picchia duramente, ne parliamo per esperienza personale. Ritornati sulla terraferma facciamo sosta a Paracas per il pranzo per poi proseguire alla volta della “Cattedrale” un promontorio roccioso sempre all’interno della Riserva di Paracas che da sull’oceano e che ha la forma di un edificio religioso. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Ica dove facciamo visita al Museo Regional de Ica in cui sono esposti molti reperti relativi alla Cultura Paracas. Terminata la visita andiamo in albergo per la cena. 19/01 (Le linee di Nazca) – Partiamo da Ica accompagnati dalla guida e ci dirigiamo a Nazca dove sorvoleremo l’altopiano che contiene questi misteriosi disegni. Alle 10.30 siamo all’aeroporto di Nazca pronti per il sorvolo, facciamo il ceck-in e il bar annesso ci offre il Pisco Sour. Espletate le formalità pre-volo, ci portiamo sulla pista dove ci aspetta il comandante. Prima di salire ci viene dato il tragitto di volo con l’indicazione di tutte le figure che vedremo. Alle 10.55 decolliamo, il panorama è magnifico. Durante il volo il pilota illustra tutte le figure virando vertiginosamente a destra e sinistra e permettendoci di fare foto. Atterrati, foto di rito con il pilota e poi assalto dei vari bambini con delle mappe delle linee di Nazca e t-shirt a go-go. La mezz’ora sulla carriola volante ci ha messo sottosopra lo stomaco, ma in compenso ne è valsa la pena di fare questa esperienza esplorativa imperdibile dall’alto. Proseguiamo il viaggio con la visita a Nazca della casa di Maria Reiche (la studiosa delle linee misteriose) ora convertita in museo, dove sono conservati tutti gli strumenti e la documentazione inerente lo studio sulle linee. Arrivati in loco troviamo due grosse alpache all’ingresso del Museo. A fianco dello stesso la tomba della Sig.ra Reiche . Prima di pranzare, visto che ormai sono le 11.30, la guida ci consiglia di fare altre due visite esplorative nei dintorni di Nazca, pertanto ci rechiamo dapprima agli acquedotti di Cantallo. Questi non sono altro che delle condotte sotterranee, che portavano (e lo fanno tuttora) l’acqua dalle Ande verso la città di Nazca. Lungo il percorso gli Incas hanno ricavato dei fori a spirale onde permettere la manutenzione ordinaria di queste condotte. Cogliamo l’occasione per accedere brevemente a questi “fori”. Contestualmente facciamo un incursione nella vicina piantagione di cotone. Il paesaggio è alquanto desertico e sullo sfondo di queste distese “incotonate” possiamo notare una cima “innevata”. La guida ci fa notare che non è una montagna ma bensì il Cerro Blanco ovvero la duna di sabbia più alta delle americhe!!! Proseguiamo le visite con il sito delle Rovine di Paredones un antico tempio incaico ormai andato quasi distrutto, qui la guida ci fa conoscere un frutto peruviano la “lucuma” che ha il gusto del tutto simile a quello delle nostre noci e con la quale si confezionano ottimi gelati. Consumato il pranzo nel pomeriggio visitiamo il Museo Didattico Antonini che fa parte di un spedizione archeologica italiana. Nel giardino botanico esterno possiamo vedere una parte dell’acquedotto di Cantallo dove l’acqua scorre ancora. Verso sera ci sistemiamo in albergo per un po’ di relax che non guasta visto il caldo opprimente. Terminata la cena decidiamo di andare a fare un giro notturno per le vie di Nazca, rimanendo uniti onde evitare spiacevoli inconvenienti. La cittadina si presente alquanto vivace e gli abitanti in Plaza de Armas sono alquanto tranquilli. Non c’è molto da vedere se non la frenetica vita notturna. 20/01 (Verso le Ande) – Questa giornata viene completamente spesa per il trasferimento da Nazca ad Arequipa che si trova a ben 2.600 metri s.l.m.. Il tragitto lo effettuiamo in minivan ed è veramente lungo. Il paesaggio che si sussegue è molto monotono, il deserto impera tutt’intorno, talvolta anche sulla Panamericana troviamo mezzi meccanici con pale che tolgono la sabbia che puntualmente invade la corsia. Ogni tanto, dove la strada attraversa le vallate, incontriamo zone verdi ricche soprattutto di aranceti coltivati. Alle 14.00 ripartiamo per Arequipa, abbandoniamo la costa per portarci fino a 2.600 metri di altitudine. Il paesaggio cambia radicalmente passando da una valle all’altra. Al bivio di Reparticion il nostro pulmino viene fermato dalla “Commissaria dela Carrettiera” la polizia stradale locale. L’autista è costretto a scendere e portarsi in caserma per dare spiegazioni. Noi rimaniamo sul mezzo come polli ad attendere l’esito del controllo. Dopo qualche minuto vediamo l’autista uscire indenne dalla caserma. La strada per Arequipa si sviluppa in salita e possiamo notare l’enorme quantitativo di immondizie depositato a margine della strada, un vero e proprio sentiero di guerra. Verso le 18.00 arriviamo ad Arequipa e qui veniamo subito deviati dalla strada principale, un “vigilantes” fa svoltare tutto il traffico in una strada secondaria. In lontananza vediamo l’imponenza del vulcano El Misti che sovrasta la città di Arequipa. Dopo una serie di deviazioni, arriviamo in Plaza de Armas. La cosa che stupisce tutti è la Cattedrale che possiamo vedere e ammirare come nuova. Nel 2001 un disastroso terremoto fece crollare le due torri campanarie, oggi questo non si vede, sembra che non sia successo niente. Il traffico è molto caotico ed è caratterizzato da una serie di piccoli taxi “multicolor”. Dopo aver fatto qualche giro, riusciamo a scovare il nostro albergo. Un gradevole hotel, in ottima posizione centrale con vista sulla Plaza de Armas. Salutiamo l’autista e ci sistemiamo nelle camere. La cena è prevista in albergo, alla reception veniamo informati che domani mattina la guida ci aspetterà alle 9.00. Terminata la cena, decidiamo di fare un giro nell’antistante Plaza de Armas. C’è molta tranquillità, mentre non si può dire lo stesso per il traffico che è incasinato anche di sera. 21/01 (Arequipa) – Ci alziamo alle 8.00 e facciamo una tranquilla e rilassante colazione. Sono quasi le 9.00 e ci portiamo alla reception dove ci attende la guida che ci accompagnerà nella visita mattutina di Arequipa. Ci spostiamo subito presso il mirador di Arequipa dove si può vedere il panorama della città e i vulcani (ben 3!!) che la circondano. La zona è appena fuori del centro abitato. Partiamo con il pulmino e veniamo subito bloccati da un corteo “geriatrico”. Infatti la guida ci spiega che c’è una manifestazione dei pensionati e che questi stanno facendo un corteo per le vie di Arequipa. Finalmente arriviamo a destinazione, la zona è molto bella ed il panorama è stupendo. La giornata è bellissima con un cielo terso ed un sole accecante. LA guida ci da alcune spiegazioni sulla posizione geografica di Arequipa e la presenza dei vulcani che fanno da cornice. In prossimità del mirador c’è un chiosco con vendita di prodotti tipici peruviani e alcuni lama domestici. Proseguiamo la visita tornando in città, ci rechiamo presso il quartiere di Yanahuara per visitare la chiesa. Qui gli arredi sacri e le usanze sono del tutto particolari. La statua della Madonna ha un ricco vestito comprensivo di cappello da gaucho. Nel cortile interno della chiesa notiamo gli ex voto peruviani, la guida ci spiega che non sono “per grazia ricevuta” ma “per grazia da ricevere!!!!. Dalla piazza di Yanahuara c’è un mirador con splendida vista sulla città. Ci portiamo in centro città rilevando immediatamente che il corteo si è dipanato. Andiamo a visitare la Chiesa de la Compañia e la relativa Cappella Sistina peruviana, purtroppo in restauro. Poi ci rechiamo negli annessi chiostri con negozi di abbigliamento. Durante la visita udiamo provenire dall’esterno una dolce melodia musicale tipica dei carretti dei gelatai. Usciti dalla Chiesa della Compañia verifichiamo che il carretto immaginario del gelataio non vende gelati ma raccoglie l’immondizia. Infatti la guida ci informa che l’Azienda Municipale di Arequipa che raccoglie i rifiuti, sui propri mezzi ha installato questa musichetta con cui avverte i cittadini e copre il fastidioso rumore dello svuotamento dei cassonetti. <> Visitiamo la Cattedrale di Arequipa, completamente ricostruita a tempo di record dopo il terremoto del 2001. Non disturbiamo più di tanto in quanto stanno celebrando la S. Messa. Ci rechiamo infine al Monastero di Santa Catalina. Durante la visita a questa che si può definire una “cittadella” la guida ci introduce nei singoli luoghi e stanze. In questo monastero capeggiava la Sora Aña, già assunta agli onori della beatificazione. Comunque questo monastero rimane sempre un’interessante struttura con dei bellissimi colori dal rosso al blu intenso. Terminata la visita monastica, veniamo trasportati nuovamente nel quartiere di Yanahuara dove abbiamo appuntamento per il pranzo . Salutiamo la guida e ci diamo appuntamento per domani mattina quando partiremo con l’aereo per Cuzco. Finito il pranzo ci avviamo a piedi verso il centro, con cartina alla mano riusciamo a trovare la strada. Prima però, facciamo delle telefonate in Italia e poi ci incamminiamo lungo Avenida del Ejercito che sbocca direttamente nel centro storico di Arequipa. Prendiamo l’occasione per fare alcune visite nelle vie e nei negozi. Proponiamo di andare a vedere “Juanita” la mummia dell’Ampato, ma il museo è chiuso. Pertanto proseguiamo per Plaza de Armas. In questo centro facciamo i primi acquisti, poi ritorniamo nel chiostro della Chiesa de la Compañia dove ci avventuriamo nei vari negozietti di abbigliamento. Terminate le visite percorriamo alcune vie di Arequipa ma non c’è di meglio pertanto visto che ormai sono quasi le 18 torniamo in albergo. Qui ci beviamo una cioccolata sul loggione che da su Plaza de Armas. Dopo questa merendina ci ritiriamo nelle rispettive camere e ci prepariamo per la cena. Stasera pizza!! Eh si! Una volta rinfrescati dalla fatiche quotidiane, ci rechiamo nella hall dove facciamo subito incetta di matè de coca e dopo proseguiamo per la una locale pizzeria dove mangiamo una buona pizza. Qui incontriamo altri viaggiatori italiani con cui scambiamo quattro chiacchere. Dopo la pizza non ci fermiamo e passiamo al dolce. Very good!! Conclusa la cena, facciamo quattro passi per il centro storico by night. In Plaza de Armas ci immergiamo nel frastuono notturno e poi ritorniamo in albergo. Domani le Ande ci aspettano, buenas noches!!! 22/01 (A volte ritornano….indietro – al di la delle nuvole e ritorno) – Partiamo di buon mattino per l’aeroporto di Arequipa dove alle 7.55 prendiamo l’aereo per Cuzco, il tempo di percorrenza dovrebbe essere circa un’ora ma durante il volo veniamo informati che a Cuzco “eluvia” cioè piove. Sono ormai le 9 quando il comandante ci avverte che a causa della pioggia persistente su Cuzco, l’aereo è costretto a fare inversione di marcia su Arequipa attendendo così previsioni migliori. Diremo che questo è il modo migliore per incominciare la giornata, ma la domanda sorge spontanea: arriveremo a Cuzco?? Dopo questo “dietro front” atterriamo all’aeroporto di Arequipa fiduciosi nel miglioramento del clima andino. A seguito di una serie di bollettini meteorologici (e dopo un’ora e mezza di trepida attesa), arriva la lieta novella del tempo migliorato a Cuzco e ripartiamo. Arriviamo finalmente a Cuzco (3.450 s.l.m.!!!) , dove in fase di atterraggio vediamo che sta piovendo come non mai!! L’aeroporto della città è modesto e ci aspetta la guida. Dopo aver praticamente “navigato” attraverso il parcheggio con bagagli e quantaltro, veniamo trasportati con il pulmino in centro presso il nostro albergo. La guida durante il tragitto ci fa rabbrividire in quanto ci racconta che l’aeroporto di Cuzco è sprovvisto di radar e pertanto si confida nella bravura dei piloti per atterrare a vista. Comunque è in costruzione un nuovo aeroporto visti l’incremento del flusso turistico. Visto che oramai è passato mezzogiorno e il languorino della fame si fa sentire decidiamo di andare a mangiare. La guida ci indica dei ristoranti in Plaza de Armas che sono molto affidabili. Il pranzo e la cucina peruviana andina si è rivelata buona e commestibile. Sono le 15 ed è ora di recarci in albergo dove ci aspetta la guida per la visita della città. Il clima si è nel frattempo assestato, anche se non piove le nuvole fanno comunque da tetto alla città. Cominciamo con la visita della cattedrale, all’entrata della chiesa le mamas ci chiedono di acquistare delle candele. La struttura all’interno è veramente grandiosa e qui si capisce il cosiddetto “sincretismo religioso” ovvero il mix tra la cultura religiosa cattolica e quella incaica. La guida ci svela i segreti sulla Pachamama (la madre terra) cui le popolazioni andine sono molto devote. All’interno della cattedrale capiamo alcune cose molto importanti sulla cultura religiosa andina. Innanzitutto la guida ci da spiegazioni circa il cosiddetto “sincretismo religioso”, la Madonna è raffigurata come persona con ai suoi piedi la luna. Una cosa da evidenziare, per la visita della Cattedrale siamo entrati dalla Chiesa di Jesus Maria e siamo usciti dalla Chiesa de El Triunfo che affiancano entrambe la struttura principale. Ci incamminiamo verso la Chiesa di San Blas passando per le vie strette dove possiamo notare il basamento incaico ancora intatto delle varie abitazioni, tra queste notiamo attraversando il vicolo denominato Hatunrumiyoc, la famosa “pietra dai dodici angoli”. Dopo una salita resa faticosa per l’altitudine (3.326 m slm) arriviamo in Plazoleta San Blas visitando così l’omonima Chiesa. Visita successiva: la Chiesa di Santo Domingo costruita sulle rovine del tempio incaico più importante della cultura andina e cioè il Qoricancha. Il sito è molto interessante anche per la collocazione. Durante la visita comincia un po’ a piovigginare ma niente di particolare. Interessante è anche la veduta esterna complessiva dove si capisce la reale estensione della struttura incaica. Ritorniamo verso Plaza de Armas passando per Avenida do Sol, l’arteria principale di Cuzco, molto trafficata e piena di gente. La guida ci lascia in albergo verso le 17.30, dove ci ragguaglia per le visite che faremo l’indomani nei siti attorno alla città di Cuzco. Prima di recarci in camera beviamo il solito bicchiere di matè de coca che è presente in ogni albergo della nostra missione investigativa. Dopo la cena all’esterno del ristorante ci concediamo un giro in Plaza de Armas by night prima di andare a nanna. 23/01 (Cuzco e dintorni) – Prima di partire per le escursioni la guida ci consegna il “boleto turistico” una sorta di Cuzco card che ci permette di accedere gratuitamente ai principali siti incaici di Cuzco e dintorni. La prima tappa è il sito archeologico della fortezza di Sacsayhuaman. Durante il tragitto, appena fuori Cuzco, ci fermiamo sul piazzale della Chiesa di San Cristobal dove possiamo notare il panorama sull’intera città di Cuzco e sul retro possiamo vedere i resti delle mura del palazzo inca Qollqanpata dal quale si accedeva a Sacsayhuaman. Dopo un breve tragitto, arriviamo a Sacsayhuaman. Il sito copre una vasta zona e lo spettacolo è davvero unico. La guida ci illustra la storia della fortezza e la sua conformazione con le mura a zig zag. Le indagini svolte in loco rilevano che la città di Cuzco avesse la forma urbanistica di un puma e che la testa fosse rappresentata proprio da questa fortezza immensa. Ripartiamo alla volta di Tambo Machay, questo tempio era adibito al bagno del re inca ed ai relativi cerimoniali, il sito era molto più grande e con una struttura acquedottistica molto complessa. L’acqua sgorga ancora sulle rovine. Si prosegue per la vicina fortezza di Puca Pucara, chiamata anche la fortezza rossa per il colore del materiale da costruzione. Sulla sommità la guida ci fa notare sul lato della montagna di fronte, il tragitto di un sentiero inca. Continuiamo le visite mattutine ed arriviamo finalmente il nome delle rovine di deriva da dei canali a zig-zag scolpiti nella roccia. Torniamo a Cuzco dove, dopo pranzo, abbiamo il pomeriggio a disposizione e lo dedichiamo ad ulteriori visite della città. Proseguiamo alla scoperta di Cuzco indagando sui dintorni e decidiamo di andare a fare dello shopping incamminandoci lungo Avenida do Sol fino al parco con la Cascata Incas (una fontana). C’è un bel pezzo di strada e lungo il tragitto ci fermiamo in qualche negozietto. Verso sera ritorniamo in centro per prepararci alla serata andina. 24/01 (La Valle Sacra degli Incas) – Oggi si parte per la Valle Sacra degli Incas, dopo aver caricato i bagagli sul minivan partiamo. Arriviamo a Poroy, un paesino alla periferia nord di Cuzco, dove si trova la stazione ferroviaria del treno Cuzco-Machu Picchu. La guida ci spiega che questa è la fermata migliore per prendere il treno per Machu Picchu in quanto da Cuzco a Poroy in treno ci si impiega quasi un’ora e mezza a causa degli scambi ferroviari a zig-zag dovuti al dislivello delle due stazioni. Proseguiamo per il paese di Chinchero attraversando verdi vallate. Il tempo non è un granchè, il cielo è plumbeo e minaccia pioggia da un momento all’altro. Ad un certo punto ci fermiamo per ammirare l’altopiano nei pressi di Chinchero che viene chiamato la Pampa de Anta. Qui i campi e le coltivazioni di patate formano delle enormi e suggestive scacchiere verdi. Dopo qualche minuto arriviamo a Chinchero, tipico esempio di cittadina costruita interamente su murature incaiche. All’entrata del paese la guida ci chiede se vogliamo fare la “scalata” della via principale, o facciamo il giro panoramico delle mura. Optiamo per la seconda soluzione molto più abbordabile e meno faticosa. Siamo a oltre tremila metri ed il cielo è carico di nubi le quali danno una sensazione particolare al paesaggio. Oltrepassati i bastioni incaici arriviamo davanti alla Chiesa finemente decorata. Proseguiamo per la piazza del mercato che è completamente deserta se non per qualche mamas improvvisata che ci vende dei braccialetti fatti a mano. Riprendiamo il nostro viaggio esplorativo in Valle Sacra e ci addentriamo con il minivan per delle capezzagne. Meta: le saline di Maras. Dopo una serie di tratti impervi, arriviamo alle saline. Lo spettacolo è assicurato in quanto davanti a noi possiamo vedere gli immensi terrazzamenti bianchi ricoperti di sale. Facciamo una breve sosta all’ingresso delle saline e poi proseguiamo a piedi fino al fondo valle. Capitanati dalla guida ci portiamo sulle sponde delle vasche e camminando, camminando arriviamo ad un magazzino dove vengono custoditi i sacchi di sale. Essendo fuori stagione le saline non evidenziano il loro candore naturale ma lo spettacolo è comunque assicurato. Dopo una camminata acrobatica sulle sponde delle vasche arriviamo alla strada che ci porterà al fondovalle. La guida ci fa notare lungo il costone della montagna dei buchi: trattasi di antiche tombe Inca. Il fondovalle si apre sulla Sacra Valle degli Incas dove scorre impetuoso il fiume Urubamba. Dovremo fare un po’ di strada prima di arrivare al ristorante per il pranzo. Lungo il tragitto che percorriamo, possiamo notare che il fiume Urubamba porta un sacco di materiale plastico, la guida ci da subito una spiegazione sulla provenienza delle bottiglie che fluttuano sull’acqua: non essendo smaltibili, le bottiglie di plastica una volta utilizzate vengono buttate direttamente nel fiume. Che tristezza!! Dopo il pranzo ripartiamo con il minivan percorrendo la strada della valle. Arriviamo ad Ollantaytambo nel pomeriggio e qui praticamente la strada finisce. Per accedere al paese dobbiamo passare dalla biglietteria e mostrare il boleto turistico. All’ingresso ci sono i resti di una sbarra, la guida ci spiega che fino a non molto tempo fa per entrare nei paesi si pagava un pedaggio. Arriviamo nella piazza all’ingresso della Fortezza di Ollantaytambo dedicata al Generale Ollantay. L’imponenza della fortezza ci lascia senza fiato. Una serie di gradoni si inerpicano per la montagna formando una struttura monumentale notevole. Mentre nel frattempo comincia a venir giù qualche goccia di pioggia, la guida ci da subito alcuni ragguagli sulla visita al sito. Questi sono relativi alla scarpinata che dobbiamo fare per salire i gradoni ed arrivare sulla sommità della fortezza. Ogni tanto ci fermiamo su un terrazzamento e con le spiegazioni storiche della guida inca ci godiamo il panorama sull’intera Valle Sacra. Dopo una serie infinita di gradini ed uno sfinimento generale (l’altitudine si fa sentire) arriviamo sulla sommità della fortezza. Qui veniamo subito abbordati da dei bambini, i quali chiamano la mamas e inneggiano un canto. Diamo una piccola mancita alla famigliola per la bravura e proseguiamo la visita camminando, camminando. Discendiamo le alture e andiamo a visitare le varie fontane che stanno alla base della fortezza compreso il Bagno delle Vergini. Ritorniamo in paese e nella piazza possiamo vedere una serie interminabile di rivendite di tappeti e quantaltro. Proseguiamo la nostra strada ripercorrendo la Valle Sacra fino a Yucai dove pernotteremo. Lungo il tragitto la guida ci fa visitare un’azienda agricola dove si produce in maniera domestica la chicha, ovvero la birra di frumento. La proprietaria ci illustra le fasi di produzione della bevanda e la guida ci spiega che prima di mettere a macerare il frumento le donne ci sputano sopra per favorire i processi fermentativi. In questa azienda agricola si allevani anche i porcellini d’India, gli strafamosi Cuy, tanto apprezzati nella cucina peruviana. Prima di ripartire, facciamo una partita a Sapo, un gioco semplice basato sul lancio di monete su un tavolino corredato di buchi. A seconda di dove cade la moneta si acquisiscono diversi punti. Arriviamo a Yucai giusto in tempo per la cena e, dopo questa intensa giornata ce ne andiamo tutti a nanna. 25/01 (Qualcuno volò sul nido degli Incas) – Il mattino la guida ci aspetta nella hall dell’albergo e ci accompagnerà fino a Machu Picchu. Arriviamo a Ollantaytambo dove prenderemo il treno alla stazione. Qui è un via vai di turisti tra i quali spiccano tanti escursionisti in procinto di inoltrarsi nell’Inca Trail, cioè il percorso andino che porta fino alle rovine di Machu Picchu. Ai binari vediamo le mamas sulle rotaie intente a vendere la propria mercanzia. Nel frattempo salutiamo l’autista del minivan che torna a Cuzco con i nostri bagagli (in albergo abbiamo provveduto a preparare dei comodi zainetti con un cambio per la permanenza ad Aguas Calientes). Eh si!! E’ proprio lì che arriveremo con il treno e poi proseguiremo con il pullman fino alle rovine. Dopo qualche minuto di attesa arriva il treno e saliamo. I posti a sedere sono già prenotati e i passeggeri sono molti. La ferrovia Cuzco – Aguas Calientes è a scartamento ridotto, quindi la velocità del treno non è assolutamente paragonabile ai nostri treni europei. I paesaggi che si susseguono durante il tragitto sono stupendi. Il treno costeggia spesso per lunghi tratti il fiume Urubamba che visto da vicino fa veramente paura per l’enorme quantità di acqua che vi scorre. Ogni tanto si possono scorgere delle rovine incas. Il viaggio dura quasi un’ora e mezza e alla fine arriviamo ad Aguas Calientes dove purtroppo comincia a piovere. Infatti, poco prima dell’arrivo del treno verifichiamo che il tempo è cambiato e le nuvole si sono fatte minacciose. Approdati alla stazione di Aguas Calientes, consegnamo i bagagli in albergo così non dobbiamo portarci dietro pesi inutili. Subito dopo ci avviamo all’autobus che ci porterà nel sito di Machu Picchu, dopo venticinque minuti di tornanti infernali arriviamo sulla sommità. L’inclemenza del tempo non sembra avere tregua, anzi come arriviamo all’ingresso del complesso archeologico la pioggia aumenta e le caterrate del cielo si aprono. Con la guida accediamo al complesso che, nonostante la pioggia, brulica di turisti. Ci portiamo in prossimità del luogo denominato “la capanna del pastore” dove si può ammirare la classica veduta di Machu Picchu. Le nuvole basse non ci presentano un bello spettacolo, anzi, non si riesce a vedere nemmeno il complesso archeologico. La guida ci incoraggia dicendoci di aspettare e di avere pazienza in quanto in questo periodo dell’anno al mattino il tempo è sempre capriccioso, poi verso il pomeriggio si rasserena. Comunque lo spettacolo è in ogni modo assicurato in quanto la nuvole basse lasciano spazio ad ampie schiarite conferendo al luogo un’atmosfera particolare con i contrafforti delle Ande che coreografano l’intero paesaggio. La guida ci invita a proseguire ed entriamo così nella cittadella più famosa del mondo. Il momento è magico per tutti. Arriviamo all’Intihuatana quando piove a dirotto. Qui un gruppo di persone si è messo in circolo per elevare qualche preghiera. Probabilmente questo misticismo è tipico del luogo. Proseguiamo la visita ed arriviamo nella piazza centrale di Machu Picchu per poi passare nella piazzetta della Pietra Sacra che si trova in prossimità dell’accesso del percorso per l’Huayna Picchu la vetta andina a lato delle rovine. Ci accingiamo a ritornare verso l’uscita, prima però la guida ci mostra il condor, una scultura che si trova all’interno del complesso archeologico e che probabilmente è stato scolpito dagli stessi Incas. Lasciamo la guida che ritroveremo domani sera a Cuzco, mentre noi ci appropinquiamo all’uscita a mangiare qualcosa. Il ristorante propone prezzi proibitivi per il pranzo, allora decidiamo di andare nel chiosco vicino (alternative non ce ne sono visto l’angusto spazio del piazzale d’ingresso). Tra tramezzini e bevande riusciamo a pranzare discretamente senza spendere un’esagerazione. Il biglietto ci da la possibilità di rientrare nel complesso archeologico in giornata, pertanto ritorniamo all’interno delle rovine. Decidiamo di fare un’escursione alternativa all’Intipunku ovvero la Porta del Sole. Per arrivarci dobbiamo percorrere un’oretta di Inca-Trail, cioè il sentiero percorso dagli escursionisti per arrivare a piedi a Machu Picchu. Percorreremo quindi il tratto finale di questo “Cammino Inca”. La spedizione “Intipunku” parte immediatamente, il bel tempo fa capolino illuminando tutti i contrafforti andini che coreografano la zona. Dopo quasi un’oretta di cammino arriviamo alla mitica Porta del Sole ovvero l’Intipunku. Il panorama che si può ammirare è davvero grandioso. Dopo una breve sosta per ammirare il paesaggio ritorniamo all’ingresso del sito dove il pulmann ci porterà nuovamente ad Aguas Calientes. Arrivati in hotel ci rendiamo conto di quanto faccia paura il Rio Urubamba, essendo in piena le sue acque sono veramente impetuose!!! Comunque il fragore delle acque ci fa dormire tranquillamente. 26/01 (The Rail Trail) – La giornata è a nostra disposizione per visitare liberamente il paese di Aguas Calientes e dintorni. Dalle indicazioni impartite ieri dalla guida, nelle vicinanze della stazione di Ponte Ruinas c’è un orto botanico e a circa 25 minuti di camino sulla ferrovia si può ammirare una cascata che scende direttamente dai contrafforti andini per gettarsi fragorosamente nel fiume Urubamba. Pertanto ci avviamo a piedi verso la vicina stazione ferroviaria di Ponte Ruinas e qui subito ci areniamo in quanto l’orto botanico risulta introvabile. Proseguiamo camminando lungo la ferrovia. Il tragitto lo percorriamo non privi di preoccupazione visto che da un momento all’altro può sopraggiungere il treno. Dopo una mezz’ora di cammino, della cascata nemmeno l’ombra pertanto decidiamo di tornare ad Aguas Calientes, probabilmente c’è stato qualche errore nelle informazioni. Il paese di Aguas Calientes, al secolo Machu Picchu Pueblo, si trova completamente incastonato nelle pendici andine e attualmente sta vivendo una ristrutturazione urbanistica di notevole impatto da parte del governo peruviano, le vecchie baracche di lamiere per la vendita di souvenir stanno lasciando il posto ai nuovi chioschi attrezzati per la vendita di souvenir e quantaltro. Facciamo quattro passi in centro. La Plaza de Armas del paese ospita le statue dei capostipiti dell’Impero Inca: Mama Occlo e Manco Capac i quali, secondo la leggenda, sorgendo dal lago Titicaca hanno fondato l’impero. Visitiamo anche la piccola chiesa. Sulla piazza ci sta anche il telefono pubblico e approfittiamo per telefonare in patria. Altra visita d’obbligo sono i bagni termali, da cui prende il nome appunto Aguas Calientes, i quali sono in completa ristrutturazione in quanto una recente frana li ha completamente distrutti. Dopo il pranzo ci portiamo in stazione dove alle 15.55 prendiamo il treno di ritorno per Cuzco, la durata del viaggio è stimata in tre ore circa. Arriva il treno, abbiamo già i posti prenotati, pertanto verifichiamo il numero della carrozza e ci accomodiamo. Siamo in ordine sparso ma non ci facciamo problemi. Il convoglio si assiepa rapidamente di turisti che non c’è un posto libero. Il tragitto in treno è abbastanza lungo tanto che dopo il paese di Ollantaytambo deviamo per la Pampa de Anta e cominciamo ad arrancare con tutto il convoglio. Ad un certo punto la linea ferroviaria (treno compreso) deve superare i primi dislivelli altitudinari: praticamente gli steward scendono per coadiuvare il treno ad affrontare il tratto a zig zag e, quindi, approntare le manovre ai vari cambi durante il passaggio di tutto il convoglio. E’ ormai buio quando arriviamo alla stazione di Poroy dove scendiamo. A Poroy ci attende la guida con il pulmino il quale ci trasporta fino in albergo a Cuzco. Qui la guida ci comunica un cambio repentino di programma per l’indomani. La strada che conduce a Puno sul Lago Titicaca mercoledì verrà chiusa a causa di uno sciopero che avrà luogo in tutta la provincia di Cuzco, pertanto dovremo anticipare il trasferimento sulla zona lacustre domani per non correre rischi. Colpiti dall’improvvisa notizia, ci apprestiamo ad organizzare i preparativi per l’indomani. 27/01 (Al mercato e…fuga da Cuzco) – Partiamo alla volta di Pisac in tutta fretta. La strada che porta a Pisac non è molto lunga, sono appena 30 km da Cuzco, ma ci sono diverse curve e tornanti da affrontare. La guida ci racconta che la Valle Sacra degli Incas comincia da Pisac ed è da qui che il fiume Urubamba prende questo nome. Prima di Pisac l’Urubamba assume il nome di Vilcanota. Arrivati a Pisac lasciamo il paese e ci dirigiamo verso le rovine omonime che distano pochi km e si trovano sulla parte sommitale del paese. Il paesaggio è veramente “fotonico” in quanto l’estensione del complesso archeologico lascia senza fiato. La giornata peraltro è una delle migliori e ciò permette di gradire totalmente gli scorci panoramici che ci vengono offerti. Le rovine di Pisac si estendono su una dorsale di oltre un km e la parte finale dove è ubicato l’Intihuatana si trova sulla parte sommitale immediatamente a ridosso del paese nuovo di Pisac. Esaurita la visita alle rovine proseguiamo per il paese dove facciamo subito i conti con il mercato che si rivela una vera accozzaglia di colori (e di turisti!!!). Ci diamo appuntamento per mezzogiorno con la guida al minivan. Ci addentriamo così nei meandri del mercato e cominciamo subito a contrattare con i vari avventori. Arriviamo nella zona frutta e verdura e comperiamo qualcosa per oggi in quanto non abbiamo il pranzo incluso quindi ci dobbiamo arrangiare. Entriamo in una “botica”, una piccola bottega, dove troviamo la venditrice con la quale ci facciamo immortalare in qualche foto. Tra i vari acquisti comperiamo anche dei capienti zaini inca in quanto si prevede un esubero di souvenir e quindi la necessità di un bagaglio suppletivo. Ritornati a Cuzco ci vengono date alcune indicazioni di massima informandoci che arriveremo verso sera all’albergo a Puno e li ceneremo e pernotteremo per ben due giorni. La guida ci accompagnerà fino a Raqchi dove visiteremo il Tempio di Viracocha e poi proseguiremo verso Puno da soli con l’autista. Partiamo alla volta di Puno dovremo affrontare ben 389 km con il minivan, lungo il tragitto la guida ci fa vedere i resti della porta d’ingresso a sud di Cuzco, passando oltre ci fa notare in lontananza il paese di Oropesa dove viene prodotto il pane per l’intera città di Cuzco. Ci fermiamo poi nel paese di Andahuaylillas dove visitiamo la chiesa, un vero gioiello dell’arte coloniale, completamente ricoperta d’oro. Durante l’attesa del sacrestano ci fermiamo sul piazzale dove andiamo all’arrembaggio delle immancabili mamas con relative bancarelle al seguito. Del sacrestano nemmeno l’ombra, Enrique impaziente fa alcune telefonate e dopo qualche minuto ecco apparire il “perpetuo”. L’interno della chiesa è veramente eccezionale, i vari stucchi finemente elaborati. Il sacrestano ci avverte che <>. Ma dal portale delle chiesa qualcosa riusciamo a catturare. Terminata la visita alla chiesa di Andahuaylillas proseguiamo il viaggio verso Puno e dopo qualche km arriviamo a Raqchi, qui parcheggiamo nel piazzale del piccolo paese ed entriamo alle rovine dopo che la guida ha esibito il nostro boleto turistico. Il complesso archeologico è molto imponente soprattutto per le strutture incaiche restaurate. Nella campagna circostante notiamo i bambini che pascolano capre e pecore. Dopo una serie di circonvoluzioni all’interno del recinto archeologico torniamo verso il minivan, qui possiamo ammirare dall’esterno la bianca chiesa di Raqchi. Riprendiamo la marcia e arrivati a Sicuani, lasciamo la guida che tornerà a Cuzco in pullman, lo salutiamo e non lo dimenticheremo quale ottima e migliore guida in questa spedizione investigativa. L’autista non parla italiano ma solo lo spagnolo e pertanto non instauriamo dialogo, pertanto durante il tragitto verso Puno prendiamo l’occasione per fare il punto della situazione della missione e ci riposiamo. Verso le 17.30 arriviamo al passo Abra La Raya a 4.329 s.l.m. Che segna il confine tra le province di Cuzco e Puno e fa anche da spartiacque. Il fiume Vilcanota (poi Uubamba) infatti, nasce nelle vicinanze del passo. Parcheggiamo nella piazzola di sosta dove inevitabilmente le mamas con alpaca e tutta la prole ci attendono per una foto di rito. Facciamo una breve merenda, l’autista estrae dal minivan un termos con matè de coca bollente. Il freddo effettivamente si fa sentire. Siamo nel punto più alto che finora abbiamo visitato e completamente circondati da cime innevate. Scattiamo qualche foto anche alla segnaletica che evidenzia il confine di provincia. Dopo aver sistemato tutto il necessario per la merenda sul mezzo, partiamo alla spicciolata e cominciamo la discesa verso Puno. E’ passata circa mezz’ora quando un mega temporalone si affaccia alla nostra sinistra. Il paesaggio che ci circonda è abbastanza desolante e monotono. Il cielo si fa completamente plumbeo stile nubifragio. Nella speranza che non sopraggiunga una tempesta andina proseguiamo. Il temporale passa, ma di Puno nemmeno l’ombra, il nostro viaggio verso l’oblio continua. Ormai sono le 19.30 ed è ormai buio quando arriviamo a Juliaca: una cittadina veramente squallida. Entriamo in paese e ci troviamo subito a fare i conti con immense pozzanghere d’acqua, qua probabilmente si è scatenato il nubifragio che ci ha sfiorato, e ne stiamo vedendo le conseguenze. Passiamo per il centro cittadino, un vero inferno di auto. Puno è vicino a Juliaca, quindi ancora mezz’oretta di strada e arriveremo a destinazione. Sono ormai le 20 passate quando cominciamo a vedere Puno by night dal minivan. Pian pianino discendiamo i tornanti che ci portano in città. L’albergo si trova immediatamente fuori dal bailamme cittadino e direttamente in riva al Lago Titicaca. Arrivati in albergo sistemiamo i bagagli e ceniamo, dopodiché, esausti per il tragitto effettuato ci ritiriamo nelle camere. 28/01 (Sul lago dorato) – Dopo la colazione ci portiamo sul molo dell’albergo dove sta arrivando l’imbarcazione per le isole Uros. Arrivati sul molo in fondo troviamo subito la Yavari, un’imbarcazione utilizzata come museo. La guida ci raggiunge sul molo e ci da spiegazioni sulla popolazione che abita nella zona del lago Titicaca: appartiene alla razza Aymara con un dialetto linguistico particolare, mentre nella zona di Cuzco la popolazione è Qechua con il proprio dialetto linguistico. Inoltre sul molo ci fa osservare che ci troviamo su una passerella posizionata dal personale dell’albergo in quanto la vera passerella si trova sommersa. Il livello del Lago Titicaca è salito in questo mese di circa due metri. Il tempo stamattina non è dei migliori, parecchie nuvole scure sono parcheggiate all’orizzonte e il sole stenta a farsi vedere. Inoltre la temperatura è abbastanza fresca. Dopo qualche minuto arriva l’imbarcadero su cui noi saliamo. La tappa di oggi sono le isole galleggianti degli Uros. Una ventina di minuti bastano per farci arrivare a destinazione, qui la guida ci invita a scendere per visitare il quartier generale di quella che oggi viene chiamata Riserva Comunal del Titicaca anziché Riserva Regional. Modifica voluta dal Presidente del Perù quando è stato in visita sulle isole Uros. L’isoletta ospita un piccolo giardino botanico e un museo il cui accesso è controllato da un airone piuttosto arrabbiato. Terminata la visita riprendiamo la navigazione e scendiamo sulla prima isola. Queste isole non sono altro che delle piattaforme galleggianti costruite con la totora che è una pianta acquatica simile alla nostra cannuccia di palude. Inevitabile, come sempre, l’accoglienza della popolazione con bancarelle e quant’altro, nel frattempo la guida ci fa vedere come vengono sostituiti i vari strati di totora per assicurare la manutenzione delle isole galleggianti. Saliamo sulle varie torri mirador per vedere il panorama delle isole con il lago. Proseguiamo nella visita ad un’altra isola dove possiamo vedere una scuola, un museo di uccelli imbalsamati ed abbiamo anche la fortuna di vedere allestita una piccola cucina da campo. Durante la visita possiamo vedere i turisti che navigano sulle balsas le tipiche imbarcazioni fatte di totora. Terminata la visita torniamo verso l’albergo facendo una piccolo appunto negativo alla guida come constatazione di fatto: troppe bottiglie di plastica galleggiano sulle placide acque del lago!! Arrivati a terra proseguiamo per Puno. Basta prendere un minitaxi ed in dieci minuti si è a Puno. Ci rechiamo sulla strada davanti all’albergo e subito arriva un pulmino-taxi guidato da baldi giovanotti peruvianos i quali ci “riservano” il taxi solo ed esclusivamente per noi cinque. Arriviamo in pochi minuti nel centro di Puno e qui per la modica cifra di 5 soles (le monete peruviane) sbarchiamo nella città lacustre. Ci incamminiamo subito verso il centro in direzione della Plaza de Armas in modo da trovare qualche ristorante affidabile. Prima, però, facciamo una capatina al Mercado Central con la speranza di trovare bancarelle di souvenir, ma ci rendiamo subito conto di aver preso un abbaglio, il mercado è qualcos’altro: un capannone dove un formicaio di gente si appresta alle imbandite e svariate bancarelle di frutta, verdura e alimentari vari. Sgattaioliamo sconcertati dal bailamme del mercato e ci fiondiamo per la via centrale ovvero Avenida Lima che ci porta direttamente in Plaza de Armas. Qua, dopo un’attenta analisi delle guide a disposizione scegliamo il ristorante in Plaza de Armas. Il ristorante è molto tranquillo e durante il pranzo possiamo vedere anche la partita. Il pasto non è niente male. Terminato l’evento gastronomico, usciamo dal ristorante e ci portiamo davanti al medesimo a fare il punto della situazione. Non possiamo sederci sui davanzali delle finestre del locale in quanto degli spuntoni sono installati sul margine delle medesime. Nel frattempo comincia ad aggregarsi gente di strada attorno a noi. Un gruppo di facinorose mamas arriva con tutta la mercanzia a spalla. In un attimo veniamo circondati da un piccolo mercato con maglioni in lana d’alpaca, sciarpe, chullos (i tipici copricapo), guanti e quant’altro. Visti e contrattati i prezzi (che si dimostrano del tutto abbordabili e convenientissimi) facciamo grandi spese. La gente attorno a noi aumenta, arrivano bambini con la richiesta di pulirci le scarpe, arrivano altre mamas. Infine arrivano anche i poliziotti richiamati dallo schiamazzo della facinoroseria i quali chiedono se ci sono problemi. Risolviamo il tutto con un semplice “no problem” e se ne vanno. Tra le varie mamas una, rotte le righe con la masnada mercanteggiante, ci insegue imperterrita. Decidiamo di visitare il Parco Huajsapata che si trova sulla collina che domina Puno e il lago. La strada che percorriamo è abbastanza faticosa tanto che siamo obbligati a fermarci a brevi intervalli visto che il fiato ci manca a seguito dell’altitudine. Nelle retrovie spunta la mamas unitamente al grosso fardello che porta sulla schiena. Da ciò concludiamo che siamo inseguiti inesorabilmente. Dopo una serie di scalinate e tenuta d’occhio la piantina di Puno arriviamo al Parco. Della mamas manco l’ombra, mentre si staglia davanti a noi l’enorme statua di Manco Capac rivolta verso il lago. Secondo la leggenda abbiamo rilevato che Manco Capac e Mama Occlo si sono generati dal lago Titicaca creando la cosiddetta “Dinastia del Sole” degli Incas, teoria già verificata ad Aguas Calientes controllando le statue dei due coniugi in Plaza de Armas. Qualcuno del gruppo viene colto dai primi sintomi del “soroche” il mal di montagna peruviano che si manifesta in genere con forte mal di testa. Puno in effetti si trova a 3.800 m s.l.m., sicuramente ad un’altitudine più elevata di Cuzco. Torniamo in centro scendendo per le stradine di Puno; camminando lungo la via pedonale, ci imbattiamo nuovamente nella mamas, decidiamo di imboscarci negli innumerevoli negozietti di souvenirs presenti in città. L’intero gruppo, a onor del vero, è alle prese con lo shopping visto l’approssimarsi della conclusione della spedizione. Concluse le varie visite ci infiliamo in un caffè del centro dove ci prendiamo una bella cioccolata. Il bar non è niente male tra affogati al cioccolato e quant’altro ci strafoghiamo nelle delizie di pasticceria. Ritorniamo verso la sede del Mercado Central dove abbiamo preso il taxi, sperando che il gruppo di taxisti ci sia ancora ad attenderci. Non troviamo i taxisti di prima ma comunque la fortuna ci assiste ugualmente. Non appena gli avventori di taxi ci notano ci fanno salire su un furgonzin tutto per noi e ci riportano all’albergo. Dopo la cenetta niente male ci ritiriamo in camera per preparare i bagagli per l’indomani. Durante la notte un violento temporale ci sveglia ma solo all’indomani ci rendiamo conto di cosa è successo. 29/01 (La grandinata) – Mattinata all’insegna della sorpresa e dell’incredibile. Durante la notte un violento temporale si è abbattuto sulla zona del Lago Titicaca. Il paesaggio circostante il lago è completamente bianco, conseguenza della grandinata che ha accompagnato il fortunale. Nelle case di fronte all’albergo (notare che le nostre camere non danno sul lago ma dalla parte opposta), qualcuno sta spalando il ghiaccio dai tetti onde evitare possibili crolli. Allibiti dallo spettacolo imprevisto, ci portiamo in sala ristorante per la consueta colazione a buffet, dopodichè trasferiamo nella hall i nostri bagagli e facciamo check-out. Alle 9 in punto arriva la guida con autista e furgoncino e con l’aiuto dei camerieri dell’albergo vengono caricati i bagagli. Questa mattina concludiamo le visite sul lago e partiamo subito per Chucuito che si trova a sud di Puno. Durante il tragitto la guida ci da ulteriori informazioni sul lago Titicaca e sui confini con i territori boliviani che si trovano più a sud dove l’accesso alla Bolivia si trova nella cittadina di Desaguadero distante 200 km circa da Puno. Arrivati a Chucuito visitiamo subito il tempio dedicato alla fertilità. Per arrivare al tempio dobbiamo passare un bel tratto di strada finemente impantanata, poi lo spettacolo sexy del tempio. All’interno del recinto una serie di pietre falliche fanno il loro belvedere con le misure più disparate. La guida dopo questa visita over 18, ci invita a salire sul minivan e partiamo per Juliaca. Praticamente torniamo indietro verso Puno, facciamo una breve sosta per vedere la totora e le imbarcazioni costruite e poi via. Salutiamo a malincuore il Lago Titicaca, fucina della dinastia Inca. Lungo la strada per Juliaca, facciamo una breve sosta a Sillustani, piccolo paese sul lago Umayo. Il tempo è poco incline al bello e pertanto comincia a venir giù una fine pioggerella. Arrivati in prossimità di Sillustani possiamo vedere in lontananza i chullpas ovvero le costruzioni funerarie tipiche della zona. Durante la visita del sito, la guida ci illustra le varie scoperte fatte in tempi recenti, tra cui il ritrovamento del tesoro in una tomba li vicino. Proseguiamo il giro del sito e ci portiamo nella postazione dove c’è una bella veduta dell’isola detta “delle vigogne”. La vigogna, un tempo animale domestico ora vive ritirata in queste zone insieme a molti esemplari. E’ stretta parente del lama e dell’alpaca. Si differenzia solo per la statura più bassa. Partiamo alla volta di Juliaca, il cielo nel frattempo si squarcia lasciando passare ampie schiarite di sole. Arrivando a Juliaca abbiamo una conferma di quanto visto l’altro giorno, una cittadina caotica e disordinata. Proseguiamo per l’aeroporto dove prenderemo l’aereo per Lima. Andiamo subito alla ricerca di un bar e ne troviamo uno discreto dove mangiamo dei tramezzini. L’ora d’imbarco è alle 14.30 pertanto cogliamo l’occasione per fare quattro passi fuori dell’aeroporto dove sul piazzale antistante c’è un tendone colmo di souvenir. L’occasione è buona per fare gli ultimi acquisti. Passiamo i controlli doganali e ci portiamo al gate d’imbarco dove non c’è molta gente. Passa qualche minuto è arrivano frotte di persone. La maggior parte americani. Stiamo aspettando nel caos quando arriva il complessino il quale si scatena in canzoni peruviane a go-go. Arriva l’ora dell’imbarco e dopo qualche minuto di ritardo saliamo sull’aereo. Dopo un’ora siamo già a Lima. All’uscita dall’aeroporto ci attendono la guida e l’autista i quali ci chiedono ragguagli su come è andato il viaggio. Arriviamo all’hotel per l’ultimo pernottamento in Perù. Ci vengono confermate le camere precedenti e pertanto ci sistemiamo in esse. La cena la faremo in albergo nell’ottimo ristorante. La guida nel frattempo ci ragguaglia sull’indomani per le ultime visite. 30/01 (A Lima con il sole e senza soles) – Ultimo giorno di permanenza in Perù, con molta desolazione ci apprestiamo a fare l’ultima colazione in hotel. Alle 9 arriva puntuale la guida che ci scarrozza per l’ultima volta in giro per Lima. Oggi visiteremo un museo molto importante e cioè il Museo Larco Herrera, successivamente ritorneremo nel quartiere di Miraflores. Il Museo Larco Herrera è molto interessante se non fosse per un cagnaccio che sta di guardia all’intero complesso. La guida ci rassicura facendoci presente che si tratta di un cane andino, senza pelo. L’interno del museo si presenta come un grosso magazzino di vasellame, ciotole e quantaltro. Una serie infinita di vetrine stipate di questi reperti. Una vera e propria miniera archeologica. Sempre all’interno del museo possiamo visitare la mostra tematica intitolata “Oro e gioie dell’Antico Perù” una mostra ricca di oggetti altamente preziosi, inoltre la guida ci porta in una sala sotterranea blindata dove ci sono una serie di gioielli. Terminiamo il giro con la visita della “sala a luci rosse” ovvero una collezione di vasellame e reperti vari di ispirazione tipicamente erotica. Ripartiamo per il quartiere di Miraflores dove passeremo il pomeriggio. Ci diamo appuntamento con la guida per le 17 in hotel dove poi partiremo per l’aeroporto. Ci portiamo subito nella zona di Larcomar dove prendiamo qualcosa da mangiare. Poi facciamo un giro nei vari negozi per spendere gli ultimi quattro soles che ci restano. Nel frattempo facciamo attenzione ai taxi gialli che dobbiamo prendere per tornare in hotel. Dopo una serie di affannose ricerche troviamo il taxi tanto desiderato. Saliamo tutti e cinque + l’autista fa sei e molto velocemente veniamo portati in albergo. E’ ancora un po’ presto prima che arrivi la guida, sono appena le 16, pertanto decidiamo di proseguire le scorribande andando a prendere un caffè e fare una piccola merenda. Nelle vicinanze dell’albergo troviamo un fac-simile di fast-food. Torniamo in hotel dove recuperiamo i bagagli dal deposito, arriviamo dopo una mezz’oretta all’aeroporto Chavez di Lima dove ci congediamo dalla guida. Facciamo subito il check-in passando controlli e quantaltro; poi andiamo nella zona dei duty free shop. L’attesa è abbastanza lunga in quanto dobbiamo aspettare fino alle 19 ora dell’imbarco, per poi attendere fino alle 21 ora della partenza. Decidiamo di prendere qualcosa ai duty free ma qui ci viene richiesto oltre alla carta d’imbarco, anche il passaporto (probabilmente le commesse sono completamente out!!!!). L’attesa cerchiamo di accorciarla andando nel vicino ristorante ordinando qualche tramezzino e l’immancabile birra. Il viaggio di ritorno procede senza intoppi di sorta e molto tranquillamente, l’orario previsto a Madrid è per le 15.35 di domani (31/01) da dove poi ci imbarcheremo per Milano Linate con arrivo verso le 20. Questo viaggio ci rimarrà per sempre nel cuore, probabilmente il Perù ha sortito su di noi un certo che di magico: un sortilegio Incas.


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