Ex Jugolslavia da sogno

Un avvincente viaggio nell'entroterra dei Balcani
Scritto da: Mapar
ex jugolslavia da sogno
Partenza il: 08/08/2013
Ritorno il: 18/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Ci siamo. Finalmente dopo due rinvii a data da destinarsi partiamo. Destinazione: le più importanti città della ex Jugoslavia. Lo scorso anno avevo già trascorso alcuni giorni in una parte di quel territorio, scoprendo Zagabria e Fiume, ma ora entriamo direttamente nel cuore della ex Jugoslavia

GIORNO 1: Partiamo dal porto di Ancona in orario alle 20.30. La nave è la “Regina della Pace” della compagnia Blue Lines. Per il viaggio di andata abbiamo prenotato due posti nella sala poltrone che presto cambiamo in quanto i sedili sono rotti. Per fortuna non c’è molta gente e riusciamo a trovare due poltroncine appartate. Peccato che faccia buio presto perché il panorama che godiamo di Ancona dal mare è veramente splendido. Poco male, lo vedremo al ritorno con la luce del sole.

GIORNO 2: Arriviamo a Spalato intorno alle 8.30 e, passata la dogana, ci lanciamo verso sud alla scoperta della città di Dubrovnik. Non sappiamo che per un breve tratto potremmo utilizzare l’autostrada , per cui percorriamo il tratto lungo la costa. Niente da eccepire sulla bellezza del paesaggio ma quattro ore e mezza per percorrere 230Km (e attraversare due valichi di frontiera) sono troppi. Ma le code alle frontiere che abbiamo affrontato oggi non saranno le uniche. Arriviamo al nostro albergo (Villa Kosuta) praticamente a due passi dal centro cittadino. Il prezzo è un po’ alto ma la comodità si paga. Ci accorgiamo poi che i prezzi alti a Dubrovnik non sono un eccezione quando a pranzo, mangiando un filetto di carne e acqua, spendiamo quasi 40 euro. Dubrovnik è una splendida città sull’adriatico costellata di chiese barocche e di strade lastricate di marmo. Non facciamo il giro delle mura perché il prezzo è esagerato ma viviamo comunque l’atmosfera della città vangando nelle sue mille vie. Il corso principale è pieno di turisti e gente del posto. Degna di nota è la scalinata di Uz Jezuite, simile a Trinità dei Monti. Alle 19.30 ci concediamo un tuffo nella spiaggia di Ploce (sarà l’unico di tutta la vacanza), lido che ha il vantaggio di essere a due passi dall’albergo e dal centro ma che sinceramente non è per niente eccezionale. Cena messicana e poi letto.

GIORNO 3: ci alziamo di buon mattino e su consiglio della padrona dell’hotel anziché affrontare le strade interne per raggiungere Mostar, percorriamo nuovamente il tratto di costa. Pensiamo che magari possiamo fare un salto a Medugorije spinti dalla curiosità di vedere la basilica e i “fenomeni” che accadono nella città. Invece rimaniamo bloccati per 1 ora e mezza alla frontiera tra Croazia e Bosnia per cui ci salta la tappa a Medugorije e riusciamo solamente a fermarci qualche istante a Pociteli che è un grazioso paesino arroccato sulle montagne. Arriviamo alle 15.00 al nostro albergo (Villa Monera) dove la simpatica padrona ci indica la strada per il centro (5 min a piedi) e un posto dove mangiare i famosi cevapcici. Visitare Mostar non vuol dire solo vedere il ponte (distrutto nel 1993 e poi ricostruito) ma la città offre molto di più. Certo la costruzione in pietra che attraversa la Neretva è impossibile da non osservare dai tanti punti della città (torri, minareti, colline o altri ponti) ma il centro merita veramente una visita in quanto è veramente grazioso, pieno di botteghe e ristorantini. Inoltre scopriamo che è il posto più conveniente di tutta la Bosnia dove effettuare gli acquisti ma noi ne approfittiamo solo parzialmente. La visita all’interno delle moschee non può mancare in un paese abitato in prevalenza da mussulmani ma è sicuramente sulla Kujundziluk (la via acciottolato che costeggia la Neretva) che cogliamo lo spirito della regione. Ovviamente non ci siamo fatti mancare un’esibizione di un tuffo dal ponte da parte di un improbabile tuffatore e il bagno dei piedi quando siamo scesi direttamente sul fiume, da dove si scorge l’immagine più bella del ponte affiancata dalle due torrette. Ceniamo e la sera facciamo un nuovo giro per la città ma questa volte le vie sono meno affollate del pomeriggio.

GIORNO 4: partenza per Sarajevo. Lasciamo Mostar e ci impressioniamo di fronte ad alcuni suoi palazzi che sono stati volutamente lasciati distrutti dalla guerra per percorrere la valle della Neretva. Il paesaggio è bellissimo pieno di verde e gole tracciate dal fiume. Con varie soste in meno di due ore siamo nella capitale della Bosnia. Soggiorneremo per due notti nell’Hotel Telal in pieno centro nella zona della Bascarsija. E’ la metà che più attirato in questo viaggio per il triste destino che ha vissuto venti anni fa. L’entrata in città ci fornisce l’idea che ancora c’è del lavoro da fare: i palazzi sono stati in gran parte ricostruiti e alcuni abbattuti e costruiti ex novo. Non mancano grattacieli in vetro e strutture avveniristiche. Ma al loro fianco non possiamo fare a meno di notare palazzi crivellati dai colpi delle granate o addirittura sventrati e parte di questi sono abitate da persone. Facciamo inizialmente un giro per il centro, un reticolato di due vie parallele intersecato da viuzze dove si aprono botteghe e ristoranti per turisti. Ciò che ci sorprende e che apprezziamo è la presenza nel raggio di 500 m di mosche, chiesa ortodossa, chiesa cattolica, sinagoga ashkenazita e sinagoga sefardita. Le vie sono affollatissime di gente di ogni fede e ad ogni ora del giorno e della sera. Purtroppo la domenica molti luoghi non possono essere visitati per cui prendiamo l’auto e andiamo alla cittadella di Vtratnik da dove si gode una vista splendida della città dall’alto. La città è abbracciata dalle montagne, lungo i suoi fianchi sorgono case e cimiteri mussulmani. I nuovi grattacieli fanno a gara in altezza con i campanili delle chiese e i minareti delle moschee. Alle 17.30 il muezzin chiama a raccolta i fedeli. Dopo il burek del pranzo, a cena ci concediamo un insalata.

GIORNO 5: oggi la giornata è dedicata ai siti di maggior interesse della città. Prendiamo l’auto e ci dirigiamo a Butmir, il quartiere adiacente all’aeroporto, dove è stato allestito il museo del tunnel. Il parcheggiatore ci spiega anche la presenza di altri due tunnel, che ora come quello principale, sono crollati. Le immagini più crude della guerra le osserviamo all’interno del museo di storia, che è ospitato all’interno di un cupo edificio degli anni ’70 danneggiato dalle granate e lasciato parzialmente in rovina per indurre i visitatori alla riflessione. Dentro le immagini che vediamo non sono certo nuove, dato che forse è stato il primo conflitto trasmesso in diretta televisiva, ma la ricostruzione di una casa risalente al periodo dell’assedio è viva ancora nelle nostre menti. I pannelli sui criminali di guerra è in continuo aggiornamento e segue le evoluzione dei processi in corso al Tribunale internazionale dell’Aja. Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita dei luoghi di culto delle tre fedi, ma riusciamo solo ad entrare nella bellissima mosche di Gazi-Husrevbey e nella sinagoga museo. Non facciamo troppo tardi la sera perché il giorno dopo siamo nuovamente in viaggio.

GIORNO 6: partiamo di buon mattina ed entriamo nella repubblica Srpska, la seconda entità presente nello stato bosniaco e le indicazioni stradali ci segnalano le città che venti anni fa furono coinvolte nel conflitto (Goradze, Pale). Scegliamo la via più lunga per raggiungere Belgrado che è attraverso la città di Visegrad perché vogliamo essere testimoni del famoso ponte, che ha ispirato il romanzo di Andric. Purtroppo ho letto molto tempo fa i suoi racconti e molte storie non me le ricordo ma fa una certa emozione attraversarlo a piedi. Dopo aver abbandonato Visegrad e alcune gole fluviali della Bosnia entriamo finalmente in Serbia. L’orario di arrivo a Belgrado supera le nostre aspettative iniziali (ore 17.00) ma l’albergo che ci ospita è in centro (Villa Forever) e il personale è tra i più disponibili che abbiamo conosciuto. Abbiamo giusto il tempo di cambiarci e fare un giro per la cittadella di Kalemegdan, costruita sopra la confluenza del fiume Sava e Danubio e percorrere le eleganti vie del centro. La sera le piazze e le strade della città sono piene di persone e facciamo fatica a trovare un ristorante per la cena

GIORNO 7: il giorno successivo lo impieghiamo a scoprire Belgrado. Potrebbe sembrare troppo dedicare un giorno intero a visitare questa città, che ha assunto la fisionomia attuale da non più di due secoli e che ancora porta i segni dell’aggressione della Nato, ma siamo fiduciosi. Iniziamo dalla casa dei fiori e dal mausoleo di Tito, situato a qualche km dal centro e ritorniamo poi in città per visitare le chiese di S. Marko e Sava (ancora in costruzione e che risulta essere la più grossa cattedrale ortodossa al modo). Il pomeriggio lo dedichiamo alla chiesa di Saborna e al palazzo della Principessa Ljubica, per poi spostarci dall’altro lato della Sava. Abbiamo prenotato un giro in battello sul fiume e scopriamo che vicino all’imbarcadero è in corso di svolgimento la festa della birra di Belgrado, con band che cantano e tanti stand di birra. Non possiamo esimerci di visitarla e alle 20.30 siamo finalmente in battello. A dire la verità il giro non da le stesse emozioni di una crociera sulla Senna ma siamo felici lo stesso di ascoltare all’interno del battello musica balcanica.

GIORNO 8: impieghiamo questo giorno alla scoperta dei dintorni di Belgrado. Decidiamo prima di tutto di visitare Sremska Mitrovica, un tempo Sirmio antica capitale dell’impero romano dai tempi di Diocleziano. Nemmeno la nostra guida ne parla, ma una visita alle rovine del palazzo imperiale e un giro in centro della città moderna meritano. Poi attraversiamo la regione della Fruska Gora (famosa per i suoi monasteri) e arriviamo a Novi Sad per il pranzo. Questa è un elegante cittadina mittle europea con palazzi e chiese barocche che sia affacciano su piazze piene di gente. La città può essere osservata dall’alto dalla fortezza di Petrovradin ancora ben osservate. L’ultima tappa della giornata è la città di Sremski Karlovci, una cittadina che la nostra guida ci descriveva dall’importante retaggio storico e con edifici particolarmente suggestivi. La visita non ha fatto altro che confermarlo. Torniamo a casa e ci prepariamo per l’ultima sera a Belgrado. Le vie del centro sono affollate di gente anche se è in corso la Belgrade Beer Fest.

GIORNO 9: sarà il giorno più lungo: 600 km tra autostrada e strade normali, 9 ore di viaggio, 3 valichi di frontiera. Unica sosta Jajce, città fortificata della Bosnia che si arrampica lungo un ripido poggio fino ai ruderi del castello. Fa troppo caldo per arrivare in cima al castello per rimaniamo per più di mezz’ora ad ammirare le cascatelle all’inizio della città. Abbandoniamo per cui le verdi pianure della Vojvodina e dopo aver attraversato le gole profonde scavate nei fiumi in Bosnia arriviamo finalmente sull’altopiano carsico che circonda Spalato. Pur essendo distrutti dalle ore di macchina, decidiamo di passare la sera a Trogir, incantevole cittadina a 20 km da Spalato percorsa da un intricato labirinto di strade. Anche qui, come a Dubrovnik e come ci accorgeremo il giorno successivo a Spalato, a farla da padrona è il marmo bianco e lo stile veneziano dei palazzi. La passeggiata nel lungomare ci consente di ammirare le mura medievali e di provare invidia per i proprietari degli yacht attraccati al porto

GIORNO 10: è l’ultimo giorno. Lasciamo l’auto nel nostro albergo (Villa Marjela) e ci dirigiamo a piedi a visitare il museo archeologico che custodisce una buona collezione di reperti dell’antica romana città di Solona e ci illustra la storia della città a partire dagli Illiri. Scendiamo poi in direzione del mare e scopriamo l’incantevole Trg Republike e il lungomare per poi perderci all’interno del palazzo di Diocleziano. Fa molto caldo per cui sono ben venute le soste nei numerosi bar che incontriamo all’interno del palazzo-museo. Pranziamo al volo perché le cose da vedere sono tante e il check-in per l’imbarco ci attende. Questa volta abbiamo optato per delle comode cuccette e anche se siamo stati destinati a cabine sotto il livello del mare non possiamo dire che sono scomode. Lasciamo Spalato la Croazia ma soprattutto lo stupendo entroterra dei Balcani.



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