Noël à Paris

Toccata e fuga per Natale
Scritto da: honey-sunny
noël à paris
Partenza il: 24/12/2018
Ritorno il: 27/12/2018
Viaggiatori: 4

Quando: 3 notti dal 24 al 27 Dicembre 2018

Prenotazioni: fatte un paio di settimane prima della partenza per due adulti e due ragazzini (18 e 16 anni)

Voli: prenotati direttamente sul sito della Easy Jet al costo di € 80 a testa più una valigia da imbarcare di 23 kg ad € 40

Pernottamenti: Abbiamo prenotato su Booking, al costo di € 210 a notte, uno dei carinissimi appartamenti di My Maison in Paris – Sentier (https://www.mymaisoninparis.com/). Le foto che ci sono on-line sono veritiere. Ce ne sono di diversi tipi tutti davvero graziosi e super accessoriati (lavatrice, cucina attrezzata, lavastoviglie, microonde, tostapane, spremiagrumi elettrico, macchinetta del caffè con cialde, zucchero, sale, the). Il wi-fi è gratuito. Si trova sulla rive droite a 15 minuti a piedi dal Louvre, in una zona tranquilla. Le fermate del metro sono poco distanti e ci sono anche alcuni piccoli market nelle vicinanze. Per arrivare in taxi dall’aeroporto ci vogliono circa 50 minuti durante il giorno e 30 al mattino presto. Appena abbiamo prenotato il proprietario Marc ci ha inviato subito una mail con tutti i dettagli, addirittura la foto del portone d’ingresso dove suonare. Ci ha prenotato anche il taxi per il rientro. Al rientro ci ha girato un’altra mail con uno sconto del 20% dovessimo prenotare un altro soggiorno. Abbiamo scelto questa soluzione (azzeccatissima) perchè stando in giro tutto il giorno, la sera non avevamo nessuna voglia di uscire a cena. Quindi abbiamo fatto 2 colazioni e 3 cene qui mentre i 3 pranzi al ristorante.

Altri costi: € 112 taxi (andata e ritorno dall’aeroporto) – € 277 ristoranti (3 pranzi) – € 82 market (2 colazioni e 3 cene) – € 17,80 metro (l’abbiamo preso 3 volte) – € 30 bar – € 31 parcheggio Malpensa

Visita: abbiamo deciso di visitare questa città perchè i nostri figli non ci sono mai stati. Avendo solo due giornate e mezza abbiamo deciso di non visitare nulla che richiedesse ore di code. Si sono fatti un’infarinatura generale, quando poi torneranno un domani potranno approfondire musei ecc ecc.

km. fatti a piedi: 44

Siti Utili:

Https://www.informagiovani-italia.com/vedere_parigi.htm

Https://www.parigi.it/

Cosa vedere a Parigi in 3 giorni: guida insolita

Due info generali:

La municipalità di Parigi è suddivisa in 20 unità, i cosiddetti arrondissement. Si tratta di distretti amministrativi autonomi, ciascuno dotato del proprio comune (mairie) e del proprio sindaco. A livello topografico, gli arrondissement si svolgono a spirale sul territorio della città, a partire dal suo centro geografico, fino alla corona del boulevard périphérique, che separa Parigi dai comuni limitrofi. Gli arrondissement non sempre corrispondono ad un unico quartiere, ossia ad un’area caratterizzata da un’entità storica e culturale propria. Quando si parla dei quartieri di Parigi, tagliata in due dalla Senna, non si può non far riferimento alle rive gauche e droite, due parti della città nettamente distinte per caratteri architettonici e culturali. La riva destra, a nord, è il centro economico, politico e finanziario di Parigi, quella sinistra, a sud, è quello culturale e romantico.

 

La Senna è il grande fiume che bagna la città di Parigi e parte della Francia nord-occidentale (Ile de France e l’Alta Normandia). Anima e cuore della Francia, il fiume si estende nel complesso per 776 km grazie alle acque dei monti della Borgogna e da quelli di Saint Germain Source-Seine, che vengono trasportate fino alla foce, nel Canale della Manica, nei pressi della città di Le Havre. La profondità, ridotta rispetto ad altri grandi fiumi, ne permette la navigabilità per soli 120 km alle grandi imbarcazioni, il resto è accessibile solo a piccole imbarcazioni fluviali. Si dice che la vera essenza di Parigi sia la Senna (qui chiamata Seine parisienne), non i suoi monumenti, seppur importanti. Come qualsiasi altra città situata in prossimità di un fiume, anche la capitale francese è cresciuta nel mezzo di quel rapporto tra staticità urbana e continuo movimento delle acque, ricevendone particolare beneficio. Nelle acque, come in uno specchio, la città ha trovato nei secoli un suo ben definito riflesso: poeti, pittori, scrittori, amanti, e non ultimi turisti, hanno percepito questa attrazione potente, misteriosa e a volte anche tristemente dispettosa. Non è un caso che la città si sia sviluppata intorno aquesto gigantesco viale acquatico del commercio e dei trasporti, o che sempre grazie al fiume la tribù primitiva dei Parisi, sull’Ile de la Cite, sia stata attaccata e sottomessa dai Romani. A quel tempo il fiume era conosciuto con il suo nome latino di Sequana, ma forse pochi sanno che ancora oggi la metà dell’acqua utilizzata a Parigi appartiene alla Senna ed è potabile. A Parigi il fiume attraversa il centro della città, visitando 10 dei suoi complessivi 20 arrondissements. Entra dall’angolo sud-est, si inerpica tra varie curve verso il settentrione, per poi dirigersi verso l’angolo sud-ovest della piana urbana. I parigini hanno adottato la semplice designazione, immutabile nel tempo, di riva destra e riva sinistra per distinguere ciò che è andato sviluppandosi accanto al fiume sin dalla nascita di Parigi. Si noti, tuttavia, che questi termini non sono molto utilizzati nella conversazione quotidiana, e come luoghi specifici vengono di solito indicati gli arrondissement (per esempio, il quinzième) o anche il quartiere. Spesso tuttavia, se non si conosce bene la città si rimane spesso confusi dai termini rive gauche e rive droite, trascorrendo ore agli angoli delle strade con la mappa stropicciata cercando di orientarsi e capire in quale lato del fiume ci si trova. In effetti la distinzione è molto più semplice di quanto possa sembrare: tra i trucchi più adottati c’è quello di capire il senso delle correnti, ma crediamo sia più semplice abbandonarsi al buon senso, e cioè sapere che la riva sinistra (la Gauche) si distingue per essere intellettuale, colta, culturale, quella dove trovare aree come il Quartiere Latino, Montparnasse, la Sorbonne; la riva destra (Droit) si caratterizza invece per gli alti palazzi della finanza o quelli della Borsa e comunque degli affari, ma anche per il Louvre. Chissà se ora avrete modo di arrivare in orario per il caffè di Les Deux Magots, in Saint Germain des Pres. In totale, a Parigi la Senna è attraversata da 32 ponti, tutti molto caratteristici. Il ponte più antico è il Pont Neuf (nonostante il suo nome, il ponte nuovo fu costruito nel 1578), immortalato da artisti e poeti lungo i secoli e anche da molti film XX secolo (uno tra tutti, ‘Les Amants du Pont-Neuf’ con Juliette Binoche, 1991). Subito sotto il ponte, troviamo una delle estremità della Ile de la citè, usata dai battelli come punto d’ancoraggio: in primavera o in estate diventa un posto incantevole per rilassarsi, seduti in una delle panchine sotto gli alberi di salice, o prendendo il sole lungo i suoi argini di pietra (per raggiungerla, seguite le indicazioni per la statua equestre di Enrico IV, attraversando Place du Ponte Neuf). Un altro ponte molto popolare a Parigi è il Pont des Arts, che si differenzia dalla maggior parte degli altri in quanto è costruito in metallo ed è interamente pedonale. Non è raro vedere persone fare pic-nic, o suonare la chitarra o leggere rilassati un libro. Sotto il ponte, sulle banchine sinistra e destra della riva, si vedono tantissime persone prendere il sole, o andare in bicicletta, pattinare, o fare jogging. Il luogo è infatti ideale per gli amanti dello sport, essendo le banchine estese su un’ampia lunghezza, per fondersi poi in strade lungo il fiume o in altri percorsi pedonalie piste ciclabili. Una sezione particolare è diventata nientemeno che una spiaggia, si proprio così anche Parigi e la Senna hanno proprie spiagge, Paris Plage. Migliaia di tonnellate di sabbia vengono importate insieme ad alberi di palma, sdraie e chaise-lounge per creare una delle poche spiagge artificiali d’Europa (a Parigi spetta il primato!). Le rive della Senna diventano così un’attrazione vera e propria. Visitatele se volete integrarvi nella vita di un vero ‘parisienne’. Vi trovate ristoranti galleggianti, discoteche, caffetterie (per chi può permetterselo), e panchine gratuite per coloro che preferiscono portarsi dietro un pasto al sacco, magari comprato in uno dei tanti saporiti negozietti locali. Le imbarcazioni-case galleggianti sono ugualmente numerose e possono essere esaminate da vicino, visitate per esempio quelle sulla riva destra nei pressi della Orangerie.

 

BATEAU MOUCHES:

– aprile/settembre partenze ogni 30 minuti dalle 10 alle 22.30

– ottobre/marzo partenze ogni 40 minuti dalle 11 alle 21.20 (nel we partenza supplementare delle 10.20)

– costo € 14 – dura 1 ora e 10 minuti

partenza da Pont de l’Alma, a pochi passi dalla Tour Eiffel e dagli Champs Elysées: Port de la Conférence Pont de l Alma, Rive droite

1) 24 dicembre 2018 – km.14

Lasciamo la macchina in uno dei due parcheggi che usiamo di solito, il Travel Parking (http://travelparking.it/). Prenotato sul sito e pagato quando abbiamo consegnato la macchina. Il volo Easy Jet parte puntualissimo alle 8.30. E’ la prima volta che prendiamo un volo low cost. Devo dire che ci siamo trovati bene. In un’ora e mezza raggiungiamo il terminal 2 dell’aeroporto Charles de Gaulle. Impieghiamo lo stesso tempo del volo per i controlli documenti. Follia. Ci sono solo due sportelli aperti su 5. Devono scrivere a computer uno per uno i nomi di tutti …. mah … All’uscita per velocizzare prendiamo un taxi che in meno di un’ora, al costo di 55 €, ci scarica a destinazione. Marc, il proprietario, gentilissimo ci accoglie. L’appartamento è davvero grazioso. Usciamo subito. Adocchiamo un paio di market, chiediamo fino a che ora sono aperti per organizzarci con i tempi. Chiudono tardi quindi siamo a posto. Raggiungiamo la graziosa Rue Montorgueil. Caratteristica con ristorantini, pescherie e piccoli negozi di cose alimentari. Decidiamo di entrare al Café Montorgueil. Tutti i bar e ristoranti di Parigi, essendo molto piccoli devono per forza sfruttare anche la parte esterna tutto l’anno quindi sono attrezzati con lampade che riscaldano. Vorremmo mangiare fuori ma è tutto pieno quindi entriamo. Si può scegliere tra menù fisso (con 3 scelte a portata) oppure alla carta. Mangiamo bene e le dosi sono abbondanti (€ 83). Quando usciamo ci fermiamo in una pescheria. Espongono quantitativi folli di gamberi, ostriche ed aragoste. Rimaniamo impressionati dalle dimensioni delle cappesante. Iniziamo poi la visita della città. Immaginavamo temperature fredde ed invece si sta bene con il giubbotto aperto. Passiamo nei giardini Nelson Mandela, dove c’è la bella chiesa di Sant’Eustacchio, ed arriviamo fino al lato est del Louvre.

 

Info sul Louvre: Il Louvre ha origine da una fortificazione fatta costruire da Filippo Augusto al momento della sua partenza per la Crociata del 1190, al fine di proteggere la riva destra in sua assenza. Poco più a nord dell’attuale Cour Carré fu edificata una fortezza di cui sono state trovate alcune vestigia durante gli scavi degli anni ’80: i resti di un grande torrione intorno al quale è possibile passeggiare durante le visite al museo e che serviva da scrigno per il Tesoro Reale e gli Archivi. Successivamente, nel XIV secolo, la fortezza fu abbellita da Carlo V che ne fece una residenza secondaria, ma solo con Francesco I, nel 1515, il Louvre divenne la dimora principale dei sovrani di Francia. Il re, fece sostituì il torrione con un cortile lastricato e fece rinnovare l’intero palazzo dall’architetto Pierre Lescot. Poco più tardi, Caterina de’ Medici fece costruire un nuovo palazzo nella zona antistante il Louvre che era stata precedentemente occupata da fabbriche di tegole (tuiles): il palazzo prese per l’appunto il nome di Tuileries. La sovrana pose, inoltre, le basi di un ambizioso progetto, quello di ingrandire ulteriormente il Louvre a spese di edifici privati e di collegarlo alla nuova residenza. Il progetto fu realizzato a partire dal 1594 da Enrico IV, che curò il collegamento alle Tuileries attraverso la Grande e la Piccola Galleria. In seguito furono diverse le modifiche o le aggiunte all’edificio, come la costruzione nel XVII secolo della gran colonnato sulla facciata verso Saint-Germain-l’Auxerrois, ma l’evento che caratterizzò maggiormente la trasformazione dell’area fu la distruzione del palazzo di Caterina de’ Medici, seguito agli eventi della Comune, e la realizzazione al suo posto dei giardini omonimi. Il Louvre perse la sua funzione di residenza reale all’epoca di Luigi XIV che spostò la corte nel nuovo palazzo di Versailles e nell’edificio, a partire dal 1793, fu realizzato il Muséum Central des Arts. La piramide di vetro, che funge da maestoso propileo al museo del Louvre, compie 20 anni!Nel 1981, solo pochi mesi dopo la sua nomina a presidente della Repubblica Francese, François Mitterand propose di rinnovare e rendere più funzionali le strutture museali del Louvre. Il progetto venne affidato all’architetto sino-americano Ieoh Ming Pei e incontrò da subito numerose difficoltà. La prima fu rappresentata dalla necessità di spostare il Ministero delle Finanze, che aveva sede nell’ala Richelieu, per poter consacrare definitivamente e completamente l’antico palazzo reale a museo. La riluttanza al trasferimento a Bercy, da parte del ministro, creò un po’ di tensione in ambito politico ma i suoi tentativi di opposizione furono vani…ormai il progetto aveva preso il volo. Così, venti anni di lavoro e un investimento di un miliardo di euro, hanno migliorato la presentazione delle opere e hanno dato vita ad una città sotterranea che, con biglietteria, luoghi di ristoro e boutique di vario genere, è oggi il corollario adeguato ad uno dei più grandi e visitati musei del mondo. Come accesso alla Ville Louvre, Pei ideò una monumentale piramide di vetro. Naturalmente la creazione di quest’opera tanto imponente e moderna nella vecchia Cour Napoléon diede adito a non poche critiche che definirono il progetto un “Grande Errore”, osteggiando “La geometria glaciale” della Piramide e temendo che queste nuove costruzioni potessero degenerare in una sorta di Disneyland parigina – in un’epoca in cui, tra l’altro, il parco dei divertimenti di Marne la Vallée non esisteva ancora. Ma come già era successo un secolo prima con la Tour Eiffel, nonostante le critiche aspre, il monumento ha riscosso, sin dall’inaugurazione nel 1989, un gran successo! Le critiche precedenti alla presentazione della piramide hanno, in seguito, lasciato il posto a strane storie riguardanti il significato più profondo del monumento e le sue eventuali relazioni con il mondo massonico ed esoterico. Il legame tra la costruzione di vetro della Cour Napoléon e i grandi monumenti funerari, simbolo del potere faraonico e dei misteri che ruotano intorno alla cultura egizia, è forte. Secondo taluni, inoltre, la piramide del Louvre sarebbe formata da 666 lastre di vetro, il numero che nell’Apocalisse viene associato a Satana. In realtà, le lastre sono 673. Un’altra leggenda metropolitana vedrebbe nella costruzione della piramide una citazione del simbolo presente sulle rappresentazioni massoniche che proprio per questo motivo sarebbe stato scelto da Mitterand. Tale forma geometrica, però, può essere messa in relazione piuttosto con l’opera di Pei, che spesso ha prediletto come base delle sue costruzioni forme come il prisma o il cubo, il cui stile è caratterizzato da linee pure, prive di decorazioni e dalla predilezione per materiali freddi come il cemento, il vetro e l’acciaio.

Due foto di rito e poi proseguiamo verso ovest passando sotto l’Arco di Tronfo del Carrousel.

Info sull’ Arco di Trionfo del Carrousel: è un arco commemorativo in stile neoclassico realizzato tra il 1807 ed il 1809 su progetto degli architetti Percier e Fontaine seguendo il modello dell’Arco di Costantino a Roma. L’arco, che congiunge il Louvre al giardino delle Tuileries, fu fatto costruire da Napoleone Bonaparte per celebrare le sue vittorie militari, infatti, presenta importanti decorazioni riguardanti la vittoriosa battaglia di Austerlitz. La quadriga presente nella parte superiore dell’arco, inizialmente era stata trasferita da piazza San Marco a Venezia, ma dopo la disfatta di Napoleone, la quadriga ritornò nella città veneta e fu sostituita, sull’Arco del Carrousel, da una copia. Il monumento fa parte dell’Axe historique di Parigi, una sorta di linea, chiamata anche Voie Triomphale, che collega monumenti, edifici e strade che corrono dal centro di Parigi verso ovest. L’asse parte dal Louvre e passa per l’Arc de Triomphe de l’Étoile fino all’Arco de La Défense creando una meravigliosa prospettiva delle principali attrazioni parigine.

 

Imbocchiamo i giardini Tuileries dove ci sono la ruota panoramica, alcune giostre e i mercatini di Natale

 

Info sul Giardino delle Tuileries: Il Giardino delle Tuileries fu realizzato nella seconda metà del XVI secolo su commissione di Caterina de’ Medici, ma fu aperto al pubblico solo alla fine della Rivoluzione Francese e da allora ha conquistato i cuori dei Parigini fino a diventare oggi il piccolo cuore verde in cui ritrovarsi nelle assolate giornate dell’anno. Una passeggiata nel Giardino è super consigliata, soprattutto al tramonto.

 

Giriamo a destra raggiungendo la bella Place Vendome. Ci sono dei macchinoni notevoli davanti ad alcuni negozi di alta moda. Qui si trova il famoso Hotel Riz.

Info su place Vendome: una delle piazze più belle e famose di Parigi, fu fatta costruire da luigi xiv con un decreto del 1686 per ospitare la biblioteca reale. la piazza, progettata da jules hardouin-mansart, è un esempio dell’architettura classica francese, infatti, è caratterizzata da eleganza sobria, lontana dagli eccessi tipici dell’epoca. al centro della piazza era presente originariamente la statua equestre di luigi xiv, la quale fu distrutta durante la rivoluzione francese e rimpiazzata nel 1810 da una colonna di bronzo alta circa 44 metri, ispirata alla colonna traiana di roma e realizzata, utilizzando il bronzo di 1200 cannoni austriaci e russi, per volere di napoleone per celebrare la vittoria della battaglia di austerlitz. la colonna, sulla cui cima si sono succedute varie effige, fu distrutta nel 1871 dai comunardi ed eretta di nuovo sotto la terza repubblica. oggi, place vendome è un luogo incantevole e molto rinomato con i meravigliosi edifici che vi si affacciano e i numerosi negozi dei più importanti marchi mondiali, soprattutto gioiellerie. la piazza, una delle mete preferite dagli amanti dello shopping, è famosa anche per la presenza del ministero della giustizia e di rinomati hotel di lusso come l’hotel ritz, dove alloggiano le diverse personalità in visita nella capitale francese.

Seguiamo un tratto della rue saint honoré, via di negozi di stilisti famosi, e poi giriamo a sinistra arrivando in un’altra piazza molto bella, la piazza della concordia.

Info su place de la concorde: piazza della concordia, in francese place de la concorde, è un’immensa piazza posizionata ai piedi degli champs-elysées. la piazza, caratterizzata da una maestosa eleganza, fu costruita intorno alla metà del xviii secolo su progetto di ange-jacques gabriel in onore di luigi xv ‘il beneamato’. al centro della piazza, fiancheggiato da due splendide fontane, sorge l’obelisco egizio di luxor, risalente al xiii secolo a.c. e donato nel 1836 alla francia. l’obelisco, posizionato al centro della piazza durante gli interventi realizzati tra il 1836 e il 1846 dall’architetto jakob ignaz hittorff, si trova lungo l’asse storico di parigi, axe historique, la linea immaginaria che collega monumenti ed edifici di parigi creando una magnifica prospettiva. ai lati di piazza della concordia vi sono otto statue allegoriche raffiguranti le più importanti città francesi. da questo punto si godono meravigliose vedute, soprattutto, vi consigliamo di recarvi la sera in piazza della concordia e guardare in direzione degli champs-elysées, potrete ammirare il corso luccicante, uno dei più suggestivi panorami urbani al mondo.

Imbocchiamo i famosi champs elysée alla fine dei quali si vede l’arco di trionfo. tralasciamo la deviazione che porta all’eliseo.

Info sugli champs elysée: sono la più famosa strada di parigi, un viale che si estende dall’arco di trionfo a place de la concorde, per una lunghezza di quasi due chilometri (1970 metri). tra caffetterie tipiche, negozi d’alta classe, il viale è uno dei più celebri del mondo, nonché una delle vie più care: “la plus belle avenue du monde” come amano dire i francesi. il nome deriva da elysium, campi elisi o eliseo, che secondo la mitologia greca è il luogo di riposo di colui che è amato dalle divinità. nel 1616 maria de medici, regina consorte di enrico iv e reggente di francia (per il figlio luigi xiii), decise di estendere i giardini delle tuileries, con un lungo viale alberato, dando vita così alla ‘avenue’ più celebre di francia. ancora oggi, l’avenue de champs-élysées è un must per chi visita parigi e un luogo d’incontro nazionale durante gli eventi più importanti: la parata del 14 luglio (la fête nationale), le celebrazioni del capodanno a parigi, le vittorie sportive della francia. lungo il suo percorso sono ospitati negozi di lusso, come louis vuitton, chanel, jean paul gaultier, o grossi nomi alberghieri come marriott international o four seasons, così come tantissimi ristoranti, caffetterie e locali della vita notturna parigina. il celebre viale venne creato dall’allora giardiniere reale andré le nôtre, piantando filari di alberi ai confini dei giardini delle tuileries (jardin des tuileries) nel 1667. andré le nôtre fu il giardiniere di luigi xiv dal 1645 al 1700, contribuendo, tra le altre cose, alla costruzione e all’ideazione dei giardini della reggia di versailles. leggi l’approfondimento sulla famosa versailles. chiamato prima la gran cours (gran via), il viale fu in seguito ribattezzato champs-elysées. all’inizio il viale non era altro che una strada di servizio per le abitazioni che si affacciavano su rue du faubourg-st-honoré, ma ben presto vennero allestiti punti di ristoro e la folla cominciò ad animare la zona. nella metà del xix secolo vennero aggiunti passaggi pedonali, fontane, la luce notturna con i primi lampioni a gas, caffetterie e divenne uno dei luoghi di incontro, di socializzazione e divertimento più alla moda del tempo. dai funerali di napoleone iii nel 1879 (nella foto a sinistra), questa grande arteria stradale parigina, divenne anche il percorso per le parate di stato, le sfilate per le vittorie del paese e per grandi eventi in generale. questa strada è stata testimone di tanti avvenimenti e ha visto tanti personaggi che sono impressi nella storia della città, della francia e in alcuni casi del mondo intero. tra gli edifici che fiancheggiavano il viale c’erano esempio le taverne dove era solito andare robespierre. qui, la sfortunata regina maria antonietta, passeggiava con le sue amiche e prendeva lezioni di musica al grand hôtel de crillon. qui le truppe tedesche celebrarono la loro vittoria sulla francia sfilando il 14 giugno 1940. sempre su questo viale le truppe di liberazione francesi, insieme a quelle americane, sfilarono dopo la vittoria sui tedeschi, il 25 agosto 1944. percorse questa strada il corteo del funerale di de gaulle nel 1970. ogni anno, sugli champs-elysées si celebra la festa nazionale francese il 14 luglio, festa dedicata alla memoria della presa della bastiglia, con la celebre parata militare alla presenza del presidente della repubblica. a partire dal 1975, ha ospitato la tappa finale e la cerimonia di premiazione del tour de france. il rond point des champs-elysées è ritenuto la parte più bella, con alberi di castagno e aiuole, ma alla fine superiore, vicino all’arco di trionfo, ha purtroppo perso il suo fascino, con la venuta di catene di fast food e servizi turistici.

 

Info sul palazzo dell’Eliseo: Il palazzo dell’Eliseo, residenza ufficiale del presidente della repubblica francese, venne edificato nella prima metà del XVIII secolo dal Conte di Evreux. L’edificio è stato più volte ristrutturato, con cambiamenti che ne hanno interessato non solo la decorazione ma anche la planimetria, ed è stato proprietà di personaggi importanti della storia francese, come Madame de Pompadour, i re Luigi XV e XVI – che ne fecero una residenza destinata agli ambasciatori – Joaquim Murat e, infine, Napoleone Bonaparte, che proprio qui firmò l’atto di abdicazione dopo la sconfitta di Waterloo nel 1815. Il primo presidente a risiedere stabilmente all’Eliseo fu Mac Mahon che vi prese dimora nel 1874. Da questo momento, il vecchio palazzo d’Evreux, situato in uno dei quartieri più eleganti della capitale, diventerà la residenza ufficiale dei presidenti francesi e un luogo altamente simbolico per la Repubblica. Il palazzo dell’Eliseo normalmente non è visitabile, apre eccezionalmente solo durante le ‘journées du patrimoine’.

 

Info sull’Arc de Trionphe: Nel 1806, Napoleone I ordina la costruzione dell’Arco di Trionfo in onore della Grande Armata. Ispirato agli archi dell’antichità, questo monumento emblematico porta addosso i nomi illustri della nazione e ospita la tomba del milite ignoto, la cui fiamma è rinnovata tutte le sere. Una nuova museografia permette oramai di comprendere meglio la storia del monumento, nonché la sua importanza simbolica nazionale e internazionale. Dalla terrazza è possibile ammirare, di giorno e di sera, un panorama unico sui Campi Elisi.

 

Dovesse interessare a 6 km. da qui, proseguendo sempre sulla strada principale, verso ovest, c’è l’Arco della Défense.

La Grande Arche de La Défense: costituisce sia un omaggio alla tradizione sia un’opera avveniristica. Inaugurato nel 1989 in occasione del bicentenario della Rivoluzione francese, l’arco è un monumento moderno ubicato nel quartiere La Défense, nella parte occidentale di Parigi. L’Arco, progettato dall’architetto danese Johan Otto Von Spreckelsen, è un grande cubo di cemento, alto 110 metri e largo 108 metri, svuotato al centro e ricoperto di vetro e marmo bianco di Carrara. Tra le principali attrazioni di Parigi e uno dei più grandi capolavori dell’arte moderna, l’Arco de La Défense è ricco di sorprese come il Museo dell’Informatica, che ricrea la storia dell’informatica dalle origini fino ai giorni nostri, e il ristorante, dove poter gustare i piatti tipici della cucina francese in un contesto eccezionale. Inoltre, dalla sommità della struttura, raggiungibile con l’ascensore esterno, si gode di una meravigliosa vista che abbraccia L’Arco di Trionfo e, oltre, l’obelisco di Piazza della Concordia e il Museo del Louvre disposti lungo un unico assa. Purtroppo dal 2010 l’ultimo piano panoramico (toit) de la grande arche ha chiuso l’accesso ai turisti e l’intero spazio e’ stato occupato da uffici e business center. Quella che doveva essere una scelta temporanea di qualche mese in seguito ad un incidente dell’ascensore dell’arca, e’ stata poi nel 2011 confermata in via definitiva dal ministero Dell’ecologia che ivi risiede e ne è proprietario.

Il grande, grandissimo, Arco della Defense è la versione moderna dell’Arco di Trionfo. Quasi come uno specchio, segue la traiettoria della stesso arco più antico lungo la linea retta che dalla Avenue de la Grande Armèe, oltrepassando la Place de la Porte Maillot e la Peripherique, va oltre l’Avenue Charles de Gaulle, arrivando nel quartiere moderno di Parigi, La Defence. Il quartiere satellite della capitale venne costruito come quartiere d’affari, di fronte al fiume. Erano gli anni ’50 e il Grande Arche si preparava ad essere eretto in tutta la sua massa d’acciaio, cemento e vetro su 35 piani d’altezza. Non poté tuttavia essere iniziato prima del 1982, anno del concorso pubblico indetto dal presidente francese François Mitterand. L’attuale architettura è il risultato del lavoro degli olandesi von Spreaclesen e Reitzel a cui seguì il francese Paul Andreu. Consigliamo qualche minuto di pausa tra i gradini del Grande Arco, usanza ormai più che acquisita tra i giovani viaggiatori della città.

Due foto all’Arco di Trionfo e poi ci dirigiamo al punto più panoramico dal quale vedere la Tour Eiffel, il Trocadero. Colpo d’occhio davvero bello. Il sole si sta abbassando sulla linea dell’orizzonte quinti si colora tutto di rosa. Peccato che le fontane dei giardini sono spente.

Info sul Palais de Chaillot, chiamato anche Trocadero: è situato sulla collina di Chaillot nel 16° arrondissement, di fronte alla Torre Eiffel. Il Palazzo è stato costruito, al posto del vecchio Palais du Trocadéro, per l’Esposizione Universale del 1937 dagli architetti Léon Azéma, Jacques Carlu e Louis-Hippolyte Boileau, i quali hanno conferito al nuovo palazzo uno stile neoclassico. Il Palais de Chaillot è composto da due padiglioni e due ali curve che circondano il vasto spiazzo centrale detto Parvis des Droits de l’Homme, il quale conduce ad un’ampia terrazza dalla quale è possibile godere di uno dei panorami più belli di Parigi. L’intero edificio è caratterizzato da meravigliose statue realizzate da artisti quali Paul Belmondo, Léon-Ernest Drivier e Marcel Gimond. Il Palais de Chaillot ospita oggi il Théâtre National de Chaillot, il Musée de l’Homme, il Musée de la Marine e la Cité de l’Architecture e du Patrimoine

 

Info sui Trocadero gardens: I giardini del Trocadéro sono uno spazio verde di circa diecimila metri quadrati creato nel 1937 in occasione dell’Esposizione Universale. I giardini, che si estendono dal Palais de Chaillot alla Senna, sono famosi per la meravigliosa Fontana di Varsavia, una serie di vasche piccole a cascata collegate ad una grande vasca costeggiata ai lati da filari di alberi ed ornata con sculture in pietra e in bronzo. La fontana crea uno spettacolo estremamente incantevole, soprattutto di notte, grazie a potenti getti d’acqua che raggiungono anche i dodici metri di altezza. I giardini sono punteggiati da un certo numero di sculture, alcune risalente al 1930, tra cui risaltano le statue in pietra “L’Homme” realizzata da Pierre Traverse e “La Femme” di Daniel Bacqué. Altrettanto notevoli sono le statue in bronzo dorato “Taureau et Daim” di Paul Jouve e “Chevaux et Chien” di Georges Guyot.

Scendiamo la scalinata e attraversiamo i giardini. Ci fermiamo un attimo a guardare un signore che spilla soldi a degli ingenui turisti. Fa il classico gioco della pallina nascosta sotto tre diversi bicchierini. La puntata è di 50 o 100 €. Capiamo subito quali sono i suoi collaboratori che puntano e vincono tanto in modo tale da convincere dei ragazzi a puntare. Questi ovviamente perdono. Dopo un attimo vediamo uno che fa un gesto ed in un secondo raccolgono le loro cose e si dileguano tutti in direzioni diverse. Stanno arrivando due poliziotti …. Proseguiamo. Attraversiamo la Senna e facciamo due foto da sotto alla Tour Eiffel.

Info sulla Tour Eiffel: E pensate che fu considerata “una brutta impalcatura di ferro”, una carcassa spuntata nel cuore di una città elegantissima, “un’opera mostruosa e incompiuta” che i francesi avevano accolto con orrore e disprezzo, quando fu ultimata nel 1889. Già, la magica Tour Eiffel, oggi icona di eleganza e simbolo di una delle Capitali più belle del Mondo, ne avrà sentite di tutti i colori, prima di essere “accettata” dai parigini e di entrare nell’olimpo dei più importanti e affascinanti monumenti del Mondo. Oltre 10 mila tonnellate di peso e un’altezza totale di circa 324 metri fanno di questa torre una costruzione da record. La Tour Eiffel è aperta tutto l’anno e potrete anche visitarla salendo in cima con dei panoramicissimi ascensori. Tuttavia, se volete godere al massimo della sua bellezza, senza fare code e perdere molto del vostro tempo, sappiate che si può avere la migliore vista della Torre Eiffel dai Trocadero Gardens (tappa imprescindibile, se visitate Parigi per la prima volta) e poi a sera, dai viali lungo la Senna da cui poterla scorgere senza troppa fatica. Con il naso all’insù alle 23:00: la Torre Eiffel inizia a scintillare e regala emozioni uniche.

 

Lungo la Senna ci sono delle bancarelle con tavoli dove poter mangiare. E’ tutto transennato e all’ingresso ci sono dei poliziotti con i metal detector che controllano chi entra. Il rischio attentati in questi giorni è alto. Vedremo diversi gruppi di militari, con tanto di giubbotti antiproiettile e grossi fucili in mano, che pattugliano i punti più frequentati. Seguiamo un tratto la Senna e poi la attraversiamo sulla passerella Debilly (pedonale). Da qui, essendo ormai buio, il colpo d’occhio sulla Tour Eiffel illuminata, con il cielo alle sue spalle ancora leggermente rosso dopo il tramonto, e con le imbarcazioni che scivolano silenziose sulla Senna, è decisamente notevole. Ci indirizziamo alla metropolitana Iéna per rientrare. Acquistiamo all’ingresso i biglietti (pacchetto di 10 a 14 €). Scendiamo a Sentier, andiamo nel market adocchiato quando siamo arrivati, spesa e diretti all’appartamento. Nessuno avrebbe avuto voglia di uscire per cena quindi siamo felicissimi della scelta fatta per il pernottamento. Ceniamo e alle 21.00 siamo tutti in branda … siamo svegli da questa mattina alle 4.30 quindi siamo parecchio cotti.

2) 25 dicembre 2018 – km.14,4

Ci svegliamo alle 9.00!!!! Erano anni che dormivamo 12 ore di fila. Sicuramente è stato complice il fatto che l’appartamento è silenziosissimo. E’ Natale, ci scambiamo i regali (debitamente nascosti in ciascuno zaino per il viaggio di andata …). E’ il primo Natale che facciamo via di casa, è strano … Colazione e poi usciamo. Oggi fa leggermente più fresco di ieri. Ci indirizziamo verso est, verso il quartiere Marais. Passiamo davanti al Centre Pompidou.

 

Info sul Centre Pompidou: Alla scoperta della più importante collezione d’arte moderna e contemporanea d’Europa e del panorama più spettacolare di Parigi e dei suoi monumenti! Nel cuore della Parigi più attiva, non lontano dal vecchio mercato delle Halles, si erge l’inconfondibile ed estrosa silhouette del centro Pompidou… L’edificio prende il nome del presidente George Pompidou che alla fine degli anni sessanta volle dare alla capitale francese un centro culturale in cui potessero incontrarsi le molteplici manifestazioni della produzione artistica contemporanea: così, accanto alla più grande collezione di arte moderna e contemporanea d’Europa, si trovano una biblioteca pubblica, delle sale cinematografiche e teatrali, degli spazi per attività pedagogiche, un centro di ricerca sulla musica, delle librerie, un ristorante e un bar. Insomma, immagini, suoni e parole trovano libera espressione all’interno di un grande e spazioso edificio e all’esterno di esso, in un vasto piazzale ad ogni ora affollato da artisti di ogni genere. Il palazzo che ospita il Centro Pompidou venne costruito negli anni ’70 su progetto dell’italiano Renzo Piano e dell’inglese Richard Rogers. Si tratta di un’opera decisamente ‘originale’ in cui l’arte del costruire si esprime in modo anticonformistico: la struttura portante e gli elementi destinati al collegamento tra le diverse aree dell’edificio sono sistemate all’esterno, lasciando, così, all’interno un ampio spazio da utilizzare per le esposizioni e le diverse attività che caratterizzano il centro. Il risultato è un palazzo sulla cui facciata si trovano scale mobili e grossi tubi colorati. Le tinte utilizzate sono il rosso, il blu, il giallo e il verde, ciascuna delle quali contraddistingue un diverso contenuto delle guaine: il blu per l’aria, il verde per il liquidi, il giallo per i cavi elettrici e il rosso per le vie di comunicazione. Il Centre Pompidou è aperto ogni giorno dell’anno eccetto il martedì (giorno di chiusura settimanale) e il 1° maggio. Il Centre Pompidou è normalmente aperto anche il 25/12, 1° gennaio e 14 luglio (se non un martedì, possibili orari ridotti).

Gironzoliamo per il Marais, il quartiere ebraico, piazza des Vosges e piazza della Bastiglia. I negozi sono quasi tutti chiusi al mattino. I ristoranti sono tutti aperti. I centri commerciali sono chiusi tutto il giorno.

Info sul quartiere Marais: Il Marais, uno dei più amati e noti quartieri di Parigi, riserva ancora delle sorprese, e nasconde una serie di piccole opere d’arte sparpagliate a terra, incastonate nei muri come gemme preziose, alle quali di rado si presta attenzione e delle quali quasi mai ci si accorge. Insieme alla nostra guida di Mon Beau Paris siamo partiti da Place Stravinsky per esplorare i vicoli del quartiere del Marais alla ricerca di pezzi d’arte, sculture, graffiti, murales, quadri e specchi… opera di artisti di strada. Un percorso bellissimo e pieno di magia, che ci ha fatto ancora più capire quanto questa città sia votata all’arte e alla creatività. Questo quartiere, situato sulla sponda nord della Senna, è diventato una zona residenziale elegante, e risulta composto di piccole stradine, con un sacco di interessanti edifici storici, ed è diventato particolarmente popolare dopo l’apertura del museo d’arte moderna e di una biblioteca presso il Centro Pompidou. L‘affascinante e vivace quartiere di Marais è situato tra i 3ème e 4ème arrondissement di Parigi, concentrato nel suo nucleo principale di Place des Vosges. Siamo di fronte ad uno dei quartieri più antichi della capitale francese, sviluppatosi intorno al 12° secolo in quella che era considerata una delle aree più fertili dell’allora campagna parigina. Un quartiere dal destino alterno: dall’essere uno dei favoriti dei reali sotto Enrico IV e Luigi XIII, a cadere in rovina dopo la Rivoluzione del 1789. L’ultima totale rinascita è degli anni sessanta dello scorso secolo, periodo nel quale Marais diveniva il centro della vita artistica e culturale parigina. I suoi residenti sono principalmente persone eleganti chiamato Bobo, che significa borghesi bohémien: hanno i migliori standard di vita, un tipico savoir-vivre, sono non convenzionali e prediligono il multiculturalismo. Nel corso del tardo Medioevo, Parigi era divisa in tanti piccoli appezzamenti, con le case strette saldamente erette l’una contro l’altra. Le Marais era a quel tempo ricoperto di minuscoli campi irrigati che producevano ortaggi per la città. Nel 16° secolo, quando i nobili e la borghesia erano in cerca di grandi terreni per le loro abitazioni, si rivolsero a questa parte della città, che non era ancora sviluppata. Attraverso il XVIII secolo vi costruirono splendidi i palazzi residenziali d’epoca francese, noti come hôtel particulier. Gli antichi palazzi sono ancora oggi motivo di vanto della città e fanno da sfondo a nuovi negozi di design, affascinanti musei, una colorata atmosfera gay e un antico quartiere ebraico. Il Marais è in effetti uno dei pochi distretti a conservare le vie strette e gli stili architettonici medievali e rinascimentali di Parigi. La maggior parte della città è stata infatti revisionata nel XIX secolo dall’architetto barone Georges Eugène Haussmann, sotto la direzione di Napoleone III (vedi gli ampi viali e i palazzi di ispirazione classica di luoghi come gli Champs-Elysées e Montparnasse). Il Marais ha un sapore molto diverso. Le sue residenze, le boutique artigianali, le gallerie d’arte e l’affascinante storia, tutte insieme strizzano l’occhio anche al visitatore meno curioso. Iniziando dalla rue François Mirone all’angolo di rue des Barrese rue du Grenier-sur-l’Eau, si trovano tre case medievali tipiche, tra cui una eretta nel 1327. Gli edifici sono in genere lunghi e stretti, a doppio spiovente e con solo due finestre per piano. L’esterno presenta delle facciate con frontoni triangolari, sormontate da tetti elevati a falda che permettono di drenare l’acqua piovana lungo i lati. Sono queste case facilmente riconoscibili grazie alla loro ristrutturazione che ha riportato a vista il legno con le quali erano formate. Nel 1607, Enrico IV ordinò infatti che tutti gli elementi visibili in legno fossero ricoperti di gesso come mezzo di prevenzione degli incendi. Del 1624 è lo splendido hotel de Sully sulla rue Saint Antoine: un notevole esempio di stile rinascimentale con una profusione di ornamenti neoclassici (statue greche abbondano). Il complesso prende il nome da uno dei ministri di Enrico IV, Sully. Visitatene il cortile per ammirare i bassorilievi, poi a piedi nel secondo cortile più grande, e infine seguendo il corridoio poco appariscente, sulla destra, dirigetevi direttamente verso la Place des Vosges. Spesso definita come la piazza più bella di Parigi, è questo un luogo meraviglioso per potersi rilassare, passeggiare e fare picnic (uno dei pochi giardini di Parigi dove è possibile sedersi sul prato, ma state attenti al segnale pelouse en repos- Il prato è a riposo!). Nasce nel 1612 come prima piazza reale della città, oggi riconoscibile per i suoi 140 metri di lunghezza che vanno a formare un piano quadrangolare, sui cui si affacciano nove edifici in fila. I palazzi possiedono un grande senso estetico ed architettonico: si presentano in pietra calcarea bianca alternata da delle fasce verticali di mattoni rossi; i tetti raffinati sono in ardesia blu. Gli elementi architettonici sono tutti del 17º secolo. Le gallerie della piazza, lungo gli edifici, ospitano dei piccoli ristoranti e bistrot, delle eleganti gallerie d’arte e piccoli spettacoli musicali di grande accoglienza. Lo stesso stile lo presentano anche altri diversi edifici della rue François Miron, costruiti nel 1585. Nella stessa via si ammira anche l’hôtel de Beauvais, al numero 68, datato Luigi XIV (1655). Lasciata Place des Vosges, camminando nella direzione opposta da Rue Saint-Antoine e l’Hôtel de Sully, si arriva, dalla sinistra, alla Rue des Francs-Bourgeois, lavia principale dello shopping del Marais. In quella che una volta era la strada dei tessitori artigianali, si incontrano man mano l’Hotel de Soubise, sede degli archivi nazionali di Francia e i noti “Chez ma tante”, le antiche casse municipali che prestavano denaro e così chiamate per la riluttanza dei cittadini francesi a farsi prestare denaro da estranei (letteralmente il loro nome significa infatti ‘da mia zia’). All’angolo con la via Rue de Sévigné si incontra l’Hôtel Carnavalet (1548), nel cui interno è oggi accolto il Musée Carnavalet (Museo di Storia di Parigi), un pezzo unico per gli amanti dell’architettura, degli arredi e della storia francese in generale. A pochi passi si arriva all’Hôtel Lamoignon (16º secolo) che ospita la Biblioteca storica della città di Parigi (da non perdere le mappe antiche della Parigi di un tempo). Rue Vieille du Temple è la via del divertimento serale di Marais, dove trovare numerosi bar e ristoranti anche piuttosto eccentrici. Dal Beaubourg, l’edificio postmoderno che ospita il Centre Pompidou > e che segna il confine laterale del quartiere di Marais, ci si ritrova sulla Rue Saint Croix de Bretonnerie, area a forte concentrazione gay & lesbian. La zona intorno a Rue des Rosiers, Rue Vieille du Templee Rue Pavée ospita inoltre una delle più importanti comunità ebraichedella città. L’area è anche conosciuta con il nome di Pletzl, che significa piazza in yiddish-giudaico. Le comunità ebraiche hanno vissuto qui da secoli, a partire dal 13°, alla mercé costante di re che periodicamente espellevano gli ebrei dalla Francia (va detto che storicamente acquistarono una certa stabilità solo nel 19° secolo, sotto Napoleone I). Se avete voglia di assaporare la cucina arabo-ebraicaraccomandiamo il ristorante l’As Du Falefel (al numero 32) e la Boutique Jaune de Sacha Finkelsztajn (al numero 27).

Info su place del vosges: luogo incantevole che ha ispirato centinaia di scrittori. benvenuti in uno dei luoghi più deliziosi di parigi, edificato secondo il modello della “piazza chiusa”, circondata completamente da palazzi realizzati secondo un progetto e uno stile univoci. la place des vosges fu realizzata per volere di Enrico iv, sul posto dell’antico palais des tournelles fatto distruggere da Caterina de’ medici dopo la tragica morte di enrico ii. la piazza, denominata inizialmente royale, dopo la rivoluzione fu intitolata al distretto francese che per primo aveva ricominciato a pagare le imposte. oggi, la place des vosges è un luogo incantevole: al centro un giardino in cui è piacevole fermarsi a leggere o a discutere nelle giornate di sole e tutt’intorno dei portici con, soprattutto sul lato nord, negozi d’antiquariato, gallerie d’arte e qualche cafè… …provate a fermarvi un po’ qui, a sedere al tavolino di un bar e, sorseggiando un buon vino, a inebriarvi della bellezza e della serenità che caratterizzano questo luogo e che, forse, in passato hanno ispirato gli scrittori che ne fecero la propria dimora.

 

 

Info sul quartiere ebraico: Alla fine dello “street art tour” nel Marais, perdetevi tra i vicoli più chiassosi del quartiere ebraico di Parigi, tra il III e IV arrondissement. Rue des Rosiers è un riferimento, ma esplorate in libertà questa parte vibrante e meravigliosa della città.

 

Info sulla Place de la Bastille: La Piazza della Bastiglia, in francese Place de la Bastille, è uno dei simboli e dei principali luoghi storici di Parigi, infatti, si trova nell’area in cui una volta sorgeva la fortezza della Bastiglia, la prigione che fu presa d’assalto e distrutta dai rivoluzionari il 14 luglio 1789 e di cui, oggi, restano solo alcune tracce del perimetro. La presa della Bastiglia è divenuta poi il simbolo della Rivoluzione Francese e il 14 luglio il giorno della festa nazionale francese. Al centro della piazza spicca la Colonna di Luglio, Colonne de Juillet, eretta in memoria dei martiri delle rivoluzioni del 1830 e del 1848, con in cima la statua in bronzo dorato del Genio della Libertà, Génie de la Liberté, opera di Dumont. La piazza è famosa anche per la presenza dell’Opéra National de Paris-Bastille, il secondo teatro dell’opera di Parigi per importanza, progettato dall’architetto Carlos Ott e inaugurato nel 1989, in occasione del bicentenario della Rivoluzione. Oggi, Piazza della Bastiglia è il cuore di un quartiere molto animato e pieno di vita, dove ogni sera si ritrovano i giovani attirati dai numerosi locali che vi si trovano.

Dopo Place de la Bastille andiamo verso ovest sulla Rue de Rivoli dove ci sono i negozi delle marche famose a prezzi accessibili a tutti tipo Zara ecc ecc. Arriviamo fino al bellissimo palazzo del municipio.

Info sull’Hotel de Ville: L’Hôtel de Ville è, infatti, già dal 1357 sede dell’amministrazione comunale della città di Parigi e dal 1977 ne ospita anche il sindaco. Molti furono, nel corso della storia, gli avvenimenti legati a questo luogo, come la proclamazione della Terza Repubblica Francese del 1870 o il discorso che il generale Charles De Gaulle rivolse ai parigini nel 1944, a sostegno della Liberazione di Parigi dall’invasore tedesco. La piazza in cui oggi si erge l’Hôtel de Ville era originariamente chiamata Place de Grève (oggi piazza dell’Hôtel de Ville), nota come il luogo in cui diversi criminali vennero ghigliottinati. Quando Étienne Marcel acquistò la vecchia casa della piazza, la Maison aux Piliers, fu possibile iniziare i lavori per la costruzione dell’Hôtel de Ville, che venne ultimato una prima volta nel 1357. Nei pressi del palazzo è oggi possibile ammirare una statua raffigurante proprio Étienne Marcel, considerato il padre della sede del municipio parigino. In realtà, l’edificio originale è piuttosto diverso da quello che si può ammirare oggi, in quanto ha subito diverse ricostruzioni, modifiche e ampliamenti. Una prima riedificazione avvenne già nel 1533, con l’architetto italiano Domenico da Cortona a dirigere i lavori. Un ulteriore intervento di ristrutturazione ebbe luogo nel 1628 per volere del re Luigi XIII, che volle dare al palazzo un aspetto decisamente elegante. Tuttavia, l’odierno aspetto del palazzo dell’Hôtel de Ville è molto più recente. Infatti, l’ultima ristrutturazione, alla quale seguì una nuova inaugurazione dell’edificio, risale al 1880. Le insurrezioni della Comune di Parigi contribuirono a danneggiare pesantemente la sede comunale e dopo il disastroso incendio del 1871 fu necessario ricostruire l’edificio quasi completamente. L’Hôtel de Ville non è solo un luogo affascinante per la ricchezza della sua storia, ma è anche sicuramente un palazzo di straordinaria bellezza. Lungo ogni facciata dell’Hôtel de Ville sono disposte statue raffiguranti alcuni protagonisti della storia parigina come Eugène Delacroix, Jean Bernard Léon Foucault e Voltaire. Anche l’interno dell’edificio è ricco di opere scultoree: è possibile ammirarne moltissime all’interno dello splendido salone delle feste, il cui soffitto si erge per 13 metri, e che è probabilmente l’ambiente più bello all’interno del palazzo.

Info sull’ile de la cité: l’île de la cité è l’isolotto che sorge sulla senna nel cuore di parigi, ne è il centro geografico e storico. e’ qui, infatti, che sorse il primo insediamento di epoca storica, quello del popolo dei parisii. in seguito, dall’epoca della colonia romana sino al xv secolo è stata anche il centro del potere temporale a ovest (conciergerie) e spirituale a est (notre-dame). oggi, l’isola ospita alcuni tra i monumenti più belli e famosi della città: la cattedrale di notre dame, la sainte chapelle, vero gioiello d’arte gotica, e la conciergerie, il palazzo reale dei capetingi, poi trasformato in prigione, che ancora oggi conserva la cella in cui fu rinchiusa maria Antonietta. un’altra parte dell’antico palazzo reale, invece, ospita il palazzo di giustizia. e’ sull’île de la cité, inoltre, che si trova il famoso quai des orfèvres, dove l’arguto personaggio di simenon, il commissario maigret, risolveva i suoi casi. se vi trovate su quest’isola, che è senza dubbio uno dei luoghi più romantici della capitale francese, con i suoi ponti che si specchiano nella senna e ricordano la lunga storia di un luogo che ha assistito allo svolgersi di tante vicende, non limitatevi a visitarne i monumenti, ma girate per le sue strade… magari al n. 9 del quai aux fleurs, noterete la targa che ricorda come in quella casa si sia consumata la tragica passione che unì il teologo Abelardo alla sua discepola Eloisa, 900 anni or sono, oppure, voltando un angolo alla punta dell’isola, vi troverete in una piazza un po’ nascosta, ma molto piacevole, la place dauphine, nella quale si gioca a bocce o si prende, al riparo dai flussi turistici, un buon aperitivo. neppure coloro che sono alla frenetica ricerca di souvenirs saranno delusi da quest’isola. infatti, accanto alla cattedrale di notre dame, si trova una serie di negozi a buon mercato che propongono tante idee regalo.

Sentiamo le campane di Notre Dame che suonano. Decidiamo di andare a vedere la chiesa da fuori. Attraversiamo la Senna ed arriviamo sull’Ile de la Cité che con l’Ile Saint Luis è praticamente in centro di Parigi.

  • NOTRE DAME (http://www.notredamedeparis.fr)

L’ingresso alla cattedrale di Notre dame è gratuito, la salita alle Torri di Notre dame è invece a pagamento. L’ingresso alle torri di Notre Dame è compreso nel Paris Musem Pass e nel Biglietto Principali Monumenti categoria 1 Monuments Nationaux.

orari: lu-ve 8.00 – 18.45 e sa-do 8.00-19.15

Nel cuore di Parigi, su un’isola abitata sin da tempi remoti, laddove il fiume incontra la città, si trova uno dei monumenti più poetici di Lutezia…la cattedrale di Notre Dame. Con preziosi rosoni e forme melodiose, questa chiesa rappresenta uno monumenti più belli di Parigi. La cattedrale venne edificata per iniziativa del vescovo Maurice de Sully a partire dal 1163, al posto di un precedente edificio sacro dedicato a S. Etienne. I lavori durarono meno di un secolo, fino al 1250 e proseguirono partendo dal lato del transetto sino alla facciata. In seguito, nel corso dei secoli, vi furono diverse opere che completarono, modificarono o ristrutturarono alcune parti dell’edificio. Tra queste, i lavori più importanti furono quelli eseguiti nel XIX secolo. Durante la rivoluzione francese, infatti, numerosi erano stati i danni arrecati alla chiesa, come la decapitazione o distruzione di quasi tutte le statue (in particolare quelle dei re della galleria dei re, sulla facciata principale) –alcune delle teste originali sono ora esposte al museo medievale della città di Parigi, quello di Cluny– e lo smontaggio della guglia. Nell’800, il successo del romanzo di Victor Hugo “Notre Dame de Paris” riaccese l’interesse per la cattedrale spingendo il governo a decretarne una completa ristrutturazione. L’opera venne affidata alla cura di Eugène Viollet-le-Duc e di Jean-Baptiste Lassus -la morte prematura di quest’ultimo lascerà la gestione dei lavori completamente nelle mani del primo- che ridiedero nuovo splendore alla cattedrale. Anche le vetrate sono state rifatte più volte nel corso del tempo: quelle del XII e XIII secolo furono sostituite da vetri bianchi nel 1700 e quelle che attualmente è possibile ammirare sono ancora più recenti, essendo state realizzate da Jacques Le Chevallier solo nel 1965! Le nuove vetrate non hanno soggetti figurati e sono colorate a ricordo dell’atmosfera luminosa che regnava nella cattedrale medievale.

Nessun viaggio a Parigi potrebbe concludersi senza aver contemplato almeno una sosta davanti alla bellissima Cattedrale gotica di Notre Dame, innalzata tra il XII e il XIII secolo. Ad est dell’Île de la Cité, questa Chiesa Cattolica amatissima da parigini e turisti, nel 1991 è entrata a far parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. Con le sue navate altissime, sormontate da volte a sesto acuto abbellite da vetrate colorate, con un impressionante sistema di statue e “gargolle” (o garguglie), figure animalesche spaventose aggiunte solo nel 1800, e entrate nell’immaginario comune grazie alle vicende del famosissimo Quasimodo, il Gobbo di Notre-Dame, di Victor Hugo, la meravigliosa Cattedrale di Nostra Signora è entrata nel cuore di tutti

 

  • SAINT CHAPELLE

Orari: 02.01 – 31.03: 9.00-17.00 / 01.04 – 30.09: 9.30-19.00 / 01.10 – 31.12: 9.00-17.00 (chiuso 01.01 – 01.05 – 25.12)

Costo: € 10

Nella metà del XIII secolo, Luigi IX fa edificare la Sainte-Chapelle in seno alla sua residenza parigina, il Palais de la Cité. Concepita come un reliquiario monumentale, essa accoglieva allora la Corona di spine del Cristo. Decorata da un complesso unico di quindici vetrate e da un grande rosone che forma veri e propri muri di luce, la Sainte-Chapelle rappresenta uno dei gioielli del gotico francese. Iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

 

  • CONSIERGERIE: L’attuale monumento rappresenta solo una parte della residenza dei re capetingi. Nel XIV secolo, Carlo V abbandona il palazzo, che rimane tuttavia la sede della giustizia reale. Viene nominato un funzionario con poteri di polizia: il “concierge”, da cui deriva il nome dell’edificio. Alla fine del XVIII secolo, i numerosi imputati del tribunale rivoluzionario, insediatosi al palazzo, vengono incarcerati nella prigione della Conciergerie, inclusa Maria-Antonietta

info sull’ile saint louis: la seconda isola sulla senna al centro di parigi è l’île st. louis, urbanizzata a partire dal xvii secolo. infatti, fino al 1614, quest’isola, intitolata a notre dame perché proprietà del capitolo della cattedrale omonima, era praticamente deserta e per giunta era stata divisa in due da un canale nel xiii secolo. le due piccole isole, notre dame e aux vaches, erano utilizzate da pastori e lavandaie e di tanto in tanto attiravano l’attenzione dei più per eventi particolari come quando furono ordinati cavalieri filippo l’ardito o i figli di filippo il bello. fu su iniziativa dell’imprenditore dei ponti di francia christophe marie, all’inizio del xvii secolo, che propose di unire l’isola di notre dame alle due rive della senna in modo da aprire un passaggio alternativo a quello dell’île de la cité, che si programmò la trasformazione dei due isolotti in un’unica isola circondata di solidi argini e ricoperta di nuovi edifici. colmato nuovamente il canale aperto nel xiii secolo e grazie all’intervento di importanti architetti come louis le vau, che lavorerà più tardi a versailles, nasce ora una nuova isola, costellata di palazzi nobiliari, che sarà nel 1700 intitolata a san luigi, il re di francia, canonizzato, che qui veniva a pregare nel 1200. sull’ile st. louis, non troverete nessun gran monumento – a parte una chiesa progettata dal fratello di le vau, françois -, ma solo eleganti palazzi nobiliari del seicento, stradine con ristoranti e negozi d’oggetti d’arte o d’artigianato. anche questa è una passeggiata molto piacevole e se la temperatura non è troppo fredda, fermatevi a prendere un sorbetto da berthillon, la gelateria più rinomata della città (29-31 rue saint louis en l’île).

La piazza di Notre Dame è completamente transennata. Ci sono poliziotti ovunque e per poter accedere bisogna fare una coda lunghissima per i controlli con il metal detector. Torniamo sulla rive droite e ci spostiamo poi in metro fino a Montmartre. Saliamo alla basilica del Sacro Cuore e poi andiamo alla meravigliosa Place du Tertre.

Montmartre: La collina di Montmartre ha conservato fino agli inizi del ‘900 l’aspetto di un villaggio costellato di mulini e rigogliose vigne e, grazie al suo aspetto bucolico, ha da sempre attirato gli animi più sensibili. Poco dopo la sua annessione a Parigi nel 1860, infatti, la butte diventa la dimora preferita di numerosi pittori, la terre libre des artistes, che ne fanno un luogo vivace e ricco di fascino. Tra coloro che l’hanno frequentata basti ricordare Renoir, Picasso, Toulouse-Lautrec e soprattutto Suzanne Valadon e Maurice Utrillo, madre e figlio, che, forse, sono tra coloro che hanno incarnato al meglio lo spirito del quartiere. Non bisogna dimenticare, inoltre, che la passione che pervadeva le sue strade e infiammava i cuori dei suoi abitanti non si manifestava solo in produzioni artistiche o in folli amori ma in tutti gli aspetti della vita, compreso quello politico. E’ da qui infatti che, nel Marzo 1871, prende le mosse la Comune di Parigi, il primo tentativo di governo della classe operaia che fallirà dopo cento giorni di combattimenti eroici e sanguinosi. Ma cosa resta di quella passione e di quella vivacità che hanno fatto la storia di Montmartre? Il quartiere è oggi una delle maggiori attrazioni turistiche di Parigi, pieno di ristoranti e negozi di souvenir e ha ormai in gran parte perso la sua autenticità. Ci sono, però, ancora delle strade che conservano il fascino di un tempo, come rue Lepic, la lunga strada che sale lungo la collina o la rue St. Vincent.

 

Basilica del Sacro Cuore: La basilica, in stile romanico-bizantino, è il risultato di un “voto nazionale” promosso dalla chiesa cattolica per espiare i crimini della Comune di Parigi e a tal fine la nuova costruzione, realizzata interamente con donazioni private, fu edificata nel cuore del quartiere dal quale erano partiti i moti rivoluzionari. La massa bianca del Sacro Cuore troneggia su Parigi ormai da un secolo ed è visibile un po’ ovunque nella città, della quale è divenuto uno dei simboli. Una curiosità: la pietra utilizzata per la sua costruzione, quella di Château-Landon, ha la caratteristica di produrre, a contatto con l’acqua piovana, una sostanza bianca (la calcina) che permea tutto l’edificio. Quindi più piove, più l’edificio acquista candore! La visita dell’interno è di scarso valore artistico, mentre è più interessante la salita alla cupola che si raggiunge attraverso 300 scalini ripidi e stretti. Ma poi, una volta arrivati all’apice, la vista è incantevole: un panorama a 360° del quale, forse, la migliore descrizione è data da E. Zola nel suo romanzo Paris: Parigi immensa si stendeva ai suoi piedi, una Parigi limpida e leggera nella chiarità di una sera di primavera precoce. Il mare senza fine dei tetti si stagliava con così singolare nettezza che si sarebbero potuti contare i camini e i trattini neri delle finestre, a milioni. Nell’aria calma i monumenti sembravano navi alla fonda, una squadra fermata nel suo cammino le cui alte alberature brillavano nell’addio del sole.

L’ingresso nella Basilica è gratuito, l’accesso alla cupola si trova all’esterno della chiesa sulla sinistra. L’ingresso è a pagamento, € 5.

Place du Tertre (quartiere degli artisti): Usciti dal Sacro Cuore, prendete a sinistra, seguite la scia dei turisti e il percorso segnato dai negozi di souvenir e vi troverete nella piazza du tertre, zona nota anche come “quartiere degli artisti”. L’area infatti è piena di pittori ed in particolare di ritrattisti, più o meno talentuosi, che proporranno di rappresentarvi in belle raffigurazioni più o meno idealizzate o più o meno ironiche…a voi la scelta! Prima di arrivare in piazza venendo dal Sacro Cuore, si trova Saint Pierre de Montmartre che, insieme a Saint-Germain-des-Près, è la chiesa più antica di Parigi, risalente al 1134, ed è anche l’unica vestigia dell’abbazia di Montmatre. Accanto è il piccolo Cimitero omonimo che conserva ancora un nucleo merovingio. Se avete la fortuna di visitarlo, i pochi giorni dell’anno in cui è aperto al pubblico – il 1° Novembre e a Settembre in occasione delle Journées du Patrimoine e della festa dei Giardini di Parigi- troverete un’atmosfera d’altri tempi, romantica e raccolta, ben diversa dalla chiassosa place du tertre che si ritrova appena varcato l’ingresso. Nei pressi della piazza, in rue Poulbot, gli amanti del surrealismo non potranno perdere la più grande collezione francese di Salvador Dalì, nello spazio a lui consacrato. L’artista catalano visse per un periodo a Montmartre e qui, nel 1956, nella piazza Jean-Baptiste Clément, realizzò sotto gli occhi increduli di passanti e giornalisti, il suo primo Don Chisciotte, utilizzando come pennello due corna di rinoceronte.

Questi posti sono quelli che ho preferito di tutta Parigi. Decidiamo di pranzare qui. Il ristorante che ci ispira di più è il “Le Ceni s”. Si trova nella piazzetta tra il Sacro Cuore e la Place du Tetre. Esternamente ha un tavolo con una montagna di ostriche. Non potevamo non assaggiarle. Buonissime. Mangiamo bene (€ 114). Scendiamo poi dalla collinetta di Montmatre e andiamo ai giardinetti nella Place des Abbesses. Qui ci sono il famoso muro dei ti amo e la stazione metro più bella di Parigi (non scendiamo a vederla).

Info sul Mur des je t’Aime (ti amo in tutte le lingue del mondo): Le mur des Je T’Aime, il Muro dei “Ti Amo”, è un’originale opera artistica di 10 metri per 4 progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione di Claire Kito. Baron cominciò a chiedere ai suoi vicini stranieri di scrivere la romantica frase fino a raccogliere 311 “Ti Amo” in lingue e dialetti di tutto il mondo, fra cui tutte le lingue dei 192 stati membri dell’ONU, dall’India «nian’-ni-né-sné-i-kou-nou» al Sudafrica «èk-èt -you- lif». Posizionata sulle prime pendici della collina di Montmartre nello Square Jehan Rictus (parco comunale, vicino alla metro Abbesses), questa romantica opera d’arte è composta da 612 piastrelle di colore blu grandi 21cm per 29 con la scritta ”Ti Amo” in bianco. A Parigi, la città più romantica al mondo, che seduce con la sua poesia e la sua bellezza, ”Le mur des je t’aime” è un luogo molto suggestivo che vuole lasciare un messaggio di pace e d’amore.

 

Info sulla Metro des Abbesses: Sono diverse le stazioni della metropolitana di Parigi che potremo dichiarare vere opere d’arte. Quella di Abbesses è una delle più belle. Venne progettata dall’architetto Hector Guimard in un originale stile Art Nouveau. Vi si accede da una lunga scalinata a spirale e le pareti sono abbellite da affreschi di artisti provenienti da tutto il mondo.

Sosta veloce a Pigalle e al Moulin Rouge.

Info su Pigalle e Moulin Rouge: Pigalle è il quartiere della vita notturna di Parigi, famoso per i suoi club, cabaret e bar. E’ anche conosciuto come il quartiere a luci rosse di Parigi. Di fama mondiale sono i locali come le Folies Bergère e il Moulin Rouge, tradizionali attrazioni turistiche. Se siete su Instagram da un po’, avrete sicuramente visto questo iconico campo da basket nel cuore di Parigi, fotografato già mille volte. L’idea nasce da un progetto del marchio francese di abbigliamento Pigalle insieme a III-Studio, supportati da Nike. Il campo è un mondo coloratisssimo di linee geometriche, illusioni ottiche e creatività, in cui si danno appuntamento ogni giorno i ragazzini del quartiere. Si trova nel IX arrondissement (rue Duperré), tra due alti edifici in tipico stile parigino, proprio all’incrocio delle fermate metro Blanche, Pigalle e Saint Georges.

Il Moulin Rouge (82 Boulevard de Clichy )è tempio del varietà che rinnova ancora oggi il suo mito. Colette una volta fece scandalo offrendo un bacio sul palco a Madame de Morny; oggi il pubblico forse è un po’ troppo abituato a scene un tempo definite come scioccanti. La ricetta rimane comunque sempre la stessa: gambe all’aria, busto poco coperto e coreografiesfarzose, insieme alle mitiche gonne cancan. Sembrano tuttavia un po’ troppo lontani i tempi di Toulouse-Lautrec, sapientemente raffigurati nei suoi stessi dipinti dalle pose di ballerine come Jane Avril e La Goulue (Louise Weber). La serata non è poi tanto economica, se siete pronti ad una cena a 150 euro (menù completo); si può risparmiare qualcosa scegliendo di assistere soltanto allo show. Il Moulin Rouge è sicuramente il cabaret più famoso del mondo. Da quando Henri de Toulouse Lautrec, all’inizio del XX secolo, ne dipinse i momenti salienti la celebre sala di Boulevard de Clichyè diventata uno dei monumenti leggendari di Parigi. Edith Piaf, Yves Montand, Josephine Baker, ma anche Ginger Rogers, Lisa Minnelli e Frank Sinatrasono alcune delle famose star del mondo dello spettacolo ad essersi esibite al Moulin Rouge. Se siete abituati alle atmosfere della riva sinistra, la Rive Gauche della della Senna, uscendo dalla stazione della metropolitana di Anvers, nel quartiere di Montmartre, si noterà un netto cambiamento urbano. La folla diventa più veloce ed a tratti grintosa, insegne al neon illuminano i palazzi, e qua e là si notano i sexy shop vendere tutto ciò che non avreste mai pensato di vedere. Siamo nel quartiere a luci rosse di Parigi, nel distretto di Pigalle, ed esattamente in Boulevard de Clichy (18º arrondissement). Il famoso cabaret parigino fu costruito nel 1889 da Joseph Oller, un imprenditore catalano molto noto anche come scommettitore (un odierno bookmaker) e come proprietario del Paris Olympia (un’altra sala d’intrattenimento teatrale della Parigi storica, ancora oggi in auge). Charles Zidler fu uno dei suoi più stretti collaboratori ed insieme scelsero il nome> di “Le Premier Palais des Femmes” (il primo palazzo di donne) per quello che secondo loro sarebbe presto diventato “un tempio della musica e della danza.” Ci videro bene, nel corso degli ultimi 120 anni, il Moulin Rouge è rimasto una popolare attrazione turistica, offrendo intrattenimenti musicali di danza per visitatori provenienti da tutto il mondo. Gran parte del fascino romantico e un po’ spregiudicato della Francia di fine secolo è ancora oggi presente nell’arredamento interno. Il locale è anche noto per essere stato il luogo di nascita del moderno can-can. Nonostante la famosa danza era già conosciuta sin dal 1830, il Moulin Rouge cementò la sua popolarità. Durante i primi decenni di vita del locale tuttavia, la danza veniva giudicata oscena dalla Parigi ‘per bene’, in quanto eseguita solo per intrattenere la clientela maschile. Non c’è dubbio tuttavia che da allora è evoluta in una forma di intrattenimento tale da portare all’introduzione del cabaret in tutta Europa. Con il tempo, il Moulin Rouge perse la sua reputazionedi ‘bordello d’alta classe’ e ben presto divenne molto di moda nella società francese. Questo anche grazie ad uno dei suoi mecenati più importanti, l’artista Henri de Toulouse-Lautrecche dipinse una serie di famose scene del Moulin Rouge e delle sue ballerine di can can. Le danzatrici, conosciute meglio come cortigiane, erano riconoscibili per le lunghe gonne a volants e le sottovesti, ma anche per le gambe all’aria, che lasciavano intravedere il sottogonna, e poi le capriole e i movimenti acrobatici, di solito accompagnati da grida e strilli. Mentre la danza è oggi diventata sempre più raffinata e meno popolare, anche le coreografie hanno assunto la tendenza ad essere un po’ più osé ed acrobatiche. Originariamente, il ballo veniva eseguito individualmente, con la cortigiana che si muoveva nel tentativo di sedurre un potenziale cliente. In seguito, tuttavia, con la crescente popolarità dell’intrattenimento musicale in Europa, le cortigiane divennero sempre meno ‘necessarie’ e il Moulin Rouge assunse ad un legittimo locale notturno, con ballerine professioniste e dotate di abilità artistiche eccezionali. Oggi, una visita al Moulin Rouge è ancora molto popolare tra i visitatori a Parigi, rappresentati da giovani adulti. Tra i turisti pronti a scattare foto dello storico mulino rosso, si notano anche molti visitatori fare la fila per prenotare uno spettacolo serale. Ma non pensate che il locale sia escluso alle famiglie al seguito, dopotutto siamo qui in un luogo di tutto rispetto, lontano da quello che può essere lo stereotipo comune; tuttavia, è preferibile lasciare i ragazzi ad altro tipo d’intrattenimento, storico o culturale che sia, nonostante l’ingresso è comunque garantito ai maggiori di 6 anni. I prezzi di uno spettacolo variano, a seconda che sia accompagnato dalla cena o da un drink. Aspettatevi comunque un minimo di 80-90 euro a persona. Lo spettacolo attuale si chiama ‘féerie’ e si compone di quattro scene principali per un totale di 69 brani. Gli atti vengono eseguiti da un totale di 100 artisti, tra cui le cosiddette ragazze Doriss (simili alle ballerine di Las Vegas), ballerini, acrobati, maghi e clown. Consigliamo anche i diversi locali della zona, nella parte inferiore della collina di Montmartre, nella Place Blanche (così chiamata, bianca, per via dei carri di gesso che un tempo lasciavano cadere la polvere bianca per la strada). Si trovano bar e birrerie molto frequentare, ma attenzione, non lasciatevi tentare dall’ordinare una ‘grand bierre’, a meno che non vogliate alzare in brindisi un barile di birra! Proprio dall’altra parte della strada si noterà un altro edificio, abbastanza decadente, è il Teatro degli Champs Montmartre, che si dice sia stato il luogo testimone del ben più antico can can a Parigi, ovviamente messo in ombra dal più celebre Moulin Rouge.

 

Torniamo a piedi all’appartamento. Cena e poi vediamo alla tele un film. Siamo riusciti a collegarci con il nostro profilo di Netflix. Notte sempre tranquillissima.

3) 26 dicembre 2018 – km.15,6

Questa mattina, al contrario di ieri mattina, tutti i negozi sono aperti quindi mio marito va al market e torna con i Pan au Chocolat ancora caldi. Uno spettacolo!!! Usciamo ed andiamo al metro. Dobbiamo acquistare due biglietti e costano 1,90 l’uno. Quelli presi due giorni fa, essendo 10, costavano 1,40. Andiamo ancora al Trocadero. Scendiamo e attraversiamo il giardini. Andiamo alla Tour Eiffel per vederla dall’altro lato. Ci indirizziamo verso est costeggiando la Senna. C’è tanta gente che corre. Bellissimo il ponte Alexandre III.

Info sul Pont AlexandreIII: Il Ponte Alessandro III, in stile Art Nouveau e destinato ad omaggiare l’alleanza franco-prussiana, collega il Grand Palais e il Petit Palais all’Hotel des Invalides. Il ponte, inaugurato nel 1900 in occasione dell’Esposizione universale, è decorato da sculture allegoriche sovrastate da cavalli dorati ed è il più ricco di decorazioni di tutta Parigi e forse il più bello di tutti i ponti della Senna. Alle quattro estremità della struttura si elevano quattro piloni decorativi con rappresentazioni della Francia medievale, di quella rinascimentale, di quella del re Sole e infine di quella contemporanea. Il Pont Alexandre III, dichiarato monumento storico nel 1975, presenta un’unica arcata lunga 107 metri ed in linea sulla riva sinistra con les Invalides, sulla riva destra con l’avenue Winston Churchill, che porta direttamente agli Champs-Elysées.

 

Info sull’Hotel des Invalides: L’Hôtel National des Invalides, conosciuto come Les Invalides, è un vasto complesso architettonico, uno dei più imponenti di Parigi, costituito da una serie di edifici del classicismo barocco francese. Il grandioso complesso fu costruito, per volere di Luigi XIV, per accogliere ed assistere gli invalidi di guerra. Les Invalides presenta una bellezza unica, dove la classicità della facciata, capolavoro dell’architettura francese del XVII secolo lungo circa 200 metri, è controbilanciata dallo stile barocco dell’Eglise du Dome. All’interno del complesso è ospitato anche il celebre Museo dell’esercito, Musée de l’Armée, creato nel 1905 dalla fusione del Museo dell’Artiglieria e il Museo Storico dell’Esercito. Il Museo dell’Esercito, tra i più grandi musei d’arte e di storia militare del mondo, conserva armi provenienti da tutto il mondo, armature antiche, modelli di artiglieria di piccole dimensioni, ricordi di generali famosi, documenti e dipinti. Molto interessante nel Museo è la mostra permanente dedicata alla seconda guerra mondiale. Il complesso comprende anche la chiesa dei soldati, la quale conserva una collezione di bandiere strappate al nemico durante le varie campagne militari. L’Eglise du Dome, realizzata su progetto dell’architetto Jules Hardouin-Mansart, ospita nella cripta circolare aperta la tomba rosso porpora di Napoleone e di altri eroi di guerra francese

Info sul Musée d’Orsay: Una delle mete imperdibili a Parigi per gli appassionati dell’arte è, insieme al Louvre, senza dubbio il museo d’Orsay. Al suo interno sono custodite le opere prodotte tra il 1848 e il 1914, appartenenti a diverse correnti artistiche, tra cui l’impressionismo, i cui capolavori hanno fatto la fama del museo. Al quinto piano, infatti, potrete ammirare le opere di grandi pittori come Monet, Cezanne, Renoir o Degas.Il museo è stato allestito, a partire dal 1977, all’interno di una vecchia stazione ferroviaria ormai fuori uso da anni e che si era persino pensato di demolire. Il progetto di trasformazione della stazione in museo fu affidato a Renaud Bardon, Pierre Colboc e Jean-Paul Philippon, mentre la sistemazione degli spazi interni all’architetto italiano Gae Aulenti. Quest’ultima ricavò, nell’ampio spazio interno, una navata centrale fiancheggiata da sale disposte su cinque piani, in modo da ottenere una vasta superficie di 17.000 m2 per l’esposizione delle opere e da non costringere il visitatore a passare attraverso decine di sale prima di raggiungere la sezione desiderata. Le opere raggruppate alla gare d’Orsay provengono da tre musei (Louvre, Jeu de Paume, d’Art Moderne) e da alcune collezioni private, oltre che da una serie di acquisizioni recenti. Per esempio, nel 2009 sono state acquisite nuove opere di pittori già largamente rappresentati nel museo, come Cezanne, e altre di artisti meno rappresentati come James Ensor. Il continuo arricchimento delle collezioni è sintomo dell’attività incessante di un museo che è sempre in continua trasformazione!

Arriviamo fino al Pont del Arts che porta al Louvre. Da qui c’è una bella immagine dei due ponti che collegano l’Ile de la Cité. Gironzoliamo per il quartiere latino vedendo la Sorbona ed il Pantheon.

 

Il Quartiere Latino: Questo è il tradizionale quartiere degli studenti di Parigi, centrato sulla Sorbona e il Pantheon. Le strette vie pedonali sono piene di caffè e ristoranti, ed i viali, in particolare il Boulevard Saint Michel, hanno librerie, cinema, negozi. Eccoci in uno dei quartieri più famosi della città, una zona multicolore dove potrete trovare fast-food e piccoli caffè, franchising d’abbigliamento e librerie specializzate o negozi di vinile, insomma un quartiere in cui si affiancano cultura e consumismo. La riforma haussmanniana ha toccato solo marginalmente quest’area con la creazione dei boulevard St. Michel e St. Germain, il che ha lasciato alla zona l’aspetto urbanistico di un tempo, con piazzette e piccole viuzze. Il nome deriva dalla funzione storica del quartiere, quella di centro di studi. E’ qui, infatti, che, sin dal XII secolo, ha sede l’università parigina. E’ questo il quartiere degli studenti, quelli che un tempo parlavano latino e che quando c’è stato bisogno di protestare e di rinnovare, non si sono mai tirati indietro…

 

Sorbona: L’università di Parigi venne riconosciuta formalmente nel XII secolo. Il secolo successivo venne fondato da Robert de Sorbon (1257) quello che diventerà l’istituto di teologia più rinomato d’Europa, la Sorbona, e che sarà aperto ad altre discipline solo molto più tardi. Attualmente Parigi conta ben 13 università, disseminate un po’ ovunque nella città e nei comuni confinanti. Si ricorda, tra l’altro, che è proprio da una di queste –quella di Nanterre- che ha avuto inizio la rivolta giovanile del ’68. Il palazzo della Sorbona, tra boulevard St. Michel e rue St. Jacques, non è accessibile se non a studenti muniti di libretto. La piazza che si apre davanti all’entrata principale, però, è un luogo piacevole con diversi caffè frequentati da studenti e professori.

Pantheon: creando un’architettura religiosa esemplare, soufflot rispondeva all’ambizione di luigi xv di glorificare degnamente la monarchia nella persona di santa genoveffa, patrona di Parigi, alla quale era dedicato l’edificio. nel 1791, la rivoluzione laicizza il monumento che diventa pantheon nazionale. nel xix secolo, diventa, a seconda dei vari regimi, un edificio prima religioso, poi patriottico. dal 1885, data della panteonizzazione di Victor Hugo, il pantheon è divenuto il luogo in cui riposano i grandi personaggi della patria: Voltaire, Rousseau, Zola, Pierre e Marie curie… dall’alto del suo colonnato, scoprite da aprile a ottobre una vista unica di Parigi a 360°.

Ci fermiamo per pranzo in un ristorantino in piazza della Sorbona, Les Patios. Mangiamo bene (€ 80) ma fa un freddo allucinante, nonostante siamo all’interno. Non prende mai il sole quindi, avendo il patio tutto vetri, faticano a scaldare. Siccome oggi le temperature si sono drasticamente abbassate rispetto a ieri … sognavamo di entrare in un locale al caldo … Proseguiamo il giro ed entriamo nella caratteristica libreria Shakspeare & Co. Davvero singolare.

Shakespeare & Co: Proprio accanto alla Cattedrale di Notre-Dame, al di là del ponte, potrete acquistare libri, immergervi nella lettura, suonare il piano, accarezzare un gatto sonnacchioso o concedervi un buon caffè in una delle librerie più amate d’Europa e di certo la più famosa di Parigi: Shakespeare and Co. (37 Rue de la Bûcherie, a sinistra del parco Square Rene). Non serve spendiate troppo tempo. Entrate, salite le scale polverose nascoste tra scaffali di libri dalla copertina invitante e visitate le sale eleganti e accoglienti del secondo piano. Vi troverete tanti parigini, e anche tanti turisti, impegnati in letture appassionanti o alle prese con un pianoforte a coda che qualcuno ogni tanto prova a suonare. Un luogo ricco di fascino, che vi consiglio di non perdere.

Attraversiamo la Senna e ci troviamo sull’Ile de la Cité, davanti a Notre Dame. Oggi la piazza non è blindata ma ci sono comunque militari che girano. Vogliamo entrare a vedere la chiesa (ingresso gratuito). C’è una lunga coda ma molto scorrevole (circa 10 minuti). Un poliziotto controlla solo gli zaini. L’interno è davvero bello. Quando usciamo torniamo alla piazza dell’Hotel de Ville e facciamo un tratto, fino al Louvre, per la gioia di mia figlia … di rue de Rivoli. Entriamo in qualche negozio. A fine giornata …. il suo shopping è devastante … per fortuna ce la sbrigliamo velocemente perchè non trova il cappottino che cercava …. Facciamo poi al contrario la strada fatta il 24 pomeriggio quindi passiamo ancora per la graziosa Rue Montorgueil. Ci fermiamo, prima di imboccarla, in un bar a prendere una cioccolata. Sosta ancora al market per la cena. Ultima serata francese in tranquillità nel nostro appartamentino.

4) 27 dicembre 2018

Alle 5.45 puntuali il taxi, prenotato da Marc, arriva. impieghiamo meno di 30 minuti per raggiungere il terminal 2 (€ 57). I controlli questa volta sono più veloci. il volo parte puntuale alle 8.30. torniamo soddisfatti di questa toccata e fuga a Parigi è sempre una bella città.

Info di altre cose che noi non abbiamo visto:

La Statua (le statue) della Libertà a Parigi: Simbolo indiscusso di New York, se non degli stessi Stati Uniti d’America, la Statua della Libertà ha una storia che va al di là dei suoi confini nazionali, nata in realà in una officina di Parigi, dove ancora oggi ci sono cinque più piccole copie di essa. Venne realizzata dall’artista francese di Colmar Frédéric Auguste Bartholdi, e dagli architetti Viollet Le Duc e Gustave Eiffel (si, quello della torre), ed inaugurata nel 1886 per i cento anni della Dichiarazione d’Indipendenza americana, come simbolo di fratellanza ed amicizia tra due popoli, gli americani da una parte e i francesi dall’altra. “La libertà che illumina il mondo?, è questo il suo nome (Liberty Enlightening the World, in inglese, La Liberté éclairant le monde, in francese). La si ammira nel centro della baia di Manhattan, nella famosa Liberty island (Isola della Libertà), che dalla statua prende il nome e in precedenza già conosciuta come Bedloe’s Island. La statua ha accolto e dato il benvenuto dalla sua costruzione a chi arrivava via mare in cerca dell'”America”. Questa fu infatti una delle tre isole d’approdo (insieme ad Ellis Island e Black Tom Island) dei coloni olandesi fondatori della prima colonia europea dei futuri Stati Uniti d’America e poi dei milioni di emigranti europei (compresa una moltitudine di italiani).

Mai nome e simbolo furono più adatti per rappresentare la storia di una intera nazione: una dea (identificata come Libertas, dea romana della Libertà), che da una parte, con il braccio sollevato al cielo e in mano una torcia, illumina il mondo; dall’altra, tendendo a se la ‘tabula ansata’ (la tavola che evoca la legge) che indica la data della Dichiarazione d’indipendenza americana, 4 luglio 1776. Una catena spezzata giace ai suoi piedi, simbolo della conquista della libertà, mentre le sette punte della corona, simboleggiano i sette continenti. Non stupisce allora ritrovare oggi questo simbolo in molti altri posti del mondo, e prima tra tutti Parigi, città di origine statua stessa. Nello specifico, la statua troverebbe le sue origini a Versailles, e ancor prima in Egitto, considerato che furono le statue della facciata di Abu Simbel ad aver ispirato lo scultore Frédéric Bartholdi, insieme (secondo altri studiosi) al dipindo di Eugène Delacroix “La Libertà che guida il popolo?, esposto al Museo del Louvre. Fu proprio nella città reale voluta da Luigi XIV che al progettista venne proposta l’idea di creare un forte simbolo di ‘libertà’ da Édouard René de Laboulaye, già presidente della Società francese per l’abolizione della schiavitù e grande pensatore politico del suo tempo.

 

Ed eccola Parigi con ben cinque Statue della Libertà:

1) La Statua della Libertà nel cortile del Musée des Arts et Métiers ( quella che in precedenza si trovava nei Giardini del Lussemburgo). Questa bella versione in bronzo di sei piedi della Statua della Libertà è stata fatta dallo stesso Frédéric Bartholdi (che lo lasciò in eredità al museo nel 1907) come modello in scala 1/16 per la creazione della versione in scala reale.

Musée des Arts et Métiers: 60, Rue Réaumur,

2) Un’altra Statua della Libertà del 1870, la più conosciuta, di piccole dimensioni rispetto a quella americana, ma molto più grande rispetto a quella al Musée des Arts et Métiers, si trova sull’Île aux Cygnes ” altezza del Pont de Grenelle ” a 700 metri a sud ovest della Torre Eiffel, e posizionata in modo tale da essere orientata in direzione di New York. Qui accanto si trovava la vecchia officina di Bartholdi.

3) La Statua della Libertà al Musée d’Orsay: Questa versione, alta poco meno di tre metri, venne commissionata allo stesso Bartholdi nel 1889 e presentata nel 1900 nel corso dell’Esposizione universale di Parigi. In quello stesso anno, lo scultore espresse il desiderio che lo Stato francese acquistasse l’opera insieme ad altri suoi modelli tra cui quello del Leone di Belfort, per il Museo del Luxembourg (l’allora Museo di Arte Moderna dell’epoca poi trasferito in quello che è oggi il Museo d’Orsay). In quel periodo, nessuna delle sue opere di Bartholdi era presente nel museo e Bartholdi s’impegnò a cederle pretendendo in cambio soltanto il rimborso del costo della fusione. La proposta venne accettata, anche se il museo non riescì a trovare loro una collocazione nelle sale già pienissime. La soluzione sarà trovata nel 1905, dopo la morte di Bartholdi. La vedova dello scultore propone di collocare la Libertà all’esterno del museo nei Giardini del Palazzo del Lussemburgo. La statua resterà in questa collocazione per 115 anni, dal 1906 al 2011, fino a quando il Senato francese, proprietario dei giardini del Luxembourg, accetta generosamente di restituire l’opera al Museo d’Orsay.

4) Sul ponte de l’Alma, si trova una riproduzione fedele dell’originale ‘fiamma’ della statua originale, che misura 3,5 metri di altezza. Nel 1989, è fu donata alla città da parte del International Herald Tribune (oggi di nuovo, come fino al 1967, International New York Times) per celebrare il suo 100° anniversario (1887-1987) della pubblicazione di un lingua inglese quotidiano a Parigi. Ancora più importante, la fiamma simboleggia anche l’amicizia di lunga durata tra la Francia e gli Stati Uniti. Qualcuno la associa anche come memoriale ufficiale per Diana, principessa del Galles. che morì nel tunnel proprio sotto il Pont de l’Alma nel 1997.

5) Là dove si trovava la Statua della Libertà che ora si trova al Museo d’Orsay, cioè i Giardini del Lussemburgo, si trova una replica della stessa statua in bronzo. Vicino ad essa si trova una targa alla memoria delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001.

Boulevard haussmann: les grands boulevards – il quartiere dei grandi viali. va più o meno da place de la madeleine fino a place de la bastille (arondissement 11). questa è la principale zona commerciale del centro di parigi. il cuore di questa parte più commerciale è il boulevard haussmann, nei pressi dell’opera, dove si trovano alcuni dei principali grandi magazzini.

Bois de Boulogne: Le Seizième: A ovest di Parigi, questa è la zona residenziale chic della parte Ovest di Parigi, in cui alloggiare è più costoso. Qui si trovano un gran numero di ambasciate straniere, ed il parco più grande e più famoso di Parigi, il Bois de Boulogne.

 

Palais de Tokyo: uno dei più vasti dedicati all’arte contemporanea in Europa

Opera garier: lo storico teatro dell’opera di Parigi, fu realizzato su progetto di c. Garnier tra il 1860 e il 1875, in uno stile eclettico da lui stesso battezzato “napoleone iii”. il teatro si erge maestoso nella piazza omonima e propone soprattutto balletti da quando è stato costruito un nuovo teatro a bastille, dove si tengono la gran parte degli spettacoli canori. il monumento è visitabile e quando non sono in corso le prove si può vedere anche la sala del teatro con il bel dipinto di Chagall. inoltre, nell’edificio è stato realizzato anche un museo, con riproduzioni di scenografie teatrali del xix secolo e pitture dedicate al balletto, e una biblioteca con opere generali sul teatro e la danza e con spartiti musicali.

 

Shopping da Merci: Con tante nuove energie da spendere in questa città bellissima, potreste visitare l’European House of Photography, arrivare fino a Canal Saint Martin, dove furono girate alcune scene del film cult “Il Favoloso mondo di Amélie“, oppure dedicarvi a un po’ di shopping prima della serata. Se questa terza opzione vi stuzzica, proprio nel Marais, fate salto al concept store Merci, in cui acquistare di tutto, dall’abbigliamento, agli arredi per la casa, fino ai gioielli, ai libri e alla musica. Il negozio si trova al numero 111 di Boulevard Beaumarchais, è aperto tutti i giorni tranne la domenica, e lo riconoscerete dalla Cinquecento rossa parcheggiata sempre all’entrata.

 

Boulevard Haussmann: Les Grands Boulevards – Il quartiere dei grandi viali. Va più o meno da Place de la Madeleine fino a Place de la Bastille (arondissement 11). Questa è la principale zona commerciale del centro di Parigi. Il cuore di questa parte più commerciale è il Boulevard Haussmann, nei pressi dell’Opera, dove si trovano alcuni dei principali grandi magazzini.

 

Chinatown, le Treizième: Il quartiere cinese, a sud-est della città, è ricco di popolazione asiatica, concentrata attorno alla Place d’Italie. Questo settore ha molti ristoranti orientali – cinesi, vietnamiti, cambogiani, oltre a negozi esotici e commerciali.

 

Gallerie Lafayette: grande centro commerciale



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