Parigi in inverno

Weekend nella più romantica delle capitali europee in un periodo dell'anno che ha molto da offrire (dal punto di vista del fascino) tra giornate uggiose e schiarite improvvise
Scritto da: ettoreb74
parigi in inverno
Partenza il: 27/02/2014
Ritorno il: 02/03/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Parigi

1° GIORNO

Partiti di mattino presto da Napoli e atterrati a Charles de Gaulle intorno alle 11, siamo da qui giunti con la navetta dell’Air France (le car) al nostro albergo che si trovava poco più a nord dell’Arco di Trionfo, nella zona Etoille, incorporato nel Centro Congressi. L’albergo si chiama Hyat regency Etoille e ci hanno assegnato una camera al 24° piano dal quale si poteva ammirare la Torre Eiffel e tutta la città.

Dopo aver pranzato in zona ci siamo recati al centro, all’ufficio turistico che si trovava alla fermata della metro Pyramides per ritirare i pass acquistati online che danno l’accesso a tutti i principali musei (senza dover necessariamente fare la fila per acquistare il biglietto), comprensivi di biglietto per la metro illimitato e valido due giorni e di biglietto per la gita sul Bateaux Muches. Dopo aver passeggiato a piedi fino alla Senna, attraveso il giardino del Louvre e attraversando il Ponte del Carosello, siamo giunti al Café de Flore sul Boulevard St. Germain, dove ci siamo riposati prima di ripartire per visitare la Torre Eiffel.

La vista della Torre usciti dalla metropolitana al Trocadero è davvero mozzafiato e si ha, a pieno, la percezione di trovarsi in un altro posto; un po’ come quando si osserva la prima volta il Big Ben o il Colosseo per gli stranieri.

Il biglietto non era incluso e per salire (in ascensore) al piano più alti ci sono voluti 15/20 minuti di fila e 15 € a testa. Dalla cima della Torre si ha una vista magnifica dell’intera città e si può avere un’idea, grazie alle indicazioni, delle varie distanze della capitale francese dalle altre città del mondo.

Abbiamo cenato in uno dei ristoranti al Trocadero e siamo rientrati con la metro (alla fermata del nostro albergo non era necessario nemmeno uscire all’esterno, conducendo, i vari corridoi, al centro commerciale all’interno del Centro Congressi il quale a sua volta inglobava l’hotel).

2° GIORNO

Dopo la buona colazione in albergo a base di croissant e pan au chocolate, abbiamo subito preso la metro per recarci alla Ile de la cité per visitare la Conciergerie e la St. Chapelle (il primo, monumento storico sede un tempo della residenza del Re e poi prigione che ha avuto il suo peso durante la Rivoluzione Francese, ora inglobato nel complesso del palazzo di giustizia; la seconda un vero e proprio capolavoro di architettura gotica anche se attualmente in restauro).

Ovviamente il passo successivo, spostandoci attraverso il mercato dei fiori del centro dell’isola è stata Notre Dame, una delle chiese gotiche più belle d’Europa, che è possibile visitare gratuitamente e che non può non sorprendere per la sua maestosità interna, le navate, i rosoni, le statue decorative e le vetrate. All’esterno della chiesa è stato possibile (perché incluso nei pass) visitare la torre (ma non evitare la fila) sulla cui sommità, oltre alle campane che suonando ti fanno prendere un bello spavento, i doccioni, che a me piace chiamare gargoille, davvero inquietanti e che sovrastano la città dall’alto.

Dopo la discesa (rigorosamente a piedi come la salita) abbiamo pranzato e poi attraversando le zone centrali siamo giunti al centro George Pompidou (e qui sì che c’era una fila chilometrica per entrare, il pass è stato davvero provvidenziale) all’interno del quale, oltre alle esposizioni sull’arte contemporanea (altre file di chilometri) abbiamo potuto ammirare ogni genere di bizzarra forma d’arte moderna, sempre più coraggiosa e azzardata.

Alla fine del percorso (fatto, invero, piuttosto velocemente), ci siamo recati al Louvre e, una volta entrati dalla piramide al centro del giardino, dalla quale si può accedere a ciascuna delle quattro ali del museo, tagliata la fila ancora una volta, abbiamo potuto visitare capolavori d’arte antica tra sculture (le mie preferite) e pittura (preferita dalla mia compagna). L’ultima volta che sono stato a Parigi non era consentito fotografare la Gioconda, stavolta è stato possibile e così mi sono sbizzarrito. Ma come dicevo, altre opere assolutamente da non perdere sono: il bacio tra amore e psiche , la nike, la venere di Milo, (sculture) il naufragio di Medusa e la libertà che guida il popolo (dipinti). da non perdere è anche l’ala con i reperti egizi, la mummia e, infine, il codice Hammurabi.

Dopo la visita (ahimé) veloce del Museo ci siamo diretti, attraversato il giardino, verso Place de la Concorde (fontante chiuse) e poi percorso tutti gli Champs-Elysées (dopo una sosta al Café George V) siamo saliti (ancora una volta a piedi) sull’Arc de Trionphe e fotografato un po’ di panorama della città trafficata ed affollata prima dell’ora di cena.

Abbiamo cenato in un ristorante di una traversa della Piazza Charles de Gaule molto buono, si chiama Villa d’Este e lo consiglio vivamente sia per l’eleganza e la raffinatezza, sia per la gentilezza dei commensali, sia soprattutto per il prezzo non eccessivo rispetto alla qualità.

Siamo rientrati in albergo e ci asiamo addormentati con la “solita” stupenda vista della Torre che sembrava brillava apposta per noi.

3° GIORNO

Il terzo giorno lo abbiamo dedicato alla escursione sulla Senna con il Bateaux Muches che è durata circa un’oretta e, partendo dalla zona di attracco a percorso il fiume fino alla Ile de la cité e poi è tornato indietro risalendo il fiume fino alla Torre Eiffel per poi rientrare.

Lungo la strada degli alberghi di lusso (George V) abbiamo addirittura trovato una pistacchieria (mai vista da nessun’altra parte).

Di nuovo in metro tra tappeti rotanti, cunicoli interminabili e corridoi infiniti siamo scesi alla fermata di Anvers e, presa la funicolare, saliti verso Montmartre dove, ammirata la chiesa del sacro Cuore ci siamo diretti nella piazza principale dove gli artisti (davvero molto bravi) esponevano i loro preziosi e costosi quadri colorati. Pranzato in uno dei ristoranti della piazza abbiamo girato tra pasticcerie, cioccolaterie e negozi di souvenir.

Ridiscesi (a piedi) verso la metro, siamo andati a vedere il Moulin Rouge e abbiamo attraversato Pigalle, non senza cedere alla tentazione di entrare in uno dei tantissimi sexy shop della strada.

Dopo la visita a Pigalle ci siamo diretti nella zona dell’Opera, passando per la stazione centrale e visitando i magazzini Lafayette (prezzi decisamente proibitivi bisogna ammettere): dopo aver deambulato per ore tra negozi di ogni tipo in un centro commerciale, o meglio grande magazzino che sembrava grande quanto uno stadio di calcio, siamo andati verso la zona dell’Universita La Sorbona per cenare presso il quartiere latino, ultima tappa del nostro tour. È molto importante distinguere la zona del quartiere latino, con i sui ristoranti tipici e con prodotti di alta qualità, dal dedalo di viuzze, quasi labirintiche, che si trova un po’ più a nord tra St. Michele e St. Germane: ci sono una serie infinita di ristoranti NON francesi, che espongono menù a prezzi fissi di 12 o 16 € e che vengono chiamati Rues de Bactaris (ossia strade dei batteri). Molti credono di trovarsi nel quartiere latino ma non è così: il quartiere latino si trova alle spalle del Pantheon.

Siamo rientrati con la RER.

4° GIORNO

Ultimo giorno di permanenza, l’aereo verso le 13, ci ha dato modo semplicemente di dare uno sguardo alla zona del centro Congressi di domenica mattina (trafficatissima come qualsiasi altro posto della città) e poi verso l’aeroporto di Orly (stavolta in taxi). La vacanza era finita.

CONSIGLI E SUGGERIMENTI

  • Parigi non è una città propriamente tranquilla. Qui, sicuramente più che a Londra o a New York, non è infrequente imbattersi in borseggiatori (più raramente in rapinatori) che, una volta puntato lo straniero con la macchina fotografica, il telefonino o i soldi, tenteranno senz’altro di derubare.

· Nelle metropolitane bisogna fare molta, ma molta attenzione a questo genere di ladruncoli e soprattutto se una zona è affollata, c’è la fiumana di gente che esce o che percorre i lunghi corridoi conviene stare con due occhi davanti e due dietro.·

· Se vi fermate per scattare una foto o semplicemente state circolando per conto vostro, è possibile che vi si avvicinino donne straniere (di solito di colore) che, fingendo di raccogliere da terra un anello d’oro vi domandino se non sia vostro. A noi è capitato due volte in tre giorni ma in entrambe le circostanze, soprattutto la seconda, le ho mandate a quel paese.

· Potreste essere fermati da alcune zingarelle che FINGONO di essere mute e sorde e che, mostrandovi opuscoli e riviste, vi chiedano un’offerta che non è nemmeno a piacere ma minimo di 10 €. Anche in questo caso allontanatele senza troppi complimenti.

· Rue la Huchette e Rue la harpe non sono il quartiere latino e, soprattutto se vedete ristoranti greci, giapponesi, cinesi, tedeschi, ecc… girate al largo.

· Fate sempre il biglietto giornaliero per girare con le metro e gli altri mezzi pubblici, generalmente la Zona 1 copre tutti i siti più importanti. Evitate, se potete, la RER: è meno frequentata della metro, i percorsi sono più lungi, passa con molta meno frequenza (un treno ogni mezzora invece che ogni 3 minuti come la metro), per uscire bisogna ripassare il biglietto per i tornelli e ingenerale è più pericolosa per i borseggi.

· Il servizio è sempre incluso nel prezzo totale e mance sono non sono né attese né contemplate. Il servizio è una gabella tutta italiana mentre le mance si lasciano solo in America.



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