In due nei Four Corners

California e Four Corners ovest in un viaggio on the road da San Francisco a Santa Fé. Tanti parchi e tante città visitate in un'esperienza faticosa ma indimenticabile!
Scritto da: Cero80
in due nei four corners
Partenza il: 05/08/2010
Ritorno il: 26/09/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Questo è il diario di bordo che Gaia, mia moglie ha scritto durante questo fantastico viaggio. L’ho lasciato così com’era, tranne l’aggiunta di qualche piccola nota pratica. Alcuni posti visitati non sono stati descritti minuziosamente: io preferisco così, almeno chi deciderà di visitarli dopo aver letto questo diario potrà godere della scoperta di luoghi (tutti) che, anche se in qualche caso non “unici” o “fantastici”, sono a mio avviso ricchi di fascino. Buona lettura!

1° Giorno Roma – San Francisco

All’Aeroporto di Fiumicino l’aereo ci attende ore 11, destinazione San Francisco – scalo Charlotte, Compagnia Us Airways. Effettuare il check-in online rende tutto più semplice. A causa delle nuove norme di sicurezza a Charlotte dobbiamo scendere e per prendere la coincidenza si devono recuperare i bagagli e rifare un nuovo check-in, con altri e più accurati controlli, oltre al consueto controllo doganale con la solita coda infinita. Morale: passiamo circa 2 ore in piedi prima di arrivare al nuovo Gate d’imbarco. L’imbarco inizia con mezz’ora di ritardo; all’inizio pensiamo che sia a causa del normale traffico aereo, ma una volta saliti a bordo, dopo un’ulteriore ora di attesa, il capitano ci comunica che l’aeroporto ha chiuso le partenze causa un forte temporale nelle vicinanze. Arriviamo a San Francisco alle 22 abbastanza distrutti; qui abbiamo prenotato un transfer (Go Lorrie Shuttle) per l’albergo (Harbor Court Hotel, prenotato dall’Italia) e in poco tempo arriviamo a destinazione. L’hotel è nel Financial District, abbatanza lontano ma allo stesso tempo abbastanza vicino a tutto. La cameraa che ci hanno assegnato è nuova con internet gratis e tutte le normali amenities. Nella Lobby c’è il camino acceso e un piccolo buffet a disposizione che varia in base all’ora della giornata. Dalla camera si ha la vista sulla baia e sul Bay Bridge.

2° Giorno San Francisco

Oggi abbiamo prenotato il tour della città sul cable car (i tram tradizionali) al mattino, più la visita ad Alcatraz (Grayline); il giro del mattino non è molto emozionalte (non ci spiega molto più della Lonely Planet che abbiamo in camera, però è molto caratteristico. Dopo un “caro” pasto da Bubba Gump, con Serena ed Enrico, coppia di amici in viaggio di nozze che abbiamo incontrato a Frisco, prendiamo il traghetto per l’isola di Alcatraz. Il traghetto ci scende all’attracco e poi siamo liberi di muoverci come vogliamo, per il ritorno c’è una tabella con gli orari. All’interno l’audioguida gratuita in Italiano ci descrive la vita all’interno del carcere. Dopo una doccia in hotel e aver visto un party in strada a tema “alieni sulla terra” (cose che avvengono a San Francisco!), aperitivo da Macy’s e cena a base di Tacos e Burrito sempre con i neo-sposi. P.S: Dal Pier 39 si vedono i leoni marini. Andare al 2° piano e cercare il ristorante omonimo (quasi alla fine del giro). Da lì si ha una bella vista!).

3° Giorno San Francisco

Anche oggi è il solito tempo, freddo (10-12 gradi), nebbioso e soprattutto ventoso; fortuna che a mezzogiorno viene fuori il sole! Decidiamo di noleggiare 2 bici dietro al nostro hotel e andare a visitare il Golden Gate Bridge. La pedalata lungo mare fino al ponte ci porta via circa 2 ore, ma passano tranquille fino al ponte, quando iniziano 2 hills, una prima e l’altra dopo per arrivare al punto panoramico. Da qui torniamo indietrove ci dirigiamo verso il Golden Gate Park, dove vogliamo vedere il pinguino spelacchiato, a cui è stata fatta una muta per andare sott’acqua. Arrivati però all’accademia della scienza scopriamo che il biglietto costa 25$ a testa, così decidiamo che “non era sicuramente interessante”! Però sono le 14 circa e abbiamo già fatto una fatica assurda: “Crazy Hills!”, come ha esclamato un simpatico passante. Nonostante questo noi perseveriamo e dato che io voglio vedere Castro (il quartiere Gay), quale mezzo migliore per arrivare, se non la bici? Il problema è che si trova al di là di una collina, e noi lo scopriamo il loco! Però, arrivati là ne valeva la pena. Riconsegniamo la bici dopo cena, tanto c’è la guardia notturna che ce la prende, poi a letto sfiniti!

4° Giorno Yosemite NP. Miglia percorse 270.

Oggi prendiamo l’auto. Però dobbiamo tornare all’aeroporto, così ci affidiamo alla linea metropolitana BART e in 30 minuti arriviamo. Dopo vari problemi con la macchina self-service che un’addetta ci obbliga ad usare, anche se noi abbiamo prepagato l’auto (Hertz-Expedia), riusciamo a salire sulla nostra Mazda 6 Bianca. La meta è il parco Yosemite, che altro non è che una parco di abeti altissimi e rocce; in circa 3 ore siamo a destinazione. All’ingresso forniscono una cartina con gli itinerari da seguire e i Wiewpoint dofe scattare foto. Nel parco ci sono molti scoiattoli e riusciamo anche a vedere 2 orsi. Il parco si gira bene in auto, così riusciamo a visitare tutto in giornata, anche Glacier Point, il punto più lontano ed alto (e quello che merita più attenzione). Dormiamo al Best Western ad Oakhurst, a circa 1 ora e 30 da Glacier Point, posto carino r comodo per raggiungere il parco, nonché pieno di Italiani!

5° Giorno Kings Canyon & Sequoia NP. Miglia percorse 395

Oggi mattina dedicata ad altri 2 parchi, che in realtà sono uno. Il primo che incontriamo è il Kings Canyon, un bel parco di abeti giganti e sequoie. C’è una strada panoramica che gira tutto il parco e un breve percorso circolare da fare a piedi. Poi la strada continua verso sud ed entra nel secondo parco, il Sequoia. Anche qui pini e soprattutto Sequoiegigantesche. L’auto va lasciata al parcheggio per poi andare dal “Generale Sherman”, la sequoia più grande del mondo. Non conviene fare il sentiero a piedi di 2 miglia, tanto altre piante bellissime si vedono lungo la strada che esce dal parco. Peccato che dopo poco la strada sia interrotta e dobbiamo fermarci. Il Ranger cj ha detto che l’attesa sarà di circa 20 minuti. Decidiamo di fermarci per la notte a Barstow, paese fatto praticamente di motel (economici) a 6 ore dall’uscita del parco. E’ una tratta lunga ma con un buon taco da asporto mangiato a turno riusciamo ad affrontare bene il viaggio e alle 20:30 siamo già in camera (America’s Best Value Inn). Infatti è stato ficilissimo trovare da dormire, come la giuda ci ha giustamente avvisato.

N.B: In California qualunque familiare può guidare l’auto presa a noleggio, non c’è bisogno di pagare alcun supplemento (come ad esempio accade in Florida).

6° Giorno Death Valley. Miglia Percorse 460.

Sveglia ore 4! Direzione Death Valley. Decidiamo di partire prima dell’alba perché Barstow dista circa 2 ore di auto dall’inizio del parco e al sorgere del sole la temperatura sale rapidamente. Alle 8 ci sono già 30 gradi, all’una arriva a 42°; però il clima è secco, quindi molto tollerabile. Molto bella è la strada fatta per arrivare a Badwater, proveniendo da Baker: sono le 6 e da due ore siamo soli in strada. L’aria è ferma, c’è il silenzio assoluto che opprime i timpani. Arrivati a Badwater inizia la valle “turistica”, cioè qualche altra macchina oltre a noi. Un altro bel punto da visitare è Zabriskie Point, molto panoramico. Dedichiamo tutta la mattina alla visita della vallee all’una la salutiamo dirigendoci a Las Vegas. La strada che imbocchiamo passa da un “paese fantasma”, Ryolite (vicino a Beatty, Nevada): 2 ruderi di case, una casa fatta di fondi di bottiglia, un centro informazioni fantasma (nel senso che è indicato ma non c’è!) e un museo a cielo aperto (Goldwell Museum) di opere assurde di un artista morto, che ha lasciato incompiuto il lavoro. Proseguiamo il viaggio: tappa di arrivo Las Vegas!

7° Giorno Las Vegas

Il nostro hotel è il New York New York, di fronte all’MGM Grand, nella zona nord della Strip. La sera dell’arrivo decidiamo di cenare al buffet del Bellagio; a Las Vegas ci sono molti ristoranti a buffet che con un prezzo fisso ti fanno mangiare oltre la sazietà. Quello del Bellagio ha si le posate d’argento, ma c’è veramente tanta gente! Stasera invece cena prenotata all’Hard Rock Hotel. La giornata la trascorriamo tranquillamenta al Chelsea Premium Outlet a fare tanti acquisti. La sera giochiamo alle slot machine 1$ e ne vinciamo ben 1,24$! Alcune curiosità: A Las Vegas tutti gli hotel sono dotati di grandi parcheggi self gratuiti e anche il Valet Parking (parcheggio con il parcheggiatore, lasciando la macchina davanti all’ingresso) è ugualmente gratuito. Un’altra cosa da non perdere sono i cocktail giganti: esistono nelle versioni frozen (tipo granite) e lisci, da mettere in contenitori dalle forme e dimensioni più disparate!

8° Giorno Las Vegas

Oggi giornata dedicata alla visita degli Hotel. Eccone alcuni:

Bellagio: hall con fiori nel soffitto. Giardino interno con fauna finta gigante. Caesar Palace: interni in stile romano. Riproduzione della fontana di Trevi. Mirage: all’esterno riproduzione di foresta tropicale, con lago, cascate e vulcano. Venetian: Piazza San Marco, calli e ponti. La galleria interna di negozi ha nel soffitto la riproduzione del cielo, sembra di essere all’esterno. MGM: leoni dappertutto, come statue e anche 2 leoni veri. Bellissimo il bar all’interno in tile foresta; intorno ai tavoli ci sono le cascate d’acqua. Luxor: più piccolo. All’interno la piramide è vuota, si affacciano i corridoi delle camere. La hall è un po’ fredda. Rio: ci abbiamo cenato. Lo stile dovrebbe essere “carnevale”, ma a ben guardare sembro più “bordello”. Appena entrati troviamo di fronte un bar dove un barista fa le acrobazie con lo shaker e bottiglie, mentre l’altro, con attaccata in fronte una banconota, gira in piedi sul bancone versando nella bocca della gente una bottiglia. Subito dopo abbiamo la fortuna di assistere all’inizio di uno spettacolo: ballerine vestite di nastrini colorati e ballerini con camicia aperta che danzano provocatoriamente. Poi partono navi, mongolfiere e carri che ci girano sopra la testa con dentro donne e uomini in biancheria, sembra a ballare. Già questo ci poteva bastare e invece uscendo passiamo davanti a un bar dove tra i tavoli ci sono cubiste vestite in intimo bianco che ballano ammiccando ai passanti!

9° Giorno Zion NP- Bryce Canyon NP. Miglia percorse 420

Partenza (purtroppo) da Las Vegas in tarda mattinata e direzione Aion Canyon, dove arriviamo circa 2 ore dopo. Il canyon è abbastanza agevole e piccolo da visitare, anche perché decidiamo di non avventurarci nei sentieri più lunghi. Facciamo solo una bella camminata fino ad un punto panoramico, dove 4 stambecchi (o capre cornute, oppure qualche altro animale di cui non conosciamo il nome) ci attraversano la strada. La seconda tappa della giornata è Bryce Canyon, anch’esso a 2 ore dal parco precedente. Lungo la strada, dato il mancato pranzo, ci fermiamo a prendere un gelato in un simpatico locale a forma di casa dei Flinstone, con tanto di auto fuori! Il Bryce si rivela un bel Canyon fatto di una moltitudine di pinnacoli (Hoodoo) uno accanto all’altro. C’è la strada per scendere a fondo valle, passandoci nel mezzo, però è lunga e fa un gran caldo, così ci limitiamo ad osservarli dai molti viewpoint lungo il percorso in auto. Per la notte ci fermiamo a Salina, un piccolo centro con alcuni motel per viandanti come noi che alle 20:30 chiedono di una camera! Vista l’ora e quanta gente c’era, l’impiegata (Super 8) ci offre una camera superior al prezzo della standard.

10° Giorno Canyonlands NP – Arches NP. Miglia percorse 390

Dopo una gustosa colazione offerta dal motel partiamo per Canyonlands-Island In The Sky, a circa 2 ore da Salina. Questo è un parco veramente spettacolare: la strada è quasi tutta su una mesa (altopiano) con punti panoramici, facilmente percorribili a piedi, da cui si ha una vista fantastica sulle valli sottostanti. Inoltre, non essendoci recinzioni, si può arrivare proprio sullo strapiombo, con una vista che fa davvero girare la testa (l’altopano arriva a quasi 2500 m di altitudine). Tutta la mattina viene dedicata a questo parco, poi allunghiamo il percorso per mangiare qualcosa a Moab, visto che nel parco non c’è nessuna struttura, poi ci direttamente al parco di Arches; qui ci sono gli archi naturali, che l’erosione del vento ha scavato nella roccia. Però dopo lo spettacolo di Island In The Sky ci appare un po’ banale, così gli diamo una breve visita dall’auto e di nuovo in viaggio, per avvicinarci alla meta di domani, la Monument Valley. Il paese più vicino alla valle sulla mappa è Mexican Hat, piccolo paese a poche miglia dall’ingresso del parco. Alle 18:0 ci siamo già, fiduciosi di trovare una buona sistemazione e soprattutto vogliosi di una doccia, per toglierci di dosso la polvere del mattino. Ci attende però una brutta sorpresa: dei 4 motel del luogo, nessuno ha camere libere! L’unica rimasta è una squallida sistemazione di 2×3 metri con solo un piccolo lavandino e il water. La paura di dormire in auto ha la meglio, così scendiamo a compromessi con noi stessi e accettiamo l’offerta del Canyonland Motel. E per fortuna, perché mentre scarichiamo la borsa dall’auto arriva un ragazzo italiano cercando la signora del Motel perché avevano deciso di accettare la stanza che avevano prima rifiutato: peccato, hanno fatto tardi!

11° Giorno Monument Valley. Miglia percorse 400

La nottata è stata lunga e difficile, ma viene ripagata dall’arrivo alla Monument Valley. Alle 7 siamo già nel parcheggio del centro visitatori, ma data l’orapensiamo sia troppo presto per le guide Navajo. Invece il banchino è già popolato, così possiamo approfittarne e prendere una bella jeep privata! La nostra guida per 2 ore e mezza è una ragazza indiana molto gentile, carina e chiacchierona. Ci porta nei punti panoramici più famosi, ma anche sotto e dietro le rocce a vedere pitture rupestrie gli archi naturali; ci canta anche una canzone tradizionale Navajo mentre siamo soli e distesi su una roccia in mezzo alla valle! Siamo stati fortunati, è stata davvero una bella gita e i 75$ a testa li ha valsi tutti! Dopo il tour privato ci meritiamo una bella colazione, visto che da Mexican Hat al parco non abbiamo addentato niente. Una volta rifocillato lo stomaco siamo pronti per una nuova partenza, direzione Santa Fé, se ci riusciamo. Prima però è “d’obbligo” una deviazione a Four Corners, un punto in mezzo al nulla dove si incontrano i 4 stati Utah, Colorado, New Mexico ed Arizona , dietro pagamento, si può metterepiede in tutti e 4 gli stati. Da non credere, c’era la coda per fare la foto! Ripartiamo, prendendo una strada contro la volontà del navigatore e armati di cartina procediamo verso Santa Fé passando per paesi come Coyote, Gallina e Abiquiu. Nonostante ciò arriviamo in città presto, così abbiamo modo di scegliere la sistemazione. Il comromesso è un motel carino nei pressi del centro (Sage Inn Motel); la camera è pulita, in stile indiano e la colazione è pure offerta. Per cena troviamo un ristorante, in pieno stile west, indicato anche nella nostra Rough Guide: Il Barbeque Cowgirl Hall Of Fame!

12° Giorno Santa Fé

Oggi giornata tutta dedicata a Santa Fé e iniziamo con un giro culturale: Il Georgia O’Keefe Museum. Scopriamo che è la pittrice americana contemporanea più famosa, che ha deciso di andare a vivere ad Abiquiu, trascerendosi da New York. Folle! Poi proseguiamo verso alcune chiese (la città, come tutto il New Mexico, è religiosissima e Cattolicissima) e poi shopping nella moltitudine di negozietti di artigianato locale intorno alla Plaza. Questa città, fino al 1900 circa era spagnola, così tutt’oggi ha mantenuto la struttura tipica delle città latine, con una piazza cntrale e le viuzze che vi si dipanano. Tutte le costruzioni, anche nella periferia, sono in stile Adobe, quello usato quando la città fu costruita. Ci sono innumerevoli quantità di gallerie d’arte e anche i souvenir sono manufatti di artisti locali e non, così costa tutto tantissimo! Dopo aver mangiato un buon taco con Chili verde (Io) e rosso (Fabio, che lo ha messo a dura prova) prendiamo l’auto per visitare il Cochiti Pueblo, l’unico pueblo nelle vicinanze che non fa pagare l’ingresso. Però già da lontano l’ambiente ci sembra così squallido che rigiriamo subito e torniamo in città. Prima ci fermiamo al museo dei Nativi Americani, che ci fa capire come vivevano gli indianid prima di Colombo fino a qualche decennio fa. Poi la cena, di nuovo da Cowgirl, questa volta all’aperto e per la seconda sera la cena accompagnata con margarita non ci delude!

13° Giorno Route 66, Pertified Forest NP. Miglia percorse 440

Lasciamo Santa Fé e il New Mexico per avvicinarci al Grand Canyon, il prossimo parco che visiteremo. Perciò questa è una tappa di prasferimento fino a Williams. L’autostrada che ci porterà fino lì è a I40, che ha soppiantato la storica Route66. Purtroppo quest’ultima è ormai ridotta ad un sentiero, talvolta percorribile, tenuto malissimo, per niente valorizzato, anche se molto pubblicizzato dai vari cartelli che indicano “in questo momento stai percorrendo la Route66”. Grazie mille.

Passiamo da Albuquerque, dove pur fermandoci soli 5 minuti riusciamo a fare acquisti! Poi pranzo a Gallup e piccola deviazione al Pertified Forest, un parco nazionale che, nella prima parte ci mostra un bel deserto colorato di rosso e blu, il Paited Desert, e nella seconda i resti di quella che era una foresta preistorica: il legno che ora ha milioni di anni si è cristallizzato all’interno. Uno spettacolo singolare. In questo parco si sono anche resti di insediamenti antichi, noi ci soffermiamo al Puerco Pueblo a vedere le pitture rupestri di questo popolo che ha vissuto lì fino a 600 anni fa. Lasciamo questo parco abbastanza rapidamente e proseguiamo la nostra lunga marcia in auto fino al paese di Williams. Questo è l’ultimo paese ad essere stato tagliato fuori dalla nuova autostrada, quindi ancora mantiene un po’ il fascino della vecchia Route, con motel e negozietti lungo la strada, illuminati da insegne al neon. Qui ci sono molti alloggi, per fortuna tutti disponibili, così scegliamo quello che più ci piace (Rodeway Inn – Downtowner Motel) e ci accomodiamo per la serata. Cena in una locanda che fa delle torte stratosferiche!

14° Giorno Grand Canyon. Miglia Percorse 180

Ore 7:30 partenza per il Grand canyon, che da williams dista circa 1 ora di auto. Il tempo non è dei migliori ma noi siamo fiduciosi. Alla partenza siamodubbiosi su come visitare il parco, alcune zone sono chiuse alle auto, ci sono bus navetta o escusioni in elicottero o aereo, gite in mulo, ecc… Arrivati al Grand Canyon Village (il pese del parco con il centro visitatori) decidiamo di partire alla scoperta dal luogo in modo autonomo, iniziando il Trail a piedi verso ovest. Il lungo South Rim Trail è un percorso in pianura che costeggia il bordo del canyon; ci si può fermare ad ammirare il panorama lungo la camminata nel bosco. Essendo mattina presto c’è anche poca gente, così in alcuni tratti siamo anche completamente soli. Questo tragitto, come tutto il parco e servito dagli shuttle. E’ un servizio molto comodo perché si può camminare lungo il trail quanto si vuole e quando la stanchezza sopraggiunge andare alla fermata del bus per farsi portare direttamente al punto panoramico successivo. Inoltre, in questa direzione buona parte del percorso è chiusa ale auto, di modo che il bus rimanga l’unica soluzione. Sono 2 le linee di bus da utilizzare per visitare questa porzione di parco: prima la linea blu, poi la linea rossa. All’ora di pranzo abbiamo terminato la nostra passeggiata e il primo tratto della nostra esplorazione del parco, così prendiamo la macchina ed andiamo a mangiare da Pizza hut a Tuyasan. Con lo stomaco pieno riprendiamo il giro, questa volta in direzione est, lungo il Desert Drive. Questa zona è percorribile dalle auto, anche se per un tratto anche qui ci sono gli shuttle (linee viola e verde). La strada è lunga e più lontana dal bordo del canyon, così risulta molto meno scenograficas. Inoltre si avvicinano nubi molto minacciose, così scegliamo di andare subito all’ultimo punto panoramico (il più lontano dalla tempesta in arrivo) e poi risalire fino all’uscita. La guida riporta un punto panoramico a suo dire splendido, sconosciuto ai turisti occasionali perché la strada è chiusa (dicono che i Ranger mettono apposta il cartello di divieto per tenere il luogo isolato per i matrimoni). La nostra intenzione è di incamminarci, ma la vista del sentiero sterrato, di un miglio, dentro al bosco, con il cartello “attraversamento leoni” (nel parco ci sono leoni, puma, linci e condor; animali che non abbiamo visto) poco prima e il cielo carico di nubi ci dissuade dall’impresa. Salutiamo il sentiero e continuiamo lungo il più sicura asfalto. Alle 3:0 abbiamo finito anche questo giro, inizia a piovere, torniamo a Williams! Alle 18:15 siamo a cena nella Steakhouse del paese e all’uscita, poco dopo le 19.00, scopriamo che in mezzo alla strada c’è uno spettacolo di 4 tizi vestiti in stile western che si sparano, a salve, per una donna. Tanta vita a Williams! Comunque questo ci permette di andare in camera alle 20, pronti per la prossima giornata.

15° Giorno Saguaro NP. Miglia Percorse 340

Stamani siamo talmente tanto mattinieri che dobbiamo aspettare 20 minuti l’orario della colazione (le 7). Fuori c’è il sole (ieri pioveva), ma sono solo 16 gradi, tant’è che devo accendere il riscaldamento dell’auto. La meta di oggi sarà tucson, ma durante il percorso abbiamo fissato delle tappe intermedie. La prima è Sedona, a poche miglia, località New Age molto alla moda. Per arrivarci passiamo per una strada molto panoramica lungo il Red Canyon; a tratti sembra di essere in montagna, tanto sono fitte e alte le piante ai lati della strada. Lungo tutta la strada non è possibile fermarsi, perché per farlo va acquistato un biglietto apposta. Così arriviamo in città, che è tutta una costruzione in rosso, a continuare il colore delle rocce del canyon circostante. Molti i negozietti carini, ma noi tagliamo corto. La tappa seguente è il Montezuma Ntional Munument: questo si costituisce in due parti: un lago, il Montezuna Well, che per arrivare comporta una deviazione dall’autostrada e decisamente non ne valeva la pena. E’ una pozza creata dal crollo del tetto di una caverna sottostante e adesso resta solo questa, con intorno nulla, solo un piccolo castoro che nuota. Siamo soli e c’è un giovane Ranger che appena ci vede fa finta di guardare l’orizzonte per dimostrare che non stava dormendo. La seconda prate invece è il castello di Montezuma: Resto di un antico pueblo incastonato nella roccia a decine di metri di altezza. Si ammira dal basso lungo un sentiero che gli gira intorno. Per trovarlo ci abbiamo messo un poco, ma alla fine ne valeva la pena. Lì ci imbattiamo in un pullman di italiani in gita, dove la guida si ferma a spiegare quali sono le piante di fagiolo e quelle di zucca: viaggiare da soli non ha prezzo! Ripartiamo da Montezuma e all’ora di pranzo siamo a Phoenix. Qui facciamo la terza tappa, perché ci sono molti centri commerciali e io ho finito la memoria della telecamera; inoltre ne approfittiamo per mangiare anche un ottimo taco con gamberi. Alle 15 circa finalmente siamo a Tucson, ma prima di andare a cercare riparo per la notte, visitiamo il parco dei Saguaro, i cactus giganti e solitari che vivono solo qua. Lungo l’autostrada non ci sono indicazioni, così diamo fiducia al navigatore e usciamo. Imbocchiamo una strada sterrata che ci porta in mezzo a centinaia di saguaro; siamo soli e ci sono 42 gradi, è bellissimo ed avventuroso, ma siamo preoccupati perché con tutti i sassi lungo la strada e le alte temperature c’è rischio di forare. Dopo un ora (per fare 10 miglia) ariviamo al centro visitatori del parco, dove capiamo di aver preso una strada secondaria interna; c’era una comoda strada asfaltata poco più avanti. Però non avrebbe avuto il fascino dell’avventura come quella, e poi così abbiamo praticamente già visto tutto. Comunque decidiamo di fare un breve percorso a piedi, per scattare qualche foto; il caldo e l’essere soli, con il rischio di serpenti ci fa ben presto tornare in auto per andare a cercare un albergo. Al Grand Canyon Fabio aveva perso una bella guida gratuita sull’Arizona, con indicati molti hotel e motel, quindi ci affidiamo a questa e troviamo così l’hotel della prima pubblicità (Tucson City Center Convention and hotel): ha posto e per 74$, tasse comprese abbiamo una camera nuova con 2 queen bed, colazione e aperitivo serale compreso! Finalmente ci voleva un po’ di comfort!

16° Giorno San Diego. Miglia percorse 500

Dopo una buona colazione nel nostro bell’albergo di lusso a sconto, partiamo per San Diego. La meta è lontana però decidiamo di fare come ieri, fermarci più volte per spezzare il noioso viaggio nelle autostrade americane, dritte e larghe. Il centro di Tucson lo salutiamo in auto, poi subito l’interstate. La prima tappa è Gila Bend, tappa tattica per bagno e cambio alla guida, solo un hotel Best Western in stile Ufo. Proseguiamo il viaggio dentro il deserto, con 40 gradi già alle 10 di mattina, verso Yuma, seconda tappa di giornata. Qui pranzo “finalmente” all’In&Out di Fabio e poi via di nuovo perché la strada è ancora lunga. Andiamo a vedere il Colorado, ma il termometro segna 41 e camminare è una dura prova. Lungo la strada arriviamo a 45 gradi, non so se sia un record per questo deserto, ma sicuramente lo è per noi. Il paesaggio è splendido, dune sabbiose a perdita d’occhio e zone di checkpoint (ne passiamo 3!) perché la strada tocca punti vicino al confine messicano. Facciamo l’ultima deviazione a Niland (40 miglia dall’autostrada) per andare a vedere una montagna di mattoni colorati costruita da una persona che ancora ci abita e dove il tizio protagonista di “Into The Wild” ci ha passato qualche giorno. Questa deviazione ci porta via più di 2 ore, anche perché non la troviamo subito, così arriviamo in vista di San Diego che sono le 19 e questo causa un po’ di discussioni tra di noi. Fortuna che l’hotel era già prenotato da ieri (addirittura l’Hilton), così almeno il letto è assicurato. Arrivati (abbiamo anche sbagliato hotel), doccia e fuori a cena: scopriamo che San Diego è una città giovanissima, piena di locali e bella gente. Il quartiere centrale è il Gaslamp, fondamentalmente una strada, dove si aduna tutta la vita della città e dove si può passare una bella serata.

17° Giorno San Diego

Oggi giornata di riposo. Andiamo a scoprire la città tranquillamente a piedi. Da vedere, di storico, non c’è molto, tranne la casa più vecchia, che altro non è che un prefabbricato-container, e il museo navale. Questo si dimostra molto carino: costituito da 6 navi attraccate al molo, è visitabile tranquillamente in tutta la giornata. Noi dedichiamo molto tempo all’esplorazione del sottomarino russo! Nel pomeriggio intervalliamo lo shopping alle navi e incontro la Giulia, ex compagna di università: incredibile!

18° Giorno San Diego. Miglia Percorse 190

Dato che il centro lo abbiamo ben guardato, oggi prendiamo nuovamente l’auto e, dato che dovremo andare a nord, per dormire a LA, decidiamo di passare la giornata nella zona nord di San Diego, al Balboa Park. Chiediamo una mappa all’ufficio informazioni del parco e il Mister ci da delle ottime dritte sulla scoperta del parco: Mostra e gara di Tuning di auto e concerto dell’organo esterno più grande del mondo. Inoltre questo parco è grandissimo, con 15 musei e giardini a tema. Noi ne visitiamo un paio, ma brevemente, perché il caldo è notevole. Ascoltiamo quasi tutto il concerto (sotto il sole, alle 2 del pomeriggio, ogni domenica) e dopodiché la nostra visita al parco può dirsi più che conclusa. L’autostrada per Los Angeles è intasatissima, ma noi speziamo il viaggio fermandoci ad una spiaggia: che bello, metto i piedi nel ghiacciatissimo Oceano Pacifico! Arrivati a LA cerchiamo un motel comodo per domani (Nite Inn Universal, pessimo motel): gli Universal Studios; poi cena alla caffetteria/paninoteca tipica: il Big Boy, con tanto di foto!

19° Giorno Universal Studios. Miglia Percorse 90

Oggi, visto che dal programma originario siamo avanti di un giorno, avendo già visitato LA, ci dedichiamo alla visita degli Studios della Universal, che l’anno scorso avevamo snobbato. Dato che non abbiamo la connessione ad internet, non possiamo stampare i biglietti; così per paura delle lunghe code alle 7:30 siamo davanti ai cancelli (il parco apre alle 9!) e assistiamo in diretta all’inizio e accensione delle attività commerciali e non. La lunga attesa iniziale viene però ripagata dal non fare code per tutta la giornata: sia gli spettacoli che i giochi sono liberi quando arriviamo, così riusciamo a fare tutto e alle 3 siamo già fuori (passandoci davanti nel pomeriggio qualche attrazione ha anche 40 minuti di attesa!).Adesso la meta per la notte sarà Santa Barbara, a 2 ore di auto. Cercare di restare svegli è dura, siamo entrambi stanchi per la lunga giornata. E anche trovare alloggio in paese non si rivela così semplice. Però mediamo per un hotel tranquillo di poca spesa (Orange Tree Inn), e quello che risparmiamo per la notte lo investiamo per cena: Fabio mi porta in un localino delizioso (che la guida indica come molto amato dalla gente locale) e dopo tanto riusciamo a vedere nel piatto cibi che non siano hamburger o burrito!

20° Giorno Big Sur. Miglia percorse 240

Lasciamo Santa Barbara per risalire verso San Francisco lungo la Highway 1, passando attraverso la regione del Big Sur. In realtà vorremmo anche fermarci un po’ di temoi in spiaggia ma nonostante non sia freddo, le spiaggie e il mare non sono dei migliori: Alghe dappertutto, invase da simpatici insetti, e anche in acqua, con il risultato di uno spettacolo abbastanza deprimente. Così, dopo alcuni tentativi rinunciamo e imbocchiamo la nostra strada. Ben presto ci rendiamo conto che sarebbe stato molto più bello e panoramico percorrerla da nord a sud, anziché al contrario come facciamo noi, però ci sono tantissimi punti panoramici e spiazzi per fermarci. La costa qua è molto più alta, la strada è in alto e per 40 miglia tutta curve. Non si può in alcun modo accedere al mare, è solamente un panorama da ammirare. L’unico modo per andare nelle piccole spiaggie sottostanti è quello di entrare nei parchi della regioe del Big Sur, ovviamente a pagamento. I sentieri sono un po’ lunghi, così tiriamo dritto. Arriviamo a Monterey presto, circa alle 18, e nel motel Super 8 che scegliamo per la notte scarichiamo tutti i bagagli, visto che il compito per il dopo cena sarà quello di fare le valigie! Prima però una bella passeggiata lungo Cannery Row, con cena in un ristorante con vista baia, che ci predispone bene per questo arduo compito. La prova era dura ma noi la superiamo egregiamente, così domani ci goderemo l’ultimo giorno senza il pensiero dei bagagli.

21° Giorno San Francisco. Miglia percorse 160

Purtroppo la vacanza sta giungendo al termine; oggi da monterey ritorneremo a San Francisco e dovremo riconsegnare l’auto. Appena svegli facciamo il checkin on-linee stampiamo le carte d’imbarco con l’aiuto del gestore del motel. Poi imbocchiamo la 17 miles drive, una strada a pagamento (9,50$) che gira intorno a un campo da golf, con ville e foresta, e un bel panorama sul mare. Anche qui fermarsi in spiaggia non è semplice, così dopoun giro del luogo prendiamo l’autostrada perSan Francisco e l’hotel Best Western (Coyote Point) che abbiamo già prenotato dall’Italia. Ci fermiamo per pranzo in un Outlet a metà strada, così facciamo gli ultimi acquisti e l’ultimo pranzo americano a base di taco, e alle 4:30 siamo in hotel. Scarichiamo tutta la macchina e la riportiamo al noleggio Hertz in aeroporto; fortuna che partiamo per tempo perché per cercare un distributore per fare il pieno finiamo nella periferia di San Francisco, quartieri molto “popolari”, e per ritrovare l’aeroporto non è semplice, nonostante il navigatore. Comunque dopo un’ora e mezzane siamo fuori e possiamo pensare alla cena. Anche questo non si rivela cosa semplice perché l’hotel è praticamente nel nulla, non ci sono mezzi pubblici e la ragazza della reception sembra non sapere niente del mondo che la circonda. Per fortuna, armati di computer, prendiamo l’indirizzo del ristorante Denny’s pù vicino e investiamo gli ultimi 30$ per un viaggio in taxi andata e ritorno fino a lì. Ultima cena a base di hamburger e patatine fritte, più gelato “pannoso”! Domani sveglia presto per l’aereo che ci attende.

22° Giorno Ritorno

L’aereo US Airways per Philadelphia ci attende alle 8:30; la navetta dell’hotel ci passa a prendere 2 ore prima esatte e dopo 10 minuti siamo in aeroporto. Lasciamo i bagagli al banco check-in e dopo un rapido controllo del bagaglio a mano siamo già al gate. L’imbarco è puntuale, l’aereo decolla con circa 20 min di ritardo ma speriamo recuperi in volo. La cosa strana è che prima di salire ci fanno lasciare i trolley, probabilmente per imbarcarli in stiva.



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