La Palermo rubacuori

Alla scoperta della capitale italiana della cultura 2018
Scritto da: Gherardo
la palermo rubacuori
Partenza il: 25/04/2018
Ritorno il: 28/04/2018
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
Questa era una delle mete che spesso cercavo di propormi e, finalmente, trovando un volo piuttosto economico, sono riuscito a organizzare. Come aeroporti vicini a Sansepolcro ci sono quelli di Perugia, Firenze, Pisa, Rimini e Bologna, ma Palermo non è raggiungibile da tutti e in qualche caso gli orari di partenza non sono molto indicati per un vecchietto del mio stampo. Quindi, ho trovato Roma Fiumicino dove Ryanair, giornalmente, propone 4 voli in orari diversi con un prezzo veramente buono (54€ a/r). Non non potevo rifiutarmi… Quindi ho prenotato subito per moglie e mia sorella e, in seguito, anche per Paola e Maria Pia (anche se poi Paola non è potuta unirsi al gruppetto). Dopo il volo, la consueta ricerca dell’appartamento o Hotel seleziono su booking. Dopo qualche giorno, leggendo il racconto su turisti per caso, opto per dare un’occhiata su airbnb, così ho modo di capire quale sia la soluzione preferita da tutti. Scegliamo di prenotare su Airbnb l’appartamento per 5 Antigone (240 € in totale per tutti e 5, anche se infine saremo in 4). Con Francesco Paolo dell’appartamento riesco a scambiarmi e-mail e messaggi whatsapp, verificando la sua disponibilità e serietà che, sicuramente, hanno influito nella scelta. Poi è la volta della prenotazione del parcheggio. Ho sfruttato un’offerta di Looking4Parking. Con il servizio di Car Valet compreso, abbiamo speso 20 € in tutto. Non ci resta che aspettare la data della partenza, visto che questa volta non ho intenzione di preparare il programma prima. Mi sono premunito di una mappa della città e di informazioni varie. Una delle cose che abbiamo constatato con piacere è l’educazione e la disponibilità dei palermitani, pronti a darti informazioni (come arrivare in determinati posti, cosa vedere e dove mangiare). Comunque… iniziamo il racconto.

Il 25 aprile alle 6 ritrovo alla pasticceria da Tiffany a Sansepolcro e dopo una buona colazione siamo partiti alla volta di Roma Fiumicino. Meglio essere prudenti perché in queste giornate di festa la viabilità potrebbe essere lenta. Siamo invece arrivati con largo anticipo verso le ore 9 (il volo era alle 11,45) e lasciata l’auto come da prenotazione al servizio Car Valet ci siamo immediatamente diretti al controllo e al gate. Qui, purtroppo, abbiamo dovuto attendere un po’, ma sono del parere che sia meglio arrivare in anticipo che in ritardo. Il volo, però, nonostante eravamo a bordo, ha avuto un ritardo di 1 ora… quindi eravamo piuttosto cotti. Ma alle 14 arriviamo all’aeroporto Falcone e Borsellino e prendiamo il bus Prestia e Commandè prenotato online a 10€ a/r a persona. In 50 minuti siamo alla stazione centrale di Palermo e da lì il percorso breve per arrivare all’appartamento “Antigone” di Francesco Paolo, in Via Divisi. Ci accoglie con una educazione estrema aiutandoci a trasportare i bagagli in appartamento posto al 2 piano e una volta dentro ci dà consigli su dove mangiare, cosa vedere e tutti gli accorgimenti del caso che si uniscono al programma che avevo in mente e che era già pieno. Dopo 30 minuti siamo in strada e prendiamo la direzione del mare, arrivando sino a piazza della Marina. Visto gli orari tutti sfalsati della giornata abbiamo anche un certo languorino e cerchiamo il primo ristoro consigliato da Paolo che è nella zona, “da Franco” ovvero Nni Franco. Si tratta di una delle panellerie più buone di Palermo e così non ci facciamo scappare l’occasione. È all’angolo tra piazza della Marina e Via Vittorio Emanuele, ci sistemiamo in un tavolino esterno e ordiniamo lo spuntino che, dalle porzioni arrivate, sembra più un pranzo. Due ragazzi, uno il compare dell’altro, sentono il nostro dialetto toscano e ci danno dei consigli utili e delle curiosità che apprezziamo sul modo di vivere dei palermitani e per cena ci indicano un ristorante non distante dove avremmo mangiato bene e ci consigliano di dire che ci mandavano loro per un trattamento speciale (“Palazzo Sambuca” in via Alloro). Spazzoliamo in 4 e 4 – 8 i piattoni di Nni Franco ma al termine tutti quei fritti ci rimarranno un po’ pesanti per la serata.

Continuiamo la passeggiata risalendo via Vittorio Emanuele fino a volgere lo sguardo verso la nota “Fontana della vergogna”, realizzata a Firenze ma poi acquistata e trasportata a Palermo. La fontana è davvero notevole. Particolari anche tutti i busti dei 24 animali posti nell’anello più basso. Mentre ammiriamo la fontana notiamo l’apertura del Monastero di Santa Caterina e paghiamo il primo biglietto per entrare, mentre mia sorella Loredana rimane fuori non attratta dalle altezze. Bello il monastero e il chiostro delle suore e per quello che si vede è bella anche la chiesa che ammiriamo solo dall’alto e dietro le inferriate, ma la parte più bella del percorso sono le terrazze sui tetti da dove, in quella splendida giornata di sole, possiamo ammirare la città, la fontana dall’alto, le cupole e, soprattutto, l’adiacente piazza Bellini con le chiese della Martorana e di San Cataldo.

Dopo 20 buoni minuti scendiamo, ma sono costretto a fare il percorso inverso e risalire perché avevo lasciato gli occhiali da sole e i soliti commenti della moglie non tardano ad arrivare. Lasciata la fontana raggiungiamo prima la Chiesa di S. Giuseppe dei teatini e poi piazza 4 canti e continuiamo il percorso di Via Maqueda (la via principale). Ovviamente qui le donne si sbizzarriscono a guardare a destra e a manca per le vetrine e a me non dispiace passeggiare in tranquillità in questo primo giorno a Palermo. Raggiungiamo il teatro Massimo e poi torniamo indietro… mente la serata volge già al termine. Paolo dell’appartamento ci aveva consigliato un locale proprio in zona e quindi arrivati all’incrocio con Via Venezia cerchiamo il ristorante Ferro di Cavallo. Notiamo la fila fuori dal locale, ma l’accoglienza è interessante. I camerieri vengono spesso a lasciare sopra una botte piatti di fritture miste, di gamberoni, e bottiglie di prosecco e quindi non possiamo che approfittarne.

L’attesa comunque è breve e all’interno ogni minimo spazio è occupato da tavoli pieni di gente. Anche il servizio è veloce, così da poter avere un ricambio continuo. L’unico, però, che rimane soddisfatto della scelta dal menù sarò io per aver preso degli spaghetti al nero di seppia. Le donne invece si lamentavano del loro calamaro ripieno che non era come si aspettavano. E’ comunque vero che avevamo ancora la frittura della merenda sommata a quella dell’aperitivo e non troppa fame.

Rientriamo in appartamento in 5 minuti a piedi e contenti di essere a Palermo.

Il secondo giorno ci alziamo alle 8 e per le 8,30 circa siamo già in Via Roma al “Caffè Roma” per fare colazione. Poi ci avviamo verso Via Garibaldi ad attendere il passaggio del Free Bus non conoscendo ancora il percorso. Comunque siamo fortunati e di lì a poco passa il piccolo bus che da qualche anno è gratuito e raggiunge le principali mete cittadine. All’interno alcune signore ci sentono parlare e capiscono che la nostra meta è Il Mercato del Capo. Si affrettano a darci indicazioni di dove sia la fermata migliore per scendere. Arriviamo a Sant’Agostino e ci consigliano di scendere, così ne approfittiamo per vedere l’interno della chiesa e soprattutto del chiostro. Percorrendo Via Sant’Agostino arriviamo al mercato che ci aspettavamo sicuramente di un altro spessore. Particolare con banchi di pesce e verdure, ma niente di che… qualche venditore che alza la voce per attirare i clienti ma rimaniamo molto delusi. Non ci resta che fare dietrofront e andare verso a piedi la cattedrale. Arriviamo alla Cattedrale da piazza Sett’Angeli e ammiriamo subito l’abside ricca di particolari. Poi entriamo dalla navata laterale (che è comunque l’entrata principale) e diamo un’occhiata all’interno, non è altrettanto bello come fuori. Sapevamo della storia che lega la Cattedrale di Palermo e quella di Monreale e per ora ne abbiamo conferma. C’è la possibilità della visita nel tetto della Cattedrale e, come al solito, Loredana rimane fuori e noi paghiamo il biglietto per visitare visita cripta e terrazze. Il percorso per salire è piuttosto faticoso, ma il panorama che ci attende è molto bello e lo consiglio a chi non soffre di vertigini.

Scesi dalla terrazze e dopo aver visto anche la cripta ricompattiamo il gruppo e ce ne andiamo verso il mercato di Ballarò. Anche questo non è esaltante, meglio del precedente, ma pensavamo che erano più coinvolgenti di quanto abbiamo visto.

Ci fermiamo a pranzo lungo il mercato approfittando del fresco e riposandoci un po’. Mangiamo bene spendendo anche poco e poi riprendiamo il percorso verso la Chiesa del Gesù che non manchiamo di visitare e all’interno. È molto bella e ricca di particolari in stile barocco, anche se non è lo stile che prediligo. Il percorso ripassa da Piazza Bellini e siamo in un orario consono con l’apertura delle chiese di San Cataldo e la Martorana, magnifiche entrambe, la prima in stile arabo che mi ricorda quelle viste a Granada, la seconda con dei bellissimi mosaici bizantini che ci fanno confermare come possa essere una delle chiese più amate dai palermitani.

In comune accordo decidiamo di andare verso la Cala e pertanto con la mappa in mano. Facciamo un percorso passando dalla Basilica di San Francesco, che visitiamo. Ci colpisce come sia diversa da tutte le altre, qui lo stile povero minimalista ci riporta alle nostra chiese e lì a fianco visitiamo pure l’oratorio dell’Immacolatella. Arriviamo alla Cala e costeggiamo il mare fino al foro italico, sistemandoci a sedere nelle panchine di ceramiche colorate e seguendo le operazioni di un Canadair per lo spegnimento di un focolaio sopra Palermo. Dopo circa un’ora riprendiamo il cammino lungo il foro italico e proprio all’incrocio con via Lincoln assistiamo ai rilievi della polizia urbana per un incidente che pensiamo pure grave, visto che notiamo sangue e uno scooter per terra piuttosto rovinato. Prendiamo Via Lincoln ed entriamo solo nei giardini di Villa Giulia senza però entrare né nella villa né al giardino botanico lì di fianco. Eravamo nella zona dove ci avevano indicato i ragazzi conosciuti da “nni Franco” e così ne approfittiamo per la scelta del locale per la cena. Indichiamo sul cellulare l’indirizzo di “Palazzo Sambuca” in via Alloro e lentamente seguiamo il percorso ammirando il quartiere della Kalsa. Entrati nel ristorante abbiamo ricordato la raccomandazione e uno dei ragazzi che avevamo conosciuto era il fratello della cuoca, ma non credo che poi la raccomandazione sia servita. Il locale è molto raffinato, si è mangiato benissimo spendendo il giusto, circa 24 € a testa che per una cena senza strafare mi sembra adeguato. Dopo cena il percorso verso il nostro appartamento è breve e visto che poi al mattino ci alziamo sempre presto decidiamo di rientrare.

Il programma del 27 aprile è molto intenso. Partiamo alla volta di Monreale dopo aver fatto colazione in un bar in Via Roma, diverso dal precedente. Alla stazione prendiamo il BUS fino a piazza indipendenza e acquistando il biglietto valido un’ora, (se passava prima il Free Bus andava ugualmente bene), a bordo il controllore dopo aver saputo la nostra direzione, prima oblitera il biglietto e poi si avvicina all’orecchio, mettendomi anche un po’ di timore, e mi informa di stare in campana sul bus per Monreale perché sono molto affollati e ci sono stati casi di furto. Scendiamo in Piazza Indipendenza e aspettiamo il 389 che tarda ad arrivare e quando arriva è già pieno, ma riusciamo a salire spingendoci all’interno. Siamo come sardine e l’avvertimento del controllore di prima era corretto. In ogni caso stiamo buoni così per una trentina di minuti prima di arrivare a Monreale. Scesi dal bus percorriamo come pecorelle la salita verso la Cattedrale ed entriamo subito all’interno dall’ingresso laterale. Meraviglia delle meraviglie… i nostri occhi si spalancano per ammirare stupendi mosaici dorati che decorano le navate e l’abside della cattedrale. Non c’è uno spazio lasciato vuoto. Abbiamo un solo rammarico, averla visitata con poca luce, visto che il cielo era coperto da nuvole che fanno pensare ad una imminente pioggia. Stiamo in contemplazione sia dei mosaici che della pavimentazione geometrica spettacolare per una buona oretta e uno volta usciti facciamo il biglietto per entrare nel cortile… che sapevo era da non perdere.

Auguro a tutti di vedere il cortile, perché è qualcosa di veramente spettacolare e anche la mia fotocamera si scalda nell’immortalare quei momenti.

Usciti seguiamo Maria Pia che cercava un negozietto di ceramiche dove era stata anni prima con una gita. Troviamo modo di fermarci alla pasticceria per consumare dei tipici pasticcini “Africani“, che sono i migliori della zona… da quanto ci dicono. Giriamo in lungo e in largo e alla fine troviamo la strada in discesa dove era questa ceramista. Dopo aver riempito le borse con una decina di ceramiche varie e dopo aver aspettato una buona ora ritorniamo verso il capolinea del Bus 389, ma leggendo gli orari capiamo che occorreva attendere più di un’ora al prossimo (sono davvero pochi gli autobus e sempre tutti pieni e non capisco perché non aggiungano corse). Pensiamo cosa fare. Poi, vedendo un taxi non lontano, mando Pia e mia moglie a sentire quanto avremmo speso per portarci a Palermo. La corsa per 6 persone è di 60 € e dal momento che si erano aggregate due giapponesi optiamo per il taxi. Scendiamo a Piazza Indipendenza e decidiamo di visitare subito il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina. Facciamo il giro del palazzo passando sotto Porta Nuova per trovare l’ingresso che ci riporta a quello da piazza indipendenza dove vedevamo la coda. Paghiamo i 4 biglietti ed entriamo solo nel percorso che ci porta alla Cappella Palatina perché il Palazzo non era visitabile per motivi che ora non ricordo. Visto l’orario di pausa-pranzo non facciamo molta coda nemmeno per entrare alla cappella e possiamo godercela senza quella calca abituale. Devo ammettere che questa è una delle cose più notevoli che abbia mai visto. Ogni particolare cattura il mio sguardo sia dei mosaici delle pareti sia degli intarsi del pavimento e all’uscita non mi rimane che acquistare un volume che spiega la storia di quella meraviglia. Usciamo e sorridiamo nel vedere di quanta gente fosse in coda per poter entrare mentre noi fortunatamente abbiamo atteso solo 2 minuti.

Riprendiamo il Free Bus per avvicinarci a via Maqueda per uno spuntino e poi all’appartamento per fare un breve “pit-stop” e ricaricare le pile.

Verso le 17 ripartiamo alla volta del vicino mercato della Vucciria e rimaniamo ancora una volta delusi per la pochezza dei banchi che, come ci confermano gli stessi venditori, è un mercato che sta scomparendo e ai tanti ambulanti palermitani si sostituiscono quei pochi venditori stranieri con cianfrusaglie. Ci fermiamo a San Domenico per una visita alla chiesa e poi in un bar nella piazzetta.

A quel punto avevamo visto molte cose e la serata volgeva al termine, quindi decidiamo di fare due passi di nuovo in via Maqueda in attesa di andare a cena. Per la cena avevamo prenotato all’Osteria Ballarò perché a Sansepolcro avevamo saputo che lì a Palermo questo ristorante era gestito da un nostro concittadino sposato con una siciliana. Il locale è molto rinomato a Palermo e chiedendo qua e là, spesso ci consigliavano proprio quel locale. Arriviamo alle 20 e ci accoglie la moglie di Gianluca, mentre lui era dovuto rimanere a casa con i due bambini piccoli e quella sera al ristorante era di turno la moglie. Mangiamo davvero ottimamente e ci viene offerta la bottiglia di vino. È un locale che ci viene da consigliarlo caldamente sia per l’atmosfera sia per la qualità del cibo e la varietà delle proposte. Dopo cena passeggiamo per Via Vittorio Emanuele e raggiungiamo la cattedrale per ammirarla con le luci della sera, scattiamo qualche foto e poi torniamo verso l’appartamento.

28 Aprile

Ultimo giorno a Palermo. Ci alziamo al solito orario e prepariamo il bagaglio che Paolo ci ha fatto lasciare tranquillamente in appartamento, anche se sarebbero entrati per le consuete pulizie prime di ricevere altri ospiti. Facciamo colazione fuori e poi prendiamo il Free bus, facendoci lasciare nei pressi di San Giovanni degli Eremiti (consigliato da alcune recensioni e anche da qualche amico da casa). Arriviamo alle 9,30 in punto, l’ora di apertura. Visitiamo la spoglia chiesa medievale, che ci lascia alquanto inebetiti, e il cortile annesso che, nonostante i due giardinieri, non trasmetteva ordine e perfezione. Il colonnato del cortile interno è abbastanza bello ma, ovviamente, dopo le esperienze del giorno precedente, tutto ci sembrava squallido. Usciamo di quasi subito e riprendiamo il Free Bus facendoci lasciare vicino al Teatro Massimo. Tra le cose rimaste e consigliate da vedere c’era pure il Teatro, così, in attesa dell’ora di pranzo, decidiamo di entrare. Il teatro è il secondo in Europa per grandezza ed effettivamente anche un bell’edificio. Molto particolare il soffitto del Teatro che è privo di lampadario centrale, perché ha la particolarità di essere un soffitto apribile con un meccanismo particolare che lo scoperchia in modo tale che anche nelle giornate calde di estate così che si possano svolgere concerti e opere teatrali.

Dopo la visita ci incamminiamo a piedi verso Via Maqueda dove le soste nei vari negozi di abbigliamento sono quasi obbligatorie. Pia e mia moglie fanno acquisti, mentre io e mia sorella spesso ce ne stiamo seduti ad attenderle, ammirando “lo struscio” di quella nobile città. Si avvicina l’ora di pranzo e decidiamo di tornare da Ferro di Cavallo. Questa volta ci soddisfa a tutti sia nella qualità che nel prezzo. Siamo proprio agli sgoccioli, il tempo di gustare una granita e tornare verso l’appartamento a ritirare i bagagli. Non riusciamo a salutare Paolo impegnato in altri check-in e con calma ci avviamo in anticipo alla stazione per prendere la navetta.

Bello il percorso Palermo/Aeroporto e a Capaci scorgiamo il monumento messo dopo la strage del ’92. L’aeroporto non è molto grande, quindi sbrighiamo facilmente le operazioni doganali e siamo al gate.

Ritorno in orario perfetto, attendiamo i bagagli e chiamo il servizio di Carvalet per riprendere la mia auto. Tutti noi siamo concordi nel giudizio di Palermo e oltre alla bellezza della città, non a caso capitale della cultura 2018, siamo rimasti sbalorditi per l’ospitalità dei palermitani, il cui unico neo è quello di non essere mai stati abituati all’ordine e alla pulizia, lasciando sacchi di immondizia ai margini delle strade anche laddove c’è il cartello di divieto, ma crediamo che con un po’ di buona volontà e di amore per la propria città possano superare tranquillamente questo difetto.

Non dimenticatevi di mangiare il Cannolo alla pasticceria Costa e di consumare le “Arancine” da “Ke Palle” che a Palermo, a differenza di tutta la Sicilia, dove sono gli Arancini, qui vengono chiamate così al femminile.

Da oggi sono anche io un po’ rosa-nero e… forza Palermo, con l’augurio che già quest’anno possa tornare in serie A.



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