Tutto il bello e il buono di Palermo

Un itinerario all'insegna della cultura e della gastronomia
Scritto da: Thelma18
tutto il bello e il buono di palermo
Partenza il: 11/09/2017
Ritorno il: 15/09/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
11 settembre, data impressa nella memoria di ognuno di noi e forse un po’ nefasta per partire, infatti l’inizio non è dei migliori: 2 ore di ritardo alla partenza dall’aeroporto di Torino Caselle con Ryanair, ma non lamentiamoci troppo, altri passeggeri non sono neanche partiti.

Atterriamo all’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo Punta Raisi alle 15,30. Ci attende la navetta messa a disposizione dal B&B – “In Centro a Palermo” – Via E. Amari, 140, Palermo, Durante il tragitto, l’autista, simpatico e molto gentile, ci fa da cicerone e ci dà delle importanti indicazioni sia su cosa visitare e dove mangiare. I palermitani parlano in continuazione di cosa mangiare, a colazione discutono di cosa si mangerà a pranzo, a pranzo di cosa si mangerà a cena… Allo svincolo per Capaci ci appare, come un pugno nello stomaco, il monumento alla memoria della strage dove trovò la morte Falcone e la sua scorta, Palermo è anche questo.

Arriviamo nel B&B, che si trova dietro al teatro Politeama, quindi in pieno centro e con la fermata dei bus proprio davanti all’ingresso. Inaugurato a maggio, quindi completamente nuovo, bello, accogliente, perfettamente arredato, con un ottimo rapporto qualità/prezzo, circa € 80 a notte con una discreta colazione. Il personale gentilissimo e molto disponibile. Essendo arrivati in ritardo dobbiamo modificare il “nostro” tour (come sempre organizzo le giornate del soggiorno). Dopo una rinfrescata partiamo alla scoperta di questa bellissima città, naturalmente da visitare quasi esclusivamente a piedi, il mio mantra, per la felicità di mio marito è, “Non conosci a fondo una città fino a quando non ti sei consumato le scarpe per visitarla”. Non avendo pranzato ci concediamo due “arancine” (a Palermo sono femmine), nella sottostante gastronomia “Ke palle”, ottime. Con l’inseparabile App di “Google maps” ci incamminiamo verso la Cala, la passeggiata che costeggia il porto turistico, qui si trova un’area archeologica monumentale, vi è una torre tozza e altre costruzioni che formano il Castello di mare, ma dato che sono le 18.00 e sia le chiese che altri luoghi turistici sono ormai chiusi, dobbiamo accontentarci di ammirare solamente l’esterno sia della splendida chiesa di Santa Maria Catena (aperta dalle ore 10-18). Che del Loggiato di San Bartolomeo. Torniamo quindi verso il centro, il cielo si è oscurato e il temporale sembra imminente. La fame comincia a farsi sentire e optiamo per il primo ristorante consigliatoci dalla responsabile del B&B, “Vino e pomodoro”, non male anche se il personale non è, né gentile né molto presente, le portate discrete e il conto nella norma sui € 69,00 per due antipasti due primi e una bottiglia di vino.

2° GIORNO: 12/09/2017 MARTEDÌ

Ci incamminiamo per Via Roma verso la piazza di San Domenico, strada facendo ammiriamo l’imponente Palazzo delle poste di epoca fascista, un enorme parallelepipedo bianco con un colonnato gigantesco dipinto di rosso. Arriviamo nella piazza San Domenico ed entriamo nell’omonima chiesa definita, il Pantheon di Palermo, dove sono sepolti i personaggi più illustri della città, come Francesco Crispi e dove nel 2015 è stata traslata la salma di Falcone. Visitiamo anche il chiostro, la visita è a pagamento, purtroppo nella notte tra domenica e lunedì una violenta grandinata ha distrutto molte piante, e nel giardino si vedono ancora le conseguenze, questo non ci ha permesso di ammirarlo al meglio.

All’uscita decidiamo di salire sul terrazzo della Rinascente, da lì il panorama sulla città è bellissimo.

Ci addentriamo quindi nella Vucciria, che non è più il mercato di una volta, ma è piena di locali dove alla sera i ragazzi si ritrovano per mangiare e bere, uno dei centri della movida palermitana. Il luogo ha comunque mantenuto il suo fascino, qui si può trascorrere una serata tra cibo di strada, birre e sfide a calciobalilla.

Prendiamo corso Vittorio Emanuele, il Cassaro così chiamato dagli arabi – al-qasr che significa il castello, in linea retta rappresentava la strada di collegamento tra il palazzo dei sovrani che era posto nella parte più alta e il mare. Da ovest a est la strada interseca a spina di pesce altre vie secondarie, inizialmente era più corta, finì con l’allungarsi nella seconda metà del cinquecento. Arriviamo ai Quattro Canti, cuore della Palermo settecentesca, il punto di incontro tra i quattro quartieri antichi, Albergheria, Capo, Kalsa, Vucciria. Peccato che sia un incrocio molto trafficato, dove è quasi impossibile potersi fermare per ammirare il gioco di luci sui quattro angoli della piazza. Visitiamo la chiesa di San Giuseppe dei Teatini, l’interno è saturo di stucchi, colori e bassorilievi. All’uscita ci incamminiamo per Via Maqueda, pedonalizzata, sulla sinistra troviamo Piazza Pretoria con l’omonima fontana, meglio conosciuta come la Fontana della Vergogna, poiché questo monumento è tutto un trionfo di ninfee, tritoni e divinità con gli attributi al vento, quando lo scoprirono, le monache di San Giuseppe dei Teatini (la fontana è collocata di fronte al convento), si affacciarono esclamando “che vergogna”. Sulla piazza si trova il Palazzo delle Aquile sede del Municipio, che si può visitare in modo autonomo, belle le sette sale nobili e colorate. Accanto a Piazza Pretoria, si apre Piazza Bellini ed ecco la Martorana, la più famosa e bella chiesa medioevale di Palermo, incastonata tra San Cataldo e Santa Caterina, entrare tra colonne di marmo, cieli dipinti e volte in mosaico dorato, illuminato dai raggi del sole, è veramente emozionante.

A destra della Martorana vi è la chiesa di San Cataldo, sopraelevata con le tre cupole rosse, non siamo entrati perché l’interno è spoglio, alla fine dell’ottocento l’edificio è stato addirittura utilizzato come ufficio postale. La chiesa di Santa Caterina Vergine Martire, per la felicità di mio marito, era chiusa per restauro.

Proseguiamo su Via Maqueda al 157, entrando in un cortile, qui c’è l’Archivio storico comunale, un vero gioiellino. Decidiamo di visitarlo, pur essendo quasi in chiusura, il personale, gentilissimo, si presta a far da cicerone nelle bellissime sale dalle mastodontiche colonne, stipate di scaffali e fascicoli in cui si conservano i documenti dei palermitani a partire dalle pergamene trecentesche. Da non perdere la scala a chiocciola di legno che porta ai piani alti. In una sala stanno girando uno spot pubblicitario, la nostra guida ci spiega che l’archivio viene usato frequentemente sia per set cinematografici che pubblicitari.

Torniamo sui nostri passi e passeggiando su Via Vittorio Emanuele arriviamo alla Cattedrale Maria Assunta, sulla cui antistante piazza è posta l’onnipresente statua di Santa Rosalia. Questo complesso si erge grande, asimmetrico, ricco di cupole, torri, archi, volte, una costruzione da favola, più adatto a Le mille ed una notte che alla facciata di una cattedrale. Rispetto all’esterno l’interno appare sobrio, da non perdere la suggestiva meridiana sul pavimento, il ricchissimo tesoro, a cui si accede dal transetto di destra, con la spettacolare corona duecentesca di Costanza d’Aragona e proseguendo da dietro il paravento entrando a sinistra, le tombe dei re normanni. Una curiosità, dietro ad un altare vi è l’ingresso dei bagni, utilissimi, per quel che mi concerne, anche se non ne avevo mai trovati dentro ad una chiesa. Quindi, per non farci mancare niente, siamo saliti sui tetti, consiglio di prenotare la visita appena entrati, da qui il panorama è mozzafiato.

Usciamo e ci incamminiamo verso il Palazzo dei Normanni per visitare la Cappella Palatina, visita che avevo prenotato alcune settimane prima di partire poiché avevo letto, in alcuni forum, che vi era parecchia coda. Purtroppo il Palazzo dei Normanni, essendo la sede della Regione Sicilia, è visitabile solo dal sabato al lunedì. La Cappella Palatina è un unico enorme mosaico dorato dominato da un mastodontico Cristo pantocratore, bella da togliere il fiato. Approfittiamo che la chiusura della mostra dedicata al Novecento Italiano è stata procrastinata, e decidiamo di visitarla, ottima decisione! La mostra, ospitata nelle sale Duca di Montalto, comprende una sessantina di quadri e una decina di sculture, da Balla, Boccioni, De Chirico, Carrà e molti altri. Il quadro “La Vucciria” di Guttuso la fa da padrone, non lo immaginavo così immenso, pieno di vita, sembra di sentire le abbanniate dei mercatari che presentano la propria mercanzia, ed i profumi dei venditori di cucina di strada, un quadro che vive e fa vivere la vera Palermo.

Torniamo al B&B per una rinfrescata e per riposare i piedi un po’ doloranti, a conti fatti abbiamo percorso in media dai 15 ai 20 km al giorno, prima però facciamo una sosta alla gelateria Brioscià, per deliziare il nostro palato con i loro buonissimi ed enormi gelati.

La cena, su consiglio della responsabile del B&B, l’abbiamo prenotata, tramite Thefork, al ristorante Oste dello Stabile. Scelta azzeccata, ottimo sia il servizio che i piatti, inoltre abbiamo usufruito, grazie a Thefork, anche dello sconto, due antipasti, due primi, due dolci e una bottiglia di vino, sugli € 80,00, senza lo sconto.

3° GIORNO – 13/09/2017 MERCOLEDÌ

Come sempre partenza alle 9, oggi si va a visitare il Duomo di Monreale. Prendiamo il bus 108 da Via Roma e scendiamo in piazza Indipendenza dove prendiamo il 389, con aria condizionata, che in mezz’ora ci porta a Monreale. Dalla fermata al Duomo facciamo una piacevole passeggiata di 10 minuti, arriviamo nella piazza, la facciata esterna del Duomo è al quanto spoglia, una chiesa duecentesca come un’altra. All’interno, oro, oro ovunque, colori, decorazioni bizantine, una Cappella Palatina all’ennesima potenza. I raggi del sole che entrano nel duomo e si infrangono come onde sui tasselli dorati, rischiarandoli, producono un effetto unico. Si resta estasiati, con l’ansia di osservare tutta questa magnificenza, con la paura di perdere qualche particolare importante. Purtroppo non abbiamo potuto visitare il transetto nord, che conserva un magnifico mosaico pavimentale, perché era chiuso per restauro. Spettacolare è anche il chiostro, in cui ogni singolo capitello è diverso dagli altri. Il paese non è un gran che, facciamo due passi nel giardino comunale, sporco e mal tenuto, decidiamo quindi di tornare a Palermo, poiché in programma abbiamo la visita ai famosi mercati di Ballarò e il Capo.

Da Piazzale Indipendenza, in meno di 15 minuti a piedi si arriva al mercato di Ballarò, probabilmente il più antico della città, posto all’interno del quartiere dell’Albergheria, viene così chiamato da “Bahlara”, villaggio presso Monreale da dove provenivano i mercanti arabi. Le “abbanniate”, le grida dei mercatari, arrivano all’orecchio del visitatore, molto prima della vista dei coloratissimi banchi e dei profumi del cibo di strada, di cui la città ne è diventata capitale europea rendendo così lo street food patrimonio culturale della città. Comincio a sentire un certo languorino ed essendo una curiosa del cibo, non mi faccio scappare l’occasione di assaggiare “U’ pani ca’ meusa”, pane con la milza, e pane con panelle (frittelle di farina di ceci), e crocchè o cazzilli (crocchette di patate Un mercato multietnico, multiforme, multicolore.

Sazi, prendiamo Via Maqueda e ci dirigiamo verso il mercato Il Capo, a me personalmente è piaciuto meno di quello di Ballarò, comunque vale la pena fare un giro.

Torniamo sui nostri passi e ci dirigiamo verso il Teatro Massimo, passeggiamo tra i vicoli che si trovano di fronte la teatro, su di essi si affacciano le vetrine di deliziose botteghe di artigiani, tra cui quelle dei “Figli d’arte Cuticchio in Via Bara All’Olivella, 95, le cui maestranze lavorano sul vicolo paladini, pupi, marionette, la Cuticchio associazione si occupa del recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto (arcaica forma di racconto in dialetto siciliano).

Riposino in un bar che affaccia su Piazza Verdi e poi si riparte verso le Catacombe dei Cappuccini, distanza circa 2 km, 30 minuti, a piedi, perché mio marito si rifiuta di prendere i mezzi pubblici, che ad onor del vero a Palermo funzionano benissimo, almeno in centro. Però devo ammettere che girare a piedi si coglie meglio la vita della città, specialmente in questo contesto poiché il percorso si snoda in zone periferiche. Nel chiedere informazioni, l’esclamazione era “a piedi!” “uuuu signurì è luntanooo, luntanoo!”. Preoccupati, ma grazie a google maps, alla fine siamo arrivati a destinazione e tutto sommato, a mio dire, non era poi così luntanoooo. È un’esperienza abbastanza forte e particolare a metà tra il rispetto della sacralità e l’affascinante senso del macabro. Più unica che rara è la salma della piccola Rosalia Lombardo, mummificata per volere del padre, e che si è così conservata quasi intatta (almeno il viso) per circa un secolo.

Torniamo verso il centro e naturalmente si fa tappa nella solita gelateria. A sera optiamo per la famosa pizzeria Frida, consiglio di prenotare anche 1 giorno prima poiché è sempre molto gettonata. Naturalmente prendiamo la pizza con il bordo ripieno, enorme, uno spettacolo, buonissima, ma alla fine a malincuore mi arrendo, non sono riuscita a finirla. Due pizze e due birre medie € 46,00.

4° GIORNO – 14/09/2017 GIOVEDÌ

Al mattino decidiamo di non fare colazione nel B&B, ma di concederci un buonissimo cannolo nell’“Antico caffè Spinnato” caffè storico di Palermo famoso per i suoi cannoli siciliani e non ha deluso le aspettative, il cappuccino era ottimo caldo e cremoso e il cannolo buonissimo.

Rifocillati partiamo alla volta della Palazzina Cinese. Prendiamo il bus 616, che passa sotto il nostro B&B e poi un 15 minuti a piedi. L’ingresso dell’esotica palazzina è gratuito. Lo spazio verde che la circonda non è ben curato, la palazzina invece è ricca di ori, figure mitologiche, un vero trionfo di decori. Particolare una sala da bagno con vasca interrata in marmo e nella sala da pranzo un curioso tavolo “tavola matematica” dove i piatti arrivavano direttamente sul tavolo dalla cucina sottostante, tramite un ascensore. Al secondo piano gli appartamenti della Regina. Usciamo e ci dirigiamo alla vicina Villa Niscemi, dimora di rappresentanza del Sindaco di Palermo. Anche qui la visita è gratuita. Ci incamminiamo lungo il viale che porta alla bella villa barocca. I parco è ben curato, vi è un bel laghetto con papere, oche, tartarughe, uccelli, che si godono il fresco. All’interno, arredi, quadri, suppellettili evocano il fascino di un tempo perduto, anche se i più importanti arredi furono portati via dalla villa dagli antichi proprietari, la famiglia Valgauarnera di Niscemi, prima della vendita. Nonostante stessero aspettando il Primo Cittadino, ci è stato concesso di visitarla, accompagnati da un gentilissimo commesso che, con grande passione e dedizione, ci ha illustrato la storia ed i segreti di questa villa permettendoci di dare anche una sbirciatina all’ufficio del Sindaco. Dopo esserci rinfrescati sotto l’ombra dei bellissimi alberi del parco, riprendiamo il bus 616 che ci porta direttamente a Mondello.

La fermata è davanti al più bello stabilimento balneare, il Charleston lo stabilimento in mezzo al mare edificato nel 1910. Facciamo una bella e lunga passeggiata sul lungomare, ci inoltriamo nel paesino e dopo aver mangiato delle pessime “arancine” (purtroppo non sempre si ha fortuna), ci riposiamo su di una panchina a goderci l’ultimo sole di settembre. Prendiamo il bus 806 che ci porta direttamente sotto il B&B, un riposino e poi si esce per la serata.

Siccome è ancora presto per cenare decidiamo di fare una bella passeggiata lungo la via Cala che circonda il porticciolo turistico, ci siamo quindi goduti la tranquillità del mare e il suo profumo. Per la cena mio marito, ha prenotato da Gagini in via Cassari, cuore della Vucciria, un bellissimo ristorante, ambiente tranquillo e romantico con una cucina che rivisita le tipicità siciliane, che dire, il posto perfetto per festeggiare il nostro anniversario di matrimonio.

5° GIORNO – 15/09/2017 VENERDÌ

Sveglia alle 6,30, gentilmente la proprietaria del B&B ci fa preparare la colazione in anticipo e poi si parte verso l’aeroporto, sempre accompagnati dal simpaticissimo ragazzo che era venuto a prenderci all’arrivo. Sono stati 4 giorni bellissimi, Palermo è stata una vera rivelazione, almeno per ciò che abbiamo visto. Corsi ampi, pulita, trasporti che funzionano, e con una ricchezza d’arte immensa e i palermitani sono persone gentili, disponibili e molto chiacchierone, se chiedete un’informazione o entrate in un negozio concedetevi almeno 30 minuti per i convenevoli di rito, che riassumendo sono: primo step “Da dove venite?” “A venite da Torino!” trovate sempre qualcuno che ci è stato o che ha qualche parente che vive lì. Secondo step “Cosa avete visto?” e li parte a spiegare cosa dovete ancora ASSOLUTAMENTE andare a vedere. Terzo step consigli su dove mangiare e cosa mangiare; io li trovo assolutamente deliziosi!

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