Palermo: tour alla scoperta delle meraviglie del capoluogo siciliano

Tre giorni tra arte, storia, cultura, natura, mare ed enogastronomia. Tutto (o quasi) quello che c'è da sapere per un indimenticabile soggiorno in città
Scritto da: storm_87
palermo: tour alla scoperta delle meraviglie del capoluogo siciliano
Partenza il: 10/08/2016
Ritorno il: 13/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Dopo l’esperienza di due estati fa a Favignana, io (Nando) e la mia ragazza (Alessia) abbiamo deciso di tornare in Sicilia per le nostre vacanze estive. La meta prescelta è stata il trapanese per ammirare le magnifiche spiagge e lo stupendo mare della Sicilia occidentale: approfittando di qualche giorno in più di vacanza e della disponibilità di un amico nel concederci casa sua per alloggiare, ho deciso di anticipare la partenza e di regalare alla mia Alessia un tour di tre giorni a Palermo per scoprire le bellezze artistiche e culturali (ma anche quelle enogastronomiche…) del capoluogo siciliano.

Dopo aver letto vari racconti su Tpc e aver raccolto informazioni sul web, ho subito capito che Palermo avrebbe soddisfatto in pieno le nostre aspettative. Seppur non troppo estesa dal punto di vista urbanistico, Palermo è comunque una città che offre tanto ai turisti: la sua caratteristica principale è la grande commistione di stili architettonici che regnano in città. Con grande facilità si passa dal romanico al gotico, dal normanno all’arabo fino al liberty. Per una visita culturale a Palermo, l’ideale è partire dai Quattro Canti, il cuore del centro storico palermitano. Questa piazza è caratterizzata dalla presenza di quattro palazzi risalenti al Seicento e al Settecento: la particolarità di questi edifici è quella di essere illuminati a turno dal sole col passare delle ore durante la giornata.

Dai Quattro Canti, spostandosi verso ovest si percorre via Maqueda. Lungo questa strada, oltre a poter fare shopping per gli amanti di quest’attività, è possibile imbattersi nel Teatro Massimo e nel Teatro Politeama, due delle principali strutture cittadine. Visitabili anche con visite guidate, i due teatri sono due magnifici esempi della bellezza artistica palermitana. Tra i due teatri, sostate alla gelateria Brioscià: non ve ne pentirete! Su via Maqueda fermatevi alla rosticceria Ke Palle: le arancine sono ottime a tutte le ore del giorno, sempre fresche e croccanti e con tantissimi gusti che vi verrà l’imbarazzo della scelta.

In direzione opposta, sempre su via Maqueda, poco dopo i Quattro Canti, si trova Piazza Pretoria con la magnifica fontana detta “della Vergogna” in quanto tutte le statue che la contornano ritraggono corpi nudi. Situata davanti al Municipio, la fontana merita assolutamente una fermata per essere ammirata e fotografata.

Pochi metri più in là vi consiglio la visita alla Chiesa della Martorana e a quella di San Cataldo. Praticamente attaccate l’una all’altra, è possibile accedervi in orari prefissati pagando un piccolo biglietto d’ingresso destinato a finanziare il restauro dei siti religiosi palermitani. In più, entrando in una delle chiese che fanno parte di questo circuito, si risparmierà nel caso in cui si voglia accedere alle altre strutture. La Martorana, famose per le tre cupole rosse che la sormontano, ha un interno piccolo, molto raccolto ma di una bellezza infinita. A pochi metri, la chiesa di San Cataldo è poco più grande di una cappella privata: costruita interamente in pietra, rappresenta un luogo in cui i turisti si soffermano per apprezzarne la sua pura bellezza.

Ritornando ai Quattro Canti, verso nord e verso sud si snoda Corso Vittorio Emanuele, la principale via di Palermo. Immaginando di trovarci alla sua estremità meridionale, nei pressi di Piazza Indipendenza, non potete non fermarvi per ammirare Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina. Attualmente sede del Parlamento Regionale Siciliano, Palazzo dei Normanni rappresenta un magnifico esempio di architettura nel cuore del centro storico di Palermo. Lunghe sono le file per accedervi (giorni e orari d’ingresso variano a seconda degli eventi istituzionali che si svolgono all’interno) ma l’accesso ai suoi magnifici interni ripaga anche delle code sotto il sole. Il grande capolavoro è sicuramente la Cappella Palatina: i suoi interni mosaicati in oro zecchino la rendono di un valore inestimabile. Molto ricca dal punto di vista artistico, meriterebbe una visita di tantissime ore per apprezzare ogni suo minimo dettaglio.

Percorrendo Corso Vittorio Emanuele in direzione nord, verso il mare, ci si imbatte subito nella Cattedrale. Maestosa, elegante e stupenda dall’esterno, gli interni non sono all’altezza, in quanto a bellezza, di quello che si vede da fuori. La visita, totalmente gratuita, è comunque una tappa fondamentale per un turista.

Riprendendo la strada verso il mare, poco prima dell’incrocio coi Quattro Canti, si può visitare la chiesa di San Giuseppe ai Teatini. Sottovalutata dalle guide e poco conosciuta dal grande turismo di massa, questa chiesa dall’entrata piccolina e quasi nascosta, è un grandissimo esempio di barocco siciliano. I suoi enormi e ricchissimi interni sono una perfetta rappresentazione degli artifici stilistici degli artisti barocchi che lasceranno estasiato il visitatore.

Ritornando su Corso Vittorio Emanuele e proseguendo la nostra discesa verso il mare si incrocia via Roma e, poco dopo, imboccando via Paternostro si arriva all’Antica Focacceria San Francesco. Per chi vuole degustare i sapori siciliani questa è una tappa assolutamente imperdibile: arancine, pane con la milza, pane con panelle e cazzilli (crocchette di patate), involtini di melanzane e molto altro troverete sui banconi di questo tipico locale palermitano, al cui interno si respira ancora l’atmosfera (grazie anche all’arredamento) di qualche decennio fa.

Dopo le arancine di rito, attraverso un fitto dedalo di vicoli e stradine, ci si può addentrare nel quartiere della Kalsa. In questa zona nacquero i giudici Falcone e Borsellino: l’area, dopo anni di degrado, sta lentamente risorgendo e comincia ad attirare diversi turisti. In particolare, consiglio la visita alla Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, caratterizzata dall’assenza del tetto e da un albero che vi sorge al centro. L’ingresso, così come la visita guidata, è totalmente gratuito. Poco più in là ci si può spingere fino a Piazza Kalsa e al Foro Italico, il lungomare dei palermitani. Percorrerlo tutto (o magari farci jogging per chi ama fare sport) è comunque una passeggiata rigenerante nel verde e a pochi passi dal mare.

Rientrando su Corso Vittorio Emanuele fermatevi qualche minuto a Piazza Marina e al Giardino Garibaldi. Si tratta di un’area verde nel cuore del caotico centro storico di Palermo: qui il rumore sembra rimanere fuori ed è magnifico ammirare tutti i diversi alberi presenti all’interno. In particolare, segnalo il fico magnolioide che fu piantato lì in onore dell’Unità d’Italia e da più di 150 anni continua la sua vita a Palermo.

Per il turista che va a Palermo, altre due tappe da segnare in rosso sono Ballarò e la Vucciria. Palermo ha quattro mercati rionali (gli altri due sono quello del Capo e quello di Sant’Agostino), ma Ballarò e la Vucciria rappresentano la storia e l’autenticità palermitana da questo punto di vista. Ballarò è accessibile, attraverso alcune piccole stradine, da via Maqueda o da Corso Tukory. Coloratissimo e colorito, Ballarò è, a mio avviso, ciò che rappresenta al meglio l’identità popolare palermitana. Tra le bancarelle di pesce, verdura e ogni genere alimentare troverete qualsiasi cosa desideriate, oltre ovviamente a tanto buon cibo, cucinato e fritto all’istante. A Ballarò si respira a pieno la sicilianità e, passatemi il termine, la “palermitanità” della gente grazie ai tantissimi venditori ambulanti che, nei modi più simpatici e impensabili, provano a vendere le loro cose.

La Vucciria, anche a detta di alcuni palermitani, ha perso un po’ della sua tipicità: Piazza Caracciolo, centro del mercato, e le sue vie circostanti si stanno lentamente trasformando in luogo di movida serale ma, di giorno, continuano comunque ad offrire un ampio ventaglio di scelta di cose genuine per chi vuol fare la spesa o, semplicemente, fare una passeggiata nel cuore di Palermo.

Per visitare le principali attrazioni palermitane, due giorni (per chi è disposto a camminare un po’, anche sotto il sole cocente di metà agosto come capitato a noi…) sono sufficienti. Con un terzo giorno a disposizione si può scegliere di effettuare qualche escursione fuori dai confini cittadini. Per chi si trovi a Palermo in piena estate, non si può non andare a Mondello. La rinomata località balneare dalle spiagge bianche e dall’acqua cristallina si raggiunge da Palermo in autobus o in auto. Noi ci siamo arrivati in auto e, se si è disposti a fare qualche metro in più a piedi, si può parcheggiarla lontano da viale Regina Elena (il lungomare di Mondello) al solo costo di 3€ al giorno! A Mondello si può scegliere tra i tanti tratti di spiaggia libera e i vari stabilimenti che si susseguono lungo il litorale. Noi abbiamo scelto Hello Beach, uno stabilimento che, al costo di 4€ a persona, permette di entrare in un tratto di spiaggia libera portando con sé ombrelloni e altro, usufruire di campi da beach volley, servizi igienici e spogliatoi e anche cassette di sicurezza che, visto l’affollamento agostano, permettono di godersi in piena tranquillità una giornata di relax al mare.

Se, invece, volete continuare a dedicarvi alla cultura, non potete perdervi una visita a Monreale. Raggiungibile da Palermo centro in auto o in bus, Monreale è famosa per il Duomo. Visitabile gratuitamente, il duomo di Monreale è di una bellezza disarmante e di una ricchezza paragonabile a quella della Cappella Palatina. Per il palato, invece, fermatevi a gustare le paste di mandorla prodotte dalla pasticceria che si trova proprio di fronte al duomo nella piazza principale del paese. Da Monreale, inoltre, è possibile anche ammirare una bella veduta panoramica su Palermo e su tutto il golfo sottostante.

Con tutte queste meraviglie (e con tutte quelle bontà da mangiare…), Palermo non ci ha deluso e sicuramente lascerà a bocca aperta chi deciderà di visitarla in futuro! Nella speranza che il mio racconto sia utile a qualcuno, vi saluto e… a “rileggerci” al prossimo viaggio!



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