Ortigia: fuga romantica in un caldo weekend di fine estate

Una bellezza unica oltre le nostre aspettative
Scritto da: federica21
ortigia: fuga romantica in un caldo weekend di fine estate
Partenza il: 24/09/2015
Ritorno il: 27/09/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Partiamo per tempo il mercoledì sera dopo una lunga giornata di lavoro. Arriviamo con tutta calma in aeroporto e ci accampiamo per la notte fortunatamente su della moquette. Beh, la notte non è stata per niente facile, tra la scomodità e il viavai di personaggi a dir poco pittoreschi. Atterriamo a Fontanarossa (Catania) in anticipo di quasi mezz’ora in un tardo pomeriggio di metà settembre. Attendiamo l’autobus della compagnia Interbus che ci porta a Siracusa in un’ora e quindici minuti appena. Scendiamo all’autostazione, il capolinea, e prendiamo un piccolo bus elettrico che fa il giro di Ortigia. Ortigia è un’isola collegata alla terraferma tramite due ponti ed è il più antico insediamento greco nella penisola italica. Una gentilissima signora ci accompagna fino a Piazza S. Giuseppe, dove si trova il nostro alloggio, Amnèsia b&b. Saliamo al quarto piano e ad accoglierci c’è Massimo, una delle persone più squisite che abbia mai incontrato. La vista dalla camera e dai balconi dell’appartamento incornicia quello che si preannuncia un bellissimo soggiorno. Usciamo subito e pranziamo a Sicilia in tavola, in via Cavour con pasta rigorosamente fatta a mano e il solo fatto che il tiramisù viene composto al momento con due splendide creme vale lo strappo alla regola della mia dieta ferrea! Riprendiamo a passeggiare in un dedalo di vicoli suggestivi e ricchi di negozietti di artigianato molto ricercati e inclini alle ultime tendenze di riciclo creativo, da segnalare il Fish art dove si possono acquistare deliziose creazioni con materiali di recupero a tema marino. Ogni angolo regala foto bellissime e la passeggiata prosegue nella stupenda Piazza Duomo che quasi acceca con la sua pietra bianca in questa favolosa giornata di sole. Visitiamo il duomo che fu costruito sopra le rovine di un tempio greco di cui le imponenti colonne ioniche ne sono la testimonianza. Facciamo il biglietto combinato e visitiamo anche l’Artemision, il tempio di Artemide, nei sotterranei a pochi passi. Nella vicina chiesa di Santa Lucia è custodito gelosamente un bellissimo Caravaggio che ritrae la sepoltura della santa. Impossibile fare foto, cosa che non sopporto in nessun luogo di interesse e/o museo, né tantomeno fare i furbi con gli smartphone perché tre telecamere sono puntate su di voi.

Continuiamo il giro verso la fontana Aretusa, dove convivono pesci rossi e muggini in uno specchio d’acqua salmastra invaso da palme e papiri altissimi. Continuiamo nel lungomare di ponente e arriviamo al tempio di Apollo deviando in uno dei tanti vicolini che riportano al centro. Rientriamo per una doccia e riposarsi un po’. Ceniamo in una traversa del mercato da Divino Mare: ottimo polpo con cipolle, gamberi rossi crudi freschissimi e tonno ottimi. Deliziosa la piccola Moka da due che arriva al tavolo su un tagliere di legno. Due passi per qualche foto suggestiva e poi dritti a letto.

Il venerdì mattina di buonora iniziamo la giornata con un’ottima colazione preparata e servita da Massimo; un paio di dritte, una telefonata ed abbiamo già uno scooter prenotato da “Giada Rent” vicino al Ponte Uberto. Siamo in anticipo per il ritiro del mezzo, quindi approfittiamo per fare due passi e qualche foto al mercato poco distante. E facciamo bene: il mercato è piacevolmente chiassoso ed ogni banco attira la nostra attenzione. Percorriamo la via tra meravigliosi banchi di pesce freschissimo ed a dei prezzi irrisori rispetto ai nostri. Vediamo anche la strana testa della lampuca che abbiamo mangiato la sera prima. Alla fine della strada ci fermiamo dai Fratelli Burgio attirati da un anchessaggio di tricotta, la ricotta infornata, e ne prendiamo un pezzetto per il pranzo che faremo in spiaggia più tardi. Il ragazzo del Rent ci chiama sul cellulare e ci spiega come raggiungerlo. In un batter d’occhio siamo sulla strada che porta all’hotel Minareto. All’ultima traversa, all’ altezza di una casa gialla a due piani giriamo a destra e parcheggiamo il motorino. Questa spiaggia fa parte della Riserva del Plemmirio ed è bellissima quanto irreale: non c’è alcuna risacca e manca quel suono delle onde che si infrangono sulla battigia, tanto che sembra di essere in una piscina. Purtroppo qui il sole va via prestissimo perché l’ombra della roccia alle nostre spalle inizia a far capolino già dalla tarda mattinata. Mangiamo la nostra tricotta con del buon pane e poi ripartiamo verso la spiaggia dell’Arenella. Bellissima l’acqua e ricca di pesci che ci danno piccoli morsi ai piedi, ma molto più affollata della precedente. Rimaniamo per un bagno ed una dormita, rientriamo nel tardo pomeriggio cotti dal sole. Aperitivo forse un po’ sottotono dai Fratelli Burgio al Porto, probabilmente non era la serata giusta. Di primo mattino del sabato rimontiamo in sella al motorino e ci dirigiamo verso la spiaggia più lontana, Fontane Bianche. Lungo la strada ci fermiamo in un alimentari per due frutti e dell’acqua, ma quando vediamo che preparano gli arancini al momento non sappiamo resistere e dopo 10 minuti ne abbiamo due bollenti in un sacchetto! Via dritti alla spiaggia. La giornata è bellissima e si appresta ad essere davvero molto calda, così con 3 euro ci prendiamo un ombrellone a noleggio senza lettini. Ci godiamo l’arancino ancora tiepido con i piedi a mollo in un’acqua cristallina ed il sole caldo sulle spalle… what else?

Nel pomeriggio torniamo indietro ad Ognina, una porzione di costa rocciosa con grotte e scogli a picco sul mare da dove tuffarsi. Delle quattro forse la più bella. A cena accogliamo il buon consiglio di Massimo e ceniamo a Il tempio di Athena con ottimi ed abbondanti piatti di pesce come la zuppa, deliziosa. Pieni come uova, facciamo una bella passeggiata in centro e poi a sistemare le valigie che domani sarà l’ultimo giorno.

La domenica approfittiamo delle ultime ore di motorino per raggiungere il Parco Archeologico della Neapolis di Suracusa subito fuori Ortigia. Acquistiamo il biglietto (10€) ed iniziamo la visita dall’anfiteatro romano e l’Ara di Ierone dive venivano sacrificati i buoi a Zeus. Più avanti visitiamo il Teatro Greco dai cui gradoni risaliamo verso le Latomie e l’orecchio di Dioniso, così definito per la forma e l’acustica dal Caravaggio. Finita la visita lasciamo il motorino e ci godiamo l’ultimo sole in una delle piattaforme in legno al Forte Vigliena. Rientriamo a prendere le valige e ci incamminiamo verso l’autostazione non prima però di un ultimo piatto di spaghetti con vongole e bottarga a Pizzuliamu dietro Piazza Archimede. Salutiamo questa bellissima isola sicuri di farvi ritorno altre mille volte…



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche