Weekend a Oporto

Breve weekend sospesi tra passato e moderno in una delle città simbolo del Portogallo
Scritto da: Focusrs
weekend a oporto
Partenza il: 18/02/2011
Ritorno il: 20/02/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Oporto, una città che, arroccata sulle rive del fiume Douro e a pochi passi dall’oceano atlantico, riesce ad unire passato e presente in un connubio imprescindibile. Ad esclusione dei taxi e degli autobus che affollano i quarteri storici, qui tutto sembra essersi fermato e l’atmosfera che si respira una volta giunti in centro è molto nostalgica, complice la povertà che si avverte in molti quartieri costituiti da edifici vecchi e diroccati, in contrasto con la maestosità di alcuni palazzi o cattedrali che sembrano mostrare tutt’ora il benessere che tutto il paese visse secoli fa. Considerazione quasi paradossale tenendo conto che Oporto è attualmente la seconda città del Portogallo e uno dei poli industriali più importanti dell’intera nazione. Molti aspetti qui, più che a Lisbona, sembrano rispecchiare l’attuale situazione di difficoltà economica che il Portogallo affronta ormai da decenni. Diverse case di alcuni quartieri sembrano reclamare una ristrutturazione che probabilmente non c’è mai stata, alcune sono vecchie, altre disabitate, altre ancora senza finestre o addirittura senza parti di tetto, ma forse è proprio questa diversità, questo contrasto tra vecchio e nuovo, il vero fascino della città il cui centro storico, non a caso, è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. L’impressione che si ha una volta giunti qui, è che da una parte si vogliano mantenere intatte le caratteristiche che da anni la contraddistinguono e quindi portano turismo, mentre che dall’altra si vogliano utilizzare i pochi soldi messi a disposizione per potenziare il trasporto urbano (vedi l’efficente e moderna linea metro) e fornire servizi efficienti alla cittadinanza e ai turisti. Conclusa questa piccola introduzione, passiamo al racconto del viaggio.

Indice dei contenuti

Giorno 1

Siamo partiti in data 18/02/11 dall’Aeroporto di Malpensa T2 alle ore 08:20 con la compagnia Low Cost Easyjet (costo a/r per due persone: € 80,00). Dopo un bellissimo volo di 2h e 15 min trascorso ammirando la straordinarietà dei paesaggi al di sotto di noi, tra cui la catena dei Pirenei e il Golfo di Guiscaglia, atterriamo all’aeroporto Francisco Sa Carneiro in perfetto orario, costeggiando, in fase di discesa, le chilometriche spiagge affacciate sull’oceano atlantico. Alle ore 10:00 siamo gia fuori dall’aeroporto (in Portogallo si sposta l’orologio indietro di un’ora) e optiamo, per guadagnare tempo, di prendere un taxi che, con circa € 20,00, ci porta al nostro hotel in una ventina di minuti di viaggio. L’Hotel Residencial, situato in un edificio storico in Praca da Republica e prenotato sul sito web di Edreams (costo della camera: € 40,00 a notte senza colazione e con bagno privato), è piccolo, abbastanza confortevole e pulito; insomma, ideale per chi vuole spendere poco senza molte pretese, e desidera essere a pochi passi dal centro. Svolte le prime formalità di registrazione, lasciamo i bagagli in camera (già pronta) e ci dirigiamo subito verso la Igreja da Lapa, sulle cui pareti esterne ammiriamo i primi azulejos, ovvero tipiche piastrelle di ceramica colorate presenti un po’ in tutto il Portogallo e che ci accompagneranno per tutto il resto del weekend. Queste ultime, generalmente poste a mosaico, compongono una specie di quadro, sia sulle pareti interne, che su quelle esterne degli edifici. Ci dirigiamo poi verso Praca da Liberdade dove furtivamente entriamo alla Camera Municipal (solo nell’atrio d’ingresso), in cui c’è una piccola esposizione di fotografie della città, poi entriamo all’ufficio del turismo situato di fronte al lato sinistro dell’edificio. Percorriamo infine tutta la piazza facendo foto alle numerose cabine telefoniche identiche per forma e colore a quelle inglesi, visitiamo la Stazione ferroviaria di Sao Bento, ufficialmente entrata in servizio nel 1896, dove rimaniamo estasiati dalla vista degli interni adornati di meravigliosi azulejos bianchi e blu. Usciamo e percorriamo quindi Rua 31 de Janeiro, dove, fattasi ormai ora di pranzo, ci rintaniamo per mangiare qualcosa, visto che tra l’altro iniziamo ad avvertire le prime gocce di pioggia. Con circa € 15,00 pranziamo in due e assaggiamo, tra gli altri, un tipico piatto locale, la Francesinha, ovvero un maxi-sandwich costituito da due spesse fette di pane, tra le quali vengono inserite una fetta di prosciutto, una di carne e del chourizo che è una salsiccia piccante. Viene poi aggiunto del formaggio fresco fuso con salsa al pomodoro e birra, spesso piccante e speziata. Alla fine, per dare quel tocco di originalità, vengono aggiunti al sandwich un uovo in camicia o gamberetti. Ora che siamo a stomaco pieno riprendiamo il nostro cammino alla volta della Rua da Carmelitas dove entriamo nella terza libreria più bella al mondo (secondo una classifica stilata dall’australiana Lonely Planet nel 2011), risalente alla seconda metà del XIX secolo. Esternamente non vi accorgerete della sua presenza, essendo la facciata alquanto comune nel contesto signorile della zona, ma, una volta diretto lo sguardo all’interno, verrete sorpresi dalla maestosità delle scale rosse che come dei vortici, portano al piano superiore. Tra le particolarità di questa libreria, oltre alla meravigiosità intrinseca, ci sono dei binari sui quali scorre un carrello che serve a spostare i libri da una parte all’altra. Al piano superiore poi, c’è una sezione dove poter trovare libri storici e un piccolo café, entrambi contornati dall’incantevole soffitto in vetro colorato. Ci dirigiamo ora in Praca Carlo Alberto dove visitiamo una mostra gratuita di numismatica antica e contemporanea portoghese. Visitiamo poi la Igreja das Carmelitas, riconoscibile esternamente sulla parete destra, per la presenza di un enorme dipinto costiuito di Azulejos. Ripercorriamo ora la strada che abbiamo fatto dalla stazione, per andare a visitare la Cattedrale Sé e cercare anche un riparo dalla pioggia che comincia ad aumentare di intesità. A colpire di questa costruzione medievale risalente al XIII° secolo, sono la serie di mattoni a vista che con il loro color caffè latte caratterizzano tutto l’interno, e le enormi colonne che intervallano i vari archi delle navate. Complice la giornata uggiosa, la luminosità al’interno risulta molto scarsa. Entriamo successivamente nel chiostro risalelente invece al XIV° secolo, a cui si accede dal lato destro, dove a farla da padrone sono le colonne finemente decorate e gli immancabili azulejos color azzurro, blu e bianco, che ricoprono le pareti esterne. Saliamo verso alcune stanze superiori ospitanti il museo della cattedrale, e, da una piccola terrazza, ammiriamo il panorama della città. Usciti ci dirigiamo verso il Ponte Dom Luis I e lo percorriamo fino alla sponda opposta del Douro, dove è situato il quartiere di Vila Nova de Gaia, la parte di Oporto famosa per le aziende vinicole ormai tutte acquistate da uomini inglesi, che producono il pregiato vino Porto. Questo ponte è stato fatto costruire nel 1886 da un discepolo di Gustav Eiffel, ed in realtà, ammirandolo, la somiglianza alla famosa torre è lampante. Da qui si gode di una stupenda vista verso la città arroccata sul Douro, e della parte vecchia in cui spicca la Cattedral Sé. Torniamo indietro e, in attesa che si faccia ora di cena, percorriamo i vicoli stretti e un po’ bui che dalla cattedrale portano alla piazza in cui si trova il Palacio da Bolsa. Da qui, ormai a sole calato, ci addentriamo in qualche via nel quartiere della Ribeira e, dopo aver costeggiato per un tratto il fiume, ci portiamo verso la Rua de Fonte Taurina dove ci fermiamo a mangiare dall’economico e favoloso Ristorante Adega Conde, dove con un totale di € 38,00, ci riempiamo lo stomaco con zuppe, alcuni piatti tipici tra cui il Bacalau alla Braga, e con del Vino porto. Ristorante consigliatissimo, piccolo, molto alla buona, titolare gentile; insomma, veramente portoghese. Vista l’ora tarda e il poco senso di sicurezza che si avverte la sera, decidiamo di prendere un comodo taxi che in una decina di minuti ci porta tranquillamente al nostro albergo. Il primo giorno putroppo è già terminato, ma domani ci aspetterà un’altra giornata molto interessante e ricca di cose da vedere.

Giorno 2

Ci svegliamo e miracolosamente un raggio di sole che penetra nella nostra stanza ci dà il buongiorno. Buttiamo l’occhio fuori e incredibilmente notiamo che il cielo è di un azzurro incredibilmente terso, praticamente l’opposto del giorno precedente. Aprendo la finestra, anche la temperatura esterna sembra decisamente più alta. Dopo una figace colazione in camera fai da te (ci siamo portati qualcosa da casa visto che non era compresa nel prezzo), ci vestiamo in un batter d’occhio e siamo così pronti ad uscire.

Ci dirigiamo subito verso la Capela de Santa Caterina, effettuiamo una veloce visita interna e percorriamo l’adiacente Rua de Santa Catarina, la via dello shopping di Oporto, anche se, non essendo ancora le 10:00, molti negozi sono ancora chiusi. Più o meno al centro di questa via, decidiamo di caricarci con un buon caffè gustato al Café Majestic, antico locale in stile belle epoque risalente all’anno 1921. Dopo un lungo periodo di chiusura, è stato restaurato e riaperto recentemente. Finiamo così di percorrere la Rua de Santa Catarina fino ad arrivare alla Igreja di Santos Ildefonso, che il giorno prima era chiusa. Lo stile è un po’ quello di tutte le chiese della città, caratterizzate da interni barocchi non eccessivamente luminosi e facciate esterne in gran parte ricoperte di azulejos bianchi e blu. Ripercorriamo quindi la Rua 31 de Janeiro e la Rua dos Clerigos, dirigendoci verso la Torre Dos Clerigos, anch’essa chiusa il giorno prima. Paghiamo un piccolo ingresso e scaliamo i 240 gradini che portano in cima ad essa. Ormai senza fiato, veniamo però ripagati dalla spettacolare vista a 360° sulla città e il fiume Douro. Allungando lo sguardo verso ovest, lo sguardo giunge fino all’Oceano Atlantico, con le grandi navi cargo che da quassù sembrano proprio ad un tiro di schioppo. A frequenza respiratoria stabilizzata, scendiamo e visitiamo la relativa piccola chiesetta, dopodiché ci addentriamo nelle strette vie in discesa retrostanti che conducono al quartiere della Ribeira. Tra queste stradine, circondate da vecchie case colorate, sembra di essere tornati alla Napoli degli anni ’60, con file di panni stesi tra un’abitazione e l’altra e musiche melanconiche emanate dalle varie televisioni situate all’interno degli appartamenti. Le percorriamo in lungo e in largo, fino a giungere nella piazza su cui si affaccia il Palacio da Bolsa, in cui entriamo per acquistare i ticket ad ingresso programmato con guida in inglese. La prima visita disponibile è tra circa un’ora, per cui decidiamo di visitare nel frattempo la vicina Igreja de Sao Francisco dove, a colpire, sono il rosone centrale di grande diametro e le innumerevoli sculture in oro site all’interno, tra qui quella dell’Albero di Jesse. Giunte le ore 13:30, iniziamo quindi la nostra visita all’interno di questo edificio sede dell’Associazione Commerciale della città dove, tra le meravigliose sale in cui siamo invitati ad entrare, spicca quella araba dove colorati affreschi e colonne scolpite con maniacale precisione la fanno da padrone (non si possono fare foto, ma sul web ne troverete sicuramente qualcuna che immortala questa bellezza). A fine visita potete sfruttare due degustazioni di vino Porto, che, fortunatamente, sono comprese nel biglietto, quindi.. approfittatene! La fame si fa sentire per cui attraversiamo il quartiere della Ribeira giungendo sulle rive del Douro, dove, approfittando dei tanti bar che espongono i loro tavolini, ne scegliamo uno dal quale ammirare il fiume gustandoci due panini, ormai in maniche corte dati i 20° C o più di temperatura esterna. Una volta a stomaco pieno, optiamo per una delle tante crociere di un’ora lungo il fiume Douro (€ 10,00/persona) i cui biglietti si acquistano direttamente al punto di attracco della barca sul lungo fiume della Ribeira). Complice l’assenza di nuvole, è veramente emozionante ammirare la città da qui e passare sotto i vari ponti che la separano da Vila Nova de Gaia, tra cui quello di Dom Luis I citato in precedenza. Si punta prima verso l’interno, poi, nel tratto in cui il Douro si allarga, si vira di 180° e si torna verso la città per sorpassarla ed arrivare quasi all’estuario del Fiume. Infine, si compie l’ultima virata e si riattracca di nuovo. Concluso il nostro giro, visitiamo la vicina Casa do Infante, un museo ricavato dal restauro di un vecchio palazzo le cui fondamenta risalgono all’epoca medievale. All’interno si trovano reperti storici e ricostruzioni virtuali su com’era la città, dai primi insediamenti all’età moderna. Ora che abbiamo praticamente visto tutto ciò che c’era da vedere, girovaghiamo ancora un po’ tra le viuzze della coloratissima Ribeira godendo dei meravigliosi colori che il tramonto inizia ad offrirci, dopodiché ci dedichiamo a un po’ allo shopping entrando e uscendo dai numerosi negozi, tra cui quelli di ceramiche dove si trova l’immancabile gallo colorato simbolo del paese. Giunti ormai a tramonto inoltrato, ci dirigiamo verso l’hotel assistendo prima ad un balletto messo in scena da ragazze universitarie proprio davanti all’ingresso della stazione di Sao Bento, mentre successivamente entriamo in un supermercato nei pressi del nostro albergo, dove ci riforniamo di viveri per la cena che stasera consumeremo in camera in quanto siamo davvero molto stanchi. Ormai la nostra vacanza è terminata e la mattina del giorno seguente prendiamo la nuova linea della metropolitana di superficie che ci riporta direttamente all’aeroporto dove, alle ore 10:30, ci attende il nostro volo di rientro per l’Italia.

Insomma, la nostra vacanza, seppur breve, si è conclusa, lasciandoci nel cuore la nostalgia di questo meraviglioso paese che è il Portogallo, ricco di tradizioni e di storia e che, nonostante il periodo negativo che sta affrontando, porta dentro di sé una ricchezza artistica e culturale, immortali.

Rimango a disposizione per qualsiasi informazione e vi invito a visitare il mio blog in cui sono presenti il medesimo racconto e le foto del viaggio.

www.rhviaggiopositivo.blogspot.com



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