Da Eindhoven sulle tracce di Van Gogh

Quattro giorni on the road con base nella più importante città del Brabante inseguendo il genio Vincent.
Scritto da: GianlucaDeLeo
da eindhoven sulle tracce di van gogh
Partenza il: 12/08/2019
Ritorno il: 15/08/2019
Viaggiatori: 3

Quest’inverno io e mia moglie abbiamo visto in tv un documentario dedicato alla più importante collezione privata di opere di Vincent Van Gogh, oggi custodita nel Museo Kroller Muller situato ad Otterlo, un piccolo centro di campagna situato a metà strada tra Amsterdam ed Eindhoven. Avendo entrambi già visitato Amsterdam abbiamo deciso di organizzare un piccolo on the road partendo dalla città della Philips che viene considerata la capitale del design dei Paesi Bassi.

La partenza è prevista per il 12/8 di mattina presto per cui la sveglia è fissata praticamente all’ alba. Il volo Ryanair va via liscio come l’olio. Ritirata la nostra auto da Europecar, nel giro di 10 minuti siamo praticamente nel parcheggio pubblico (6€ al giorno) consigliato dal nostro albergo. Ci troviamo non lontano dal modernissimo Philips Stadium dove vengono disputati gli incontri del PSV, la seconda squadra più titolata d’Olanda. Visto che non è ancora ora di fare check-in in hotel facciamo un giro nei paraggi. La città è molto piccola e pianeggiante quindi si può girare comodamente non solo in bicicletta ma anche a piedi (noi con nostro figlio di 5 anni non abbiamo avuto nessun problema ad andare da un posto all’ altro).

Dopo una passeggiata di 20 minuti circa arriviamo in zona stazione dove fanno bella mostra di sé i Birilli Volanti che altro non sono che una gigantesca installazione d’arte raffigurante degli enormi birilli in fase di volo dopo essere stati colpiti da una gigantesca palla da bowling. L’attrazione anche se per niente sponsorizzata a livello turistico merita una sosta e le simpatiche foto del caso.

Passiamo dalla stazione e di lì ci dirigiamo vero il Markt che è il vero e proprio cuore pulsante della città. La zona pullula di negozi e di locali dove mangiare. Si fa notare un edificio tutto di vetro dalle strani forme: si chiama The Blob, ospita uffici e negozi, ed è stato progettato dal noto architetto italiano Fuksas. Continuiamo a passeggiare per il centro ma nel frattempo abbiamo abbondantemente superato le 14 e quindi possiamo recuperare i bagagli e fare check-in all’Hotel La Reine; stanze piccole ma ben fatte, ottimo rapporto qualità prezzo e soprattutto molto centrale. Dopo esserci sistemati in stanza ci viene fame e decidiamo di assecondare i desideri di nostro figlio che aveva voglia di lanciarsi su un piatto fumante di noodles. C’è un thai non lontano dal nostro hotel, ed è lì che consumiamo con avidità il nostro primo pranzo-cena. Nel mentre arriva un improvviso acquazzone pomeridiano (la variabilità del tempo credo che possa considerarsi una costante della zona) per cui ripariamo per qualche ora in hotel. Verso le 20, visto il meteo notevolmente migliorato, facciamo un altro giro, consumiamo un gelato e arriviamo a quella parte di centro che non avevamo visto la mattina. In particolar modo si segnala per bellezza e imponenza, la Cattedrale di Santa Caterina in stile gotico. Ripercorriamo parzialmente strade già viste, ma è lunedì e la città sbadigliante non pare particolarmente animata con molti locali che restano chiusi dopo il weekend.

L’indomani ci svegliamo abbastanza presto perché dobbiamo affrontare circa 100 km per arrivare al Kroller Muller Museum. Il percorso è quasi tutto su autostrada e affatto dispendioso (non ci sono pedaggi in Olanda). Gli ultimi 7-8 km per arrivare al museo sono molto suggestivi perché praticamente si percorrono nella natura incontaminata di una grande parco. L’ingresso in auto più i due biglietti per il museo (bimbo gratis) ci costa in totale 50€. La collezione Kroller Muller non delude affatto le nostre aspettative potendo contare su alcuni dei capolavori assoluti di Van Gogh tra cui la seconda versione de I mangiatori di patate e soprattutto La terrazza del caffè di sera, probabilmente, insieme a La notte stellata custodita al Moma, il dipinto più rappresentativo a livello mondiale del genio del pittore.

E’ utile dire che, oltre alle opere del pittore olandese, il museo raccoglie tanti altri lavori di altissimo livello; dagli impressionisti francesi all’ astrazione geometrica di Mondrian, dal futurismo ad opere di arte contemporanea. La visita vale assolutamente il viaggio verso Otterlo. Purtroppo il proposito di pranzare all’ aperto nel parco viene accantonato in seguito al ricorrente acquazzone pomeridiano per cui mangiamo senza infamia e senza lode presso il bar/ristorante del Museo.

Ci rimettiamo in auto in direzione Eindhoven ma, prima di rientrare in hotel, ci dirigiamo verso la Strijp-S, un ex quartiere industriale completamente riqualificato, dove nei vecchi stabilimenti Philips sono stati implementati una serie di spazi a favore di start up, artisti e locali trendy. Il posto è interessante ed i locali sono tutti particolarmente fashion e innovativi. Noi ci fermiamo da The Happiness Cafe per una bibita, una tisana e una fetta di torta; tutto rigorosamente bio, tutto rigorosamente veg. Tutto rigorosamente radical chic.

Dopo una breve pausa in hotel ci prepariamo per la cena a Kezerne, ristorante/galleria d’arte estremamente bello di cui avevo letto molto bene su alcune riviste. L’ambiente è eccezionale e forse anche troppo raffinato per due turisti con peste di 5 anni al seguito ma, visto che all’ ora in cui ci presentiamo non ci sono molti altri avventori, decidiamo di rischiare e di goderci la magnifica cucina a vista. Il bambino attratto dalla possibilità di vedere tutte le fasi della preparazione dei piatti da noi ordinati, sta buono per tutta la durata della cena e si gode le prelibatezze che ci vengono servite. Alla fine paghiamo un conto leggermente più alto della media (ma ci sta considerato il tipo di ristorante), facciamo quattro chiacchiere con l’italianissimo chef-proprietario Giovanni e ce ne andiamo soddisfatti.

Recuperiamo la macchina per andare a vedere un altro edificio simbolo della città; si tratta di Evoluon che è un centro congressi che grazie alla sua forma ovale e alla sapiente illuminazione notturna effettivamente sembra una navicella spaziale che sta per atterrare sulla terra. Purtroppo il piccolo parco che ospita il centro congressi di sera è chiuso (tranne per eventi particolari) ed è possibile scattare qualche foto solo da posizioni non propriamente ottimali. Un vero peccato perché di giorno, quando non è illuminato, l’Evoluon ha ben poco di interessante. In questo ed in altre cose si vede che la città non è particolarmente votata al turismo. La sensazione è che Eindhoven viva (molto bene) dell’indotto della Philips e che sia pensata e strutturata quasi esclusivamente per i suoi abitanti. Questo in parte è positivo perché ad esempio non esistono ristoranti turistici e quindi chi viene da queste parti vivrà gioco forza un esperienza da autentico indigeno.

Mercoledi 14 agosto abbiamo in programma, per prima cosa, la visita al bellissimo Castello di Helmond a circa 10 km di Eindhoven. Il castello è tenuto molto bene esternamente ed è possibile scattare foto molto carine grazie alla presenza del fossato con relativo bacino d’acqua. Soprassediamo sulla visita agli interni del castello (spesso sono rimasto deluso da questo tipo di visite) e ritorniamo ad Eindhoven per andare al Philips Museum (ingresso adulti 9€, bimbi gratis). Sinceramente le aspettative per questo piccolo museo erano davvero basse ma invece è stata una delle scoperte più sorprendenti di questo viaggio tanto che, a posteriori, lo consiglierei a chiunque visiti questa città. Il museo, infatti, non solo ripercorre il percorso dell’industria Philips dalle origini ai giorni nostri, ma anche quello della storia della tecnologia e quindi della storia di tutti noi che con quegli oggetti-elettrodomestici abbiamo avuto a che fare. La parte che ricostruisce gli ambienti delle case dei decenni passati ha un che di commovente e nostalgico per chiunque. Per i bambini è molto interessante la parte finale della visita con interessanti installazioni iper tecnologiche.

Non lontano dal museo, pranziamo da Bagel & Juice, locale rinomato in tutta la città perché serve sia degli squisiti bagel farciti con ogni ben di Dio sia una varietà di spremute e succhi preparati al momento. La fama del locale è ampiamente meritata. Ma il posto è piccolo, i clienti tanti, quindi è possibile imbattersi in attese sia per sedersi che per mangiare.

Dopo il soddisfacente pranzetto riprendiamo l’auto per andare a Nuenen, piccolo centro a 6 km da Eindhoven, che ha avuto la fortuna di ospitare Van Gogh per qualche anno della sue breve esistenza. Il paese è assolutamente delizioso e vive proprio dell’indotto del turismo generato dall’ artista. Infatti oltre al Vincentre (piccolo museo che ricostruisce lo stile di vita del paese all’epoca di Van Gogh) c’è un vero e proprio percorso attraverso alcuni luoghi fondamentali nel percorso umano ed artistico del pittore . Così si passa dalla casa dove abitavano i Van Gogh a quella della famiglia poi raffigurata ne I mangiatori di patate, si passa dalla chiesa raffigurata in un altro famoso dipinto alla piazzetta dove lo sfortunato pittore solitamente dipingeva e dove oggi si trova una statua commemorativa. Insomma per gli amanti di questo artista è una vera pacchia ed è un percorso che si è rivelato interessante anche per il bambino visto che è strutturato quasi come una vera e propria caccia al tesoro.

Ceniamo a Nuenen dopodiché andiamo a caccia dell’ultimo punto di interesse del percorso, il Sentiero Notte Stellata, che sarebbe un breve tratto della pista ciclabile che collega Eindhoven a Nuenen, in cui sono stati installati dei led naturali che durante il giorno si caricano con la luce del sole e che di notte si illuminano ricreando i colori e l’atmosfera del più famoso quadro di Van Gogh. Grazie ad un unico cartello posizionato lungo la strada riusciamo ad individuare la parte dove inizia il sentiero illuminato (lungo circa 400-500 metri) che quindi è percorribile anche dai turisti che arrivano in auto.

Così ritorniamo sul posto verso le 21:30 ma, dopo aver parcheggiato, due situazioni contingenti non ci permettono di goderci lo spettacolo. Infatti da un lato inizia a piovere forte e dall’ altro la zona di notte appare completamente desolata e, a dire il vero, neanche ben frequentata. Considerato inoltre che non c’è ombra di altri turisti, decidiamo di non rischiare di rovinarci la vacanza e i bei ricordi con un brutto “incidente” finale. Per cui la prudenza e la pioggia, che nel frattempo viene giù a secchiate, ci consigliano di tornare in hotel.

L’indomani facciamo tutto con calma e caricati i bagagli ci apprestiamo a riconsegnare l’auto in aeroporto. Un’importante raccomandazione è quella di fare benzina in città perché una volta usciti dal centro abitato fino all’ aeroporto non c’è ombra di stazione di rifornimento. Questo potrebbe sembrare un paradosso nel paese della Shell ma non lo è se si considera lo scarso numero di auto, l’inesistente traffico ed in questo caso la limitata attenzione rivolta al turista. Tutto ciò conferma le deduzioni fatte già per l’Evoluon e per il Sentiero Notte Stellata, vale a dire che Eindhoven non vive e quindi non si preoccupa molto dell’esigenze dei viaggiatori.

Ovviamente questo nulla toglie ad un città che è molto piacevole, moderna, ben organizzata, piena di locali interessanti a dei prezzi tutto sommato ragionevoli, e che inoltre si è confermata un ottimo ed insolito punto di partenza per eccitanti percorsi alla ricerca dei luoghi e dei capolavori dell’amato Van Gogh.

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I flying pings di Eindhoven



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