La ceramica di Delft, tradizione e genealità olandese

Delft e la Royal Delft.
guidolanda, 22 Apr 2011
la ceramica di delft, tradizione e genealità olandese
Delft, storia e curiosità Nota principalmente per la decorazione e la lavorazione della ceramica, Delft ha un interessante passato storico dal 1246, quando rispetto a molti altri agglomerati urbani, acquisì i diritti ufficiali di città. E’ attraversata da tre canali principali e altri minori traversali. La città olandese poggia su 14 isole e ha 80 ponti, uno di questi è stato realizzato come il Rialto grazie al quale anche questa città potrebbe fregiarsi del titolo ‘Venezia del Nord’, sebbene per i più questo appellativo è da attribuire solo ad Amsterdam. In passato aveva molte birrerie, circa 200, perchè non si poteva bere l’acqua dei canali. La birra era prodotta in tali quantità che si arrivò a farla bere persino ai bambini quando non potevano bere più il latte. Ovunque sono presenti pali da illuminazione attorniati da grossi anelli di ceramica decorata bianca e blu, persino gli specchi di bagno di alcuni locali sono costernati dello stesso materiale che assume forme davvero caratteristiche. Un particolare sistema provvede a far girare l’acqua in modo da rimuovere quella che è in eccesso e riportarla ad un livello adeguato dove invece si riduce sotto i valori stabiliti. Operazione importante per la sopravvivenza della stessa città e per la vicinanza ai Polder. L’ufficio del turismo locale organizza un giro in battello con partenza da Koornmarkt 113 fornendo una guida in diverse lingue per illustrare le vicende della città. La gita che dura 45 minuti, dalle 11 alle 17, ogni ora, è disponibile da aprile a ottobre al prezzo di euro 6,50 per persona (3 euro fino a 12 anni). Ogni giovedi, da ormai 600 anni, si tiene un mercato delle pulci dove è possibile trovare anche i tradizionali e vecchi pattini d’argento del noto racconto al prezzo di 6 euro. Nella parte più interna è invece localizzata quello di frutta e fiori. Nel corso della passeggiata è possibile scoprire la corporazione dei macellai, uno dei mestieri più antichi della città e quello che una volta era una casa privata ricca dalle numerose vetrate a dimostrazione dello sfarzo che s’intendeva mostrare, visto che in quell’epoca vigeva una tassa sui vetri.. infatti, successivamente alcune finestre furono murate. Tale struttura divenne successivamente l’ufficio dell’acqua. I tecnici che ci lavorano hanno una grande responsabilità dovendo monitorare costantemente il controllo del suo livello. In ogni città olandese è possibile infatti scorgere un’asta metrica che dal fondo risale in superficie riportando la misura del pelo di superficie.

Il Centro di documentazione Vermeer Johannes Vermeer, definito maestro della luce, per la sua arte nel giocare con il colore, le vedute e le prospettive, è uno dei pittori olandesi più famosi del secoldo d’Oro. Il suo nome è indissolubilmente legato a Delft, la città in cui è nato nel 1632 e dove ha vissuto e ha lavorato tutta la vita. Il Centro di documentazione Vermeer riporta il lavoro svolto dal celebre pittore e si trova presso la sede storica della Gilda di San Luca (paintersguild) sul Voldersgracht al numero civico 24. I suoi dipinti si trovano in tutto il mondo perchè il pittore aggredito continuamente dai debiti dovette venderli a persone diverse. Sette delle sue opere sono ancora in musei olandesi: il Mauritshuis a L’Aia e il Rijksmuseum di Amsterdam. Egli visse nella casa della suocera che alla sua morte dovette acquistare una tomba disposta in verticale per risparmiare. Il Centro Vermeer fu la sede di ritrovo di diversi pittori dell’epoca. Nello stesso laboratorio i visitatori possono esplorare il suo mondo attraverso i media interattivi e incontri didattici. Un itinerario guidato conduce i visitatori lungo i luoghi in cui l’artista visse. Il Combi Ticket Vermeer permette di visitare la Oude Kerk (chiesa Vecchia con la tomba del pittore) la Nieuwe Kerk (Chiesa Nuova) e il Museo Het Prinsenhof.

La piazza, una delle più grandi d’europa, copre una distanza di 355 mt tra il Municipio e la Nieuwe Kerk. Ed è qui che si possono visitare:

Stadhuis, il Municipio Il Municipio, progettato nel 1618-1620, è stato realizzato in stile rinascimentale ed è la struttura dove si riunisce il consiglio comunale. In passato era una prigione, difronte si trova ancora una traccia del patibolo, uno spazio predisposto per le esecuzioni pubbliche. Nel 1618 il municipio bruciò e rimasero in piedi solo una parte della torre in mattoni medievale, l’Het Nieuwe Steen, e qualche pezzo di muro. L’architetto Hendrick de Keyser fu incaricato di ricostruirlo. Utilizzando la vecchia torre e quello che era rimasto, riuscì a progettare una nuova sala cittadina con un disegno simmetrico. Nel 1620 la ricostruzione fu completata. Nel 19° secolo la struttura fu drasticamente riorganizzata ospitando i componenti del consiglio comunale. Si colse l’occasione per rimodernare l’interno e l’esterno del palazzo. Oggi anche se le riunioni del Consiglio si tengono in municipio l’edificio viene utilizzato per i matrimoni.

Nieuwe Kerk (Chiesa Nuova), il sepolcro munomentale del primo reale d’Olanda Di fronte al municipio la torre slanciata della Nieuwe Kerk si proietta su 108,75 metri di altezza dalla sua posizione nella piazza Markt. Questa chiesa tardogotica a pianta cruciforme è stata l’ultimo posto di riposo per i componenti della Casa Reale. Il prestigioso edificio risale al 1381 ed è strettamente collegato alla Casa di Oranje-Nassau, la famiglia reale olandese, a cui si deve l’uso olandese in tutte le manifestazioni importanti e sportive del colore arancione. Per secoli, il sepolcro munomentale è il luogo dove i membri della famiglia reale riposano in pace. Fu quasi per caso che la Nieuwe Kerk si legò al nome dell’illustre casato. Soltanto poco prima della sua morte, il principe Guglielmo d’Orange, definito il Padre della Nazione, aveva scelto Delft come residenza temporanea. Da questa città egli guidava la rivolta contro il dominio spagnolo sui Paesi Bassi. In seguito, quando il 10 luglio 1584, nel Prinsenhof, il principe fu assassinato dagli spagnoli per mano del simpatizzante Balthazar Gerards, la tomba di famiglia a Breda era irraggiungibile perchè si trovava nelle mani degli stessi oppressori. Proprio per questo motivo il principe fu sepolto nella Nieuwe Kerk. Da quel momento in poi in questa chiesa vengono sepolti i membri della famiglia reale. Il Principe fu il primo ad essere sepolto nel 1584. lo seguirono nel tempo altre 46 salme. Il suo mausoleo è inusuale e impressionante anche perchè attorno agli angoli si trovano le statue raffiguranti 4 donne, di cui una porta una cappello, quale simbolo di libertà come significato e usanza ereditata dagli antichi romani. L’ultimo sovrano fu Bernard, marito di Giuliana. Progettato dall’architetto Hendrick de Keyser il mausoleo e’ stato costruito tra il 1614 e il 1622. L’ultimo restauro completo risale al 1997. L’isola coro della chiesa ha altri mausolei, tra cui quello di Ugo Grozio. La chiesa ha 16 vetrate e dispone al suo interno di una mostra permanente e un video di presentazione sulla storia della Nieuwe Kerk e la famiglia reale. È anche possibile salire sulla torre che è chiusa la domenica. Nel 1572, l’edificio passò nelle mani della Chiesa Riformata Olandese. L’iconoclastia non fu l’ultimo disastro che colpì la Nieuwe Kerk. Il 12 ottobre 1654 appena dopo mezzogiorno, risuonò quello che in futuro sarebbe stato chiamato ‘il tuono di Delft’. Nella polveriera della città scoppiarono 90.000 libbre di polvere da sparo. Lo scoppio deformò le mura, le vetrate e i tetti furono distrutti. Nello stesso inverno presero il via i lavori di restauro e nella primavera del 1655 la chiesa fu nuovamente aperta al culto. Oltre alla cripta mortuaria reale si può vedere un video sulla sepoltura di alcuni membri della casa reale. La cripta viene aperta una volta sola all’anno. Il guardiano che custodisce la chiave è il sindaco di Delft che con un membro della famiglia reale controlla che tutto sia conservato in modo adeguato, infatti vi è la possibilità che l’acqua rovini gli interni. Questo sindaco è l’unico ad essere nominato direttamente dai sovrani. Alcune curiosità: il campanile è il più pesante d’olanda e la struttura vista da lontano sembra pendere. Guglielmo d’Orange è stato anche definito ‘il taciturno’ per il fatto che non parlava una sola parola di olandese, infatti la sua lingua era il francese.

Il Museo Het Prinsenhof Il museo Het Prinsenhof si trova nella ex Sint Agathaklooster. Fu proprio sulle scale del Prinsenhof che il principe fu assassinato. Il muro delle scale mostra ancora due fori delle pallottole che testimoniano questo tragico evento.

Da visitare anche: – Legermusuem, il Museo militare, la storia militare dei Paei Bassi attraverso i secoli – La Science Centre Delft che scandaglia gli aspetti del lavoro all’università tecnica e mostra come la tecnica e la scienza occupano un posto importante nella società – Il Giardino Botanico dell’Università Tecnica di Delft: ampia collezione di piante coltivate per scopi scientifici e didattici nel giardino e nelle serre – Il Museo Nusantare mostra permanente che illustra i rapporti tra l’Olanda e l’Indonesia di ben 400 anni di storia – Il Museo Lamber van Meerten, un ex abitazione con una collezione di porcellane di Delft, la storia in stile settecentesco che evoca l’atmosfera dei dipinti di Vermeer – Il Museo Paul Tetar van Elven, un ex abitazione del pittore e collezionista Paul Tetar van Elven con stanze arredate nello stile dell’epoca Nieuwe Kerk (chiesa Nuova) – Oute Kerk (Chiesa Vecchia). La chiesa più antica di Delft. Monumenti funebri tra cui Vermeer e belle vetrate istoriate

Tra i monumenti: – Oostpoort unica porta cittadina conservata che risale 1400 circa – Het Steen, antica prigione cittadina sul lato posteriore del Municipio, del XIII° secolo – Waag: edificio della pesa del 1644. Sede della camera di Delft della compagnia delle Indie Orientali.

La Royal Delft Alla Royal Delft potrete assistere alla produzione e decorazione della ceramica secondo il metodo originale. Tra gli oggetti illustrati: il mulino a vento e fiori o comunque sullo stile orientale. Il loro obiettivo è mantenere la tradizione ma anche evolvere con tecniche del futuro e riscoprire il passato con pezzi vecchi in ambienti moderni. La Royal Delft è l’unica fabbrica originaria del XVII° secolo ancora esistente di ceramiche bianche e blu di Delft. Fondata nel 1653, ogni prodotto viene realizzato artigianalmente e tradizionalmente. Nel 1909 è divenuta una S.p.A., dal 1954 è quotata in borsa. Nel passato ha anche assorbito l’attività di altre fabbriche olandesi. Nella visita si potranno ammirare i pittori all’opera. Nell’azienda lavora un gruppo di 7 artisti tra cui una giovane pittrice. E’ interessante vedere come sia possibile riprodurre su un tableu a tutta altezza e composto da centinaia di piastrelle incastrate l’una con l’altra le prime linee di demarcazione dell’opera che verrà poi realizzata. Tramite un videoproiettore viene riflesso e riproposto sulla stessa parete ad una misura più grande un piccolo quadro raffigurante un’antica casetta tipica olandese. Il lavoro in progress dell’artista è offerto volutamente e strategicamente al pubblico anche perchè tra i visitatori potrebbe esserci un facoltoso acquirente interessato alla realizzazione che potrebbe dare delle indicazioni su delle varianti da apportare in corso d’opera. Museo e fabbrica dispongono di un reparto specializzato nella produzione di ceramica monumentale, un’attivita iniziata alla fine del XIX° Secolo. Tra il 1895 e 1980 furono realizzate opere in ceramica monumentale per famosi edifici olandesi tra i quali il Palazzo della Pace a L’Aja, il Municipio di Rotterdam e la Borsa di Amsterdam. Tra le tecniche introdotte, la Royal Delft ha creato quella a sezioni che consiste nel dare la forma della decorazione alle piastrelle. Nel museo è possibile vedere come tutto viene ancora dipinto tutto a mano. I corsi insegnano a chi vuole imparare nel giro di 1 anno la realizzazione di decorazioni semplici per arrivare a tutte le altre possibili tecniche come il Delft Blue dopo uno studio di 4 anni. I maestri pittori sono quelli che dopo una formazione di 10 anni e la frequentazione di un corso all’accademia dell’arte realizzano grandi tableaux. Grazie alla reazione chimica tra l’ossido di cabalto durante il processo di cottura la pittura nera diviene blu. La composizione della pittura è rimasta un segreto di produzione. Le diverse sfumature di blu si ottengono aggiungendo dell’acqua al nero, a maggiori quantità di acqua corrisponde una minore intensità, anche qui, l’attività è di estrema precisione perchè il biscotto è un materiale poroso e diverebbe impossibile correggere eventuali errori. Inizialmente viene delineato un disegno con polvere di carboncino prima ancora di riportare le prime linee con i pennelli. Il Blu di Delft è la tecnica più famosa. La fonte di ispirazione fu la porcellana cinese che veniva usata per esporre in casa i tulipani, uno status simbolo all’epoca per mostrare la propria ricchezza. Altre tecniche sono il policromo, lo stile rosso, blu e oro conosciuto come Pijnacker, un’interpretazione dello stile Imari Giapponese e la tecnica del Nero di Delft di cui è stata ispirazione la pittura a lacca cinese. Si aggiunge anche la tecnica del trasferimento dell’immagine, detta anche transfer o della decalcomania. Gli oggetti decorati con la tecnica del transfer sono evidenti per il fatto che hanno una minore intensità di colore e comunque dietro riportano la marca delft blauw Nell’esposizione moderna, la Royal Delft collabora con artisti contemporanei moderni indipendenti, un esempio questo della fusione del moderno con l’antico. Il marchio di fabbrica della Royal Delft è facilmente riconoscibile dalla composizione di più simboli: una bottiglia, le iniziali di JT Joost Thoft, uno dei primi proprietari che introdusse questo marchio nel 1879, le iniziali del pittore, e il codice dell’anno di manufattura tramite il quale è possibile risalire alla data di realizzazione. Il legame della Royal Delft con i reali, come dice il nome stesso è dimostrata anche dalla variegata collezione di ceramica reale e la realizzazione di piatti commemorativi in numero limitato per occasioni particolari quali la nascita di un nuovo membro della famiglia reale, un matrimonio o un anniversario oltre a collezioni particolari o regali di stato. La commemorazione avviene non solo per aver celebrato i 25 anni del governo della Regina Beatrice ma anche per temi quali la seconda guerra mondiale, eventi sportivi, o le foto della liberazione della stessa città di origine. All’interno del museo viene mostrato un tableau lungo di 28 metri disposto su tre pareti che mostra la borghesia in occasione della festa del vino. Dopo il ritrovamento degli schizzi originari si è risalito all’identità dei bambini che si è scoperto essere i figli degli impiegati della stessa Royal Delft. Dal 1916 vengono prodotti piatti natalizi in versione limitata (n.500 pezzi da 22 cm e n.1000 da 18 cm) e proprio per questo motivo è apprezzata. Una tradizione che si ripete ogni anno e presente nello showroom. Sempre nel museo viene illustrata una tableau di piastrelle della “Ronda di Notte” di Rembrandt composta da 480 piastrelle e realizzata nel 1999 da due pittori che hanno lavorato partendo dai due lati opposti. E’ stata acquistata da un compratore olandese che ha preferito rimanere nell’anonimato per un importo rimasto anch’esso segreto. Più avanti è possibile ammirare la collezione del Re guglielmo III° donata all’azienda nel 1887 e dei vasi piramide con l’effige dei tulipani costituiti da diversi pezzi assemblati. Nella fabbrica avviene il processo di produzione dall’impasto delle materie prime fino alla vendita del prodotto finito. Nella fase di realizzazione della materia prima viene usata argilla liquida che contiene kaolino, feldespari, gesso e quarzo e altre sostanze la cui composizione rimane ancora un segreto. L’impasto viene versato all’interno di matrici di gesso che assorbono l’acqua facendo creare all’interno una crosta che forma un incavo e che diviene spessa dopo 10 minuti. Successivamente l’oggetto viene sottoposto ad una prima cottura ad una temperatura di 1100 gradi che dura 24 ore, compresa la fase di raffredamento. Il prodotto cotto che viene chiamato biscotto sarà smaltato a decorazione ultimata. La seconda cottura avviene ad una temperatura di 1170 gradi, lo smalto si trasforma durante il riscaldamento in uno strato trasparente protettivo. Ogni oggetto viene esaminato da un esperto e solo se è privo di imperfezioni guadagna l’aggettivo di ceramica di prima qualità, c’è anche un rigoroso controllo qualità dello smaltato. Le ceramiche con piccolissime imperfezioni o di 2° scelta sono riconoscibili da un graffio sul marchio di produzione e un adesivo verde e sono vendute con un 25% di sconto. Le creazioni completamente rovinate si rompono in cocci e sono vendute al Kg. a collezionisti.. insomma non si butta nulla. Nel giardino esterno tra le manifestazioni a cui ha partecipato la Royal Delft e che si è aggiudicato come vincitrice vi è quella del Gran Premio del 1900. Nello showroom si trova la collezione completa di ceramiche interamente realizzate artigianalmente e dipinte a mano dalla Royal Delft.

I prezzi per accedere alla fabbrica e museo (brasserie e bar sono gratuiti): – individuali: € 8 a persona (fino a 12 anni gratis) – gruppi maggiori di 20 persone pagano € 5 a persona – tour guidati con massimo 30 persone completa di guida: € 35 – audio tour: € 2 – i programmi dal Royal Delft Blu al Royal Delft Exclusive costano da € 14,50 a € 57,50 – i workshop partono da € 24,50 e € 45

Per una visita e’ consigliabile prenotare prima. E’ possibile acquistare via web, alcuni pezzi sono assicurati dai danni del trasporto.

Per maggiori informazioni consultate www.holland.com/it/



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