Indimenticabile New Zealand: da Nord a Sud

A distanza di quasi quattro anni eccoci a raccontarVi il nostro viaggio di nozze in Nuova Zelanda: un’esperienza fantastica, un viaggio che ci ha entusiasmato, stupito, divertito, arricchito e lasciato un ricordo indelebile per un paese dove la natura è ancora padrona e dove la gente ti conquista per la sua semplicità e disponibilità. Il...
Scritto da: enryko
Partenza il: 12/03/2004
Ritorno il: 02/04/2004
Viaggiatori: in coppia
A distanza di quasi quattro anni eccoci a raccontarVi il nostro viaggio di nozze in Nuova Zelanda: un’esperienza fantastica, un viaggio che ci ha entusiasmato, stupito, divertito, arricchito e lasciato un ricordo indelebile per un paese dove la natura è ancora padrona e dove la gente ti conquista per la sua semplicità e disponibilità. Il viaggio è stato principalmente organizzato da noi sul posto, dall’Italia avevamo prenotato solamente l’hotel per la prima notte, il noleggio dell’auto e le ultime due notti ad Auckland. Per il resto ci siamo prodigati noi nella ricerca di alloggio, che ci ha portato via non più di un’ora al giorno, ristoranti, posti da visitare, cose da fare, eccetera. La Nuova Zelanda è un paese “facile” in ogni città ci sono alloggi e ristoranti per tutte le tasche, la gente è cordiale e con un minimo di conoscenza dell’inglese non ci sono problemi.

Il nostro itinerario, a differenza di gran parte dei tour a catalogo che prevedono la partenza da Auckland ed un tour orario per l’isola del nord ed antiorario per l’isola del sud per poi rientrare in Italia da Christchurch, inizia da Christchurch e termina ad Auckland e percorre l’isola del sud in senso orario e quella del Nord in senso antiorario. Il 12 Marzo dopo tre giorni fantastici trascorsi a Sidney, atterriamo, con volo Air New Zealand, a notte inoltrata a Christchurch nell’isola del Sud. Dall’aereoporto giungiamo con un taxi all’hotel che avevamo prenotato dall’Italia; la voglia di iniziare il tour è maggiore della nostra stanchezza e così prepariamo subito il nostro zainetto “tattico” con guida (Lonely Planet), cartina stradale, taccuino Moleskine, penna ed un itinerario di massima che dietro alcuni consigli di un amico e consultando il sito ufficiale del turismo neozelandese, avevamo buttato giù prima di partire.

Prima tappa: CHRISTCHURCH – SUMNER – DIAMOND HARBOUR – TIMARU (KM 262) La mattina dopo ci dirigiamo di buon ora nel centro della città. Qui dopo un tour effettuato a bordo di un tram dove un simpatico personaggio vestito da tranviere ci illustra cosa passa sotto i nostri occhi, ci dedichiamo alla visita della cattedrale per poi concederci un po’ di relax gironzolando qua e la per le vie del centro. Alle 10 in punto andiamo a prendere la nostra auto a noleggio: una Toyota echo (la nostra yaris). L’approccio con la guida a destra è per i primi 5 minuti devastante: anziché mettere la freccia azionavo il tergicristallo, la ricerca del cambio era preceduta da urti nel finestrino, poi, tutto si è sistemato e sinceramente non ho avuto più problemi. Durante questa tappa ci fanno da compagni di viaggio gli innumerevoli greggi di pecore e di cervi che stancamente pascolano sulle dolci verdi colline, altrettanti innumerevoli laghetti d’acqua azzurra che solo a guardarli ti trasmettono una sensazione di fresco, il tutto sotto un cielo terso a tratti colorato dalle vele dei tanti kyte-surf che solcano l’acqua del mare.

Seconda tappa: TIMARU – FAIRLIE – LAKE TEKAPO – LAKE PUKAKI (Mt. COOK) – TWIZEL – OMARAMA – MOERAKI (MOERAKI BOULDERS) DUNEDIN – PORTOBELLO (OTAGO PENINSULA – pinguini) – DUNEDIN (KM 499) Purtroppo le nuvole coprono la vetta del monte Cook (pare sia abbastanza usuale) e quindi non possiamo ammirare la maestosità di questo monte, ma, nonostante ciò la vista che si gode dalle rive del lago Pukaki è comunque incantevole. Dopo la tappa a Moeraki, dove decidiamo di vedere le Moeraki Boulders dal View Point anzichè scendere in spiaggia, giungiamo a Dunedin città universitaria ed in perfetto stile scozzese, tant’è che ci dicono Dunedin essere la traduzione di Edimburgo in gaelico. Ci arriviamo nel tardo pomeriggio e tentiamo comunque la sorte dirigendoci verso Portobello, nell’Otago peninsula, per poter vedere i pinguini dagli occhi gialli. Dopo un buona mezz’ora di guida per le tortuose strade che lambiscono il mare, arriviamo giusto in tempo per l’ultimo tour guidato: la vista, da casottini interrati simil bunker, del rientro dal mare di questi simpatici uccelli ripaga della non proprio entusiasmante (a parer nostro) organizzazione del tutto.

Terza tappa: DUNEDIN – LARNACH CASTLE (OTAGO PENINSULA) – DUNEDIN – BALCLUTHA – NUGGET POINT – CLINTON – GORE – LUMSDEN – TE ANAU – TE ANAU DOWNS (KM 421) Decidiamo di andare a vedere il Larnach Castle, l’unico castello della Nuova Zelanda. Purtroppo il tempo non è dei migliori e quindi non possiamo godere del panorama che si potrebbe vedere dai giardini che circondano il castello, che tra l’altro non ci sembra così interessante da visitare, per cui, dopo una passeggiata nei giardini riprendiamo l’auto dirigendoci a sud verso Nugget Point. Dopo aver attraversato Balclutha, cittadina formata da due file di case lungo i due lati della strada, giungiamo a Nugget Point. Iniziamo l’ascesa al View Point camminando in un sentiero che si snoda nella sommità del monte, e dopo un quarto d’ora giungiamo alla punta estrema in cui giganteggia il faro. Il paesaggio è fantastico e la voce del mare ti fa sentire piccolo piccolo. Riprendiamo l’auto in direzione di Te Anau. Lungo il tragitto ci fermiamo ed approfittiamo per telefonare al Reservation Centre per prenotare l’escursione dell’indomani nel fiordo di Milford (alla fine si rivelerà un’ottima scelta visto la fila che così abbiamo evitato di fare). Arrivati a Te Anau indugiamo un po’ troppo lungo le rive del lago, ma la sensazione di tranquillità che il lago ed i monti che lo circondano è tale da farci rilassare seduti su una panchina perdendo la cognizione del tempo. La ricerca dell’hotel risulta un po’ più difficoltosa del solito, del resto Te Anau è il crocevia per chi fa escursioni al Milford Sound ed al Doubtful Sound. Alla fine riusciamo a trovare posto a Te Anau Downs, l’ultimo “avamposto” civilizzato lungo la strada che porta al Milford Sound.

Quarta tappa: TE ANAU DOWNS – MILFORD SOUND – TE ANAU (KM 221) La strada per il Milford Sound è bellissima, ci fermiamo ad ammirare i Mirror Lakes e dopo l’obbligatoria attesa del verde semaforico dell’Homer Tunnel giungiamo al Milford Sound dominato dal Mitre Peak, non prima però di esserci addentrati in mezzo ad una vera e propria foresta di felci. Saliamo a bordo della barca che ci porterà in navigazione lungo le sponde del fiordo fino ad uscire in mare aperto. La fortuna è dalla nostra parte: nel Milford Sound piove circa 292 giorni all’anno e quel giorno non pioveva ! Finita la crociera e dopo la foto ricordo di rito, riprendiamo la strada verso Te Anau con l’intenzione di arrivare a Queenstown. Giungiamo a Te Anau che sono quasi le 17 e valutiamo che è troppo tardi per proseguire nel viaggio e percorrere i km che ci separano da Queenstown. Troviamo quindi alloggio in un B&B gestito da Keiko, una simpaticissima giapponese sposata con un altrettanto simpatico nativo. Dato che mia moglie è inglese, ci dilunghiamo un po’ in piacevoli chiacchiere con i proprietari in compagnia di un paio di ottime bottiglie di vino bianco neozelandese.

Quinta tappa: TE ANAU – MOSSBURN – FIVE RIVERS – FAIRLIGHT – QUEENSTOWN – ARROW JUNCTION (Alpine Scenic Route) – CARDRONA – WANAKA – LAKE HAWEA – HAAST PASS – HAAST (KM 407) Arriviamo a Queenstown: la capitale degli sport estremi. La giornata è bellissima. A bordo della teleferica saliamo alla sommità del monte che domina il lago sulle cui sponde si sviluppa la città di Queenstown. Il panorama che si gode vale il biglietto. Dato che ne io ne mia moglie siamo amanti dell’estremo, decidiamo di tornare in città e goderci il panorama della catena dei monti Remarkables seduti in una panchina lungo il lago evitando le varie esperienze di bungee, rafting, eccetera. Dopo una passeggiata per il centro ci tuffiamo nell’allegria dei festeggiamenti di San Patrizio entrando a berci un paio di Guinness in un pub irlandese animato da un duo chitarra e tastiere. Dopo pranzo, cartina stradale alla mano, decidiamo di fare una deviazione per l’Alpinic Scenic Route. La scelta è decisamente felice: nonostante qualche curva di troppo la strada ed il panorama sono fantastici. Giungiamo a Cardrona dove facciamo una sosta per visitare l’omonimo Hotel lungo la strada. Dopo aver lasciato Wanaka con il suo bellissimo lago alle spalle il paesaggio torna nuovamente in mano alla natura. Il valico dell’Haast Pass ci mette un po’ di timore anche perchè ci transitiamo all’imbrunire dopo non aver incrociato alcuna auto per un bel po’ di tempo. Arriviamo ad Haast che è già buio e così troviamo da dormire nell’unico motel che c’è.

Sesta Tappa: HAAST – FOX GLACIER – FRANZ JOSEF GLACIER – HARIHARI – ROSS – HOKITIKA (KM 309) Lasciamo il motel che albeggia. Arriviamo al ghiacciaio Fox Glacier e qui ci incamminiamo lungo il sentiero che porta fino al limite consentito senza necessità di avere una guida. La “voce” del ghiacciaio è comunque forte e si fa sentire anche da dove siamo noi. E’ impressionante quanto si sia ritirato nel corso degli ultimi 25 anni. Riprendiamo l’auto in direzione dell’altro ghiacciaio il Franz Josef Glacier. Arriviamo al parcheggio che inizia a piovere, lungo il sentiero aumenta l’intensità della pioggia tant’è che desistiamo dall’andare avanti, godendoci la vista del ghiacciaio da lontano. Dopo una breve sosta nella cittadina di Ross nota per la corsa all’oro, giungiamo ad Hokitika, cittadina famosa per la lavorazione della giada. Ovunque ci sono negozi che vendono oggetti e monili in giada e mia moglie non resiste alla tentazione di acquistarne qualcuno. Facciamo una bellissima passeggiata sulla spiaggia che è popolata di tronchi che il mare con la sua forza ha spiaggiato durante le mareggiate per poi andare a cena in un ristorante consigliatoci dalla signora del motel in cui dormiamo. Con nostro stupore la cameriera ci dice che doveva sentire in cucina se il cuoco aveva chiuso o meno: erano solamente le 20. Fortunatamente il cuoco le da l’ok e quindi ci sediamo. Una mezzora più tardi entra un’altra coppia che però non ha la stessa nostra fortuna.

Settima Tappa: HOKITIKA – GREYMOUTH – REEFTON – SPRINGS JUNCTION – LEWIS PASS – WAIAU – KAIKOURA (KM 376) Ripartiamo da Hokitika e percorrendo il valico di Lewis Pass attraversiamo l’isola del sud dalla costa Ovest a quella Est in direzione di quella che è la meta finale di questa tappa: Kaikoura. Arriviamo a metà pomeriggio e prima di trovare il motel andiamo a prenotare l’escursione per andare a vedere le balene. Questa volta non abbiamo pensato di prenotare prima e così ci troviamo di fronte al fatto che gli unici posti disponibili per il giorno successivo sono solamente 4 e sono tutti nella crociera che parte alle 6,30. Non avendo altra scelta prenotiamo. Troviamo poi da dormire in un B&B gestito da una coppia di londinesi che si sono trasferiti in Nuova Zelanda da molti anni e che sono originari dello stesso quartiere in cui è nata e cresciuta mia moglie. Fortunatamente durante la conversazione il padrone di casa ci ricorda di rimettere gli orologi perchè nella notte sarebbe scattata l’ora legale. Fortuna lui, altrimenti avremmo perso la crociera. L’indomani mattina, come richiestoci, ci troviamo al centro prenotazioni alle 5,30 per il check-in, dopo averci fatto vedere un filmato sulle norme di sicurezza e sul tipo di escursione che faremo, a bordo di un autobus ci portano al porto dove ci attende un aliscafo con cui andremo alla ricerca delle balene (Sperm Whale). Prendiamo posto all’interno e durante la navigazione ci vengono date informazioni sulle balene e ci viene raccontata la leggenda di Kaikoura. All’improvviso l’aliscafo smette di planare e la guida, dopo aver indossato delle cuffie, butta in acqua un’asta alla cui estremità c’è una specie di microfono. Dopo qualche istante di religioso silenzio di tutti noi a bordo, la guida indica al comandante la direzione corretta. Altri pochi minuti di navigazione ed ecco che l’aliscafo si ferma e la guida ci dice che possiamo uscire ad ammirare le balene. Lo spettacolo è indescrivibile: il silenzio del mare rotto solamente dagli sbuffi d’aria che escono dal capo della balena seguiti dall’inarcamento della schiena e dallo schiaffo della sua coda che velocemente scompare sotto la superficie. Il tutto con le prime luci del giorno che nasce e con gli albatros che volano indisturbati in cielo. Un’esperienza unica, emozionante ! La crociera dura circa due ore durante le quali riusciamo a vedere 5 balene. Alle 8,30 siamo di nuovo in paese pronti per la colazione all’inglese che ci siamo proprio meritati ! Ottava Tappa: KAIKOURA – KEKERENGU – BLENHEIM – OKARAMIO – HAVELOCK (Queen Charlotte Drive) – PICTON (KM 238) Dopo una breve passeggiata per il lungomare di Kaikoura ripartiamo in direzione Picton dove per l’indomani abbiamo la prenotazione del traghetto che ci porterà nell’Isola del Nord. Anche durante questa tappa il paesaggio che la costa Est ci offre è bellissimo. Decidiamo di seguire il consiglio della Lonely Placet e arriviamo ad Havelock dove possiamo ammirare le coltivazioni delle cozze verdi giganti nonché assaggiarne un piatto misto a testa nel caratteristico ristorante The Mussle Boys sul cui tetto sono riprodotte le cozze a simulare una squadra di rugby. Percorrendo la Queen Charlotte Drive che si snoda lungo la costa giungiamo a Picton.

TRAGHETTO PICTON-WELLINGTON (Attraverso lo Stretto di Cook – 3 ore) L’indomani riconsegnamo la macchina all’agenzia (non conviene traghettarla per il costo elevato), dopo aver percorso 2733 km, e ci imbarchiamo per la traversata dello stretto di Cook. Il mare è calmo per cui la traversata è piacevole, soprattutto nel primo tratto in cui si naviga tra le numerose baie del Marlborough Sound, per poi uscire in mare aperto nello stretto vero e proprio. Dopo circa tre ore attracchiamo nel porto di Wellington la capitale della Nuova Zelanda.

Dopo aver trascorso 10 giorni nell’Isola del Sud riprendiamo il nostro viaggio nell’Isola del Nord.

Nona Tappa: WELLINGTON – UPPER HUTT – MASTERTON – WOODVILLE – HASTINGS – HAVELOCK NORTH (Te Mata Peak) – NAPIER (KM 421) Una volta sbarcati andiamo subito a noleggiare l’auto e ci viene nuovamente assegnata una Toyota Echo. Nei programmi iniziali il soggiorno nella capitale doveva essere di almeno tre giorni, invece, vuoi perchè c’era moltissimo vento (non a caso è soprannominata Wind City !), vuoi perchè l’impatto con il cemento è stato piuttosto traumatico avendo ancora negli occhi i colori e nel naso i profumi della natura che avevamo lasciato nell’isola del Sud, vuoi perché era domenica e la città era semi-deserta, vuoi perché tra noi e la città non c’è stato il “colpo di fulmine”, il soggiorno si è ridotto al minimo necessario (una giornata e mezzo). Era anche nostra intenzione visitare i luoghi nei dintorni di Wellington dove è stato girato il film Il Signore degli Anelli ma dato che moltissimi sono situati in proprietà private e sono a pagamento, abbiamo preferito evitarli in favore di ore dedicate a visite di piccole cittadine che incontravamo lungo il viaggio, e così ci siamo fermati ad Havelock North per ammirare i vigneti, le coltivazioni di alberi da frutto ed il Te Mata Peak. Dopo qualche ora giungiamo a Napier cittadina i cui edifici delle zone centrali, dopo un forte terremoto, sono stati ricostruiti in stile decò.

Decima Tappa: NAPIER – PUTORINO – WAIROA – LAKE WAIKAREMOANA – WAIROA – NUHAKA – MAHIA BEACH – NUHAKA – GISBORNE (KM 395) Il giorno dopo ripartiamo in direzione Gisborne. Lungo il tragitto facciamo una deviazione per andare a vedere il lago Waikaremoana – una scelta non proprio felice a causa dell’interminabile e tortuosa strada bianca. Per rifarci dalla scelta errata, a Wairoa facciamo visita alla pasticceria premiata come miglior pasticceria dell’anno, ed in questo caso la scelta è stata proprio azzeccata ! Dopo una sosta a Mahia beach per ammirare le scogliere di sabbia modellate dal vento e dall’azione del mare, arriviamo a Gisborne. Andiamo a vedere il punto in cui James Cook sbarcò, per poi dedicarci alla visita della città. L’indomani gironzoliamo un po’ nei dintorni di Gisborne ed andiamo a visitare una Marae, luogo di ritrovo ed al tempo stesso di culto dei Maori. Undicesima Tappa: GISBORNE – OPONAE (Te Urewera National Park) – OPOTIKI – AWAKERI – ROTORUA (KM 299) Ripartiamo da Gisborne ed attraversando il Te Urewera National Park giungiamo sulla costa ad Opotiki importante centro della civiltà Maori. Dopo una rilassante sosta lungo la costa, ci dirigiamo verso Rotorua dove arriviamo a metà pomeriggio. L’impatto con la città non è dei migliori: una “puzza” di zolfo ci aggredisce il naso, del resto siamo nel cuore delle zone termali e tutto ciò è inevitabile. Rapidamente “ci facciamo il naso” e troviamo alloggio all’ ANN’S VOLCANIC, un motel gestito da una simpaticissima signora, la quale, saputo che eravamo in viaggio di nozze, ci ha fornito consigli su consigli su cosa fare e non fare. Fidandoci di lei abbiamo così aderito alla serata Maori. Giusto il tempo di sistemarci in camera che l’autobus della compagnia turistica era già arrivato per prelevarci e portarci al centro di raccolta da dove con altri autobus siamo andati al villaggio Maori dove abbiamo assistito a scene di vita, canti, danze, tra cui la famosa Haka, ed abbiamo infine cenato con menù tipico Maori. Premettendo che queste cose “preconfezionate” non fanno al caso nostro, tutto sommato è stata una piacevole serata. Dodicesima Tappa: ROTORUA – WAIOTAPU (Thermal Area) – TAUPO (“Taupo Loop” intorno al Tongariro National Park) – TAURANGI – RANGIPO (Desert Road) – WAIOURU – OHAKUNE – TOHUNGA JUNCTION – NATIONAL PARK – TONGARIRO – LAKE ROTOAIRA – TURANGI – TAUPO – ROTORUA (KM 476) L’indomani andiamo a visitare l’area termale di WAI-O-TAPU, un’incredibile area termale che mostra tutta la potenza della terra: pozze di fango bollente, fumarole, laghi di cianuro, laghi di zolfo, … Una delusione invece l’eruzione del Lady Knox: viene provocata dalle guide della zona mediante introduzione nel cratere di una sostanza che facendo reazione innesca l’eruzione stessa. Finita la visita all’area termale, ci dirigiamo verso la cittadina di Taupo che sorge sulle rive dell’omonimo lago. Qui decidiamo di fare quello che al nostro rientro in motel alla signora Ann “venderemo” così come noi l’abbiamo battezzato: il “Taupo Loop”, ovvero, un tour intorno al Tongariro National Park da fare in mezza giornata. E così, percorriamo tutta la Desert Road verso sud per poi arrivati a Waiouru, città con forte presenza di caserme dell’esercito neozelandese, deviare ad ovest e risalire poi verso Nord in direzione di National Park. Qui ci fermiamo per una breve sosta e poi di nuovo ad est verso Taupo. Il loop è bellissimo, si viaggia sempre avendo la compagnia dei tre vulcani ancora attivi che si trovano nel parco, uno dei quali è il famoso monte Fato del film Il Signore degli Anelli.

Tredicesima Tappa: ROTORUA – TE KUITI – WAITOMO CAVES – OTOROHANGA (Kiwi House) – TE AWAMUTU – CAMBRIDGE – MOUNT MAUNGANUI (KM 342) Ripartiamo da Rotorua portando con noi per diversi chilometri la sensazione di respirare ancora aria sulfurea. Arriviamo a visitare le Waitomo Caves a metà mattina. Le grotte sono incantevoli ed anche la gita in barca nel fiume che vi scorre all’interno, per vedere le larve (glow worms), non è da meno. Dopo una sosta ad Otorohanga dove visitiamo la Kiwi House riuscendo così a vedere il Kiwi, uccello simbolo della Nuova Zelanda, giungiamo a Mount Manganui, nota località di mare dove è nostra intenzione fermarci per più di una notte per prenderci una pausa.

Quattordicesima Tappa: MOUNT MAUNGANUI – TE PUKE – TAURANGA – MOUNT MAUNGANUI (KM 83) Il tempo purtroppo non è dei migliori, ma noi non ci perdiamo d’animo e così ci incamminiamo sul sentiero che ci porta a fare il giro del promontorio di Mount Maunganui. Una volta terminato il giro ci rilassiamo un po’ in spiaggia ammirando le evoluzioni di due ragazzi con il loro surf. Il giorno dopo visitiamo Te Puke nota per le coltivazioni di Kiwi ed andiamo poi a Tauranga altra méta estiva per i neozelandesi.

Quindicesima Tappa: MOUNT MAUNGANUI – PAHOIA – WAIHI – WHANGAMATA – TAIRUA – HAHEI (Cathedral Cove) – HOT WATER BEACH – WHENUAKITE – WHITIANGA – COROMANDEL (KM 289) Il giorno dopo ripartiamo con l’intento di fare il giro di tutta la penisola di Coromandel ma la bellezza delle spiaggie di Hahei, la discesa (e successiva risalita) per un tortuoso sentiero fino alla spiaggia di Cathedral Cove e la visita alla Hot Water Beach ci hanno rallentato, tanto che arriviamo a Coromandel nel pomeriggio inoltrato. Decidiamo quindi di fermarci; troviamo alloggio presso un cottage immerso nel verde e gestito da un ragazzo inglese per il quale il tempo si è fermato alla fine degli anni 60 quando il periodo hippy era al suo apice.

Sedicesima Tappa: COROMANDEL – THAMES – WAITAKARURU – AUCKLAND – WHANGAREI – KAWAKAWA – PAIHIA (KM 418) Il giorno successivo ripartiamo in direzione Paihia da dove partono le gite organizzate per andare a visitare Cape Reinga. Il paese è carino e troviamo subito dove dormire. Quindi andiamo a prenotare la nostra gita; anche questa volta arriviamo un po’ tardi e gli unici posti disponibili sono in un autobus di giovani studenti, i nostri 40 anni li mascheriamo bene e quindi prenotiamo due posti con l’Awesome Adventures NZ.

Diciassettesima Tappa: PAIHIA – CAPE REINGA – PAIHIA: Di buon ora l’autobus ci passa a prendere al nostro motel. Prendiamo posto sperando di finire il sonno, come del resto tutti gli altri passeggeri, ma la speranza è vana: l’autista, una ragazza che poi si rivelerà simpaticissima, inizia a parlare al microfono raccontando le leggende relative ai posti che man a mano attraversiamo (fortuna che c’è mia moglie che poi mi aiuta nella comprensione dei racconti). Arriviamo finalmente alla famosa “90 mile beach road”. L’autobus sembra planare sulla battigia, alla nostra sinistra il Mar di Tasmania, davanti a noi un’interminabile lingua di sabbia compatta. Circa a metà strada ci fermiamo ad ammirare uno scoglio bucato che affiora dalla superficie e che secondo la leggenda rappresenta l’amo con cui le divinità hanno pescato la Nuova Zelanda, ripartiamo e dopo 90 miglia usciamo dalla beach road per addentrarci nel letto di un torrente. Ci fermiamo nuovamente dopo poco, questa volta per scalare a piedi delle dune di sabbia dalle quali poi scendere a tutta velocità con una mini tavola da surf che si mette sotto il petto. Risaliamo in autobus e finalmente arriviamo a Cape Reinga. Qui la bellezza del posto ci toglie il fiato: il Mar di Tasmania e l’Oceano Pacifico si incontrano formando un gioco di correnti fantastico, in lontananza si vedono i flutti che si infrangono sulla spiaggia della baia di Cape Maria Van Damien, e sotto il faro la Spirit Bay, baia sacra al culto Maori. Ripartiamo alla volta di Paihia non prima di esserci fermati per pranzo in una spiaggia riparata dal vento, dove i più temerari sfidando la temperatura dell’acqua fanno il bagno, e non prima di esserci fermati a mangiare un “fish & chips” da leccarsi i baffi.

Diciottesima Tappa: PAIHIA – KHIKOHE – OPONONI – OMAPERE – Kauri Forest – DARGAVILLE – MATAKOHE – TE HANA – OREWA (KM 393) Ripartiamo da Paihia e dopo aver visitato Opononi e Omapere, due paesi lungo il litorale, ci addentriamo nella Kauri Forest. Rimaniamo impressionati dalle dimensioni di questi alberi, i Kauri, ma il nostro stupore raggiunge l’apice quando il sentiero ci porta proprio in faccia al Te Matua Ngahere (il padre della foresta), un Kauri di oltre 2000 anni il cui tronco è alto 10,21 metri, ha un diametro di 5,22 metri per un’altezza totale di 29,9 metri. Facciamo tappa ad Orewa per riposarci un poco prima di affrontare gli ultimi giorni del nostro viaggio nella città di Auckland.

Diciannovesima Tappa: OREWA – AUCKLAND (KM 69) Arriviamo a Davenport, cittadina sulla sponda della baia opposta a quella dove sorge Auckland. Qui ci fermiamo per uno spuntino in riva al mare con le imbarcazioni di team New Zealand che davanti ai nostri occhi si allenano per le regate della futura Coppa America. Arrivati ad Auckland andiamo a restituire l’auto dopo aver percorso 3185 km per poi dirigerci in hotel che è in zona centrale (opposto alla Sky-Tower). I giorni rimanenti li trascorriamo camminando in lungo ed in largo per la città, visitando il villaggio della Coppa America, il Victoria Market, fermandoci in uno dei numerosi caffè della Queen Street, e visitando la Sky Tower dalla cui sommità si gode un bellissimo panorama del Golfo di Hauraki. Auckland a nostro parere è meglio di Wellington, anche se la bellezza della Nuova Zelanda non sono le due metropoli ma piuttosto le cittadine più piccole e soprattutto la natura in tutte le sue forme, colori, profumi che caratterizzano in modo unico questo paese.

Dopo 22 giorni e 5918 chilometri è giunto il giorno del rientro in Italia. Arriviamo in aeroporto piuttosto in anticipo per colpa del portiere dell’albergo che aveva letto male l’orario di partenza del nostro volo. Non tutto il male vien per nuocere: al check-in una zelante impiegata dell’Air New Zealand, poi rivelatasi incompetente, ci dice che i nostri bagagli sono in sovrappeso di 18 chili – alla fine ci priviamo di tanti opuscoli ecc… e riusciamo a sforare solamente di 3 chili: in aereo poi parlando con l’assistente di volo veniamo a sapere che in realtà potevamo imbarcare le nostre valigie senza privarci di nulla. Malgrado questo episodio negativo il ricordo di un paese straordinario come la Nuova Zelanda è indelebile. KIA ORA ! Enrico R. E Patrizia L.



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