La mia meravigliosa Norvegia

La Norvegia è anche piccoli borghi, ghiacciai, vallate e strade che si snodano tra boschi, prati, cascate e laghetti, attraversando luoghi che con il classico viaggio nei fiordi non si potrebbero vedere
Scritto da: Turistadoc
la mia meravigliosa norvegia
Partenza il: 28/07/2011
Ritorno il: 11/08/2011
Viaggiatori: 5
Spesa: 2000 €
La descrizione del mio viaggio è fatta per dimostrare che la Norvegia è godibile non solo con il famoso Postale dei Fiordi: quelli si possono navigare con i traghetti locali. La Norvegia è anche piccoli borghi, ghiacciai, vallate e strade che si snodano tra boschi, prati, cascate e laghetti, attraversando luoghi che con il classico viaggio nei fiordi non si potrebbero vedere. Consiglio a coloro che possono affrontarlo un viaggio come il mio, aereo, treno e automobile.

Giovedì 28 luglio

La partenza è prevista dall’Aeroporto di Ciampino con il volo Ryanair FR 9654 per Oslo Rygge delle ore 06:50.

E’ stata una gran bella levataccia alle 04:00, bagagli già tutti pronti e utilizzo della nostra automobile per raggiungere l’aeroporto: vista l’ora della partenza, abbiamo deciso di utilizzare il parcheggio Alta Quota per lasciare in custodia la nostra vettura al prezzo di € 70,00 per 15 giorni. Comodissimo, una navetta ci ha portato in aeroporto e una navetta ci verrà a riprendere al nostro rientro.

Atterriamo con 15 minuti di anticipo alle ore 09:50 all’Aeroporto di Rygge (60 km a sud-est di Oslo) e all’uscita troviamo subito il capolinea del Rygge Expressen, il bus che ci condurrà nei pressi della stazione di Oslo S, al prezzo di Nok 140 a persona.

Non fatichiamo molto a trovare il Thon Hotel Opera, in Dronning Eufemias Gate, a lato della stazione. Abiamo scelto questo hotel proprio per la sua posizione: dovendo poi prendere il treno per Bergen di prima mattina, ci era sembrata la soluzione migliore. L’hotel è una rivelazione: essendo parte di una catena, il sito su cui l’avevamo prenotato non ne dettagliava le caratteristiche. Decisamente superiore alle aspettative, direi “lussuoso”, pulitissimo, con una colazione fantastica. Ci vengono assegnate due camere contigue: 856 e 858. Dalle finestre degli ampi corridoi e dall’ascensore in movimento si ha una vista magnifica sul fiordo.

Poiché le nostre camere non sono ancora pronte, lasciamo i bagagli e ci incamminiamo lungo la Johans Gate: è una bellissima giornata di sole, fa fin troppo caldo per essere in Norvegia. Si incontra subito sulla destra la Cattedrale e abbiamo la prima grande emozione: la piazza antistante la chiesa è stata chiusa al traffico e trasformata in un centro di raccolta di fiori, lumini e altri omaggi che gli abitanti di Oslo tributano ogni giorno alla memoria di quanti sono morti nella strage del 23 luglio ad opera di uno squilibrato. E’ il modo composto di questa gente di partecipare alla sofferenza dell’intera città, sconvolta da un fatto così brutale e insolito per la loro cultura. Entriamo, compostamente in fila, nella cattedrale dove si prega ancora per le vittime.

Sono le 13:30 e decidiamo di fermarci per pranzo al Cafè Cathedral, sempre sulla Johans Gate: il posto è piacevole e rimaniamo soddisfatti, spendendo Nok 760 in quattro.

Proseguiamo la nostra prima esplorazione di Oslo, passando accanto a dei piacevoli giardini arricchiti di vasche e fontane (molto bella la fontana che raffigura un pavone che fa la ruota), ammiriamo la facciata neoclassica dell’Università e ci troviamo di fronte la mole del Palazzo Reale che chiude il lungo viale. Decidiamo di non visitare l’interno del Palazzo, ma entriamo nei giardini curatissimi (che fungono anche da giardini pubblici) per rinfrescarci un po’, considerato il gran caldo, inusuale per Oslo. Verso le 16,00 riattraversiamo la città per tornare in hotel e prendere finalmente possesso delle nostre camere, molto confortevoli. Ci riposiamo e intorno alle 18,30, rinfrancati, riprendiamo la nostra veste di turisti. Per prima cosa, uscendo dall’albergo, proprio di fronte a questo, adagiato sulla sponda terminale del fiordo, facciamo un giro nel nuovo teatro dell’Opera, una singolare costruzione in pietra bianca e cristallo che non serve solo come auditorium, ma permette ai cittadini di incontrarsi e passeggiare tranquillamente anche sul tetto.

Ripercorso un tratto della Johans, vogliamo vedere i danni provocati dal gesto del folle pochi giorni prima: che strano ed emozionante osservare da vicino quello che il giorno precedente si è visto in televisione come una cosa così distante da noi!

Si è fatta ora di cena e decidiamo di provare la “Brasserie 45” in Stortingsgaten 20, nelle vicinanze del National Theater, che veniva consigliata dalla rivista “I Meridiani”: si rivela un’ottima scelta e ci torneremo tutte e tre le sere del nostro soggiorno ad Oslo (NOK 760).

Usciti dalla Brasserie, pur avvertendo la stanchezza (ci siamo alzati prima dell’alba), ci incamminiamo verso l’area del porto, anche perché ad Oslo, in questo periodo, fa buio a mezzanotte e la luce ancora brillante non invoglia a tornare in albergo. Il porto, Aker Brygge, è moderno, pur mantenendo qualche angolo caratteristico e la vista, sulla sponda opposta, della Fortezza Akersus, suggestiva quando incomincia ad illuminarsi. Riprendiamo il cammino e, veramente stanchi, ci ritiriamo per la notte.

Venerdì 29 luglio

Unico neo della nostra splendida vacanza in Norvegia è questa giornata che noi abbiamo definito il nostro “Venerdì nero”: ve ne racconteremo per sommi capi, pur essendo stato vissuto da noi con estrema apprensione. Tutto inizia dopo la fantastica colazione in albergo, quando, decidendo di recarci nel vicino Ufficio Turistico (ospitato nella Torre Trafikanten) per acquistare le Oslo Pass, è stato necessario attingere al Bancomat. Con stupore ci accorgiamo che non riusciamo a prelevare denaro né con il Bancomat né con le Carte di Credito mentre la Posta Pay, da noi sempre adoperata all’estero, permette di prelevare solo € 100,00 al giorno. Ci rechiamo in una banca, telefoniamo al Consolato, chiamiamo le nostre Banche a Roma ma nessuno riesce a capire quale sia il problema.

Intanto si è fatta l’ora di pranzo e ritorniamo al Cafè Cathedral (Nok 676 in 4), dove accettano il pagamento con Posta Pay. Facciamo il punto della situazione: possiamo pagare i conti degli alberghi e dei ristoranti, dove stranamente la Posta Pay funziona, ma non avremo contanti nei prossimi giorni neanche per una bottiglia d’acqua. Rapidamente decidiamo di farci aiutare da Claudia ed Emanuele da Roma che riescono, entro la stessa giornata, a inviarci una bella somma in contanti tramite il trasferimento di denaro operato da Western Union, somma che riusciremo a ritirare però solo il sabato mattina.

Comunque, rincuorati, anche se abbiamo praticamente perso più di mezza giornata in telefonate e discussioni, intorno alle 17,00 acquistiamo i biglietti del bus (Nok 254) e con il tram della linea 12, di fronte alla Stazione, ci rechiamo al parco Vigeland, attraversando la bella zona residenziale di Frogner, nella parte alta della città. Il parco è una straordinaria esposizione all’aperto delle opere di Gustav Vigeland: 212 sculture tra bronzo e granito. Una delle attrazioni migliori di Oslo. Fa molto caldo e ci tratteniamo volentieri nel parco.

Ritornati in centro, ci incamminiamo verso la Brasserie 45 per la cena (Nok 1000).

Concludiamo la serata passeggiando e ammirando il Municipio, poi una piccola parte della vecchia Oslo conservatasi miracolosamente, e infine, dopo essere passati davanti all’edificio della Borsa, ci sediamo nuovamente davanti all’Auditorium, meravigliosamente illuminato nella notte che avanza (non è ancora mezzanotte!).

Pensando allo scampato pericolo di dover rinunciare alla nostra vacanza per colpa dei disservizi bancari, ce ne andiamo finalmente a letto.

Sabato 30 luglio

Ritirati i nostri soldi nell’ufficio della Western Union, finalmente possiamo acquistare le Oslo Pass presso la Torre Trafikanten (Ufficio del Turismo) (al prezzo di Nok 230 per quella da 24 ore che ci permetterà di entrare gratuitamente in tutti i musei che visiteremo e l’accesso a mezzi pubblici e traghetti) e con il bus n. 30, di fronte alla Stazione, ci dirigiamo a Bigdoy. Questa è una penisola verdeggiante che fronteggia l’Aker Brygge, dove gli abitanti di Oslo, pur essendo a pochi minuti dal centro cittadino, hanno le loro seconde case. Le spiagge della penisola sono una attrattiva irresistibile durante le giornate di sole. Si passa così davanti a belle costruzioni rurali, a pascoli, boschi, fino ad arrivare in un’area dove sono concentrati alcuni importanti musei: il Norsk Folkemuseum, il Vikingskipshuset, il Frammuseet e il Kon-Tiki Museet.

L’autobus ci ferma proprio all’ingresso del Norsk Folkemuseum, cioè il museo del folklore norvegese: è un grande museo all’aperto dove sono stati riportati e ricostruiti edifici (sia di abitazione che di culto) di varie epoche provenienti da ogni parte della Norvegia. Si visitano così case antichissime dove è ricostruita la dura vita che vi è stata condotta, case ottocentesche con arredi di buona fattura appartenuti alle classe agiata, una scuola, la chiesa (Stavkirke) di Gol, una fattoria con gli animali, la prima banca di Christiania (così si chiamava Oslo), l’ufficio postale, una osteria, una tenda dei Sami con i loro manufatti e tante altre attrattive. Il tutto arricchito dalla presenza di figuranti con costumi tipici per rendere al meglio l’atmosfera. Una visita assolutamente da non perdere.

Decidiamo poi di visitare anche il Museo delle Navi Vichinghe prima di pranzo. Il museo è raggiungibile in breve a piedi: è affollatissimo, in tanti vogliono ammirare la Oseberg e la Gokstad e gli accessori in esse rinvenuti, esposti nelle bacheche; si rimane colpiti dalla loro fattura, forse quando si pensa all’arte di queste popolazioni erroneamente si crede più rozza, meno raffinata.

Si è fatta l’ora di pranzo, così decidiamo di fermarci a mangiare presso il chiosco fuori del museo, hot dog e waffle, niente di speciale, ma almeno siamo seduti e al riparo degli ombrelloni, visto che anche oggi è molto caldo.

Riprendiamo il bus n. 30 che ci porta davanti agli altri due musei in programma. L’edificio che ospita la nave Fram le è stato costruito intorno, dopo che la nave era stata trasportata qui. La visita è emozionante: la nave è interamente visitabile e la sua storia affascinante.

Usciamo da questo museo ed entriamo in quello di fronte, che ospita la zattera Kon-Tiki, con la quale il norvegese Thor Heyerdahl navigò dal Perù alla Polinesia nel 1947 e la barca di canne Ra II, costruita dal popolo aymara sull’isola boliviana di Suriqui, sul lago Titicaca e che lo stesso esploratore usò nel 1970 per attraversare l’Atlantico.

Per chi visita Oslo l’esplorazione di questi musei è veramente consigliata.

Con il bus n. 30 raggiungiamo la spiaggia di Huk, torneremo poi qui per riprendere il traghetto verso il porto di Oslo. La spiaggia è strapiena di gente, così come affollato a dismisura è il solito bus n. 30 che ci riporta nella zona dei musei. Con lo stesso autobus saremmo potuti tornare ad Oslo, ma volevano provare il traghetto n. 91, che fa capolinea di lato al Kon-Tiki Museet ed arrivare ad Oslo via mare. Scendiamo all’Aker Brygge e, trovandoci vicino al Radhus (il Municipio) decidiamo di visitarlo. Il Radhus è una costruzione imponente in mattoni rossi della metà del Novecento, non bellissima esternamente, ma piacevolmente decorata all’interno con affreschi e dipinti su tutte le pareti, particolarmente scenografici vista la vastità degli ambienti. Al piano superiore è interessante sostare nella sala dove il 10 dicembre di ogni anno viene assegnato il Premio Nobel per la Pace.

Siamo stanchi e accaldati: perciò con il tram n. 13 ritorniamo in albergo, ci riposiamo un po’ e poi con il bus. n. 74 di nuovo alla Brasserie 45 per la cena.

Domenica 31 luglio

Oggi affrontiamo il viaggio in treno per Bergen attraverso l’altopiano dell’Hardangervidda: il viaggio è considerato uno dei più belli al mondo, poiché sale in quota, attraversa boschi, ruscelli, zone desolate, laghetti, montagne innevate. Abbiamo prenotato il viaggio in treno già a maggio, per poter usufruire dei cosiddetti “Minipris” ossia i biglietti scontati che le NSB, le Ferrovie Norvegesi, mettono all’asta periodicamente come succede per i voli aerei low cost.

Il treno parte ogni giorno alle 8:11 dalla stazione di Oslo S, ma quest’anno, causa lavori di rifacimento della linea ferroviaria, alla stessa ora, puntualissimo, parte un servizio sostitutivo di pullman fino ad Honefoss dove il viaggio proseguirà in treno.

Alle 9:50 il nostro treno sembra materializzarsi dal nulla: ci sistemiamo nei nostri posti prenotati e iniziamo questa esperienza che si concluderà alle 14:50 con l’arrivo a Bergen. Il tempo è veramente trascorso piacevolmente, tra paesaggi di notevole bellezza. Oltretutto, all’ora di pranzo, il vagone ristorante fornito di ogni sorta di panini, pizzette e bibite, ci ha sollevato dal problema di trovare un posto di ristoro appena arrivati a destinazione. Inoltre, il vagone è dotato di salottini sistemati davanti a grandi finestrini che permettono di godere comodamente del paesaggio.

Anche a Bergen fa caldo. Bergen è quella città che viene considerata la più piovosa d’Europa, persino i suoi abitanti ironizzano sul numero delle giornate di pioggia annuali. Eppure, noi siamo stati così fortunati da avere un cielo limpido e sole in abbondanza per tutti e tre i giorni del nostro soggiorno.

Appena fuori della stazione, ci si pone il problema di raggiungere la Guesthouse che abbiamo prenotato, piuttosto distante, in quanto il quartiere di Skuteviken, uno dei quartieri antichi e caratteristici della cittadina, si trova esattamente dalla parte opposta. In realtà, poi scopriremo, gli autobus n. 3, 4 e 16 si fermano proprio vicinissimi alla pensione, ma essendoci ormai incamminati a piedi, pur con tutti i bagagli al seguito, riusciamo faticosamente a raggiungerla. Skuteviken Gjestehus si trova in Skuteviken smalgang 11, in fondo ad una stradina che scende verso il porto, lungo cui si affacciano una serie di deliziose casette bianche di legno, alcune addirittura risalenti a qualche secolo fa. Anche i nostri due appartamentini si trovano in una di queste casette bianche e la scelta di questo alloggio ci permette di conoscere una casa tipica di Bergen. Ci accoglie una signora molto briosa che ci consegna le chiavi di casa e che, praticamente, non vedremo più per tutto il nostro soggiorno. Gli appartamentini sono molto carini, anche se un po’ piccoli per le nostre esigenze, forniti di un angolo cucina (tipo Ikea), soggiorno, camera da letto (minuscola) e bagno. Tutto però molto pulito e accogliente, quasi una casa delle bambole. In particolare, l’appartamento in mansarda (quello che occuperemo Fabio ed io) si affaccia sui tetti di Bergen e l’effetto è molto suggestivo, soprattutto di sera. Da uno spicchio tra due case, di fronte alla finestra del soggiorno-cucina, si vede la maestosa nave da crociera di turno che si ferma a Bergen prima di riprendere la sua rotta.

Ci riposiamo un po’, poi subito alla scoperta di questa città. Bergen ci appare bellissima, in particolare rimaniamo incantati dal Brygge, il porto, quelle famose casette antiche tutte colorate che, in fila, formano un sipario di fronte al porto. La luce del tardo pomeriggio ne esalta i colori e scopriremo, dovendoci passare davanti diverse volte nel corso del soggiorno, come i colori siano diversi nelle diverse ore della giornata. Decidiamo di prendere subito la Floibanen (Nok 70 a/r a persona) che in un attimo ci conduce in cima al monte Floyen: la vista della città da questa postazione è magnifica, lo sguardo spazia in lontananza sul fiordo. La stazione della funicolare è circondata da fitti boschi, direi una vera e propria foresta e da lì partono numerosi sentieri che riconducono in città. Siamo quasi tentati di incamminarci a piedi, ma siamo anche abbastanza stanchi per il viaggio affrontato.

Si è fatta l’ora di cena, gironzoliamo un po’ per la Torget, cioè la piazza del mercato del pesce (che visiteremo meglio all’indomani), e in Kong Olav V’s plasse 4, ci attira il ristorante “Dickens” (Nok 1580 in 5), che si rivelerà un’ottima scelta: verremo poi a sapere che si tratta forse del miglior ristorante di Bergen.

Ripassiamo davanti al Brygge e scopriamo che il retro di queste casette cela un intero quartiere in legno dell’epoca anseatica ancora praticamente intatto, casette che oggi ospitano piccoli negozi di artigianato. Stanchi ma felici, raggiungiamo la nostra pensione per il meritato riposo.

Lunedì 01 Agosto

Poiché ieri, essendo domenica, avevamo trovato tutti i negozi di alimentari chiusi, stamattina siamo costretti a fare colazione in un bar vicino alla pensione. Più tardi faremo la spesa al supermercato comprando marmellata, pane e succhi di frutta sufficienti per i prossimi giorni. La mattina è dedicata alla visita dei principali monumenti di Bergen: una rapida capatina alla fortezza, che abbiamo ammirato ieri sera splendidamente illuminata, Mariakirken (che troviamo chiusa per restauro), la Domkirke e in particolar modo l’Hanseatiske Museum (il Museo della Lega Anseatica). Il Museo è ospitato in un edificio in legno del 1704 e riesce a dare un’idea delle abitudini di vita dei commercianti della Lega Anseatica. Si visita il magazzino adibito allo stoccaggio del merluzzo, la cucina, gli alloggi degli apprendisti, quelli più curati della classe agiata, l’ufficio con la scrivania e i libri contabili: sembra che tutto sia ancora in funzione, ogni cosa è al suo posto, il tempo pare essersi fermato.

Riprendiamo l’esplorazione della cittadina, gironzolando senza meta fino all’ora di pranzo: ci tuffiamo allora nella Torget che pullula di turisti. Assaggeremo le specialità proposte in un chiosco dove lavora un ragazzo di Roma affiancato da un ragazzo spagnolo: fanno parte dei numerosi giovani che impiegano l’estate lavorando all’estero. Ci accaparriamo un tavolo libero e gustiamo gamberetti, balena, merluzzo.

Il tutto non è per niente economico, anzi, però fa tanto pittoresco e non ce lo lasciamo scappare.

Abbiamo programmato per il pomeriggio la gita in battello lungo il fiordo di Bergen. “White Lady”, questo il nome dell’imbarcazione, partirà alle 15:00 dal molo della Torget, perciò, siccome è ancora presto, entriamo in un supermercato, visitiamo la Schotstuene, in Ovregate 50, che è complementare al museo di cui sopra (si visita infatti con lo stesso biglietto) e ricostruisce alcune sale in cui l’ordine dei mercanti della Lega teneva le sue riunioni e festeggiamenti.

Rapidamente a casa per sistemare la spesa e poi di nuovo al porto per imbarcarci. Il tour è piuttosto caro (Nok 480 a persona, cioè circa € 68,00), ma dura quattro ore e permette di esplorare i fiordi dei dintorni. Il tour si rivela molto piacevole, la vista di Bergen dall’imbarcazione è fantastica: unico neo, il gran caldo, inusuale per questa località. Ci fermiamo a cena lungo il Brygge, nel ristorante “Byggeloftet & Stuene”: non ce ne pentiremo affatto.

Martedì 02 Agosto

Oggi usciremo da Bergen dirigendoci verso est alla scoperta dell’Hardangerfjord: prima, però, dobbiamo ritirare l’automobile che abbiamo prenotato presso la Europcar che si trova alla periferia della città in Kanalveien n. 48. Ci si arriva con il tram n. 1 che si prende in centro, ma una volta scesi alla fermata, non è facile individuare l’Agenzia che troviamo solo grazie alle indicazioni di un operaio che riparava un vetro della pensilina alla fermata del tram. Ci assegnano una “Audi A4 Variant”. Soddisfatti, raggiungiamo la prima tappa del nostro percorso: Norheimsund, un minuscolo borgo adagiato sul fiordo. Ad appena un chilometro ad ovest della località, si trova la cascata Steinsdalfossen, pittoresca perché si può camminare dietro la parete dell’acqua. Pranziamo in una specie di rifugio all’imbocco del sentiero per la cascata (NOK 350 in 4).

Percorriamo l’Hardangerfjord fino all’imbarco del traghetto per l’altra sponda per raggiungere Eidfjord. Si tratta di uno di quei piccoli traghetti che fanno la spola da una parte all’altra in continuazione, quasi fosse un servizio urbano di autobus. Il costo è di NOK 203, compresa l’auto. La cittadina è nella parte interna del fiordo ed è sovrastata da montagne ripide ed imponenti. Il verde dei prati e le case colorate sembrano quelli di una cartolina. Pioviggina quando lasciano Eidfjord per riprendere il traghetto e la via del ritorno.

Stasera a Bergen ci si presenta un problema: quello del parcheggio. Riusciamo a trovare miracolosamente un garage e torniamo da “Dickens” per la cena. Gironzoliamo ancora per Bergen: è tardi, ma la città è troppo bella ed è difficile pensare che domani dovremo andarcene.

Mercoledì 03 Agosto

Lasciamo Bergen per dirigerci più a nord: altre meraviglie ci aspettano nei prossimi giorni. Oggi dobbiamo raggiungere Borgund, dove alloggeremo in un cottage. Ben presto siamo a Voss, dove ci fermiamo giusto il tempo di visitare la bella chiesa in pietra (Vangskyrkya), circondata da un cimitero.

Percorriamo una strada molto interessante che ci conduce davanti alla cascata Tvindefosse, molto frequentata anche perché il prato circostante ospita un campeggio. Saliamo al borgo di Stalheim, belvedere naturale con panorama mozzafiato sulla valle e ridiscendiamo percorrendo una strada in ripida discesa con strettissimi tornanti.

Proseguiamo verso la nostra meta e ci fermiamo a mangiare in un centro visitatori a Gudvangen, proprio sul fiordo, scoprendo così casualmente che quello è il posto da cui il giorno dopo prenderemo il traghetto per l’esplorazione del Naerofjiord. Il posto di ristoro è molto grande, con souvenir e libri , in funzione dei tanti turisti che si fermano per una sosta in attesa dei battelli. Caratteristico è l’arredamento, in stile diciamo “vichingo” e dispone anche di un’area esterna, con tavoli tipo pic-nic proprio sulla sponda del fiordo. Il panorama è delizioso, qui ho avuto per la prima volta la sensazione di essere molto piccola di fronte alle ripide montagne che scendono nell’acqua solcate da infinite cascate, consapevole di essere proprio nel punto più interno del fiordo. E quell’acqua appartiene all’Oceano Atlantico!

Proseguiamo in direzione Laerdal: arrivati ad un bivio, a destra si prosegue per questa località, a sinistra si imbocca il famoso Laerdalstunnelen che la collega ad Aurland (la più lunga galleria stradale del mondo: 24 chilometri), dove a intervalli regolari si assiste a giochi di luci colorate per spezzarne la monotonia.

Siamo arrivati in località Borgund, che è formata da poche case isolate o raggruppate in fattorie. Il nostro alloggio ci appare all’improvviso sulla sinistra della strada che abbiamo imboccato e ci sembra di vedere un angolo di paradiso: un piccolo gruppo di chalet colorati, con i tetti ricoperti di erba in uso in Norvegia, tra cui spicca una casa bianca più grande, che scopriremo essere il nucleo della fattoria originaria e dove vivono i proprietari del complesso. La nostra casetta, Vagabu, è semplicemente deliziosa, uguale a quello che è il mio ideale di casa di montagna, sia all’esterno che all’interno. Stupendo! Tutto in legno, un grande soggiorno con poltrone e divani, una magnifica cucina perfettamente attrezzata, compreso un tavolo per otto persone, due confortevoli camere da letto, un bagno grandissimo e una mansarda servita da una ripida scaletta in legno, sito di cui Dario si impossessa prontamente. Risulterà così accogliente che per tre sere consecutive, complice anche il fatto di non trovare una grossa scelta per la ristorazione, prepareremo la cena in casa, tranquillamente in pigiama e pantofole, come se fosse stata da sempre la nostra casa.

Facciamo una puntata prima al vicino supermercato Joker e poi al Kiwi di Laerdal per procurarci i viveri e poi… ci godiamo Vagabu.

Giovedì 04 Agosto

Abbiamo deciso di prendere la famosa Flamsbana, ovvero il treno che dalla cittadina di Flam risale la valle attraverso paesaggi notevoli fino a Myrdal. Eravamo già transitati per Myrdal provenienti da Oslo, perché quella è la stazione di scambio tra le due linee. Arriviamo alla stazione intorno alle 10:00, ma ci rendiamo subito conto che non potremo effettuare oggi questa escursione: tutto esaurito! Ci sono dei posti liberi per la corsa delle 14:00, ma decidiamo di acquistare i biglietti (€ 40,00 a persona) per il giorno successivo, anticipando ad oggi la traversata del Naerofjord che parte da Gudvangen alle 14:50.

Oggi il tempo non è bello, è il primo giorno di pioggia da quando siamo in Norvegia.

Andiamo prima ad Aurland dove visitiamo una bella chiesa, proprio di fronte al fiordo (Aurlandfjord), poi proseguiamo per Undredal: percorriamo una valle stupenda, in cui scorre per tutta la sua lunghezza un torrente impetuoso che si getta poi nel fiordo in fondo al quale si trova il delizioso paese. Poche case colorate, il molo, tanto verde, una delle chiese più antiche e più piccole della Norvegia. Peccato che piove.

Ci dirigiamo a Gudvangen per pranzare prima della partenza per la crociera sul fiordo. Arriva il traghetto “Fjord1”, ci imbarchiamo e… ciò che si prova mentre lentamente il battello scivola sulle acque che assumono dei colori spettacolari, a seconda del colore del cielo, non è cosa che si possa descrivere, fa parte di quel bagaglio di emozioni che poi ciascuno di noi si porterà dentro.

Abbiamo optato per la traversata completa del fiordo, fino a Laerdal, passando per Kaupanger: anche perché, scendendo a Laerdal siamo vicini a Borgund.

La parte antica di Laerdal è uno dei posti che mi è piaciuto di più. Case colorate e orlate da intagli di legno che sembrano merletti, botteghe e un’atmosfera d’altri tempi, come quella che emana l’albergo Lindstrom, uno dei più antichi della Norvegia, che evoca fasti passati. Facciamo la spesa al supermercato Coop e… poi verso Vagabu.

Venerdì 05 Agosto

Ci alziamo abbastanza presto per arrivare in tempo a Flam per la partenza del famoso treno. Anche oggi piove, ma questa è la Norvegia, forse più di quando splende il sole. Il treno è composto da carrozze d’epoca, è come ritornare indietro nel tempo, con i sedili di legno ricoperti di un bel tessuto rosso damascato, finestrini molto ampi da cui poter godere il panorama. Il treno non è pienissimo, così che è più facile alzarsi e andare da una parte all’altra del vagone a seconda delle vedute che appaiono all’improvviso e suscitano meraviglia: si incontrano cascate, corsi d’acqua, si intravvedono montagne innevate. Ad un certo punto, il treno si ferma davanti alla cascata Kjosfossen, ampia e spettacolare, affinché i passeggeri possano scendere per ammirarla e fotografarla. Unico neo negativo: mentre si osserva la cascata, inizia a suonare una musica folk e due ragazze, abbigliate da vichinghe, danzano in mezzo alle acque. Lo spettacolo ha la pretesa di essere suggestivo, noi l’abbiamo trovato un po’ troppo kitsch, ad uso e consumo di una certa fascia di turisti, giapponesi soprattutto, che non finivano di scattare foto e di mostrarsi estasiati. Il bello è che lo stesso spettacolo si ripete anche al ritorno, visto che al capolinea il treno imbarca nuovi passeggeri.

Arriviamo a Myrdal, dove la gran parte dei turisti scende per prendere la coincidenza per Bergen. Poi inizia il tragitto inverso e di nuovo ci appare Flam. Il viaggio merita sicuramente di essere fatto, anche se a noi ha ricordato molto il viaggio con il trenino rosso del Bernina lungo la Val Poschiavo da Tirano fino a St.Moritz.

Poiché continua a piovere, ci accontentiamo di pranzare alla stazione di Flam, all’interno di un vecchio vagone ferroviario adibito a tavola calda: è il pranzo più deludente che abbiamo fatto in Norvegia.Visitiamo la chiesa di Flam, con le pareti completamente affrescate.

Abbiamo deciso di tornare a Borgund percorrendo la famosa “Aurlandsvegen”, la “Strada delle Nevi”, che ad ottobre verrà richiusa fino a maggio. Da Aurland si prende a salire parecchio fino ad arrivare ad una notevole quota sul fiordo: non piove più e lo spettacolo lascia senza respiro. E’ una cosa fantastica!! Sotto c’è il paese, in lontananza la neve sulla cima della montagna, di fronte si apre il fiordo con le sue numerose ramificazioni: i colori sono impressionanti, non posso ancora credere di averli visti veramente. Quando la strada ritorna ad essere piana, il paesaggio è quello di alta montagna, laghetti, neve, vegetazione rada. Siamo nuovamente a Laerdal e mentre ritorniamo al supermercato per la cena di stasera, Dario ne approfitta per visitare il “Centro del Salmone” (NOK 80), dove si può assistere a filmati sulla vita di questo pesce e osservarlo all’interno di vasche collegate al fiume vicino.

Siamo a casa… ormai Vagabu è come se fosse casa nostra. Magari!

Sabato 06 Agosto

A malincuore salutiamo Vagabu. La prossima tappa sarà più a nord, Luster. Prima di lasciare Borgund, visitiamo la famosa Stavkirke, una delle più belle della Norvegia.

Dobbiamo prendere il traghetto a Fosde per Mannheller, che copre il breve tratto di fiordo che ci separa dal Lustrafjord. Decidiamo però di raggiungere Fosde attraverso la cosiddetta “Strada storica”, il vecchio tracciato della strada statale usata prima della costruzione dei tunnel. Peccato che questa strada non sia nemmeno segnalata sulle guide: il percorso è fantastico, in alcuni punti incassato tra alte pareti di roccia, da cui scaturiscono numerose cascate.

All’ora di pranzo ci troviamo ad Hafslo, una bella località sulle rive di uno specchio d’acqua. Colpisce il verde brillante dei prati punteggiati da casette colorate. Ci fermiamo in una pizzeria che sembra un rifugio di montagna e dalla cui terrazza si gode uno splendido panorama: il paesaggio sembra assolutamente svizzero e la pizza è accettabile.

Riprendiamo il nostro viaggio e poco dopo, costeggiando il Lustrafjord, arriviamo a Luster dove si trova il nostro B&B “Nes Gard”. “Nes Gard” è composto da due case di legno bianche, tipiche di questa zona, circondate da un giardino molto curato che si affaccia proprio sul fiordo. Noi abbiamo un appartamentino al primo piano, tutto nei toni dell’azzurro, che sembra proprio la casa delle bambole. Due minuscole camere da letto, graziosissime e comunque molto accoglienti, salottino e piccola cucina. Dalle finestre si gode un panorama sensazionale: una piccola chiesa sul fiordo e l’imponente cascata sulla sponda opposta di cui si avverte distintamente il rombo.

Ci riposiamo un po’ e poi decidiamo di visitare la valle dello Jostedal, in fondo alla quale si trova il Nigardsbreen, una lingua di ghiaccio che scende fino ad un lago glaciale e che raggiungeremo con una barca. Sulla strada del ritorno, ci fermiamo in un altro punto della valle da cui si ammira l’ampiezza del ghiacciaio che è il più grande d’Europa. Da solo vale la visita di questa parte della Norvegia.

Nel frattempo, si è fatta l’ora di cena e con sorpresa ci accorgiamo che lungo il Lustrafjord non ci sono ristoranti. Per fortuna, la fedele guida del Touring ci segnala che in fondo al fiordo, a Skjolden, si trova lo Skjolden Hotel, un bell’albergo che fa servizio di ristorazione a buffet anche per coloro che non sono ospiti dell’hotel. Mangiamo veramente bene sia per quantità che per qualità, trovando eccellenti la lasagna (!!), il salmone affumicato e le patate arrosto.

Domenica 07 Agosto

Oggi ci spostiamo verso ovest, per immergerci nella zona dei ghiacciai (Jostedalsbreen): arriviamo in breve a Fjaerland, un villaggio che a dir delizioso è poco. Poche case colorate, una bella chiesa situate in fondo al pittoresco Fjaerlandsfjord. E’ il posto ideale per ammirare da vicino le lingue glaciali accessibili in automobile. Noi ci portiamo sotto l’imponente Supphellebreen e assistiamo in diretta al distacco di un masso di ghiaccio che precipita nella cascata sottostante con un rumore sordo inquietante. Lo spettacolo è impressionante e rimaniamo per un po’ in attesa che si ripeta. Succede una seconda volta, anche se in misura più contenuta. Ritorniamo nel villaggio: Dario ed io decidiamo di visitare il Norsk Bremuseum, una mostra interattiva molto istruttiva sulle fasi della glaciazione, con riproduzioni dei maggiori fenomeni terrestri.

Ci fermiamo a mangiare qualcosa nella caffetteria del Museo e poi ci avviamo verso il molo del traghetto che partirà alle 15:00 alla volta di Balestrand: la navigazione sul fiordo è magnifica e mentre il traghetto si allontana è possibile avere una visione ampia dei ghiacciai che lo chiudono sul fondo.

Una curiosità di questa incantevole località: le piccole librerie situate lungo il fiordo, dotate anche di sedia per il viandante. Chiunque sia interessato ad un libro esposto, può tranquillamente prenderlo in prestito e riconsegnarlo semmai in un’altra libreria in un posto diverso. Cose da non credere!

Scendiamo dal traghetto ad Hella e sulla strada del ritorno, facciamo una deviazione per Solvorn, altro delizioso borgo affacciato sulle acque del Lustrafjord. Da Solvorn partono i traghetti per Urnes, dove si trova una famosa stavkirke: purtroppo, non riusciremo a vederla. Torniamo a cena all’Hotel Skjolden e poi a nanna.

Lunedì 08 Agosto

L’itinerario di oggi prevede di arrivare a Lom attraverso la Sognefjellvegen, una magnifica strada ad una sola corsia che attraversa uno scenario incomparabile: montagne innevate, corsi d’acqua, laghetti. Prende l’avvio poco dopo aver superato Skjolden, passa l’abitato di Turtagro, si inerpica lungo lo Jotunheimen Nasjonalpark, supera il passo stradale a 1434 metri e raggiunge la cittadina di Lom.

Ci fermiamo più di una volta ad ammirare questi paesaggi fantastici, camminiamo sulla neve e sui licheni sparsi dovunque. Tra l’altro, è una giornata splendida che accentua i colori della natura.

Lom ha l’aspetto della cittadina turistica, piena di alberghi e ristoranti. La sua attrazione maggiore è la bellissima stavkirke, considerata una delle più belle chiese di tutta la Norvegia, forse per la sua posizione isolata sulla sponda del fiume. Visitiamo anche il Fossheim Steisenter, che comprende la più grande collezione di rocce rare, minerali, fossili e gemme di tutta l’Europa. Effettivamente interessante per gli appassionati del settore.

Mangiamo piuttosto bene in uno dei tanti locali lungo la strada principale, e poi ripercorriamo la stesso itinerario della mattina, godendo della diversa luce che offre il tardo pomeriggio.

Quando arriviamo a Skjolden non è ancora ora di cena, così esploriamo un po’ i dintorni: avremmo voluto percorrere la Morkridsdale, la valle a nord del villaggio, ma troviamo ad un certo punto la strada sbarrata e torniamo indietro. Allora perché non andare a vedere da vicino la cascata Feigumfossen, quella che vediamo dalla finestra di Nes Gard? Percorriamo quindi la sponda del Lustrafjord opposta a quella dove abbiamo il nostro alloggio, una bella strada stretta tra i boschi e l’acqua ed arriviamo sotto il gettito imponente e fragoroso della cascata. C’è un sentiero che porta proprio di fronte ad essa, ma è scivoloso e impervio e noi non siamo attrezzati. Ci accontentiamo e, gustando i caldi colori della sera sul fiordo, ritorniamo a Skjolden per la cena.

martedì 09 AGOSTO

E’ arrivato il momento di salutare anche “Nes Gard”. Riprendiamo il traghetto che ci conduce a Fodnes: sarà la nostra ultima navigazione.

Per arrivare a Geilo, dove alloggeremo questa notte, percorriamo una parte dell’Hardangervidda che si snoda tra boschi, foreste, altipiani: siamo alle spalle dell’itinerario percorso con il treno arrivando da Oslo.

Siamo a Geilo per l’ora di pranzo, facilmente troviamo il Bardola Hotel, un bell’esempio di albergo stile “dolomiti” che offre la possibilità sia di soggiornare nelle classiche camere, sia di affittare un cottage indipendente nell’area adiacente. Noi avevamo già optato per quest’ultima soluzione.

Però, per prima cosa, mangiamo in uno dei due ristoranti dell’hotel, il “Sofias Cafè e Bar” che si rivelerà uno dei posti migliori della nostra vacanza.

Alla reception ci consegnano le chiavi dello chalet n. 618 e rimaniamo incantati da questo ultimo alloggio. Un complesso di una ventina di chalet che formano quasi un piccolo villaggio: una soluzione ideale per una vacanza tranquilla, in mezzo al verde, anche se in realtà la località di Geilo è frequentata soprattutto di inverno, considerata la qualità delle sue piste da sci. Ci immaginiamo pertanto il nostro chalet in versione invernale e… ci viene voglia di tornare. Lo chalet è molto grande, simile a quello di Borgund, ha due bagni con il pavimento riscaldato (la mattina e la sera fa già fresco, essendo montagna) e al momento di andare a dormire avremo l’imbarazzo della scelta di quale camera usare: ci avanzano!

Ci riposiamo un po’, gironzolando nel bosco e poi, avendo necessità di andare al supermercato, riprendiamo l’auto e vaghiamo per i dintorni: è giornata di rilassamento. Ceniamo nuovamente presso il Sofias Cafè, consumando un’ottima cena e poi ci godiamo la tranquillità della nostra casa: peccato che sarà per una sola notte.

mercoledì 10 AGOSTO

Saldiamo il conto dell’hotel, facciamo il pieno all’auto e via di nuovo verso Oslo, o meglio verso sud-est, a Moss-Rygge, dove alloggeremo presso un motel per essere così domani mattina vicini all’aeroporto per il rientro a Roma.

Anche questa zona interna di rivela molto attraente, ci fermiamo a Uvdal, un piccolo villaggio rurale che è stato trasformato in un museo all’aperto simile a quello di Oslo (certamente in scala ridotta): le case risalgono a secoli addietro, c’è la scuola, la bella stavkirke, i granai, le case agiate e quelle più povere, tutto originale e abitato fino a non molto tempo fa.

Pranziamo in un bar a Kongsberg: male, tanto che dobbiamo poi andare in un forno-pasticceria per rifocillarci meglio. Ammiriamo solo le eccezionali rapide del fiume che attraversa il centro.

Il tempo non è bello quando, lasciata Oslo alle spalle, arriviamo a Drobak: il paese di Babbo Natale in Norvegia, con tanto di cassetta della posta per ricevere le letterine dei bambini. Facciamo qualche piccolo acquisto nel negozio pieno di arredi natalizi molto originali e, dopo un breve tour del posto che risulta comunque piacevole, ci dirigiamo verso l’Hotel Marchè, un motel che niente ha da invidiare a un vero albergo: le camere ampie e pulite, bagni nuovi, sale comuni eleganti e un buffet dove abbiamo mangiato molto bene. Oltretutto, questa si è rivelata la soluzione ideale visto che il nostro volo parte da Rygge alle 10:30.

Giovedì 11 Agosto

La sveglia suona presto, alle 6:30, così da avere il modo di fare comodamente la colazione (tutto compreso nel costo della camera). Arriviamo in dieci minuti all’aeroporto di Rygge, parcheggiamo la nostra auto nello spazio riservato a Europcar, lasciamo le chiavi nell’apposita cassetta (essendo ancora chiusa l’agenzia) e… alle 10:30, puntuale, il volo Ryanair FR 9655 ci costringe a salutare la Norvegia, atterrando con qualche minuto di anticipo a Ciampino intorno alle 13:20. Contattiamo il personale del parcheggio Alta Quota che ci riporterà alla nostra automobile. Alle 14:30 siamo casa.

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libreria lungo il fiordo

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lungofiordo bergen

crociera fiordi norvegesi:

NAvigazione sul fiordo

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Nigardsbreen

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Nigardsbreen

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attraversamento alci

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dal treno Oslo-Bergen

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dalla finestra del B&B a Laerdal

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Aurland dall'alto del fiordo

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fontana pavone oslo

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il porto di Bergen

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fiordo aurland

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Fjaerland

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la nostra deliziosa casa a Borgund

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la stavkirke di Borgund



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