Normandia e un po’ di Bretagna: 10 giorni a zonzo con il freddo

Da Rouen a Rennes, un bel giro del nord della Francia accompagnati dal freddo e dai colori dell'inverno! Ma può essere un fascino in più
Scritto da: paolasche
normandia e un po' di bretagna: 10 giorni a zonzo con il freddo
Partenza il: 26/02/2013
Ritorno il: 07/03/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

26.02.2013

H 9, taxista puntuale (santa Loretta!) che ci conduce a Malpensa. Lettura dei giornali: Bersani ha vinto per il rotto della cuffia, Grillo è il secondo partito… Berlusconi & C. si sentono dei padreterni, vabbè noi partiamo e gli altri italiani si arrangino!

Arrivo in orario a Parigi, recupero dell’automobile: Citigo-Skoda argento metallizzato. Con l’ausilio dell’eccezionale IPhone di Carlo non sbagliamo mai strada e arriviamo a ROUEN verso le 17. Troviamo L’Hotel de La Cathedrale abbastanza facilmente, parcheggiamo la macchina (a posto fino alle 9 del mattino) e cominciamo a girare la città. Siamo in centro, la cattedrale immortalata da Monet è a due passi ed è bellissima, imponente, tutta un traforo, in restauro e noi fotografiamo! Vie strette e case “a graticcio” molto particolari, con bellissimi negozi di tutti i generi: ceramiche, abbigliamento, dolci (le lacrime di Jeanne, i maracones di Mère Auzon), salon de thé, papièr, colori… Carlo comincia la ricerca della “cattedrale sotto la neve”, una di quelle robe orrende di cui fa la raccolta e che troverà il giorno dopo per merito mio! Percorriamo Rue de Gros Horloge fino a trovare il Gros Horloge con un’unica lancetta e, alla fine della via, la chiesa di S. Giovanna d’Arco in Place de Vieux Marchè, dove vendono dell’orribile pesce e che niente ha a che fare con il mercato di S. Benedetto a Cagliari! La chiesa ha una stranissima forma a barca capovolta e delle belle vetrate che però la notte ormai calata non ci ha consentito di apprezzare completamente. Croce e targa nel luogo esatto dove Giovanna d’Arco fu bruciata sul rogo nel 1431 dagli inglesi. Fa un bel freschino e siamo un po’ stanchini ed affamati, perciò ci mettiamo alla ricerca della Crèperie Le Phare in Rue de Pére Adam indicata dalla guida. Trovata! Ma non c’è dentro nessuno, siamo solo noi…allora altro giretto tra queste case a graticcio sempre più affascinanti, sono azzurre, gialle, bianche, color mattone…dietro le finestre di alcune si vedono soffitti a travi di legno, sotto si aprono negozi particolari: di antiquariato o “cose” vecchie, di stampe o oggetti giapponesi, di cappelli o materiale per pittori, di restauratori di mobili. Vabbè abbiamo fame, entriamo alla creperie anche se primi clienti e dopo lunghi ripensamenti, ma con conseguente massima soddisfazione, scegliamo io un’ “Alberto Tomba” alla pancetta, patate abbrustolite, formaggio e Carlo una “Nina Vyroubova”, accompagnate da due scodelline di sidro: non sarà ottimo, ma è un prodotto tipicamente della Normandia per cui bisogna berlo! Per finire crepe alla nutella e crepe alla crema di castagne e alle 21.30 siamo già a letto!

27.02.2013

Bisogna andare al parcheggio a ritirare la macchina entro le 9, per cui all’alba (per me) siamo già in giro! Senza tè e senza caffè….non dico altro! E l’ing. che voleva anche entrare a vedere la cattedrale prima di fare colazione!! Ovviamente mi rifiuto e non esistendo in questo paese (che non è del terzo mondo) dei bar normali con consumazione in piedi, ci accomodiamo in un salottino tipo Tirolo per riportare, con tè, caffè e croissant, la pressione a valori accettabili.

L’interno della cattedrale di Notre Dame è veramente imponente, mette in soggezione, 135 m di lunghezza, 3 navate, austera, mi colpisce la “scala dei libri” che portava alla biblioteca. Come sempre ci domandiamo quanta gente avrà lavorato e per quanto tempo per portare a termine un progetto così! Aitre Saint-Maclou: ossario medievale dove venivano sepolti gli appestati e che oggi ospita una scuola d’arte: cortile con case a graticcio del XVI secolo ornate da sculture rappresentanti teschi, tibie incrociate, clessidre; una carcassa di gatto esposto in una vetrina impolverata….strano posto! Verso le 11 partiamo da Rouen diretti a FECAMP, sulla Costa di Alabastro, l’IPhone è andato in tilt, ma ce la facciamo lo stesso comprando una cara, vecchia cartina stradale! Le falesie ci lasciano un po’ delusi, fa freddo, il mare della Manica è grigio, veramente da Rouen a qui tutto è stato grigio e avvolto dalla nebbia! Abbiamo attraversato una pianura vuota, di campi preparati per non sappiamo quale coltivazioni, con alberi ovviamente spogli ma pieni di vischio. Arriviamo ad ETRETAT, dipinta da Monet, una baia di galèt (ciottoli tondi) contenuta tra le falesie “d’Amont” e “d’Aval”, questa paragonata da Guy de Maupassant ad un elefante che immerge nel mare la proboscide…in effetti!! Carlo si inerpica verso la chiesetta sopra l’arco della falesia d’Amont e torna con la faccia gelata ma soddisfatto del panorama. Non sarà altrettanto soddisfatto delle “moules à la Normande & frites”: cozze in un sughetto al burro e latte che invece a me piace molto! Giretto per il paese, poi verso HONFLEUR nella Cote Fleurì. Attraversiamo il Ponte della Normandia lungo più di 2 km sopra l’estuario della Senna, è veramente imponente con tutti quei cavi d’acciaio e le 2 torri. Hotel Des Cascades, niente di tale, ma in centro Honfleur è deliziosa, un bacino (le vieux bassin) con barche da diporto e pescherecci circondato da case alte, strette e ristorantini uno a fianco all’altro. Colorata, chissà in estate quanta gente! Fa freddo, il museo previsto è chiuso, prendiamo la macchina e cerchiamo la spiaggia, la troviamo, ma il mare è molto lontano, c’è la bassa marea! Sempre più freddo, abbiamo fame, cena sul porto: soup de poisson e cozze alla marinara, gamberetti e pesce alla normanna (solo per me! L’ingegnere non si fida più delle salsine della zona!)

28.02.2013

Altro giro per Honfleur che ci piace molto, chiesa di S. Caterina tutta in legno con tetto che ricorda lo scafo rovesciato di una nave, risalente al XV secolo, come il campanile, sempre in legno, costruito separato dalla chiesa per sicurezza in caso di incendio. Proseguiamo per la Cote Fleurì lungo le località balneari dei parigini: Trouville, Deauville, Houlgate, Cabourg. Vediamo casinò, lunghe e larghe spiagge dove anche le conchiglie sono grigie! Immaginiamo che d’estate ci debba essere il classico pienone, ma quello che veramente ci colpisce è l’architettura di condomini, ville e alberghi: sembra di essere a Madonna di Campiglio! Tetti spioventi in ardesia, abbaini, balconi in legno! Arriviamo a BAYEUX all’hotel Le Lion d’Or, molto carino, tapezzeria di rose in camera, anche Ethel Kennedy ha soggiornato qui! Primo giro perlustrativo per questa cittadina graziata dai bombardamenti. Cattedrale di Notre Dame, stile gotico normanno, bella di sera mentre lentamente si va illuminando. L’uomo del sud soffre il freddo pungente del nord Europa….per scaldarci due coppe di Bordeaux nel gradevole salotto con camino del Lion d’Or. Cena a “Le Pommier”, ottima, insalata con fegato di canard e trippa alla Caen (ovviamente Carlo!), io fondue e dolce alle mele.

1.03.2013

Dopo una bella dormita nella camera fiorita, colazione in un bar con croissant comperati nella boulangerie di fianco: si usa così! Poi Arazzo di Bayeaux, un incredibile ricamo su una striscia di lino di 80 cm di altezza e 68 m di lunghezza in cui si racconta la storia della conquista dell’Inghilterra da parte di William the Conqueror. Veramente bello, i ricami fatti da chissà quante donne nell’XI sec. sono ancora perfetti, precisi; i cavalli, gli uomini, le barche hanno un movimento e la storia scorre come fosse un filmato fino alla battaglia di Hastings. Noto la perfezione delle mani, delle criniere, il gioco di colori per tentare di creare le ombre, un vero capolavoro. Dopo il ricamo i pizzi di Bayeaux! Troppo cari per comperarli sono però altrettanti capolavori; in un negozio-scuola di fronte alla cattedrale una signora insegna ad un’altra come si fanno i merletti, con decine di spolette di legno e centinaia di spilli. E pensare che mi piacerebbe imparare… Adesso partenza per i luoghi del D Day (6.6.1944), li elenco perché le parole non servono, basta guardare le foto e pensare che la nostra generazione ha avuto una gran fortuna a non essere coinvolta in una guerra mondiale.

ARROMANCHES: resti del porto artificiale ideato da Churchill e film a 360° che unisce la tragica storia del passato alla realtà di oggi.

COLLEVILLE s/m: Cimitero americano sopra Omaha beach, una delle varie spiagge dello sbarco. Più di 9.000 croci bianche e stelle di Davide…

LA COMBE: Cimitero tedesco, 21.222 ragazzi sepolti. Il cimitero dei perdenti. Croci grigie delimitano i campi. Un tumulo centrale alto 6 metri copre i corpi non identificati. Fa freddo, piccole lapidi appoggiate sul prato indicano nome e date di nascita e morte: madonna com’erano giovani! Non contenti proseguiamo per POINT DU HOC dove 225 rangers hanno scalato le falesie per raggiungere le postazioni tedesche che dall’alto controllavano Omaha beach e Utah beach. Se ne sono salvati 90. C’è un forte vento, continuiamo a soffiarci il naso… Torniamo a casa e ci rifocilliamo/consoliamo in un salon de thè con cioccolata calda io, birra e noccioline lui. Restaurant La Table du Terroir: insalata normanna e gamberi grigliati Carlo, soup de poisson e tartare io, con in più una splendida Tarte Tatin di mele!

2.3.2013

Non soddisfatti della giornata precedente andiamo a vedere SAINTE MERE EGLISE, villaggio nella penisola di Cotentin, dove il paracadutista americano John Steel rimase impigliato negli smerli della chiesa la notte del D Day e poi divenne famoso per il film “Il giorno più lungo”.

Museo Airborne con carri armati, aerei, obici, paracaduti e tutte le attrezzature delle truppe. Non ci siamo fatti mancare neppure un altro filmato strappalacrime. Attraverso campi, casette in pietra prendiamo la superstrada per Mont Saint Michel, con sosta a COUTANCES per vedere la cattedrale. Sono le 14, abbiamo un calo degli zuccheri, entriamo in una creperie, ma la cameriera ci dice che è tardi e non servono più. Ci accontentiamo di due tramezzini e 4 mele comperati in un Carrefour. Verso le 16 ci appare tra la bruma della campagna MONT SAINT MICHEL! Parcheggiamo a casa di dio e andiamo alla ricerca della navetta per andare al monte. Il cielo si è un po’ aperto ma c’è vento. La marea è bassa, il monte è circondato di sabbia bagnata, ci sono un sacco di lavori in corso per una nuova strada e interventi idrogeologici. Salendo per una stretta stradina fiancheggiata di negozi di souvenir uno via l’altro (dove Carlo trova il suo Mont Saint Michel sotto la neve) arriviamo all’abbazia, bella, ma l’incredibile è pensare che è stata costruita proprio qui, su un isolotto, nell’VIII secolo. La “merveille” comprende un bellissimo chiostro, un refettorio, l’immensa sala dei cavalieri, la sala degli ospiti, la cripta con giganti colonne di 1 m e mezzo di diametro. Biscottini per Loribella alla Mère Poulard e ritorniamo alla ricerca dell’albergo. Ci incocciamo lungo la Rue St. Michel e dopo un po’ di traversie per riuscire a portare la Citigo dal parcheggio esterno a quello dell’hotel Vert, ci sistemiamo in camera (6+) e andiamo a mangiare in uno degli anonimi posti che pullulano nella via, ma l’omelette alla Mère Poulard non ci piace, cruda, schiumosa e fredda. Per consolarci beviamo in camera un po’ di Calvados nei bicchieri di plastica del bagno!

3.3.2013

Vabbè, ma la marea del Mont è un po’ una presa in giro! Ligi al dovere ci svegliamo alle 8, facciamo tutte le nostre cose, colazione compresa e ci avviamo nuovamente verso il Mont per vedere la marea che dovrebbe raggiungere il suo apice alle 10.30. Boh. Camminiamo per 2 km (perché prendere il pulmino?!!) con un freddo boia che taglia il viso e surgela le mani (soprattutto dell’ing.) risaliamo un po’ di scale per vedere il “fenomeno naturale” dall’alto, ma sì, dove ieri c’era la sabbia adesso c’è il mare, ma i 12 m di dislivello dove sono?! E la “velocità dell’acqua che sale paragonabile a quella di un cavallo al galoppo”? Siamo un po’ delusi davvero.

Verso mezzogiorno lasciamo la Normandia e andiamo in Bretagna! Intenzione andare a St. Malò passando per Cancale e poi deviare per Dinan. Lungo la costa il mare è paludoso, gente e bambini camminano sulla spiaggia, spesso si incrociano mulini a vento con o senza pale. Mi piace andare in giro così. Arriviamo a CANCALE, il paese delle ostriche. Camminiamo un casino, solita cattedrale, passeggiata belvedere sopra il mare (questa è la Costa di Smeraldo), scammellata alla ricerca del porto. L’intenzione dell’Ing. era mangiare le ostriche, ma non ho capito perché non l’ha fatto…amen, fatti suoi! Parecchia gente, ristoranti uno a fianco all’altro, bancarelle di huitres di diverse dimensioni, con le tende a righe bianche e blu, camminiamo, fotografiamo, fa freddo….arriviamo a SAINT MALO’, entriamo dalla Porta St. Vincent e visitiamo la città “intramura”, camminiamo per le vecchie stradine piene di negozi e di gente facendo acquisti, mangio una crepe au chocolat. Bella cittadina fortificata, purtroppo distrutta dai bombardamenti e ricostruita. Saliamo sui bastioni, c’è la bassa marea, la spiaggia è larghissima, volendo si possono raggiungere a piedi la fortezza di Vauban e l’Ile du Grand Bè dove è sepolto Chateaubriand. Riprendiamo la strada per DINAN attraversando l’estuario della Rance. Bella cittadina medievale arroccata sopra il fiume e circondata da bastioni, dedalo di viuzze e piazze acciottolate con case a graticcio. Hotel de la Porte St. Malò, carino, cena in una creperie accogliente dove io provo una torta salata di formaggio di capra e porri, ottima. Carlo non rischia e prende una galette con funghi e pancetta. Buon sidro e crepe al cioccolato!

4.3.2013

Senza colazione scendiamo la ripida via Jerzual verso il porto sul fiume e la Maison du Governeur (1500). Speravamo di trovare come premio un bel caffè invece è tutto chiuso e ci tocca scarpinare in salita sull’acciottolato! E adesso verso il mare. DINARD, detta la Nizza del nord. Stazione balneare dei ricchi britanni alla fine dell’800, belle ville, begli alberghi, grande spiaggia (Plage de l’Ecluse). Una pazza cammina nel mare e ha le gambe rosa shocking! C’è il sole, facciamo una passeggiata sul lungomare, nella foschia si vede St. Malò. Proseguiamo lungo la costa bretone verso CAP FREHEL e i suoi due fari, quello vecchio, il faro Vauban, è del 1685. Bel panorama, rocce rosse, pescherecci che rientrano, postazioni di artiglieria della II guerra mondiale. In lontananza si vede Fort La Latte. Sosta ad ERQUY, il paese delle coquilles Saint Jacques, cioè le capesante, che assaggiamo in un bar sul lungomare finalmente crogiolandoci al sole! E qui vediamo davvero cosa significa la marea! Quando ci siamo seduti abbiamo visto le barchette della baia galleggiare nell’acqua del mare, quando ci siamo alzati erano arenate nel bagnasciuga, con tanto di sostegni laterali messi ovviamente preventivamente! Incredibile e ridicolo, le foto testimoniano. PLENEUF de VAL ANDRE’, carina! Una lunghissima spiaggia, con relativa promenade, profonda almeno 300 m per la marea! Cammina cammina Carlo arriva al mare e io lo fotografo! Conchiglie di ostriche e capesante restano sul bagnasciuga, alcune adesso sono nel baule della macchina! Verso le 18 arriviamo a SAINT BRIEUC all’hotel de Clisson, bruttino anzichenò! Bruttina anche la cittadina, poco illuminata, giriamo a vuoto, ci fermiamo in un ristorante vicino all’hotel e ci nutriamo con due tartare, una bottiglia di vino rosso della Loira e io termino con la torta di riso…5000 calorie. Notte difficile, sarà il troppo caldo, sarà il troppo freddo?!

5.3.2013

Giretto della città, meglio non inserirla negli itinerari! Verso RENNES, bella città, cattedrale di St. Pierre, case a graticcio, ampi viali, bei negozi…ma abbiamo già finito! E allora? Sono le 14….. Dobbiamo fare il pieno alla Citigo, ma lungo la superstrada non troviamo distributori (sono veramente pochi!), usciamo a Chateaubourg nel timore di restare a secco, niente, chiediamo indicazioni e arriviamo finalmente a un distributore self service: mi…. non si può pagare cash e ovviamente né l’uno né l’altro trova il pin della carta di credito! L’Ing. si innervosisce, ma la donna del nord ha un lampo di genio: nel suo fluente francese riesce a fare capire a una cinesina se può farci lei il pieno in cambio di 50€ in contanti…troppo gentile, ci augura anche buon viaggio!

PARIGI, accoglici per l’ultimo giorno!



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