Vietnam del sud: wet wet wet

Luca e Aga alle prese con la stagione delle piogge!
LucAga, 19 Gen 2011
vietnam del sud: wet wet wet
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Lasciamo Hanoi, ricoperta da un cielo grigio che promette una bella scarica di pioggia, comodamente sdraiati nei piccoli letti del nostro sleeping-bus, direzione Hue. Felicissimi di andare a Sud, a visitare alcuni siti Unesco ed a godere dell’esotica bellezza delle stupende spiagge vietnamite. Già dopo poco più di un’ora ci troviamo in mezzo ad un temporale. Dopo circa un’altra oretta la pioggia è ancora lì a farci compagnia, ma siamo positivi, siamo ancora a Nord, giù fa caldo, c’è il sole! Niente da fare, non ci liberiamo della perturbazione nemmeno quando arriviamo a destinazione. E’ ancora presto, troviamo rapidamente una buona guesthouse e crolliamo tutti e tre sfiniti dal viaggio e dalle poche ore di sonno. Ci svegliamo dopo qualche ora e decidiamo di visitare la città ugualmente, anche sotto l’acqua che non sembra aver intenzione di smettere di cadere dal cielo. Come tre fantasmi, avvolti nelle nostre lunghe mantelline, ci dirigiamo verso la città vecchia.

Il centro storico di Hue è circondato da delle alte mura ancora ben conservate, mentre il resto della città è andato distrutto dal trascorrere degli anni e dalle bombe americane. All’interno delle mura vi è la Città Proibita, così chiamata perchè era riservata al Re, alle sue mogli ed alla servitù, nessun altro era autorizzato ad accedervi. Al suo interno si possono ancora osservare alcuni templi ed altri edifici storici, mentre al di fuori c’è ben poco da vedere. Ulteriori siti d’interesse sono sparsi lungo il fiume Song Huong, sarebbe quindi consigliabile fare un giro in barca, fermandosi a visitare le tombe dei Re ed i bei templi che sorgono sulle sue sponde. Purtroppo la pioggia non ci ha dato mai tregua, fiaccando la nostra voglia di visitare la città; abbiamo quindi preferito spendere le giornate tra il mercato coperto e le varie Bakery che sfornano torte e dolci ad ogni ora del giorno.

Chiacchierando con la gente del posto scopriamo che questa è la stagione delle pioggie nel Cento-Sud Vietnam (porca miseria!) quindi sarà davvero improbabile trovare bel tempo. Ci viene però detto che più a Sud la perturbazione non dovrebbe essere ancora arrivata e dovrebbe essere bello; decidiamo così di partire alla volta di Hoi An, nuovamente con uno sleeping-bus. Ah, ricordatevi che fa un freddo bestia la notte, per via dell’aria condizionata sempre accesa, quindi portatevi una maglia pesante, una sciarpa o qualcosa per coprire il collo e, magari, del nastro isolante spesso per tappare i diffusori dell’aria.

Alle 4.00 di notte veniamo bruscamente strattonati da uno dello staff del pullman, è la nostra fermata. Cavoli, piove ancora, e di brutto! Tempo 5 secondi ed il bus si ferma; non è che possono avvisare qualche minuto prima, di modo che si possa recuperare i propri averi con un minimo di calma… Avere gente intorno che ti mette fretta, parlando una lingua di un altro pianeta, quando si è ancora con la mente totalmente appannata dal sonno, non è sicuramente il modo più delicato per iniziare la giornata. Comunque, sia io che Aga abbiamo avuto un ottimo training sin da piccoli, entrambi “grazie” ai nostri papà. Il mio entrava in camera e tirava su le serrande ad una velocità supersonica, creando un rombo che dallo spavento faceva appiccicare me e mio fratello al soffitto, oltre a venire brutalmente accecati dalla luce del sole… Se non c’era il sole e noi ci riaddormentavamo, oltre ad accendere la luce, ci stringeva il ditone del piede fino a che non ci svegliavamo per bene… La giornata da lì in poi non poteva che migliorare! Ad Aga, invece, suo padre le toglieva semplicemente la coperta, lasciandola congelare nelle gelide temperature polacche… Oppure, se non era cosi freddo, la prendeva per una gamba e la trascinava fuori dal letto! Ci provassi io credo mi farebbe volare dalla finestra, senza nemmeno avere la cortesia di aprirla! 🙂

Comunque sia, ci lasciano in mezzo ad una strada statale appena fuori le mura della città. Decidiamo di aspettare che sorga il sole e che smetta di piovere (illusi) in un piccolo caffè a bordo strada. Spendiamo lì circa 3 ore, seduti all’unico tavolino che si affaccia all’interno del piccolo appartamento dei proprietari, ascoltando musica tecno e giocherellando con le 3 piccole figlie che si preparano ad andare a scuola. Data l’insistenza della pioggia, decidiamo di prendere un taxi sino alla guesthouse. Questa volta usciamo subito, sempre avvolti nelle nostre mantelline… Fossimo stati in quattro avrebbero potuto scambiarci per i TeleTubbies. Hoi An è davvero bella. Una serie di piccoli vicoli che si snodano tra antiche abitazioni cinesi e templi molto affascinanti, il tutto intorno al fiume Thu Bon, che in quei giorni, data l’abbondante pioggia, invadeva già buona parte dell’adiacente via pedonale ed arrivava sino alle porte dei ristorantini e dei bar dall’altra parte della strada. Se una città riesce a colpirti nonostante il brutto tempo, allora vuol dire che ha davvero qualcosa di speciale. Siamo stati benissimo ad Hoi An, anche se non abbiamo potuto visitare le sue bianche spiaggie a causa del cattivo tempo, ma tra il suo mercato ed i bei localini sparsi nel centro storico, abbiamo trascorso delle piacevolissime giornate. Al mercato è possibile gustare le specialità del posto, come il Cao Lao ed i White Rose, a prezzi bassissimi, mentre molti localini lungo il fiume vendono birra di propria produzione ad un prezzo pericolosamente basso, circa 0,12€ al bicchiere. E qui ad Hoi An non scherzano mica, è una delle birre più buone che abbiamo bevuto sin dall’inizio del viaggio.

La ragazza alla reception ci dice che piove in tutto il Centro-Sud e che dalle parti di Hue ci sono state esondazioni, però a Saigon e dintorni il tempo dovrebbe essere bello. Decidiamo allora di partire alla volta di Nha Trang, cittadina di mare, meta del turismo estivo vietnamita, ad appena qualche ora di macchina da Saigon. Purtroppo ci troviamo costretti a saltare Mui Ne, dove progettavamo di rotolarci giù dalle gigantesche dune di sabbia bianca. Pazienza, anche questo fa parte del viaggio!!

Arriviamo a Nha Trang la mattina presto e veniamo accolti da un tiepido sole… Finalmente un pò di tregua!! Grazie al Couchsurfing riusciamo a contattare un ragazzo di origine indiana che vive qui a Nha Trang; lui al momento si trova in Russia per le vacanze, però manda un paio di amici alla stazione dei pullman per consegnarci le chiavi di casa sua, ed eccoci qui, per qualche giorno “proprietari” di una bellissima casa sulla spiaggia! Wow, dopo 6 mesi di viaggio non ci dovevamo sentire ospiti, potevamo godere l’atmosfera di una casa solo per noi, senza altra gente; non ce ne eravamo resi conto sino a quel momento, però era una sensazione che ci mancava tantissimo. Il tempo di una doccia rapidissima e schizziamo fuori per approfittare della bella giornata. Sfortunatamente il mare è mosso e freddo, non è la stagione adatta per fare il bagno, quindi decidiamo di girare a piedi la città. Nha Trang non è un gran che, una serie infinita di alberghi uno accanto all’altro, bar, ristoranti e locali, ricorda un pò il lungo mare di Rimini. Non c’è molto da vedere, a parte Long Son Pagoda, alle cui spalle è seduto un gigantesco Buddha bianco, prorio in sommità della collina che sovrasta la città. Ci giunge all’orecchio di un’interessante mostra fotografica ospitata presso l’abitazione di un artista vietnamita di nome Long Thanh, affermatosi a livello internazionale per la bellezza degli scatti che catturano momenti di vita quotidiana della sua gente. La mostra è estremamente affascinante. Se passate da queste parti, non perdetevela perchè rappresenta una delle rare occasioni per conoscere la cultura di un popolo da una prospettiva diversa, attraverso gli occhi di una persona locale dotata di una notevole sensibilità artistica. Fa piacere osservare che quasi tutti suoi soggetti sono presenti anche nelle nostre fotografie, anche se la differenza nella qualità dei suoi e dei nostri scatti è abissale.

Si parte alla volta di Can Tho, cittadina nel bel mezzo del Mekong Delta, famosa per i suoi mercati galleggianti, dopo aver trascorso l’ultimo giorno a Nha Trang sotto la pioggia. Anche qui il tempo non è a noi favorevole ma, fortunatamente, durante la nostra giornata in barca il sole decide finalmente di mettere fuori il naso. Can Tho non è niente di che; rumorosa, trafficata, senza birrifici (e questo è il peggio del peggio!) ma ha dalla sua una bella passeggiata lungo il fiume e la vicinanza ai caratteristici mercati e villaggi gallegianti. La signora che guida la barca è molto gentile e ci pulisce tutta la frutta che acquistiamo al mercato, inoltre crea delle belle composizioni floreali per Aga e Simona con foglie di banano, fiori e frutti raccolti dalle piante che si affacciano sul fiume. Dopo tre giorni a Can Tho prendiamo un bus e ci dirigiamo a Saigon… Dobbiamo correre perchè in pochi giorni il nostro visto scadrà e non abbiamo intenzione di pagare per estenderlo.

Saigon = Traffico!! Quando, in Good Morning Vietnam, dicevamo che Hanoi è piena di motorini era solo perchè non eravamo mai stati a Saigon (o Ho Chi Minh City, come preferite chiamarla). La quantità di motorini è strabiliante, tanto che si creano immensi ingorghi talmente fitti e disordinati che è addirittura impossibile attraversarli a piedi, quindi ci si trova a stare in coda nel traffico anche se si sta solo passeggiando. Pazzesco!!

Ho Chi Minh City è decisamente più moderna di Hanoi; alberghi di lusso ed eleganti palazzi, sede di uffici di importanti gruppi multinazionali, fanno bella mostra di sè nel centro città, mentre ai loro piedi la quotidiana vita cittadina trascorre freneticamente. Notiamo che anche il numero delle automobili, molte delle quali di lusso, è molto superiore rispetto alle altre città sin ora visitate. La zona backpacker non è male, anche se costellata da locali e ristoranti superturistici, oltre alle immancabili sale massaggi e sale biliardo dove la prostituzione fa affari d’oro, grazie ai sempre presentii sfigati provenienti da tutto il mondo “ricco”. Nelle viette laterali è comunque possibile trovare posti frequentati anche da vietnamiti… Ma poi scusate, chi vuole venire fino in Vietnam per andare in locali identici a quelli che si possono trovare a casa? Stesso tipo di gente, stessa musica, stesso modo di divertirsi… Mah??

Nelle vicinanze di Saigon ci sono i Cu Chi Tunnels, chilometri di cuniculi sotterranei utilizzati dai Vietcong per effettuare incursioni in territorio nemico, fondamentali per la vittoria dell’esercito di Ho Chi Minh nella tragica guerra del Vietnam. E’ molto interessante osservare le ingegnose quanto rudimentali tecniche utilizzate dai nordvietnamiti per portare a termine i loro attacchi; esistevano delle vere e proprie cittadine sotterranee, con tanto di cucine, ospedali ed officine per costruire nuove armi, utilizzando gli scarti ed i resti di quelle sottratte al nemico. Dopo la visita ai tunnel, è anche interessante visitare il Museo dei crimini di guerra (War Remnants Museum), giusto per rimanere in tema, dove sono riportate immagini e documenti dei crimini attuati dai militari americani durante la guerra del Vietnam. Siate pronti ad affrontare qualcosa di estremamente forte.

E’ un peccato che ci sia stato possibile fermarci a Saigon/Ho Chi Minh City solo per tre giorni. Sicuramente non sono sufficienti per conoscere a fondo una città tanto grande ed importante per la storia recente di questo paese. Speriamo comunque di avere la possibilità, nel prossimo futuro, di tornare nel sud del Vietnam che, un pò per il mal tempo, un pò per l’imminente scadenza del visto, abbiamo dovuto visitare superficialmente.

Ora andiamo in Cambogia… Prossima destinazione Phnom Penh, o come dice Simona, Sean Penn… Ci sentiamo presto!!

Ah, per chi volesse vedere le foto del nostro viaggio, potete entrare a far parte del gruppo “Luca ed Aga… Vagabondi”, su Facebook, e guardare le foto di ogni paese in cui siamo stati sin ora.

Un abbraccio da Luca & Aga



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