Vicino Lucca c’è il piccolo borgo diventato famoso in tutta Italia per il suo Ponte del Diavolo, che tutti vogliono attraversare
Può un luogo essere celebre, e desideroso di essere visitato dai turisti, solamente per un ponte? Ci sono tanti esempi di città che attraggono con singoli luoghi, intorno ai quali è nata una vera e propria accoglienza turistica, ma nel caso di questo borgo è il passaparola che ha reso celebre un monumento antichissimo. Siamo a Borgo a Mozzano, un piccolo paese di circa 7000 abitanti protetto dalle montagne verdi e dagli spazi incontaminati della Garfagnana. L’Alta Toscana, fortunatamente risparmiata dai flussi di massa, ha saputo mantenere la sua atmosfera autentica, i ritmi compassati e le testimonianze di un passato antico e glorioso, non quello certo “provinciale” che oggi la caratterizza. Ci troviamo, peraltro, lungo lo scorrere della Linea Gotica, uno dei percorsi di resistenza delle truppe naziste che, invasa l’Italia durante la Seconda guerra mondiale, tentavano di bloccare l’avanzata delle truppe alleate. Luoghi di testimonianza viva e di profondo percorso nella storia italiana ma che, a Borgo, arrivano ancora più indietro nel tempo. Addirittura all’anno Mille, perché è a questo tempo che risalirebbe il monumento, il simbolo di Borgo a Mozzano, una presenza tanto semplice quanto legata a una leggenda che fa tremare le gambe.
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Il Ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano
Siamo nell’XI secolo, durante la lunghissima tenure di Matilde di Canossa come duchessa di Mantova. La sua è una figura su cui si è scritto tanto, tantissimo: nobile, feudataria, strenua alleata del papato durante la lotta per le investiture. A lei è legata l’espressione andare a Canossa, ovvero arrendersi in maniera umiliante al nemico, quello che impose all’imperatore Enrico IV nel 1077 costringendolo a sostare per 3 giorni fuori dal suo castello pur di ottenere la revoca della scomunica da parte di Papa Gregorio VII.
Come margravia di Toscana (un ruolo paragonabile a quello del duca), il suo potere si espandeva anche nella Garfagnana di Borgo a Mozzano. E proprio durante quegli anni, per permettere di attraversare il fiume Serchio, si decise di costruire un ponte. Una struttura non semplice, realizzata con il modello a schiena d’asino, ovvero con una grande gobba nella parte più alta che permetteva sia il passaggio delle imbarcazioni che di superare il dislivello tra le due sponde.
Tanto complesso il progetto, quanto il lavoro di chi era stato chiamato a realizzarlo. E così il capomastro, stanco dei continui ritardi dovuti alle piene del fiume, decise che l’unico modo per portare a termine i lavori in tempo era quello di vendere l’anima al Diavolo. Non la sua, ovviamente, ma quella della prima persona che avrebbe attraversato il ponte una volta completo. In cambio, il ponte sarebbe stato completato da Satana in una sola notte. Il capomastro, però, volle ingannare il Diavolo, e il primo ad attraversare il ponte fu un cane, un pastore maremmano la cui ombra sembra comparire nelle notti più buie di Borgo a Mozzano. Una leggenda, ovviamente, ma il Ponte della Maddalena (o Ponte del Diavolo) è ancora oggi un luogo che suscita interesse e stupore e che in molti arrivano a visitare, anche grazie alla presenza della stazione ferroviaria (linea Lucca-Aulla), da ogni parte d’Italia. Del resto, è proprio l’aspetto fiabesco, le acque limpide e la serenità di questo luogo che invogliano alla visita.
Cosa vedere nel borgo
Abbiamo visto che Borgo a Mozzano è anche un luogo segnato dai tragici anni della guerra. Ecco perché, tra i luoghi da visitare nel borgo, non può mancare il Museo della Memoria, interessante collezione inaugurata nel 1955 dal Comitato per il Recupero e la Valorizzazione della Linea Gotica. Un luogo che, insieme alla visita delle fortificazioni e delle trincee, costituisce una interessante esperienza da fare in questo luogo così bello dell’alta Toscana.